Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Claudio Baglioni..dai primissimi passi ad oggi...

tutta..la sua biografia..

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    image


    Cucaio, chi si firma con questo pseudonimo?


    Dietro la pseudonimo ” Cucaio” altri non vi è se non Claudio Baglioni nasce a Roma il sedici maggio del1951, abita prima al quartiere Montesacro e successivamente a Centocelle, sempre a Roma, anche se trascorre alcuni periodi in Umbria a causa del lavoro del padre. Nel periodo adolescenziale era chiamato ” Agonia” dai compagni, a causa del suo modo di vestire da intellettuale malinconico, ma lui preferisce ora farsi chiamare, oltre che Baglioni, ” Cucaio” a causa del suo modo di chiamarsi da bambino, infatti, non riuscendo a pronunciare esattamente il suo nome pronunciava “Cucaio”. Molti sono i blog a lui dedicati su internet che usano tale pseudonimo per parlare di Baglioni. Sicuramente questo cercare di ritornare alla fase da bambino attraverso il nomignolo che lui aveva attribuito a sé stesso denota l’ attaccamento ai valori della sua famiglia, alla sua infanzia, quasi un voler ritornare al bambino ingenuo che ancora non sapeva cosa sarebbe stata la sua vita, infatti, da un balcone di Roma improvvisò anche un’esibizione proprio per manifestare il suo attaccamento a quei luoghi d’infanzia. Il suo successo arriva negli anni settanta, inizialmente con il testo “Signora Lia” e poi la grande svolta con “Questo piccolo grande amore “, in questo periodo scrive anche canzoni per Mia Martini. La sua carriera ha subito anche dei fermi e periodi difficili, il primo nel 1988 quando a Torino, in un concerto di Amnesty international, fu contestato dal pubblico che lo ritenne inadatto a tale manifestazione accanto ai big della musica internazionale, in seguito arrivò la separazione dalla moglie e un incidente stradale che contribuirono alla lontananza dalle scene per qualche anno. La svolta si ebbe con la comparsa sulla scena di Anonimo Italiano, cantautore in maschera con timbro simile a quello di Baglioni, si iniziò a vociferare fosse proprio Baglioni, dopo poco ritornò sulla scena il vero Baglioni con nuovi album che rappresentano una svolta rispetto al modo di cantare melodico che aveva caratterizzato il cantante nella prima fase, sicuramente più profondo in questa seconda fase. Il successo di Baglioni o “Cucaio ” non è solo in Italia, ma anche in Spagna e in America latina. Oltre la musica, anche alcune partecipazioni a programmi tv, come la domenica sportiva su rai due. Come per tutti i grandi, Baglioni ha mischiato successi ed insuccessi cosa che capita solo a chi prova e si lancia in nuove avventure rischiando anche di cadere pur di non percorrere sempre strade già battute. Oltre la musica anche una laurea in architettura conseguita in età matura e come tutti i cantautori che si rispettino una canzone per la nascita del figlio negli anni ottanta “Avrai “. La maggior parte dei suoi album sono stati successi che hanno segnato dei records, sia nella prima fase che nella seconda fase, è recente anche la trasformazione in film di “questo piccolo grande amore” oltre gli album di inediti, enorme successo hanno riscosso le raccolte periodicamente pubblicate e i suoi concerti.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    FINE DI UN AMORE
    Baglioni divorzia dalla moglie
    La separazione durava già da anni


    image


    Il cantautore, sposato con Paola Massari dal 1973, ha avuto un figlio dalla consorte di nome Giovanni. Nonostante fossero divisi già da molto tempo, sono sempre stati improntati alla massima stima e all'affetto reciproco

    Roma, 17 giugno 2008 - Il famoso cantautore romano, che ha fatto innamorare con le sue canzoni appassionate più di una generazione, approda al divorzio da sua moglie, la signora Paola Massari, dopo 14 anni di separazione di fatto. I giudici che si riuniranno giovedì 19 giugno al Tribunale civile di Roma per discutere la separazione consensuale dei coniugi, assistiti dall'avvocato Pompilia Rossi, si limiteranno infatti ad ufficializzare una situazione che in realtà và avanti da molto tempo.



    Il cantautore aveva sposato Paola Massari nel 1973, e da lei nel 1982 aveva avuto un figlio, Giovanni, a cui ha dedicato la canzone 'Avrai', divenuta uno dei suoi grandi successi. A quanto si apprende da ambienti vicini al cantante, i rapporti tra Baglioni e consorte, sono comunque sempre stati improntati alla massima stima e all'affetto reciproco. Sempre molto presente per entrambi, il manager del cantautore romano, Massimiliano Savaiano, ha rappresentato una figura di primo piano nella storia tra i due, giocando un ruolo di 'trade d'union' e di mediazione tra le posizioni di Baglioni e della Massari.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    image

    ".... La mia vita è un'autostrada
    si perché per mal che vada
    io non faccio marcia indietro mai
    preferisco andare avanti
    senza pene né rimpianti
    senza dire non lo faccio più..."
    (Io una ragazza e la gente - C. Baglioni)


    Scelta strana introdurre Claudio Baglioni con un pezzo sicuramente non tra i più noti. Ma ognuno di noi si porta appresso un bagaglio di cose importanti, emozioni, sensazioni, e nel mio c'è anche Io una ragazza e la gente che sentii mia fin dal primo ascolto.
    Ben evidente c'è, nel brano, un'infinita aria di libertà e la voglia di andar via, di conoscere, caratteristica peculiare di una sana giovinezza.
    Rileggendo questo testo a più di trent'anni di distanza, però, mi rendo conto che se è ben vero che la strada non è così liscia, che i dolori non hanno chiesto il permesso di colpirci e che a volte la marcia indietro bisogna innescarla, è altrettanto vero che la curiosità di vivere e una sorta di ottimismo spocchioso ha sicuramente aiutato Claudio Baglioni a crescere ed a maturare, pur rimanendo sempre sè stesso, fino al farlo diventare un pilastro della musica cantautoriale italiana.
    E' del 1971, questo brano, inserito nel secondo album Un cantastorie dei giorni nostri assieme ai più noti Signora Lia e Cincinnato. Il successo non era ancora arrivato, ma nei testi la sua personalità è già chiara: versi lunghissimi che non danno spazio a frasi solamente strumentali, le assonanze che si rincorrono, l'uso di chiare similitudini per esprimere concetti. Chiari sono anche i temi che continuerò a trattare fino ad oggi: la vita d'ogni giorno, gli amori che tutti abbiamo conosciuto. Temi che lo avvicinano fortemente al grande pubblico facendolo diventare un cantante popolare ,ma che lo allontanano da coloro che, con le loro canzoni, hanno segnato fortemente la società.
    Nato nella Roma del Folk Studio a pochi mesi di distanza da Francesco De Gregori, Baglioni non ha alcuna frequentazione con il mondo delle lotte politiche o dell'impegno sociale: nulla di intellettuale, in lui, solo vita. Sembra, in pratica, che il '68 ed i suoi fermenti l'abbiano appena sfiorato e che lui sia rimasto semplice spettatore e nulla di più.
    E' questa una grave onta? Uno scandalo senza precedenti?
    Se dovessi lasciar parlare quella che ero in quegli anni, la risposta sarebbe sicuramente SI. Da una certa fascia di giovani Baglioni era usato come sottofondo sopportato, le sue canzoni erano canzonette e non rappresentavano certamente i moti rivoluzionari che squassavano quelle giovani teste (ma Quel piccolo grande amore consolava di nascosto i loro cuori)... anche se Io una ragazza e la gente qualcosa, ad una testa calda, la seppe dire. Ma quanti, tra i giovani di quegli anni, erano i politicamente impegnati? Pochi, in realtà, e la restante maggioranza sentiva Baglioni fin nel profondo.
    Ed ancora: è davvero essenziale l'impegno sociale e politico in un cantautore? Meglio uno scarsissimo artista impegnato o un vero artista popolare?


    image

    Claudio Enrico Paolo Baglioni nasce il 16 maggio 1951 a Roma. La sua infanzia trascorre nel quartiere di Montesacro, poi la famiglia si trasferisce a Centocelle mentre rimangono costanti le vacanze umbre, terre dalle quali provengono i genitori.
    Appena a tredicianni il suo primo concorso canoro, ripetuto e vinto l'anno successivo con una canzone di Gene Pitney, I miei anni più belli.
    Nel 1965 arriva in semifinale al Festival degli Sconosciuti di Ariccia e nel 1968 partecipa, tra gli altri con la Mannoia, a Fuori la voce di Pippo Baudo. L'anno successivo, ancora minorenne, il primo contratto quinquennale con la RCA.
    Inizio lento, quello di Baglioni: dopo il primo 45 giro del '70, Una favola blu - Signora Lia, dopo la partecipazione al Disco per l'Estate ed al Festivalbar sempre con questi due brani, il primo album (Claudio Baglioni) va talmente male da venir ritirato dal commercio.
    Nel settembre dello stesso anno partecipa al Festival Internazionale di Sopot (Polonia) dove vince il premio della critica che rende possibile il primo tour appunto in Polonia.
    Successivamente compone diversi brani per l'album Oltre la collina di Mia Martini e, nel 1972, interpreta diversi pezzi della colonna sonora di Fratello sole, sorella luna di Franco Zeffirelli, scrive per Rita Pavone alcuni brani, tra i quali Bonjour la France che scala la classifia francese, ed incide l'album Questo piccolo grande amore. Il successo è arrivato e, tredicianni più tardi al Festival di San Remo, la canzone che all'album dà il titolo verrà premiata come canzone italiana del secolo ... intanto Baglioni è invitato dalla censura ad epurarla: via i termini "nudi" e "cose proibite" sostituiti da "soli" e "scarpe bagnate".
    Nel 1973 si sposa in segreto, altrimenti si rischiava una sommossa da parte delle fans, e dà il via ad una serie di album di successo:Gira che ti rigira amore bello dello stesso anno, E tu... del 1974, Sabato pomeriggio (1975), Solo (1977) che chiude il rapporto con la RCA e E tu come stai? uscito con l'etichetta CBS. Ma Baglioni è sempre stato una bestia da palcoscenico e, in questi anni, tour e concerti si sono susseguiti a ritmo incessante sia in Europa che negli Stati Uniti e Canada.
    Strada facendo del 1981, con il suo milione di copie vendute, è un altro amplain.
    Più di un milione di presenze, invece, per la tournèe negli stadi del 1982: ne nasce un album live (Alè-oò) ed un video trasmetto in due puntate dalla RAI.
    Dell'1982 anche la nascita del figlio Giovanni per il quale scrive di getto Avrai, registrata in soli due giorni nello studio londinese di Paul McCartney: nè gloria, nè fama, nè danaro ma una lunga lista di piccole e grandi emozioni, anche dolorose, che racchiudono la gioia e la meraviglia d'esser vivi...

    Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle
    storie fotografate dentro un album rilegato in pelle
    tuoni d'aerei supersonici che fanno alzar la testa
    e il buio all'alba che si fa d'argento alla finestra
    avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare
    schiuma di cavalloni pazzi che s'inseguono nel mare
    e pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate
    un treno per l'America senza fermate
    avrai due lacrime più dolci da seccare
    un sole che si uccide e pescatori di telline
    e neve di montagne e pioggia di colline
    avrai un legnetto di cremino da succhiare
    avrai una donna acerba e un giovane dolore
    viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore
    avrai una sedia per posarti ore
    vuote come uova di cioccolato

    image

    Altro anno folgorante il 1985: un milione e mezzo di copie vendute per La vita è adesso che rimane per diciotto mesi in classifica, esce il primo libro ufficiale sulla sua vita, Notti di note, parte il tour omonimo al quale assisteranno più di un milione di spettatori e Claudio Baglioni viene eletto Artista dell'Anno.
    L'8 settembre 1988 è sul palco di Torino come rappresentante italiano al mega concerto indetto da Amnesty International, l'Human Rights Now!; canta dieci suoi pezzi, tra i quali Ninna Nanna Di Guerra con Peter Gabriel, Chimes Of Freedom di Bob Dylan e Get Up Stand Up di Bob Marley assieme a Bruce Springsteen, Sting, Tracy Chapman, Peter Gabriel e Youssou N'Dour. Parte del pubblico lo contesta a causa del suo antico "non impegno sociale".
    Ancora concerti nel 1991: prima suona inaspettato in alcune discoteche, poi il giro itinerante su un camion nella periferia di Roma e al Teatro dell'Opera, sempre di Roma, con la Banda dei Carabinieri. Nello stesso anno partecipa al concerto Insieme Contro La Droga che si tiene al Palaeur; ancora due concerti nella capitale, allo Stadio Flaminio, e poi Barcellona dove canta Sabato Pomeriggio con la famosissima Montserrat Caballé
    Siamo approdati al 1992 e da Firenze parte il lungo tour (51 tappe e 400.000 spettatori) Oltre Il Concerto. In realtà si tratta di qualcosa di più di un semplice concerto: è condito da una mostra, seminari, incontri culturali ed il palco è aperto a collaborazioni con giovani musicisti e scuole di musica. A maggio rientro a Roma per un concerto di solidarietà al Palaeur.
    A questo punto, magari di malavoglia, bisogna ammettere che Claudio Baglioni socialmente è impegnato e a chi è pronto a dire che si tratta di puro battage pubblicitario vorrei ricordare che il rientro, in termini di vendite e notorietà, è reale per tutti i grandi dello spettacolo.
    Ma l'anno non è finito ed a fine maggio parte per la tournèe estiva con Assieme, sotto un cielo mago dal quale nasce l'album Assieme (oltre il concerto). Il 28 settembre inizia l'altra tornata di concerti, Ancorassieme (con l'uscita dell'album omonimo).
    1993, in settembre Concerto contro la mafia, a Palermo. Poi in Cile, ospite del 34° Festival Internacional de la Cancion de Viña del Mar.
    Nuovamente in giro nel 1995, con il Tour Giallo: è assolutamente fuori dal comune, come a tour, visto che si tratta di concerti a sorpresa nelle piazze dell'Italia Centrale e, durante queste serate, presenta il nuovo album Io sono qui
    Nello stesso anno nasce il CLAB, un'associazione culturale che organizza raduni e pubblica video e cd solo per gli iscritti.
    All'inizio del 1996 parte il Tour Rosso, soprannominato il tour dei recordi dagli addetti: 49 concerti con il tutto esaurito. A settembre inizia il Tour Giallo elettrico, da Milano a Roma, ed in ottobre partecipa, come ambasciatore artistico della FAO al World Food Day Concert che si tiene a Roma.
    In novembre nei negozi di dischi c'è il live Attori e Spettatori.
    1997: da gennaio a febbraio la trasmissione Anima mia, condotta con Fabio Fazio spopola, tanto da venir premiata come Programma dell'anno.
    Il 1998 inizia con un concerto di beneficenza a favore della comunità carceraria minorile I ragazzi di Nisida ed a maggio viene dato alle stampe il libro fotografico commentato da Baglioni, Guido Tognetti e Alessandro Dobici, C’era un Cavaliere bianco e nero" (edito da Mondadori) che raccoglie le immagini dei lunghissimi tour.
    Da maggio a luglio Baglioni conduce Mezzogiorno con su RAI–Radio 2 ed in giugno esce l'album Da me a te.
    E' evidente che ci troviamo davanti ad un personaggio che, oltre alle innegabili doti musicali e poetiche, è capace di inventare nuove forme di comunicazione, magari stravolgendo i tour (come ha fatto) rendendoli a sorpresa senza date nè tappe fisse. A riprova di ciò nel 2001 si aggiudica il premio Internet Winner per i 17.000.000 milioni di contatti avuti dal suo sito web nell'ultimo anno: curiosità di vivere, dicevo all'inizio e mi pare comprovata dai fatti, a questo punto.
    Nel 2003 viene nominato Commendatore della Repubblica e nello stesso anno si aggiudica il Premio Lunezia per l'alto valore letterario dei suoi testi.
    Basta, per amore di tutti gli Dei?

    image

    Ma neanche per idea! Il 24 giugno 2004, a 53 anni e numerosi concerti, si laurea con 108/110 in architettura presso la facoltà di Roma discutendo una tesi sul restauro architettonico e la riqualificazione urbana del gazometro di Roma. Da notare: NON è una laurea ad honorem!
    Il 2005 vede la nascita del doppio live Crescendo e cercando, ma in aprile è già tour in Spagna (paese nel quale è molto noto). Poi una raccolta di scritti, dal 1974 in poi, vede le stampe con il titolo di Senza Musica ed a novembre l'uscita del collection Tutti qui, nel quale sono presenti anche gli inediti Annabel Lee (prima canzone composta), La suggestione e Ci fosse lei, triplo album che gli porta il terzo Disco di Platino. Infine, con l'Einaudi, pubblica Parole e canzoni.
    Ho il vago sospetto che dovrò ascoltarlo un po' meglio, 'sto Baglioni.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Claudio Baglioni e Pino Scaccia

    Nacque a Sirolo un'amicizia sempre viva nell'anima


    diario di un cantautore..

    Scoprii Portonovo di notte, giusto trent’anni fa. Era il '71, ero arrivato nelle Marche per la nascita del "Corriere Adriatico". Quella sera pioveva. L'acqua era cosi' chiara che si vedevano le gocce infilarsi nel mare. Al buio non si vedeva altro eppure "sentivo" di stare al centro del paradiso. Una pace. Fantastico. C'erano ancora le baracche abusive a quel tempo. Non mi davano tanto fastidio le baracche quanto le transenne, come se qualcuno si fosse appropriato di un posto che doveva essere di tutti. Al giornale ci battemmo per eliminare quello scandalo (fu la prima di numerose battaglie) e ancora qualcuno, forse, ce l'ha con noi.

    A Portonovo e' legata anche la mia amicizia con Claudio Baglioni. Stavo andando a Sirolo per "Speciale tre milioni", una trasmissione televisiva molto importante, zeppa di nomi celebri. Avevo una "spiderina". Al bivio, appunto, per Portonovo scopro un ragazzo capellone con una chitarra sulle spalle. Istintivamente raccolgo la sua richiesta di autostop. A quel tempo Baglioni era uno sconosciuto. Due parole, simpatia immediata, la scoperta di essere nati a Roma in due palazzi praticati attaccati. I saluti, sulla piazzetta di Sirolo. Quando me lo rivedo cantare, piu' tardi, scopro chi e'. E anche lui scopre che il mio era un viaggio di lavoro. Le spiegazioni e poi un'amicizia che nasce spontanea e che va avanti soprattutto nei mesi immediatamente seguenti. Conservo ancora certe sue lettere in cui mi confidava i primi successi e poi le delusioni. E ogni volta che ci risentiamo, anche oggi, viene fuori quasi subito la Riviera del Conero.

    Nel posto piu' in vista del mio studio, a casa, c'e' una litografia di Cazzaniga. Le ginestre. Che belle le ginestre del Conero: ti rimangono dentro, non sono solo colori come l'acqua giu' a Portonovo non e' solo acqua. Emozioni. Ecco, ci sono pochi posti al mondo capaci di darti emozioni.

    Basta andare una sera in fondo a quelle curve sinuose gialle di ginestre anche di notte, per capire.



    Ancora oggi mi meraviglio di aver dato quel passaggio. Forse e' stato l'unico autostoppista che ho preso in vita mia. Boh, deve significare qualcosa. Quell'incontro, casualissimo, con Claudio Baglioni al bivio per Portonovo resta nitido anche dopo piu' di trent'anni. Lo rivedo Claudio adesso: stessa faccia, ma i capelli bianchi. Come me. Lui piu' di me (eppure e' piu' giovane). Stavo a Baghdad nei giorni scorsi quando mi e' arrivata una mail con l'articolo del "Corriere Adriatico". Anche lui ricorda bene Portonovo. Quell'amicizia spontanea, persa da tempo fisicamente perche' le nostre strade naturalmente sono diverse, ma certo viva nell'anima. Stavo in Iraq a testimoniare gli orrori di una guerra sbagliata (come se ci fossero guerre giuste) mentre lui dedicava la sua ultima canzone all'impegno contro tutte le guerre del mondo. Destini incrociati. Claudio ha detto che i suoi genitori hanno letto migliaia di volte il mio articolo su di lui, perche' era il primo. Io ho ancora conservata la lettera che mi mando' dalla Germania dopo uno dei primissimi successi. Mi sarebbe piaciuto stare ad Ancona per il debutto del suo nuovo tour. Non posso, ma spero di incontrarlo a Roma. Magari riprenderemo a parlare del nostro quartiere popolare, dove siamo nati a pochi palazzi di distanza, e riscopriremo quant'era bello allora: lui con la chitarra in spalla e io cronista pieno di speranze. Entrambi odiamo, ritengo, i bilanci, ma se pure ci venisse in mente di farlo, sarebbe un bilancio positivo. Perche' ci ritroviamo a fare le stesse battaglie. Pino Scaccia

    Con Pino Scaccia in autostop a Sirolo

    L'intesa con le Marche per Claudio Baglioni comincia da lontano. E affonda le sue radici addirittura nel 1973: "Vent'anni fa", racconta lui. Poi si corregge: "No, erano trenta. Ma come è? - scherza - Questo 1970 si allontana sempre più".
    Eh già, ne è passato di tempo. Ma il ricordo è vivo. E Claudio rammenta proprio tutto. E coinvolge anche noi del Corriere perché protagonista dell'aneddoto è niente meno che un altrettanto giovanissimo Pino Scaccia, all'epoca cronista in erba e oggi uno dei più conosciuti inviati speciali del Tg1.
    Anni Settanta dunque. Claudio è uno dei tanti ragazzi che tentano l'avventura nel mondo della musica. O per lo meno uno di quelli che all'epoca giravano zaino e chitarra in spalla con l'autostop. Eh sì, altri tempi. A Sirolo c'è "Speciale tremilioni" rassegna dedicata alle voci emergenti - come si direbbe adesso - ripresa perfino dalla tv. "La mia prima trasmissione", ricorda Baglioni.
    Com'è come non è ad Ancona ci arriva. E' il tragitto per Sirolo che lo preoccupa. Ma basta che alza il pollicione che ecco un'auto si ferma. "Alla guida - racconta - c'era un giornalista che adesso lavora alla Rai di Roma...". E non è difficile immaginare il nostro Pino in missione. "Scrisse un articolo bellissimo, i mei genitori ancora lo conservano. L'avranno letto e riletto un migliaio di volte. Il primo pezzo che parlava di me". E che - con acume - rivelava il fenomeno-Baglioni. "In pratica - racconta Claudio - un elogio di quel ragazzo timido e semplice che aveva fatto breccia più di tanti cantanti famosi che giravano con i macchinoni... Più o meno - ride - come faccio io adesso".
    Marche terra dei primissimi esordi. E alle Marche Baglioni ritorna quando ha voglia di musica vera. Come quella del Premio Recanati. "Negli anni - dice - se ne ascolta sempre meno. Quasi tutti gli artisti non "sentono" i colleghi ma li "sorvegliano". Io ne ascolto di meno perché non vorrei che la musica diventasse il mio mal di mare, la mia nausea. Ascolto quello che capita alla radio o di chi non so chi sia. Cerco musica vergine, che abbia più sprint e autenticità. Come quella del Premio Recanati".
    E Marche anche per un altro esordio, quello che l'8 gennaio con un suo concerto ha introdotto la musica leggera alle Muse appena restituite alla città. Per lui i fans si erano messi in fila fin dalla notte prima dell'apertura dei botteghini: 700 biglietti venduti in 5 ore. Un evento, una grande emozione. "L'acustica? Qualche problema sì c'è stato - risponde lui a una domanda - ma poi è stato superato". E per quanto riguarda la struttura, certo, quando si cambia c'è un problema di adattabilità. "Ma comunque mi sembra che così concepito il teatro si inserisca meglio in una dimensione più vasta, internazionale". In attesa, magari, di un altro suo concerto. (Pia Bacchielli)

    Un articolo lungo trent'anni....
    A firmare quell'articolo un giovane giornalista che ora è l'inviato di punta del Tg1, Pino Scaccia. Al Corriere Adriatico hanno rispolverato sia la carta che le immagini e il velo dei ricordi si è aperto a vecchie emozioni.

    SIROLO - Lanciamo l'auto a... ragionevolmente folle velocità su' per i tornanti del Conero, perchè è tardi e l'happening di Sirolo sta per iniziare. Proprio davanti all'incrocio per Portonovo, vediamo un ragazzo che agita il pollice implorando l'autostop. Ha i capelli sulle spalle, un viso pulito, fresco, un sacco rigonfio, un calzone e una maglietta. In più una chitarra. Nella custodia. Ci fermiamo. Così, stranamente, perchè non siamo usi a concedere autostop.
    Il ragazzo sale in macchina e ben presto scopriamo che siamo entrambi romani. «Bello il Conero», ci fa. Sei qui in vacanza?

    «Sì. Vengo da Roma in autostop. E tu?».

    Lavoro ad Ancona. Fumi?

    «No, grazie; non fumo».

    Dieci chilometri di strada ancora. Ci scambiamo ogni tanto qualche battuta. Poi, arriviamo. Lo lasciamo sulla piazzetta di Sirolo.
    Un quarto d'ora dopo, lo rivediamo con Guccini e Leo Ferrè. «Strano», pensiamo.
    Scendiamo giù, nel prato teatro dello spettacolo. Uno sguardo intorno e rivediamo quel ragazzo con una camicia hippy gialla e la chitarra (senza fodero ora) attaccata al collo. La segretaria di produzione arriva per mettere a posto tutte le cose e ci saluta. Ossia saluta sia il sottoscritto che... quel ragazzo.
    Ci scambiamo un'occhiata. Porca miseria, è ora di svelare il mistero! Il ragazzo che è venuto in autostop da Roma è Claudio Baglioni.
    Canta «Io, una ragazza e la gente» e i giovani di Sirolo lo ricoprono di applausi. Diventiamo amici, quasi d'incanto.
    Così, scopriamo che Claudio è della RCA, che è un grosso cantautore (tre canzoni fra tante: «Suggestione» e «Se caso mai» di Rita Pavone e «Amore, amore un corno» di Mia Martini che abbiamo sentito di recente al Cantagiro.
    Scopriamo, pure che tra due giorni avrà gli esami.
    image
    - Che esami?

    «Faccio architettura».

    Ecco, questo è Claudio Baglioni, un ragazzo che vale. Artisticamente, intendiamo. Ma anche un ragazzo «vero», che per andare a cantare fa trecento chilometri in autostop («mi piace») e che non è stato capace di dirci, che andava a Sirolo per essere ripreso dalla televisione ed essere applaudito.
    Vedete, a noi piacerebbe un mucchio presentare Claudio Baglioni a Modugno. Un tipo che non solo non ci va in autostop a cantare (ad una certa età, in fondo, non si può pretendere), ma che arriva, fa lo schizzinoso e poi sparisce. Pino Scaccia




    La leggenda del pianista Incantatore


    image

    Ricordo le fiabe che qualcuno mi raccontava quando ero piccolo, la fantasia correva in quelle storie molto lontane dalla realta’ e l’incanto era sempre presente a segnare qualcosa di bello, una dimensione magica che si creava intorno ad un mondo innaturale. Incantare vuol dire penetrare nella mente con qualcosa che appaga il proprio sogno, ma rappresenta anche un termine per stabilire una soggettiva voglia di imprimere qualcosa, il fissare di un immagine e marcarne quel momento affinche’ non si perda mai nel mare dei ricordi.

    Baricco, nel suo libro "Novecento", gioca con maestria nell’uso di questo termine per sottolineare la filosofia del suo personaggio, che rasenta l’assoluta saggezza nel riuscire a dare una conclusione all’infinito.

    Proiettandoci in un piu’ reale presente, possiamo giocare anche noi, senza pretese, ad individuare i motivi che originano un concerto unico nel quale Claudio Baglioni offre se’ stesso riassumendo le tappe della sua vita, quasi a definire i momenti importanti per esorcizzare la costante paura di perdere per sempre quei ricordi che rappresentano la sua definizione di vita vissuta. Lo fa davanti ad un pubblico "familiare" ben disposto ad ascoltare l’uomo Claudio e non il personaggio, un pugno di persone che riescono ad entrare in un teatro, un pubblico distante dalle immense platee di consuetudine al quale il cantante e’ abituato. E’ come se risalisse quei gradini che lo riportano alle perdute emozioni, quelle reali e non compromesse dalla vastita’ di scelte che il successo comporta. Un piccolo mondo fatto di verita’ assolute perche’ toccabili con mano e controllabili all’interno del loro essere, in una esplorazione che manifesta quella certa voglia di rivivere momenti intensi incantandoli, proprio come Novecento era riuscito a fare nell’immensita’ di quel piccolo mondo contenuto in una nave. Non si tratta di paura o voglia di solitudine, non e’ una ricerca introspettiva proiettata alla realizzazione di nuovi progetti, e’ il vero essere Claudio, contro la dispersione di dovere essere Claudio Baglioni. E Claudio e’ capace di incantare, ma non solo il pubblico, Claudio incanta la sua vita, i suoi amori, ed incanta se’ stesso attraverso cio’ che offre a quella famiglia seduta davanti ad un caminetto, in attesa che un nonno appassionato (in senso metaforico), narri le sue storie con gli occhi bagnati dall’emozione di riviverle. Forse e’ proprio da questo che nasce l’esigenza di non realizzare un documento audiovisivo di quella privata identita’, esigenza poi compromessa dalle incessanti richieste del suo pubblico. Ma non importa. Adesso la scala e’ nuovamente posizionata, pronta ad orientarlo verso quel mondo troppo grande, e malgrado l’insicurezza e la voglia di restare nei suoi incanti, lui scendera’ ancora quegli scalini intraprendendo nuovi viaggi, forse alla ricerca dovuta di un orizzonte senza fine che si materializza solo quando, come Gulliver, un uomo raggiunge mete che per l’altrui giudizio sono frutto di allucinante pazzia. No, non importa, il momento e’ finito, e’ stato bello ma e’ finito…. Una storia senza un punto fermo per dire basta, la massima definizione del coraggio. Ma anche andare avanti e’ sinonimo di coraggio, lasciare aperta la porta del futuro per trovare qualcosa di piu’, con la consapevolezza che, ogni massimo raggiunto e’ sempre meno superabile.

    Ti aspetto ancora Claudio, aspetto i tuoi nuovi momenti da incantare, non sono un tuo fan ma ti stimo perche’ voglio interpretare nel modo piu’ semplice la tua popolarita’, nel mio gioco, che e’ solo un gioco di fievole e presuntuosa psicologia, voglio immaginare che il Claudio uomo sia il pianista incantatore che naviga in un oceano fatto di persone incantate in una sola, quella che sapra’ leggere fra le righe delle canzoni, il codice segreto dell’anima.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Baglioni negli anni..


    1982 1983 1985 1986 1987 1990 1991

    1992 1995 1996

    1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

    2004 2005 2006 2007


    1982

    Da Famiglia in tv: Claudio Baglioni Il racconto della mia vita

    " Proprio nel momento di maggior successo del mio disco, accade un altro fatto importantissimo della mia vita. Mi nasce un figlio, Giovanni, per la gioia mia e di mia moglie Paola Massari. L'arrivo di Giovanni è stata una tappa fondamentale della mia vita. Ho avvertito in grande misura la sensazione di essere diventato padre e devo dire che ho provato una gioia che non avevo avvertito in nessuna circostanza.
    Per questo la mia ultimissima fatica discografica è stata un disco dedicato a lui ("Avrai") che ho lanciato l'estate scorsa durante un lungo tour in cui ho toccato gran parte della nostra penisola.
    Essere diventato padre, mi ha fatto riscoprire le cose belle della vita e il fatto che dopo tanti anni sia ritornato ad esibirmi su un palcoscenico è dipeso in gran parte da questo. Ho sentito l'esigenza di rituffarmi in mezzo al mio pubblico per regalargli la mia musica, la mia felicità, il mio modo di essere musicista.
    E cosi l'estate scorsa, partendo da Genova, ho girovagato per l'Italia con la mia troupe esibendomi negli stadi e nei palazzi dello sport riscoprendo il gusto di stare insieme con la gente, soprattutto quella più giovane che molto numerosa è accorsa ad applaudirmi.
    Con questo tour, in pratica, finisce il racconto della mia vita. Come avrete notato, ho preferito raccontarvela attraverso i miei dischi perché credo che nella mia musica ci siano gran parte delle esperienze che ho vissuto, belle e brutte. Ora non mi resta che affrontare il futuro con la consapevolezza dei miei mezzi e con Giovanni accanto in più. In definitiva la mia più bella canzone è stata... proprio mio figlio. "

    Da Ragazza In: Quel dolcissimo ragazzo che tutti amiamo
    - Siamo arrivati a Giovanni e alla tua vita privata. Sei disposto oggi a parlarne?
    "Non più di tanto. Certo oggi ho imparato a non arrabbiarmi più, quando magari qualche fotografo intraprendente riesce a 'catturare' delle immagini della mia intimità, dei miei affetti. Il fatto è che trovo semplicemente inutile parlare di queste cose. Una cosa poi non capisco proprio: c'è gente che farebbe carte false pur di fotografare Giovanni. E' già cosi famoso? Vi assicuro, è un bambino come tutti gli altri".

    - Immagino che i momenti in cui sei riuscito a stare vicino a tuo figlio siano stati veramente pochi finora. Non è cosi?

    "Verissimo, purtroppo. Pensa, giorni fa, quando sono finalmente tornato a casa dopo una serie di impegni che sembravano non finire mai, appena mi ha visto si è messo a piangere e si è stretto forte forte alla mamma. Sembrava dire: 'E questo adesso chi è?'. Devo assolutamente rimediare, e subito".

    - E come?

    "Con una lunga vacanza in montagna. Andremo nella nostra casa sulle Dolomiti, Paola, Giovanni e io. Noi tre soltanto, sono tutti esclusi: parenti, amici e affini. Soprattutto Paola ha bisogno di riposo: fino ad ora ha fatto tutto lei, ed io non sono davvero il tipo di marito che si rifiuta di fare i piatti o di lavare i pannolini!".

    Da Tv Sorrisi e Canzoni
    Parliamo un po' di cose personali. Come va con tuo figlio Giovanni?

    "Da quando è nato Giovanni (che oggi ha 7 mesi, n.d.r.) sono stato un po' un padre a mezzo servizio, non l'ho visto quanto avrei voluto. Di solito la gente impazzisce. Io non sono impazzito e, in verità, i primi tempi mi vergognavo un pochino della mia pacatezza di sentimenti, però secondo me le felicità sono nell'attesa di un avvenimento. Sinceramente, a me ha messo dentro uno strano calore allo stomaco e mi ha dato una grossa spinta. Di qui anche il tanto lavoro: mi sentivo più solido, più importante, più sicuro".

    Da Super Pop (rivista spagnola): Claudio Baglioni, il miglior cantante italiano di tutti i tempi
    Sei al numero uno in classifica in Italia con la canzone "Avrai", che uscirà anche in Spagna. Cosa rappresenta per te questa canzone?

    "E' dedicata a mio figlio, che è nato lo scorso maggio. In giugno ho inaugurato il tour che si è appena concluso a settembre. Non sono un artista che usi incidere solo 45 giri, perchè ho sempre realizzato dei LP, nei quali sono solito sviluppare un tema generale; tuttavia la nascita di mio figlio mi ha fatto nascere il desiderio di rendergli un piccolo omaggio. Il successo della canzone mi riempie di emozione, perchè è un qualcosa che personalmente sento molto".


    su ^

    1983

    Da Il Monello

    L'arrivo di Giovanni è stato per Claudio il punto di partenza per un modo nuovo di intendere vita e lavoro. Un programma con ore dedicate all'attività e ore a disposizione del figlio. Un bimbo che, come dice lo stesso Claudio, "sicuramente deve aver ereditato il mio profilo, perché a differenza di tutti i bambini che quando nascono hanno in mezzo al viso una specie di patatina, lui è nato proprio con il naso, una cosa precisa e senza equivoci".

    Da Dolly: Poeta degli stadi

    - Ma come mai Claudio Baglioni ha atteso tanto, prima di decidersi ad affrontare il pubblico, che da sempre aspettava questo incontro?

    "Non so. Quando ero solo un ragazzo agli esordi mi sentivo ubriaco del successo che ottenevo. Ma a questa euforia, con il tempo, era subentrata la paura. Mi sentivo a disagio di fronte alla gente, temevo di essere giudicato, di non essere accettato. Poi qualcosa mi ha sbloccato. E quel qualcosa è mio figlio Giovanni. La sua nascita ha segnato per me un'evoluzione, un momento di crescita importantissima. Mi sono sentito carico di responsabilità nei suoi confronti, e al tempo stesso colmo di una gioia irripetibile che sentivo il bisogno di comunicare a tutti". (…)"Scoprire il difficile mestiere di padre è una realtà emozionante, a cui spero di saper far fronte", dice il cantante con una luce particolare nello sguardo.

    Da Poster Music: Cantastorie d'amore

    - Perché sei così geloso della tua vita privata? Oppure il segreto mantenuto per anni sul tuo matrimonio con Paola, ad esempio, era un calcolo preciso, per rimanere il fidanzato di tutte le tue fan?

    "Per carità! Hanno detto di me che sono un divo, ma il divismo è la cosa più lontana dal mio modo di sentire. La vita privata... Non è esatto dire che ne sono geloso. E' che mi sembra ridicolo parlarne. Che senso può avere una... cronaca dei miei sentimenti, della mia vita di tutti i giorni?".

    - Eppure, i riferimenti di "Avrai" alla nascita di tuo figlio Giovanni erano precisi.

    "Seguii l'istinto, in quei giorni. Partii per andare a registrare il disco, abbandonando tra l'altro mio figlio, che era appena nato. Devo dire che, a cose fatte, mi pentii un po'. Mi sembrava, appunto, di aver messo in piazza la mia vita privata. Ancora una volta, però, il pubblico è stato dalla mia parte: ha capito che non era il papà Claudio che parlava del bambino Giovanni. Ha capito che ero solo uno dei tanti giovani che, davanti a un figlio, sono divisi tra la nostalgia dell'infanzia e la paura del futuro. Ma che nonostante tutto esprimono il loro atto di fiducia nei confronti della vita".

    Da Elleshow

    "L'impegno più importante, per quest'anno, è indubbiamente il mio esordio nel ruolo di papà", dice Claudio Baglioni. "Già, mio figlio Giovanni è entrato di prepotenza nella vita mia e di mia moglie Paola..."

    su ^

    1985

    Da Tutto: Le mie note di vita
    - Tuo figlio Giovanni apprezza le canzoni di papà?

    "Ha la faccia da chitarrista rock e va matto per la batteria. Gli piacciono i pezzi di papà, ma non tutti. Comunque lo considero... un buon critico".

    - Lo porterai con te in tournée?

    "No, non credo proprio. Giovanni seguirà qualche data ma seguirmi per tutta una tournée lo credo impossibile"

    Da Gente: Volevo cambiare mestiere....
    "La paternità la vivo come un'evoluzione: all'inizio pensavo che mio figlio fosse solo un "pezzo" mio e di mia moglie che si era "staccato"; adesso comincio a prendere coscienza che Giovanni è un'altra persona, con un suo carattere preciso. E questa "scoperta" mi carica di responsabilità, perché vedo davanti a me un futuro tutto da costruire, magari con un secondo figlio. Giovanni è molto sveglio e ha una grande memoria: i testi del mio ultimo 33 giri, La vita è adesso, se li ricorda meglio lui di me".

    Da Oggi: Autoritratto di Claudio Baglioni...
    - Parliamo di tua moglie Paola e di tuo figlio Giovanni, non appaiono mai, sei geloso della tua privacy?

    "Si dice, ma non è vero. Forse è stato scritto in quei profili fatti tanti anni fa e che nessuno ha mai pensato di correggere. Non sono così orso. Rispetto la mia famiglia, tutto qui. Già mi spiace che inevitabilmente Giovanni sarà il figlio di Claudio Baglioni... Cerco di non coinvolgerli".

    Da NOTTI DI NOTE (di Claudio Baglioni e Guido Harari, Rusconi editore)
    - La nascita di tuo figlio Giovanni ha contribuito a gettare un ulteriore colpo di spugna, quello decisivo, all'adolescenza "protratta" di cui sopra?

    "Credo senz'altro di sì, perchè quando ti nasce un figlio cominci subito a guardare più avanti. All'inizio lo senti come una parte di te stesso che si è staccata e ti cammina accanto, poi cominci a capire che hai di fronte questa cosa che non è affatto tua, che non ti appartiene anche se dipende da te. Strano, perchè in genere le cose che dipendono finiscono sempre per appartenerti in qualche modo. Non può essere una proprietà, semmai un compagno di viaggio con cui avrai amore e dialogo per una lunga fetta di vita in comune. Detto molto banalmente, hai la sensazione più totale che la vita continui, e quindi finisci per abbandonare la fatidica esaltazione del ricordo, un po' malinconica e compiaciuta.
    Quando canti canzoni per lui inventate al momento e lui canta le tue canzoni, quelle dei dischi, quelle che ti hanno reso famoso, la tua vita di ieri passa nelle sue mani come il testimone di legno di una staffetta."

    - Hai il futuro a portata di mano e la vita cambia marcia.

    "Provi una forza incredibile poichè si tratta di un rapporto molto complesso, di grande responsabilità, che richiede più autocontrollo, maggiore riflessione. Insomma, devi proprio crescere, non puoi più permetterti di trastullarti ancora con un'adolescenza "protratta". Hai bisogno di un grande equilibrio e, soprattutto, di enorme coraggio, e di giorni per stargli vicino quando per troppi giorni sei rimasto lontano. Di tante risposte per le sue tante domande. Di saper giocare e sorridere alla vita per giocare con lui e i suoi sorrisi. Di un po' meno egoismo e più attenzione perchè sia solo tuo figlio e non <<il figlio di Claudio Baglioni>>."
    Da Tv Sorrisi e Canzoni: E adesso vita!
    Nel frattempo la vita di Claudio è andata avanti ricca di novità. E' diventato papà di Giovanni, un bimbo vispo e attento. "Con la faccia arrabbiata da chitarrista rock - dice papà-. Devi vedere le smorfie che fa quando ascolta i miei pezzi o come si incanta davanti alla batteria...".

    Domenica del Corriere: La vita è adesso fa rima con successo
    - Che cosa ti fa ridere?

    "Mio figlio che ormai parla quasi come un adulto".

    -Gli hai dedicato una canzone Avrai, proprio come Stevie Wonder a suo figlio.

    "Lungi da me ogni intenzione di trasformare questa nascita in un evento nazionale... era solo un personalissimo inno alla speranza".

    Da Radio Corriere Tv: Claudio Baglioni: Per la prima volta un concerto in diretta tv
    - E il futuro?

    "Cerco di restare attaccato al presente, perché non capisco bene dove vogliamo arrivare".

    -Però hai un figlio, un futuro tangibile.

    "Infatti è una contraddizione che vivo: un bambino ti costringe a confrontarti con il domani, ti mette in comunicazione con un “dopo”… Io che ero portato a consolarmi con i ricordi, a fare l'apologia, ho dovuto aprire gli occhi per forza…

    su ^

    1986

    Da Gioia: Così canto la vita
    "...Vorrei, per esempio, che mio figlio Giovanni potesse crescere normalmente, in mezzo agli altri bambini come lui, senza sentirsi addosso l'etichetta di figlio di Baglioni."

    -E tu, con Giovanni, che tipo di papà sei?
    "Dipende dal momento, dalla giornata, non sono mai programmato uguale. Ci sono volte in cui farei quarantamila chilometri per dargli la buonanotte. E ci sono attimi di vero e proprio distacco dalla sua vita, dalla sua realtà. Quando è nato, quattro anni fa, non capivo bene che cosa fosse. Lo avvicinavo senza troppa convinzione. Poi, a un certo punto, mi sono accorto che era una persona esattamente come me, e non una semplice derivazione. Questo mi ha messo in difficoltà, comunque ho capito che non mi sarei mai dovuto comportare con lui nello stesso modo. E che avrei dovuto seguirlo e “interpretarlo” momento per momento."

    Da Nomi di Oggi

    A completare il ritratto di famiglia, quattro anni fa è arrivato Giovanni. E' col suo bambino, che Baglioni trascorre ogni minuto di libertà, affascinato dall'euforia dei suoi sorrisi. "Anche con la paternità", confessa, "tante certezze vanno in fumo. Un figlio non è soltanto sangue del tuo sangue. E' di più, è un mondo nuovo che si aggiunge al tuo. Un figlio cambia tutte le prospettive. Inizi a correre su un'autostrada parallela destinata ad arrivare più lontano. Per ora m'accontento di intrufolarmi nei suoi capricci, di esaudire le sue curiosità. Una volta mi ha tenuto mezz'ora al telefono. Era solo per farmi sentire che aveva imparato a fischiare. E per rispondere ai suoi perché, trovo pensieri nuovi. A volte mi scopro a guardare al domani. E non è mai il domani che vedevo prima".
    Insieme, loro due vivono sempre in un paese dei balocchi. Seguire passo dopo passo Giovanni è inebriante come scrivere un nuovo brano.

    su ^

    1987

    Da Radio Corriere Tv: Claudio Baglioni - Salviamo la canzone italiana

    Suona il telefono. Baglioni scambia qualche parola con Paola, la moglie, e saluta il figlio Giovanni. Restituito alla sua intimità familiare, Claudio può anche smettere per un po' di essere artista.

    Come viene su Giovanni?

    "Bene, grazie. E' un bambino un po' riservato, gli piace stare sulle sue, non è di quelli che ti riempiono di tenerezze. Io, qualche volta, ci resto un po' male…".

    Strana generazione questa che ha avuto padri severi e ora ha figli severi.

    "A modo nostro siamo stati anche noi figli severi e lo siamo, e talvolta saremo severi anche noi con i nostri figli. Spesso ci capita di dare di meno proprio alle persone più vicine, a quelle alle quali vogliamo più bene".

    su ^

    1990

    Apparizione al Maurizio Costanzo Show

    - I rapporti con tuo figlio ... Ci parli, sì?

    "Sì, sì ... embé ..."

    - Qual è la domanda più difficile che ti ha fatto, a tutt'oggi?

    "Ehm ... no ... ci fu una domanda che una volta venne fatta a lui ... Anzi no, lui disse ... perchè ... parlò della coscienza ... ma era molto piccolo ... e per fortuna, poi, nel momento in cui poteva, al limite, chiedere (perchè non mi ricordo chi replicò e disse 'Ma che cos'è la coscienza?'), lui avrebbe potuto chiedere ad un adulto che cos'era, e lì sarebbe stato drammatico. Invece si diede una risposta da solo dicendo che la coscienza è una cosa che ... che non parla ma ascolta piano piano. E fu una risposta interessante [sorride]."

    - Promette bene, però ... eh ...? [ammirato]

    [Claudio sta in silenzio]

    - C'è?! ... No, non c'è, adesso, eh ...?

    "Che dovevamo, porta' tutti, adesso ...? Non lo so ..."

    - Non lo so ... Uno porta le argenterie ... Un figlio che dà una risposta del genere è un pezzo d'argenteria ...

    "No."

    - Però ... bella 'sta risposta. Bellissima.

    "Sì."

    - Eh ... Nun te sei più ripreso, di' la verità! Consigli per gli acquisti ...

    [Claudio sorride]
    su ^

    1991

    Da un'intervista per Telemontecarlo fatta da Alain Elkann
    Alain Elkann: E come la vive, Giovanni, suo figlio … tutto questo? Cioè, com’è, invece, il suo rapporto di padre?

    Claudio: Eh … [lunga pausa]. Come lo vivo …? Non … non è semplice risolverlo per quanto riguarda, appunto … cioè, io ho sempre temuto che potesse lui, specialmente, essere vittima di una mia popolarità …

    Alain Elkann: Quanti anni ha, oggi, lui?

    Claudio: Nove anni.

    Alain Elkann: Nove anni.

    Claudio: Io ho sempre pensato questo, quando, per una delle prime volte, mettendolo sulle spalle, volevo portarlo al luna park, come fanno, insomma, molti padri … E … insomma, praticamente lo dovevo reggere con una mano sola, perché con l’altra firmavo gli autografi. E questo … allora ti accorgi …

    Alain Elkann: Questo l’ha scioccata, un po’ …

    Claudio: … ti accorgi che c’è qualcosa che non va … E non è neanche possibile …

    Alain Elkann: Se n’è accorto anche lui, o no?

    Claudio: … non è neanche possibile spiegarlo, insomma …

    Alain Elkann: Ma se n’è accorto anche lui?

    Claudio: Sì, però credo che … non so, deve avere acquisito una … una tale forza personale, e una tale spontaneità, che questo non è … cioè, anzi, è quasi visto come un elemento giornaliero, insomma … Almeno, le ultime volte in cui siamo usciti insieme … Ogni tanto c’è un po’ di “sbuffo” … no …? [sorride]

    Alain Elkann: Da parte sua?

    Claudio [ride ed annuisce in silenzio].

    Alain Elkann: Ma lui è venuto, per esempio, al suo concerto …? Sì …?

    Claudio [di nuovo annuisce in silenzio, sorridendo].

    Alain Elkann: E’ fiero di suo padre, cioè … gli piace, questa popolarità, o non …?

    Claudio: Io non l’ho mai interrogato, perché poi temo anche di avere una risposta che potrebbe nuocermi [sorride] …

    Alain Elkann: E’ timido, lei, un po’, con suo figlio …?

    Claudio: Sì, sì, sono molto più timido io che lui nei miei confronti.

    Alain Elkann: Ma ha delle … cioè, è un padre che ha delle aspettative nei riguardi di suo figlio? Lo educa in un certo modo, lo segue in un cert’altro modo, o no?

    Claudio: No, sono … il più delle volte sono più una persona che … che riesce a chiacchierare, a ridere, a fare degli scherzi … scherzi con le parole … a parlare dei suoi videogiochi, o delle sue cose di scuola … però non … non mi sembra mai di avere avvertito un rapporto di padre e figlio in senso classico. Quindi c’è anche … c’è anche, certe volte, il disagio dello stare insieme … proprio per la timidezza, insomma …

    Alain Elkann: Ma lei non vive con suo figlio.

    Claudio: Non dalla mattina alla sera.

    Alain Elkann: Ma … cioè, non vive nella stessa casa?

    Claudio: No, in questo momento no.

    Alain Elkann: Quindi non … non ha il rito dei pasti, queste cose qua. Quindi suo figlio non sa bene come lei vive la vita quotidiana.

    Claudio: Però ne sa molto, e certe volte … mmmmh … ho la sensazione che sappia molto di più di quello che io potrei raccontargli, e questo è … è il dono splendido della … dell’affetto che si riversa poi nella fantasia, cioè del capire, al di là degli avvenimenti per quello che sono, per quello che realmente accade. Ehm … E questo crea, secondo me, una bella voglia, proprio … Cioè, quelle volte in cui si sta insieme c’è qualcosa di più … o comunque, insomma, di più creativo, di più interessante, rispetto allo stare insieme forse in maniera più stanca, più lunga.
    su ^

    1992

    Da Donna moderna: Claudio Baglioni Un ragazzo d'oro
    - Che rapporto ha con sua moglie Paola e con suo figlio Giovanni?

    "Ottimo. Ora poi con mio figlio, che ha 10 anni, va molto meglio, si sono allentate le tensioni che c'erano qualche anno fa."

    Da "Viaggio intorno alla vita: I colori di un quarantenne" di Claudio Baglioni

    Figlio - Come mi e' capitato di dire in qualche altra occasione e' forse il soggetto piu' complesso che ci affianca in una vita. Perche' e' come se una parte di noi si staccasse, cominciasse a camminarci accanto. Anche se - e questo e' anche dentro una canzone - ho sempre avuto la sensazione che i figli siano in prestito, cioe' che la vita te li da' per un certo periodo e poi in qualche maniera conducono una loro vita, mentre l'illusione di un genitore sarebbe quella di essere genitore per tutta l'esistenza, di essergli piu' o meno accanto nella stessa maniera in cui lo e' stato nell'anno zero, uno... Pero' e' l'unica certa speranza della nostra esistenza e in qualche maniera un modo per diventare eterni, che poi e' il grande sogno dell'uomo e forse anche per perdere un po' del proprio egoismo; con un figlio arriva il vero momento del sacrificio.

    su ^

    1995

    Da Donna Moderna: Guardatemi : sono un ex timido
    - Tra i suoi affetti, qual è il più importante ?

    "Posso dire qual è il più certo, quello di cui non posso fare a meno, perchè mi dà la sensazione dell'infinito, della prosecuzione. Più di qualsiasi canzone, più di ogni ricchezza: è quello per mio figlio, Giovanni. Non so se sia anche il più importante. Gli affetti sono fatti di tante cose, a volte di ricordi, sensazioni."

    - Passate molto tempo insieme ?

    "Quando sono a Roma,sì. Mi capita però, per alcuni periodi, di andarmene in campagna. Ho bisogno di uscire dal caos cittadino, che mi impedisce di lavorare."

    - Quando suo figlio nacque lei compose una canzone dedicata a lui : Avrai. Oggi Giovanni ha 13 anni. Che cosa pensa di quel regalo ?

    "Non gliel'ho mai chiesto. Per mio figlio voglio essere un padre, non l'autore di Avrai. Chi fa il mio mestiere a volte ha difficoltà a comunicare occhi negli occhi i propri sentimenti. Preferisce fare una serenata piuttosto che dire ti amo. Diciamo che le canzoni diventano un atto privato in luogo pubblico. E così è stato anche per Avrai. Comunque, credo che a Giovanni piaccia.. Se non fosse così avrebbe cattivo gusto. Non crede?"

    Da L'Espresso: Questa piccola grande angoscia
    - A proposito di persone vicine. Un'ultima domanda. Se dovesse spiegare a suo figlio tredicenne questo suo disco [Io sono qui], fargli capire di cosa si tratta, quali parole userebbe?

    "La sa una cosa? Spero di non doverglielo spiegare mai. Spero che i miei dischi possano essere compresi senza dover aggiungere nulla a quella musica e a quelle parole. Anche se questa volta può sembrare più difficile".

    Dal 1° raduno Clab, prima di eseguire Avrai...
    "C'è ... c'è una canzone che ... che stasera voglio fare perché almeno una persona, questa sera, non è ... non è potuta venire qui, e quindi mi piace ricordarla proprio per il fatto che ... che è assente, ma vorrei che fosse qui"
    su ^

    1996

    Da La Stampa: Intervista di Alain Elkann a Claudio
    - Al Palaeur era con suo figlio Giovanni. Diventerà anche lui un cantante?-
    "Non sono un veggente, ma non credo. Lui ha sviluppato da cinque anni un interesse per la musica, suona la chitarra e mi ha fatto capire che il mio ultimo disco gli è piaciuto molto. C'erano oltre 15.000 persone al Palaeur. Lui è arrivato e mi ha detto che voleva suonare una mia canzone, Bolero. Ha fatto l'introduzione e ha continuato con gli altri musicisti. Ho provato un senso di orgoglio e di vergogna. Temevo una dimostrazione di una cosa privata in un luogo pubblico . Ha vinto una parte forte del carattere di mio figlio."

    - Lei è un bravo padre?

    "Non so cosa significhi, ma non credo. Sono stato piuttosto una persona che lo faceva ridere, gli raccontavo delle storie. Sono stato molto lontano in tourneè. Ma anche mio padre, che faceva il maresciallo dei carabinieri, stava sovente lontano."

    Da L'Unione Sarda: Claudio Baglioni racconta il suo tour giallo
    - Suo figlio Giovanni ha quattordici anni, che cosa gli augura?

    «Di non perdere mai la sensibilità che adesso mostra di avere e di essere sempre incuriosito dalla vita. È fondamentale, se si vuole vivere da vivi».

    su ^

    1997

    Da Il Giornalino

    - Che rapporti hai con tuo figlio? Pensi di essere un buon padre?

    "Giovanni oggi ha 14 anni. Con lui ho un rapporto bellissimo e mi comporto come un fratello maggiore con cui giocare ai videogame. Ho sempre avuto paura che potesse rimanere vittima della mia popolarità, ma lui è meno timido di me e si è abituato a essere oggetto di molte attenzioni. Sono un buon padre? Non lo so. Sono stato piuttosto una persona che lo faceva ridere, gli raccontavo delle storie. Sono stato molto lontano in tournée, ma anche mio padre, che faceva il maresciallo dei Carabinieri, stava sovente lontano."

    su ^

    1998

    Da Grazia: Baglioni confessioni fuori scena
    - A suo figlio, quando è nato, ha dedicato "Avrai". All'Olimpico l'ha invitato a suonare sul palco. Che rapporto vi lega?

    L'affetto di due persone che hanno imparato a conoscersi da poco. Per anni siamo stati due personaggi disegnati da un autore. Identificati nei ruoli di padre e di figlio, mai vissuti in un contesto tradizionale. Adesso Giovanni è adulto- Non sono il suo migliore amico, ma oggi credo di essere il suo riferimento più sicuro. Ed è la felicità più grande.

    Da La Nazione: Risponde Claudio Baglioni
    - Martedì era il compleanno di tuo figlio Giovanni: da che cosa lo metti in guardia, a sedici anni?

    "Dall'assuefazione, dalla rassegnazione. Non dalla malinconia, perché secondo me non è una cattiva compagnia. Ogni tanto è utile per rimuovere i rumori assordanti. Abitua ad ascoltarsi".

    Da "Mezzogiorno con..." RadioDue
    " (.....).E io vorrei tanto ringraziare anche un'altra persona che mi sta molto a cuore. Ecco, come abbracciai mio padre, la sensazione di aver avuto forse l'ospite più prestigioso della mia vita, un ospite al quale nella vita normale forse avrei potuto dedicare anche un pò più di tempo ma un pò il mio mestiere, un pò tante storie della mia vicenda personale a volte non
    me l'hanno permesso, me l'hanno permesso poco. Vorrei ringraziarlo pubblicamente, probabilmente con una forma un pò
    di impudicizia, ma voglio ringraziare il mio ospite più prestigioso, quello del concerto, mio figlio, con il quale ho suonato la canzone "Bolero".

    Da Maxim
    - Nelle recenti apparizioni in pubblico hai portato sul palco tuo figlio Giovanni. Per alcuni hai fatto bene, altri hanno parlato di nepotismo...

    "Me lo ha chiesto lui e, poiche' e' solo da due anni che abbiamo recuperato un rapporto armonico, che mi chiama papa', ho pensato che questa era la maniera piu' normale per stare e apparire insieme. Il fatto che lui sia salito sulla scena e' stata una cosa naturale, come un fiore che cresce, che sboccia tutto a un tratto."

    Da Il Gazzettino

    - A proposito di futuro. Tuo figlio Giovanni continua a seguire le tue orme?

    "Ogni tanto è comparso accanto a me in questi concerti senza fare una piega nonostante la folla. Quasi mi spaventa. Suona già la chitarra molto meglio di me, ma la cosa che mi fa piacere è che adesso si è comprato un basso elettrico. E questo vuol dire che sta indirizzandosi verso un approccio maturo alla musica, perché il basso è uno strumento importantissimo ma per nulla appariscente. Ci darà filo da torcere."

    Da Intimità: Claudio Baglioni, Da me a Voi
    Baglioni ripercorre immagini della sua infanzia, i film del neorealismo, quelli degli anni '30, rivede le facce della 'brava gente', la loro dignità e si commuove davvero.
    Baglioni degli innamorati, ma di lui, della sua vita privata, si sa sempre poco. Per 16 anni è stato sposato con Paola Massari, la donna a cui ha dedicato QPGA e che è madre di suo figlio, Giovanni, che a Roma e a Milano ha suonato la chitarra sul palco, accanto al padre.

    "Se tornassi indietro cambierei molte cose della mia vita. Il rapporto con Giovanni, ad esempio. Ma anche con i miei genitori e con le donne che ho amato. Non ho dedicato loro il tempo che avrei voluto. Certe volte vorrei allargare le ore, i minuti, i secondi."

    - Non ha provato un senso di fallimento per la fine del matrimonio?

    "Ho sentito il dolore, lo smarrimento, ho capito che la mia vita non sarebbe stata più uguale a prima. Ma non direi fallimento, anche perchè non è finita traumaticamente o con un senso di desolazione. Non ho mai creduto all'amore eterno, però sono convinto che se un amore è grande non si cancella, continua a girarci intorno, nel bagaglio della memoria."

    - Claudio Baglioni è innamorato?

    "Non metto in piazza i miei sentimenti. La mia vita, poco o tanto, viene fuori. E poi si scopre che è come quella di tutti, come la tua e come quella di chi legge".

    Da Il Giorno

    Clicca qui per visualizzare l'articolo

    Da Il Giornale di Sicilia: Palermo: caro Claudio, raccontaci di te

    -Tuo figlio Giovanni, nei concerti di Roma e Milano, ha dato prova delle sue capacità musicali. Pensi che proverà a scrivere e cantare, a seguire la tua strada?

    "Se ti ascoltasse si monterebbe la testa. Non credo che farà mai questo mestiere. Mi piacerebbe pensare che la musica sia una sua compagna, al di là che diventi un lavoro, perché la musica e' come una segnaletica che ti da' una direzione. La musica leggera, che fra tutte è la più semplice, ha un grande potere evocativo. Mi auguro per lui che non la butti via."

    Da "Da me a te", Stadio Olimpico, Roma
    [prima di mettersi ad eseguire AVRAI alla chitarra acustica]

    "Abbiamo sperato per anni, io insieme a qualche altra persona, che questa serata, finalmente, potesse essere la sera dell'avvio di un lungo periodo, di un nuovo periodo... Non so se... se ci saranno altre occasioni... Comunque... a me piace pensare che questa sera sia come uno... [Claudio
    viene interrotto da uno scroscio di applausi e sorride] ...come uno dei momenti che ho tanto atteso, accaduto sedici anni fa. Anche quella volta nasceva
    qualche cosa, con questa canzone..."

    su ^

    1999

    Da Famiglia Cristiana: La vita è un viaggio
    - E il Baglioni privato? Come sono i rapporti con tuo figlio?

    "...con Giovanni, che ha ormai 18 anni, sono in perfetta armonia. Mi fa piacere poter dire che non siamo buoni amici, perché siamo molto di più. Adesso ho trovato un trucco per sentirlo tutti i giorni: la sera, prima di ogni concerto, gli telefono, perché, gli ho detto, sentirlo mi porta fortuna: Comunque è bello sentirlo tanto vicino anche quando sono lontano."

    Da RadioItalia: Dopo la telefonata di Giovanni
    - Claudio, sei contento che Giovanni suoni?

    "Sì, perché comunque suonare... a parte che comincia a suonare veramente bene, perché … insomma … mi fa anche un po' invidia, perché … neanche adesso forse so suonare come suona lui. E … e comunque in ogni caso è una buona compagna di vita, insomma, la musica, che uno la faccia per mestiere o che ce l'abbia solamente … così … come … come amica delle ore al di là della propria attività è bello, perché … comunque è una bella benzina per la sensibilità."

    - Ed è stato bello suonare con lui?

    "Sì, perché in fondo la nostra compartecipazione nella vita è sempre stata abbastanza privata, giustamente, insomma … non c’è stato mai il bisogno di esibirsi … quindi è sembrato naturale il giorno in cui c'era... Giovanni già aveva fatto una performance così, chiedendo e anzi corrompendomi, devo dire, riconoscendomi del denaro … io l'ho fatto suonare una volta al palasport di Roma, e poi c'è stato questo battesimo formidabile, televisivo … nello stadio forse più grande d'Italia e insomma … questa esperienza che ancora tutti ricordiamo."

    - E va bene, dai, ti tolgo dall’imbarazzo, mandando – hahaha !! - ancora un po’ di musica …

    “Sì … no … è stata una sorpresa …[ride]”

    - Bellino, però!

    “Bella, bella!”

    - Mi sento un po’ la Carrà, però sono felice lo stesso!

    “Eh, sembrava … Questa sembra vera, insomma …Adesso non dico che quelle siano finte, ma questa sicuramente era vera! [ride]“

    - Vi assicuro che lo era!

    Da RTL: Durante la telefonata di Nicole a Claudio
    - Ti volevo chiedere quando potrò vedere Giovanni in televisione.

    "Ma questi sono fatti privati in luogo pubblico, ma non ho idea... dipende perchè adesso è diventato molto esoso, ultimamente chiede dei cachet impossibili e non li posso più pagare. Vabbè chissà forse venerdì, sto cercando di convincerlo."

    - A Milano?

    "A Milano a Milano"

    - All'ultimo valzer?

    "Beh non si può dire, si danno delle indicazioni e uno poi si da' da fare."

    Da L'ultimo valzer, terza puntata
    FAZIO: Tuo figlio vorresti che mai facesse nella vita quale mestiere?

    CLAUDIO: Il personaggio televisivo!!

    FAZIO: Già detto! Un altro!

    CLAUDIO: Eh, beh ... per me va bene il personaggio televisivo!! [ride]

    su ^

    2000

    Dal Tour Acustico, prima di eseguire Avrai...

    "Ci sono canzoni che si chiamano nel nostro gergo insomma delle canzoni omaggio, delle canzoni dedica, ce ne sono alcune che si scrivono forse ecco il momento più importante, insomma, nel momento più importante della vita quando, chiaramente, sta per nascere o è da poco nato un bebè...un bebè o una bebè a scelta, o uno o una... e io credo che non ci sia scrittore, cineasta, regista, ma poi per tornare nel nostro ambiente, musicista o cantautore che non abbia sfiorato, ma quasi tutti insomma, non abbia messo un piede nella trappola della canzone omaggio al figlio o alla figlia che stava per nascere... quasi tutti se non tutti. La vostra grande fortuna, è quella che...specialmente gli italiani, i cantautori italiani, quasi tutti non tutti, sono poco prolifici... non lo so come mai però guardate io ne ho fatto uno, almeno credo [risate del pubblico]... ssshhh boni... uno, Ramazzotti una, Jovanotti una, Venditti uno, Carboni... Carboni è fuori quota... uno, Guccini uno, De Gregori due, sono due gemelli, li ha fatti una volta sola... non lo so come mai, io penso perché spesso vanno a letto con una chitarra e allora esce fuori poco... però devo dire che, a parte per i protagonisti, ma insomma per il pubblico alla fine è andata quasi bene sennò sareste stati sommersi da canzoni per "cosa", per "cosetta" per "cosetto", insomma non sarebbe finita più. Anche io, chiaramente, non ho evitato questo passaggio e ho scritto una canzone, una canzone che oramai ha diciott'anni e pochi mesi... la stessa età del moccioso al quale viene dedicata... lui oramai è maggiorenne... dice così, a me sembra di no ma lui dice che è maggiorenne e penso che anche questa canzone in fondo possa essere un pochino più leggera, alleggerita, no, nella sua sacralità perchè il cammino di tutti deve essere meno faticoso in fondo ogni tanto ripararsi dal forte sole o dissetarsi, insomma, durante questa strada che è la vita. Io quindi auguro a voi, sicuramente, ma anche a lui che il suo cammino sia lungo, luminoso, il più bello possibile... spero che si incammini anche perché non vorrei averlo a carico tutta la vita..."

    Da un'intervista trasmessa su RAI radio Tre
    Intervistatrice: Claudio Baglioni fa qualche cosa, prima di andare in
    scena? Per fare i tuoi concerti che durano tre ore e mezzo, tutti d'un fiato,
    poi ...

    Claudio: Sì ... ehm ... no, non faccio nulla di particolare, tranne i
    soliti lamenti, insomma, che si fanno per provar la voce, questi ululati
    ...

    Intervistatrice: Come i cantanti lirici, appunto ...

    Claudio: Come i cantanti lirici. Il classico vocalizzo pre-concerto. E
    poi ... Sì, ma, insomma, questa, più che una formula scaramantica, è una
    specie di appuntamento ... Cerco di farmi dire da mio figlio una specie
    di formula magica, una cosa da stregoni, insomma, e ... ma, insomma ...
    che non riguarda le ali di pipistrello o le lingue di rospo, ma ... quattro
    stupidaggini che non sto qui a dire, anche perchè, essendo una formula segreta,
    dopo sennò svanirebbe l'effetto ... Ma spesso penso che è solo invece una
    maniera per sentirci; quindi il contenuto è poco importante. E poi credo
    che questa formula valga proprio perchè, probabilmente, credo, insomma,
    di aver letto da qualche parte che questo viola porterebbe male ..."

    Da intervista a Radio Norba

    “… Altri rituali no, non c’è nessuna scaramanzia, tranne una, che è … che forse non è neanche più una scaramanzia, ma un modo di sentirci. Io cerco di raggiungere mio figlio in qualsiasi momento, insomma, o in qualsiasi posto, perché ho bisogno di una sua frase …

    Noi abbiamo una frase, abbastanza lunga, che prevede una serie di … di parolette in codice, insomma, che servono a portar fortuna al concerto. Mah, io non so se è più un fatto scaramantico o comunque un modo, almeno, per non essere così lontani …”.

    su ^

    2001

    Da Il tempo
    - Durante alcuni suoi passati concerti, è stato accompagnato alla chitarra da suo figlio Giovanni. È il caso di dire «buon sangue non mente»?

    "Giovanni studia chitarra classica da circa otto anni. Oltre ad essere iscritto alla facoltà di Giurisprudenza, quattro o cinque volte alla settimana suona in una rock band romana che si fa chiamare "Chiodo Fisso". Spesso tiene dei concerti in alcuni club della capitale, eseguendo cover dei Red Hot Chili Peppers o dei Led Zeppelin. La cosa curiosa e divertente è che Giovanni racchiude due distinte anime: una classica, che gli permette di eseguire delle "cantate" di Bach o dei classici di musica popolare brasiliana, ed un'altra rock che gli fa suonare, quando scende la sera, la chitarra distorta a tutto volume".

    7° Raduno Clab
    "Allora, dovete sapere che mio figlio Giovanni doveva ... poteva, anche, non "doveva” ... chiamarsi ... [Claudio viene interrotto dal pubblico, con il quale si mette a dialogare brevemente] ... va bene ... Poteva anche chiamarsi ... [nuova interruzione e nuovo siparietto con il pubblico] ... E allora ... Giovanni poteva chiamarsi anche ... il dibattito era tra Lorenzo e Giovanni. Allora, tutto il tempo a dire: 'come lo chiamiamo, Giovanni o Lorenzo?'. Io dicevo: 'Però non vorrei che Lorenzo ... da qualche parte dicano o "Lorenssso" [Claudio imita la pronuncia veneta], che è un po' troppo ... o "Lorenzzzo" [Claudio pronuncia una "zeta" esageratamente secca e dura], come a Roma, "...zzzo" ... oppure anche, persino peggio, Lorén-zo" [Claudio pronuncia una "zeta" esageratamente dolce e scivolosa]. Allora, nel dubbio, 'come si chiamerà come non si chiamerà, vabbé, vedremo ...'. Nasce la creatura ... [Claudio non riesce a trattenere le risate] ... e viene immediatamente visitata dal ... da un pediatra della ... della clinica. E ... allora torna il pediatra e dice: 'Un bambino bellissimo. Come avete deciso di chiamarlo?' E io ho detto: 'Guardi, professore, siamo indecisi tra Giovanni e Lorenzo'. - 'Eh, anche Lorén-zo è un bel nome'. 'Giovanni! Giovanni!' [Claudio scoppia a ridere]"

    su ^

    2002

    8° Raduno Clab

    "Durante la veglia e' stato un momento molto dolce quando e' salito sul palco Giovanni Baglioni, padre e figlio a dividere lo stesso palco, la stessa musica. Claudio ci spiega che il titolo del pezzo "L'ultimo omino" gli e' stato in qualche modo suggerito dal figlio allora piu' piccolo, quando giocava ai videogames. "Ogni volta che arrivava un marziano", racconta Claudio, "o che c'era uno strano nemico, io gli dicevo, sei spacciato!!". "No, non sono spacciato", rispondeva il figlio, perche' qualsiasi cosa avesse, qualsiasi unica risorsa per lui era.. era l'ultimo omino..."

    8° Raduno Clab (trascrizione integrale)
    "... Perchè se non la faccio ... non so che cosa ci può succedere ... Ehm ... e la devo fare con un musicista che questa sera ... ehm ... si introdurrà a viva forza sul palco ... Giovanni Baglioni!" [calorosi applausi si levano dal pubblico].
    "Pensavo che se ne fosse andato via ... fino all'ultimo ... Perchè la facciamo insieme, questa canzone? Perchè io ti dovrei riconoscere qualche ventiquattresimo alla SIAE ... perchè il titolo l'ha ...l'ha ..." [Claudio viene interrotto da un nuovo scroscio di fragorosi applausi] " Oh, adesso basta con i complimenti, sennò lo faccio scendere!".
    "Ah ... questa canzone ... a questa canzone ha dato lui il titolo quand'era bimbetto ..." [il pubblico interrompe di nuovo Claudio, intonando a lungo il coro "Giovanni! Giovanni! Giovanni!"]
    "... Allora, dicevo che lui giocava ai videogamesssssssssss ... e ... e allora io presi da ... da lui ... la, la ... una cosa che lui diceva sempre, che era ...ehm ... io dicevo 'Oddio, adesso i marziani' ... qualsiasi cosa arrivavano i marziani, gli Space Invaders ... e ... questi sono giochi dell'età mia, insomma ... La trottola ... ehm ... Noi ci avevamo il videogioco 'la trottola' ... che c'era un bottone solo, facevi così, e la trottola ... Ehm ... e allora, ogni volta che c'era qualche strano nemico che arrivava, insomma, quelli che ti mangiano, quelli che ti distruggono … io gli dicevo 'Oddio, sei spacciato' ... E lui mi diceva 'No, non sono spacciato finchè ...'. Qualsiasi cosa avesse, qualsiasi chance, per lui era ... 'L'ultimo omino' ...".
    su ^

    2003

    Da Donna Moderna: Sono un ragazzo fortunato
    Torniamo al disco. Ha chiesto un parere a suo figlio?

    "Lui suona molto bene la chitarra, è al nono anno di studio, così gli ho chiesto un parere tecnico su due brani chitarristici. Per il resto no. Sarei imbarazzato."

    Da un'intervista a Verissimo
    "E' una persona che piano piano si è tirata fuori dal guscio, è estroverso, ama la musica, e la musica è veramente una buona compagna di viaggio. E credo che in fondo ami la sua strada, la sua vita."

    Da Specchio
    - Lei ha un figlio di 21 anni, Luigi [Luigi???? ndr]. Che padre è?

    "Discreto, ma avrei dovuto dedicargli più tempo. La musica ci ha rimessi insieme: lui studia giurisprudenza, ma suona la chitarra, e anche bene. Ha studiato chitarra classica e suona in un gruppo heavy metal, pensi. Prima di ogni spettacolo lo chiamo, ci dobbiamo scambiare frasi magiche. Ha un carattere delicato e sensibile, ma anche se è figlio unico non è introverso".

    Da Il Resto del Carlino: E Baglioni torna al passato: «Fare dischi d'amore ti cala l'età»

    - "Grand'uomo" e "Patapàn" sembrano legate alla figura di suo figlio Giovanni e di suo padre, scomparso tre anni fa.

    "E' inevitabile che ci sia qualche punta autobiografica. A Giovanni non ho fatto ancora ascoltare il disco, ma ho già visto che accennava qualche canzone alla chitarra. Deve esserci stata qualche fuga di notizie dallo studio. Lo porterò con me in tour"

    Unione Sarda: Arriva il nuovo album “Sono io” Baglioni canta «l’urgenza d’amore»

    La relazione padre-figlio e quella figlio-padre sono al centro dei brani Grand’uomo e Patapan. «Si tratta dei rapporti più complessi da abbracciare, quelli meno conclusi, meno individuabili e definiti». “Un figlio ama sempre un padre, ma lo fa mentre lo giudica e quasi mai perdona, finché gli scopre il segno di una lacrima e per la prima volta vede una persona” canta Baglioni, pensando al suo unico figlio, Giovanni, che ha festeggiato l’altro ieri il ventunesimo compleanno. «Finora - spiega Baglioni - avevo tenuto il disco da parte per non ascoltarlo insieme a mio figlio. Noi spudorati artisti approfittiamo delle canzoni per mandare messaggi che non abbiamo il coraggio di mandare altrimenti».

    Da Verissimo: Claudio Baglioni: "Ho scritto una canzone per mio figlio"
    "Mio figlio ormai ha 21 anni. Mi rendo conto che non sono stato un padre normale. Ma adesso gli ho dedicato una canzone, ‘Grand’uomo’, e la suonerò nel mio tour. E’ un musicista anche lui, e abbiamo un rapporto che sfocia nell’amicizia, e anche in certe cialtronerie un po’ sciocche". Claudio Baglioni si racconta, e spiega: "Non mi sento un poeta. Da ragazzo non sono mai stato uno di quelli che teneva un diario. Questo mestiere mi è servito a vincere la timidezza. Sono figlio unico e sono un adulto timido".

    Da La Repubblica: Il Cantautore ci parla di "Sono Io", Il nuovo album che uscirà venerdì Baglioni: canto ancora l'amore per mio figlio e mio padre
    - (…)A proposito, c´è un pezzo, Grand´uomo, che sembra molto personale, quasi il seguito di Avrai che ha scritto 21 anni fa quando nacque suo figlio...

    "Nel ´68 feci il primo provino per la Ricordi, a Milano, mi accompagnò mia madre, non avevo compiuto diciassette anni, mi dissero tu non farai mai nulla, fui trattato a pesci in faccia, tornai a mezzanotte alla pensione dove mi aspettava mia madre, e io sul tram, in una città che sentivo molto ostile, tirai giù il finestrino e dissi vi farò vedere, diventerò un grand´uomo, e mi è tornato in mente oggi, l´idea di chi si illude anche ingenuamente di poter fare qualcosa di utile e magari lasciare il mondo un po´ meglio di come l´ha trovato. Credo che l´unica eredità possibile sia quella di riuscire a trasferire a un figlio questo tentativo, di dire: io ci ho provato, non so se ci sono riuscito, ma ci ho provato".

    - È così nella realtà con suo figlio?

    "Sì, non gli ho fatto così tanto da padre, sono stato a volte distante, e questo sarà sempre motivo di qualche rimpianto, poi le cose nel tempo si aggiustano, però c´è questa urgenza di trasferire su un figlio il desiderio di esserci, di fare, di migliorare il rapporto con se stesso e con l´esterno".

    Da Il Mattino: «Voglia di leggerezza, ma non troppo»

    - Ben due brani parlano del rapporto padre-figlio: «Grand’uomo», dedicata a tuo figlio Giovanni, chitarrista ventunenne che ti seguirà in tour, e «Patapan», in ricordo di tuo padre Riccardo.

    "Oggi che ho sperimentato entrambi i ruoli mi accorgo che si tratta di uno dei rapporti più difficili: un padre e un figlio sono come due rami dello stesso albero che finiscono per non conoscersi davvero, divisi dall’età e dai ruoli".

    Da Verissimo

    - Il momento più emozionante è quello in cui sul palco accanto a Claudio è salito Giovanni, il figlio ventunenne che ha avuto da Paola Massari e per cui ha scritto "Avrai"

    "Mio figlio è un musicista "strabico", direi ... nel senso che va in direzioni diverse a seconda dei momenti, perchè studia chitarra classica - oramai da nove anni - però poi suona musica rock, addirittura rock estremo, heavy metal con un gruppo che si chiama "Chiodo fisso". Sì, ha il gruppo e qualche volta si prende anche un po' di vacanza per venire a suonare anche presso di me ..."
    Da Il Corriere Della Sera: Baglioni "Ecco la mia nostalgia del futuro"
    - Il tema ritorna in "Granduomo", una marcia "baglionesca", l'eroico quotidiano, i figli....

    "Figli prima o poi padri di altri figli... Padre, il mestiere più difficile: prima o poi un figlio ti mette nella condizione di essere giudicato.. e in fondo un figlio è il segreto svelato di un padre.. perchè nel padre si configura il momento dell'impresa del fatto eroico, della cavalcata. E' il seguito ideale della famosa "Avrai" scritta 21 anni fa, in occasione della nascita di mio figlio Giovanni. "Granduomo" è uno che è riuscito a vivere una vita con alcune esattezze morali... io non so sinceramente se potrò guadagnarmi questo alla fine dell'esistenza, sentirmi parte di una staffetta eterna... Insomma una canzone dinamica, dell'impresa del vivere, dell'avventura e della disavventura di essere uomo"


    Torna Baglioni: L'uomo della storia accanto

    "Lui lo ammette: 'Con questo disco c'è un ritorno al Baglioni di una volta. Ci sono tante canzoni sull'amore, l'amore per le assenze, l'amore per l'amore, l'amore per la speranza ... '. C'è il rapporto padre - figlio, che da Avrai, ventuno anni fa, lo ha portato a 'Grand'uomo' e 'Patapan', dedicate una al figlio Giovanni ("Figlio unico come me, ma ha avuto molti amici che gli sono stati fratelli, si sarà sentito meno solo di me") e una al padre".

    Intervista a Claudio

    - Lo sa che Martedì ad Ancona ci sarà anche Luttazzi?

    "Luttazzi è un genio. Mio figlio ne andava pazzo fin dagli inizi..."

    Da Verissimo: Baglioni: porto sul palco mio figlio musicista

    Ha deciso di portare in tour anche il figlio Giovanni: "E’ uno dei miei musicisti preferiti". Claudio Baglioni racconta il legame con quel 21enne per il quale al momento della nascita scrisse "Avrai". Oggi papà Baglioni dice: "Mio figlio ha studiato 9 anni chitarra classica ma si scatena anche con il rock più duro. Ha creato un gruppo con il quale fa heavy metal". Sul palco del nuovo tour-kolossal Baglioni ha momenti di tenerezza per il suo ragazzo: gli lancia sguardi orgogliosi e lo chiama alla ribalta, incoraggiandolo con pudiche carezze che inteneriscono il pubblico. Baglioni racconta: "L’amore è cercarsi, camminare insieme, dividere le disavventure della vita".

    Da una videointervista

    "Mi sono abituato nel tempo ad essere un padre. All'inizio mi sembrava ... così ... di passare ad una sorta di "carriera" troppo da ... da vecchio, da anziano. Quindi non l'ho accettato subito, come fatto. Adesso mi piace essere padre".

    Apparizione ad ALL MUSIC LIVE

    [presentando AVRAI]

    "Beh, adesso, insomma, siccome c'è un'altra canzone che porta bene, una canzone che io ho scritto... è l'unica canzone che io ho scritto in una giornata sola, insomma... anche perché il giorno dopo sarebbe stata una canzone scaduta... E' una canzone ben augurante perché parla di una nascita... in questo caso della nascita di... di un ragazzo, insomma, che m'assomiglia un po', anche perché è mio figlio [Claudio sorride], e che... è una canzone che ha 21 anni, praticamente come la sua età, insomma, quindi è... datata... in questo senso".

    Apparizione a VideoItalia

    Paola Gallo: "Ho portato un cimelio, un 45 giri... che io comprai, perché questa canzone, insomma, non era uscita in un album, uscì solo l'anno dopo, insomma, in un album live che si chiamava Alé Oò. Il 45 giri è quello di AVRAI... Era il 1982 e nasceva Giovanni Baglioni, in quell'epoca."

    Claudio: "Sì ? Questa è l'unica canzone che ho scritto in un giorno, anche perché, sennò, dopo sarebbe scaduta, perché... il ragazzo nasceva, e quindi
    non valeva più!"

    Concerto "Tutto in un abbraccio", Stadio Olimpico, Roma

    [dopo aver eseguito - assieme a Giovanni - MAI PIU' COME TE e prima di eseguire, sempre con lui, SERENATA IN SOL]

    "Questa sera ho l'onore, il privilegio, il piacere, nonché il dovere, di presentarvi uno dei miei musicisti preferiti, ma che questa sera è il mio musicista preferito... Giovanni Paolo Francesco Baglioni! Grazie molte per essere venuto... E... e insieme a Gio' vorremmo... vorremmo ricordare una... una canzone che cominciava con poche note di chitarra. Una specie di serenata bislacca che forse Gio' si ricorda... Te la ricordi? [Giovanni annuisce, sorridendo].
    Mah, speriamo..."[Giovanni parte con l'intro solista di SERENATA IN SOL].

    Audio commentario del dvd "Tutto in un abbraccio"

    [commentando con Roberto Cenci, Pepi Morgia e Luca Tommassini il vero e proprio inizio -successivo al medley d'apertura - del concerto tenuto allo Stadio Olimpico di Roma il 1° luglio 2003]

    L. Tommassini: C'era il figlio di Vasco, questa sera ...

    Claudio: E' vero. E' bello che sembra il titolo di un romanzo, anche ... 'Il figlio di Vasco'. C'era anche mio figlio, eh!

    P. Morgia: C'era anche tuo figlio.

    Claudio: C'erano i figli dei cantanti che ...

    P. Morgia: C'era anche mio figlio.

    Claudio: C'era anche il figlio di Pepi Morgia. Son dei figli che si incontrano durante i concerti ...! Delle conventions di figli!

    [commentando con Roberto Cenci, Pepi Morgia e Luca Tommassini la propria esecuzione in duetto con Giovanni di MAI PIU' COME TE]

    "Ragazzi, questo è un gran chitarrista, non faccio per dire, però... come dire, buon sangue non mente? No, potrei anche usare delle terminologie anche in latino... talis pater, talis filius... talismano? talis mano, talis pede ?!?"

    Intervista contenuta nel dvd "Tutto in un abbraccio"

    [Parlando delle sue "superstizioni da concerto"]

    "E poi... qualche secondo per riuscire a rintracciare mio figlio, quando posso, quando non è magari con me sul palco a suonare, perché è l'unico vero rito scaramantico che faccio; ci telefoniamo, insomma, dovunque io sia, e dovunque sia lui, per... per raccontarci quattro o cinque frasi che secondo noi portano bene, insomma... o riescono ad allontanare influenze negative o possibili errori, possibili catastrofi."

    Concerto "Tutto in un abbraccio", Stadio Franchi, Firenze

    [Dopo avere eseguito MAI PIÙ COME TE e prima di eseguire SERENATA IN SOL]

    “… E stasera ho di nuovo l’onore di presentarvi un musicista che è tornato a trovarmi … è uno dei miei musicisti preferiti, e io stasera dirò che è anche
    il mio preferito … Il maestro … Giovanni … Enrico … Paolo … Francesco … Baglioni !!!!!!! [applausi scroscianti e grida di “bravo!” dal pubblico] … Eccolo qua!! … ‘L’ho inventato io! L’ho inventato io!’ [imitando la voce di Pippo Baudo] … Hahahaha !! … Allora … io e Giovanni, se se la ricorda, vorremmo – come dire – vorremmo suonarvi una canzone … una canzone un po’ cialtrona, insomma … è che non so se lui se la ricordi, perché ha tanti pensieri per la testa [risate del pubblico] … Comunque la vorremmo dedicare a tutti voi, sotto forma di serenata …” [parte Giovanni con l’intro solista alla chitarra di “Serenata in Sol”].

    Intervista televisiva da Sipario

    SD - Da Avrai, canzone scritta e dedicata per suo figlio, cos'è passato e cosa ha avuto, secondo lei, suo figlio?

    CB – Mah ... molto meno di quello che avrebbe dovuto o potuto avere ... meno, sicuramente ... e quindi insomma ... infatti il domani ... la vita serve per superare quello che non s'è fatto prima. Uno quando ha un figlio ... pensa che sia sempre ... insomma ... una cosa sempre … una cosa tua, un figlio ... e invece devi immaginare che si stacchi da te ... come prende anche una parte fisica insomma, oltre che un modo di pensare ... che ti cammini in parallelo per quanto è possibile ... ma qualche volta prenda anche una sua strada assolutamente diversa.

    Da Verissimo: Ho scritto una canzone per mio figlio

    “Beh, adesso è alto come me, anzi forse un pochino di più, tant’è che io,
    quando sono accanto a lui, tendo, così, ad essere … a cercare di tirarmi
    su per non essere un centimetro di meno! [ride]. Ha 21 anni … ed è .. è
    un uomo.
    Mah, abbiamo un rapporto direi di padre e figlio, con alcuni spunti di
    amicizia, con alcune cose che ci vedono molto vicini, che sono … vabbé,
    una specie di umorismo comune, insomma, anche vagamente cialtrone, un po’
    sciocco … [sorride].
    Io sono stato, con lui, insomma … forse non un padre “normale”, diciamo,
    insomma, consueto, perché … un po’ il mio mestiere e altre vicissitudini
    mi hanno tenuto qualche volta un po’ troppo distante. Però siamo riusciti
    a colmare, nel tempo, tutto questo, attraverso … attraverso, secondo me,
    questa sintonia che certe volte è persino silenziosa, però ci trova molto
    vicini."

    Da Viva Radio 2

    Claudio: Signor Fiorello …

    Fiorello: Yes… ?!

    Claudio: Volevo chiederle … ma … nel lungo tragitto per raggiungere la
    tastiera del pianoforte lungo 30 metri, m’è venuto in mente che … siccome
    fra poco ci sarà un altro compleanno, di una persona a me molto cara … ecco
    … io preferirei cambiare canzone e cantare una canzone che scrivetti … scripsi
    … scritturai … in tempi lontani [ride] …

    Fiorello: Con questa persona che è …

    Claudio: ... comincia per "A"... Eh?

    Fiorello: Chi è questa persona?

    Claudio: E’ il mio figliuolo.

    Intervista radiofonica a RTL

    Intervistatore: Hai scritto, poi, già una canzone - 21 anni fa, mi pare - dedicata a tuo figlio; adesso la puoi scrivere dopo 21 anni di esperienze, per cui ti sei concentrato di nuovo su tuo figlio … ma anche su tuo padre, poi … nell’album, giusto?

    Claudio: Sì, sì.

    Intervistatore: Perché sono due le canzoni che ci parlano del rapporto del rapporto padre-figlio.

    Claudio: Sì, perché sono i due rapporti più … più strani … e anche più complessi … e tutti e due sono rapporti irrisolti, insomma, nel senso che quasi sempre quello che abbiamo con chi ci ha preceduto, e quello che abbiamo - e che avremo - con chi ci seguirà, è sempre qualcosa di strano, di umanamente sognante ma di terribilmente complesso da risolvere. E allora io ho pensato che dovevo, questa volta, insomma, e non in altre occasioni … ma dovevo, questa volta, scrivere delle canzoni che parlassero di questo, pensando che la felicità di un essere umano, la sua serenità, si raggiunge … è come se fossimo degli alberi, insomma, che abbiamo due rami: uno verso il passato, uno verso il futuro, e due braccia … e se riusciamo a farle abbracciare insieme, e quindi a tenerle nella stessa lunghezza e con lo stesso affetto … in quel momento riusciamo, forse, ad essere felici.

    Intervistatore: E Avrai l’hai scritta, come dicevo, 21 anni fa. Questa canzone [Grand’Uomo] riassume i 21 anni di esperienza di padre?

    Claudio: No, no, beh … [sorride] … Non potrei mai riuscire a concentrare dentro a una canzone questa … questa storia, che per fortuna dura ancora ... Io sono stato – e sono – un padre un po’ atipico, ma … ehm … però … però, ecco, spero che tutto quello che sono riuscito ad imparare, insomma, un po’ nella vita … di riuscire in parte a trasferirlo nei confronti di questo figlio che ho, e … e spero, insomma … che alla fine del tempo, insomma, tutto questo possa essergli utile”.

    Intervista radiofonica a Rai Radio Uno

    Intervistatore: Ci sono due canzoni sul rapporto padre-figlio, sullo scambio
    quasi generazionale. E’ un caso o è un argomento che, durante la scrittura
    dell’album, ti è stato particolarmente a cuore?

    Claudio: "Sì, c’è un … c’è un ponte, insomma, tra … tra ascendenza e discendenza,
    padre e figlio … forse anche passato e futuro … E’ … E’ un … sono forse
    le due parti più … più difficili della vita di un essere umano, il rapporto
    con il padre e il rapporto con il figlio.
    Il rapporto con il padre è un rapporto strano, perché ti trovi ad un certo
    punto una persona che è già grande, che è già cresciuta, e invece lui sa
    tutto di te, insomma, dal primo giorno in cui compari.
    E … è un rapporto sull’assenza, in questo caso, quindi sul … sul bisogno
    di avere comunque una guida per tutta la vita, che sia rappresentata da
    un padre, o da un padre che si trasferisce in un qualcuno che ti dà … che
    ti indica la strada, che ti indica la via. E... è questo un periodo in cui forse
    i grandi padri vengono … sono mancati, insomma, non ce ne sono così tanti
    in giro.
    Il rapporto col figlio è una nostalgia verso il futuro, cioè la possibilità
    di trasferire quel poco che si sa, quel poco che si è imparato - e quella
    speranza di … di lasciare il mondo un po’ meglio di come lo si è trovato
    - verso un figlio, quindi, insomma una sorta di staffetta.
    Io ho toccato questi argomenti forse perché mi sono anche accorto che,
    avendo trasferito molta parte della mia vita in questo fare musica, fare
    spettacoli, andare in giro, credo di avere spesso sacrificato alcune persone,
    alcuni pezzi della mia scacchiera, e quindi era in qualche maniera, insomma,
    quasi doveroso da parte mia almeno riconsiderarli e riportarli al centro,
    insomma, della mia esistenza, almeno nella parte artistica."

    Videointervista - Videoitalia

    Paola Gallo: Tra le tante emozioni, tra le tante storie che ho scoperto ascoltandolo [si riferisce all'album Sono Io], ci sono due bei dialoghi: uno che va da un padre a un figlio e uno che va invece da un figlio a un padre, no? Sono chiaramente linguaggi diversi, quelli di Grand'Uomo e di Patapan... sono queste due le canzoni che mi è piaciuto, insomma, confrontare... anche se credo siano entrambi dialoghi impegnativi, no, anche emotivamente, perché, insomma...

    Claudio: Forse sono quelli più impegnativi. Perché... beh, il rapporto con un figlio, insomma, indubbiamente, è il più complesso dei... lavori, dei compiti che capitano nella vita. E un rapporto con il padre è uno dei più strani e dei più irrisolti, perché i tempi sono diversi, perché tuo padre ti vede nascere e tu non vedi nascere lui... e spesse volte, più che un uomo, insomma, ti sembra un padre e basta. E allora... e allora sì... in fondo però si completano, insomma, c'è questo tentativo, proprio di raggiungersi continuamente, di non dividersi mai, di non dividersi nella vita, di non dividersi nel ricordo, anche in un'assenza. E' quello che ho cercato di scrivere in queste canzoni. Tutte le volte diciamo che abbiamo fatto il disco più sincero della nostra vita. E forse son tutti, insomma, sinceri... anche se a volte son contornati di bugie, ma insomma... si dice che la verità è una... è una nave che dovrebbe avere, no, dei cacciatorpedini... deve avere una flotta, intorno, di bugie per riuscire a navigare, per andare fino in fondo... Però, ecco, in questo album c'è una... una ricerca del... non tanto una ricerca del vero, ma c'è una proposta, insomma, del vero... E in questi due brani ho cercato proprio di scrivere con il cuore, insomma, di eliminare, addirittura, a volte quell'ambito di ricerca anche linguistica, insomma... un po' di maestria nel gioco delle parole, dei suoni, per... per tirar via alcune cose, insomma ... In fondo le canzoni spesso servono a chi le fa servono proprio per ...

    Paola Gallo: Sono anche una forma di autoanalisi, credo, no?

    Claudio: Sì, sì, sì... una forma un po di terapia, sì... son terapeutiche perché è come... è come andare da qualcuno, solo che in questo caso, insomma, non stai su un lettino, stai magari, ecco... in una sala di registrazione, o davanti a un pianoforte... E poi c'è un grande vantaggio, insomma... che, alla fine, invece che pagare tu un analista, ti pagano per...

    Paola Gallo: Hahaha! Per sentirlo dire...

    Claudio: Questo è il vantaggio! [ride]

    Paola Gallo: Giovanni Baglioni suona bene... [con tono ammirato]

    Claudio: Giovanni Baglioni suona bene. E comincia a suonare anche meglio di me... che, insomma, non è che ci volesse poi tantissimo, però... [sorride]

    Paola Gallo: Hahaha!

    Claudio: ...la cosa da una parte mi inorgoglisce, dall'altra, insomma, c'è anche una sottile competizione... [sorride]

    Paola Gallo: Mmmmmmm...

    Claudio: Però suona bene. Suona bene perché ha, a differenza di me, insomma, che pur essendo un ex ragazzo di pianura... oramai uomo di pianura... però avevo delle sregolatezze, lui è più metodico di me... quindi sono sette anni che studia la chitarra.

    Paola Gallo: Ed è giovanissimo...

    Claudio: E' rigoroso, è rigoroso...

    Paola Gallo: Lo rivedremo con te?

    Claudio: Eh, probabilmente anche questa volta non potrò farne a meno! [sorride].

    Paola Gallo: Hahaha !!

    su ^

    2004

    Da Il resto del Carlino: Il Divo Baglioni non ha rivali se non il figlio
    - E prima di un concerto?

    «Arrivo sempre con largo anticipo nei palasport. Mi piace fare le cose con calma, provare con i musicisti, salutare gli amici. E poi telefonare a mio figlio: è l’unico gesto, forse un po’ scaramantico, che ripeto ogni volta».

    - Sta parlando di suo figlio Giovanni che, in futuro, potrebbe rubarle la scena?

    «È possibile, anche se Giovanni non diventerà mai un cantante: è un musicista, ha studiato chitarra classica, ha suonato in un gruppo di heavy metal. Ed è sempre più bravo. Spero solo che non abbandoni mai la musica. Poi il suo ruolo lo sceglierà lui».

    Da Il Gazzettino: Arriva Baglioni a Treviso
    - Tuo figlio Giovanni come sta?

    «Continua a suonare, studia. L'ho invitato a Treviso, dove ha molti amici. Martedì, perchè ha un esame lunedì. A maggio farà 22 anni e sta diventando davvero un buon chitarrista, con una grande ammirazione per chitarristi straordinari come Tommy Emmanuel».

    Da Corriere Romagna: Baglioni a Forlì
    - A proposito di famiglia, questa volta si è portato dietro suo figlio Giovanni, che è un bravissimo musicista?

    "No, perché aveva una serie di esami universitari, sta studiando giurisprudenza. Ed è un peccato perché è un ottimo musicista, capace di suonare un po' di tutto. Dall'heavy metal alla chitarra classica".

    Da Il Tirreno: Il cantastorie dei nostri amori
    - Non ti piace l'esibizione dei sentimenti e anche della tua vita privata e' sempre trapelato poco. Un maniaco della privacy?

    " No, soprattutto pudore. Forse c'e' una parte di me che non era adatta a fare un mestiere "pubblico", e nonostante ormai sia vaccinato all'esposizione continua ho ancora i miei momenti di timidezza, a volte non sono cosi' spavaldo, cosi' disinvolto come si puo' pensare di un uomo di spettacolo. E poi non e' questione di celare la mia vita privata quanto di tutelare quella delle persone che mi sono vicine e che non vogliono essere messe in vetrina come me."

    - Hai protetto tuo figlio dai paparazzi per 13 anni…

    " Sì, fino a quando, in maniera naturale, e' stato lui a scegliere di uscire allo scoperto, durante un mio concerto. Aveva appunto 13 anni e studiava chitarra da cinque. Mi e' sembrato bello poterlo presentare non come il figlio ma come un piccolo musicista che aveva il piacere di esibirsi insieme a me. Eravamo tutti e due felici."
    Intervista a Claudio Baglioni
    - Claudio, parliamo un po' del tuo disco, nei tuoi lavori ricorre spesso la paternità e il rapporto tra padre e figlio?

    "Sì, penso che siano i due rapporti meno conclusi di un essere umano quello della paternità e quello della discendenza con i figli. Sono i due legami più strani, perché in fondo vogliamo bene a delle persone con le quali abbiamo dei tempi diversi di vita. Con loro ci spostiamo in parallelo fino ad un certo punto della vita".

    Notizia ADNKRONOS riguardo la laurea di Claudio
    Il cantante ha scherzato sulla presenza del figlio Giovanni, seduto alle sue spalle durante la discussione della
    tesi. ''L'ho costretto a venire - ha detto con una battuta - perche' non sono mai molte le occasioni per vantarsi con i propri figli''.

    Da Il Messaggero: Baglioni, un concerto come festa... di laurea
    Una laurea, la sua, fortissimamente voluta...«Mia madre mi spinse verso la musica, lo studio, diceva, ti rovina gli occhi, che si sono rovinati lo stesso. E pensare che mio figlio Giovanni, che studia giurisprudenza, quando alla tesi gli hanno chiesto quale sarebbe stata la sua ha risposto ”nuovi capi di imputazione per quelli che riqualificano le aree”, pensate un pò».

    Da Verissimo: Claudio Baglioni: il mare, la musica e mio figlio Giovanni
    Claudio Baglioni, con questa intervista, ci racconta del rapporto con suo figlio Giovanni, che ormai è grande ed è un musicista come lui.

    - Che padre è Claudio Baglioni?

    "Ma insomma... molto particolare, perchè forse sono state più le assenze che le presenze dal punto di vista fisico, un po' per il mio lavoro e per tante storie di vita e spero di avergli raccontato un po' di me stesso con i miei, anche con i miei difetti e spero che questa sua passione per la musica, una passione molto seria, molto sentita, sia una... una cosa che non abbandoni mai, perchè come ho detto prima, a me ha aiutato tantissimo, ma non solo per quello che si può vedere, ma proprio perchè forse se no sarei stato una persona molto chiusa, molto introversa e molto timida."

    Una passione li unisce oltre al sangue, la musica, passione che Giovanni, figlio 22enne di Claudio Baglioni, ha ereditato dal celebre papà, che ha seguito in molte sue tournée.

    Giovanni però non c'era a Lampedusa; non c'era, ma per suo padre è sempre un piacere parlare di lui.

    - Gli piacciono le tue canzoni?

    "Mi sembra di sì, io evito anche di chiederglielo troppo per non avere delle risposte deludenti."

    Da L'Espresso: Architetto di emozioni
    "Io non ero un figlio di papà che si poteva permettere di rompere tutto. Io ero periferico, volevo solo conquistare il centro. E questo mi rendeva diverso. In quegli anni belli ma duri, anche a sinistra non mancavano tendenze squadristiche. Oggi, nel bene e nel male, i giovani non sono più così. Glielo dice uno che ha un figlio di 22 anni.

    - E' stato un buon padre?

    "Altalenante, incapace di avere un rapporto con il bambino piccolo. Mi consolo pensando che le donne sentono il figlio carnalmente, mentre noi dobbiamo pensarlo, immaginarlo. Forse l'uomo si accorge di avere un figlio quando comincia a parlarci un po' alla pari".
    Da Sipario
    Una passione per la musica che Claudio ha passato anche a suo figlio Giovanni, oggi 22enne, e che forse è servita da tramite tra le due generazioni.

    “Spero di avergli raccontato un po’ di me stesso con i miei … anche con i miei difetti … e ... e spero che questa sua passione per la musica – una passione molto seria, molto sentita – sia una … una cosa che non abbandoni mai, perché, come ho detto prima … a me ha aiutato tantissimo, ma non solo per quello che si può vedere, ma proprio perché forse, sennò, sarei stato una persona molto chiusa, molto introversa e molto timida”.

    Da Radio Capital: Claudio Baglioni, oscià!
    - Altri amori di Baglioni. Partiamo da tuo figlio Giovanni: ha 22 anni e suonate assieme.

    "Sì ma di rado. Perché mi costa troppo e non potrei permettermelo per tutta la tournée! Suona sempre meglio il suo strumento (ma non solo quello) che è la chitarra e che studia da quasi 13 anni. Gli piacciono non tutte ma molte delle mie canzoni e questo dimostra che ha buon gusto. Studia giurisprudenza e ogni tanto mi viene a trovare e suona."

    - Avrai l’hai scritta per lui. L’avete cantata insieme?

    "Sì, ed è l’unica canzone che ho scritto ‘pronta cassa’ perché stava per nascere e quindi dopo sarebbe stata una canzone scaduta. La fortuna del pubblico italiano è che (strano il caso) i cantautori sono poco prolifici. Se ci pensate, io ho un figlio, Venditti ha un figlio, Ramazzotti ha una figlia. De Gregori ha due figli gemelli e li ha fatti in una volta sola."

    - Siete troppo concentrati sulla musica?

    "Secondo me sì, perché poi la sera ti metti a suonare la chitarra invece di dedicarti ad altri fatti. Quindi non ci sono molte canzoni perché altrimenti il pubblico italiano sarebbe stato sommerso."

    - Tu però continui, perché nell’ultimo disco ‘Sono io l’uomo della storia accanto’ hai scritto ‘Grand’uomo’, che è sempre per Giovanni. Ma chi è oggi di voi due il grand’uomo?

    "Mah, nessuno. È il sogno di essere grandi uomini, il sogno di averli davanti. Penso spesso che il vero male di questa società e di non avere dei grandi uomini, non avere dei grandi padri."

    Apparizione allo SPECIALE TG1
    Vincenzo Mollica: "C'è stato un momento in cui hai scritto una canzone per tuo figlio."

    Claudio:"Sì."

    Vincenzo Mollica: "Che si chiamava AVRAI."

    Claudio: "Sì, è una canzone che è stata scritta... è l'unica canzone che ho scritto nel tempo in cui questo accadeva, perché di solito le mie canzoni non sono ad orologeria, per cui son quasi sempre scritte dopo, o prima, che certi fatti possano accadere. Ma lì il tempo sarebbe scaduto, per cui...appena nato, io, insomma... venne a casa con la madre e io partii per Londra a incidere questa canzone, che dice..." [Claudio intona AVRAI].

    Apparizione a Fratelli d'Italia
    Milly Carlucci: "E subito dopo succede una cosa importantissima nella sua
    vita, perché è importante nella vita di tutti... la nascita di Giovanni. E la nascita di Giovanni è un po' uno spartiacque, perché diventa un momento di maturità, diventa... cioè, pensi qualche cosa, no?"

    Claudio: "E' che non si può più restare bambini, quindi... arriva...arriva il bambino di casa, e tu devi crescere immediatamente. Devo dire che è una trappola alla quale nessuno si è sottratto, quella di scrivere una canzone o di scrivere un romanzo, o di fare un film, alla nascita di un figlio, e anch'io l'ho fatto... La fortuna del pubblico italiano è che i cantautori italiani sono poco prolifici, praticamente abbiamo fatto pochi figli e quindi anche poche canzoni..."

    Milly Carlucci: "No, no... e invece è venuta in quel momento, dopo... era l'81, no, quando è nato tuo figlio?"

    Claudio: "Eh, sì, era nell'ottant... no, ehm... precede... eh... è... è stato "pensato" nell'81, è nato nell'82... e anche questa canzone è arrivata subito dopo."

    su ^

    2005

    Intervista a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio
    Claudio: Il giorno in cui ho conseguito la laurea, la benedetta laurea [...] era presente, tra gli altri curiosi, anche mio figlio, che sta studiando legge... A una domanda di un giornalista, che gli dice: "Quando farai tu la tua tesi in legge, in giurisprudenza, cosa porterai?", "Porterò le difese che si possono dare, e quindi anche tutte le attenuanti, agli architetti che sbagliano..."

    Fabio Fazio: Eh, chiaro... Bravo Giovanni!

    Da Il Giornale di Vicenza: "La musica è stata il mio riscatto"
    - Suo figlio Giovanni è sempre vissuto con un padre celebre. Che rapporto ha instaurato con lui?

    «Anch'io sono figlio unico, come Giovanni che ora ha 23 anni. Il fatto di crescere da solo, mi ha abituato a sviluppare il senso di osservazione e di ascolto del mondo. Mi sarebbe piaciuto avere un fratello; con Giovanni però il rapporto è cresciuto nel tempo. La musica ci ha avvicinati, aiutandoci
    tantissimo a conoscerci e ad apprezzarci. Anche lui suona e lo fa piuttosto bene, ha una grande passione, decisamente superiore a quella che alla sua età avevo io, sebbene abbia scritto "Signora Lia" a soli sedici anni».

    - Quali colpe hanno i padri e quali i valori guida a cui ispirarsi nel crescere i figli?

    «I padri di oggi sono meno rappresentativi come figure di riferimento, cercano di mediare, di avere un rapporto poco contrastato, di instaurare una sorta di pace ovattata, forse un po? troppo di comodo. Il tempo a disposizione da trascorrere insieme è insufficiente, quindi il rischio è quello di non essere in grado di cogliere i reali bisogni dei figli. Spesso viene a mancare il confronto e lo scambio di idee, necessari per crescere».

    Intervista spagnola da Gala
    GALA: Adesso suo figlio ha intenzione di seguire le sue orme.
    C.B.: "Sì, sono felice che l'amore per la musica ci riunisca. Quando lui era piccolo la musica ci separava, perché io ero sempre in tournée".
    Dall'intervista contenuta nel DVD "Parole e Canzoni"
    - Mollica: "Quando hai scritto Avrai, che è una canzone dedicata a tuo figlio, lì c'era ... sembrava proprio una sintesi perfetta del tuo modo di scrivere, no? Di cercare, diciamo, delle cose semplici che si rapportassero con le cose alte, no? ... [Claudio annuisce] ... E' così?"

    - Claudio: "Sì ... Tra l'altro Avrai è proprio ... è forse la mia unica canzone ... a parte le primissime, che erano alluvionali ... perché io avevo proprio bisogno di scrivere, insomma, e ... oggi ancora ho, ho ... ho bisogno di cercare di scrivere! [ride] ... E di riuscire a finire, di scrivere [sorride] ... E Avrai rappresenta una canzone scritta di getto, forse l'unica che ho scritto in una nottata, interamente, musica e ... e parole, addirittura poi realizzata ... realizzata prima che succedesse il fatto, anche perché, insomma, era una canzone che io volevo regalare a questo nuovo arrivo, un figlio che arrivava, e quindi sarebbe stata ... se l'avessi finita dopo sarebbe stata una canzone scaduta [sorride]. E ... e sì, perché penso che la vita sia fatta di questo, insomma, sia fatta di terra, addirittura di sottosuolo, e di bisogno di cielo. Quindi alto e basso, quando ... o piccolo e grande, in fondo sono ... sono passaggi complementari, sono amici di una stessa comitiva, sono due bisogni che non ti puoi far mancare".
    Da Domenica In
    Pippo Baudo: Senti, qual è la canzone che ti è venuta più di getto? Quella che hai scritto ... cioè, ci sono quelle che si scrivono in mezz'ora ...

    Claudio: Beh, una mi è venuta di getto anche perché, se non l'avessi fatta così, sarebbe stata una canzone scaduta, perché è stata la canzone-omaggio alla nascita di mio figlio; quindi, se l'avessi scritta dopo, non valeva più ... [ride]

    Pippo Baudo: Sarebbe stata passata ...

    Claudio: E' stata l'unica canzone, credo, ad aver scritto con ... durante la nott ... insomma, è nato questo bambino ... io, durante la notte, ho detto 'Forse sarà il caso di fare come fanno tanti, che fanno l'omaggio alla creatura' ... e [ride] ... e allora ...

    Pippo Baudo: Anziché la collanina ...

    Claudio: Esatto!

    Pippo Baudo: ... anziché quelle cose lì ...

    Claudio: E allora ... io lo dico spesso, che la fortuna del pubblico italiano è che i cantautori italiani sono poco prolifici, sennò avreste ... sareste subissati! [sorride]
    [...]

    Pippo Baudo: Il Papa ti ha detto qualcosa? No ...? Non hai parlato con lui?

    Claudio: Sì, ho parlato ... portai ... portai anche mio figlio all'incontro ...

    Pippo Baudo: Giovanni.

    Claudio: ... sì, Giovanni ... all'incontro con il Papa, e il Papa [ride] che fece: 'Ma come mai, questa mattina, questo ragazzo non é a scuola?'. E gli ho detto: 'Bé, Santità, per incontra' il Papa se po' anche fa' sega a scuola, no?' [ride]"
    Da Speciale TG1
    V. Mollica: In quell'occasione [concerto di Capodanno 2000] hai incontrato Papa Wojtyla?

    Claudio: L'avevo già incontrato prima ... in quell'occasione ho portato anche mio figlio e, tra l'altro, Giovanni Paolo II si meravigliò e disse: 'Ma come mai questo ragazzino non è a scuola, oggi ... questa mattina non è andato a scuola?'... Eh, dissi, vabbé, una volta tanto, insomma, per incontrare il Santo Padre si può anche marinare la scuola!"
    Da RomaSette: Claudio Baglioni "Senza musica"
    - Tu dichiari che la tua canzone preferita, metaforicamente, è Giovanni, tuo figlio. Che padre sei?

    "Forse questa domanda è ancor più difficile della prima. Sono un padre che ha dovuto scontare il fatto di essere un personaggio pubblico. Ricordo una volta al Luna Park con mio figlio piccolo sulle spalle. Era più il tempo che firmavo autografi o chiacchieravo con le persone che quello che dedicavo a lui. C’era una distorsione rispetto a quello che può essere un rapporto normale. Poi però la musica mi ha fatto un altro grande regalo, perché Giovanni intorno ai dieci anni ha cominciato a suonare la chitarra. È piuttosto bravo e sta studiando ancora. La passione per la musica ci ha unito molto. Non è detto che sia il centro della sua vita, ma sicuramente è una compagna importante. Ama tutta la musica e questo ci ha permesso oltre di avere un umorismo abbastanza simile, di avere un modo comune per uscire dall’introversione, e ci ha legati molto."

    Dalla trasmissione radiofonica "Parole Parole - Storie di canzoni", Rai Radio Due
    V. Mollica: "Avrai" è nata per la ... per tuo figlio.

    Claudio: Sì, è nata ... è l'unica canzone che ho scritto ...

    V. Mollica: L'hai scritta prima che nascesse, o dopo?

    C. No, l'ho scritta tra la ... la sua nascita ed il suo primo giorno, e .. e ... è l'unica canzone che sono riuscito a scrivere in un giorno, anche perché dopo sarebbe stata una canzone scaduta [ridono entrambi] ... E poi son corso immediatamente in Inghilterra, tra l'altro rubando l'Air Studios, che è uno studio importantissimo, londinese, al ... al caro vecchio Paul McCartney ... che ... si è fatto da parte, non tanto perché era nato mio figlio ma perché era il suo giorno di riposo, insomma ... [ridono entrambi]. Però a me piace pensare che qualcuno, là dall'alto, lo ha avvisato e ha detto: 'Fatti da parte', 'Fatti più in là! ...."
    su ^

    2006

    Da L'isola che non c'era: Claudio Baglioni, sulla via di un viaggiatore
    - Cambiamo argomento, ti piace ascoltare cose nuove?

    "Se devo ascoltar musica, mi piace ascoltare qualcosa che sia lontano da quello che già so, cioè qualcosa che mi induca a riflettere. Non mi deve confortare, ma mettere in discussione. [...] Ultimamente mio figlio Giovanni mi suggerisce degli ascolti, per lo più americani, molto suggestivi e intriganti. Non mi piace ascoltare il pop fine a se stesso che è già la somma di tante esperienze e spesso non mi regala emozioni."

    Dalla trasmissione radiofonica "La mezzanotte di Radio 2", Rai Radio Due
    "R. Cotroneo: Senti, ma tuo figlio che rapporti ha con le tue canzoni?

    Claudio: Mah, noi abbiamo … devo dire siamo diventati padre e figlio anche grazie alla musica, perché forse, per altri versi, non … cioè … ci sarebbe riuscito meno … meno facilmente … Ehm … Bah, lui ha un buon rapporto … io non glielo chiedo mai completamente, perché non vorrei avere brutte risposte, però … [Cotroneo ride] … ehm … però è una persona che … che ama la musica, e la ama tutta, che ogni tanto si … si immette in percorsi abbastanza curiosi … Adesso, da tre o quattro anni, suona un chitarrismo molto particolare, nato una ventina di anni fa in America, con … con accordature aperte, con una maniera di percuotere la chitarra, di usare tutte e due le mani da una stessa parte … Però ama … ama un pochino tutto: tutto quello che gli comunica passione, bellezza, armonia, curiosità. E … e la musica ci ha dato la maniera di iniziare tanti bei discorsi. Attraverso quella, poi, parliamo anche della vita.

    R. Cotroneo: Certo. Ma ti dà dei consigli quando fai i dischi?

    Claudio: Mmmm … sì …

    R. Cotroneo: Viene in sala d’incisione?

    Claudio: Sì. Sì, sì. Sì. Non … Io cerco di non farlo “trafficare” troppo … Anche perché io sono molto pudico, insomma, in sala di registrazione …

    R. Cotroneo: Sì. Certo, lo immagino …

    Claudio: Tant’è anche che … se … se io per esempio non ho finito bene una cosa, stento a farla sentire a chiunque … ma anche alla mia persona più cara, insomma, più vicina. Anche a un mio collaboratore. Cioè, devo aver comunque costruito già una cosa difendibile".

    Da Anna: Io, nè democristiano nè rifatto
    - Lei ha un figlio di 24 anni.

    "Io ho capito di avere un figlio quando lui aveva cinque o sei anni. Prima non me ne ero accorto, anche se gli cambiavo i pannolini. Non mi ero accorto che non era un pupazzetto. La consapevolezza della paternità non è una cosa innata. La mia fortuna è stata che lui si innamorasse della musica, senza che io lo spingessi in alcun modo. Forse la ama più di me".

    - Addirittura ...

    "Da ragazzo per me la musica era soprattutto un modo per distinguermi. A lui invece non interessa emergere. Parliamo di musica per ore: tra noi é un collante, come per altri il calcio o la politica".
    Intervista a "Radio Club 91"
    - Claudio e Giovanni Baglioni insieme su un palco, magari per un tour. Come la vedi l'idea? So che tuo figlio è un ottimo chitarrista.

    "Sì, è molto bravo. Tra l'altro sta intraprendendo e proseguendo piano piano, anche con dei successi, una carriera da solista. Qualche volta se ne va anche in America con piccoli concerti nei club. Beh, qualche volta è salito sul palco, però secondo me ognuno poi deve farsi anche un po' la sua strada e non so se un giorno... Potrebbe esserci magari l'occasione di fare magari un piccolo giro di concerti estremamente particolari e molto acustici, magari in spazi piccoli, e chissà, magari, insomma, sarà la volta... Dipende anche da quanto mi chiederà per farlo..."

    su ^

    2007

    Da "Il senso della vita"

    [Il conduttore Paolo Bonolis gli mostra una recente foto di Giovanni impegnato in un assolo di chitarra acustica]

    Claudio: "E questo è ... [sorride] ... è il passato e il futuro. Questo è Giovanni, mio figlio ... Lui è un buon chitarrista, veramente, in questo momento, e rischia di diventare molto, molto bravo. Suona la chitarra da molti anni, l'ha studiata per 9-10 anni. Ha suonato un po' di tutto. Ha suonato dal rock, addirittura, anche quello molto metallico ... Mi fa piacere perché una volta io, rientrando in casa, vidi un ragazzo, e mi fece: 'A Cla', séntete un po' de metallo !' [ride] ... Per dire che dovevo annacquare i miei panni con un po' di musica ... Vabbé ... che già quando ti apostrofano, a Roma, A Cla', se non ti arriva subito dopo una parolaccia è già un successo clamoroso! [ride]"

    Bonolis: "Già! L'hai sfangata, sì!" [ride]

    Claudio: "Ecco, quindi ... A Cla' ... Eh, lì il cuore sta in sospeso! [ride]. Però io sono, credo, diventato suo padre, e lui veramente mio figlio, quando lui ha cominciato a suonare. Cioè, abbiamo avuto un motivo che ci legava ... Non un motivo musicale...! [sorride] ... ma un motivo di vita, e forse, per altri versi, io non avrei saputo dargli un'educazione, dirgli cos'era sbagliato o cos'era esatto, al di là di dirgli 'quello è sbagliato'. Forse non avrei avuto le parole giuste. Anche perché tante cose noi le diamo per assodate, quindi educhiamo i figli dicendogli 'questo è bene e male', ma ... basta, perché l'abbiamo diviso con una riga, ma ... uno che non lo sa, che arriva lì, se ne deve fare una ragione e poi, piano piano, forse ... sottomettersi a questa idea della vita, un po' ... un po' come fanno i cavalli quando li domiamo (...) Quindi, non sapendo, e, per fortuna, non potendo dirgli cos'è la vita, e come va vissuta, io mi sono messo a parlare, delle sere, con lui di musica, e dirgli cos'era la musica, cos'era per me, cos'era stato ... che cosa ... qual era il riscatto che io ho avuto attraverso la musica ... ehm ... e credo che quello ci abbia messo vicini.
    A quel punto io mi sono accorto che non era un'emanazione di me. Nel senso, sì, che in qualche maniera l'avevo provocato, questo, ma ... ma che era un'altra persona, che a un certo punto ti si stacca, si stacca da te, e ti cammina accanto. Ma è solo quello".
    Da Tv Sorrisi & Canzoni: Il manuale dell'amore secondo Claudio
    PATERNITA' - Anche se "Avrai" l'ho scritta proprio quando è nato mio figlio Giovanni, sono uno di quegli uomini che non ha capito subito la paternità. Il dio della musica però è stato gentile con me, perché poi mi ha permesso, attraverso la musica, di imparare a essere padre. I primi sentimenti di reale amicizia e dialogo con mio figlio infatti sono nati grazie alle sette note. Da quello si è passati a parlare di tutto il resto.

    su ^

    E inoltre...

    Da TV Sorrisi & Canzoni: Nastro azzurro in casa Baglioni
    Con il successo di "Strada facendo" è cominciata la grande stagione della maturità per l'ex ragazzo di Centocelle. Ad un anno di distanza Claudio è diventato anche papà: il tempo di festeggiare il primogenito con l'uscita di un nuovo 45 giri e poi via verso un'altra estate fitta di concerti

    Giovanni ha scelto di venire al mondo in una clinica romana il 19 maggio, sotto il segno del Toro (come il padre): almeno dalle prime impressioni sembra rivelarsi un tipetto solido e comunicativo. Il piccolo Baglioni è, come si suol dire, di costituzione sana, piuttosto grosso (3 chili e 800 all'esordio), di vitalità prorompente e di strillo efficace; e lo provano gli energici risvegli notturni e le poppate fuori orario. Insomma, com'era prevedibile, papà Claudio e mamma Paola ne sono entusiasti.
    Per prima cosa, dalla straordinaria emozione che regala un figlio in genere, e un primogenito in particolare, ne è venuta fuori una canzone (cos'altro sennò?). Ma chi si aspetta ninnenanne varie, caramellosi sussurri, istintivi e tutto sommato scusabili urli di gioia, sbaglia di grosso. "Avrai" (questo è il titolo della canzone che esce in questi giorni in un 45 giri con versione strumentale sul retro) segue molto da vicino l'ispirazione dolce e riflessiva di "Strada facendo", l'album che ha consacrato ad una splendida maturità l'ex ragazzo di Centocelle.
    Tutti qui i festeggiamenti per il lieto evento? Spesso si pensa che un personaggio pubblico debba fare fuochi d'artificio in qualsiasi occasione. Ma in casa Baglioni si rifugge la mondanità come la peste: perciò a festeggiare l'arrivo di Giovanni c'erano solo papà, mamma e un paio d'amici. "Sono cose dice Claudio che nascono come reazione alla troppa pubblicità. Forse è una riservatezza che a qualcuno può sembrare perfino eccessiva, ma spero che il pubblico mi capisca".
    Certo che capirà. Anche se può stupire che una persona riservata come lui scriva sempre canzoni che prendono spunto da esperienze personali. "E' vero, ma è solo uno spunto. Anche l'esperienza della paternità non poteva non dare il via a qualcosa di creativo. Ma nelle mie canzoni mi muovo sempre dall'esperienza particolare verso l'universale...".
    Claudio cerca come al solito con parsimonia le parole adatte, ma sembra più pacato, più sicuro di sé. Alla fine di un'annata stressante ma trionfale, la nascita di Giovanni ha concluso un'evoluzione: il ragazzo allampanato e introverso è diventato un uomo, con un legame sempre più stretto con gli affetti familiari e con il suo meraviglioso mestiere, ma anche più sereno nei rapporti con l'esterno.
    "La cosa più strana confessa il papà cantautore è che quest'ultima esperienza mi ha fatto venire anche la voglia di uscire... Perciò ho deciso di impegnarmi completamente in un grosso tour estivo".
    Parte infatti in questi giorni, con il solito gruppo ma con uno spettacolo assolutamente nuovo: molte trovate sceniche, molto dialogo con la gente, un evento complesso e accuratissimo che tende a restituire l'intero arco poetico-musicale del personaggio Baglioni. Insomma la "strada" già fatta e quella da fare... La paura del contatto dal vivo si è dileguata. E il primo ad esserne sorpreso è forse lo stesso Claudio: "Quaranta spettacoli sono molto di più di quanti ne abbia fatti in 9 anni di carriera. E stavolta sono tutte date concentrate nella stessa stagione. Ci sono anche moltissime tappe nel Sud: le ho volute proprio io, perché mi sembrava di aver trascurato una parte del pubblico. Voglio incontrare, conoscere tutti".
    Al ritorno ci sarà un po' più di tempo per il piccolo Giovanni. E poi sotto con il nuovo album... "C'è ancora parecchio da fare. Ma questo 45 giri lo sento già come un "trait d'union" fra "Strada facendo" e un seguito che è ancora dentro di me".

    su ^

    Da "Professione genitore": "MIO FIGLIO, UNA RIVOLUZIONE"
    ...Con Claudio Baglioni è facile parlare di molte cose. Anche se ha più volte dichiarato che le parole finiscono per creare una trappola, perché si comprendono, noi abbiamo la presunzione di essere compresi. Senza trappole. Quello che ne esce è il ritratto di un artista che ha calcato le scene per oltre 30 anni, fedele a sé stesso, un po' uomo e, per dirla con le parole di
    una sua canzone, anche un po' farabutto, padre di Giovanni quattordici anni. "Sto studiando da papà. Certe volte mi chiedo quanto influiranno su di lui le mie assenze, le mie distanze, quel prendere e partire ogni volta. Ma poi mi rassereno, pensando a mio padre, che faceva un altro lavoro e che spesso non vedevo per giorni interi. Che cosa vorrei dargli? Suscitargli allegria,
    umorismo, fantasia. Non essere il suo migliore amico". Ride e aggiunge con ironia che se lo devo tenere comunque così com'è questo figlio, perché tanto ormai è scaduta la garanzia. "Fra qualche anno comincerà a cambiare. Sarà diversa la sua voce ed il suo modo di essere . Ed io mi renderò conto che il tempo è passato. Non mi chiedo che lavoro vorrei che facesse. Anche se sbaglierà, anche se sarò contrario. Lui dovrà pensare ad essere quello che vuole". Una sola cosa aggiunge. Un augurio che è già consapevolezza. "Vorrei che fosse una persona (e in parte lo è) che abbia occhi per il fuori sì., ma
    anche occhi per il dentro: Che sia in grado di guardare alle cose con profondità. Che abbia i suoi sentimenti e che li sappia difendere da chi vorrà calpestarglieli".

    In Titoli di coda" dici : "figli miei vi lascerei se potessi una casa più grande. e risposte per cento domande, che cresciate un po' meno da soli, ma da soli si è in ogni copione.". E' la tua eredità? " Sì una casa più grande, ossia un mondo più caldo. E mille risposte per mille domande. Questa è una specie di autoassoluzione, una richiesta di grazia. Un desiderio di lasciare qualcosa, una risposta, un' opinione che si vuole trasmettere quando si tenta di contare di più per gli altri. Ma poi i figli cresceranno da soli, perché in fondo si è e si vive da soli. E allora quelle risposte resteranno. E' un modo per dire " questo è quello che ti ho dato. Se poi un giorno ci rincontreremo , perdonami per quello che non sono riuscito a fare."

    C'è una domanda di tuo figlio che ti ha colpito in modo particolare?
    " Ricordo una risposta più che una domanda. Giovanni aveva tre anni. Mi guardò fisso negli occhi e mi disse che era trattato male e per questo voleva le chiavi di casa. Per andarsene. Gli chiesi che cosa voleva dire e lui rincarò "Tu non hai coscienza". Che concezione può avere della coscienza un bambino di tre anni? Glielo chiesi e la sua risposta fu straordinaria: "La coscienza è quella cosa che abbiamo vicino, che sta sempre zitta e che ascolta".

    Hai paura del suo domani?
    " No oggi non ne ho. Sono una persona con grandi terremoti interiori. Da sempre. Ho vissuto un certo disagio dell'esistenza, ma ho anche toccato vette altissime di felicità. I miei guai li risolvo quando sono assente. Ma, se torno e quando torno, sono un ottimista. E guardo al futuro pensandolo stimolante. Non catastrofico. Le cose andranno meglio di come vanno. E mio
    figlio, tuo figlio, suo figlio, avranno un loro scenario nel quale muoversi, uno scenario che sapranno dipingere con colori nuovi, magari migliori."

    La crescita di tuo figlio ha condizionato la tua?
    " Sì, ma è stata la sua nascita a correggere molto di più la mia esistenza. E' stato come rivoluzionare la mia vita. In quegli anni ho quasi avuto una crisi di identità: avevo bisogno di ritrovarmi bambino, mentre mi rendevo conto che terminava un'epoca in cui non dovevo e non potevo più essere un ragazzino. Poi, piano, piano, mi sono accorto che Giovanni non era un pezzo
    che si staccava da me. Ma una persona che camminava al mio fianco, con una sua sembianza, la sua testa, le sue idee. E accorgermi di questo fu un fatto incredibile: nella mia vita era entrato un elemento in più, vitale, centrale. Con il quale rapportarsi."

    Esce con forza il ritratto di un Baglioni padre . Sereno fino in fondo, come chi conosce la profondità dei veri sentimenti, ed il dolore per quelli falsi.

    [...]Come insegnerai a tuo figlio a combattere?
    " Parlandogliene: cantando, scrivendo, dipingendo. Con lui e per lui. E poi, quando un giorno avrò perso smalto, speriamo che a lui rimanga la nostalgia dei miei racconti."
    .
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Sanremo 1985

    image

    Sanremo 1985:
    in quell’anno non ero sul palco fisicamente ma lo ero emotivamente, perchè sapevo che Claudio Baglioni, avrebbe eseguito la sua canzone, “Questo Piccolo Grande Amore” premiata come la Canzone del Secolo: la sua esecuzione sarebbe stata rigorosamente live e in versione solo piano e voce!!.
    Incredibile, in un periodo in cui imperava il playback, o l’aiuto della grande orchestra (recuperata da Pippo Baudo proprio in quella occasione) Claudio si lanciò nella sua solita sfida: davanti a milioni di persone e con il collegamento in diretta mondiale, ebbe la forza e la determinazione di cantare con il solo ausilio del suo pianoforte. Ebbene, durante quella storica esibizione, mi ricordo che le mie mani sudavano come se fossi stato sul palco insieme a lui.


     
    Top
    .
  7. lolabanny
     
    .

    User deleted


    Ciao Claudio,
    che ne diresti di venire in toscana a Livorno a darci una mano ????

    c'è da aiutare un bel gruppo di ragazzi affetti da sindrome di Dawn che devono dimostrare di essere in grado di fare tante cose oltre che a darci e ad insegnarci molto.
    L'immobile che il comune ha affidato a loro deve essere ristrutturato( da loro stessi, con le giude giuste ovviamente) e il progetto al momento è quello di ripristinare il parco al fine di rendere possibile ai ragazzi di ospitare nella loro struttura ospiti camperisti per la prossima estate .
    Loro mettono l'impegno il lavoro e il loro entusiasmo che credi è davvero tanto ma hanno bisogno di un aiuto per acquistare le materie prime.
    Che dici, possiamo contare sul tuo aiuto ??
    un grazie enorme dal profondo del cuore e ti anticipo anche i loro ringraziamenti
    :)
    lolabunny
     
    Top
    .
21 replies since 20/7/2009, 13:12   9236 views
  Share  
.