« Ci sono persone pagate per dare notizie, altre per tenerle nascoste, altre per falsarle. Io non sono pagato per far niente di tutto questo. » (Rino Gaetano)
biografia Salvatore Antonio Gaetano viene al mondo a Crotone, in Calabria, il 29 ottobre del 1950. Lì, inizia a respirare l'aria di una città che gli resterà per sempre nei polmoni. A dieci anni, segue a Roma i genitori, impiegati come portieri di uno stabile in via Nomentana. L'estro crescente di un artista in piena formazione inizia a colpire l'ambiente capitolino. I suoi studi da geometra vengono distratti dal palcoscenico e dai primi approcci alla chitarra. La passione per il teatro (nel "Pinocchio" di Carmelo Bene interpreterà la volpe) come strumento di comunicazione è letteralmente surclassata dall'espressione sotto forma-canzone. Comincia ad esibirsi nello storico Folkstudio di Roma dove conosce molti tra quelli che in seguito saranno suoi "colleghi", come Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Il suo scopritore sarà però Vincenzo Micocci (colui che negò nel '78 un'audizione ad Alberto Fortis e al quale lo stesso Fortis dedicò le invettive di "Milano & Vincenzo" e "A Voi Romani").
Nel 1973, la It licenzia i due singoli "I love you Maryanna" e "Jaqueline", incisi da Gaetano con lo pseudonimo di Kammamuri's. L'esordio nel mondo della discografia non è poi così felice. Neppure il suo primo album Ingresso libero, dato alle stampe nel 1974, riesce ad attirare l'attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. Eppure, il destino gli avrebbe sorriso ben presto. Forse l'Italia non è ancora pronta per la sua sottile ironia, per il suo amore sincero per la vita, per la sua gentile e cortese denuncia. "Tu, forse non essenzialmente tu", vitale passione per l'amore, "Ad esempio a me piace il sud", nel ricordo incancellabile della sua Calabria, e "Supponiamo un amore" sono solo l'inizio di un graduale distaccamento di Rino Gaetano dal cantautorato italiano degli anni 70.
Dodici mesi più tardi, i padiglioni auricolari dei più accorti iniziano a essere stuzzicati dal colore dei suoi testi. Nel 1975, infatti, il singolo "Il cielo è sempre più blu" attira l'attenzione su di lui, nonostante il brano non sia stato mai incluso in nessuno dei suoi sei album. La canzone nasce inizialmente divisa in due parti (probabilmente per l'eccessiva durata per un solo lato del 45 giri), solo successivamente riunite nella "extended version" che tutti conosciamo, di otto minuti e venti. Il testo è un tipico saggio del songwriting di denuncia di Gaetano: "Chi vive in baracca/ chi suda il salario/ chi ama l'amore chi sogni di gloria/ chi ruba pensioni/ chi ha scarsa memoria".
Passa poco, trascorre solo un altro anno, ed ecco un nuovo lavoro. Mio fratello è figlio unico segna finalmente l'ingresso di Gaetano nell'olimpo dei cantautori italiani. L'open-track omonima, struggente ballata in bilico tra affetti familiari e denuncia sociale, vanta uno dei testi più ironici e toccanti della scena italiana di quegli anni. Apparenti frasi nonsense come "mio fratello è figlio unico perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone" o "perché non ha mai criticato un film senza mai prima vederlo" o "perché è convinto che nell'amaro benedettino non sta il segreto della felicità" diverranno delle strofe cult più per le generazioni successive che per quelle dell'epoca. Ma "Mio fratello è figlio unico" è soprattutto un amaro j'accuse che svela l'animo politico del cantautore crotonese: "E' convinto che esistono ancora gli sfruttati, malpagati e frustrati/ mio fratello è figlio unico sfruttato represso calpestato odiato". Nel disco non mancano anche brani delicati e sognanti come "Sfiorivano le viole", "Cogli la mia rosa d'amore" e "Al compleanno della zia Rosina".
Passati i primissimi anni di carriera e il semianonimato, il giovane Gaetano si incammina verso una sincera e tangibile maturazione, senza lasciare, però, che la candida poesia degli esordi rifugga i brani di Aida, suo terzo lavoro pubblicato nel 1977. Aumenta il numero dei musicisti, dei collaboratori e migliora la produzione. Un altro album vario, più veloce e ritmato dei precedenti. "Spendi Spandi Effendi" ed "Escluso il cane" sono il degno prosieguo delle passate incisioni, nel solco di un sarcasmo sempre tagliente e mai volgare. "La Festa di Maria", con una chitarra popolare-spagnoleggiante, preannuncia un corposo interesse per queste ritmiche. "Standard", invece, volge lo sguardo al più semplice e pulsante rhythm'n'blues.
La ruvidezza delle corde vocali di Gaetano, unitamente a un'aria sempre più scanzonata e divertita, trovano un decisivo supporto nell'esibizione sanremese. Il cantautore di Crotone sale sul palco del Festival nel 1978 vestito in camicia a righe rosse, frac, cilindro e scarpe da ginnastica, e con "Gianna" conquista il terzo posto dietro ai Matia Bazar e Anna Oxa. E' la consacrazione.
Sempre nel 1978, viene pubblicato Nuntereggae Più. L'omonima canzone (con la partecipazione di Lino Banfi, anche se Bruno, l'amico di sempre di Rino, giura di essere lui a esclamare "nuntereggaepiù" a ogni strofa del brano) è un colossale sberleffo a ritmo di reggae contro tutto e contro tutti, da Gianni Agnelli alla P2, dalle P38 a Berlinguer (praticamente un sacrilegio nell'epoca in cui tutta l'intellighenzia era devota al Pci), dal giornalismo proto-padano di Gianni Brera allo scandalo della spiaggia di Capocotta (dove venne trovata morta Wilma Montesi dopo un festino a base di stupefacenti in una altolocata residenza, frequentata da importanti politici e noti facoltosi dell'epoca). Il brano viene inciso anche su 45 giri in lingua spagnola, con il titolo di "Corta la cuerda", insieme a "E cantava le canzoni", divenuto per l'occasione "Y cantabas las canzonas". "Gianna", invece, raggiunge la Germania dove, tradotta in lingua tedesca, scala le classifiche sino al ventiduesimo posto, mentre in Italia (accompagnata dalla blueseggiante b-sides "Visto che mi vuoi lasciare"), si piazza al primo posto e vi resta per tutto il mese di marzo.
Nuntereggae Piùè il disco della svolta. Il pubblico aumenta e Gaetano lascia la It per approdare alla major Rca, con la quale nel 1979 produce il suo quinto album Resta vile maschio, dove vai?, aperto dal salace brano omonimo firmato da Mogol. Importanti arrangiamenti ritmici, onnipresenti archi e fiati, caratterizzano questo disco. Alcune versioni, tutt'ora in circolazione, recano un errore di stampa: in copertina c'è scritto "Contiene Hai Maria". Il riferimento è, ovviamente, alla canzone "Ahi Maria", altro grande successo del cantautore crotonese, che riprende la sua passione per le ritmiche spagnoleggianti, e decide di inciderla anche in lingua iberica. Non manca il ricordo del suo soleggiato Sud, dolcemente baciato dalle onde del mare, mentre i pescatori ritirano le reti in barca, perché "Anche questo è Sud". E brilla uno dei gioielli satirici del suo repertorio: l'irriverente ballata "Nel letto di Lucia", dove il giaciglio dell'amata diventa un caravanserraglio di ministri, scaldapoltrone, reggimoccolo, colonnelli, sanfedisti, vecchi santi e chiromanti: "Falsifichi assegni cambiando grafia nel letto di Lucia/ dipingi scommetti e ti scordi la via nel letto di Lucia/ guarisce d'incanto la tua malattia nel letto di Lucia/ il prossimo anno ci porto tua zia nel letto di Lucia/ non trovi mai nebbia penombra o foschia nel letto di Lucia/ vorrei ritrovarti vorrei fossi mia nel letto di Lucia".
Gateano entra in una importante fase della sua carriera. Il successo non sembra voler distrarsi e voltargli le spalle. Ancora un passo avanti per il trentenne di Crotone, che resta, però, saldamente ancorato alle sue radici. Sempre nel 1979, registra "Solo con io", inedito mai apparso in un singolo, ma inserito nelle raccolte Gianna e le altre e Superbest. Dopo poco, appare una seconda versione della canzone, più lunga di soli undici secondi e contenuta, unicamente, in La Storia. Pubblicata postuma, insieme a "Solo con io", è anche "Le beatitudini", registrata nel 1980 e presente in Gianna e le altre e La Storia.
Tornando agli album ufficiali, nel 1980, E io ci sto rappresenta l'ennesima conferma del genio compositivo del cantautore calabrese. "Ti ti ti ti" è una dedica a tutti coloro i quali, ascoltando la canzone, sorrideranno sulle note di "a te che ascolti il mio disco forse sorridendo/ giuro che la stessa rabbia sto vivendo/ siamo sulla stessa barca io e te". Accostate all'esordio Ingresso Libero, le tracce del suo ultimo album appaiono splendida filiazione e degno proseguimento di un cammino artistico che non ha temuto, neppure per in un istante, di arrestarsi, fossilizzandosi.
Nei primi mesi del 1981, il successo lo conduce in tournée con Riccardo Cocciante e il New Perigeo di Giovanni Tommaso. Dalle date del 4, all'Auditorium di Pistoia, e del 5 marzo al Palasport di Novara, nasce Q Concert, Ep con quattro brani: "Ancora insieme", "A mano a mano", "Aida" e "Aschimilero". "A mano a mano" e "Ancora insieme", quest'ultima in versione live, sono state successivamente inserite anche in "Margherita e le altre", raccolta doppia di Riccardo Cocciante, pubblicata nel 1998.
Nel corso dello stesso anno, Gaetano registra insieme con Maria Monti l'inedito "Al bar dello sport (ovvero sogghigni e sesso)" e "Confusione, gran confusione ovvero il processo", con la Monti, Lucio Dalla, Anna Oxa, Nino Buonocore, Ivan Cattaneo, Perigeo Special e Jenny Sorrenti. Entrambe le canzoni sono parte del concept-work "Alice".
Gli archivi della Rai, inoltre, custodiscono presumibilmente una vera chicca. Nel 1981, infatti, negli studi della Rai, Rino Gaetano e Anna Oxa interpretano un brano composto da Mogol e Battisti, dal titolo "Il leone e la gallina". La notte del 2 giugno dello stesso anno, mentre percorre Via Nomentana a Roma, all'altezza di via XXI Aprile, Rino Gaetano va incontro a una tragica morte. La sua Volvo 343 si schianta contro un camion. Cinque ospedali ne rifiutano il ricovero. La sua salma viene sepolta al cimitero del Verano di Roma. Ironia della sorte, una delle sue prime canzoni del periodo del Folkstudio, "La ballata di Renzo", narrava la storia di un giovane che, a seguito di un incidente automobilistico, non trovava un ospedale che riuscisse a ospitarlo... Rino Gaetano avrebbe dovuto sposarsi pochi giorni dopo.
L'industria discografica provvederà a ricordarlo sfornando raccolte a ripetizione. Nel 2003, esce Sotto i cieli di Rino, che non aggiunge nulla alla precedente La Storia del 1998, se non una discutibile versione remixata de "Ma il cielo è sempre più blu", a cura di dj Molella, che suscita l'irritazione della maggior parte dei fan del cantautore di Crotone.
Per l'ironia e l'intelligenza dei suoi testi, per il suo songwriting schietto e graffiante, Rino Gaetano merita davvero un posto accanto ai più grandi esponenti della canzone italiana. Il suo universo è affollato di santi che salgono sul rogo "vestiti d'amianto"; di donne immaginarie che filano la lana e fiutano tartufi; di cieli blu e di notti stellate, di amabili puttane e detestabili politici d'ogni schieramento. Irride e commuove, con l'anarchica eccentricità dei poeti cantastorie. L'Italia delle P38 e della strategia della tensione, nelle sue canzoni, diventa un paese surreale, diviso tra fiaba e dramma, passioni sentimentali e contraddizioni sociali. Un paese che Gaetano ha sempre amato, ma che quasi mai l'ha voluto comprendere.
« ...vedo già la mia salma portata a spalle da gente che bestemmia che ce l'ha con me... » (Rino Gaetano)
Tributi a Rino Gaetano dopo la morte
A distanza di più di vent'anni dalla sua morte il nome di Gaetano, nonostante la sua breve parabola, viene ancora annoverato tra i grandi della musica italiana.
Diversi, a questo proposito, sono stati i tributi dedicati attraverso varie forme all'artista di Crotone.
Nel 1993, per l'etichetta EMI, viene pubblicata la raccolta di cover intitolata E cantava le canzoni - La nuova musica italiana ricorda Rino Gaetano, all'interno della quale, tra gli altri, sono presenti gli Afterhours che reinterpretano il brano Mio fratello è figlio unico.
Nel 1995 esce il film Il cielo è sempre più blu, di Antonello Grimaldi, con un nutrito cast di attori italiani, il cui titolo è chiaramente riferito alla canzone, utilizzata anche come colonna sonora.
Nel 1996 gli Articolo 31 inseriscono nell'album Così com'è la canzone Così e cosà, in cui viene campionata Gianna. Nei ringraziamenti dell'album compare anche il nome di Rino. Due anni prima il duo milanese aveva realizzato il brano Ohi Maria ispirata alla canzone Ahi Maria di Gaetano.
Nel 2001 uscì la sua prima biografia ufficiale.
Nel 2003 esce con successo, il remix dance del dj Molella di Ma il cielo è sempre più blu, presente anche nella raccolta Sotto i cieli di Rino.
Nel 2006 la sua canzone Ma il cielo è sempre più blu è la colonna sonora ufficiale della campagna elettorale dell'Unione, la coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi.
Sempre nel 2006 viene prodotto il film di Daniele Luchetti Mio fratello è figlio unico con Elio Germano e Riccardo Scamarcio tratto dal romanzo Il fasciocomunista di Antonio Pennacchi. Il titolo è ispirato dal brano di Rino Gaetano.
Al Festival di Sanremo 2007 Paolo Rossi ha presentato il brano In Italia si sta male (si sta bene anziché no), scritto da Gaetano ma rimasto incompiuto. Nella band di Paolo Rossi suona il nipote di Gaetano, Alessandro Gaetano.
Nel novembre 2007 è stata trasmessa su Rai Uno una miniserie tv in due puntate sulla vita del cantante intitolata Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu, diretta da Marco Turco e interpretata da Claudio Santamaria.
La leggenda narra che fosse un tifoso laziale (fonte Di Diego) ma in realtà era leggermente simpatizzante della As Roma (fonte Rosselli), solo per i colori che gli ricordavano quelli della sua città natale.[citazione necessaria]
discografia Album
1974 - Ingresso libero
1976 - Mio fratello è figlio unico
1977 - Aida
1979 - Resta vile maschio, dove vai?
1980 - E io ci sto
Live
1981 - Q Concert (con Cocciante e i New Perigeo)
Antologie
1988 - Gianna e le altre... (contiene gli inediti Solo con io e Le beatitudini) 1993 - Aida '93 1996 - Superbest 1998 - La storia 2003 - Sotto i cieli di Rino 2005 - Sotto i cieli di Rino-special edition
DVD/CD
2007 - Figlio unico (il DVD contiene registrazioni di vecchi filmati Rai; i 2 CD una raccolta di brani compresi 3 inediti)
Singoli
maggio 1973 - I love you Maryanna - Jaqueline (It, ZT 7047) 1974 - Tu forse non essenzialmente tu - E la vecchia salta con l'asta (It, ZT 7054) novembre 1974 - Tu forse non essenzialmente tu - I tuoi occhi sono pieni di sale (It, ZT 7057) febbraio 1975 - Ma il cielo è sempre più blu (1a parte) - Ma il cielo è sempre più blu (2a parte) (It, ZT 7060) maggio 1976 - Mio fratello è figlio unico - Sfiorivano le viole (It, ZT 7062) luglio 1976 - Mio fratello è figlio unico - Berta filava (It, ZT 7064) giugno 1977 - Aida - Escluso il cane (It, ZBT 7078) agosto 1977 - Aida - Spendi spandi effendi (It, ZBT 7081) 30 gennaio 1978 - Gianna - Visto che mi vuoi lasciare (It, ZBT 7086) luglio 1978 - Nun te reggae più - E cantava le canzoni (It, ZBT 7091) luglio 1979 - Resta vile maschio, dove vai? - Ahi Maria (Rca PB 6343) ottobre 1980 - E io ci sto - Metà Africa Metà Europa (Rca PB 6487)
Filmografia
2007 - Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu, regia di Marco Turco - Rai Uno - Miniserie TV
Mio fratello è figlio unico perché non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato e non ha mai pagato per fare l'amore e non ha mai vinto un premio aziendale e non ha mai viaggiato in seconda classe sul rapido Taranto - Ancona e non ha mai criticato un film senza mai prima vederlo
mio fratello è figlio unico perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone perché è convinto che nell'amaro benedettino non sta il segreto della felicità perché è convinto che anche chi non legge Freud può vivere cent'anni perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati malpagati e frustrati
mio fratello è figlio unico sfruttato represso calpestato odiato e ti amo Mario mio fratello è figlio unico deriso frustrato picchiato derubato e ti amo Mario mio fratello è figlio unico dimagrito declassato sottomesso disgregato e ti amo Mario mio fratello è figlio unico frustrato derubato sottomesso e ti amo Mario mio fratello è figlio unico deriso declassato frustrato dimagrito e ti amo Mario mio fratello è figlio unico malpagato derubato deriso disgregato e ti amo Mario
Escluso Il Cane
Chi mi dice ti amo chi mi dice ti amo ma togli il cane escluso il cane tutti gli altri son cattivi pressoché poco disponibili miscredenti e ortodossi di aforismi perduti nel nulla chi mi dice ti amo chi mi dice ti amo se togli il cane escluso il cane non rimane che gente assurda con le loro facili soluzioni nei loro occhi c'è un cannone e un elisir di riflessione e tu non torni qui da me perché non torni più da me Chi mi dice ti amo chi mi dice ti amo ma togli il cane escluso il cane paranoia e dispersione inerzia grigia e films d'azione allestite anche le unioni dalle ditte di canzoni e tu non torni qui da me perché non torni più da me
Io scriverò se vuoi perché cerco un mondo diverso con stelle al neon e un poco d'universo mi sento un eroe a tempo perso io scriverò se vuoi perché non ho incontrato mai veri mattatori e veri ombrellai ma gente capace di chiederti solo come stai io scriverò se vuoi perché ho amato tutti i sessi ma posso garantirvi che io non ho mai dato troppo peso al sessso mio ma con chiunque sappia divertirsi mi salverò che viva la vita senza troppo arrichirsi mi salverò che sappia amare che conosca Dio come le sue tasche io scriverò perché ho vissuto anche di espedienti perché a volte ho mostrato anche i denti perché non potevo vivere altrimenti io scriverò sul mondo e sulle sue brutture sulla mia immagine pubblica e sulle camere oscure sul mio passato e sulle mie paure
Rare tracce di signori benpensanti e non creduti traffichini grossi e astuti ricchi forti e incensurati Rare tracce di vita su Marte Venere e Plutone rare tracce di un cannone che ha sparato ha ucciso ha fornicato Rare tracce di peccato di sevizie di ricchezza rare tracce di tenerezza in un mondo che si nasconde nella propria incolumità Rare tracce di un passato che è passato e che ritorna lascia un segno e poi sparisce dove andrà ? Rare tracce di un treno che parte veloce e spedito rare tracce di un perito di finanza e di evasori rare tracce di buoni gestori nella nostra società. Ma io conosco le mie virtù i miei difetti la mia volontà ed io riconosco che ci sei tu e faccio tutto, penso scrivo rubo mangio per conoscerti di più Rare tracce di gente che lavora che produce quando chiede nulla scuce a un sistema che non va Rare tracce di fortune che si perdono alla sera da teppaglia ammanicata capace solo di opinare ponderare deliberare prevedere escogitare ideare meditare concepire elucubrare congetturare arbitrare giudicare disserrare spalancare strombazzare armeggiare appagare tracce rare di chi è capace di operare agire realizzare effettuare avverare concretare esercitare lavorare addestrare assuefare applicare elaborare manipolare arrischiare rinunciare smanovrare ammansare smandrappare detestare adorare esecrare
Sfiorivano Le Viole
L'estate che veniva con le nuvole rigonfie di speranza nuovi amori da piazzare sotto il sole il sole che bruciava lunghe spiagge di silicio e tu crescevi, crescevi sempre più bella fiorivi sfiorivano le viole e il sole batteva su di me e tu prendevi la mia mano mentre io aspettavo i passi delle onde che danzavano sul mare a piedi nudi come un sogno di follie venduto all'asta la notte quella notte cominciava un po' perversa e mi offriva tre occasioni per amarti e tu fiorivi sfiorivano le viole e il sole batteva su di me e tu prendevi la mia mano mentre io aspettavo il sole che bruciava bruciava bruciava bruciava e tu crescevi crescevi crescevi più bella più bella fiorivi sfiorivano le viole e il sole batteva su di me e tu prendevi la mia mano mentre io aspettavo te mentre io oh ye aspettavo te si lavora e si produce si amministra lo stato il comune si promette e si mantiene a volte mentre io oh ye aspettavo te il marchese La Fayette ritorna dall'America importando la rivoluzione e un cappello nuovo mentre io oh ye aspettavo te ancora penso alle mie donne quelle passate e le presenti le ricordo appena mentre io oh ye aspettavo te Otto von Bismarck-Shonhausen per l'unità germanica si annette mezza Europa mentre io aspettavo te Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tuttora in voga mentre io oh ye aspettavo
Amo il sale della terra amo il sale della vita amo il sale dell'amore amo il sale che c'è in te i tuoi occhi sono pieni di sale i tuoi occhi sono pieni di sale di quel sale mattutino che tu prendi in riva al mare di quel sale che a pensarci ti viene voglia di guardare Le tue labbra sono piene di sale le tue labbra sono piene di sale di quel sale mattutino che tu prendi in riva al mare di quel sale che a pensarci ti vien voglia di baciare Il tuo corpo è pieno di sale il tuo corpo è pieno di sale di quel sale mattutino che tu prendi in riva al mare di quel sale che a pensarci ti vien voglia di sognare La tua mente è piena di sale la tua mente è piena di sale di quel sale mattutino che tu prendi in riva al mare di quel sale che a pensarci ti vien voglia di pensare
Video
Tu Forse Non Essenzialmente Tu
Tu / forse non essenzialmente tu un'altra / ma è meglio fossi tu tu / forse non essenzialmente tu hai scavato dentro me / e l'amicizia c'è io / che ho bisogno di raccontare io la necessità di vivere / rimane in me e sono ormai convinto da molte lune dell'inutilità irreversibile del tempo mi sveglio alle 9 e sei decisamente tu e non si ha il tempo di vedere la mamma e si è già nati e i minuti rincorrersi senza convivenza mi sveglio e sei decisamente tu forse non essenzialmente tu e la notte confidenzialemnte / blu cercare l'anima tu / forse non essenzialmente tu un altra / ma è meglio fossi tu e vado dal Barone ma non gioco a dama e bevo birra chiara in lattina me ne frego e non penso a te avrei bisogno sempre di un passaggio ma conosco le coincidenze del 60 notturno lo prendo sempre per venir da te forse non essenzialmente tu e la notte confidenzialmente / blu cercare l'anima
Lei sfogliava i suoi ricordi le sue istantanee i suoi tabù le sue madonne i suoi rosari e mille mari e alalà i suoi vestiti di lino e seta le calze a rete Marlene e Charlot e dopo giugno il gran conflitto e poi l'Egitto un'altra età marce svastiche e federali sotto i fanali l'oscurità e poi il ritorno in un paese diviso nero nel viso più rosso d'amore Aida come sei bella Aida le tue battaglie i compromessi la povertà i salari bassi la fame bussa il terrore russo Cristo e Stalin Aida la costituente la democrazia e chi ce l'ha e poi trent'anni di safari fra antilopi e giaguari sciacalli e lapin Aida come sei bella Video
Cogli La Mia Rosa D'amore
Cogli la mia rosa d'amore cogli la mia rosa d'amore regala il suo profumo alla gente cogli la mia rosa di niente Cogli il suo figlio in Germania la miniera il carbone a Natale verrà Cogli i muri bianchi di calce la festa del Santo il giorno del pianto Cogli la mia sera d'Aprile scrivevo parole faceva all'amore Lasciale almeno i ricordi le loro mani nel chiedere e amore nel dare. Cogli la mia rosa d'amore cogli la mia rosa d'amore regala il suo profumo alla gente cogli la mia rosa di niente Cogli il suo giorno di festa quando l'estate promette di tutto e quando chi mantiene un sorriso cogli questo suo paradiso
Video
A Mano A Mano
A mano a mano ti accorgi che il vento Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso La bella stagione che sta per finire Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore
A mano a mano si scioglie nel pianto Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo Di quando vivevi con me in una stanza Non c'erano soldi ma tanta speranza
E a mano a mano mi perdi e ti perdo E quello che è stato ti sembra più assurdo Di quando la notte eri sempre più vera E non come adesso nei sabato sera.... Ma...dammi la mano e torna vicino Può nascere un fiore nel nostro giardino Che neanche l'inverno potrà mai gelare Può crescere un fiore da questo mio amore per te
E a mano a mano vedrai che nel tempo Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso Che il vento crudele ti aveva rubato Che torna fedele L'amore è tornato da te....
Ma...dammi la mano e torna vicino Può nascere un fiore nel nostro giardino Che neanche l'inverno potrà mai gelare Può crescere un fiore da questo mio amore per te
Video
Nel Letto Di Lucia
He he he indovini e falsi dei vecchi santi e tristi eroi via via tutti nel letto di Lucia tutti nel letto di Lucia he he he ciarlatani e ombrellai colonelli e usurai via via tutti nel letto di Lucia tutti nel letto di Lucia he he he che partita a scopone con tre ministri scalda poltrone via via sempre nel letto di Lucia tutti nel letto di Lucia he he he oh oh oh he he he oh oh oh pensavo fossi solo mia he he he oh oh oh he he he vieni anche tu nel letto di Lucia he he he chiromanti e futuristi regimoccolo e sanfedisti via via tutti nel letto di Lucia tutti nel letto di Lucia hu hu hu, hu che amore di ragazza mi violenta e mi strapazza via via sempre nel letto di Lucia tutti nel letto di Lucia ho ho ho scriverò altre canzoni per raccontarvi le mie emozioni ma ora via torno nel letto di Lucia tutti nel letto di Lucia he he he oh oh oh he he he oh oh oh e visto che non sei più mia he he he oh oh oh he he he vieni con me nel letto di Lucia sorridi e soprimi ogni tua gelosia nel letto di Lucia falsifichi assegni cambiando grafia nel letto di Lucia dipingi scommetti e ti scordi la via nel letto di Lucia guarisce d'incanto la tua malattia nel letto di Lucia il prossimo anno ci porto tua zia nel letto di Lucia non trovi mai nebbia penombra o foschia nel letto di Lucia vorrei ritrovarti vorrei fossi mia nel letto di Lucia
E quando tramonta il sol una canzone d'amor da baja a salvador oh Maria per te canterò. da quando sei andata via da quando non ci sei più da quando la pasta scotta non la mangio più ahi Maria chi mi manca sei tu. La mattina mi alzo tardi e dormo finchè mi va e il caffè me lo portano a letto due bionde in tutù ahi Maria chi mi manca sei tu. La notte vado a ballare per cancellare i sogni miei da qualche tempo ho più donne del d.j. ahi Maria ma tu non ci sei. E questo sapore strano che è fatto di libertà mi dice che oggi qualcosa è cambiato in me ahi Maria non sei più con me. E quando tramonta il sol una canzone d'amor da Baja a Salvador oh Maria canterò oh oh ahi Maria por ti cantarè. L'acqua mi fa un po' male la birra mi gonfia un po' vado avanti tristemente a champagne e bon-bon ahi maria mi manca il tuo amor. Il mio caimano nero piangendo mi confidò che non approvava il progetto del " metrò " ahi Maria da te tornerò. L'Himalaia era lontano l'ascensore lì non c'è ma il vecchio saggio indiano ha predetto che ahi Maria ritorni da me. Sebbene ho più soldi in tasca e donne ne ho troppe ormai sebbene il tuo cane fuori non porto più ahi Maria chi mi manca sei tu. E quando tramonta il sol una canzone d'amor da Baja a Salvador oh Maria canterò oh oh ahi Maria por ti cantarè. C'era una donna a Baja s'ubriacava di noia e sakè sotto una vecchia sequoia ballava il samba e cantava per me. un presentatore alla radio in un armadio provava il suo show teneva un quiz a puntate e chiuso tutta l'estate restò. Il caimano distratto imitava il gatto e faceva bau-bau perchè studiava le lingue e voleva alle cinque il suo tè. mi disse un vecchio fachiro tu non sei un emiro in gilet mi consigliò senza imbroglio di non bere petrolio alle tre. C'era una donna a Baja s'ubriacava di noia e sakè sotto una vecchia sequoia ballava il samba e cantava per me. Un presentatore alla radio in un armadio provava il suo show il caimano distratto imitava il gatto imitava il gatto e diceva no imitava il gatto il caimano distratto c'era una donna a Baja una vecchia signora un presentatore alla radio un vecchio fachiro un vecchio fachiro un ricco emiro
Video
Glu Glu
Glu glu l'esquimese nell'igloo da suicida va su e giù e affogando fa glu glu Glu glu l'esquimese nell'igloo da suicida va su e giù e affogando fa glu glu Glu glu l'esquimese nell'igloo da suicida va su e giù e affogando fa glu glu Glu glu l'esquimese nell'igloo da suicida va su e giù e affogando fa glu glu C'è un attimo però l'aereo per Francoforte non ho più preso il treno da quattro anni almeno Un marinaio del Pireo sulla faccia aveva un neo la moglie inglese Mary gli schiacciava i punti neri. C'è da una settimana una sonda amer(r)icana...
Mentre la notte scendeva stellata stellata lei affusolata nel buio sognava incantata e chi mi prende la mano stanotte mio Dio forse un ragazzo il mio uomo o forse io lontana la quiete e montagne imbiancate di neve e il vento che soffia che fischia più forte più greve e che mi sfiora le labbra chi mi consola forse un bambino gia grande o io da sola passava la notte passavano in fretta le ore la camera fredda gia si scaldava d'amore chi troverà i miei seni avrà in premio il mio cuore chi incontrerà i miei semi avrà tutto il mio amore la luce discreta spiava e le ombre inventava mentre sul mare una luna dipinta danzava chi coglierà il mio fiore bagnato di brina un principe azzurro o forse io adulta io bambina mentre la notte scendeva stellata stellata lei affusolata nel buio dormiva incantata chi mi dirà buonanotte stanotte mio Dio la notte le stelle la luna o forse io
Berta filava e filava la lana, la lana e l'amianto del vestito del santo che andava sul rogo e mentre bruciava urlava e piangeva e la gente diceva: "Anvedi che santo vestito d'amianto" E Berta filava e filava con Mario e filava con Gino e nasceva il bambino che non era di Mario che non era di Gino E Berta filava, filava a dritto, e filava di lato e filava, filava e filava la lana E filava, filava E filava, filava E filava, filava E filava, filava E filava, filava E Berta filava, e Berta filava e filava la lana, filava l'amianto del vestito del santo che andava sul rogo e mentre bruciava urlava e piangeva e la gente diceva: "Anvedi che santo vestito d'amianto" E Berta filava, filava con Mario, filava con Gino e nasceva il bambino che urlava e piangeva e la gente diceva: "Anvedi che santo" E filava, filava E filava, filava E filava, filava E filava, filava E filava, filava E Berta filava, e Berta filava, filava con Gino, filava il bambino cullava cullava, filava l'amianto e Berta filava
Video
Spendi Spandi Effendi
Essence benzina e gasolina soltanto un litro e in cambio ti do Cristina se vuoi la chiudo pure in monastero ma dammi un litro di oro nero Ti sei fatto il palazzo sul Jumbo noi invece corriamo sempre appresso all'ambo ambo terno tombola e cinquina se vinco mi danno un litro di benzina Spendi spandi spandi spendi effendi spendi spandi spandi spendi effendi Spider coupè gitti alfetta a duecento c'è sempre una donna che ti aspetta sdraiata sul cofano all'autosalone e ti dice prendimi maschiaccio libidinoso coglione non più a gas ma a cherosene il riscaldamento centralizzato più ti scalda più conviene niente carbone mai più metano pace prosperità e lunga vita al sultano Spendi spandi spandi spendi effendi spendi spandi spandi spendi effendi
Rino Gaetano, un mito in autostop e la sua tragica fine
La leggenda breve del cantautore calabrese scoperto da Lucio Dalla, che lo caricò sulla sua Porsche. Fino alla sua morte nel 1981 in un incidente stradale come il suo idolo Fred Buscaglione
di Paolo Di Stefano
A ripensarci, non c’è niente di più tristemente profetico di una canzone intitolata «Mio fratello è figlio unico» e scritta da un ragazzo che di lì a qualche anno rimarrà vittima di un incidente stradale. In realtà, è stato detto tante volte che il presagio più inquietante, nei testi di Rino Gaetano, è consegnato a «La ballata di Renzo», che racconta l’odissea di un giovane in fin di vita respinto da più ospedali romani: «La strada molto lunga / s’andò al San Camillo / e lì non lo vollero per l’orario./ La strada tutta scura / s’andò al San Giovanni / e lì non lo accettarono per lo sciopero...». La tragedia Canzone del 1971 che anticipava di dieci anni la tragedia che avrebbe vissuto lo stesso Rino, trentenne calabrese allegro, un po’ pazzoide e un po’ ribelle, dopo l’incidente avvenuto sulla Nomentana la notte del 2 giugno 1981, alle 3.55. Mentre tornava a casa sulla sua Volvo 343, Rino rimase travolto da un camion Fiat 650 che viaggiava in senso opposto all’altezza di via Carlo Fea. L’autista del camion, Antonio Torres, di anni 37, disse di aver visto l’auto sbandare paurosamente ad alta velocità e andare a sbattere contro la fiancata dell’autotreno.
Respinto dagli ospedali Così raccontò la cronaca del «Corriere» il giorno dopo: «Soccorso dagli agenti della polizia stradale di Settebagni, il cantautore veniva portato in gravi condizioni all’ospedale». Sarebbe morto alle sei del mattino. Ma come il Renzo della canzone, anche Rino era stato respinto da diversi ospedali che non erano in grado di accogliere un uomo con il cranio sfondato. Il «Messaggero» precisò che l’ambulanza (dei Vigili del Fuoco) aveva chiesto ospitalità al Gemelli, al San Filippo Neri, al San Giovanni, al Cto della Garbatella, al San Camillo. Invano. Il Policlinico, l’ultima spiaggia, non era attrezzato per interventi di neurochirurgia, come ammise il direttore sanitario dell’ospedale. Quindici giorni dopo, Rino avrebbe dovuto sposare Amelia, la sua fidanzata di Fondi. Partì un’inchiesta, che sarebbe stata archiviata dopo dieci anni. «Come Buscaglione», titolarono i giornali. Nessuno scrisse: come Renzo.
Come Buscaglione Salvatore Antonio Gaetano, detto Rino, nato a Crotone il 29 ottobre 1950, a dieci anni arriva a Roma, con un fratello, una sorella, un padre e una madre in cerca di lavoro. Il padre riesce a sistemarsi come portinaio in un palazzo di Monte Sacro e Rino non vuole saperne di studiare: ha in testa la musica, a vent’anni comincia a scrivere e a suonare da «autodidatta della chitarra», come si è sempre definito, con una passione particolare per il «duro di Chicago», Buscaglione, figlio a sua volta del portinaio di Piazza Cavour 3 a Torino e morto giovane anche lui, proprio in quel 1960 in cui Rino si trasferisce nella capitale, per uno schianto in auto (una Ford Thunderbird rosa) contro un camion, anche lui spirato al Policlinico, dove fu portato agonizzante dal primo autobus che passava. Tante coincidenze. Come l’incontro di Gaetano con Lucio Dalla in autostrada: il ragazzo meridionale, ancora sconosciuto, fa l’autostop verso Roma con una chitarra in mano e il cantautore già famoso lo carica sulla sua Porsche. Da lì, l’ingresso nella casa discografica It, quella di De Gregori, Cocciante e Venditti.
C’è chi pensa al complotto Nella ricostruzione della morte, spuntarono i complottisti. Quelli che si dissero certi dell’assassinio mettendo insieme i «respingimenti» ospedalieri con la satira guascona, le censure, lo sberleffo contro Gianni e Susanna Agnelli, Monti, Pirelli e Vincenzo Cazzaniga (capo della Esso in Italia) i cui nomi erano contenuti in una delle canzoni più famose («Nuntereggae più»), nonché la sua presunta amicizia con la figlia del medico di Gelli, il presunto intervento dei servizi segreti, la presunta allusione tra le righe allo scandalo Lockheed. Massoneria, servizi segreti, poteri economici: tutti uniti contro il pericoloso burlone di successo che nel ’78 si era presentato sul palco dell’Ariston cantando «Gianna» in frac, cilindro e scarpe da tennis e che dall’attrazione giovanile per il teatro comico sarebbe arrivato a minacciare i poteri occulti con le sue filastrocche giocose, le sue sferzate ilari, le ballate malinconiche inventate per lo più girando per Roma in automobile, e poi correndo a casa a provarle e a scriverle (così disse intervistato dal critico letterario Enzo Siciliano, ammirato da «Nuntereggae più»). Mix tra grottesco e anarcoide Qualcuno vuole ancora oggi farlo passare per una sorta di Pasolini pop venuto dal Sud. In realtà quell’originale mix tra grottesco e anarcoide, lo spirito più stralunato che engagé (da «Aida» a «Il cielo è sempre più blu»), la faccia da schiaffi, l’estraneità ai cliché dei cantautori classici (di cui era una sorta di parodia), la capacità di cogliere con leggerezza irridente i paradossi italiani, e il destino da outsider solitario lo hanno reso un personaggio immortale. Nonostante una mediocre fiction televisiva che ha voluto farne un santino tormentato e un po’ ubriacone, resta un mito inclassificabile e transgenerazionale: come tanti artisti della canzone morti troppo presto.