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Parafrasi: Giambattista Marino - Specchio dell'amata
Specchio dell'amata
Qualor, chiaro cristallo, Vago pur di mirar quel vivo sole Che 'n te specchiar si sòle, In te le luci affiso, Ahi, ch'altro non vegg'io che 'l proprio viso! Specchio fallace, ingrato, Se vagheggiar t'è dato Volto fra gli altri il più ridente e vago, Non dovresti serbar sì trista imago!
Lo specchio dell'amata = Il poeta si rivolge allo specchio della donna amata, sperando di scorgervi l'immagine di lei, e invece ci vede riflesso - come è ovvio - soltanto il proprio viso!
Parafrasi: Quando, o cristallo trasparente, in te pongo i miei occhi (=ti guardo) desideroso di rimirare quel Sole luminoso che ha l'abitudine di specchiarsi in te (=la donna amata), ahimé quel che vedo è soltanto il mio proprio viso! O specchio traditore e ingrato, dato che hai la grande fortuna di rispecchiare il viso più sorridente e bello di tutti, non dovresti conservare un'immagine (=la mia faccia) tanto triste!
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