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Io non ho paura-Ammaniti, Niccolò

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    Scheda de "Io non ho paura"

    Titolo: Io non ho paura
    Autore: Niccolò Ammaniti
    Genere: "Io non ho paura" è un romanzo di formazione, cioè un'ampia descrizione delle vicende di uno o più personaggi. È un romanzo di formazione che rappresenta il processo di formazione del protagonista, attraverso vicende, incontri, esperienze.
    Ambiente: E' estate del 1978 e il clima è torrido. Questo libro è ambientato nella campagna meridionale: il paese si chiama Acqua Traverse, una frazione di Lucignano composto da quattro case in tutto, se si esclude un grande casale dell'Ottocento, senza una piazza, senza strade se non lo stradone centrale. Un minuscolo centro abitato disperso tra infiniti campi di grano, un luogo immaginario ma incredibilmente realistico.

    Protagonista
    Michele Amitrano è un ragazzino di nove anni di famiglia povera, ha una sorellina più piccola. Gli piace il gioco del calcio, è molto bravo in porta e gli piace cercare sempre nuove avventure e fare escursioni sulla Scassona, la vecchia bicicletta del padre. Michele è un bambino altruista, generoso, disponibile, responsabile e maturo.

    Bambini
    Maria Amitrano è la sorella di Michele, ha cinque anni, indossa gli occhiali, di imitare e seguire il fratello.
    Filippo Carducci è il bambino che è stato rapito, ha nove anni ed è biondo. È rappresentato come un mucchio di stracci, la faccia è nera e sudicia e i capelli sottili sono impastati con la terra. Non riesce ad aprire le palpebre per lo sporco. Le narici sono otturate dal moccio e dalle croste. Vede in Michele il suo angelo custode, colui che lo può liberare dal "signore dei vermi" e portarlo al sicuro.
    Salvatore Scardaccione ha nove anni ed è il migliore amico di Michele. È solitario, ma molto sveglio. Sarà lui a tradire Michele in cambio di una lezione di guida del fratello di Antonio.
    Antonio Natale, detto il teschio, è il più grande della banda, ha dodici anni, gli piace comandare ed è il capo. È grosso, forte e coraggioso e se qualcuno disobbedisce diventa cattivo e sono guai.
    Barbara Mura fa parte della banda, ha undici anni ed è cicciottella. Quando viene organizzata una sfida, la penitenza tocca sempre a lei perché arriva ultima. Si innamora di Michele, colpita dalla sua generosità nel dichiararsi pronto a fare la penitenza al posto suo.

    Adulti
    Teresa, la mamma di Michele, ha trentatré anni. È ancora bella: ha i capelli neri che le arrivano a metà schiena, gli occhi scuri e grandi come mandorle, una bocca larga, denti forti e bianchi e un mento a punta. È alta, formosa, ha il petto grande e un bel sedere. È severa, ma è sempre pronta a difendere il figlio.
    Pino Amitrano, il padre di Michele, fa il camionista e il suo sogno è quello di arricchirsi per portare la propria famiglia al Nord. Proprio per realizzare questo sogno diventa uno dei rapitori di Filippo. È un uomo piccolo, magro e nervoso. Ha i capelli neri, tirati con la brillantina, la barba ruvida e bianca sul mento. Odora di sigarette e di colonia. È una persona buona e generosa e vuole molto bene a Michele.
    Felice Natale è il fratello maggiore di Antonio e ha vent'anni. È molto cattivo con i bambini. Porta i capelli corti, gli piacciono le armi e veste sempre con giacche e pantaloni mimetici. Gira sulla sua 127 e ha il compito di sorvegliare Filippo. Picchia i più deboli e viene definito un "povero diavolo". È molto solo, senza né un amico né una donna.
    Pietro Mura è il padre di Barbara. È un uomo basso e tozzo, con un paio di baffoni neri che gli coprono la bocca. Ha fatto per tanti anni il barbiere a Lucignano, ma ora fa il contadino. Ha partecipato anche lui al rapimento.
    Sergio Materia è il capo dei rapitori. Ha sessantasette anni, viene da Roma e ha fatto molta prigione per una rapina. È un uomo magro, ha la testa pelata, ma sopra gli orecchi gli crescono dei capelli giallastri che tiene raccolti in una coda. Ha il naso lungo, gli occhi infossati, le sopracciglia lunghe e bionde e porta gli occhiali. Fa inoltre un sacco di rumori: tossisce, soffia... fuma molto.


    Riassunto

    Un gruppo di ragazzi si ritrova, come ogni giorno, a scorrazzare su e giù per una collina. Siamo nel 1978, è estate, con un caldo torrido. Il calore entra nelle pietre, la terra si sbriciola e il respiro è faticoso.
    Michele Amitrano, il protagonista, per difendere una ragazza del gruppo, togliendola da un grosso imbarazzo, si propone al posto suo per eseguire la penitenza: arrivare al piano superiore di una casa diroccata e disabitata senza poter utilizzare né le scale né i gradini ridotti a un ammasso di pietre.
    Dopo molte difficoltà, riesce a salire; arrivato al davanzale della casa, deve buttarsi per proseguire, e uscire dalla stessa, ma cade a terra in malomodo. Il ragazzo ha per pochi attimi paura, ma riesce poi a muoversi, si guarda intorno e percepisce di essere caduto su una tettoia trasparente ricoperta da un materasso, al di sotto intravede un buco profondo.
    Con grande stupore nota delle sembianze umane: si tratta di un bambino raggomitolato su se stesso.
    Forse dorme, forse è morto... ma, mentre riflette, viene chiamato dagli amici e con loro ritorna a casa.
    Davanti alla casa, Michele trova il camion del padre; con gioia accoglie il genitore che mostra un regalo: una gondola veneziana con i remi, da lasciare come soprammobile sopra la televisione. Nella notte, Michele pensa con angoscia al ragazzo imprigionato nel buco e la mattina dopo ritorna sul luogo per verificare quello che il giorno prima aveva visto.
    È tutto vero. Il bambino è lì, incatenato e chiede con insistenza dell'acqua. Inizia così un rapporto di aiuto amicizia, anche se a volte rimane Michele impressionato dai discorsi del ragazzo.
    Cerca di confidarsi con il padre, ma capisce che c'è qualcosa di oscuro, di misterioso e ingiusto, e che la sua famiglia è complice di un grave fatto: il rapimento di Filippo Carducci.
    Intanto arriva un amico del padre che per un certo periodo abiterà con loro, con grande scontento di Michele. Per una leggerezza infantile confida al migliore amico di aver trovato un bambino chiuso in una buca circondato dalla sporcizia e del crudele piano di tagliare le orecchie al rapito.
    Ritornato sul luogo del sequestro, cerca di confortare il bambino e lo porta all'aperto riuscendo anche a farlo camminare; sono diventati amici.
    Ma improvvisamente compare Felice (un complice dei sequestratori) che lo minaccia con un fucile e lo costringe ad allontanarsi. Riferirà tutto al padre, il quale lo fa giurare:non vedrà mai più il bambino, altrimenti questi verrà ucciso.
    Michele con difficoltà cerca di mantenere la promessa, finché capisce che è arrivato un momento decisivo e grave; sente infatti delle minacce di morte per il bambino rapito e corre subito a liberare il recluso. Nel frattempo si fa male ad una caviglia, ma non si ferma. Quando finalmente arriva da Filippo, lo aiuta ad uscire dal buco e gli ordina di andarsene. Egli obbedisce, ma subito dopo il padre di Michele arriva dentro il buco e spara all'istante.

    La storia dal punto di vista del bambino rapito

    Mi chiamo Filippo Carducci, ho nove anni e sono biondo.
    Sono qui rinchiuso in un buco sporco e sudicio e non riesco a capire se sono morto o vivo. Il signore dei vermi viene qualche volta a controllare se ci sono ancora e fa la guardia, ma fortunatamente ci sono i miei amici orsetti lavatori che mi aiutano.
    Da qualche tempo un bambino viene sempre a trovarmi; è gentilissimo e si preoccupa molto per me. La prima volta che è venuto, sembrava sorpreso di vedermi in quel buco e ha iniziato a lanciarmi qualche pietra. Io ero troppo debole per alzarmi, così sono rimasto immobile.
    È ritornato il giorno dopo. Lui parlava ed io lo ascoltavo anche se sembrava il contrario. Mi diceva che lui si chiamava Michele ed aveva nove anni proprio come me. Io avevo una gran sete così alla fine gliene ho chiesta un po'; gentilmente è andato a prendermela e me l' ha calata giù in un secchio con una corta. Mi sono dunque fiondato a bere con la coperta sopra il corpo. Mi piace molto stare coperto in quel modo perché oramai non sono abituato alla luce e mi da molto fastidio. Poco dopo gli ho chiesto del cibo, ma non me ne ha dato perché suppongo non ne avesse.
    Se n'è andato promettendomi di ritornare. E così fece. È ritornato il giorno seguente con qualcosa da mangiare e mi ha fatto una strana domanda: mi ha chiesto se per caso avevo mangiato una fettina di carne. Non ho risposto e senza accorgermene ho cambiato discorso. Gli ho parlato degli orsetti lavatori. Credo che mi abbia preso per pazzo ma non mi importa. È sceso sotto ed io non lo vedevo proprio: non riuscivo ad aprire le palpebre per lo sporco ed avevo tutti i capelli arruffati. Mi sono alzato e sono andato verso di lui, ma si è spaventato e se n'è andato.
    Come sempre è ritornato e si è accorto che finalmente mi avevano lavato ma ho tenuto gli occhi chiusi. È sceso giù da me e mi ha pregato di aprire gli occhi. Lo ho accontentato, ma per pochi secondi. Poi mi ha detto che mia madre mi stava cercando, ma io sapevo che era morta e basta. Mi ha chiesto di salire su in superficie e, siccome insisteva, gli ho detto di si. Mi ha portato su con fatica, ma sono stato molto bene con lui perché sono ritornato a sorridere. Quando siamo tornati nel buco, il signore dei vermi ha preso Michele e lo ha tirato fuori. Credo che lo abbia maltrattato e non so se sarebbe ritornato di nuovo, anche se me lo aveva promesso.
    Ora non ero più un segreto così mi hanno scaraventato in un altro buco molto più lontano di prima, affinché nessuno mi avrebbe trovato. E Michele? Speravo tantissimo di rivederlo; per me era diventato come un angelo custode. Ma non mi troverà mai!
    Sono passati due o tre giorni rinchiuso qui, senza vedere nessuno. Michele mi ha abbandonato...
    Alla sera ecco vedere qualcosa che si muove. Il buco si apre lentamente. È Michele! È venuto a salvarmi e a portarmi via per sempre.
    Mi aiuta così ad uscire e ho notato che gli fa male una caviglia. È rimasto nel buco e mi ha detto di scappare in modo che poi lui mi avrebbe raggiunto. Non ci credevo, ma lo ho fatto. Mi sono allontanato un po', poi ho visto un uomo avvicinarsi al buco con una pistola in mano ed ha sparato. Ha ucciso Michele! Tutto per colpa mia... solo colpa mia... Dovevo esserci io lì.
    L'uomo sembra parecchio dispiaciuto dopo aver fatto quel gesto, sembra suo padre. Ecco un'ambulanza: li porta via tutti e due. Mi sento così in colpa...


    Messaggio
    Il bambino ha molta fiducia negli adulti e gli piace divertirsi con gli amici, ma nella seconda parte si ritrova a fare una scelta molto importante. Inoltre ha molto da insegnare a tutti perché tratta di un bambino che cerca di vincere la paura per aiutare uno sconosciuto, cui è diventato molto legato.

    Giudizio finale
    Questo romanzo mi ha colpito molto per l'attualità degli eventi descritti, per la capacità dell'autore di mettere in risalto i sentimenti e le emozioni del protagonista. La lettura è piacevole, con la voglia costante di continuare; il tema trattato permette riflessioni e ognuno di noi si interroga sul comportamento che avrebbe tenuto. Consiglio questo libro a tutti per il suo linguaggio semplice, chiaro e divertente.
     
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