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il bimbo e la nascita...

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  1. Lussy60
     
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    Parto indotto e pilotato, ovvero quando il bimbo tarda a nascere


    La gravidanza dura in media 40 settimane e un neonato viene considerato a termine se nasce tra la 38ª e la 42ª settimana di gestazione. In genere, però, alla 41ª settimana più 3 giorni il ginecologo, se il travaglio non si è ancora avviato spontaneamente, o non è efficace per far nascere il bebè, e anche se la futura mamma sta bene, decide di intervenire perché la salute del piccolo non deve essere compromessa dal mal funzionamento della placenta, cioè l’organo che nutre e ossigena il feto durante i nove mesi; invecchiando, infatti potrebbe non garantire più il giusto apporto di ossigeno al bambino.
    A volte è il travaglio stesso che non ha inizio, altre volte esso si è avviato in modo spontaneo ma le contrazioni non sono efficaci per far dilatare progressivamente il collo dell’utero e stimolare l’inizio delle contrazioni o per mantenerle efficaci. I farmaci inutilizzati non causano alcun problema né per la mamma né per il bebè, però è importante monitorare il travaglio ad intervalli regolari per verificare la dilatazione del collo dell’utero e la salute del piccolo.


    multiple-babies
    In genere, si induce il parto se la gravidanza supera la 41ª settimana più 3 giorni, se la futura mamma ha un aumento della pressione o se si verifica la rottura delle membrane amniotiche, cioè quelle che costituiscono il succo amniotico, prima della comparsa del travaglio per un periodo superiore a 24-36 ore, in presenza di diabete gestazionale o di gestosi, una malattia caratterizzata da pressione alta, gonfiori e proteine nelle urine.
    Quando invece il travaglio ha avuto inizio in modo spontaneo ma le contrazioni non sono regolari e il collo dell’utero non si dilata a sufficienza per garantire il passaggio del bimbo, si procede con il parto pilotato; anche in questo caso si somministrano dei farmaci per via venosa, in modo da stimolare le contrazioni dell’utero e velocizzare così il travaglio.
    Non sempre si può indurre o pilotare il travaglio; in genere, infatti, non è possibile quando l’utero presenta cicatrici per interventi precedenti, per esempio a seguito di un taglio cesareo o di un’asportazione di miomi uterini, in quanto i tessuti dell’utero cicatrizzati sono più deboli e, se le contrazioni sono molto forti, possono lacerarsi.

    parto-indotto



    Il taglio cesareo nel parto

    taglio-cesareo1

    Che cos’è il taglio cesareo? Quando viene fatto? Dove? Come? E Perchè? Il taglio cesareo è un intervento chirurgico che permette al ginecologo di procedere all’estrazione del feto, nelle condizioni più adeguate. Può essere programmato oppure urgente se le condizioni della madre o del feto ne necessitano. Un Taglio Cesareo programmato è un operazione già concordata prima, quando si conoscono anticipatamente le condizioni materne o fetali che renderebbero il parto impossibile o comunque pericoloso.
    Il taglio può essere eseguito con anestesia subaracnoidea, anestesia epidurale o anestesia generale. L’anestesia dura circa venti minuti ed è una piccola incisione addominale, che consente un parto indolore. Il taglio è un’incisione addominale tra il pube e l’utero, nella zona meno vascolarizzata e consente l’apertura per l’estrazione del feto, della placenta e delle membrane. La sua durata va dalla mezz’ora ai quarantacinque minuti, questo dipende anche dalle difficoltà tecniche che ciascuna paziente presenta.

    I passi completi da svolgere sono: anestesia epidurale; incisione cutanea; estrazione del feto; chiusura della breccia uterina e sutura della cute. Questo tipo di intervento è diventato molto frequente, ed è considerato un metodo sicuro per proteggere sia la mamma che il bambino. Dopo aver subìto un taglio cesareo, dovrete fare alcune medicazioni e con il passare dei giorni e sempre sotto specifiche cure mediche, tutto ritornerà alla normalità, compreso l’allattamento e la vostra sessualità.
    Pensate che un parto spontaneo sià più piacevole del fare un taglio cesareo? L’importante è che voi e il neonato state bene, l’emozione di un parto la avrete comunque in entrambi i casi. Se nel primo parto avete effettuato un taglio, non è detto che anche nei prossimi lo necessitate ed è bene porre questa domanda a un medico specialista che vi fornirà sicuramente informazioni dettagliate a riguardo. Andate in sala parto rilassate, qualunque sarà lo svolgimento della situazione, non c’è gioia più bella di sentire il primo pianto di vostro figlio.

     
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