Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

ORCHIDEA

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    Le orchidee Bulbophyllum

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    Del genere Bulbophyllum fanno parte circa 1500 specie di orchidee epifite presenti in tutte le zone tropicali del mondo ma diffuse soprattutto in Asia; recentemente queste orchidee sono sate divise in due generi a seconda delle loro caratteristiche peculiari: quelle che sono rimaste nel genere Bulbophyllum sono di medie dimensioni, mentre quelle annoverate nel genere Cirrhopetalum sono più piccole.

    Dato che ogni genere annovera molte specie di piante, esse presentano notevoli differenze tra una e l’altra, tuttavia si possono individuare dei tratti comuni; le orchidee Bulbophyllum possiedono fiori singoli con labello snodato e che tende a vibrare al minimo colpo di vento; i fiori delle orchidee Cirrhopetalum, invece, sono disposti a ventaglio e hanno grandi appendici; data la grande varietà di specie, i colori dei fiori cambiano a seconda della pianta.

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    Orchidea Bulbophyllum

    Fioritura: in primavera e in estate
    Impianto: alla fine dell'estate o inizio autunno
    Tipo di pianta: orchidea epifita
    Altezza max: 20-50 centimetri a seconda della specie
    Esposizione
    Gran parte delle specie appartenenti a questo genere hanno bisogno di essere esposte in un luogo luminoso ma lontano dai raggi diretti del sole; temono il freddo invernale e quindi vanno ricoverate in casa o in serra, mentre in estate possono essere tenute anche all'aperto ma al riparo dal sole e dal vento.
    Terreno
    Essendo piante epifite hanno bisogno di un substrato il quanto più possibile simile a quello che hanno in natura e quindi costituito da fibre vegetali, pezzetti di corteccia e sfagno, molto ben drenato.
    Innaffiatura
    Durante il periodo vegetativo annaffiare regolarmente, mentre nei mesi freddi solo sporadicamente; durante tutto l'anno tenete le piante in una zona ad alta umidità e vaporizzatele spesso con dell'acqua distillata.
    Malattie e avversità
    Se tenute in luoghi poco ventilati possono essere attaccate dalla cocciniglia; se annaffiate troppo può insorgere il marciume radicale.
    Concimazione
    Durante il periodo vegetativo fornite alla pianta del concime specifico per orchidee ogni trena giorni circa.
    Moltiplicazione
    Alla fine dell'estate o all'inizio dell'autunno è possibile dividere gli pseudobulbi e sistemare le nuove piante in contenitori singoli.

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    Brassia, varietà e cure

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    La Brassia è una magnifica orchidea originaria dell’America centro-meridionale, sebbene la sua diffusione sia ormai estesa a tutte le zone temperate del Pianeta. Si tratta di una pianta caratterizzata da steli che possono raggiungere i 60 centimetri di altezza e da foglie lunghe e strette, di colore verde più o meno chiaro. I fiori sono riuniti in grappoli di colori diversi a seconda della specie e fanno la propria comparsa nel corso della tarda primavera o nella stagione estiva.


    Tra le specie maggiormente diffuse ricordiamo la Brassia maculata, originaria del Messico e caratterizzata da fiori si colore verde macchiettati di marrone; la Brassia verrucosa, con infiorescenze erette o pendule di colore verdino o giallo; la Brassia caudata, caratterizzata da fiori di colore giallo, puntinati di marrone; la Brassia brachiata, caratterizzata da fiori di colore verdognolo o giallastro e labello bianco, macchiettato di verde.

    Brassia
    Fioritura: nella tarda primavera o nel corso della stagione estiva
    Impianto: in primavera
    Tipo di pianta: orchidea
    Altezza max:
    Esposizione
    La Brassia va collocata in un ambiente luminoso, facendo in modo che possa ricevere il sole diretto solo nelle ore più fresche della giornata. Tollera il caldo afoso della stagione estiva, mentre tende a mostrare segni di sofferenza in presenza di freddo intenso.
    Terreno
    Nella fase di messa a dimora si consiglia di scegliere un terriccio specifico per orchidee o mescolare sfagno ed argilla espansa per garantire uno sviluppo equilibrato della pianta.
    Innaffiatura
    Nel corso della stagione vegetativa le irrigazioni devono essere regolari, in modo che il terreno si mantenga leggermente umido tra un intervento e l'altro. In autunno ed in inverno le innaffiature andranno sensibilmente diminuite, per permettere alla pianta di vivere il suo momento di riposo vegetativo.
    Malattie e avversità
    Un eccesso di umidità può provocare la formazione di malattie fungine difficili da debellare.
    Concimazione
    Durante il periodo vegetativo è opportuno fornire del concime specifico per orchidee, mescolato all'acqua delle irrigazioni almeno una volta al mese.
    Moltiplicazione
    La Brassia si propaga per divisione di germogli nel corso della stagione primaverile.

     
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    L’orchidea Tuberolabium

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    Al genere Tuberolabium appartengono circa cinque o sei specie di orchidee epifite originarie delle Filippine e dell’Indonesia, di medie dimensioni adatte ad essere coltivate in vaso: queste orchidee, infatti possono raggiungere anche i 45 centimetri di altezza.Le orchidee Tuberolabium si caratterizzano per le lunghe foglie che hanno la parte inferiore avvolta intorno ad un fusto corto e carnoso, sono di consistenza rigida, lucide e di colore verde scuro ma piuttosto brillante. Oltre alle foglie, il tratto distintivo di queste orchidee sono le infiorescenze simili a pannocchie che spuntano all’ascella fogliare e che portano diversi piccoli fiori di colore rosato o giallo con delle striature a contrasto, che emanano un delicato profumo.

    Con il passare del tempo, le infiorescenze assumono un portamento pendulo che rende la pianta adatta ad essere coltivata nei panieri appesi o sulle zattere di corteccia.


    Orchidea Tuberolabium
    Fioritura: invernale
    Impianto: in primavera
    Tipo di pianta: orchidea epifita
    Altezza max: 45 centimetri
    Esposizione
    Le orchidee Tuberolabium amano le esposizioni luminose ma semi-ombreggiate, dato che non gradiscono i raggi diretti del sole, soprattutto in estate; in inverno le temperature minime non devono scendere al di sotto dei 15 o 18°C.
    Terreno
    Il terreno ideale per le orchidee Tuberolabium è il composto per piante epifite, ovvero quello costituito da pezzetti di corteccia, sfagno e fibre vegetali.
    Innaffiatura
    Le annaffiature devono essere regolari durante tutto l’anno, pur facendo attenzione al substrato che deve essere asciutto tra un’annaffiatura e l’altra per evitare i marciumi radicali.
    Malattie e avversità
    L’orchidea Tuberolabium può essere attaccata dagli afidi e dagli acari che danneggiano le foglie e i fiori; annaffiature eccessive possono provocare marciumi radicali.
    Concimazione
    Ogni 25 o 30 giorni fornite alla pianta del concime specifico per orchidee oppure del concime universale in dosi dimezzate rispetto a quanto riportato nella confezione.
    Moltiplicazione
    L’orchidea Tuberolabium si riproduce per semina da effettuarsi in primavera.

     
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    L’orchidea Serapide lingua

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    L’orchidea Serapias lingua, meglio conosciuta come Serapide, è la specie tipo del genere Serapias ed è un’orchidea terricola autoctona italiana, diffusa soprattutto nelle regioni meridionali, in Sicilia, in Sardegna e più raramente nelle zone centrale. Il suo habitat ideale è costituito da prati aridi e nelle zone cespugliose.

    L’orchidea Serapide lingua si caratterizza per i bulbi carnosi dai quali partono dei fusti eretti piuttosto spessi di colore verde chiaro ma che nella parte alta assumono una particolare colorazione rosata; le foglie sono nastriformi e rugose di colore verde chiaro; i fiori dell’orchidea Serapide lingua appaiono in primavera di colore rosato a tre sepali, con labello lungo di colore rosso o porpora.

    Altre specie appartenenti al genere Serapias sono la Serapias meglecta dai i fiori di colore rosa-arancio e la Serapias vomeracea caratterizzata dalla fioritura di colore verde-bianco.
    Orchidea Serapide lingua
    Fioritura: in primavera
    Impianto: in primavera
    Tipo di pianta: orchidea terricola
    Altezza max: 30-40 centimetri
    Esposizione
    Coltivate quest’orchidea all’aperto, in un luogo semiombreggiato; non temono il freddo e in inverno vanno in riposo vegetativo e la parte aerea si dissecca; nei mesi più caldi dell’anno preferite un’esposizione ombreggiata.
    Terreno
    Il terreno migliore per questa orchidea è quello sciolto, soffice, ricco di materia organica; l’ideale sarebbe utilizzare un miscuglio composto da terriccio di foglie, corteccia sminuzzata e torba di sfagno.
    Innaffiatura
    L’orchidea Serapide può sopportare anche brevi periodi di siccità, tuttavia, da marzo a settembre annaffiate regolarmente pur senza inzuppare il terreno ed intervenendo solo quando è asciutto; in inverno le annaffiature possono essere sospese.
    Malattie e avversità
    Generalmente queste orchidee non vengono attaccate né da parassiti né da malattie, tuttavia fate attenzione ai marciumi radicali.
    Concimazione
    Durante i mesi di sviluppo vegetativo fornite del concime specifico per orchidee ogni venti o venticinque giorni circa; in inverno sospendete le concimazioni.
    Moltiplicazione
    La riproduzione dell’orchidea Serapide lingua avviene per divisione dei cespi di bulbi oppure per seme.

     
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    L’orchidea Cypripedium

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    Al genere Cypripedium appartengono diverse orchidee rizomatose originarie delle zone temperate dell’Europa, dell’America del Nord e dell’Asia; queste sono orchidee vivaci, ossia in autunno la loro parte aerea ingiallisce e si secca mentre in primavera spuntano numerose foglie lunghe e strette di colore verde.

    I fiori dell’orchidea Cypripedium sono caratterizzati da un labello piccolo sotto al quale si trova una specie i sacca costituita dai due petali inferiori a forma di scarpetta; i fiori sono molto appariscenti, di colori vivaci, che vanno dal giallo al rosso e al rosa e spuntano in primavera; sono anche piuttosto grandi, basti pensare che spesso superano anche gli otto centimetri di diametro.

    Orchidea Cypripedium
    Fioritura: primaverile
    Impianto: in primavera
    Tipo di pianta: orchidea rizomatosa
    Altezza max: 60 centimetri
    Esposizione
    Le orchidee Cypripedium amano le posizioni molto luminose ma non esposte direttamente al sole, così come non amano il caldo dei mesi estivi, pertanto è meglio tenerle in un luogo ombreggiato e ventilato al riparo dal caldo. Non temono il freddo, e quindi possono essere coltivate anche in giardino, pur avendo cura, nei mesi più rigidi, di pacciamarla per evitare che le radici si possano rovinare. Se la coltivate in vaso, riparatela in serra fredda.
    Terreno
    Il terreno ideale per le orchidee Cypripedium è quello ricco di humus, soffice e leggero per evitare di danneggiare le radici molto delicate; per aumentare il drenaggio potete aggiungere al terriccio della corteccia e della perlite.
    Innaffiatura
    Le orchidee Cypripedium hanno bisogno di una buona quantità d’acqua meglio se distillata, soprattutto d’estate, mentre in inverno vanno sospese. Attenzione alla formazione di ristagni d’acqua che potrebbero provocare marciumi.
    Malattie e avversità
    Possono essere attaccate dagli afidi, dalla cocciniglia e dalle lumache che amano cibarsi delle foglie di queste orchidee.
    Concimazione
    Queste orchidee non amano le concimazioni eccessive: basta usare un fertilizzante specifico per orchidee una volta al mese da sciogliere nell’acqua di annaffiatura; ne basta un quarto di quanto indicato nella confezione.
    Moltiplicazione
    La riproduzione dell’orchidea Cypripedium avviene per seme da effettuarsi in primavera, meglio se nel mese di marzo.

     
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    L’orchidea Stanhopea

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    Al genere Stanhopea appartengono circa cinquanta specie di orchidee, quasi tutte epifite, originarie dell’America centrale e del Sud; queste piante si caratterizzano per gli pseudobulbi ovali di consistenza carnosa, dai quali cresce una sola foglia con un profonda venatura centrale. La fioritura di questa orchidea è estiva ed è caratterizzata da un’infiorescenza pendula con due fiori molto grandi e profumati di colore rosso, giallo o arancione che durano per pochi giorni ma possono spuntare più volte durante l’anno. Di seguito, la scheda di coltivazione dell’orchidea Stanhopea.

    Orchidea Stanhopea
    Fioritura: estiva
    Impianto: in primavera
    Tipo di pianta: orchidea epifita
    Altezza max: 30 centimetri
    Esposizione
    Le orchidee Stanhopea devono essere coltivate in luoghi molto luminosi ma lontani dai raggi diretti del sole perché potrebbero provocare delle bruciature sulle foglie; queste orchidee temono il freddo, pur avendo bisogno di una buona ventilazione, e quindi in inverno vanno ricoverate in casa o in serra temperata.
    Terreno
    Il terreno ideale per le orchidee Stanhopea è un composto per orchidee epifite a base di pezzi di corteccia, fibre vegetali e sfagno; l’ideale sarebbe porle in un contenitore appeso in modo da poter ammirare meglio i fiori penduli.
    Innaffiatura
    Le orchidee Stanhopea hanno bisogno di molta acqua, soprattutto in estate, evitando di far asciugare il substrato; in inverno, invece, le annaffiature possono essere diradate; sempre in estate vaporizzate le foglie con dell’acqua demineralizzata.
    Malattie e avversità
    Un substrato poco drenato può favorire l’insorgenza del marciume radicale o quello del colletto; per quanto riguarda i parassiti, la cocciniglia può rovinare i boccoli.
    Concimazione
    In primavera e in estate, ogni venti o venticinque giorni circa, fornite alle vostre Stanhopea del concime specifico per orchidee mescolato all’acqua di annaffiatura. Con l’arrivo dei mesi freddi diradate le concimazioni che, quindi, andranno fornite ogni mese e mezzo o due.
    Moltiplicazione
    La riproduzione dell’orchidea Stanhopea avviene per divisione dei cespi di pseudobulbi; lasciate una porzione vigorosa di radice in modo da favorire lo sviluppo della nuova pianta.

     
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    Orchidee: le principali malattie

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    L’orchidea, stupendo fiore di origine tropicale, può essere colpito da malattie e problemi come qualsiasi altro vegetale. Scopriamo insieme quali sono le patologie più comuni ed il modo di porre rimedio in caso di contagio da parte delle nostre coltivazioni, partendo però da un presupposto: molti “malanni” derivano da sbagliate tecniche colturali.

    Malattie non parassitarie dell’orchidea
    Quando parliamo di malattie non parassitarie che possono colpire le nostre orchidee, parliamo di manifestazioni collegate direttamente a degli errori derivanti da un nostro sbagliato approccio nei confronti del fiore. Non dobbiamo prenderli sottogamba: essi possono rappresentare un’ottima via di attacco per i parassiti. E’ importante tenere sotto completo controllo temperatura, luce, concimazione ed umidità, regolandole in base al bisogno delle piante. Un esempio? La caduta delle foglie, la maggior parte delle volte, è collegata ad un’eccesiva irrigazione, mentre la caduta dei fiori al problema opposto. Se le foglie sono poco lucide e dotate di scarsa turgidità manca con molta probabilità il giusto grado di umidità, mentre se i fiori non crescono, dipende da una cattiva illuminazione. Segni di ustione delle foglie, dipendono da un esposizione eccessiva al sole quando le foglie dell’orchidea sono ancora bagnate.

    Malattie parassitarie dell’orchidea
    Parlando di malattie parassitarie dell’orchidea è necessario aguzzare l’osservazione sui propri esemplari. Se riscontrate delle macchie brune sulla pianta, sicuramente si tratta di cocciniglia, in particolare di cocciniglia cotonosa. Se l’orchidea appare sofferente e si possono riscontrare sulla pianta delle piccole aree necrotiche e le foglie si ingialliscono mostrando contestualmente la deformazione del boccioli fiorali, in quel caso si è davanti ad una infestazione di afidi. Se al contrario trovate dei piccoli punti decolorati nelle foglie, sicuramente vi è la presenza sulla pianta di un acaro particolare, il ragnetto rosso.

    Malattie fungine dell’orchidea
    Se notate del marciume di tipo nero sulle foglie circondato da aloni giallastri, sugli pseudobulbi, sulle foglie e sulle radici della vostra pianta di orchidea, siete sicuramente davanti ad un’infezione da Phytophthora sp. o il Pythium sp.. E’ una malattia che può portare alla morte della pianta nel giro di due settimane: chiedetevi se avete lavorato sulla vostra pianta con attrezzi non disinfettati. Se il marciume è fiorale e fogliare potreste essere davanti ad un attacco di Botrytis sp. Attenzione a macchie brune tondeggianti e depresse sulle parti aeree della pianta: si tratta di Antracnosi.

    Malattie batteriche e virali dell’orchidea
    Pseudomonas spp. e Acidivoras spp. possono causare sulla vostra orchidea delle lesioni a macchia d’olio che successivamente virano sul bruno-scuro, partendo dalle foglie ed arrivando al fusto. L’Erwinia spp. al contrario manifesta la sua presenza partendo da una piccola macchia oleosa giallastra spesso al centro della foglia, che diventa sempre più scura, allargandosi e portando la pianta alla morte. In quanto a virus, fate attenzione alla comparsa di macchie tipo mosaico o tipo la maculatura dei manti animali: vi trovate rispettivamente davanti al virus CymMV ed ORSV: per entrambi non vi è cura.

     
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    La concimazione delle Orchidee

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    Aria, acqua e luce non sono sufficienti a garantire alla pianta un regolare sviluppo. Per ottenere il meglio dalle nostre amiche piante occorre intervenire periodicamente con l’apporto di elementi nutritivi specifici, vale a dire con concimi o fertilizzanti che possano assicurare una crescita bilanciata. Non fanno differenza le orchidee, piante che necessita di maggiore attenzione, proprio perché spesso coltivate in substrati poveri o inerti e quindi in assenza di terriccio.


    La concimazione delle orchidee è di fondamentale importanza, dunque, se ci si vuole circondare di esemplari splendidi per gran parte dell’anno. Ma quali elementi usare per essere certi della riuscita dell’operazione? La concimazione delle orchidee non può prescindere dall’apporto di azoto, potassio e fosforo, in quantità variabili a seconda delle esigenze della pianta e del periodo in cui si interviene.

    Se si desidera ottenere il meglio alla ripresa vegetativa della pianta, ad esempio, occorre insistere soprattutto sull’apporto di azoto. In primavera, dunque, si utilizzerà un fertilizzante azotato, ma che tenga in considerazione anche altri elementi, quali il fosforo ed il potassio.

    Fosforo e potassio in quantità superiore all’azoto si utilizzeranno invece nel caso di voglia ottenere una fioritura più rigogliosa, intervenendo sempre nel periodo primaverile. In autunno e nel corso della stagione invernale sarà opportuno non interrompere la concimazione, ma intervenire sporadicamente con un concime bilanciato, che contenga i tre elementi in parti uguali.

    COME CONCIMARE LE ORCHIDEE. Le orchidee possono essere concimate sia per via radicale che fogliare. Nel primo cas occorre mescolare il fertilizzante all’acqua delle irrigazioni per poi agire direttamente sul terreno. Il substrato deve essere umido nel momento della somministrazione, in modo che possa assorbire tutte le sostanze. La concimazione per via fogliare va effettuata diluendo il fertilizzante nell’acqua e poi nebulizzando le foglie, tenendo presente che in questo caso l’assorbimento è notevolmente più lento.

     
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    Centrotavola con orchidee e papaveri bianchi per una tavola elegante

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    Nelle composizioni floreali la scelta del colore è un “termometro” della nostra sensibilità: possiamo scegliere un unico colore o miscelare tonalità differenti, per esprimere eleganza, allegria, romanticismo, e attraverso i fiori e la loro mescolanza rifletteremo stati d’animo, parole non dette e sensazioni di diverso tipo.
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    La composizione floreale che presentiamo oggi è costituita da soli due colori: bianco e arancione, per rendere un effetto sobrio ma originale mescolando texture diverse. Infatti è composta da orchidee Ascocenda, Phalenopsis, tulipani bianchi e edera, elementi vegetali dalle caratteristiche molto differenti ma che ben si mescolano e bilanciano. Le orchidee Ascocenda sono state scelte di colore arancione, intenso e solare, e hanno un andamento variegato, compatto e dinamico. Sono state disposte su tutta la superficie della spugna tagliata in forma ovale e ricoperta in panno di lana beige, inserendole tutte verso il “punto vegetativo” centrale, e lateralmente è stato inserito un angolo luminoso costituito da tulipani bianchi, dalla forma più liscia e lineare, e una Phalenopsis bianca. A chiusura sono stati inseriti dei rametti di edere in bacca di colore rossastro.
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    Le orchidee Ascoscenda sono di medio piccola dimensione, molto belle, e sono reperibili in diverse colorazioni. Si tratta di un ibrido ottenuto dalle orchidee Ascocentrum ( di cui hanno la bella forma compatta) e le orchidee Vanda (di cui hanno la stessa forma dei fiori) , creato intorno alla metà del ventesimo secolo. La coltivazione di questi ibridi è abbastanza semplice. In particolare hanno la caratteristica, avendo le radici troppo sensibili all’eccesso dell’umidità, di dover essere coltivate a radici nude, garandendo così lo spazio necessario per il corretto sviluppo dell’apparato radicale.Inoltre hanno bisogno di molta luce: la loro esposizione deve garantire loro luce per almento 14/15 ore d’estate e 9/10 ore in inverno, evitando naturalmente nei mesi più caldi l’esposizione diretta ai raggi del sole per evitare bruciature.



    Orchidea rara trovata nel Vajont

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    Anche l’Italia può essere teatro di straordinarie scoperte botaniche: una rarissima specie di orchidea è stata ritrovata sul pendio del Vajont. L’ha trovata il conservatore onorario del Museo civico di Rovereto, Giorgio Perazza. Un fiore raro e davvero speciale che si è meritato un posto sulla rivista di settore internazionale Journal Europaeischer Orchideen.

    L’esemplare appartiene alla specie Liparis loeselii subsp. Nemoralis e nella pubblicazione sopracitata viene descritta con dovizia di particolari. Si tratta di un orchidea molto rara, anche se nota da tempo in Italia sotto forma di diverse segnalazioni nel corso dei secoli e attraverso sporadici ritrovamenti. Le cronache botaniche ci insegnano infatti che il primo avvistamento è stato registrato in Trentino nell’ottocento mentre nelle zone intorno a Belluno si è riusciti ad accertare la sua presenza solo nel 2006. In questo caso specifico l’esemplare di questa rara orchidea è stato rinvenuto nel bosco di nuova formazione di Erto, sopra al laghetto residuo del Vajont. Un fattore che rende speciale il ritrovamento perché parliamo di un ecosistema che si è rigenerato dopo un grande disastro.

    L’aspetto di questa orchidea non è simile ai grandi esemplari tropicali che automaticamente correliamo a questo nome, ma ad una piantina grande tra i 10 ed i 15 centimetri, molto difficile da notare nell’erba, soprattutto per il suoi fiori, molto delicati, piccoli e dal colore verdognolo. L’orchidea Liparis cresce nelle zone vicine agli acquitrini ed in piccolissime colonie. Colui che l’ha scoperta nel Vajont deve essere ammirato quindi anche per la capacità spiccata di saper riconoscere le specie botaniche della sua zona.

    L’orchidea Liparis, e la sua famiglia, rientrano in quella che è definibile come la lista delle piante italiane gravemente minacciate ed a rischio estinzione. Ci si aspetta quindi che venga messa sotto “protezione” al pari di altre specie di pianti e fiori in pericolo di sopravvivenza nel nostro paese.

     
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    L’orchidea Brassada

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    L’orchidea Brassada è un ibrido ottenuto dall’incrocio tra l’orchidea Brassia e l’orchidea Ada e si caratterizza per la coltivazione piuttosto semplice in grado di regalare fioriture anche a chi è poco pratico nella coltivazione delle orchidee. Questa orchidea può raggiungere altezze fino ai 45 centimetri e se coltivata con cura forma dei cespi di foglie.

    L’orchidea Brassada forma degli pseudobulbi carnosi dai quali si sviluppano delle foglie nastriforme di colore verde brillante, il cui sviluppo si ha durante tutto l’anno, anche quando non ci sono i fiori. Dalla fine dell’estate o in autunno, dagli pseudobulbi si sviluppano dei fusti arcuati colore rossastro che portano molti fiori arancioni o gialli, con delle maculature scure.

    I fiori sono molto allungati e ricordano le zampe di un ragno, un tratto caratteristico ereditato da una delle due orchidee ibridate, cioè la Brassia chiamata anche “orchidea ragno”. A volte i fiori della Brassada possono anche formare una specie di palla molto decorativa.

    Esistono tre tipi di orchidea Brassada: la Mivada, l’Orange e la Mem Best Field e tutte e tre si differenziano per il colore dei fiori che va dal giallo tenue all’arancione chiaro con maculature scure.

    Passiamo ora ai consigli di coltivazione. La Brassada ama le esposizioni luminose ma non esposte direttamente ai raggi del sole; se posizionata troppo vicino ad una luce solare forte, possono apparire delle maculature sulle foglie. Il terreno ideale per questa orchidea è quello per orchidee epifite, ovvero composto da materiale incoerente in modo da permettere alle radici di svilupparsi liberamente.

    Le annaffiature devono essere regolari ed effettuate quando il substrato è asciutto. Dopo la fioritura le irrigazioni vanno sospese per tre settimane e poi riprese normalmente; anche le concimazioni devono essere regolari durante tutto l’anno, tranne durante il periodo della fioritura nel quale vanno sospese. Fornite alla Brassada del concime specifico per orchidee in dosi ridotte rispetto a quanto riportato nella confezione ogni quindici o venti giorni circa

    Anche per la Brassada, come quasi tutte le orchidee non ama il clima asciutto dei nostri appartamenti, vista anche la presenza dei termosifoni che asciugano l’aria; per questo vaporizzate spesso le foglie con dell’acqua demineralizzata, oppure posizionate sotto alla pianta un contenitore contenete alcuni centimetri di argilla espansa.

     
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    L’orchidea Lemboglossum

    lemboglossum

    Tra le Orchidee maggiormente spettacolari nel periodo della fioritura merita un’attenzione particolare il Lemboglossum, originario del continente americano ed in particolare di Messico e Venezuela. Si tratta di un’orchidea epifita o litofita, caratterizzata da un’unica foglia appuntita, di colore verde più o meno scuro. I fiori sono costituiti da sepali allungati e da petali tondeggianti, che assumono colorazioni diverse a seconda della specie. La fioritura si presenta nel corso dell’autunno e dura a lungo nel tempo.

    Come la maggior parte delle Orchidee, il Lemboglossum necessita di condizioni particolari per crescere e regalare il meglio della propria bellezza. Di fondamentale importanza è il fattore luce, poiché questo tipo di pianta ha bisogno di un ambiente ben illuminato, preferibilmente al riparo dai raggi diretti del sole. Anche l’umidità ha una parte importante nella crescita della pianta, visto che il terreno deve essere continuamente bagnato (ma non fradicio) per far sì che il Lembogluossum esprima il meglio di sé.

    Lemboglossum
    Fioritura: in autunno
    Impianto: in primavera e nel corso della stagione estiva
    Tipo di pianta: orchidea epifita o litofita
    Altezza max:
    Esposizione
    L'orchidea Lemboglossum predilige la collocazione in una zona nel illuminata della casa, in modo che i raggi diretti del sole possano colpirla esclusivamente nelle ore più fresche della giornata. Non tollera il freddo intenso della stagione invernale ed è per questo che va tenuta tra le pareti domestiche per gran parte dell'anno.
    Terreno
    Per la coltivazione del Lemboglossum si consiglia di utilizzare un terriccio specifico per orchidee o mescolare terra di foglie, sfagno e corteccia.
    Innaffiatura
    Nel corso della stagione vegetativa le irrigazioni devono essere regolari, lasciando che il terreno si mantenga umido tra un intervento e l'altro. Per aumentare l'umidità ambientale è necessario intervenire di tanto in tanto nebulizzando il fogliame con acqua demineralizzata a temperatura ambiente.
    Malattie e avversità
    Non è soggetta a particolari parassiti e malattie. Qualche problema potrebbe verificarsi in presenza di freddo eccessivo o di scarsa umidità.
    Concimazione
    Prima della ripresa vegetativa è opportuno utilizzare un fertilizzante specifico per orchidee epifite, mescolato all'acqua delle irrigazioni.
    Moltiplicazione
    Il Lemboglossum si propaga per divisione di bulbilli in primavera o nel corso della stagione autunnale.

     
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    La Bletilla striata

    bletilla-striata

    La Bletia hyacinthina, meglio conosciuta come Bletilla striata, è una magnifica orchidea originaria del continente asiatico, ma ormai diffusa in tutte le zone a clima temperato del Pianeta. E’ caratterizzata da un fusto che può raggiungere i 30 centimetri di altezza e da foglie lanceolate ed appuntite, di colore verde più o meno scure. I fiori sono molto appariscenti, di colore porpora o rosa scuro, e fanno la propria comparsa nel corso della tarda primavera.
    La Bletilla striata vive bene in appartamento, ma può sopportare anche brevi periodi di freddo. Solitamente di coltiva tra le mura domestiche, azzardando la coltivazione in esterno solo quando è scongiurato in rischio di gelate tardive. E’ una pianta di facile coltivazione e non richiede grandi accorgimenti, se non in fatto di luce (abbondante, ma non ai raggi diretti del sole) e temperatura (è opportuno garantire alla pianta una temperatura prossima ai 15°C).

    Bletilla striata (Bletia hyacinthina)

    Fioritura: nella tarda primavera
    Impianto: in estate
    Tipo di pianta: orchidea
    Altezza max: 30 centimetri
    Esposizione
    La Bletilla striata deve essere collocata in posizione luminosa, in modo che possa ricevere il sole diretto esclusivamente nelle ore più fresche della giornata. Non tollera il freddo ed è per questo che va tenuta in casa per gran parte dell'anno.
    Terreno
    Il substrato deve essere ricco e ben drenato, composto in prevalenza di torba, terriccio da giardino e sabbia.
    Innaffiatura
    Nel corso della stagione vegetativa le irrigazioni devono essere regolari, lasciando che il terreno si asciughi completamente tra un intervento e l'altro. In autunno e nel corso della stagione invernale le irrigazioni andranno sensibilmente diradate o addirittura sospese.
    Malattie e avversità
    La Bletilla striata resiste bene all'attacco di parassiti e malattie. Attenzione però agli eccessi di umidità, che potrebbero causare la formazione di marciumi radicali e malattie fungine.
    Concimazione
    Durante la stagione autunnale è opportuno intervenire con del fertilizzante liquido per orchidee, mescolato all'acqua delle irrigazioni un paio di volte al mese.
    Moltiplicazione

    La propagazione della Bletilla striata avviene per divisione di bulbi nel corso della stagione autunnale.

     
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    L’orchidea Renanthera

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    La Renanthera è un’orchidea originaria del continente asiatico, particolarmente apprezzata alle nostre latitudini per via della sua straordinaria bellezza. Si tratta di una pianta caratterizzata da fusti robusti, piuttosto lunghi, e da foglie allungate con margine liscio, di colore verde più o meno scuro. I fiori sono riuniti in racemi di colore rosso o arancio, e fanno la propria comparsa nel corso della stagione primaverile o in estate.


    Questa orchidea epifita si coltiva per lo più in appartamento, essendo poco resistente alle temperature minime della stagione invernale. In primavera e in estate può anche essere spostata all’esterno delle mura domestiche, avendo però l’accortezza di proteggere la pianta dai raggi diretti del sole nelle ore più calde della giornata. Pur essendo una pianta delicata, la Renanthera è abbastanza semplice da coltivare e non richiede interventi particolari per regalare il meglio di sé durante il periodo della fioritura.

    Renanthera

    Fioritura: in primavera e nel corso della stagione estiva
    Impianto: in primavera
    Tipo di pianta: orchidea epifita
    Altezza max:
    Esposizione
    L'orchidea Renanthera predilige la collocazione in una zona illuminata della casa, in modo che possa ricevere il sole diretto esclusivamente nelle ore più fresche della giornata. Teme il freddo ed è per questo che deve essere tenuta in appartamento per gran parte dell'anno.
    Terreno
    Nella fase della messa a dimora si può utilizzare un terriccio specifico per piante epifite o mescolare terra, sabbia e pezzetti di corteccia.
    Innaffiatura
    In primavera e nel corso della stagione estiva è opportuno intervenire con regolarità, lasciando che il terreno si mantenga umido tra un'innaffiatura e l'altra. Per aumentare l'umidità ambientale è consigliabile nebulizzare la parte aerea con acqua demineralizzata a temperatura ambiente. In autunno e nel corso della stagione invernale le irrigazioni vanno sensibilmente ridotte.
    Malattie e avversità
    Afidi e cocciniglia possono compromettere lo stato di salute della pianta. Attenzione anche agli eccessi di umidità ed al clima particolarmente secco, che potrebbero provocare gravi danni per il fogliame e l'apparato radicale.
    Concimazione
    Durante il periodo vegetativo si può utilizzare un fertilizzante specifico per favorire lo sviluppo della pianta.
    Moltiplicazione
    La propagazione della Renanthera avviene per divisione di rizomi nel corso della stagione primaverile.

     
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    Bifrenaria, l’orchidea che depura l’aria

    bifrenaria

    Oltre a decorare l’ambiente circostante con la loro straordinaria bellezza, alcune piante hanno il grande pregio di depurare l’aria, producendo ossigeno e contribuendo a mantenere un giusto grado di umidità. E’ il caso, ad esempio, della Bifrenaria, una magnifica orchidea originaria del continente americano. Si tratta di una pianta epifita o terricola, caratterizzata da fusti lunghi più di mezzo metro e da foglie lunghe ed appuntite, di colore verde più o meno scuro.

    I fiori di questa splendida orchidea sono di colore giallognolo o verde chiaro, con labello rosa, rosso striato o bianco. Gli stessi fiori sono molto profumati e fanno la propria comparsa nel corso della tarda primavera. Come detto in precedenza, la Bifrenaria è utilizzata come pianta ornamentale, ma anche per il suo carattere depurativo. Questa orchidea, infatti, produce ossigeno ed assorbe le particelle nocive prodotte da fumo di sigaretta, schermi di pc e televisori, plastica, smalti e vernici.

    Photo Credits: orchideatarsasag.hu

    Bifrenaria
    Fioritura: nel corso della tarda primavera
    Impianto: in primavera
    Tipo di pianta: orchidea epifita o terricola
    Altezza max:
    Esposizione
    L'orchidea bifrenaria deve essere collocata in posizione luminosa, in modo che possa ricevere il sole diretto per molte ore nel corso della giornata, me non nelle ore più calde della stagione estiva. Non sopporta il freddo intenso della stagione invernale né il caldo afoso dell'estate ed è per questo che va tenuta in casa per gran parte dell'anno, preferibilmente in un ambiente areato ed umido.
    Terreno
    Il substrato deve essere sciolto, ricco e ben drenato. Nella fase della messa a dimora si può scegliere un terriccio specifico per piante epifite o mescolare terra, sabbia e pezzi di corteccia.
    Innaffiatura
    In primavera e nel corso della stagione estiva le irrigazioni devono essere regolari, in modo che il substrato si mantenga costantemente umido. Per aumentare l'umidità ambientale è necessario nebulizzare spesso il fogliame con acqua demineralizzata a temperatura ambiente. In autunno e nel corso della stagione invernale le irrigazioni andranno sensibilmente diminuite, ma non completamente sospese.
    Malattie e avversità
    Afidi e cocciniglia possono compromettere lo stato di salute della pianta. E' necessario poi evitare l'esposizione in ambienti eccessivamente secchi, soleggiati o freddi.
    Concimazione
    Durante il periodo vegetativo è opportuno favorire lo sviluppo della pianta con del fertilizzante specifico per orchidee, mescolato all'acqua delle irrigazioni un paio di volte al mese.
    Moltiplicazione
    La propagazione della Bifrenaria avviene per semina o per divisione della pianta nel corso della stagione primaverile.

     
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    Laelia purpurata, l’orchidea che fiorisce in primavera

    laelia-purpurata

    La casa si riempie di colore nel corso della stagione primaverile grazie alla fioritura della Laelia purpurata, un’elegante orchidea epifita o terricola, originaria del continente americano, in particolare del Brasile e del Messico. Si tratta di una pianta con fusti che possono raggiungere i 30 centimetri di altezza, e da una foglia rigida, eretta ed appuntita, di colore verde più o meno chiaro. I fiori sono caratterizzati da petali e sepali bianchi, riuniti a formare una sorta di stella con la parte centrale di colore rosso porpora.

    La fioritura della Laelia purpurata avviene nel corso della stagione primaverile, anche se in particolari condizioni climatiche si possono avere magnifiche esplosioni di colore fino all’arrivo dell’autunno. Come gran parte delle orchidee, la Laelia purpurata è una pianta abbastanza delicata, pur avendo poche esigenze di coltivazione. Per essere sicuri di una buona riuscita nell’allevamento di questa orchidea, occorre assicurale una buona illuminazione (non ai raggi diretti del sole) ed un’umidità costante.

    Laelia purpurata
    Fioritura: nel corso della stagione primaverile
    Impianto: in autunno
    Tipo di pianta: orchidea
    Altezza max: 30 centimetri
    Esposizione
    La Lelia purpurata deve essere collocata in una zona luminosa della casa in modo che possa ricevere il sole diretto esclusivamente nelle ore più fresche della giornata. Occorre prestare particolare attenzione alla luce filtrata dai vetri, che potrebbe rovinare irrimediabilmente il fogliame e la fioritura. Non tollera il freddo ed è per questo che va tenuta in casa per gran parte dell'anno.
    Terreno
    Il substrato deve essere leggero e ben drenato. Nella fase della messa a dimora si può scegliere un preparato specifico per piante epifite o mescolare torba, sabbia e pezzi di corteccia.
    Innaffiatura
    In primavera e nel corso della stagione estiva occorre intervenire con regolarità, facendo in modo che il terreno si mantenga umido tra un'irrigazione e l'altra. Per aumentare l'umidità ambientale è necessario nebulizzare di tanto in tanto il fogliame con acqua demineralizzata a temperatura ambiente. In autunno e durante il periodo invernale le irrigazioni andranno sensibilmente diminuite.
    Malattie e avversità
    Afidi e cocciniglia possono compromettere la salute e la bellezza della pianta. Attenzione anche agli eccessi di umidità, che potrebbero creare la formazione di marciumi radicali e malattie fungine.
    Concimazione
    Nel corso della primavera ed in estate occorre intervenire con del fertilizzante specifico per orchidee almeno una due volte al mese, al fine di favorire lo sviluppo della pianta.
    Moltiplicazione
    La propagazione della Laelia purpurata avviene per divisione di rizomi nel corso della stagione autunnale.

     
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