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Brahms è considerato il diretto erede di Beethoven, almeno in campo sinfonico.
Questo sembra sancire l'imponente incipit della prima sinfonia:
L'Allegretto della Terza invece è il brano sinfonico decisamente più famoso.Nel 1961, Litvak scelse lo scelse come tema portante del suo celebre film "Le piace Brahms?" tratto dall'omonimo romanzo di Sagan. -
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RITENTA!!! -
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Eccone qua un altro!
Benvenuta! -
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Sì sì, l'ho guardato tutto e a schermo intero: è davvero eccezionale! -
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Ok, ora vado a vedere.
Grazie! -
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Per quanto mi riguarda, non posso che ringraziarvi tutti e attenermi alle vostre regola Quindi, ovviamente, va benissimo come dici tu.
Grazie! -
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BIAGIO ANTONACCI -
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UN TRENO PER DOVE..
(recensione di;michelplatini)
<i>Ho scritto questo articolo che è stato pubblicato dalla rivista CREATIVITY PAPERS (il n.3 è consultabile e scaricabile gratuitamente a questo link: http://it.calameo.com/read/00079276479ed4860bc82
- per scaricarla basta cliccare su SCARICA e, nella pagina che si apre, cliccare sul tasto F CONNECT, se ovviamente si ha un account facebook).
L’utopia è sempre la stessa: il mondo perfetto.
La realtà dice che perfetto questo mondo non lo è stato né lo sarà mai,
nonostante il toccante e meraviglioso appello di John Lennon.
Come lo 'scarabeo' di Liverpool – altrimenti noto, qui in Italia, come
'scarafaggio' – tanti altri artisti hanno provato a immaginare questo luogo
incontaminato che, per restare tale, dovrebbe accogliere solo creature mondate
dalla loro intrinseca meschinità.
Ma come purificare gli istinti dell’Uomo, voci ineludibili delle sue debolezze?
Claudio Baglioni ha pensato a un viaggio in treno, un lungo trasferimento per
Dove durante il quale indugiare con la riflessione sulle brutture da cui si vorrebbe
fuggire e sull’incanto a cui si anela di arrivare.
In questa stupenda canzone Baglioni
fonde conoscenza, sentimenti, orrore e
speranza in un eccezionale affresco della
vita attraverso uno stile e una passione
che la rendono un piccolo capolavoro,
piccolo perché ingiustamente oscurato da
altre composizioni di eguale bellezza, ma
di spessore inferiore.
La sua straordinaria capacità di
fotografare in un sol verso descrizioni di
luoghi e sentimenti, di condensare pensieri
e metafore, di scovare suoni e ritmi che
offrano alle parole il degno supporto
musicale, esplode nell’LP La Vita è Adesso
di cui è parte Un Treno per Dove.
Una menzione speciale meritano le
rime, che in questo lavoro ritrovano la loro
primaria funzione estetica.
Oggigiorno siamo abituati a autori che pare si armino di rimario stilando una
lista di termini in base ai quali provano a buttare giù un testo che vanti un minimo
di logica, sperando che il fascino dell’assonanza distolga dalla pochezza dei
contenuti. La ricerca ossessiva della rima è ormai il caposaldo per compiacere un
pubblico approssimativo: rime, bussola e sestante di un navigante che non sa
dove approdare. Portare avanti un discorso che può dilungarsi addirittura per una
strofa intera, che sintetizzi un’idea attraverso parole nette e potenti come i
rintocchi di una campana il cui eco ci spieghi ciò che viene sottinteso per metrica:
questo l’aspetto preminente del quale un paroliere dovrebbe occuparsi, col
messaggio che dovrebbe catturare l’attenzione al punto da farcele dimenticare,
quelle benedette rime.
Invece accade spesso che, specie con una
canzone nuova, l’ascoltatore si diletti
furtivamente ad anticipare il cantante. Ovvio!
Se il testo è costituito da pensierini legati da
una labile, talvolta forzata, parvenza di senso,
che può fare il cervello per spoltrirsi? Cerca
d’indovinare la rima! Quando invece il
racconto canoro si concentra su un tema
profondo e sentito, sviluppato
magistralmente come in Un Treno per Dove, il
desiderio di comprendere resuscita
l’interesse ed estingue la curiosità per le
rime. Poi magari un giorno, col testo davanti,
si noteranno i vari ciancicate/estate,
sparo/denaro, muro/futuro, conigli/figli, follia/via, mani/domani, pianto/soltanto,
adulti/insulti, ribelle/stelle, e ci si renderà conto cosa voglia realmente dire
scrivere una canzone.
Oltre a questi 'dettagliucci pro forma', rimane il mirabile significato di un’opera
che scolpisce in tuttotondo la società moderna e i suoi attori.
L’insensibilità verso i nostri migliori amici non umani, la malinconia degli
anziani che languono nella nostalgia del tempo che fu, il sadico e quello sì
bestiale! divertimento di fare bersagli mobili dei fratellini di San Francesco, la
solitudine di chi è abbandonato nel mare dell’indifferenza, la corruzione che
consente alle ingiustizie di pascere, la paura che all’improvviso il male ci prenda di
mira, gli ostacoli che sempre si frappongono tra noi e i nostri sogni, la guerra che
separa e annienta famiglie, la follia di quei diavoli che per interesse o ghiribizzo
rovinano l’esistenza di un povero cristo, la globalizzazione che inghiotte l’individuo
come il grigio il verde, l’impossibilità di giovani e meno giovani di darsi da fare
perché nessuno ha bisogno di loro, la fretta di vivere che ci fa dimenticare di
godercela quest’effimera avventura terrena, i bambini che iniziano a camminare i
sentieri del mondo e il loro entusiasmo che si tramuta in un potenziale dramma
quando gli affaccendati genitori li trascurano, la violenza cui si ricorre per imporsi
a un prossimo debole o pacifico, e lo scoramento che spezza le gambe della Fede
a colpi di realtà.
Potremo mai lasciarci alle spalle questi orribili aspetti della vita e gioire
serenamente in un luogo dove la notte sia tenuta sempre lontana dal sole, dove il
rispetto per gli altri esseri diventi una necessità che assimiliamo insieme
all’ossigeno?
Eh sì, dovremmo proprio trovarla la stazione da dove parte questo treno di
Baglioni: aspettiamo il miracolo che magicamente ci elargisca le virtù, ma forse è
proprio la mente l’unico strumento in grado di purificare l’anima.
Edited by Lussy60 - 13/9/2011, 15:56 -
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Ecco un'aria de IL BARBIERE DI SIVIGLIA. Un mix di ironia che vanta pochi eguali nel panorame lirico di tutti i tempi. Testo e musica perfettamente fusi in un'allegoria formidabile.
La calunnia è un venticello
Un'auretta assai gentile
Che insensibile sottile
Leggermente dolcemente
Incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra
Sotto voce sibillando
Va scorrendo, va ronzando,
Nelle orecchie della gente
S'introduce destramente,
E le teste ed i cervelli
Fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
Lo schiamazzo va crescendo:
Prende forza a poco a poco,
Scorre già di loco in loco,
Sembra il tuono, la tempesta
Che nel sen della foresta,
Va fischiando, brontolando,
E ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca, e scoppia,
Si propaga si raddoppia
E produce un'esplosione
Come un colpo di cannone,
Un tremuoto, un temporale,
Un tumulto generale
Che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato
Avvilito, calpestato
Sotto il pubblico flagello
Per gran sorte va a crepar.
Rossini - Il Barbiere di Siviglia -
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Chi non conosce Il Padrino? Eppure agli Oscar del 1972, Cabaret ha vinto più Oscar (anche se quello di miglior film ha per forza di cose dovuto lasciaro a Don Corleone...)
Perché tanto successo? Basta guardare questo numero per averne un'idea.
(non è possibile incorporare): www.youtube.com/watch?v=rkRIbUT6u7Q
Edited by Lussy60 - 27/8/2011, 21:10 -
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Film del 1962 di David, uno dei grandi kolossal. -
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BIAGIO ANTONACCI -
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RITENTA!!! -
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Mi dispiace, ma non ne ho idea.