Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

IL MONDO..IN MUSICA...

UN DOLCE SUONO..biografie di tutti gli artisti del mondo della musica..

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    King Crimson

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    Biografia


    "Ho cominciato a suonare la chitarra a undici anni, nel 1957, pochi giorni prima di Natale. Non avevo per niente orecchio musicale, non avevo neanche il minimo senso del ritmo. Non sarebbe stato possibile immaginare qualcuno musicalmente meno dotato di me. Quando sei così a secco di doti musicali, devi per forza cominciare a riflettere e a farti domande sulla natura del suono. Che cos'è che non ti permette di avvertire la differenza tra una nota e l'altra? Quali sono le parti dell'organismo che reagiscono alle diverse componenti della musica? Dove sono le barriere e i blocchi? Cosa puoi fare per eliminarli?". Strano personaggio Robert Fripp. Strano e unico personaggio in un mondo del rock che, almeno all'epoca della sua formazione musicale, derivava da un humus culturale e di costume legato indissolubilmente a un certo ribellismo da teddy boys, poi sesso e groupies, droga a volontà, macchine veloci, Harley Davidson e viaggi infernali, Jack Kerouac e le porte della percezione, trasgressione e omologazione. La nascita della gioventù come entità autonoma nel pensiero, nel costume, nel vestire, nei rituali, nelle (ir-)responsabilità ha avuto una colonna sonora bellissima, travolgente e commovente. Ma le colonne sonore, si sa, a volte slegate dalle immagini perdono forza e vigore, le decontestualizzi e ti ritrovi con un pugno di mosche in mano. E poi tutti invecchiano e dopo un po' l' entusiasmo non basta più. Robert Fripp è uno di quei personaggi che hanno salvato il rock da sé stesso, ma per farlo hanno dovuto accompagnarlo verso la senescenza e, lentamente, impercettibilmente, ucciderlo. Perché Robert Fripp, sia ben chiaro, è pienamente un musicista rock, ne possiede l'approccio, la ritmica, l'impatto, la commercialità. Ma ne rifiuta la prospettiva. "La deliberata dichiarazione da parte mia, nel 1969, che era possibile al rock di richiamarsi alla testa oltre che ai piedi causò una sorta d'esplosione passionale e fu considerata eretica". Ma cosa vuole questo borioso provinciale borghese? Perché complicare una cosa in fondo così semplice come il rock? La risposta è forse lapalissiana: perché Fripp (ma, intendiamoci, non è certo l' unico) è un musicista che usa le forme del rock come linguaggio, come tramite, non un ragazzo che fa il musicista per esprimersi nel linguaggio della propria tribù generazionale, culturale ed emotiva e che quindi diventa musicista rock. Il cambio di prospettiva è copernicano, è il cambio di prospettiva del rock da espressione ad arte, che in quanto tale parla ai posteri come ai contemporanei e necessita di disciplina (parola chiave per la musica di Fripp) e struttura. Dopo esperienze musicali trascurabili, un trasferimento a Londra nel 1967 e un disco altrettanto trascurabile con i fratelli Giles ("Giles, Giles and Fripp, The cheerful insanity of..".), nel 1969 forma i King Crimson con appunto i fratelli Michael e Peter Giles e il fiatista Ian Mc Donald. Con la sostituzione successiva di Peter Giles con Greg Lake, poi negli Emerson Lake and Palmer, il line up per il disco di esordio è completo. Il gruppo ha una frenetica attività live con materiale originale che confluirà nell'esordio e in parte nel successivo e il 10 ottobre del 1969 esce In The Court Of The Crimson King, in un certo senso atto costitutivo del genere che successivamente sarà noto come progressive. Come ben testimonierà successivamente il cofanetto postumo Epitaph, il disco rispetto alla attività live è più ordinato e razionale, meno dirompente. In The Court Of The Crimson King è disco bello ed epocale. Forse più epocale che bello. Cinque brani famosissimi tra gli appassionati del genere e anche oltre. Una partenza fulminante con il delirio di "21st Century Schizoid Man", con la voce filtrata di Lake che declama l'apocalittico testo di Sinfield su un riff chitarristico, poi un lungo break strumentale con la fuga in progressione di chitarra e sax e ripresa successiva del tema portante. Brano aspro e frenetico, costeggiante l'improvvisazione senza mai toccarla. Poi, un clamoroso cambio di atmosfera con "I Talk To The Wind", di Ian McDonald, melodia dolcissima, di sapore antico, rinascimentale, impreziosita da due bellissimi stacchi in cui il flauto svolge un toccante tema melodico. Poi l'inquietante epica di "Epitaph" e della title track, con il mellotron che stacca in continuazione disancorando i brani dalla loro fisicità, e in mezzo "Moonchild", brano tutto giocato su un tenue minimalismo strumentale, con un'iniziale delicata melodia che si sgretola presto in una lunga improvvisazione tangente al silenzio. Tutti i brani nascono da idee iniziali brillantissime che sono enormemente sovraccaricate di impatto strumentale come di tensione drammatica. Già i Moody Blues usavano il mellotron, già i Nice giocavano con ambizioni classiche, già i Procul Harum, tra gli altri, dilatavano i brani; Ma di fronte a In The Court Of The Crimson King tutto ciò sbiadisce come timido prologo, è il passaggio, preparato, studiato e consapevole del Rubicone verso un nuovo genere, e lo è non tanto e non solo per quello che vi è suonato o per come è stato suonato, ma anche per quello che codifica, per il pensiero estetico, culturale e per le ambizioni che manifesta. Ambizioni che non sono, a mio parere, risolvibili nella commistione del rock con la musica classica, come certa critica di grana grossa ha affermato per decenni, ma nel creare un approccio che è mentale e ideale prima che compositivo che esca da vecchie traiettorie del rock come forma musicale viscerale, emotiva, generazionale, politica, funzionale allo svolgersi di stanchi rituali di stupefacente conformismo artistico; traiettorie del rock come musica di ghettizzazione artistica, urlata ma in realtà trascurabile e ininfluente. In The Court Of The Crimson King è l'inizio del tentativo rivoluzionario di fare del rock una forma d'arte, in cui il messaggio fosse insito nella ricerca estetica, in cui non esistesse un contesto o uno sfondo ma solo pura forma, disciplina e cristallizzazione della bellezza come categoria primigenia. In tal senso, o per lo meno anche in tal senso, va ricercato il rifrangersi del progressive nella musica classica. L'esordio dei King Crimson fu l'esordio di un fallimento di successo, perché retrospettivamente possiamo forse dire che il tentativo alla lunga fallì per mancanza generale di coraggio e di visione, ma ciò che nascerà dalle macerie fumanti non sarà più rock ma o la sua caricatura o la sua immagine spettrale. Disco epocale, tra grandeur, enfasi e l'inquietudine del profondo, disco di saldissima struttura melodica, potente, delicato, iper-razionale ma anche di impeto e tempesta, In The Court Of The Crimson King assume pienamente l'impatto e la ciclicità spaziale del rock, e qui sta il suo limite più evidente, rifiutandone i perimetri dello spettro espressivo. L'anno successivo esce In The Wake Of Poseidon, se ne va Mc Donald (un talento, una meteora e un mistero del progressive), entrano il cantante Gordon Haskell, il fiatista Mel Collins e il grande pianista jazz Keith Tippett, che avrà un importante e misconosciuto ruolo nell'evoluzione successiva del gruppo. La formazione è instabile e inquieta. La prima facciata ripercorre pedissequamente la prima facciata dell'esordio, con un primo brano tirato con riff chitarristico e crescendo centrale, seguito da una ballata, anche qui splendida ("Cadence And Cascade"), e da uno psicodramma per mellotron. Le similitudini finiscono qui. La seconda facciata presenta sostanzialmente due brani, una intelligentissima finta jam jazzata sulla base di un motivetto cabarettistico ("Cat Food") e un inquietante e possente crescendo marziale, costruito attorno al nucleo di "Mars" del compositore Holst, con il mellotron che apre virtualmente all'infinito. Poi, se l'esordio era un progetto corale, il seguito è un disco dominato dalla figura di Fripp. "Un grande disco e un disco deludente", è stato detto, non senza ragione, perché se è eccellente la musica ivi contenuta, non si rilevano la stessa forza visionaria e la stessa suggestione dell'esordio. L'instabilità del gruppo si accentua, se ne vanno i fratelli Giles e definitivamente Lake, Fripp chiama alla corte dei jazzisti della frenetica scena inglese (oltre a Tippet, Charig, Miller e Evans). Da questa precarietà nasceranno i due capolavori assoluti dei King Crimson e del progressive tutto. Il primo si chiama Lizard ed esce sempre nel 1970. La discontinuità rispetto ai due dischi precedenti appare netta e spiazzante, l'influenza della scena art-jazz inglese appare palese nel mood dei pezzi, se non proprio nelle composizioni medesime; se negli esordi si operava sulla sovrastrutturazione di nuclei melodici primigeni adesso ci si focalizza, pur essendo Lizard disseminato di intuizione melodiche geniali, sulla cura di arrangiamenti spiazzanti, sovraccarichi di incisi, accordi, rimandi, contrappunti, con vasta aree apparentemente free-form di jazz progressivo. Se prima prevaleva l'epica e il lirismo, adesso prevalgono melodie sghembe, taglienti, ironiche, che galleggiano su una miriade di geniali intuizioni strumentali. Il tutto dona al disco qualcosa di inquietante, di estraniante, di instabile. La prima parte del disco è in tal senso paradigmatica, con Fripp all'acustica che nell'iniziale "Cirkus" divaga distaccato in controcanto alla linea vocale stralunata di Haskell, poi soli di sax e mellotron in un brano di costruzione magistrale. Poi l'indolente "Indoor Games", dalle continue punteggiature jazz, seguita dalla sarcastica " Happy Family", con voce filtrata con gli strumenti che si inseguono e si intersecano in una jam lunare. Chiude la prima facciata la dolcissima "Lady Of The Dancing Water", toccante madrigale per flauto, acustica e bel testo di Sinfield, forse il brano più sentimentale scritto da Fripp. La seconda contiene la (falsa) suite "Lizard", con una prima parte "Prince Rupert Awake", bella e aperta melodia cantata da un ancora non celebre Jon Anderson che si sfrangia ben presto in "Bolero-Peackock's Tale", che incanta con una struggente melodia all'oboe da cui sviluppa una complessa partitura per fiati, poi la terza parte, "The Battle Of Glass Tears", con Haskell che riappare in una gelida e aliena cantilena, quindi, bordate di mellotron a decomprimere un parte rabbiosamente "free-form", a chiudere i tre minuti futuristi di "Big Top", una nota di basso incombente con accordi spettrali e sospesi di Fripp. Lizard è un disco unico, complesso, raffinatissimo, di grandissimo spessore compositivo ed emozionale, un disco che si esprime nei particolari, ascolto dopo ascolto, e per questo a suo modo fragile e in qualche modo alieno anche allo stesso mainstream del progressive. Dopo Lizard, un'opera che potrebbe irradiare un' intera carriera, i King Crimson, sempre più instabili e precari, compiono un'impresa incredibile: fanno un disco ancora più bello. Si chiama Islands ed esce nel 1971. Boz sostituisce Haskell alla voce, il line up di ospiti jazzisti rimane immutato. Islands condivide la raffinatezza e la ricercatezza del predecessore, ma è al contempo meno algido e lezioso, con momenti di grandissimo pathos musicale difficilmente eguagliabile e che i King Crimson (e Fripp) non raggiungeranno mai più. "Formentera Lady" inizia come una malinconica e oscura ballata con Keith Tippet al piano e Mel Collins al flauto che si inseguono meditabondi, poi una lunga chiusa di incredibile suggestione con un giro di basso che àncora al suolo un coacervo di voci spettrali (è presente anche una soprano), con un sax triste e nervoso che vaga inquieto. Un brano in qualche modo spaziale, pur essendo completamente acustico, dal clima irreale, vicino in qualche modo a forme di musica contemporanea. Poi un lungo e vibrante assolo in progressione di Fripp ("The Sailor Tale") e "The Letter's", tristissima e straniante. La seconda parte inizia con " Ladies Of The Road", una personalissima interpretazione di Fripp di un come fare un pezzo "alla Beatles" eppure renderlo inconfondibilmente dei King Crimson; chiudono, con un brusco cambio di clima, "Song Of The Gulls", un bellissimo pezzo classico per archi e oboe, e la lunga "Island", a mio parere il brano più bello mai composto da Fripp, peraltro su un bellissimo testo di Sinfield, un brano malinconico lirico e toccante con degli inserti pianistici raffinatissimi e indimenticabili di Tippett e con un finale liberatorio, con il mellotron che accompagna un solo di cornetta da brivido. Nel complesso Lizard e Islands sono opere uniche e ineguagliate nella storia del rock. Opinione personalissima, s'intende. Si, perché di questo ancora si tratta, in fondo, perché nella loro vertigine e nella loro alterità formale, rimangono sullo sfondo le vestigia del rock, spolpate, disincarnate, sublimate, ma presenti. Dopo Island, si chiude la prima fase dei King Crimson, con la coda del live Earthbound, trascurabile, quasi volutamente mal prodotto e registrato malissimo. Il gruppo si scioglie e per un po' i King Crimson sembrano un gruppo sepolto. Nel 1973 esce Lark's Tongue In Aspic. Fripp ha praticamente formato un altro gruppo, con altri musicisti, con un'altra filosofia e con un approccio distantissimo dagli esordi. Solo la sua presenza giustifica la sopravvivenza del nome. Il Re ha chiamato a sé Bill Bruford alla batteria, transfuga dagli Yes, John Wetton al basso, ex Family, il violinista David Cross, che sostituisce il sax alla seconda voce solista, e Jaime Muir, che se andrà dopo poco, alle percussioni. Questo line up caratterizzerà tutta la seconda fase del gruppo fino al 1975. Bruford e Wetton, che funge anche da vocalist, costituiscono una sezione ritmica potente, granitica e irrequieta, di grande impatto sonoro, ma al contempo creativa e moderna, che ben si compenetra con il nervoso ed elegiaco violino di Cross e con la chitarra di Fripp, che assume un approccio diverso allo strumento, dimenticando quasi del tutto toni acustici e votandosi a suoni aspri, taglienti, secchi, geometrici, a scale vorticose. Rimane Muir, usato come elemento terroristico di disordine percussivo, che se ne andrà dopo Lark's Tongue In Aspic e di cui non esistono, almeno a mia conoscenza, testimonianze live. Se avevamo lasciato i King Crimson come gruppo di surreale antitesi del rock, il gruppo che reincontriamo in Lark's Tongue In Aspic del rock riacquista il linguaggio e la spazialità, interpretandolo però in maniera libera e originale, in un appassionante dialogo tra disordine e schema, tra caos free-form e libertà jazz rock da una parte e riff squadrati dall'altra. Questa dicotomia è, in realtà, un' analisi soprattutto postuma. Mi spiego meglio: i King Crimson della seconda fase sono essenzialmente un formazione live e che in tale dimensione trova pieno compimento nell'incontro-scontro tra un'anima improvvisativa e un'anima di forte rigidità formale, tra astrazione e durezza, tra impatto e lirismo. Il primo disco di tale formazione, Lark's Tongue In Aspic, appunto, è considerato a torto un gran disco, ma in tutti i casi può essere considerato tale solo nell'ottica della non conoscenza delle testimonianze, quasi tutte postume, dell'impatto live del gruppo, al confronto del quale la prova in studio è una pallida copia senza forza. L'impatto di Lark's Tongue In Aspic è comunque dirompente. Il disco comprende tre strumentali ("Lark's Tongue In Aspic" pt 1 e 2, posti all'inizio e alla fine, e "The Talking Drum") e tre brani cantati ("Book Of Saturday","Exiles" ed "Easy Money"). L' incipit con la prima parte della title track è già programmatico dello stile del gruppo, con un inizio di delicato rumorismo opera di Muir che si risolve in un cupo e sospeso accordo di violino, che prelude all'entrata di Fripp il quale infila una serie di passaggi chitarristici ora frenetici ora quasi hard con la sezione ritmica in piena epilessia che divaga su territori jazzati; il violino di Cross chiude poi il brano in toni più lirici, sebbene sempre oscuri. Già dal primo brano appare abissale il distacco dal gruppo di Islands: innanzi tutto i King Crimson sono in parte diventati una guitar-oriented band, poi il sound complessivo è condizionato dalle notevoli capacità tecniche dei musicisti, molto superiori alle precedenti formazioni. Prevalgono poi toni minacciosi, oscuri, con derive quasi hard che si sfrangiano in un eclettismo strumentale, vero elemento centrale e "progressivo", con continue e inaspettate variazione ritmiche e melodiche, con la sezione ritmica che assurge a ruolo creativo con forti richiami, almeno come impostazione di fondo, al jazz-rock. Ancora più lampante in tal senso la seconda parte della title track, con Fripp che costruisce tutto il brano su semplici riff chitarristici lanciati in progressione ed espansi via via da innumerevoli inserti strumentali fino all'esplosione finale. In "Talking Drum" una ipnotica base ritmica in crescendo fa da sfondo a una linea melodica vagamente orientaleggiante tenuta da Cross e doppiata dalla chitarra lancinante di Fripp. Più deludenti i brani cantati, con la breve "Book Of Saturday", che prova senza successo lirismi in prove precedenti più centrati, "Easy Money" stupisce per la banalità della melodia salvata solo dagli equilibrismi frippiani (molto più coinvolgenti nella dimensione live, comunque), più riuscita la malinconica "Exiles", con bellissimi stacchi di Cross al violino. Opera a mio parere un po' sopravvalutata, Lark's Tongue In Aspic risulta comunque essere un passaggio importante perché stampo di un nuovo sound foriero di ulteriori sviluppi e soprattutto tuttora moderno. Se infatti i brani della prima fase del gruppo ascoltati oggi, al di là dei giudizi, appaiono senz'altro, anche a un ascoltatore distratto, appartenenti a stagione passate, non così i brani di Lark's Tongue In Aspic, in particolare gli strumentali, posti come sono tra la tesi di un rock aspro e diretto e l'antitesi della sua negazione in un intellettualismo, tipico dei Crimson in tutte le varie incarnazioni passate e future, che ne rompe non solo gli schemi ma anche il mood e il pubblico di riferimento. La musica del gruppo, in questa fase, parte sicuramente dal recupero di una visceralità rock, che però viene sottoposta a una decomposizione e a una consapevole e programmatica ristrutturazione su basi puramente razionali. L'anno successivo esce Starless And The Bible Black, senza Muir. Un disco che ricalca le orme del precedente, ma con più lucidità. La prima facciata comprende ben sei brani con due assoluti gioielli strumentali, "We'll Let You Know", grande finta-improvvisazione con basso rombante di Wetton, e la straordinaria "Trio", 5 minuti toccanti di delicati aforismi sonori. Poi "The Mincer", con Fripp che delizia con i suoi tipici stacchi alienati supportati dal mellotron; quindi la splendida "The Night Watch", con un assolo di Fripp che farà scuola, l'iniziale "The Great Deceiver", con Fripp che fa le prove generali per scale frenetiche che sfrutterà fin troppo nel futuro, e il solito tentativo di canzone melodica con "Lament". Nel complesso, il gruppo sembra toccare con più consapevolezza e raffinatezza una dimensione astratta e indeterminata, appena accennata nel disco precedente. A testimonianza di ciò i 9 minuti della title track che apre la seconda facciata: una lunga e delirante jam esistenziale, iperdescrittiva, inquietante, che fa da preludio agli 11 minuti finali di "Fracture", che riprendono in pieno il filo di "Lark's Tongue In Aspic Part 1". Il disco successivo, Red, esce nello stesso 1974 a gruppo sostanzialmente già sciolto. Come caratteristica della band, l'instabilità è direttamente proporzionale alla creatività e "Red" non fa eccezione, essendo, a mio parere, il vero capolavoro della seconda fase dei King Crimson. Il disco è attribuito a una formazione a tre (Fripp, Wetton, Bruford), con Cross che appare come ospite assieme ai redivivi Mc Donald, Collins, Miller e Charig. L'iniziale title track diverrà un classico sia perché tutt'ora highlight da concerto sia, e soprattutto, perché lo squadrato barrage chitarristico su cui è costruita farà da modello per tante prove successive in anni anche molto più recenti. Le successive "Fallen Angel", con alcuni richiami alle passate stagioni di "In The Wake Of Poseidon" e "One More Red Nightmare" sono di gran lunga le canzoni migliori composte da questa formazione, melodica ed epica la prima, più nevrotica la seconda, che sembra costruita strumentalmente per fare emergere la grande bravura e sensibilità di Bruford. Poi, otto minuti di improvvisazione senza centro, patrimonio dei concerti ("Providence"), infine l'apoteosi di "Starless": una linea melodica indimenticabile di Fripp su fondo di mellotron si alterna alla voce volumetrica e malinconica di Wetton su intercalari di sax; poi un ostinato accordo minimale alla chitarra che sale all'infinito fino a una furibonda jam che, all'apice della tensione, si libera nella ripresa della primitiva linea melodica con il basso tuonante di Wetton che entra nello stomaco. Dodici minuti mirabili, sicuramente tra le massime espressioni dei King Crimson. In generale, Red è disco relativamente più diretto e meno eclettico e tortuoso dei precedenti, ma quello che viene perso in complessità viene ampiamente riguadagnato da una scrittura felicissima dei brani, con punte di entusiasmate potenza e lirismo. Nel 1975 esce il live USA, e per qualche anno non si sentirà più parlare dei King Crimson. Non così di Fripp, che si era già cimentato nell'elettronica con Brian Eno ("No Pussyfooting") e che ne farà tesoro per esperimenti chitarristici di elaborazione in loop (le famose frippertronics, che faranno scuola, di "Let The Power Fall"), le collaborazioni con Peter Gabriel, David Bowie, Brian Eno, Daryl Hall ("Sacred Songs"), uno splendido disco solista nel 1979 ("Exposure"). Fripp come ricercato chitarrista e produttore nonché come "testa pensante" del rock, perfettamente a suo agio nella incombente new wave e nelle "strategie oblique" teorizzate da Eno, Fripp "nel mercato senza essere sottoposto alle sue regole", Fripp due occhi nel futuro e un grande passato mai rinnegato né tradito. Tutto ciò esula comunque da questa piccola trattazione, e per quanto ci riguarda troveremo i King Crimson, a sorpresa, sette anni dopo Red, nel 1981, con Discipline. Molte cose sono cambiate. Della vecchia line-up è sopravvissuto solo Bruford, batterista degli anni 60 così come del 2000, a cui si affiancano, oltre a Fripp, Tony Levin al basso e Stick, ancora lontano da essere il ricercatissimo session-man dei giorni nostri, nonché Adrian Belew alla seconda chitarra. Perché una cosa salta subito agli occhi e alle orecchie, dopo i fiati e il violino, Fripp ha deciso di utilizzare una seconda chitarra come seconda voce armonica. Il focus di Discipline è tutto in questa primitiva scelta. Il disco, infatti, è tutto costruito sull'interazione tra Fripp e Belew, a volte all'unisono, a volte in dialogo, a volte in concordanza di fase, a volte sfasato, creando una specie di ipnotico minimalismo chitarristico. Il disco del ritorno è comunque degno del nome del gruppo, con uno splendido lento sentimentale come "Matte Kudasai", grandi esercizi di stile chitarristico ("Elephant Talk", "Frame By Frame"), furenti digressioni ("Indiscipline"), costruzioni ingegnose su ritmi tribali ("Thela Hun Ginjeet"), spazi spettrali ("The Sheltering Sky"). Mancano quasi del tutto il pathos e l'epica strumentale ed emotiva dei King Crimson precedenti, rimane una grande ricercatezza sonora, accompagnata da un'algida disciplina costitutiva. Discipline ci consegna un gruppo nuovo, moderno, tutt'altro che residuale ma anzi ben spendibile in nicchie di mercato intelligente, un gruppo che ha lasciato alle spalle gli anni 70, perfettamente a suo agio nella disillusione e nella sintesi della parte intelligente degli anni 80, perfettamente consono al superamento dell' epica ed estetica rock del decennio precedente, senza per questo rinunciare alle proprie prerogative artistiche. Il bagaglio tecnico dei musicisti è, se possibile, ancora più alto, e ciò permette una espressività che è si diretta e intelleggibile, ma anche molto ricercata sia nella ritmica, mai così centrale nell'economia del gruppo, ondeggiante tra jazz-rock e falso tribalismo, sia nell'inedito lavorio chitarristico tra minimalismo portante, su cui si inseriscono il rumorismo onomatopeico di Belew (in "Elephant Talk") e le digressioni tese e vibranti di Fripp ("The Sheltering Sky"). Ancora meglio farà il secondo disco di tale formazione, Beat, con due strumentali lancinanti ("Sartori In Tangier" e soprattutto la lunare "Requiem", una specie di delirio in chiave jazz) che valgono da soli il disco, un tentativo, riuscito, di singolo con tanto di video-clip ("Heartbeat"), e la follia urbana di "Neurotica", degna colonna sonora di un racconto di Easton-Elliss. Quando nel 1984 esce il terzo capitolo, Three Of A Perfect Pair, molti gridano allo scandalo per i ritmi pop-dance di alcuni pezzi come la title track e "Sleepless". Le critiche appaiono, tanto più retrospettivamente, ingenerose. Three Of A Perfect Pair è un ottimo disco, e se di pop si tratta è pop stralunato, intelligente, metabolizzato e filtrato da una prospettiva di disimpegno straniante. Poi, forse, nel criticare il disco ci si dimentica che oltre ai brani leggeri troviamo in esso l'esercizio ambientale per bassi filtrati e chitarra esistenziale di "Nuages", nonché le inquietanti improvvisazioni di "No Warnings" e "Industry", e in fondo "Lark's Tongue In Aspic Part 3", in cui il titolo dice già tutto. Three Of A Perfect Pair è disco che marca una discontinuità rispetto ai due precedenti, lavori molto omogenei, sia per la ricerca di melodie accattivanti sia per il recupero di un astrattismo improvvisativo che riporta il gruppo a Starless And The Bible Black, ponendosi al contempo come il più orecchiabile e il più introverso e difficile lavoro di questa incarnazione del gruppo. Ma una domanda aleggia sottotraccia: si tratta di progressive? "Non lo so e non mi interessa" potrebbe essere la risposta di molti, Fripp compreso, probabilmente. Ma noi siamo legati a certi artifici se non altro linguistici, e riteniamo che una risposta possa e debba essere data: Sì, indubitabilmente le ambizioni e la struttura dei dischi di questa fase e delle successive sono inerenti al progressive. A Three Of A Perfect Pair segue un lungo silenzio, rotto musicalmente dalla collaborazione di Fripp con David Sylvian ("The First Day" e il successivo live "Damage") e dai dischi prodotti dalla scuola di chitarra dello stesso Fripp ("The League Of Crafty Guitarist"). Nel 1995 esce, a sorpresa e preceduto dall'Ep Vroom, un nuovo album: Thrak. Il line-up del gruppo questa volta non ha subito rivoluzioni, al quartetto Fripp-Belew-Levin-Bruford si è aggiunto Trey Gunn allo stick e Pat Mastellotto alla batteria. Fripp denota questo line-up come "double trio". Il gruppo si ripresenta dopo 11 anni e Thrak riceve critiche positive. Tali critiche sono positive forse anche in parte per distorsione data dalla lunga attesa. La continuità rispetto al gruppo di Discipline è evidente, con però alcune palesi differenze. Innanzi tutto sono nettamente ridotti i dialoghi e la rete chitarristica di Fripp e Belew, preferendosi un approccio più diretto, meno eclettico, a tratti più duro. Poi, comincia ad apparire un uso misurato dell'elettronica, mentre è evidente un arretramento della sezione ritmica, che ora suona molto più " normalizzata" e meno creativa. Spesso, poi, si indulge in riff e digressioni aspre e schematiche, tangenti un approccio hard-rock, quasi a recuperare una visceralità e la ricerca di un impatto appartenente più al gruppo del biennio 73-75 che al periodo successivo, pur evitando accuratamente un approccio stilistico ridondante e sovraccarico di chiaroscuri, tipico del periodo. Però, al di là di queste considerazioni, quello che non funziona sono proprio i pezzi, con stanche riprese di Red ("Vroom", "Vroom Vrooom"), aggressività mascheranti pezzi certo non irresistibili ("Sex Sleep Eat Dream", " Dinosaur"), inutili accenni sperimentali, ombre del tempo che fu ("B-Boom", "Thrak"), improbabili disco-funk ("People"), superflui camei elettronici ("Radio" 1 e 2). Rimangono due pezzi lenti, entrambi riusciti, "Walking On Air", in cui Belew ripesca certe atmosfere anni 50, e la più inquetante "One Time", nonché le due brevi "Inner Garden" 1 e 2, di gran lunga le cose più riuscite del disco. Complessivamente Thrak è l'album meno riuscito del King Crimson, non perché manchino spunti anche belli e interessanti, ma perché fanno capolino due categorie fino ad allora inapplicabili al gruppo: la mediocrità e la prevedibilità. Infatti la mediocrità di alcuni brani non può essere mistificata dalla fascinazione del nome del gruppo, e, per la prima volta, il sound suona prevedibile per quanto al contempo moderno. Dopo Thrak, Fripp, che ha fondato una sua casa discografica, la Discipline Global Mobile (DGM), in accordo con il suo sano realismo demitizzante per il quale se esiste arte al di fuori delle regole del mercato, certamente non esiste al di fuori del mercato tout-court, inizia a fare uscire una grande quantità di materiale, tra live postumi (da segnalare il cofanetto Epitaph con materiale del 1969), live del tour di Thrak (B- Boom), dischi di improvvisazioni live (Thrakattack), tendenza che prosegue a tutt'oggi in una logica che risponde a ovvie esigenze di mercato, sia di tipo economico (il denaro per Fripp evidentemente non è lo sterco del demonio) che strategico (tenere vivo il nome del gruppo). In questo contesto, nel 2000 riappaiono i King Crimson con un nuovo disco, The Construction Of Light. I Crimson ritornano un quartetto con i soliti Fripp e Belew accompagnati da Mastellotto e Gunn. L'album è sicuramente migliore del precedente: si recupera nettamente il fitto e minimale dialogare chitarristico (in tal senso, è più vicino a Discipline e a Beat del precedente), appaiono canzoni interessanti (l'ironico cyber-blues di "Prozak Blues", la title track), con palesi riprese di temi passati ("Lark's Tongue In Aspic Part 4", " Fractured"). Però permangono delle perplessità. Innanzi tutto, si rimpiange Levin e soprattutto Bruford, Mastellotto non ne ha il carisma e c'è un fastidioso sovrautilizzo della batteria elettronica. Poi, il disco è molto costruito, lambiccato, tesissimo, ma a tratti troppo convulso e narcisista, con poco e nulla del feeeling che residuava anche in Thrak, come schiacciato nel vorticoso rotear di chitarre. Poi, è certamente meno prevedibile e mediocre del precedente, ma appare una categoria anch'essa inedita per il gruppo: la noia. The Construction Of Light è un disco spesso noioso: a suo modo possente, deflagrante, interessante, modernissimo, ma anche noioso. La critica in questa fase guarda il gruppo con una certa sufficienza: considerati a torto troppo vecchi per la stampa generalista, i King Crimson risultano troppo fuori schema per il sottobosco progressive tradizionale. La realtà è che i King Crimson sono in questa fase, discussa e discutibile, inerenti al progressive come non mai, ma al contempo ne danno una direttrice personale, basata su una rigida disciplina strutturale, e a suo modo anche influente, basti pensare a gruppi di tutt'altra origine e di varia ispirazione come i Tool, i Don Caballero e i Muse. Nel 2003, dopo un'attesa di "soli" tre anni, esce The Power To Believe. C'è una discreta attesa attorno al disco, alcuni che lo ascoltano in anteprima parlano esplicitamente di capolavoro menzionando una deriva metal. The Power To Believe non è un capolavoro e non è nemmeno un disco metal, ciononostante è di gran lunga il disco migliore della quarta fase del gruppo. Il line up è immutato rispetto a Construction Of Light, ma il suono appare molto più lucido e articolato, riprendendo in parte il furibondo minimalismo di quel disco (ma senza elevarlo più a rigida metodologia), e in parte il tentativo di rock alienato e difforme di Thrak, ma stavolta supportato da vera inquietudine e vera ispirazione. Il disco si pone in un'ipotetica terza via rispetto alle tendenze del recente passato, teso tra convincenti spirali chitarristiche ora dure ("Level Five"), ora minimali ("Elektrik"), tra deliri suburbani ("Facts Of Life"), strane cantabilità ("Eyes Wide Open"), progressioni possenti ("Dangerous Curves"), astrazioni elegiache ("The Power To Believe 2 & 3"). The Power To Believe è disco sovraccarico di lancinanti toni cupi e tecnologici e sembra chiudere il filo rosso che ha unito i King Crimson da Discipline in poi, ponendosi come opera di sintesi tra le ricercatezze iperstrutturali degli anni 80, le frippertronics e l'approccio rigido e aggressivo della nuova formazione. Opera di sintesi e come tale, crediamo e speriamo, opera in un certo senso conclusiva di un periodo. E dopo? Sarà rispettata la "regola dei tre dischi" e dopo la quarta fase se ne aprirà una quinta del tutto nuova? E con quali musicisti? Oppure Fripp deciderà di insistere su questo gruppo e, se sì, con quali artifici ripresenterà i King Crimson? E sapranno raccontare ancora il futuro, se non altro il "loro" futuro? In tutti i casi, saremo sulla riva del fiume ad aspettare un miracolo o magari solo un buon disco. (di Michele Chiusi)





    www.youtube.com/watch?v=n-bbkaBWDM4








    Discografia


    Album studio

    • 1969 - In the Court of the Crimson King (EG Records Ltd.)
    • 1970 - In the Wake of Poseidon (EG Records Ltd.)
    • 1970 - Lizard (EG Records Ltd.)
    • 1971 - Islands (EG Records Ltd.)
    • 1973 - Larks' Tongues in Aspic (EG Records Ltd.)
    • 1974 - Starless and Bible Black (EG Records Ltd.)
    • 1974 - Red (EG Records Ltd.)
    • 1981 - Discipline (EG Records Ltd.)
    • 1982 - Beat (EG Records Ltd.)
    • 1984 - Three of a Perfect Pair (EG Records Ltd.)
    • 1994 - VROOOM, EP (Virgin Records)
    • 1995 - THRAK (Virgin Records)
    • 1998 - ProjeKct Two - Space Groove (Discipline Global Mobile)
    • 2000 - The ConstruKction of Light (Virgin Records)
    • 2000 - ProjeKct X - Heaven and Earth (Discipline Global Mobile)
    • 2002 - Happy with What You Have to Be Happy With, EP (Sanctuary)
    • 2003 - The Power to Believe (Sanctuary)


    Live

    • 1 Live at The Marquee, July 6, 1969
    • 2 Live at Jacksonville, February 26, 1972
    • 3 The Beat Club, Bremen, 1972
    • 4 Live at Cap D'Agde, August 26, 1982
    • 5/6 Live on Broadway, 1995
    • 7 ProjeKct Four - Live in San Francisco, November 1, 1998
    • 8 The VROOOM Sessions, 1994
    • 9 Live at Summit Studios, March 12, 1972
    • 10 Live in Central Park, NYC, July 1, 1974
    • 11 Live at Moles Club, Bath, 1981
    • 12 Live in Hyde Park, 1969
    • 13 Nashville Rehearsals, 1997
    • 14 Live At Plymouth Guildhall, May 11, 1971
    • 15 Live in Mainz, Germany, March 30, 1974
    • 16 Live in Berkeley, CA, 1982
    • 17 ProjeKct Two - Live in Northampton, MA, July 1, 1998
    • 18 Live in Detroit, MI, November 1971
    • 19 Live in Nashville, TN, November 9 & 10, 2001
    • 20 Live at the Zoom Club, 1972
    • 21 The Champaign-Urbana Sessions, 1983
    • 22 ProjeKct One - Jazz Cafe Suite, December 1-4, 1997
    • 23 Live in Orlando, FL, February 27, 1972
    • 24 Live in Guildford, November 13, 1972
    • 25 Live at Fillmore East, November 21 & 22, 1969
    • 26 Live in Philadelphia, PA, July 30, 1982
    • 27 ProjeKct Three - Live in Austin, TX, March 25, 1999
    • 28 Live in Warsaw, June 11, 2000
    • 29 Live in Heidelberg, 1974
    • 30 Live in Brighton, October 16, 1971
    • 31 Live at the Wiltern, July 1, 1995
    • 32 Live in Munich, September 29, 1982
    • 33 ProjeKct Two - Live in Chicago, IL, June 4, 1998
    • 34 ProjeKct Three - Live in Alexandria, VA, March 3, 2003
    • 35 Live in Denver, March 13, 1972
    • 36 Live in Kassel, April 1, 1974
    • 37 Live at the Pier, NYC 1982
    • 38 Live in Philadelphia, PA 1996
    • 39 Live in Milan, 2003
    • 40 Live in Boston, MA 1972
    • 41 Live in Zurich, 1973

    Singoli

    • 1969 "The Court of the Crimson King"
    • 1970 "Cat Food"
    • 1973 "Atlantic Sampler"
    • 1974 "The Night Watch
    • 1976 "Epitaph
    • 1981 "Matte Kudasai"; "Elephant Talk"; "Thela Hun Ginjeet"
    • 1982 "Heartbeat"
    • 1984 "Three of a Perfect Pair"; "Sleepless"
    • 1995 "Dinosaur" ; "People"; "Sex Sleep Eat Drink Dream".


    Raccolte

    • 1976 A Young Person's Guide to King Crimson
    • 1986 The Compact King Crimson
    • 1991 The Abbreviated King Crimson: Heartbeat
    • 1991 The Essential King Crimson: Frame By Frame 4CD Box
    • 1993 The Concise King Crimson: Sleepless
    • 1999 Deception of the Thrush: A Beginners' Guide to ProjeKcts
    • 2000 The Beginners' Guide To The King Crimson Collectors' Club
    • 2004 The 21st Century Guide to King Crimson, Vol. One: 1969-1974 4CD Box
    • 2005 The 21st Century Guide To King Crimson Vol. Two: 1981-2003 4CD Box


    Video

    • 1984 The Noise - Frejus 1982
    • 1984 Three of a Perfect Pair - Live in Japan
    • 1996 Live In Japan - 1995
    • 1996 deja VROOOM DVD
    • 2003 Eyes Wide Open DVD
    • 2004 Neal and Jack and Me - Live 1982-1984 DVD



     
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    Vangelis

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    Biografia


    Vangelis, nome completo Evangelos Odysseas Papathanassiou, in greco Ευάγγελος Οδυσσέας Παπαθανασίου / Eyáġġelos Oḏysséas Papaṯanasíoy (Volos, 29 marzo 1943), è un tastierista e compositore greco di musica elettronica e new age. Fra le sue opere più acclamate compaiono alcune colonne sonore (come quelle per i film Momenti di gloria, Blade Runner, Antarctica, Missing - Scomparso, 1492: la conquista del paradiso, Alexander, Luna di fiele). Inoltre ha composto l'inno per i Mondiali di calcio Giappone-Corea del Sud 2002. Vangelis inizia a comporre a 4 anni ed è autodidatta per gran parte delle sue conoscenze musicali. Si rifiuta di prendere lezioni e tuttora non ha una conoscenza base sulla lettura e scrittura di note musicali. Nei primi anni sessanta fonda il gruppo pop Forminx, che diviene popolare in Grecia. Durante la rivolta studentesca del 1968 si trasferisce a Parigi e fonda il gruppo di rock progressivo Aphrodite's Child con Demis Roussos e Loukas Sideras. Vangelis inizia la sua carriera da solista nell'anno 1973 con la composizione delle colonne sonore di due film del produttore francese Frederic Rossif. Il suo primo album da solista è Earth (1973). Dopo essersi trasferito a Londra, firma un contratto con la RCA Records e inizia a lavorare nel suo studio di registrazione privato (Nemo Studios). In questi anni produce alcuni dei suoi album più famosi, come Heaven and Hell (1975), Spiral (1977) e China (1979). Assieme a Jon Anderson (cantante degli Yes) pubblica diversi dischi negli anni ottanta e novanta con il nome di Jon & Vangelis. Ha inoltre collaborato con alcuni cantanti italiani: Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Milva, Krisma. Il brano più noto in cui si può sentire l'influsso di Vangelis è E tu di Claudio Baglioni (l'intero disco è stato arrangiato da Vangelis), dove le melodie delle tastiere richiamano quelle già utilizzate dagli Aphrodite's Child. Nel 1982 vince l'Oscar per la colonna sonora di Momenti di gloria. Nello stesso anno inizia la collaborazione con il regista Ridley Scott per il quale scrive la colonna sonora per Blade Runner, divenuta presto un cult, come d'altronde il film stesso. Per lo stesso regista firmerà, qualche anno più tardi la riuscita colonna sonora di 1492: la conquista del paradiso. La più grande popolarità gli giunge appunto per la composizione di queste famose colonne sonore, nelle quali unisce melodie eleganti a sonorità d'atmosfera, piegando voce umana, strumenti classici e suoni elettronici al servizio di una musica sempre molto suggestiva ed evocatrice. Curiosamente Vangelis non sembra essere molto interessato al suo sito ufficiale, Vangelis Information World, dal momento che lo stesso, online dal 1996, risulta tuttora (2010)..."in costruzione". Nel 2001, Vangelis registra Mythodea, una composizione scritta originariamente nel 1993 e utilizzata dalla NASA come il tema per la missione 2001 Mars Odyssey. In uno dei pochissimi concerti della sua carriera, Vangelis si esibisce al tempio di Zeus Olimpio di Atene ed esegue l'intero disco accompagnato da un'orchestra sinfonica e da un coro. Da questo concerto verrà realizzato un dvd che a tutt'oggi rimane l'unica documentazione ufficiale di un'esibizione dal vivo di Vangelis, se si escludono alcune sporadiche apparizioni televisive o un'esibizione trasmessa dalla tv olandese nel 1991, che però era completamente in playback . Nel bis del concerto, Vangelis ha eseguito Momenti di Gloria suonando il celeberrimo tema accompagnato dall'orchestra, mentre il pubblico, agitando delle torce, rendeva ancora più suggestivo e affascinante lo scenario in cui si svolgeva l'esibizione. Nel 2002 compone l'inno del campionato mondiale di calcio 2002, in cui Vangelis unisce le musiche trionfali alle sonorità orientali. Di questo brano vengono realizzati molti remix, uno di questi in Italia è stato utilizzato nelle trasmissioni sportive RAI dedicate all'evento. Nel 2004 viene pubblicata la colonna sonora del film Alexander, diretto da Oliver Stone e basato sulla vita di Alessandro Magno. Nel 2007 Vangelis pubblica due album. Il primo è un set di 3 cd per il venticinquesimo anniversario dell' uscita di Blade Runner, intitolato Blade Runner Trilogy. Il secondo è la colonna sonora per il film El Greco, basato sulla vita del pittore ellenico-spagnolo. Nell'autunno del 2008, realizza la traccia principale per Swiadectwo (intitolato Testimony al di fuori della Polonia), un documentario sulla vita del pontefice Giovanni Paolo II; il resto della colonna sonora è invece affidato all compositore polacco Robert Janson.



    www.youtube.com/watch?v=V-D5fAlfRIo&feature=related










    La fama mediatica


    Le musiche di Vangelis vengono sovente utilizzate come colonne sonore di documentari, spot pubblicitari, sigle televisive, servizi giornalistici e addirittura come inni non ufficiali di grandi eventi (ad esempio sportivi o politici). Questa scelta è resa possibile, dal fatto che molti brani sono basati su piccole cellule tematiche che si adattano ad essere utilizzate in filmati di breve durata, come sigle o spot. Inoltre il vastissimo repertorio di Vangelis, rende molto facile trovare brani che abbiano l'atmosfera adatta alle immagini che devono essere accompagnate dalla musica: sia che serva un brano dal carattere sognante, triste o rassicurante, dal suono delicato o dall'incedere trionfale e maestoso, è sempre possibile trovare almeno un brano con le caratteristiche necessarie. In virtù di questo, molto spesso le musiche di Vangelis sono entrate nell'immaginario collettivo per un loro uso alternativo da parte dei mass-media, soprattutto la televisione.
    • Il tema di Momenti di gloria, probabilmente il brano più famoso dell'artista, ha avuto un successo addirittura superiore al film. Viene universalmente considerato come una sorta di inno delle Olimpiadi e, per estensione, dello sport e dei suoi valori. Ad esempio tale tema è stato inserito nella schermata iniziale del videogioco Track & Field della Konami, il cui unico punto in comune col film è il contesto olimpico, ma non ha alcuna attinenza con il film. Spesso viene utilizzato per commentare immagini di imprese sportive, ma non è raro che il brano, in modo ironico, venga utilizzato a commento di filmati che utilizzano l'effetto del rallentatore, anche quando queste non c'entrino nulla con lo sport.
    • Una versione di Hymne, riarrangiata dai Press Agency, è stata utilizzata negli anni ottanta e in parte dei novanta dalla Barilla nei suoi spot, rendendolo un brano famosissimo nell'Italia di quegli anni; gran parte del pubblico, ancora oggi, identifica il brano come "la musica della Barilla", ignorando che invece si tratta della musica realizzata per un documentario intitolato Opéra Sauvage. Il tema del brano è costruito su una semplice scala di Do maggiore, le cui note vengono suonate in sequenza ascendente e discendente quasi senza alcun salto: in virtù di questa semplicità di esecuzione e della popolarità acquisita, in quegli anni era diventato un brano utilizzato come esercizio da moltissimi ragazzi che si avvicinavano ad uno strumento musicale. Questo tema fa anche parte del film Momenti di gloria.
    • Anche il tema di Missing - Scomparso è stato utilizzato per un breve tempo dalla Barilla nei suoi spot . Il brano è caratterizzato da una forte malinconia, che nel caso del film derivava dalla perdita di una persona cara. Da metà anni novanta, per ironizzare sul suo utilizzo originario, il brano viene regolarmente utilizzato dalla Gialappa's Band in sottofondo ai filmati in cui si vuole commemorare ironicamente l'uscita di scena di un personaggio. In origine veniva posta a commento dei servizi dedicati ad un allenatore esonerato, ma dal 2000 il tema di Missing è diventata la colonna sonora con cui, a Mai dire Grande Fratello viene annunciata l'esclusione di un concorrente e si ricordano i momenti più divertenti della sua permanenza nella casa
    • One more Kiss, Dear, tratta dalla colonna sonora di Blade Runner, apparentemente lontana dallo stile elettronico di Vangelis, fu utilizzata negli anni novanta per lo spot del prosecco Carpené Malvolti. Nel film le sue atmosfere "retrò" e confidenziali creavano volutamente un effetto di forte contrasto con l'ambientazione moderna e caotica; al contrario, nello spot, la musica era più sincretica alle immagini.
    • Il tema finale di Blade Runner, tratto dalla versione orchestrale della colonna sonora, è stato per anni la sigla di Linea verde.
    • Negli anni ottanta il 3rd Movement nella prima parte dell'album Heaven and Hell è stato la sigla di Geo & Geo. Negli ultimi anni, invece, viene usata Messages, dell'album Voices.
    • Curious Electric, tratta album Short Stories con Jon Anderson, 1980, è stata la sigla de Il Fatto di Enzo Biagi.
    • Nonostante il film Antarctica sia pressoché sconosciuto a molte persone, il suo tema viene spesso utilizzato in sottofondo ad immagini per sottolineare la sensazione di freddo (immagini di ghiacciai, delle calotte polari, oppure provenienti dallo spazio) ma anche per esaltare la natura. A fine anni novanta venne utilizzato in uno spot della Colmar (articoli da sci) in cui si vedeva un uomo che sciava su un grattacielo.
    • La Hotpoint-Ariston ha utilizzato per un suo spot il brano Ask the Mountain, tratto da Voices.
    • Uno spot del 1982 della Alfa Romeo Giulietta, ha utilizzato il brano Pulstar, dove l'impronta elettronica è molto forte. Un frammento di tale brano è usato da ottobre 2009 per le rubriche del TG1.
    • Conquest of Paradise, tratto da 1492: la conquista del paradiso viene spesso utilizzato durante occasioni in cui si deve garantire un effetto di maestosità. Con questo brano, nel 1995, António Guterres festeggiò la vittoria dei socialisti in Portogallo. Conquest of Paradise è il motivo musicale ufficiale dell'Ultra-Trail du Mont-Blanc-CCC® (Courmayeur Champex Chamonix), una delle gare di corsa in montagna più dure e famose al mondo. Nel 1999, in un servizio de Le Iene realizzato durante una convention politica, Enrico Lucci commentò ironicamente la scena in cui, mentre il brano risuonava dalle casse del palazzetto il relatore si mise ad intonarne la melodia agitando le braccia e invitando il pubblico a fare lo stesso. Al ritorno in studio, anche i conduttori e il pubblico intonarono il tema del brano muovendo le braccia. Esso fa anche parte della "colonna sonora" di Affari Tuoi (raro) e in alcuni tratti nel film L'ultimo bacio.
    • L'intro di Dervish D, dell'album Spiral è stato, per quasi tutti gli anni ottanta, la sigla del Tg3 e poi della Rai Regione.
    • Blade Runner ispirò un videogioco uscito per Commodore 64 e ZX Spectrum. Questo gioco, prodotto dalla CRL, fu ispirato dal film, ma per ragioni sconosciute, non vennero ceduti i diritti per poterne utilizzare il nome. La CRL allora, pubblicò il videogioco intitolandolo Blade Runner - Video game interpretation of the film score by Vangelis ("interpretazione in forma videogioco della colonna sonora di Vangelis")[6], e ha come colonna sonora il tema finale del film. In Italia fu tradotto come "Il difensore" e portato sulle cassette da edicola.
    • Erroneamente gli viene attribuita la sigla della trasmissione Jonathan - Dimensione Avventura, programma condotto da Ambrogio Fogar. Il brano, intitolato Adventure in realtà è di E. Piovan: lo stile e i suoni utilizzati ricalcano molto quelli di Vangelis; da ciò, grazie anche alla diffusione del brano tramite P2P, l'erronea attribuzione.




    Discografia


    Solista

    Studio

    • (1972) Fais que ton rêve soit plus long que la nuit
    • (1973) Earth
    • (1975) Heaven and Hell
    • (1976) Albedo 0.39
    • (1977) Spiral
    • (1978) Beaubourg
    • (1971/78) Hypothesis
    • (1971/78) The Dragon
    • (1979) China
    • (1980) See You Later
    • (1984) Soil Festivities
    • (1985) Mask
    • (1985) Invisible Connections
    • (1988) Direct
    • (1990) The City
    • (1995) Voices
    • (1996) Oceanic
    • (1998) El Greco
    • (2001) Mythodea: Music for the NASA Mission: 2001 Mars Odyssey


    Colonne sonore

    • Sex Power (1970)
    • L'Apocalypse des Animaux (1973)
    • Ignacio - Entendes-tu les chiens aboyer? (1975)
    • La Fête Sauvage (1976)
    • Opera Sauvage (1979)
    • Momenti di Gloria (1981)
    • Antarctica (1983)
    • 1492: la conquista del paradiso (1992)
    • Blade Runner (scritta nel 1982, ma pubblicata solo nel 1994. I brani "End title" e "Love Theme" vengono pubblicati per la prima volta sulla raccolta Themes)
    • Alexander (2004)
    • El Greco (2007)


    Raccolte

    • The Best of Vangelis (1978)
    • To the Unknown Man (1982)
    • Magic Moments (1985)
    • Themes (1989)
    • Mundo Magico de Vangelis (1995)
    • Portraits (So Long Ago, So Clear) (1996)
    • Reprise 1990-1999 (2000)
    • Cosmos (2002)
    • Odyssey: The Definitive Collection (2003)


    Jon & Vangelis

    • Short Stories (1980)
    • The Friends of Mr. Cairo (1981)
    • Private Collection (1983)
    • The Best of Jon & Vangelis (1984) - raccolta
    • Page of Life (1991)
    • Chronicles (1994)


    Con Irene Papas

    • Odes (1979)
    • Rhapsodies (1986)


    Con Krisma (Chrisma)

    • Amore (1976)
    • Chinese Restaurant (1977)
    • Hibernation (1979)



    Lavori mai pubblicati


    Colonne sonore

    • (1967) 5000 psemata (lit. 5000 Lies)
    • (1974) Amore
    • (1975) Crime and Passion
    • (1980) Prkosna delta
    • (1982) Missing (il tema principale è stato pubblicato nella compilation Themes).
    • (1984) The Bounty (UK/U.S.); (il tema principale è stato pubblicato nella compilation Themes).
    • (1989) Francesco
    • (1992) Luna Di Fiele (il tema principale compare nella compilation Reprise 1990-1999)
    • (1992) La Peste ("Psalmus Ode" compare nella compilation Reprise 1990-1999).
    • (1996) Kavafis (alt. Cavafy) (il tema principale compare nella compilation Odyssey - The Definitive Collection).
    • (2001) I Hope...; cortometraggio


    Musiche per teatro

    • (1983) Elektra (Grecia)
    • (1992) Medea (Spagna)
    • (2001) Las Troyanas (Spagna)
    • (2002) A Vihar (lit. The Tempest) (Ungheria)
    • (2005) Antigone (Italia)


    Balletti

    • (1983) R.B. Sque (UK)
    • (1985) Frankenstein - Modern Prometheus (UK, Olanda)
    • (1986) The Beauty and the Beast (UK)










     
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    Nina Simone



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    Biografia


    Nina Simone, nome d'arte di Eunice Kathleen Waymon (Tryon, 21 febbraio 1933 – Carry-le-Rouet, 21 aprile 2003), è stata una cantante, pianista, scrittrice e attivista per i diritti civili statunitense. È stata soprattutto un'interprete jazz, anche se il suo stile variava fra diversi generi, dal soul, al R&B, al folk e al gospel. Nativa della Carolina del Nord, sesta di otto fratelli, fin da bambina rivela un grande talento che la porta a suonare e cantare in chiesa con le due sorelle, con il nome di "Waymon Sisters". Ma il pregiudizio razziale del profondo sud negli anni quaranta la condizionerà per molto tempo. Prende lezioni di piano, pagate dalla comunità di colore locale che promuove una fondazione per consentirle di proseguire gli studi musicali a New York. Nei primi anni cinquanta lavora come pianista-cantante in vari club, ispirandosi a Billie Holiday; si orienta verso il jazz, cambia il suo nome in Nina Simone (in onore di Simone Signoret, di cui era ammiratrice) ed esegue I Loves You, Porgy, cover di un brano di George Gershwin (da Porgy and Bess). Il suo album di debutto, datato 1958, comprendeva I Loves You, Porgy e My Baby Just Cares for Me. Lavora per parecchie case discografiche mentre, a partire dal 1963, inizia a lavorare stabilmente con la Philips. È in questo periodo che registra alcune delle sue canzoni più incisive, come Old Jim Crow e Mississippi Goddam, che sono divenute inni per i diritti civili. Era amica ed alleata di Malcolm X e di Martin Luther King. Nina Simone lascia gli Stati Uniti verso la fine degli anni sessanta, accusando sia l'FBI che la CIA di scarso interesse nel risolvere il problema del razzismo. Negli anni successivi girò il mondo, vivendo a Barbados, in Liberia, in Egitto, in Turchia, in Olanda ed in Svizzera. In seguito al polemico abbandono degli USA i suoi album vengono pubblicati solo di rado. Nel 1974 la Simone abbandona per qualche anno la discografia lasciando poche notizie di sé. Ritorna nel 1978 con un album che prende il titolo da un brano di Randy Newman. Si eclissa di nuovo fino agli anni ottanta. Dopo che Chanel ha usato, negli anni ottanta, la sua My Baby Just Cares For Me per una pubblicità televisiva, molti hanno riscoperto la sua musica e Simone è diventata un'icona del jazz. Nel 1987, My Baby Just Cares For Me (brano di quasi trent'anni prima) entra prepotentemente nelle classifiche inglesi. Si moltiplicano antologie e ristampe dei suoi dischi. Dopo i successi ottenuti negli anni ottanta, torna con uno nuovo album, Nina's Back, del 1989, seguito da Live & Kickin, live registrato qualche anno prima a San Francisco. La cantante si è sposata due volte, ha avuto una figlia nel 1964 e ha vissuto una vita difficile e travagliata. Ha avuto rapporti difficili con uomini potenti e violenti, ed è risaputo che il marito manager la picchiasse. Ha avuto una relazione con Earl Barrowl, Primo Ministro delle Barbados. Nel 1980, un suo amante C.C. Dennis, importante politico locale, è stato ucciso da un criminale. Nina Simone morì il 21 aprile 2003 nella sua casa a Carry-le-Rouet dopo una lunga lotta contro la malattia, per le complicanze dovute a un tumore al seno.


    Nina Simone dall’album “at the Village Gate” (1962)
    The House of the Rising Sun




    "Don't Let Me Be Misunderstood" è una brano musicale scritto da Bennie Benjamin, Gloria Caldwell e Sol Marcus per la cantante e pianista Nina Simone, che la registrò per la prima volta nel 1964. In seguito "Don't Let Me Be Misunderstood" è stata registrata o eseguita da numerosi artisti nel corso degli anni, ma è conosciuta principalmente per la registrazione del 1965 in chiave blues-rock dei The Animals, e nella sua reinterpretazione disco del 1977 dei Santa Esmeralda.





    Discografia


    Etichetta Bethlehem (1958-1959) [modifica]

    1958 - Little Girl Blue - Jazz as played in an exclusive side street club
    1959 - Nina Simone and Her Friends
    Etichetta Colpix (1959-1964) [modifica]
    1959 - The Amazing Nina Simone
    1960 - Nina Simone at Town Hall
    1961 - Nina Simone at Newport
    1961 - Forbidden Fruit
    1962 - Nina at the Village Gate
    1962 - Nina Simone Sings Ellington
    1963 - Nina Simone at Carnegie Hall
    1964 - Folksy Nina
    1966 - Nina Simone with Strings



    Etichetta Philips (1964-1967)

    1964 - Nina Simone in Concert
    1964 - Broadway-Blues-Ballads
    1965 - I Put a Spell on You
    1965 - Pastel Blues
    1966 - Let It All Out
    1966 - Wild Is the Wind
    1967 - High Priestess of Soul


    Etichetta RCA (1967-1975)


    1967 - Nina Simone Sings the Blues
    1967 - Silk & Soul
    1968 - 'Nuff Said!
    1969 - Nina Simone and Piano!
    1969 - To Love Somebody
    1970 - Black Gold
    1971 - Here Comes the Sun
    1972 - Emergency Ward
    1974 - It is Finished
    1975 - The Great Show Live in Paris



    Etichette diverse (1978-1993)

    1978 - Baltimore
    1982 - Fodder on My Wings
    1984 - Backlash
    1985 - Nina's Back
    1985 - Live & Kickin
    1987 - Let It Be Me
    1987 - Live at Ronnie Scott's
    1993 - A Single Woman



     
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    Michael Buble'


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    Biografia


    Le origini di Michael Buble' sono italiane: il nonno veneto di Treviso, la nonna Yolanda di origini abruzzesi di Carrufo (AQ). Nato il 9 settembre 1975 a Vancouver, Canada, con la voce che si ritrova, con il viso da bel tenebroso e un look alla moda, Michael Bublé potrebbe tranquillamente inseguire sogni dorati nel mondo del pop. E invece la strada scelta aggira le melodie "facili" e i videoclip sexy. La sua musica omaggia Frank Sinatra, Bobby Darin, Ella Fitzgerald e Mills Brothers. "Nel corso della mia crescita mio nonno è stato il mio migliore amico - racconta Bublé -. E' stato il primo a farmi conoscere un mondo musicale che la mia generazione sembra aver dimenticato. Sebbene io ami il rock e la musica moderna in genere, la prima volta che mio nonno mi ha fatto ascoltare i Mills Brothers è successo qualcosa di magico. E' stato come se il mio futuro si fosse materializzato in quell'istante: ho capito che volevo diventare un cantante, e che quella sarebbe stata la musica che avrei fatto". Oggi a distanza di alcuni anni dalla "rivelazione", Michael Bublé ha pubblicato un album omonimo che è il manifesto della sua passione per lo swing. E' proprio seguendo lo stile dei suoi ispiratori, tra cui trovano posto anche Keely Smith, Sarah Vaughan e Rosemary Clooney, che il cantante canadese ha rivisitato alcune hit del passato (anche recente) che hanno segnato la sua formazione artistica. E così, accanto alla cover di "Put your head on my shoulder", con cui il teen idol Paul Anka infranse i cuori delle coetanee sul finire degli anni '50, e a quella di "Come fly with me", dell'insuperabile Frank Sinatra, trovano posto, ad esempio, "Crazy little thing called love" di Freddie Mercury e compagni (Queen), e "Kissing a fool" di George Michael. Nell'album compare inoltre una cover di "How can you mend a broken heart" dei Bee Gees a cui contribuisce in qualità di ospite proprio Barry Gibb. "Penso che tutte queste canzoni abbiano qualcosa in comune - spiega Michael -. Hanno tutte un cuore e un'anima, rappresentano la volontà dei loro autori di stabilire un contatto vero con chi le ascolta". Molti di questi brani sono tra i primi cantati dal giovanissimo Bublé. "Mio nonno - racconta -, per introdurmi nel mondo della musica, mi chiese come favore di imparare alcune delle sue canzoni preferite. Non ci volle molto per convincermi e qualche tempo dopo già partecipavo a concorsi di canto locali. Ne vinsi anche uno, ma fui squalificato perché ero troppo piccolo". Sotto la direzione del nonno Michael dall'età di 17 anni ha pubblicato diversi album con etichette indipendenti. La vera svolta è arrivata quando l'ex primo ministro canadese Brian Mulroney, grande appassionato di musica pop, ha presentato Bublé al produttore David Foster, che lo ha immediatamente messo sotto contratto per la sua etichetta, la 143 Records. A partire dalla primavera del 2001 i due hanno lavorato alle canzoni dell'album omonimo con la ferma intenzione di non farne un semplice tributo alla musica
    anni '40 e '50. Il risultato è quanto di più moderno ci si possa aspettare. La cover di "Kissing a fool", ad esempio, rende se possibile ancora meglio l'atmosfera jazz dell'originale. E tutto il resto non si allontana poi molto dall'ottimo lavoro fatto da Robbie Williams nel 2001 con "Swing when you're winning", tributo della popstar britannica alla musica di Frank Sinatra. La differenza è che Robbie poteva anche permettersi il rischio di un passo falso dopo il successo incredibile ottenuto con l'album dal titolo assonante "Sing when you're winning". Michael Bublé, invece, si gioca tutto in un sogno in bianco e nero: i colori che hanno segnato un'epoca, i colori della vittoria nel fascino retrò di una bandiera a scacchi. Dopo il successo ottenuto con la canzone "Spiderman" tema della colonna sonora del film "Spiderman 2" (2004), è uscito nel 2005 il secondo disco di Michael Bublè, intitolato "It's Time".



    www.youtube.com/watch?v=dG8giVJKQPI






    Discografia



    Album


    First Dance (1996)
    Babalu (2001)
    Dream (2002)
    Michael Bublé (2003)
    Totally Bublé (2003)
    Come Fly with Me (2004)
    Let It Snow (2004)
    It's Time (2005)
    Caught in the Act (2005)
    Call me irresponsible (2007)
    Michael Bublé Meets Madison Square Garden (2009)
    Crazy Love (2009)
    Special Delivery (2010)
    Crazy Love (Hollywood Edition) (2010)



    Singoli

    Moondance (2003)
    Sway (2003)
    Come Fly With Me (2004)
    The Way You Look Tonight (2004)
    You'll Never Find Another Love Like Mine (2004)
    How Can You Mend a Broken Heart (2004)
    Spiderman Theme Song (2004)
    Let It Snow (2004)
    Home (2005)
    Feeling Good (2005)
    Save the Last Dance for Me (2005)
    You'll Never Find Another Love Like Mine (feat. Laura Pausini) (2005)
    Quando quando quando (feat. Nelly Furtado) (2006)
    Everything (2007)
    Me and Mrs. Jones (2007)
    Lost (2007)
    Haven't Met You Yet (2009)
    Hold On (2009)
    Crazy Love (2009)
    Hollywood (2010)




     
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    Bryan Adams

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    Biografia


    Quando essere rocker non è un'etichetta come un'altra ma è qualcosa che si ha nel sangue, quando è un modo e uno stile di vita che si sente sulla propria pelle come una seconda natura... Bryan Adams risponde perfettamente a questo profilo. E' genuino, immediato, tutto chitarre e batteria esattamente come il suo sano e buon rock'n'roll. Nato il 5 novembre 1959, a Kingston, Ontario (Canada), da genitori inglesi (il padre era un diplomatico che ha portato la famiglia in giro per il mondo), Bryan Adams è diventato il cantante canadese più famoso della fine degli anni '80 e degli anni '90, ed è molto conosciuto soprattutto grazie alle sue ballate (di pura tradizione rock) e alle canzoni di stampo classico come "Summer of '69" e "Cuts like a knife", oltre ad altri numerosi brani le cui melodie sono spesso diventate dei tormentoni per esser state scelte da famosi spot tv. L'omonimo album di debutto risale al 1980 ed ha rappresentato la base per il lancio, l'anno successivo, del suo secondo album "You want it, you got it", il primo ad imporsi, seppur in tono minore, nelle chart americane grazie ad una hit radiofonica intitolata "Lonely Nights". Il terzo album "Cuts like a knife" viene pubblicato nel 1983 e sarà quello che riuscirà davvero a far breccia nelle classifiche, raggiungendo addirittura l'ottava posizione, cosa non da poco nell'affollato e intricatissimo panorama della musica d'oltreoceano. Con grande sorpresa dei produttori, Bryan Adams si porta a casa addirittura un album di platino, successo poi bissato in Inghilterra tre anni più tardi. La strada sembra ormai spianata e negli anni successivi il solido rocker non delude le aspettative dei produttori che puntano su di lui, arrivando alla consacrazione prima con un'ospitata al "Live Aid" di Philadelphia e poi duettando con una star come Tina Turner sulle note di "It's only love". La fine degli anni '80, dopo lunghi tour snervanti, ci restituisce Bryan Adams in una veste più riflessiva e tendente al "dietro le quinte". Scrive e prepara nuovi pezzi con il suo nuovo co-produttore e co-autore Mutt Lange e contribuisce al lavoro di artisti come Motley Crue, Belinda Carlisle, Charlie Sexton ed altri ancora. Nel 1988 è ancora in sella, più vitaminico che mai, nel concerto in onore di Nelson Mandela allo Wembley Stadium di Londra. Nel 1990 sale sul palco berlinese che ospita una speciale performance dei Pink Floyd: "The Wall with Roger Waters". Tutto ciò viene comunque messo in ombra dall'incredibile successo ottenuto dall'album che viene pubblicato nel 1991, "Waking up the neighbours" che include la hit "(Everything I do) I do it for you"; il pezzo - tema del fortunato film "Robin Hood - Principe dei ladri", con Kevin Kostner - è un fenomenale successo da classifica e riesce a rimanere in cima alla chart inglese per ben 16 settimane (ad oggi il singolo con maggior permanenza al numero uno della storia della musica britannica). Alla fine vende tre milioni di copie e raggiunge la vetta delle classifiche di mezzo mondo diventando il singolo più venduto di quell'anno e regalando a Bryan Adams la sua prima nomination all'Oscar. I singoli pubblicati in seguito, "Can't stop this thing we started", "Thought I'd died and gone to heaven", "Please forgive me" e "All for love" si rivelano altrettanto proficui commercialmente e permetteranno al cantante di intraprendere, nel 1994, un lungo tour che lo porterà nel sud-est dell'Asia, e durante il quale Adams diventerà il primo artista rock occidentale a visitare il Vietnam dalla fine della guerra. Al suo ritorno, instancabile, sfornerà altre lodevoli prove, sempre accolte dal pubblico con entusiasmo. Alle soglie del 2000 Bryan Adams si prende una pausa per dedicarsi con successo alla fotografia. Nel 2002 fotografa la regina Elisabetta II per il suo Golden Jubilee, immagine che viene poi utilizzata per un francobollo britannico. Dopo l'uscita di un greatest hits intitolato "Best of me", verso la fine del 2000 pubblica un nuovo album, in collaborazione con il compositore Hans Zimmer; il disco formerà poi la colonna sonora del film "Spirit", in seguito nominato ad un Golden Globe. Tra le sue ultime fatiche c'è "Room Service" (settembre 2004), registrato dopo una pausa durata tre anni. Il lavoro è prodotto dallo stess Adams, mixato da Bob Clearmountain ed è stato in gran parte registrato in camere d'albergo o backstage durante i lunghi tour europei degli ultimi due anni. Nel 2008 è uscito il nuovo disco dal titolo "11". Due anni più tardi è presente insieme alla connazionale Nelly Furtado sul palco della cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010.




    www.youtube.com/watch?v=rtOjFeJYJYE&feature=fvw





     
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    Kenny Loggins

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    Biografia


    Cantante, cantautore e chitarrista statunitense, Kenny Clark Loggins (Everett, 7 gennaio 1948), viene tuttora considerato come una delle voci più sorprendenti degli anni 70 e 80. Kenny Loggins viene anche ricordato, per gli anni migliori della sua carriera, non solo per la sua meravigliosa voce ma anche per il suo contributo a molte colonne sonore di successo: con il brano I'm Alright nel film "Caddyshack" 1980, Footloose e I'm Free (Heaven Helps The Man) nella colonna sonora del film "Footloose" di Herbert Ross 1984, Double Or Nothing nel film "Rocky 4" del 1985, Danger Zone & Playing With The Boys dal film "Top Gun" del 1986, Meet Me Half Way dal film "Over the Top" del 1987, Nobody's Fool nel film "Caddyshack II" del 1988 e la bellissima e romantica For The First Time dal film "One Fine Day" del 1996. Nel 1969 compone il suo primo brano House At The Pooh Corner, che viene fatto incidere dalla Nitty Gritty Dirt Band. Questa canzone, assieme a Danny's Song, sarà tra le canzoni più famose e più amate (dalla gente) del cantautore statunitense. Kenny Loggins inizia la sua carriera da cantante nel 1970 insieme a Jim Messina, un sodalizio forte e ricco di successi che si chiuderà poi nel 1976, per intraprendere (l'anno successivo) la sua carriera da solista con l'album "Celebrate Me Home" del 1977. Nel 1985 partecipa ad USA for Africa, un supergruppo di 45 celebrità della musica pop tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, cantando We Are the World prodotta da Quincy Jones e incisa a scopo benefico. I proventi raccolti con We Are the World furono devoluti alla popolazione dell'Etiopia, afflitta in quel periodo da una disastrosa carestia. Il brano vinse il Grammy Award come "canzone dell'anno", come "disco dell'anno", e come "miglior performance di un duo o gruppo vocale pop". Kenny Loggins ha composto lavori memorabili, chiamati masterpiece nella discografia mondiale: "Celebrate Me Home" e "High Adventure" sono due di quei lavori musicali che fanno parte della categoria succitata. Un capolavoro degli anni '90 (1991, per l'esattezza) si intitola "Leap Of Faith". Questo album è una delle opere pop/rock/westcoast più complete e più belle (nelle composizioni, negli arrangiamenti, negli strumenti usati, nello stile originale e nell'audio) mai composte negli ultimi 20 anni. Kenny Loggins, oltre che per memorabili album composti durante la sua carriera, si può anche ricordare per vari concerti live incisi sia su VHS che su DVD, in particolare "Alive" (1980), il concerto benefico "Live AID" (1985) con la partecipazione di tanti altri grandi artisti del panorama musicale mondiale, "Live From The Grand Canyon" del (1992), "Return To Pooh Corner - The Concert Video" (1994), "Outside From The Redwoods" del (1993). Artista poco noto al pubblico italiano, Kenny Loggins durante gli anni ottanta fu più volte confuso con la figura, ed in particolar modo per la voce, di George Michael, data la somiglianza del timbro vocale tra i due artisti. Ha scritto e composto canzoni da Grammy Awards, come What A Fool Believes, scritta in collaborazione con il suo amico (cantautore e musicista) Michael McDonald (ex componente dei Doobie Brothers). What A Fool Believes è inserita nell'album "Minute By Minute" dei Doobie Brothers ed è stata pluripremiata: "canzone dell'anno" 1979, "miglior arrangiamento vocale maschile" nel 1980. Kenny Loggins, nei suoi lavori musicali, ha collaborato con i migliori musicisti e artisti della westcoast music e non solo della westcoast, alcuni di questi sono: David Foster, James Newton Howard, Richard Page (Pages & Mr. Mister), Steve George (Pages & Mr. Mister), Toto (Steve Lukather, Jeff Porcaro, Steve Porcaro, David Paich), Bill Champlin (Chicago), Michael Jackson ("Who's right, who's wrong" - canzone che si trova nell'album "Keep The Fire"), David Pack (Ambrosia), Michael McDonald, Steve Perry (Journey), Richard Marx, Greg Philliganes, David Sanborn, Michael Ruff, Philip Bailey degli Earth, Wind & Fire nell'album "Vox Humana", Lee Ritenour, Steve Gadd e tanti altri che si possono trovare sul sito Bluedesert nella zona "artists". Il suo nome è stato inserito nella Walk Of Fame. Kenny dimora a Santa Barbara, nel cuore della westcoastside americana. Kenny Loggins sposò Julia Cooper nel 1992 e la coppia divorziò nel 2004. Ebbero due figli insieme. Scrissero anche un libro "The Unimaginable Life" che fu composto da lettere che i due si erano scritti e aiutavano alcuni con la loro relazione. Precedentemente Loggins è stato sposato con Eva Ein (1978-1990) con cui ebbe tre figli. Il più vecchio si chiama Crosby Loggins che incise il suo primo cd nel 2007 dal titolo "We All Go Home". Crosby nel 2008 è stato votato come il vincitore del reality show di MTV Rock the Cradle. Loggins ha un cugino,il cantante e comopsitore Dave Loggins.




    www.youtube.com/watch?v=EOF6Vazusho



    Discografia


    Sittin'In (1971)
    Loggins & Messina (1972)
    Full Sail (1973)
    Mother Lode (1974)
    On Stage (Double CD) (1974)
    Native Sons (1976)
    The Best Of Friends (1976)
    Celebrate Me Home (1977)
    Finale (1977)
    Nightwatch (1978)
    Keep the Fire (1979)
    Alive (double CD) (1980)
    High Adventure (1982)
    Vox Humana (1985)
    Back to Avalon (1988)
    Starbox (1989)
    Leap of Faith (1991)
    Live from the Grand Canyon - DVD (1992)
    Love songs of Kenny Loggins (1993)
    Outside from the Redwoods - CD and DVD (1993)
    Return to Pooh Corner (1994)
    The Unimaginable Life (1997)
    Yesterday, Today, Tomorrow (1997)
    Conviction of the heart and other hits (1998)
    December (1998)
    More Songs from Pooh Corner (2000)
    Christmas time is here (2001)
    The essential Kenny Loggins (2002)
    It's About Time (2003)
    Forever Greatest Hits (2004)
    Kenny Loggins Live - limited edition (2004)
    Whenever I call you friend (2005)
    Christmas collections (2005)
    Collections (2006)
    Celebrate Me Home/Nightwatch (2007)
    How About Now (2007)
    Super Hits (2008)
    Vox Humana (2 Bonus Track - from the OST "Caddyshack I") (2008)
    Keep The Fire (2 Bonus Track - live) (2008)
    The Essential Kenny Loggins (Limited Edition 3.0) (2008)
    All Join In (2009)



     
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    Johnny Rivers




    Biografia


    John Henry Ramistella è nato il 7 novembre 1942 a New York e si è trasferito, con la famiglia, a Baton Rouge, Louisiana, all'età di 5 anni. Le prime influenze del piccolo John furono le canzoni popolari italiane suonate al mandolino e alla chitarra dal padre e dallo zio, mentre, dalla zona di residenza, John assorbì il rhythm'n'blues e la musica del delta del Mississippi. Durante la high school, il futuro Johnny Rivers fece parte di diversi gruppi e nel 1956 fondò il suo primo combo, gli Spades, coi quali esordì su vinile con il 45 giri "Little girl" (attribuito a John Ramistella), pubblicato dalla Natchez attraverso la Suede nel 1957. Nello stesso 1957, durante un viaggio scolastico a New York, John incontrò il celeberrimo dee-jay Alan Freed, l'inventore del termine rock'n'roll (non è così semplice la storia del nome, ma non divaghiamo). Fu lo stesso Freed a trovare un nuovo nome per il giovane John e pensando al fatto che il cantante era cresciuto sulle rive del Mississippi, Rivers (fiumi) sembrò adatto e molto più musicale di Ramistella (che poteva avere, però, un suo fascino esotico, ma qui stiamo parlando di rock'n'roll, giustamente). L'esordio di Johnny Rivers fu il 45 giri "Baby come back", pubblicato nel marzo 1958, prima dalla Gone e successivamente, dalla Roulette, seguito da "You're the one" (Guyden 1958) e "You're first and last love" (Dee Dee, marzo 1959). Nessuno di questi primi singoli diventò un successo e Rivers se ne tornò a Baton Rouge. Johnny Rivers ricominciò a girare per i locali del sud e durante una tappa a Birmingham, Alabama, incontrò la vedova di Hank Williams, Audrey e con il suo aiuto, trovò un contratto a Nashville con la Cub, una sussidiaria della MGM. I due 45 giri pubblicati dalla Cub furono "Everyday" (1959) e "Customary thing" (1960). Dopo aver conosciuto James Burton, il chitarrista del rocker Ricky Nelson, Rivers si trasferì a Los Angeles con l'intenzione di passare alla produzione di altri artisti (Ricky Nelson aveva inserito una canzone di Johnny Rivers in suo album del 1960, "More songs by Ricky"). In quel periodo, Rivers incise alcuni 45 giri per la Chancellor e altri per la Capitol, ma ritornò su un palco solo nel 1963 e per un'occasione fortuita. Johnny Rivers era solito frequentare un ristorante italiano che apriva prima delle quattro del mattino, quando i frequentatori dei club che chiudevano dopo le due arrivavano per mangiare qualcosa. Il proprietario del ristorante, Bill Gazzari, aveva solitamente un trio jazz che allietava quei pasti notturno-mattutini, ma un bel giorno (alba) si trovò senza band e sapendo che Johnny Rivers era un musicista, gli chiese di aiutarlo per qualche nottata. Rivers non si sentiva adatto per quel ruolo, suonando "funky rock'n'roll" (come racconta lui stesso), ma Gazzari insistette. Johnny Rivers si esibì per alcune nottate con la sua voce e la chitarra e un solo altro membro, il batterista Eddie Rubin: l'idea ebbe un successo inaspettato e al momento di mollare quell'esperienza, Gazzari offrì ancora più soldi per non interrompere i concerti notturni. Con l'aggiunta del bassista Joe Osborn, Rivers creò un trio che fu notato dal celebre produttore Lou Adler e in seguito, firmò un contratto per un anno di concerti al Whisky A Go-Go. Era il 1964 e in quei giorni i Beatles pubblicavano "I want to hold your hand", una specie di inizio ufficiale della British Invasion. Da quei primi concerti al famoso locale sul Sunset Strip (che aprì i battenti proprio in quel 1964), Lou Adler ricavò un album dal vivo, "Johnny Rivers live at the Whisky A Go-Go" (Imperial 1964), salito sino al numero 12 della classifica USA, ma ancor meglio fece il singolo "Memphis" (una cover di "Memphis, Tennessee" di Chuck Berry), salito sino al numero 2. I successi su singolo da top ten di Johnny Rivers furono nove, l'ultimo nel 1977, "Swayin' to the music (Slow dancing)" e i dischi venduti in carriera, più di trenta milioni. Accanto all'attività di musicista, Johnny Rivers ha continuato una carriera parallela come produttore (un Grammy Award portato a casa come produttore dei 5th Dimension) e in un periodo imprecisato, ha fondato l'etichetta Soul City Records. Gli album dell'artista sono innumerevoli, e decine e decine le antologie, ma nel 1998 il rocker è tornato a incidere, pubblicando, per la propria Soul City Records, "Last train to Memphis". Johnny Rivers compare nella raccolta "Here comes summer".






    www.youtube.com/watch?v=DmoOx0omJHg

     
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    Simply Red


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    Biografia


    I Simply Red erano un gruppo musicale pop-soul britannico, fondato nella prima metà degli anni '80 da Mick Hucknall e tre ex-componenti della band dei Durutti Column Ispirato da un concerto dei Sex Pistols, tenutosi a Manchester, nel 1976, lo studente d'arte Mick Hucknall decise, all'età di 15 anni, di affrontare la carriera di esecutore musicale; nel giro di pochi anni si cimentò per la prima volta in questo ruolo, cantando in un gruppo punk chiamato The Frantic Elevators. Hucknall cercò di persuadere diverse etichette locali a pubblicare il materiale degli Elevators, tuttavia il giovane gruppo si sciolse nel 1984; il loro unico successo è stato l'ultimo singolo: "Holding Back the Years", portata poi al grande successo internazionale dai Simply Red. Capendo che la sua potente voce poteva ancora essere fonte di grandi fortune, Hucknall assunse il suo primo manager, Elliot Rashman, che aveva grande entusiasmo per le potenzialità di Hucknall. Agli inizi del 1985 avevano già creato un gruppo composto da musicisti di alto profilo, componendo brani che interessarono diverse major discografiche. Adottarono il nome Simply Red (nomignolo di Hucknall, che denota il colore dei suoi capelli, le sue preferenze calcistiche per la squadra del Manchester United, nonché le sue tendenze politiche) e sottoscrissero un contratto con l'etichetta Elektra. Cominciarono immediatamente a provare e ben presto registrarono del materiale e, nonostante la band fosse già delineata, questo periodo finì con l'essere piuttosto turbolento: diversi artisti che contribuirono allo sviluppo dei Simply Red furono ripagati con insuccessi, e si generarono sentimenti di amarezza e di rivalsa, che in alcuni casi regalarono ad Hucknall la reputazione di operatore spietato. Il gruppo esordisce con Fritz McIntyre alle tastiere, Chris Joyce alla batteria, David Fryman alla chitarra e Tony Bowers al basso. Il loro primo singolo fu "Money's Too Tight (To Mention)" nel 1985, una Top 20 nella classifica britannica e soprattutto una Top 5 in Italia; questa canzone è una cover del brano soul dei Valentine Brothers, uscito l'anno prima. La potenza vocale di Mick e l'energia della band elesse i Simply Red come «gruppo da tenere sotto osservazione». Dopo l'uscita del singolo e del relativo video, Mick licenzia Fryman. Entrano nella band Tim Kellett (tastierista, trombettista, percussionista), ex turnista dei Durutti Column, e il chitarrista Sylvan Richardson. Una successiva serie di flop ("Come to My Aid" - UK 66, "Holding Back the Years" - UK 56, "Jericho" - UK 53) fu arrestata un anno dopo, quando "Holding Back the Years", un riarrangiamento del brano dei vecchi Frantic Elevators, arrivò al Numero 1 della U.S. Chart. Fu poi ripubblicata anche in Gran Bretagna e questa volta raggiunse il 2. Subito i Simply Red furono incoronati star, e il loro album di debutto, Picture Book (1985), fu su tutti gli scaffali dei negozi di musica del globo. L'immagine di Hucknall come ultimo Oliver Twist, con un bastone da passeggio, maglione di lana ed un berretto di stoffa a coprire una «scopetta» sregolata di rossi capelli, fu abbastanza distintiva, ma presto sembrò inappropriata per il disco di platino che seguì. Per il tour vengono arruolati il sassofonista Ian Kirkham e la corista Janette Sewell. Per il secondo album, Men and Women (1987), fu adottato uno stile più sobrio: cappelli a bombetta e completi colorati rimpiazzarono il look da straccione. Anche la musica cambiò, con l'introspezione sociale commentativa del loro debutto rimpiazzata da una sonorità soul funky più audace. Fu in questo periodo che Hucknall divenne un bersaglio per la stampa popolare, la quale, piombando sulle suggestive parole della hit "The Right Thing", liquidò le sue sortite «amorose» in pochi, violenti articoli, tracciando i primi segni di un'immagine dell'artista come uno spaccone libertino. A dispetto della cattiva stampa, e della cruenta critica, Men and Women vendette abbastanza per tenere la band a galla. Ci furono però dei cambiamenti nella line-up: a metà anno il chitarrista Sylvan Richardson lascia la band e viene rimpiazzato da Aziz Ibrahim che resterà solo un anno. Lo si può vedere nel video live girato in Brasile per il singolo "I Won't Feel Bad", agli inizi del 1988. A sua volta, sarà poi sostituito da Heitor Teixeira Pereira (Heitor TP) a luglio di quell'anno. Anche la corista Janette Sewell andrà via proprio nello stesso periodo. Prima di iniziare i lavori sul terzo album, Hucknall prese una decisione: mettere in un unico album tutta musica di qualità mirata alla massa, piuttosto che continuare l'infruttuosa via della credibilità. Nell'album A New Flame (1989) le sonorità dei Simply Red diventano morbide e classiche, perfettamente illustrate dalla cover del brano di Harold Melvin, "If You Don't Know Me By Now", che divenne la Numero 1 nelle chart degli Stati Uniti d'America e uno dei singoli più ascoltati al mondo in quell'anno. Dopo questo tipo di successo, il punto di non ritorno venne oltrepassato. Hucknall cominciò ad essere ripreso con le più belle donne e corteggiato dalle celebrità di Hollywood, e i Simply Red si ritrovarono fermamente al posto di superstar. La corista del tour è Dolly James e resterà fino al concerto di chiusura del marzo 1990, in Inghilterra, che poi uscirà in video col titolo Let Me Take You Home. Curiosa l'assenza di Heitor T. Pereira nel video del singolo "A New Flame", la title-track del long playing. Nel 1991, Hucknall si dichiarò un cittadino europeo ed ammise finalmente che i Simply Red fossero essenzialmente un progetto solista. Infatti, non ci pensò due volte a licenziare il batterista Chris Joyce per rimpiazzarlo con il programmatore Gota Yashiki, nel marzo di quell'anno; stessa cosa toccò al bassista Tony Bowers, che pochissimo tempo dopo fu tolto dalla formazione per essere sostituito da Shaun Ward, che il produttore Steve Levine aveva conosciuto anni prima, per un lavoro con gli Everyday People. Sorte positiva invece nei confronti del sassofonista Ian Kirkham, che viene fatto entrare come membro ufficiale, dopo essere stato solo un collaboratore in studio e in tour, fin dal 1986. Per il lungo tour entrano le coriste Dee Johnson e Myllenda Lay. Mick produsse il suo successo più articolato e ben formato della sua carriera con Stars (1991), un album sul quale Hucknall perfeziona l'arte di mascherare i testi politici in maniera tale da evitare di alienare i suoi fans più apolitici ("Wonderland", una delle ballate all'interno dell'album, per esempio, è un attacco nascosto a Margaret Thatcher). Stars fu uno degli album più venduti sia in Gran Bretagna che in Europa negli anni 1991 e 1992, anche se - paradossalmente - fu il loro ultimo album popolare negli USA. Due lunghi anni di tour e promozione seguirono Stars, ma i Simply Red tornarono più forti che mai nel 1995. Della formazione del precedente album restano solo Ian, Heitor, Fritz e la corista Dee. Tim Kellett lascia nel 1994 per creare una sua band, gli Olive. Gota Yashiki si interessa al suo lavoro solista e Shaun Ward si dedica alla produzione. Il duo giamaicano più famoso al mondo, Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, sostituisce questi ultimi due alla batteria e al basso come ospiti speciali per l'album Life, anche se per il tour arrivano Velroy Bailey, Steve Lewinson e la corista Sarah Brown, che affianca Dee ricoprendo il ruolo lasciato vacante da Myllenda Lay. Il loro singolo "Fairground" stabilì nuovi record per radio, anche prima della sua emissione sul mercato. L'album vendette più di un milione di copie solo in Gran Bretagna, diventando il quarto album più venduto dell'anno. Nel 1996, esce il Greatest Hits, con il singolo "Angel" featuring Fugees. Heitor e Fritz lasciano per proseguire progetti solisti. Nel 1997 esce "Night Nurse", una vecchia canzone di Greg Isaac che vanta il featuring di Sly & Robbie. Blue (1998) conferma il #1 nella chart inglese ed è essenzialmente un album di cover che contiene anche due tentativi di ammodernamento di "The Air That I Breathe", originariamente un singolo degli Hollies. La produzione è nelle mani del trio AGM (Andy, Gota & Mick). Questo album infatti segna il ritorno di Gota Yashiki alla batteria e alla programmazione ed anche l'entrata di Andy Wright che aveva collaborato alla produzione di Life nel 1995. Della vecchia formazione restano Ian Kirkham, Dee Johnson e Sarah Brown. Alle chitarre arrivano Kenji Suzuki e Mark Jaimes, alla tastiera (insieme ad Andy) Tim Vine, al basso Wayne Stobbart e ai fiati John Johnson (fratello di Dee), Chris De Margary e Colin Graham. L'album vende bene in UK, ma, a causa della mancanza di materiale nuovo, perde un po' d'interesse a livello europeo, sebbene i singoli "Say You Love Me", "The Air That I Breathe", "Ghetto Girl" e "To Be Free" riscuotano buoni consensi ovunque. Love and the Russian Winter esce a fine 1999 e, sebbene sia un album valido, non ottiene il consenso sperato. Prodotto nuovamente dal trio AGM, arriva al 6 della chart inglese e vengono estratti due singoli soltanto: la cover "Ain't That a Lot of Love" e la dolce "Your Eyes", che rappresenteranno l'album all'interno del tour intitolato The Spirit of Life. Del gruppo non fanno più parte Colin Graham (sostituito da Kevin Robinson) e Tim Vine, andati via per altri impegni alla fine del Blue Tour. Nel 2000 esce la compilation It's Only Love, best di canzoni d'amore, che arriva solo al 28 in UK. Dopo 4 anni di assenza, ecco che nel 2003 tornano con qualcosa di nuovo. Il singolo "Sunrise", tratto da Home, porta nuovamente i Simply Red in auge, sia a livello d'interesse sia a livello di vendite commerciali. L'album arriva al 2 in UK e contiene alcune cover, ma anche brani originali scritti da Mick e dal gruppo stesso. Bellissima la scelta di far uscire come secondo singolo "Fake", ma nella versione remixata non presente nell'album che la rende ancora più intrigante e ballabile. "You Make Me Feel Brand New" viene scelto come terzo singolo per fine anno e la title-track "Home" come quarto, nella primavera successiva. Il gruppo va in tour per due anni e ottiene enorme successo e grandi riconoscimenti. Il concerto di Taormina del 24 luglio 2003 viene ripreso per il DVD Live in Sicily. L'album vede nella sua completezza realizzativa i seguenti musicisti: Mick Hucknall, Ian Kirkham, Gota Yashiki, Dee Johnson, Chris De Margary, Kevin Robinson, John Johnson, Mark Jaimes, Andy Wright, Dave Clayton, Steve Lewinson, Kenji Suzuki e Sarah Brown. Andy partecipa solo in veste di collaboratore, in quanto lascia la band per altri impegni. Terminate le registrazioni vanno via sia Mark che Gota per gli stessi motivi. Questi tre torneranno però in futuro come collaboratori. A sostituire Gota entra Pete Lewinson, fratello di Steve, e a sostituire Andy arriva Dave Clayton. Wayne Stobbart aveva lasciato già la band prima della registrazione dell'album ed era tornato Steve Lewinson. Nel 2005, tornano con Simplified, una collezione dei loro classici, riarrangiati acusticamente, che comprende anche il nuovo brano "Perfect Love", 3 in UK, e il singolo doppio lato A "Something Got Me Started"/"A Song for You", che però non entra in classifica. La band è la stessa dell'Home Tour: Mick Hucknall, Sarah Brown, Dave Clayton, Chris De Margary, Dee Johnson, John Johnson, Ian Kirkham, Pete Lewinson, Steve Lewinson, Kevin Robinson e Kenji Suzuki. Nel 2009 il gruppo tiene il Greatest hits tour 2009 che vede l'interpretazione dei successi contenuti nella raccolta Simply Red 25: The Greatest Hits. Il tour inizia in Germania, passa per l'Italia (nazione in cui i concerti vengono aperti da Noemi) e termina in Irlanda. Nel 2007 Mick Hucknall annunciò che avrebbe sciolto i Simply Red in occasione del loro 25esimo anniversario (nel 2009): il "Farewell tour" si tiene nel 2010 con date in Sud America, Asia, Australia ed Europa per concludersi con una serie di concerti tra settembre e dicembre in Inghilterra. Contestualmente all'annuncio del tour di addio è stata pubblicata una raccolta dal titolo "Songs of love" che significativamente si chiude con "Ev'ry time we say goodbye" il brano di Cole Porter reinterpretato dai Simply Red nel 1987. A conclusione degli impegni con il gruppo Mick Hucknall proseguirà la carriera come solista.




    www.youtube.com/watch?v=izOdvBmTDh0







    Discografia


    Album

    • 24 giugno 1985 - Picture Book #2 UK; #16 USA
    • 14 settembre 1987 - Men and Women #2 UK; #31 USA
    • 17 luglio 1989 - A New Flame #1 UK; #8 USA
    • 30 settembre 1991 - Stars #1 UK; #22 USA
    • 24 ottobre 1995 - Life #1 UK; #18 USA
    • 4 settembre 1998 - Blue #1 UK
    • 2 novembre 1999 - Love and the Russian Winter #6 UK
    • 3 giugno 2003 - Home #2 UK
    • 11 ottobre 2005 - Simplified #3 UK
    • 12 marzo 2007 - Stay #4 UK


    Album live


    • 2000 - In concert-Good Radiocut
    • 2005 - Cuba


    Raccolte

    • 26 febbraio 1996 - Greatest Hits #1 UK
    • 13 novembre 2000 - It's Only Love #28 UK
    • 17 novembre 2008 - 25: The Greatest Hits #9 UK - Raccolta pubblicata in edizione a doppio cd, con 25 successi, e limited edition composta dai 2 cd + dvd con 25 videoclip. A parte viene pubblicato anche il dvd che raccoglie ben 33 videoclip del gruppo.
    • 2010 - Songs of love


    Singoli

    • 1985 - Money's Too Tight To Mention #13 UK; #28 U.S. (nel 1986); #29 Francia; #3 Italia
    • 1985 - Come To My Aid #66 UK; #8 Italia
    • 1986 - Holding Back The Years #2 UK; #1 U.S.; #20 Italia
    • 1986 - Jericho #53 UK; #57 Germania
    • 1986 - Open Up The Red Box #61 UK
    • 1987 - The Right Thing #11 UK; #27 U.S.; #27 Germania; #3 Italia
    • 1987 - Infidelity #31 UK; #16 Italia
    • 1987 - Maybe Someday... #88 UK;
    • 1987 - Ev'ry Time We Say Goodbye #11 UK
    • 1988 - I Won't Feel Bad #68 UK;
    • 1989 - It's Only Love #13 UK; #57 U.S.; #24 Francia; #21 Germania; #3 Italia
    • 1989 - If You Don't Know Me By Now #2 UK; #1 U.S.; #1 Australia; #9 Austria; #1 Canada; #11 Francia, #19 Germania;#5 Italy; #5 Olanda; #1 Nuova Zelanda; #2 Norvegia; #12 Svizzera
    • 1989 - A New Flame #17 UK; #43 Francia; #55 Germania
    • 1989 - You've Got It #46 UK
    • 1991 - Something Got Me Started #11 UK; #23 U.S.; #19 Francia; #11 Germania; #4 Italia
    • 1991 - Stars #8 UK; #44 U.S.; #24 Francia; #19 Germania; #8 Italia
    • 1992 - For Your Babies #9 UK; #46 Francia; #43 Germania
    • 1992 - Thrill Me #33 UK
    • 1992 - Your Mirror #17 UK; #59 Germania
    • 1992 - Montreux EP ("Love For Sale") #11 UK; #12 Italia (registrato al Montreux Jazz Festival)
    • 1995 - Fairground #1 UK; #26 France; #5 Germania; #3 Italia
    • 1995 - Remembering The First Time #22 UK; #55 Germania
    • 1996 - Never Never Love #18 UK
    • 1996 - We're In This Together #11 UK; #32 Germania
    • 1996 - Angel #4 UK; #14 Italia
    • 1997 - Night Nurse(Sly & Robbie feat.Simply Red) #13 UK
    • 1998 - Say You Love Me #7 UK; #49 Germania; #10 Italia
    • 1998 - The Air That I Breathe #6 UK; #66 Germania
    • 1998 - Ghetto Girl #34 UK
    • 1998 - To Be Free #96 Germania
    • 1999 - Ain't That A Lot Of Love #14 UK; #55 Germania; #29 Italia
    • 2000 - Your Eyes #26 UK
    • 2003 - Sunrise #7 UK; #17 Francia; #14 Germania; #5 Italia
    • 2003 - Fake #21 UK; #43 Germania; #7 Italia
    • 2003 - You Make Me Feel Brand New #7 UK;#43 Germania
    • 2004 - Home#40 UK
    • 2005 - Perfect Love #30 UK; #45 Germania; #13 Italia
    • 2006 - Something Got Me Started / A Song For You (doppio A-side) #207 UK; #127 Francia
    • 2006 - Oh! What a Girl! #57 UK; #8 Italia
    • 2007 - So Not Over You #34 UK; #2 Italia
    • 2007 - Stay #28 Italia
    • 2007 - The World and You Tonight #104 UK
    • 2008 - Go Now



     
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    Norah Jones


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    Biografia


    Norah Jones è nata a New York il 30 marzo 1979, figlia di Ravi Shankar, il maestro di sitar del Beatle George Harrison, non è cresciuta con lui ma solo con sua madre, Sue Jones, cantante di musica soul, che le ha trasmesso l'amore per la musica. Il suo nome completo di battesimo era Geethali Norah Jones Shankar: all'età di 16 anni lo ha legalmente cambiato in Norah Jones, a conferma del difficile rapporto con il padre. Fino a qualche anno fa, di lui riusciva solo a dire "è un grande musicista". La sorella, figlia di Ravi e di un'altra donna, Anoushka Shankar, di due anni più piccola, è anche lei una musicista: "ha un talento raro", dice di lei Jones. Con la madre visse a New York fino al 1983, anno in cui la piccola compiva quattro anni. Da allora, la coppia si trasferì a Grapevine, Texas, dove visse fino ai venti anni. Nella sua casa non mancarono mai dischi dei classici del blues e del jazz: Billie Holiday, Aretha Franklin, Ray Charles e Bill Evans. All'influenza musicale materna bisogna sommare quella che ricevette da sua nonna, un'appassionata del forte country degli Outlaws, da Hank Williams a Willie Nelson. Jones incominciò a studiare canto e si unì al coro della chiesa per cantare gospel, nel periodo in cui iniziava gli studi di pianoforte e sassofono. Era lontana dall'essere un'alunna modello: era abbastanza vaga e lasciò lo studio varie volte. Il suo primo contatto col jazz l'ebbe a Dallas, entrando nella sua adolescenza nell'Istituto Booker T. Washington . Nel 1996 e 1997 conquistò vari premi di interpretazione e composizione per studenti. Terminando l'istituto entrò nell'Università di North Texas, dove studiò pianoforte e teoria nel programma di jazz. Lì si specializzò in tastiera di jazz e formò il suo primo gruppo. A venti anni compiuti, Jones girò a New York per alcune brevi ferie e non volle ritornare nel Texas, con grande dispiacere di sua madre. Una volta nella "Grande Mela", si buttò immediatamente nel fertile circuito di concerti al Greenwich Village e collaborò con diverse band. Per due anni si guadagnò da vivere cantando in saloni di jazz, pranzi e happy hours, molte volte anche con meno di quindici persone e riscuotendo solo delle mance che davano i parrocchiani. Tuttavia, in quell'epoca intuì che voleva vivere con la musica e che poteva farlo grazie al suo innato talento. Abbandonò l'università, incominciò a scrivere le sue prime canzoni, fece parte per un po' di un gruppo funk fusion, Wax Poetic, e finalmente fondò il suo proprio gruppo col bassista Lee Alexander, il chitarrista e compositore di Don't Know Why, Jesse Harris, ed il batterista Danno Rieser. Per quell'epoca si stabilizzò come cantante nel club notturno The Living Room. In uno di quei concerti, in una notte di Febbraio del 2000, fu ascoltata da Shell White, membro della famosa casa discografica EMI. La voce di Norah gli piacque e le chiese una demo con le sue canzoni. Il nastro arrivò a Bruce Lundvall, direttore del Blue Note, il celebre ritrovo per ogni musicista jazz. La voce di Norah non poteva passare inosservata: una voce giovane e suadente, piena di calda sensualità. Lundvall la contattò dopo aver ascoltato appena tre canzoni di quelle cassette ed incaricò il produttore Craig Street di occuparsi del materiale della Jones e la fece circondare da strumentisti rinomati. Il risultato, molto più pop della versione finale, non convinse nessuno e Lundvall incaricò il suo produttore (Arif Mardin) di cambiare direzione: cercare uno stile diverso, più concentrato sulla voce e capace, allo stesso tempo, di mantenere le idee musicali di Norah . Il lavoro fu terminato e il disco fu rilasciato nel Febbraio del 2002 con il titolo Come Away with Me, senza campagne pubblicitarie massicce, né tanto meno con una hit commerciale suonata in tutte le radio. Tuttavia, lo stile particolare della cantautrice colpì il grande pubblico e l'album cominciò ad ottenere successo. Per l'autunno aveva sorpassato già il milione di copie. Venne certificato platino in Olanda, Australia, Portogallo e Hong Kong; doppio platino in Gran Bretagna, Irlanda e Singapore; addirittura cinque volte platino in Nuova Zelanda. Il totale di vendite nel mondo sorpassò 19 milioni di copie. In America fu certificato diamante, per aver sorpassato in un anno 10 milioni di copie. Inoltre, i premi ottenuti furono tantissimi: Norah fu la gran trionfatrice della 45ª edizione dei Grammy Awards del 2003, guadagnando il record di cinque statuette, comprese 3 delle 4 più importanti: "Canzone dell'anno" ("song of the year"), "Album dell'anno ("Album of the Year") e Miglior artista esordiente ("Best New Artist"). Norah diventò così la terza artista nella storia ad ottenere 5 riconoscimenti in un solo anno, unendosi a Lauryn Hill (1999) e ad Alicia Keys (2002). L'album è nella top-40 degli album più venduti di tutti i tempi. Due anni dopo la pubblicazione del suo album di debutto, Norah ritornò con Feels Like Home. La cantante-pianista-compositrice continuò la collaborazione col produttore Arif Mardin, l'ingegnere di suono Jay Newland ed il suo gruppo abituale di musicisti. Muovendo dalle premesse del precedente lavoro, unendo ai toni caldi e vellutati soavi atmosfere country, l'album è riuscito straordinariamente a replicare il successo del precedente, vendendo nella prima settimana dal rilascio 1.920.000 copie in tutto il mondo. La portata del successo fu di 13 milioni di copie in tutto il mondo. Norah ottenne anche una importante collaborazione con uno dei geni della storia musicale, Ray Charles, nella canzone Here We go Again. Il duetto fu l'ultimo per la carriera del grande interprete, in quanto venne a mancare poco tempo dopo. Nel 2005 vinse altri tre Grammy Awards, uno per il primo singolo estratto Sunrise e due per la collaborazione con Ray Charles. Il terzo album, Not Too Late, viene pubblicato dalla Blue Note Records il 30 gennaio 2007; viene anticipato nelle radio dal singolo "Thinking About You". È il primo disco in cui Norah scrive tutte le canzoni e dimostra atmosfere più scure rispetto ai primi due. Registrato nel suo studio personale, all'insaputa della casa discografica, in un clima (secondo le dichiarazione della stessa Jones) rilassato e tranquillo, l'album conferma nuovamente il successo, riuscendo a vendere ancora una volta un grande numero di copie, stimato attorno ai 5 milioni. Raggiunge la prima posizione in classifica in oltre venti Paesi: è uno degli album più venduti del 2007 e in Italia ha debuttato alla seconda posizione FIMI. Terminato il tour per la promozione di Not Too Late, nei primi mesi del 2008 Norah presenzia a diversi programmi televisivi e radiofonici americani per presentare il brano The Story, colonna sonora di Un Bacio Romantico; nel corso del 2008 e per gran parte del 2009, le sue apparizioni sono notevolmente diminuite. A gennaio 2008, si viene a sapere della fine della relazione tra la cantante e il suo storico fidanzato Lee Alexander ed inoltre che la Handsome Band, il gruppo di musicisti che aveva supportato Norah nella realizzazione dei tre dischi, si era in pratica sciolta alla fine del tour del 2007. La Jones specifica comunque che è in ottimi rapporti con tutti i musicisti che l'avevano composta, e che prima o poi potrebbero tornare a suonare insieme. Nel giugno 2009 Norah appare in uno show televisivo, ed in agosto è guest star in un concerto di Rufus Wainwright; in entrambe le occasioni sfoggia un nuovo taglio di capelli a caschetto. Il 22 agosto sul suo sito ufficiale appare un comunicato in cui viene annunciata l'uscita del quarto album di inediti della cantante, prevista per novembre. Il 5 settembre 2009, durante un'intervista radiofonica, Norah annuncia il titolo dell'album e la sua data d'uscita: l'album ha il nome di The Fall (gioco di parole: può significare sia "l'autunno" che "la caduta"), in uscita il 13 novembre 2009. Durante la stessa intervista, Norah canta in anteprima una delle canzoni che saranno incluse nel disco, dal titolo Man of the hour. Il 9 settembre successivo Norah Jones partecipa ad It's only rock'n roll, manifestazione promossa dalla Apple per presentare i nuovi modelli di IPod. Presentatasi per l'occasione con la sua nuova band, la cantante ha eseguito Come Away With Me ed una delle nuove canzoni dell'album, intitolata Young Blood. Nel presentarla, ha inoltre dato conferma che il titolo dell'album sarà quello da lei annunciato in precedenza. Dopo queste vicende, il 30 novembre 2009, esce il quarto album: The Fall. Il disco non ha raggiunto i successi precedenti, ma si dimostra discretamente apprezzato dalla critica. Ad agosto 2010 viene annunciato ...Featuring, una specie di greatest hits che raccoglierà 18 canzoni che la Jones ha inciso nel corso della sua carriera in duetto con alcune star del panorama musicale mondiale. Tra le canzoni, ci saranno brani cantati con Ray Charles, i Foo Fighters, Belle & Sebastian, Willie Nelson, Ryan Adams e altri. Alcuni di questi brani non sono mai stati rilasciati sul mercato discografico. L'album viene dato alle stampe il 2 novembre 2010 (In Italia il 16 novembre).




    www.youtube.com/watch?v=fd02pGJx0s0





    Discografia

    Album

    2002 - Come Away with Me
    2004 - Feels Like Home
    2007 - Not Too Late
    2009 - The Fall
    2010 - ...Featuring


     
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    Dee D. Jackson


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    Biografia

    Dee D. Jackson, pseudonimo di Deirdre Elaine Cozier; (Oxford, 15 luglio 1954) è una cantante, musicista e produttrice cinematografica britannica, nota soprattutto verso la fine degli anni settanta, nel pieno del fenomeno della Disco Music. Il suo primo singolo, Man of a Man (1978), non ottiene il successo sperato. Automatic Lover, il secondo, la consacra come nuova promessa della Disco music in Europa e Brasile. Nel videoclip sfoggia per la prima volta il suo "look spaziale". Soprattutto in Brasile il successo di Automatic Lover sarà particolarmente significativo (per il suo inserimento nella colonna sonora della fortunatissima telenovela Dancin' Days). Nello stesso anno Dee D. Jackson pubblica l'album Cosmic Curves, un disco testimone del movimento musicale in corso proprio in quell'anno, la Space Disco. Meteor Man, suo terzo singolo esce alla fine del 1978, ottenendo un enorme successo pari a quello di Automatic Lover in Brasile, Argentina, Europa e Giappone, dove resta ai vertici delle classifiche per settimane. Nel 1979 viene pubblicato un altro singolo, Fireball, un brano elettrico ma più duro dei precedenti. Incredibilmente non riesce, nonostante il richiamo visuale di Dee D. Jackson, a scalare le classifiche britanniche, mentre grazie ad una buona programmazione radiofonica e televisiva ottiene un buon successo in Italia, Germania, Brasile, Argentina, Francia e Danimarca. La long-version (MIX 12") di Fireball fu pubblicata solo in Germania e programmata con successo nelle discoteche. Sempre nel 1979, in Italia, esce un singolo per l'estate dal titolo Wich way is up?: per l'occasione Dee D. Jackson abbandona definitivamente il look spaziale, che non proporrà più solo ed esclusivamente per il pubblico italiano, per indossare quelli più provocanti di sexy girl della musica disco-rock. Dee D. Jackson con questo brano partecipa al Festivalbar, la più importante manifestazione canora estiva italiana. In questa veste si presenta anche sui palcoscenici italiani nella sua tournee invernale, nel corso della quale si mostra più scatenata che mai, tutta agilità ed estensione vocale, nonché dotata di carica interpretativa. Dopo mesi di promozioni, apparizioni televisive e viaggi in tutti i paesi europei nel 1980 esce per il mercato il suo secondo album realizzato a Los Angeles, intitolato Thunder and lighting mentre in Italia lo stesso è intitolato The fantastic: anche qui le due copertine mettono in evidenza il differente look di Dee D. Jackson già proposto solo per il mercato italiano con Which way is up. Il primo singolo estratto è SOS (love to the rescue), che non riesce ad entrare nella classifica inglese ma va molto bene in Francia, Germania, Brasile, Italia, Argentina e Giappone. Numerosi i passaggi televisivi in Italia, inclusa una nuova partecipazione al Festivalbar. Una curiosità di questo lavoro riguarda la sua diffusione nei paesi asiatici, avvenuta solo 4 anni dopo. Nel 1981 esce il singolo "Talk Me Down", brano molto originale che ricorda vagamente il periodo spaziale, ma che vede la luce solo in Germania. Nel 1982 si trasferisce definitivamente in Italia,precisamente a Baia Latina in provincia di Caserta, dove si sposa e ha anche un bambino. Qui scrive e compone altri brani tornando saltuariamente ad Oxford per curare gli arrangiamenti ed il mixaggio, e a Monaco di Baviera per la registrazione. Nello stesso anno fa uscire il singolo Shotgun. Nel 1984 si ha un ritorno sulle scene italiane con il singolo My sweet carillon cui fa seguito il 45 giri Moonlight Starlight, un pezzo suggestivo e trascinante con sonorità curate nei minimi dettagli, molto apprezzato dal pubblico italiano. Tanti i passaggi televisivi, da ricordare: "La corrida", "Parolamia", "Drive in", "Blitz". Nel 1985 esce solo per l'Italia il singolo Heat of the night. Passano 3 anni e Michael Cretu (Enigma) realizza una nuova versione di Automatic lover, ben accolto dal mercato europeo, ma soprattutto in Giappone il successo è enorme. Dopo ben 12 anni dal secondo LP esce finalmente Blame it on the rain, ma solo per il mercato italiano, un disco che tuttavia vede una scarsa distribuzione e promozione. Nel 1996 esce il CD singolo People e nel 1998 una nuova versione di Meteor Man remixata da Mike Generale. Attualmente Dee D. Jackson vive in Italia nelle vicinanze di Torino ma ha anche una casa in Inghilterra e un'altra a Monaco di Baviera. Dee D. Jackson ha fondato con Mike Generale una casa di produzione chiamata D.D.E. (acronimo di Divine Dance Experience) che produce artisti Hip Hop, Garage and Trance. Per una delle edizioni del programma cult Matricole & Meteore, in onda su Italia Uno, la Jackson ha partecipato in veste di inviata a caccia delle meteore. Nel 2010 è uscita la sua prima vera raccolta in CD dal titolo "SPACE AND TIME 2010" che contiene 17 brani (un mix di grandi successi e canzoni inedite).













    Discografia



    Album


    • 1978 - Cosmic Curves
    • 1980 - Thunder & Lightning
    • 1980 - The Fantastic
    • 1982 - Profile
    • 1995 - Blame It on the Rain
    • 1998 - Il meglio
    • 2010 - Space and Time (the best)


    Singoli

    • 1978 - Man of a Man
    • 1978 - Automatic Lover
    • 1978 - Meteor Man
    • 1979 - Fireball
    • 1979 - Which Way Is Up?
    • 1980 - Sos
    • 1980 - Thunder and Lightining
    • 1981 - Talk Me Down
    • 1982 - Shotgun
    • 1984 - My Sweet Carillon
    • 1984 - Moonlight Starlight
    • 1985 - Heat of the Night
    • 1988 - Automatic Lover 88
    • 1996 - People
    • 1997 - Meteor Man remixesnineteeninetyseven
    • 1997 - Make My Day
    • 1997 - Poppy Field
    • 1999 - Make My Day 99
     
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    Per molti fans e non, rimane una delle artiste più sottovalutate nel mondo della musica.


    Cindy Lauper



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    Biografia


    Cyndi Lauper, nome d'arte di Cynthia Ann Stephanie Lauper (New York, 22 giugno 1953), è una cantante statunitense. Ha fatto parte di molte cover band prima degli inizi della sua carriera, cantando principalmente brani di Jefferson Airplane, Led Zeppelin e Bad Company. Nel 1978, grazie all'interessamento di Ted Rosenblatt (suo manager), forma insieme a John Turi il gruppo Blue Angel. Cyndi Lauper diventa molto popolare con il suo primo album "She's So Unusual", del 1983, spopolando soprattutto tra i teenagers, in parte per il suo look anticonformista che prende spunto dal punk rock delle origini e soprattutto per la voce così particolare: potente e melodica al tempo stesso, pulita e graffiante al momento giusto. Le sono valsi, nel 1985, un Grammy Award come Best New Artist («Migliore Artista Esordiente»), una nomination nella categoria Album of the Year («Album dell'anno»), per "She's So Unusual" ed una nomination nella categoria Song of the Year («Canzone dell'anno»), per "Time after Time". Complice è stato anche il nuovo canale musicale statunitense MTV che agli albori della sua storia, ha saputo lanciare Cyndi Lauper come una delle prime icone pop a livello mondiale; la rotazione continua dei suoi video-tormentone, come "Girls Just Want to Have Fun" (Best Female Video agli "MTV Music Awards" del 1984) e "Time after Time", ha contribuito al proprio successo. In un cameo, Cyndi Lauper si nota nel film del 1985, I Goonies, in cui canta il tema principale "(The Goonies 'R') Good Enough". Insieme ad altri artisti interpreta il brano "We Are the World", nel progetto di beneficenza USA for Africa, dove, vince il premio per il "National Academy of Recording Arts & Sciences Award" come Vocalist on Record Of The Year. Dopo aver partecipato ad alcuni show del wrestling WWE, registra anche delle backing vocals per la compilation "The Wrestling Album" con lo pseudonimo di Mona Flambé. Con il secondo album, True Colors, del 1986, Cyndi Lauper rivela un sound più maturo ed una maggiore sensibilità, sia vocale che sociale: oltre a riprendere "Maybe He'll Know", vecchio brano del 1980 dei Blue Angel, dalle spiccate sonorità anni sessanta, reinterpreta "What's Going On" di Marvin Gaye. L'album vanta, inoltre, una delle canzoni più conosciute della Lauper, "True Colors" ed anche il brano di apertura "Change of Heart"; due singoli più di successo tratti dal long playing. Tra gli altri brani del disco, spicca il brevissimo episodio tribale di "Iko Iko" e "Boy Blue", quarto singolo estratto dall'album, canzone scritta e dedicata ad un amico molto vicino alla Lauper, affetto dal virus HIV. È nota la versione live a Le Zenith di Parigi di "Boy Blue", pubblicata nel 1989 come lato B per "I Drove All Night" e da cui è stato tratto il videoclip; a suo tempo, sponsorizzato molto da MTV America. Nel 1987, Cyndi Lauper viaggia per l'Unione Sovietica, in un progetto di collaborazione con scrittori sovietici ed ha intrapreso, verso la fine degli anni '80, anche una carriera cinematografica. Il terzo album, A Night to Remember del 1989, è ben accetto dalla critica, ma non altrettanto dal pubblico: nonostante i numerosi singoli estratti, l'unica vera hit è "I Drove All Night" di Billy Steinberg e Tom Kelly, scritta in origine per Roy Orbison. Nel 1990, al concerto di Roger Waters, The Wall, a Berlino, esegue una performance di "Another Brick in the Wall Part II"; nel 1992, prende parte a Tycoon, versione inglese dell'opera rock franco-canadese Starmania, dove reinterpreta la cover di "Le monde est stone" diventata "The World is Stone" insieme ad un'altra canzone, "Les uns contre les autres" in "You Have to Learn to Live Alone". Il quarto album, Hat Full of Stars del 1993, viene premiato dalla critica come un album maturo, sia per le tematiche affrontate nelle canzoni che per le doti vocali di Cyndi Lauper; non ha promozione dalla casa discografica e in termini di vendite l'album non ha un buon successo, ma la title-track, "Who Let In The Rain" e "Sally's Pigeons" entrano a far parte del suo repertorio classico. Stessa sorte per il successivo quinto album, Sisters of Avalon del 1997; suo personale tributo alla donna, nelle cui note di copertina rovescia la classica frase, scrivendo: «Dietro ogni donna vincente si nasconde un'altra donna»: il riferimento è alla produttrice e co-autrice della maggior parte dei brani, Jan Pulse. Tra i pezzi dell'album, oltre alla title-track, spicca "The Ballad of Cleo & Joe", che narra la storia di un uomo, Joe, che, terminato il lavoro diurno, torna a casa per traverstirsi e diventa la drag queen Cleo. È co-director nel video "I Drove All Night" del 1989 e regista di alcuni altri suoi videoclip. Ha composto le musiche per il film thriller Terror Island del 2002. Nel 2004 pubblica, per il solo mercato giapponese, l'album Shine. Si è dedicata inoltre a due progetti alternativi: nel 2003, reinterpreta alcuni classici del passato, inserendoli nell'album di cover At Last; nel 2005, riarrangia in The Body Acoustic alcuni pezzi dal suo repertorio, come "True Colors", in chiave acustica. Molte le partecipazioni: Shaggy, Ani DiFranco, Adam Lazzara, Jeff Beck, Puffy AmiYumi e Sarah McLachlan. Fino al 2005, ha venduto sessanta milioni di copie (album) nel mondo. Per la reinterpretazione di "Unchained Melody", presente nell'album "At Last", ai Grammy Awards del 2005 Cyndi Lauper ha ricevuto una nomination nella categoria Best Instrumental Composition Accompanying a Vocal («Migliore composizione strumentale di accompagnamento a una performance vocale»). Nel 2006, ha debuttato anche a teatro, a Broadway, nel remake di The Threepenny Opera e ha diretto la pubblicità per l'edizione Totally 80's del gioco da tavolo Trivial Pursuit della Hasbro. Il 16 ottobre 2006, è entrata a far parte della Long Island Music Hall of Fame Nel 2007, ha ideato e organizzato il True Colors Tour, una lunga tournée a favore della comunità GLBT con l'appoggio della Human Rights Campaign, con ospiti ed artisti musicali. Il tour è stato riproposto nel 2008, nei mesi di giugno e luglio. Nel 2008 esce un nuovo album dalle sonorità dance: Bring Ya to the Brink, disponibile per un primo periodo in Giappone e negli Stati Uniti. L'album è il primo ad essere pubblicato anche in una versione digitale insieme ai singoli estratti quali "Same Ol' Story" e "Into the Night Life" che riescono a scalare la classifica "Dance" di Billboard. Inoltre in Giappone, dove è famosissima, è stata riedita una lussuosa retrospettiva, intitolata The Essential Cyndi Lauper; con una breve ma esaustiva biografia, foto, testi e traduzioni in lingua giapponese. Cyndi Lauper è stata impegnata inoltre in un tour mondiale che si è svolto tra Giappone, Europa e America Latina. Bring Ya to the Brink ha ricevuto, nel mese di dicembre, una nomination per i Grammy Awards, come "Best Electronic/Dance Album". Nel 2009, Cyndi Lauper viene premiata con 3 "PAM Awards", nella categoria «Best International Female Solo Artist» («Migliore Artista Solista Femminile Internazionale»); il brano "Into The Night Life" viene premiato, nella categoria «Best song by an International Artist» («Miglior Canzone di un Artista Internazionale»); viene premiato, inoltre, l'album Bring Ya to the Brink, come «Best Pop/Dance Album by an International Artist» («Miglior Album Pop/Dance di un Artista Internazionale»). Nel 2010 oltre a promuovere insieme a Lady Gaga una linea di rossetti per una raccolta fondi a scopo benefico, Cyndi Lauper lascia trapelare l'uscita di Memphis Blues, un album di cover in chiave Blues, registrato a Memphis, la cui data di pubblicazione è fissata per il prossimo 22 giugno. Negli USA "Just Your Fool", primo singolo tratto dall'album, è uscito il 17 maggio e disponibile su iTunes. Cyndi Lauper è sposata con l'attore David Thornton dal 1991, hanno un figlio, Declyn Wallace Thornton Lauper, nato il 19 novembre 1997. Cyndi Lauper è, tra l'altro, una grande amica di Patty Labelle (madrina del figlio), nonché di Boy George che le ha ceduto l'intro storica di "True Colors", già intro della canzone che da il titolo al secondo e più famoso album dei Culture Club (il gruppo storico del cantante) Color by Numbers del 1983. Piuttosto curiosamente, questa canzone comparirà nella ristampa del 2004 come bonus track. Infatti Colour by Numbers originariamente era un lato B inedito; pur se risuonata dai musicisti della Lauper, la breve introduzione, interamente basata sulle percussioni che Cyndi suona anche all'inizio del video di "True Colors" sembra quasi campionata dall'originale "Colour by Numbers" dei Culture Club. Sperimentando in ogni album, Cyndi Lauper è stata riconosciuta come artista eclettica o Indie. Fin dagli anni '80 Cyndi Lauper è stata messa a confronto con Madonna, parlando dell'acconciatura stravagante ed il modo di esibirsi davanti al pubblico, in maniera del tutto fuorviante. Negli anni '90 in cui la scelta voluta di voler rimanere fuori dal mondo delle classifiche, ha segnato a vita il futuro di Cyndi Lauper come cantante, creando delle difficoltà nel poter interagire anche con la propria casa discografica che ancora oggi non riesce a gestire un'esaustiva promozione per i suoi album.












    Discografia

    Album

    • Blue Angel (1980 - con i Blue Angel)
    • She's So Unusual (1983)
    • True Colors (1986)
    • A Night to Remember (1989)
    • Hat Full of Stars (1993)
    • Twelve Deadly Cyns... and Then Some (1994) [raccolta di successi]
    • Sisters of Avalon (1996)
    • Merry Christmas... Have a Nice Life (1998) [album natalizio]
    • At Last (2003) [album di cover]
    • Shine (2004) [album uscito solo in Giappone]
    • Hey Now! (Remixes & Rarities) (2005) [remix album - uscito solo negli USA]
    • The Body Acoustic (2005) [album di cover acustiche]
    • Bring Ya To The Brink (2008)
    • Floor Remixes (2009) [remix album - uscito il 18 febbraio, solo in Giappone]
    • Memphis Blues (2010)


    Tour

    • The Fun Tour (1984-1985)
    • True Colors World Tour (1986-1987)
    • A Night to Remember World Tour (1989)
    • Hat Full of Stars Tour (1993-1994)
    • Twelve Deadly Cyns World Tour (1994-1995)
    • Sisters of Avalon Tour congiunto con il Wildest Dreams Tour di Tina Turner (1996-1997)
    • The Summer Tour congiunto con il Do You Believe? Tour di Cher (1999)
    • The Shine Tour (2001)
    • The At Last Tour (2003-2004)
    • The Body Acoustic Tour (2005-2006)
    • True Colors Tour 2007 (USA e Canada: giugno 2007)
    • Tour in Australia (febbraio-marzo 2008: Perth, Melbourne, Sydney e Brisbane)
    • True Colors Tour 2008 (USA e Canada: giugno-luglio 2008)
    • Bring Ya to the Brink World Tour (tour mondiale settembre, ottobre e novembre 2008: Giappone, Europa, America Latina)
    • Spring 2009 Tour (23 maggio e 12 giugno 2009 in Nord America)
    • Summer 2009 Tour: Girls Night Out with Rosie O'Donnell (luglio e agosto 2009 negli USA)


    Videografia

    Videocompilation studio/live

    • Cyndi Lauper in Paris (1987) [concerto live]
    • Twelve Deadly Cyns... and Then Some (1994) [compilation di videoclip]
    • Live... At Last (2004) [concerto live]

    Videoclip singoli

    • "Girls Just Want to Have Fun"
    • "Time after Time"
    • "She Bop"
    • "Money Changes Everything" (live)
    • "The Goonies 'R' Good Enough" (Part 1 e Part 2)
    • "True Colors"
    • "Change of Heart"
    • "What's Going On"
    • "Boy Blue" (live)
    • "Maybe He'll Know"
    • "Hole in My Heart (All the Way to China)"
    • "I Drove All Night"
    • "My First Night Without You"
    • "Heading West"
    • "A Night to Remember"
    • "Winter Wonderland
    • "Unabbreviated love"
    • "The World Is Stone"
    • "Who Let In The Rain"
    • "Sally's Pigeons"
    • "That's What I Think"
    • "Hey Now! (Girls Just Want to Have Fun)"
    • "I'm Gonna Be Strong"
    • "You Don't Know"
    • "Sisters of Avalon"
    • "Ballad of Cleo & Joe"
    • "Shine"
    • "At last"
    • "Above The Clouds"
    • "Into the Night Life"
    • "Girls Just Wanna Set Your Heart"

    Videoclip promo

    Oltre ai videoclip che accompagnano l'uscita di ogni singolo, per alcune canzoni destinate alle radio o comunque per i singoli promozionali non destinati alla vendita, sono stati realizzati anche i seguenti video:
    • "Early Christmas Morning" (1998)
    • "Walk On By" (2003)
    • "At Last" (2003)
    • "Until You Come Back to Me (That's What I'm Gonna Do)" (2003)
    • "Stay" (2003)
    • "Above the Clouds" (2005)
    • "Shine" (2005)
    • "She Bop" (2005)
    • "Money Changes Everything" [with Adam Lazzara] (2005)
    • "Set Your Heart" Freedombunch Remix (2009)
    • "Set Your Heart" Freedombunch Remix [Tomovie Version] (2009)
    • "Set Your Heart" Freedombunch Remix [Usagi TANAKA (Scort+) Version] (2009)
    I video di Above The Clouds, Shine, She Bop e Money Changes Everything sono stati pubblicati appositamente, insieme anche ad un breve "making of" dell'album, per la versione Dual Disc, della raccolta "The Body Acoustic", pubblicata nel 2005.
    Il video "Set Your Heart" Freedombunch Remix è stato diretto da Karl Giant, e pubblicato, insieme al video ufficiale "Girls Just Wanna Have Fun X Set Your Heart" per l'edizione speciale dell'album "Floor Remixes" che comprende un DVD aggiuntivo. Seguono nel DVD, altre 2 versioni di "Set Your Heart" Freedombunch Remix con una "Director Interview", un'intervista al regista.


    Edited by falcon581 - 18/5/2011, 12:16
     
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    Cantautore e chitarrista statunitense, voce solista del progetto musicale creato da lui nel 2006 e intitolato semplicemente Daughtry. Lui è uno di quelli usciti dal talent show americano, American Idol, dove si è piazzato al quarto posto. Dopo quel successo anche il suo album ha avuto un incremento di vendite, un milione di copie dopo sole cinque settimane dal lancio.


    Chris Daughtry



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    Biografia


    Adam Christopher "Chris" Daughtry , in arte Chris Daughtry, nasce il 26 dicembre 1979 a Roanoke Rapids, North Carolina. Per ragioni di lavoro, i suoi genitori, Sandra e Pete, si trasferì a Virginia, dove Chris e suo fratello, Kenneteh, sono stati poi cresciuti. Era un adolescente, mentre frequentava la High School in Fluvanna High School di Palmyra, Virginia (equivalente al nostro liceo), Chris ha cominciato a mostrare un grande potenziale per le arti, partecipando alle assemblee di Peter Pan e The Wiz, e essendo un grande designer. La passione per la musica venne a Chris quando il suo amico Robert, sentito cantare, gli disse che aveva talento. Incomincia a cantare nella rock band locali a sedici anni per poi continuare a esibirsi anche dopo la scuola superiore, quando sposa la fidanzata Deanna da cui nel 2000 ha il figlio Griffin. Nel 2005 (nel frattempo milita in una band chiamata Absent Element) prova l’audizione per lo show “Rock Star: INXS”, ma viene rifiutato; la sua grande occasione avviene così nel 2006 quando diventa uno dei concorrenti di American Idol. Riesce ad aggiudicarsi il quarto posto e in un primo momento sembra che diventi il nuovo cantante dei Fuel, ma poi viene coinvolto nel progetto DAUGHTRY, assieme al chitarrista 
Jeremy Brady (poi sostituito con Brian Craddock), al chitarrista Josh Steely, al bassista Josh Paul e al batterista Joey Barnes. Il disco di debutto omonimo rimane in classifica per quattro mesi e il singolo "It's not over" riceve anche una nomination ai Grammy. LEAVE THIS TOWN – secondo lavoro dell’artista – viene pubblicato nel giugno 2009. I suoi conoscenti ed amici affermano il fatto che Chris sia ben lontano dallo stereotipo di rockstar, anzi, dicono sia un ragazzo estremamente semplice. Sicuro è che questo tipo di successo che sta avendo, cambia non poco le persone, ma tutti speriamo che la sua personalità né esca inalterata, come anche la sua musica, semplice e diretta, che rimane certamente impressa subito nella mente di chi ascolta. L’ascolto di “No surprise” per esempio, ha qualcosa dello stile di Nickelback, per le tonalità, ma anche per il calore della voce. Ovviamente non si può paragonare le due cose più di tanto, Daughtry è più commerciale, però ciò non toglie nulla alla qualità del suo lavoro e della produzione in generale. La sua musica dà quasi un senso di purezza, di genuinità, che è una sensazione sempre positiva da cogliere in un era come la nostra, dove predominano le cose costruite, complicate, ad effetto. Ascoltando lui, si ha l’impressione di cogliere un po’ di pura anima rock.











    Discografia


    Album studio

    • Daughtry (2006)
    • Leave This Town (2009)

    Singoli

    • It's Not Over (2006)
    • Home (2007)
    • What I Want (2007)
    • Over You (2007)
    • Crashed (2007)
    • Feels Like Tonight (2008)
    • What About Now (2008)
    • No Surprise (2009)
    • Life After You (2009)

     
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    E’ una band Formatasi nel 1979 con il nome iniziale di “Force” ad Upplands Vasby, un sobborgo di Stoccolma.



    Europe


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    Biografia


    Gli Europe sono un gruppo hard & heavy svedese. Sono uno dei gruppi di maggior successo della scena rock moderna e raggiunsero il picco della loro notorietà nella seconda metà degli anni ottanta, in gran parte per merito dell'album The Final Countdown, contenente la traccia omonima che li rese popolari in tutto il globo. Sono una delle band svedesi di maggior successo di tutti i tempi, avendo venduto circa 20 milioni di copie in tutto il mondo, 40 contando anche i vari singoli. Nati come gruppo progressive rock, nella seconda metà degli anni '80 gli Europe si impongono come i dominatori del panorama pop-metal internazionale, portando alta la bandiera della musica svedese e facendo battere il cuore a milioni di fan nel mondo. L'avventura comincia qualche anno prima, quando Joey Tempest (voce), John Norum (chitarra) e John Leven (basso), compongono il nocciolo attorno al quale ruota la band dei Force: sono da poco iniziati gli anni '80 e il gruppo suona un valido progressive rock, tanto da vincere un concorso per talenti nazionali e riuscire così ad aggiudicarsi un contratto discografico per la pubblicazione dei primi due album ("Europe" nel 1983 e "Wings Of Tomorrow" nel 1984). A questo punto succedono 3 cose fondamentali: la prima è che i Force cambiano nome e diventano Europe; la seconda è che l'etichetta Epic Records offre loro un contratto di distribuzione internazionale; la terza è che la formazione va incontro a modifiche importanti: da un lato il chitarrista John Norum viene sostituito da Kee Marcello, dall'altro il batterista Ian Haughland e il tastierista Michael Michaeli completano stabilmente la lineup e contribuiscono a modificare il sound del gruppo in direzione di un pop-rock melodico. Con tutte queste premesse alle spalle l'anno di svolta è il 1986, quando viene pubblicato "The Final Countdown": il successo dell'album è enorme, tanto da entrare nella zona calda delle classifiche di mezzo mondo e da sfornare due singoli destinati a grandi cose ("The Final Countdown" e "Carrie"). Due anni più tardi, è il 1988, gli Europe pubblicano il loro quarto album ("Out Of This World"), che conferma il sound vincente del disco precedente ma che va incontro a un successo meno eclatante. Potrebbe essere una semplice battuta d'arresto e invece no: mentre indiscrezioni sui malumori all'interno della band si fanno sempre più insistenti, l'album "Prisoners In Paradise" (1991) ottiene un'attenzione modesta. Tutto sembra andare in direzione dello scioglimento e infatti l'anno successivo la band smette di esistere: ognuno dei componenti va per la sua strada, continuando a frequentare il mondo della musica con esiti alterni e riuscendo in alcuni casi a proseguire la carriera solista (è il caso soprattutto di Joey Tempest). Tutti scoprono di avere il fisco svedese alle calcagna e scoprono di dover pagare l'ingenuità finanziaria con la quale hanno malamente gestito i propri soldi.Come la fenice, che risorge dalle proprie ceneri, anche per gli Europe l'avventura non finisce in quel triste 1992. Si ritrovano nel 2003 nella formazione originale, e dopo oltre 10 anni di silenzio, a metà del 2004 la band annuncia di aver quasi terminato la registrazione di "Start From The Dark" e promette il ritorno a un sound più heavy, simile a quello delle prime pubblicazioni. Nel 2004 esce START FROM THE DARK, seguito da SECRET SOCIETY del 2006. Il disco dal vivo ALMOST UNPLUGGED viene invece realizzato nel 2008. Il nuovo lavoro LAST LOOK AT EDEN esce a settembre 2009, mentre per un altro disco bisognerà attendere il 2011.










    Discografia


    Album

    • 1983 - Europe
    • 1984 - Wings of Tomorrow
    • 1986 - The Final Countdown
    • 1988 - Out of This World
    • 1991 - Prisoners in Paradise
    • 2004 - Start from the Dark
    • 2006 - Secret Society
    • 2008 - Almost Unplugged
    • 2009 - Last Look at Eden
    • 2011 - Europe - Live at Shepherd's Bush, London


    Videografia

    DVD

    • 2004 - Rock the Night: Collectors Edition (versione americana: Rock the World)
    • 2004 - The Final Countdown Tour 1986 (Giappone)
    • 2005 - Live from the Dark
    • 2006 - The Final Countdown Tour 1986: Live in Sweden - 20th Anniversary Edition
    • 2011 - Live at Shepherd's Bush, London (versione Blu Ray con CD audio live)





     
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    Ha raggiunto i vertici delle classifiche europee grazie al grande successo del singolo What Is Love. In seguito ha proseguito la carriera di artista di musica dance pubblicando svariati album e singoli.



    Haddaway


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    Biografia


    Haddaway, nome completo Alexander Nestor Haddaway (Trinidad e Tobago, 9 gennaio 1965). Figlio di un oceanografo olandese ed una infermiera locale, cresciuto tra Europa e Stati Uniti d'America, dal 1989 abita a Colonia. Il suo primo singolo, What Is Love, uscito nel dicembre 1992, ebbe un grande successo commerciale in Europa nel Nord America nel 1993; pezzo ballatissimo nelle discoteche di mezzo mondo, è stata inserita in innumerevoli raccolte di musica dance e ne sono stati eseguito un numero illimitato di remix e versioni alternative. La canzone è stata inserita nel primo album dell'artista, intitolato Haddaway - The Album, promosso da altri pezzi da discoteca pubblicati come singolo: l'omonimo Life, Mama's House, I Miss You e Rock My Heart. Anche l'album, che conteneva pezzi nello stesso stile eurodance dei singoli estratti, genere musicale particolarmente in voga in quegli anni, ha raggiunto ottime posizioni nelle classifiche di diversi paesi. In seguito al successo del primo disco, il cantante ha pubblicato nuovo materiale nel 1995. In quest'anno è infatti uscito il singolo Fly Away che, seppur ancora dalle sonorità eurodance, non è riuscito a eguagliare i risultati dei precedenti brani, raggiungendo comunque buone posizioni nelle classifiche di vendita europee.[5] Al singolo è seguito il suo secondo disco, intitolato The Drive, anch'esso di buon successo pur non avendo eguagliato i risultati del precedente.[6] Dal disco sono stati estratti altri singoli, Catch a Fire e Lover Be Thy Name, che hanno ottenuto un tiepido successo. Anche questo secondo disco è uscito per l'etichetta discografica Coconut. Sempre per la stessa etichetta è uscito, nel 1998, il terzo album Let's Do It Now, dove ha cambiato musicalità, dalla piena eurodance per la quale era stato conosciuto in favore di un genere dance più commerciale. L'album non ha ottenuto lo stesso successo dei precedenti. Negli anni seguenti sono uscite numerose raccolte e anche alcuni album di inediti, passati tuttavia inosservati al grande pubblico. Haddaway è apparso al Comeback reality television show in Germania nel 2004, poi in uno show inglese simile, Hit Me Baby One More Time, nel 2005, e successivamente nella versione americana dello stesso. Nel 2008 torna a cantare nel singolo I Love the 90's, prodotto insieme a Dr. Alban, altro personaggio storico della Eurodance. Ha fatto un'apparizione anche in Italia, durante la puntata di Matricole & Meteore, trasmessa da Italia 1 l'11 febbraio 2010. Nello stesso anno pubblica You Gave Me Love.








    Discografia


    Album

    • 1993 - Haddaway - The Album
    • 1995 - The Drive
    • 1998 - Let's Do It Now
    • 1999 - All the Best His Greatest Hits
    • 2001 - My Face
    • 2002 - The Greatest Hits
    • 2002 - Love Makes
    • 2004 - What Is Love - The Greatest Hits
    • 2005 - Pop Splits
    • 2007 - Crucified


    Singoli

    • 1993 - What Is Love
    • 1993 - Life
    • 1993 - I Miss You
    • 1994 - Rock My Heart
    • 1995 - Fly Away
    • 1995 - Catch a Fire
    • 1995 - Lover Be Thy Name
    • 1997 - What About Me
    • 1998 - Who Do You Love
    • 1998 - You're Taking My Heart
    • 2001 - Deep
    • 2002 - Love Makes
    • 2003 - What Is Love (Reloaded)
    • 2005 - Spaceman
    • 2005 - Missionary Man
    • 2007 - Follow Me
    • 2008 - I Love the 90's (feat. Dr. Alban)
    • 2009 - What is Love 2k9 (feat. Klaas)
    • 2010 - You Gave Me Love
     
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