Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

sulle ali della fantasia...un mondo fantastico

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    peterpan1



    Peter Pan



    La fiaba inizia in una Londra di inizio novecento: il signor e la signora Darling si stanno preparando per uscire. Mentre i due maschietti giocano, a Wendy viene detto che dalla sera dopo dormirà sola, perché già grande per stare con i fratellini. Quella sera stessa, durante l'assenza dei genitori, Peter Pan e Trilly entrano nella grande casa per cercare la sua famosa ombra, che Nana il cane, le aveva strappato qualche sera prima…. Ma l'Ombra non vuole saperne di tornare con al suo posto, ora è libera! ! Wendy sentendo rumore si sveglia e trova il ragazzino e Trilly, decide così di cucirgli l'Ombra e nel frattempo gli racconta di quanto le sia difficile

    michael2_smallammettere che anche lei sta' crescendo. Peter ignaro della gelosia di Campanellino, chiede alla ragazzina di seguirlo nell'Isola che non c'è, per stare con lui e con tutti gli altri Bimbi Sperduti… ora anche Michele e Gianni sono svegli.. Però c'è un problema… i bimbi della Terra non sanno volare. Peter prende Trilly per il vestitino e spruzza un po’ di polvere sui tre fratelli. Questi iniziano a volare, guidati da Peter che grida "Seconda stella a destra poi sempre drittooo". Non appena i ragazzi e la Fatina sorvolano l'Isola che non c'è, Capitan Uncino tira loro una cannonata. Gianni e Michele sono entusiasti… Esistono i pirati! Esistono davvero! ! Peter è costretto a fermarsi a distrarre il Capitan Uncino, mentre lascia il compito a Trilly di portare i due fratellini e Wendy al rifugio. La Fatina, sempre più gelosa di Wendy e offesa con Peter per come le ha preso la polvere magica, fugge al rifugio lasciando indietro i tre fratelli, che vengono attaccati dagli stessi Bambini Sperduti… Peter,
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    quando torna scopre che è tutta colpa di Campanellino se Wendy stava per farsi male, così decide di punirla. Così mentre Gianni, Michele e Wendy conosco le bellissime meraviglie dell'Isola che non c'è insieme ai Bimbi Sperduti, Trilly decide di dare una mano a Capitan Uncino e di svelargli il nascondiglio di Peter. In un agguato il Capitano prende tutti i Bimbi compresi i tre fratelli e li porta sulla nave pirata, mentre lascia un pacco esplosivo per Peter; ma anche Campanellino viene rinchiusa in una lanterna nonostante sia stata una complice. Mentre Wendy e' sicura che il suo eroe arriverà presto, Trilly corre a dire tutto e a togliere il pacco dalle mani di Peter, appena in tempo… Intanto i Bimbi Perduti si rifiutano di diventare parte della ciurma della nave pirata di Uncino, e Wendy
    tinkline
    coraggiosamente si tuffa per prima in mare spinta dal perfido Capitano, ma… Peter la salva e sfida a duello il Capitan Uncino, che ovviamente sconfitto, cade in mare e scappa rincorso dal coccodrillo che gli ha mangiato la mano e una sveglia. Mentre i Bimbi Sperduti, Michele, Gianni e Wendy prendono possesso della nave, tutti esultano per il coraggio di Trilly; anche se Wendy sente la mancanza dei genitori… E' così Peter decide di portare i tre fratelli, con il vascello, fino a Londra.

    peterpanfinale
     
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    Cappuccetto Rosso

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    Fiaba dei fratelli Grimm -

    cappuccetto_rosso

    C’era una volta una dolce bimbetta; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente la nonna che non sapeva più che cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e poiché‚ le donava tanto, ed ella non voleva portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso. Un giorno sua madre le disse: “Vieni, Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà. Sii gentile, salutala per me, e va’ da brava senza uscire di strada, se no cadi, rompi la bottiglia e la nonna resta a mani vuote.”
    cappuccetto-rosso

    “Sì, farò tutto per bene,” promise Cappuccetto Rosso alla mamma, e le diede la mano. Ma la nonna abitava fuori, nel bosco, a una mezz’ora dal villaggio. Quando Cappuccetto Rosso giunse nel bosco, incontrò il lupo, ma non sapeva che fosse una bestia tanto cattiva e non ebbe paura. “Buon giorno, Cappuccetto Rosso,” disse questo. “Grazie, lupo.” - “Dove vai così presto, Cappuccetto Rosso?” - “Dalla nonna.” - “Che cos’hai sotto il grembiule?” - “Vino e focaccia per la nonna debole e vecchia; ieri abbiamo cotto il pane, così la rinforzerà!” - “Dove abita la tua nonna, Cappuccetto Rosso?” - “A un buon quarto d’ora da qui, nel bosco, sotto le tre grosse querce; là c’è la sua casa, è sotto la macchia di noccioli, lo saprai già,” disse Cappuccetto Rosso. Il lupo pensò fra s’: Questa bimba tenerella è un buon boccone prelibato per te, devi far in modo di acchiapparla. Fece un pezzetto di strada con Cappuccetto Rosso, poi disse: “Guarda un po’ quanti bei fiori ci sono nel bosco,

    Cappuccetto Rosso; perché‚ non ti guardi attorno? Credo che tu non senta neppure come cantano dolcemente gli uccellini! Te ne stai tutta seria come se andassi a scuola, ed è così allegro nel bosco!”

    Cappuccetto Rosso alzò gli occhi e quando vide i raggi del sole filtrare attraverso gli alberi, e tutto intorno pieno di bei fiori, pensò: Se porto alla nonna un mazzo di fiori, le farà piacere; è così presto che arrivo ancora in tempo. E corse nel bosco in cerca di fiori. E quando ne aveva colto uno, credeva che più in là ce ne fosse uno ancora più bello, correva lì e così si addentrava sempre più nel bosco. Il lupo invece andò dritto alla casa della nonna e bussò alla porta. “Chi è?” - “Cappuccetto Rosso, ti porto vino e focaccia; aprimi.” - “Non hai che da alzare il saliscendi,” gridò la nonna, “io sono troppo debole e non posso alzarmi.” Il lupo alzò il saliscendi, entrò, e senza dir motto andò dritto al letto della nonna e la inghiottì. Poi indossò i suoi vestiti e la cuffia, si coricò nel letto, e tirò le cortine.
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    Ma Cappuccetto Rosso aveva girato in cerca di fiori, e quando ne ebbe raccolti tanti che più non ne poteva portare, si ricordò della nonna e si mise in cammino per andare da lei. Quando giunse si meravigliò che la porta fosse spalancata, ed entrando nella stanza ebbe un’impressione così strana che pensò: “Oh, Dio mio, che paura oggi! e dire che di solito sto così volentieri con la nonna!” Allora si avvicinò al letto e scostò le cortine: la nonna era coricata con la cuffia abbassata sulla faccia, e aveva un aspetto strano. “Oh, nonna, che orecchie grandi!” - “Per sentirti meglio.” - “Oh, nonna, che occhi grossi!” - “Per vederti meglio.” - “Oh, nonna, che mani grandi!” - “Per afferrarti meglio.” - “Ma, nonna, che bocca spaventosa!” - “Per divorarti meglio!” E come ebbe detto queste parole, il lupo balzò dal letto e ingoiò la povera Cappuccetto Rosso.

    Poi, con la pancia bella piena, si rimise a letto, s’addormentò e incominciò a russare sonoramente. Proprio allora passò lì davanti il cacciatore e pensò fra s’: “Come russa la vecchia! devi darle un’occhiata se ha bisogno di qualcosa.” Entrò nella stanza e avvicinandosi al letto vide il lupo che egli cercava da tempo. Stava per puntare lo schioppo quando gli venne in mente che forse il lupo aveva ingoiato la nonna e che poteva ancora salvarla. Così non sparò, ma prese un paio di forbici e aprì la pancia del lupo addormentato. Dopo due tagli vide brillare il cappuccetto rosso, e dopo altri due la bambina saltò fuori gridando: “Che paura ho avuto! Era così buio nella pancia del lupo!” Poi venne fuori anche la nonna ancora viva. E Cappuccetto Rosso andò prendere dei gran pietroni con cui riempirono il ventre del lupo; quando egli si svegliò fece per correr via, ma le pietre erano così pesanti che subito cadde a terra e morì.
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    Erano contenti tutti e tre: il cacciatore prese la pelle del lupo, la nonna mangiò la focaccia e bevve il vino che le aveva portato Cappuccetto Rosso; e Cappuccetto Rosso pensava fra s’: “Mai più correrai sola nel bosco, lontano dal sentiero, quando la mamma te lo ha proibito.”


    Raccontano pure che una volta Cappuccetto Rosso portava di nuovo una focaccia alla vecchia nonna, e un altro lupo le aveva rivolto la parola, cercando di convincerla a deviare dal sentiero Ma Cappuccetto Rosso se ne guardò bene, andò dritta per la sua strada e disse alla nonna di aver visto il lupo che l’aveva salutata, guardandola però con occhi feroci: “Se non fossimo stati sulla pubblica via, mi avrebbe mangiata!” - “Vieni,” disse la nonna, “chiudiamo la porta perché‚ non entri.” Poco dopo il lupo bussò e disse: “Apri, nonna, sono Cappuccetto Rosso, ti porto la focaccia.” Ma quelle, zitte, non aprirono; allora il malvagio gironzolò un po’ intorno alla casa e alla fine saltò sul tetto per aspettare che Cappuccetto Rosso, a sera, prendesse la via del ritorno: voleva seguirla di soppiatto per mangiarsela al buio. Ma la nonna capì le sue intenzioni. Davanti alla casa c’era un grosso trogolo di pietra, ed ella disse alla bambina: “Prendi il secchio, Cappuccetto Rosso; ieri ho cotto le salsicce, porta nel trogolo l’acqua dove han bollito.” Cappuccetto Rosso portò tanta acqua, finché‚ il grosso trogolo fu ben pieno. Allora il profumo delle salsicce salì alle nari del lupo; egli si mise a fiutare e a sbirciare giù, e alla fine allungò tanto il collo che non pot‚ più trattenersi e incominciò a scivolare: scivolò dal tetto proprio nel grosso trogolo e affogò. Invece Cappuccetto Rosso tornò a casa tutta allegra e nessuno le fece del male.

    FINE
     
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    fate1

     
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    leprechaun

    Ritrovare le cose perdute.


    Spesso capita che perdiamo qualcosa che eravamo sicuri fosse proprio lì, in vista, messa poco fa proprio per non dimenticarla e … puff.. sparita.
    Ci arrovelliamo e ci disperiamo rivoltando casa e tasche ma, irrimediabilmente, la non troviamo più.
    In molte culture, il perdere gli oggetti non è solo sinonimo di distrazione, ma vi sono miti e leggende che riguardano folletti, fatine, spiritelli e gnomi che si impadroniscono delle nostre cose. Molti pensano che se gli spiriti della casa o i folletti prendono qualche nostra cosa, lo fanno per simpatia, o perchè le nostre cianfrusaglie gli piacciono, oppure per punirci della nostra disattenzione.
    Molti metodi magici sono stati tramandati per ritrovare ciò che i folletti ci hanno sottratto. due di questi sono semplici:
    1- fate un’offerta in cibo, o latte, o birra o in monetine ai folletti, mettetelo ben in evidenza e chiedete loro di accettare l’offerta in cambio della cosa che non trovate più.
    2- mettete due legni a forma di x in casa ben in

     
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    Favole e Fate



    Vi siete mai chiesti perché le rose sono così profumate e soprattutto perché hanno le spine? Io sì. Per questo motivo ho iniziato a fare ricerche. Dopo lunghi anni, ho trovato un antichissimo libro, sepolto in una stanza sotterranea tutta impolverata di una biblioteca millenaria. Questa che vi narro è la storia che ho trovato.
    Agli albori della terra, esistevano sette fatine che governavano la natura. Le fatine avevano i colori dell’arcobaleno. C’era l’iraconda Dirosso, la frivola Darancio, la solare Digiallo, la pacata Diverde, la dolce Diblu, l’irrequieta Dindaco ed infine l’ombrosa Diviola. Le fatine avevano il potere assoluto sui fiori, le piante, le acque, i venti e tutti gli dovevano obbedienza assoluta. Non c’erano quasi mai stati problemi, perché le fatine erano coscienziose, nonostante qualcuna avesse un bel caratterino e non sempre chiedeva le cose con gentilezza.
    Dovete sapere che a quel tempo, le rose erano come tutti gli altri fiori. Senza spine e senza profumo. Da lì a poco però sarebbe capitato qualcosa che le avrebbe fatte cambiare per sempre.

    fate
    Una mattina di primavera, Dirosso e Dindaco, dopo aver fatto il loro giro di controllo, se ne stavano tranquillamente sedute sopra alcuni funghi, posti alla base di un grosso pino a chiacchierare. Di colpo però alcune grosse pigne caddero dall’albero e per poco le fatine non rimasero schiacciate. Le due fatine la presero malissimo pensando ad un affronto personale e chiamarono le altre a rapporto.
    “Occorre dare una bella lezione per quello che è successo” brontolò Dirosso.
    “Sì, hai ragione” continuò o capire chi comanda e che cose del genere sono inammissibili”.
    “Secondo me, è stato solo un incidente” s’intromise Diverde “Non lo hanno fatto apposta”.
    “Stai scherzando?” esclamò Dirosso ancora più infuocata del solito
    “Hanno intenzione di ucciderci, per fare tutto quello che vogliono!”.
    Darancio svolazzava a destra ed a sinistra senza ascoltare i discorsi, mentre Diviola taciturna come al solito disse: “Penso abbiate ragione. E’ tanto tempo, forse troppo che non diamo alla natura una bella lezione. Ci sto!”
    “Che cosa avete in mente?” chiese Diblu preoccupata.
    “Studieremo qualcosa “ iniziò Dindaco “Qualcosa che non dimenticheranno facilmente”.
    “Secondo me state ingigantendo l’accaduto” s’intromise Digiallo “Va bene rimproverare, ma senza esagerare”.
    I discorsi continuarono per ore. Alla fine le fatine, tutte d’accordo tranne una, decisero che la natura meritava una lezione, affinché capisse chi comandava.

    fatafungo
    Quella stessa notte, Diblu che non riusciva a dormire pensando a quello che le fatine volevano fare, andò a parlare con la natura. E rivelò che era in serio pericolo. All’inizio le piante, i fili d’erba, i fiori non volevano crederle. Com’era possibile che si fossero arrabbiate tanto? Alla fine però, dovettero accettare la cosa. Le fatine erano diventate loro nemiche. Dovevano difendersi prima di essere attaccate. Ormai era guerra. Arrivò l’alba e le fatine si alzarono in volo per il loro giro di controllo, ma trovarono ad aspettarle una brutta sorpresa.
    Gli alberi iniziarono a lanciare i loro frutti, cercando di colpirle. L’edera afferrò Diverde e la stritolò fino a farle perdere i sensi. Un fungo velenoso emanò nell’aria le sue spore mentre passava Digiallo e la fatina cadde a terra avvelenata. Dirosso che era la più furba, capì che la dolce Diblu aveva avvisato la natura delle loro intenzioni. Difatti era stata l’unica a non accettare le loro idee. Accecata dall’ira, decretò la sua morte. Iniziò così un lungo inseguimento nei quattro angoli della terra. Per giorni Diblu cercò di volare lontano e nascondersi, ma le fatine rimaste, non le davano tregua. Fino a quando, Dindaco la raggiunse, l’afferrò e la strattonò graffiandola. Ad aiutarla nella lotta arrivò anche Diviola ed assieme la picchiarono a sangue, fino a che non le si spezzò un’ala. La dolce fatina esausta, ferita e dolorante cadde. Quando riuscì ad aprire gli occhi, vide che si trovava all’interno di una rosa rossa : “Aiutami, te ne prego” supplicò al fiore “Non lasciare che mi uccidano”.
    “Non temere dolce fatina. Ti difenderò io.” rispose la suadente rosa. Come per magia i petali del fiore si chiusero a bocciolo e sui suoi steli spuntarono delle spine.
    “Sarò ben contenta di aiutarti. Tu hai messo a rischio la tua vita per salvare tutti noi” . Come una madre che protegge la propria creatura, così la rosa avvolgeva e proteggeva la fatina ferita.
    Quando Dirosso, Diviola, Dindaco e Darancio cercarono di aprire il fiore, non ci riuscirono. Appena si avvicinavano venivano punte.

    rosa
    “Non te la farò passare liscia” urlò Dirosso a squarciagola “Riuscirò a prenderti”.
    Le quattro fatine rimaste svolazzavano sopra il fiore in attesa di trovare il momento giusto per agguantare Diblu. La loro cattiveria però, gli si ritorse contro. Difatti furono aggredite da tutte le creature del bosco che ebbero il sopravvento su di loro.
    La dolce Diblu che non poteva più volare, rimase a dimora all’interno della rosa e lì trascorse l’intera vita. Da quel famoso giorno, non essendoci più le sette fatine, la natura si regolò da sola, mettendo in pratica i buoni insegnamenti di Diblu.
    Dopo tantissimi lustri, arrivò anche per la dolce fatina, il momento di lasciare questa terra. Il suo corpo, che per così tanto tempo aveva alloggiato nel fiore, gli aveva trasferito il suo colore. Una pioggia finissima, simile a lacrime cadde nel momento in cui la fatina scomparve, lasciando nell’aria un profumo unico e intenso. Subito assorbito dai petali della rosa. L’intera natura ne ebbe il sentore, perché la terra tremò e si propagò nell’aria un sussulto prolungato simile ad un lamento.
    La rosa blu, unica e rara, nella quale da allora dimora l’essenza della dolce fatina, alla quale ancor oggi tutta la natura s’inchina.



     
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    sailor+moon+serenity+e+endimion

     
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    Elfi, fiori, foglie e farfalle - le damigelle

    E che dire di queste deliziose fatine come damigelle? :-)
    Basta una gonna di tulle per far felice una bambina!

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    faeries9

    Cosa sono le dudù? Le dudù sono delle fatine con delle abitudini stranissime e un carattere come quello di un gattino. Queste fatine hanno un abbigliamento strano: acune sono vestite con tessuti presi da erbe di prateria invece altre ancora sono vestite semplicemente da foglie. Ogni martedì e mercoledì sera fanno delle feste, è un'abitudine un pò strana ma tutti la rispettano. Gli abitanti del villaggio sono dolci come un gattino e tutti si rispettano. Tutte le fatine di qesto villaggio hanno un comportamento tranquillo, sereno e anche molto calmo. Il villaggio delle dudù è dentro una cascata, c'è cibo e soprattutto acqua. E' un posto bellissimo ma purtroppo pescano e le dudù hanno paura degli umani quindi cercano sempre di non farsi sentire.
    Alessia O. classe quarta.

     
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    10 personaggi mitologici al cinema

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    1-ODINO interpretato da Anthony Hopkins in Thor di Kenneth Branagh


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    2-ERCOLE nel classico Disney Hercules doppiato da Tate Donovan/Raoul Bova

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    3-PERSEO interpretato da Sam Worthington nel remake Scontro tra titani di Louis Leterrier

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    4-ADE interpretato da Ralph Fiennes nel remake Scontro tra titani di Louis Leterrier

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    5-ACHILLE interpretato da Brad Pitt in Troy di Wolfgang Petersen

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    6-ZEUS interpretato da Liam Neeson in Scontro tra titani di Louis Leterrier

    10-personaggi-mitologici-al-cinema-12
    7-THOR interpretato da Chris Hemsworth nell’omonimo film di Kenneth Branagh

    10-personaggi-mitologici-al-cinema-6
    8-TESEO interpretato da Henry Cavill in Immortals di Tarsem Singh

    10-personaggi-mitologici-al-cinema-11

    9-CHIRONE interpretato da Pierce Brosnan in Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo-Il ladro di fulmini di Chris Columbus.

    10-personaggi-mitologici-al-cinema-2
    10-LA LEGGENDA DI BEOWULF nell’omonimo lungometraggio in CGI di Robert Zemeckis doppiato da Ray Winstone/Francesco Pannofino.

     
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    Sirena

    Centauro

    Boy_Mermaid

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    Dragon_Landscape

    Dragon_Landscape_Night

    Galleon



     
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    nuotonj7

    che bello viaggiare con la fantasia vero?.. :serenade.gif:

    jimwarren0100se1


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    avete fantasia?...guardate..un U.F.O......

     
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    Pikachu

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    Pikachu (in giapponese ピカチュウ Pikachū, in tedesco e francese Pikachu) è un Pokémon della Prima generazione di tipo Elettro. Il suo numero identificativo Pokédex è 25.
    È noto per essere lo starter di Ash Ketchum e di Rosso. Anche Richie, Red e Yellow possiedono un esemplare del Pokémon.
    Considerato uno dei personaggi più famosi e conosciuti del franchise creato da Satoshi Tajiri, Pikachu appare in tutti gli episodi della serie animata Pokémon, in tutti lungometraggi, oltre ad essere protagonista di numerosi videogiochi della serie Pokémon: Pokémon Giallo, Pokémon Dash, Hey You, Pikachu! e PokéPark Wii: La grande avventura di Pikachu, diventando nel corso degli anni una delle icone della cultura giapponese. È inoltre presente nei titoli della serie Super Smash Bros.. Dai titoli della seconda generazione a Pikachu è associato uno strumento, l'Elettropalla. Pikachu è inoltre uno dei quattordici Pokémon che possiedono una descrizione in 6 lingue nel Pokédex di Pokémon Diamante e Perla

    025_Pikachu


     
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