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zara67.
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SONO TUTTE BELLE LUSSY VASCO E MITICO ,SUPER, GRANDE UN POETA SI E' CAPITO CHE L''ADORO
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almamarina.
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a me.................
a scricciolo.........il mio ANGELO biondo
a roccia e piccolino............il mio oggi e domani. -
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Concerti di Vasco Rossi - Live Tour 2010
Vasco Rossi ha detto sì al progetto che lo vedrà come il protagonista dell'autunno grazie ad un lungo ed itinerante Europe Tour fatto di concerti indoor. La partenza è fissata per il 6 ottobre 2009 , che sarà l'inizio di un viaggio che lo porterà in Italia ed in Europa per 365 giorni.
Sembra incredibile ma vedremo Vasco “indoor” e sarà sicuramente un evento evento perché non lo si vede al chiuso dal 1990, con “Fronte del palco” che sbaragliò la concorrenza di tutti i cantanti stranieri e inaugurò l’era dello stadio da rock.
Abituato da 20 anni agli stadi, l’unico artista che potrebbe permettersi un garantito bagno di folla, sceglie invece i concerti indoor, in Italia ed in Europa.
E’ l’istinto che, suggerisce a Vasco il momento giusto per scegliere questa strategia... Il suo ultimo tour indoor europeo risale 1996, quando il tour prese il nome di “Nessun pericolo per te” , di “Sally” e de “Gli Angeli”.. -
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Noemi: Vuoto a perdere scritta da Vasco Rossi e Gaetano Curreri
Di Sebastiano Cascone
Si intitola, Vuoto a perdere, il nuovo singolo di Noemi che anticipa l’uscita dell’album di inediti previsto per aprile 2011. Il pezzo, scritto da Vasco Rossi e Gaetano Curreri degli Stadio, sarà contenuto nella colonna sonora di Femmine contro maschi, il seguito di uno dei campioni d’incassi dell’ultima stagione cinematografica.
La giovane interprete non ha nascosto l’emozione nel poter cantare un brano regalatogli da uno dei suoi miti musicali. E’ da sottolineare il fatto che il Blasco nazionale difficilmente si cimenta con canzoni per cantanti donne: prima di Noemi, Vasco ha composto E dimmi che non vuoi morire di Patty Pravo e La mia ragazza sempre di Irene Grandi.
Dopo la vittoria morale ad X Factor 2 e la consacrazione a Sanremo 2010, quali altri importanti traguardi aspettano Noemi? Un lungo e florido percorso musicale perchè, a differenza di altri suoi colleghi, ha tutte le carte in regola per durare nel tempo… scommettiamo?. -
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Vasco Rossi in concerto a Berlino per la prima volta e la prima volta, si sa, non si scorda mai.
Una Berlino di giovani o meno giovani, soprattutto italiani ricorderà per molto tempo la prima del Blasco, l’ultimo in ordine cronologico dell’ Europe Indoor Tour.
Ieri sera al Tempodrom a vedere Vasco c’erano all’incirca quattromila spettatori.
Vasco Rossi mette grande entusiasmo nel suo concerto e regala una splendida serata ai suoi fans accorsi numerosi anche dall’Italia.
I 4.000 hanno partecipato al programma del concerto che si apre con “Un Gran Bel Film” si chiude, nell’ordine, da “Vita Spericolata” e “Albachiara”. Passando attraverso “Ieri Ho Sgozzato Mio Figlio” e “Cosa Vuoi da Me”. Ma anche “Delusa”, “Deviazioni”, “Sally”, “Tango della Gelosia” o novità come “Sto Pensando a Te” o “Ad Ogni Costo”.
Il rocker di Zocca dopo i concerti di Londra, Bruxelles e Zurigo a Berlino è in grande spolvero e alla fine sel concerto, per la gioia dei suoi fans, ha tolto cappellino e maglietta, lanciandoli al pubblico e restando a torso nudo mantenendo la sua aria gaudente, trasgressiva e ironica.
Vasco durante il concerto si è esibito in un monologo, prendendo le difese dei peccatori (Vecchio e Nuovo Testamento condannano il vizio, non il peccatore, ha spiegato Vasco) e riferendosi alla società di oggi ha sottolineato che nei 10 Comandamenti c’è scritto «non rubare» ma non «vietato fumare».
A Berlino con lui sul palco la sua band formata da Claudio Golinelli al basso, Maurizio Solieri (chitarra), Stef Burns (chitarra), Matt Laug (batteria), Alberto Rocchetti (piano e tastiere) Andrea Innesto (sax e cori), Frank Nemola (tromba), Clara Moroni (cori).. -
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Ma cosa vuoi che sia una canzone...
Il disco [modifica]
La registrazione di questo primo LP inizia a novembre del 1977, e il disco viene pubblicato a maggio del 1978; il tecnico del suono che ha curato le registrazioni del disco è Maurizio Biancani.
Le canzoni hanno ancora un sapore da cantautore, anche se affiorano spunti rock che verranno sviluppati maggiormente in futuro.
L'album viene preceduto dal singolo Jenny/Silvia (anche se le versioni del 33 giri sono diverse da quelle del singolo), e posticipato dal singolo La nostra relazione/E poi mi parli di una vita insieme.
La prima versione dell'album (con in copertina una chitarra temperata) esce in sole 20.000 copie. Il disco viene distribuito solo in Emilia-Romagna e viene passato in prevalenza dalle radio libere.
Da notare la presenza tra i musicisti di tre dei fondatori degli Stadio: Gaetano Curreri (che sul retro della copertina si firma con lo pseudonimo Bethoten, citato all'inizio della canzone "ambarabaciccicocco': "Vai col pianino bito'!"), Giovanni Pezzoli e Ricky Portera, e del batterista forlivese Gilberto Rossi, soprannominato "Attila", che aveva suonato negli anni sessanta nel gruppo beat I Baci con Jimmy Villotti e Claudio Golinelli (a sua volta in seguito bassista di Vasco Rossi) e che negli anni successivi diventerà il batterista di Ivan Graziani.
Inizia già da ora la collaborazione con Maurizio Solieri che suona la chitarra in Ed il tempo crea eroi.
Per quel che riguarda le edizioni, le canzoni del disco sono edite dalle Edizioni musicali Sarabandas, tranne Silvia e Jenny è pazza, edite dalle Edizioni musicali Borgatti e ...E poi mi parli di una vita insieme (coedizione tra le Sarabandas e le Borgatti).. -
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Non siamo mica gli americani
Il disco
Le registrazioni del disco si svolsero negli studi "Fonoprint" di Bologna tra il novembre ed il dicembre del 1978, ed il disco fu pubblicato a maggio del 1979.
L'album venne in seguito ristampato (e si trova tutt'ora sul mercato) con il nome di Albachiara, per sfruttare maggiormente il richiamo della sua canzone più conosciuta.
Da questo LP viene estratto il 45 giri Albachiara / Fegato spappolato, ristampato anche su mini-cd.
Nell'album è presente anche Per quello che ho da fare (faccio il militare), canzone ironica nei confronti del servizio militare, che l'autore aveva terminato pochi mesi prima, riformato per abuso di psicofarmaci. [1]
Nel testo della canzone Fegato, fegato spappolato, si cita un certo Fini che "s'è alzato da poco, e non è ancora sveglio, ed è talmente scazzato che non riesce a parlare nemmeno". Si tratta di Floriano Fini, suo manager e amico fin dai tempi di Punto Radio, che tuttora lavora con il team di Vasco. La canzone termina con le prime due frasi della celebre canzone dei Sex Pistols, God save the Queen. Si può infatti sentire negli ultimi secondi "God save the queen, and the fascist regime, they made you a moron".
La copertina dell'edizione originale reca una fotografia di Vasco coi capelli corti (fatta nel periodo del servizio militare, nel 1979), e il titolo "Non siamo mica gli americani" viene rappresentato con una parte di bandiera americana ridisegnata coi colori della bandiera italiana.
In basso sono riportati in modo ben evidenziato i "ringraziamenti ad Auro Arbizzo per aver stravolto con sensazioni ed emozioni quasi tutti i brani dell'album". Auro Arbizzo è il soprannome di Auro Lugli, influente amico di Vasco Rossi in quel periodo.
Alcuni dei musicisti presenti avevano collaborato anche al disco precedente. Il tecnico del suono è Maurizio Biancani.
Io non so più cosa fare - 4:02 (Vasco Rossi)
Fegato, fegato spappolato - 3:16 (Vasco Rossi)
Sballi ravvicinati del terzo tipo - 5:13 (Vasco Rossi)
(Per quello che ho da fare) Faccio il militare - 4:31
(Per quello che ho da fare) Faccio il militare - 0:36
La strega (la diva del sabato sera) - 4:45 (Vasco Rossi-Silvestri)
Albachiara - 4:05 (Vasco Rossi)
Quindici anni fa - 5:13 (Vasco Rossi)
Va bè (se proprio te lo devo dire) - 3:09 (Vasco Rossi). -
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Il "Manifesto" di Vasco sull’Uomo Nuovo ateo e futurista
La cosa più semplice/ ancora più facile/ sarebbe quella di non esser mai nati». No, non sono versi atei e pessimisti di Leopardi, e neppure di un Woody Allen una sera da solo a New York. E’ Vasco Rossi, già. «Invece la vita arriva impetuosa/ ed è un miracolo che ogni giorno si rinnova». Sul blog di Satisfiction, il periodico dell’inarrestabile GianPaolo Serino di cui Vasco è editore («La prima rivista che rimborsa i libri consigliati»), ieri è apparso il testo di una canzone inedita, qualcosa sì di davvero sorprendente, che dovrebbe essere inclusa nel prossimo cd. Ha una forza disillusa eppure appassionata, si intitola Manifesto futurista della nuova umanità ed è la riflessione di chi si pensa solo e invece scopre di essere in compagnia della propria vita. «Ti prego perdonami se non ho più fede in te/ ti faccio presente che/ è stato difficile/ abituarsi a una vita sola e senza di Te». Un urlo, a dir il vero lancinante, di solitudine, una rigorosa osservazione del proprio stato d’animo e di quelle convinzioni che il fluire della vita, più che l’educazione, alla fine modifica. Per carità, come spiega lo stesso Vasco nelle note pubblicate dal sito (ormai è maestro di questa nuovissima forma di comunicazione trasversale tra musica, web e palchi), il Manifesto «nelle mie intenzioni è una provocazione... ironica: in sintesi è l’uomo nuovo, quello di oggi. Senza più “fede”: in un creatore...». E poi ancora: «La vita quindi è un caso, non un dono. Bisogna accettarne il peso e la responsabilità... e, senza bisogno di “potenze superiori”, e rispettarla fino a quando essa rispetta noi». E in fondo, in questa sospirata reciprocità esistenziale, c’è molto di quel Vasco che lentamente, passo dopo passo, botta o successo che fosse, ha raggiunto un equilibrio molto più ispirato di quanto lui stesso ammetterebbe. «Ti faccio presente che/ ho quasi finito anche la pazienza che ho con me». Una sorpresa, il segno di una estenuante trattativa con se stesso. «Ho fatto un patto sai/ con le mie emozioni/ le lascio vivere/ e loro non mi fanno fuori». Il compromesso, infine, che solo un
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