Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

8 MARZO FESTA DELLE DONNE!!!

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    Come fare biglietti di auguri per la festa della donna

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    Per l’imminente festa della donna, come ogni anno si sprecheranno fiori e cioccolatini da regalare alle donne più importanti nella vita di ogni uomo come mogli, fidanzate, madri figlie e sorelle. Ma certamente sarebbe carino omaggiare con un pensiero anche amiche e conoscenti. Allora perché senza spendere un soldo ma spendendo solo un po’ del vostro tempo non regalate un bigliettino a tutte le vostre conoscenze di sesso femminile?

    Vi chiederete come fare biglietti di auguri per la festa della donna in poco tempo e a costo zero? Vi basta semplicemente aprire il vostro computer e collegarvi a uno dei tanti siti gratuiti per fare bigliettini e cartoline virtuali o da stampare. Se vi interessa l’argomento, di seguito vi segnaliamo tre di questi siti tra i più conosciuti.

    Il primo sito che vi segnaliamo per fare biglietti di auguri per la festa della donna è 123 Greetings: in lingua inglese, presenta una vasta gamma di biglietti e cartoline virtuali sia statiche che animate da inviare via email. Per poterle scaricare, collegatevi al sito e selezionate il biglietto che avete deciso di inviare.

    Se la vostra scelta è caduta su un biglietto animato, avete anche la possibilità di scegliervi una musica di sottofondo. Dovete poi compilare il modulo che vi compare nella schermata, inserendo i dati del destinatario del biglietto e una frase. Se il biglietto lo inviate via email, dovete cliccare sul pulsante Send this ecard now, mentre se decidete di pubblicarla su Facebook, dovete cliccare sul pulsante Send to Facebook.

    Il secondo sito che vi segnaliamo per fare biglietti di auguri per la festa della donna è Cartoline.it, dove sono presenti cartoline e biglietti da stampare. Per potervi accedere, dovete collegarvi alla pagina principale del sito e cliccare sulla cartolina che più vi piace per scaricarla. Verrà scaricata in file PDF e una volta stampata, dovrete provvedere a ritagliare le parti in eccesso e a piegare il biglietto.

    Infine se alla mimosa che vi accingete a regalare, volete allegare un simpatico bigliettino ma al momento non vi viene in mente la frase adatta da scrivere, vi segnaliamo il sito Frasi online dove ci sono decine di frasi adatte a fare gli auguri per la festa della donna. Oppure se preferite inviare semplicemente una frase di auguri via email potete collegarvi a Dedica frase.

    Un grande augurio a tutte le donne.

     
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    Donne: talento e potenzialità sono infiniti
    ... Ma anche le opportunità

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    In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Microsoft è orgogliosa di partecipare insieme all’agenzia delle Nazioni Unite per le donne (UN Women) e ad artisti provenienti da tutto il mondo al lancio della canzone "One Woman". Si celebra quello che tutti sappiamo: per realizzare il futuro che vogliamo, dobbiamo riconoscere l'enorme potenziale della metà della popolazione mondiale - le donne.

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    Per realizzare veramente il loro potenziale, le donne devono essere libere da discriminazioni, con riferimento particolare alla violenza di genere, che è il focus della giornata della donna di quest’anno. 7 donne su 10 durante la loro vita hanno sperimenteranno qualche forma di violenza. Tra le donne dai 15 ai 44 anni la violenza provoca più morti e invalidità che l’insieme di cancro, malaria, incidenti stradali e guerra. La violenza contro le donne ha anche un alto costo economico, che in Australia ogni anno è stimato intorno ai 11,28 miliardi di dollari, e in Inghilterra e Galles raggiunge 32,9 miliardi di dollari annualmente.

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    La canzone “One Woman” mira a incentivare il sostegno e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo problema. Ti incoraggiamo a condividere la canzone perché, insieme, possiamo fare la differenza dicendo no alla violenza e sì alla parità di genere.

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    Microsoft è fortemente impegnata a realizzare il potenziale delle donne, mettendole nelle condizioni di accedere a strumenti e opportunità - questi sono concetti profondamente radicati nella nostra filosofia aziendale. Se le donne avranno un ruolo attivo nel lavoro e nella società nel suo complesso, portano grandi idee e grandi innovazioni. Per questo motivo Microsoft attribuisce grande valore alla partnership con UN Women, un esempio globale per le donne e le ragazze. UN Women è una forza vitale per promuovere l'uguaglianza di genere, affrontando temi caldi la violenza sulle donne e la l'emancipazione femminile nella sfera politica, sociale ed economica. Mettendo a fattor comune le nostre competenze, siamo in grado di sfruttare il potere della tecnologia sia per aiutare le donne.

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    La tecnologia può essere un vero catalizzatore per migliorare la vita delle donne. Ecco perché in partnership con UN Women abbiamo lanciato il Women’s Empowerment Award con l’obiettivo di incoraggiare e premiare studenti che sviluppano soluzioni tecnologiche in risposta alle più pressanti sfide di genere nel mondo. Il team dell'Uganda, che nel 2012 ha vinto l'Imagine Cup Grant, un concorso sull’innovazione tecnologica rivolto agli studenti di tutto il mondo, è un grande esempio di cosa sia possibile realizzare.

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    Il team ha creato WingSenga, un'applicazione mobile che permette agli infermieri di monitorare le gravidanze e salvare vite per meno del 2% del costo di un'ecografia. Insieme, stiamo lavorando anche per rendere le città più sicure grazie alla tecnologia mobile e per aumentare il numero di donne e ragazze che intraprendono percorsi di carriera legati a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM). YouthSpark, il programma mondiale Microsoft per i giovani, attraverso l’iniziativa DigiGirlz e la partnership con Give Back Circle, ha dimostrato che i training sulla tecnologia e l’attività di mentoring sono un modo efficace per aiutare a cambiare la vita delle giovani donne (incontra Mary Mwende), e Microsoft sta ampliando questo modello con l’imminente lancio di un nuovo sito, che fa parte della nostra iniziativa 4Afrika.

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    Sviluppare il potenziale delle donne non è solo la cosa giusta, ma è la cosa più intelligente da fare. È dimostrato che le nazioni con una maggiore parità tra i sessi e percentuali più elevate di donne istruite hanno economie più forti. Nel 2012, la Banca Mondiale ha scoperto che eliminando tutte le forme di discriminazione contro le donne sarebbe possibile aumentare la produttività di ogni lavoratore del 40%. La sottoutilizzazione del talento e delle prospettive femminili non solo riduce la produttività e l’innovazione, ma rallenta anche lo sviluppo economico.

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    Se i livelli di retribuzione delle donne fossero pari a quelli degli uomini, il prodotto interno lordo aumenterebbe fino al 14% entro il 2020. Studi dimostrano che le donne investono mediamente il 90 per cento del loro reddito nelle loro famiglie e nella comunità, riducendo la povertà e migliorando la salute e l'istruzione. L’effetto positivo di questo investimento è riscontrabile nel fatto che i loro bambini ricevono
    nutrizione ed educazione migliori e che le loro comunità sono più sane e più sicure – favorendo un risparmio di denaro nei servizi sociali e alimentando la crescita economica.

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    È innegabile che dopo la crisi economica dell'ultimo decennio, il mondo è alla disperata ricerca di un modello economico più sostenibile e inclusivo che consenta opportunità più ampie e durature. Siamo convinti che le donne sono e devono essere un elemento essenziale in questo critico percorso di cambiamento. Tutti guardano i mercati emergenti del mondo come Cina, India, Brasile e altri, ma noi crediamo che il più importante mercato emergente del mondo saranno le donne e la loro capacità di portare maggiore valore economico e crescita sociale.

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    Sapendo che le donne sono la chiave per il nostro futuro, è importante lavorare insieme per migliorare le loro vite e abbattere le barriere che hanno di fronte – siano esse ostacoli al lavoro o alla leadership politica, maggiore accesso alle tecnologie per promuovere imprenditorialità e indipendenza economica o il bilancio delle vittime della violenza basata sul genere. Ecco perché è così importante che noi siamo qui oggi a diffondere il messaggio che il progresso delle donne è il progresso di ogni società. Speriamo che tu ti unisca a noi.

     
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    Festa delle Donne 2014, tutte le serate dei tronisti

    Tronisti+

    martedì, marzo 04, 2014

    festa della donna 2014
    Non sapete ancora come e dove passare la Festa delle Donne 2014? Allora date un'occhiata alle serate dei tronisti, qualora dovessero venire dalle vostre parti potreste prendere in considerazione la possibilità di festeggiare con loro! Sappiate sin da ora, però, che le ospitate si concentrano nel Sud Italia, dove sono più richiesti probabilmente, e qualcuno di loro si dividerà anche tra più locali, per tenere contente tutte.

    Per adesso, abbiamo informazioni su Tommaso Scala, Aldo Palmeri, Cristian Gallella, Francesco Monte ed Emanuele Trimarchi, che era un corteggiatore ma ha avuto un successo pari a quello di un tronista. Pronti a scoprire se l'8 marzo avrete a pochi passi da voi uno di loro?
    Dove andrà Tommaso Scala alla Festa delle Donne 2014?
    In attesa di vedere chi sarà la donna che uscirà dallo studio di Uomini e Donne insieme al modello di Torre Del Greco, potete festeggiare insieme a Tommaso a Salerno, presso il The Rocks.
    Dove andrà Aldo Palmeri alla Festa delle Donne 2014?
    Fresco di scelta - Alessia Cammarota la fortunata -, il bellissimo Aldo Palmeri sarà in Puglia a Manfredonia, provincia di Foggia, all'Hotel Gabbiano e, prima o dopo non si sa, raggiungerà anche il Mama Club di via Salaria per L'Aquila, località Caporio. Sceglierete di festeggiare col pizzaiolo di Catania?
    Dove andrà Emanuele Trimarchi alla Festa delle Donne 2014?
    Tronista non è stato, ma la sua simpatia ha conquistato tutti, e pure Anna Munafò che lo ha scelto: stiamo parlando di Emanuele Trimarchi che alla festa della donna sarà ospite in parecchi locali della Calabria: inizierà dal pomeriggio dell'8 marzo, quando potete trovarlo verso le ore 18 alla gioielleria Megna di Catanzaro Lido, in via Corace 62; a partire dalle ore 20, minuto più minuto meno, sarà invece ospite della pizzeria Impero di Mesoraca (Crotone). Sicuramente è il più gettonato del momento, ecco perché Emanuele sarà anche al Lucignolo di Lamezia Terme e all'Akropolis Glam di Rende, in provincia di Cosenza. Sopravviverà a tutte le donne che incontrerà e, soprattutto, alla gelosia della sua fidanzata?
    Dove andrà Francesco Monte alla Festa delle Donne 2014?
    Il fidanzato di Cecilia Rodriguez, invece, si dividerà tra Capitanata e Molise: potete trovare Francesco Monte all'International di Foggia e all'Alexander di Campobasso. Sarà pure sceso dal trono di Uomini e Donne da un bel po' di tempo, ma resta sempre uno dei più richiesti!
    Dove andrà Cristian Gallella alla Festa delle Donne 2014?
    Anche Cristian Gallella non passa mai di moda e la sera della festa delle donne 2014 lascerà che Tara, la donna della sua vita, festeggi con le sue amiche e si dedicherà alle sue fan: potrete incontrare Cristian a Caltanissetta, dove presenzierà ad una sfilata di intimo, con annessa cena spettacolo al Teatro Bauffremont e poi raggiungerà il Cafè Las Vegas di Barrafranca, in provincia di Enna. Una serata tutta siciliana!

    Se avremo altre informazioni sulle serate dei tronisti alla Festa della Donna 2014 vi aggiorneremo; e voi, donzelle, aspetterete altre notizie o avete già trovato la vostra serata ideale?

     
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    Come fare una cena per la festa delle donne, ricette veloci

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    Manca pochissimo alla Festa della Donna e potrebbe essere divertente organizzare una cena tra amiche, per celebrare questa giornata speciale. Quest’anno siamo anche fortunate perché l’8 marzo cade di sabato e quindi è più facile trovare il tempo per mettersi con calma ai fornelli. Cucinare non fa per voi? Ecco allora qualche ricetta molto facile e soprattutto veloce per fare ottima figura.


    Antipasto
    Vi diamo tre soluzioni. Potete preparare tutte e tre le ricette oppure sceglierne una sola:

    Insalata di avocado con gamberi bolliti condita con olio, limone e un pizzico di sale.
    Grissini fantasia: avvolgete i grissini con affettati differenti
    Crostini sfiziosi: in questo caso fate una degustazione di formaggi e salse abbinati a dei crostini.
    Primo Piatto
    Per una cena tra amiche potreste puntare su una spaghettata, possibilmente non troppo pesante.

    Spaghetti allo scoglio: fate un sugo con vongole, cozze e calamari.
    Spaghetti ai carciofi e bottarga: spadellate i carciofi con olio e aglio, condite gli spaghetti e poi sopra grattugiate la vostra bottarga.
    Spaghetti al radicchio e noci. In questo caso spadellate il radicchio con cipolla, olio, sale e pepe. In Ultimo, prima di condire la pasta, aggiungete qualche gheriglio di noci.
    Secondo Piatto
    Se avete scelto un primo a base di pesce, continuate su questa linea, altrimenti potete spaziare con un piatto vegetariano o a base di carne.

    Un pesce di lisca al sale (tempo di cottura 20 minuti per chilo) servito con un olio aromatizzato al limone.
    Tortino di zucchine e provola. Create un impasto con ricotta, formaggio grana, uova, zucchine spadellate e provala tagliata a dadini. Foderate una teglia con della pasta sfoglia e copritela con questo ripieno. In forno a 180 gradi per 30 minuti.
    Saltimbocca alla romana: farcite le fettine di vitello con crudo e salvia e fate cuocere in una casseruola con burro e aglio.
    Dessert
    Infine il dolce. La tradizione vorrebbe la torta mimosa, ma non è per nulla veloce. Preparate quindi una macedonia fresca e servitela con una pallina di gelato.

     
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    Festa della donna


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    Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna nell'arcobaleno. (Denis Diderot)

    La Giornata Internazionale della Donna (o Festa della Donna), celebrata l'8 marzo di ogni anno, ha l'obiettivo di mantenere vive la memoria storica sulle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, da un parte, e la lotta contro le discriminazioni, le violenze subite dal sesso femminile, dall'altra.

    Storia
    Oltre 20 mila camiciaie newyorkesi, dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909, sostennero un lungo sciopero per i diritti delle donne.
    Questa manifestazione indusse delegate socialiste americane a proporre, durante la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste (Copenaghen, 26-27 agosto 1910), l'istituzione di una giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.


    Da allora, negli USA, la giornata delle donne venne celebrata l'ultima domenica del mese di febbraio.

    festadelladonna1In Europa, invece, si "festeggiò" la prima volta il 19 marzo 1911. Secondo Aleksandra Kollontaj, la data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848, durante la rivoluzione, il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne».

    In Russia (San Pietroburgo), la prima volta, si celebrò il 3 marzo 1913.

    In Germania l'8 marzo 1914 («settimana rossa» di agitazioni, proclamata dai socialisti tedeschi).

    In Francia, organizzata dal Partito socialista a Parigi, il 9 marzo 1914.

    Durante la Prima Guerra mondiale la ricorrenza venne interrotta, fino a quando l'8 marzo 1917, a San Pietroburgo, le donne della capitale organizzarono una grande manifestazione per la fine della guerra.
    Il successo dell'evento incoraggiò altre proteste di piazza fino al crollo dello zarismo.
    Da allora, l'8 marzo 1917 è entrato nella storia come l'inizio della «Rivoluzione russa di febbraio» (l'8 marzo corrispondeva al 23 febbraio nel calendario giuliano).

    Nacque così l'idea di istituire un giorno comune per tutti i paesi. La decisione venne presa durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste (14 giugno 1921) a Mosca: 8 marzo per la Giornata internazionale dell'operaia.

    In Italia la manifestazione si tenne la prima volta nel 1922 grazie al Partito comunista, ma il 12 marzo, la domenica successiva. Una festa dal sapore politico, associata a Russia e comunisti, che la portarono a una momentanea perdita di memoria con la Seconda Guerra Mondiale. Negli anni successivi tornò in auge, insieme alle leggende urbane.

    Ecco con quali parole Francesco Crispi, Presidente del Consiglio dal 1887 al 1896, si oppose alla proposta di concedere il voto alle donne italiane.
    La donna è regina dei cuori finché resta estranea alle lotte politiche, ma se la spingerete nella politica non sarà più il tesoro della famiglia, non potrà più provvedere alle necessità del marito e dei figli, né assisterli. Se voi, o signori, fate entrare la donna nella politica, essa non sarà più l’angelo consolatore della famiglia.

    Leggenda
    Secondo ricostruzioni fantastiche, nel 1908 le donne della “Common” una fabbrica di camicie a New York, scioperavano da giorni per le condizioni di lavoro disumane e, in quel giorno, il proprietario le chiuse all'interno del fabbricato, finché le operaie morirono in un rogo. Tragedia in realtà mai avvenuta e confusa con quella veramente accaduta il 25 marzo 1911, sempre a New York, nella fabbrica Triangle, nota azienda di camicette, che vide 146 vittime tra i lavoratori.

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    E la mimosa?
    Il fiore dai rametti gialli è il simbolo della Festa della Donna in quanto la sua fioritura avviene proprio nei primi di marzo. E dunque, quale periodo migliore per festeggiare la splendente femminilità, se non a un passo dalla primavera, stagione di rinascita e frutti rigogliosi della terra?

    Fonte: postpopuli.it
    digilander.libero.it
    wikipedia.org

     
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    8 marzo: perché è la festa della donna?

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    Origini e storia della giornata internazionale della donna, che dal 1909 si celebra ogni 8 marzo.


    L'idea di una giornata internazionale della donna nasce nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito socialista americano. L'anno seguente, nel 1910, la proposta venne raccolta da Clara Zetkin a Copenaghen, durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste.

    Dai documenti del congresso non sono chiare le motivazioni che spinsero alla scelta di quella data, l'8 marzo, e in realtà e fino al 1921 i singoli Paesi scelsero giorni diversi per la celebrazione. È solo in occasione della Seconda conferenza delle donne comuniste (Mosca, 1921), che viene proposta e approvata un'unica data per le celebrazioni, in ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo (1917).


    FALSI STORICI.
    Alcune tradizioni fanno anche riferimento a un episodio drammatico accaduto negli Stati Uniti, nel 1857, quando alcune operaie chiuse in fabbrica dal padrone perché non partecipassero a uno sciopero, persero la vita a causa di un incendio.


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    Violenze di inizio '900: la propaganda contro le suffragette. | PALCZEWSKI SUFFRAGE POSTCARD ARCHIVE


    In Italia e altri Paesi si è fatto spesso riferimento a un presunto episodio analogo avvenuto a New York l'8 marzo del 1911, quando nel rogo di una fabbrica di camicie persero la vita 134 donne. Sembra però che la fabbrica fosse inestente e che un drammatico rogo avvenne effettivamente, ma in febbraio. In realtà, a seconda dei Paesi dove si è affermata questa tradizione cambiano la date, il luogo e il numero delle vittime.



    Secondo Tilde Capomazza e Marisa Ombra, che nel libro 8 marzo (Utopia) hanno studiato le origini della celebrazione, le motivazioni date nel 1921 a Mosca erano troppo legate a un preciso momento politico e vennero presto abbandonate e sostituite da eventi più simbolici.


    LA MIMOSA. La scelta dei fiori gialli della mimosa risale invece al 1946: le organizzatrici delle celebrazioni a Roma cercavano infatti un fiore che fosse di stagione e costasse poco: la mimosa, appunto.

    07 MARZO 2018 | FOCUS.IT



    Femminismo e Festa della Donna


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    A sinistra un manifesto per la giornata della donna dell'8 marzo 1914. A destra la copertina della Domenica del Corriere racconta del primo congresso delle Donne Italiane (1908).

    Virgo, vidua et mater, cioè “vergine, vedova e madre”: nel Medioevo erano questi i soli ruoli femminili degni di rispetto agli occhi della società. Si diceva anche quilibet in domo sua dicitur rex, che è come dire “qualunque uomo nella propria casa può considerarsi un re”. Due massime valide molto, molto a lungo: né l’Umanesimo, né il Rinascimento, né l’Illuminismo, che pure aveva suscitato grandi speranze, hanno scalfito la condizione subalterna delle donne.


    BATTAGLIE SULLA GHIGLIOTTINA. La riscossa al femminile è cominciata dopo: le prime avvisaglie del femminismo, ispirate agli ideali di fraternità, eguaglianza e libertà, risalgono al clima della Rivoluzione francese. Ne fu pioniera assoluta Olympe de Gouges (1748-1793), autrice della prima Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, che affermò che la donna, avendo “il diritto di salire al patibolo” a causa delle sue opinioni, aveva anche quello di “salire alla tribuna”. Fu presa in parola e ghigliottinata nel 1793.



    Le rivendicazioni furono poi portate avanti, tra le altre, dall’illuminista britannica Mary Wollstonecraft (1759-1797), a sua volta autrice della bellicosa Rivendicazione dei diritti della donna.

    DONNE E NEGRI. La nascita ufficiale del movimento femminista, però, che intrecciava temi sulla questione femminile e antischiavismo, è avvenuta nel 1848, anno dello storico Congresso sui diritti delle donne, a Seneca Falls (New York), nel quale fu chiesta la cittadinanza politica per “negri” (all'epoca, la parola era questa) e “donne”.



    Il Congresso fu indetto dalle due instancabili attiviste Elisabeth Cady Stanton (1815-1902) e Susan B. Anthony (1820-1906), detta la “Napoleone del movimento delle donne”. Proprio mentre, in altri convegni, si scatenava un opposto dibattito sulla presunta inferiorità intellettuale femminile, spiegata con argomentazioni scientifiche da filosofi e scienziati, tra cui il patologo Rudolph Wagner (1805-1864) e l’antropologo francese Gustave Le Bon (1841-1931), convinti che il cervello femminile e quello dei neri africani fossero meno sviluppati di quello maschile.


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    . In Italia la marcia verso i diritti è iniziata più tardi ed è avanzata più lentamente. Le prime a sfidare la società sono state la repubblicana e mazziniana Anna Maria Mozzoni (1837-1920), la cattolica Teresa Labriola (1873-1941) e la socialista Anna Kuliscioff (1854-1925), ispiratrice della legge per la tutela del lavoro femminile e dei fanciulli (n. 242 del 19 giugno 1902) e del diritto di voto alla donna (che definiva ironicamente «il primo animale domestico dell’uomo»).



    Più di tutte, fu Anna Maria Mozzoni (che scriveva sul quindicinale milanese La riforma del XIX secolo e su La donna, giornale di donne fondato a Venezia nel 1869 da Gualberta Beccari) a mettere in luce le contraddizioni che la società (e il parlamento) riservava alla donna, “angelo del focolare” a parole, sfruttata e sottopagata di fatto. Avanzò 198 richieste, una cosa inaudita per quei tempi, tra le quali diritto di voto, accesso all’istruzione e separazione dei beni. Ottenne però una sola vittoria: l’abrogazione dell’autorizzazione maritale che, tra le altre cose, impediva alle donne di iniziare un’attività commerciale senza il consenso del marito, prima tappa verso l’autonomia economica.



    LUCI E OMBRE. L’ammissione delle donne a licei, ginnasi e università avvenne solo nel 1874 (dal 1877 al 1900 le laureate furono 224). Nel frattempo si diffuse la consapevolezza dello sfruttamento femminile, sottolineato con i primi scioperi (per prime scioperarono le mondine, nel 1883), la nascita dei sindacati (il primo fu quello delle lavoratrici tessili, nel 1889), l’accesso agli uffici pubblici, telegrafici e postali, e le prime attività commerciali “rosa” (1882).



    Ma il voto, politico e amministrativo, restava un miraggio e furono una sfilza le bocciature a petizioni e disegni di legge: nel 1863, nel 1875, nel 1877, nel 1888, nel 1898 (il regio decreto n. 164 del 4 maggio 1898 rifiuta il voto amministrativo a “analfabeti, interdetti, inabilitati, condannati all’ergastolo, mendicanti e donne”), nel 1906 e nel 1912, anno in cui il liberale Giovanni Giolitti introdusse il suffragio universale maschile, ma sbarrò la strada alle donne nella convinzione, disse alla Camera, che aggiungere sei milioni di donne all’elettorato fosse “un salto nel buio”.

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    Infermiere in un ospedale da campo (1915): vedi ritratto di una professione tra bisogni, mode e stereotipi. | NATIONAL LIBRARY OF MEDICINE

    Con il fascismo, mentre le suffragette inglesi avevano finalmente conquistato il diritto di eleggere e di essere elette, i diritti femminili fecero un passo indietro: la concessione del voto amministrativo alle donne (1925) fu subito sospesa dato che non si tennero più elezioni. Perfino le insegnanti furono escluse dalle cattedre di Lettere e filosofia ai licei, e le tasse scolastiche per le studentesse raddoppiarono. Si stabilirono le mansioni lavorative adatte a donne: dattilografe, telefoniste, stenografe, conta banconote e biglietti, segretarie, annunciatrici, cassiere, commesse e sarte (con il regio decreto 838 del 29 luglio 1939).

    RE O REPUBBLICA? L’occasione per la rivincita arrivò con la Seconda guerra mondiale, quando le donne furono chiamate a sostituire gli uomini impegnati in guerra, e non esitarono a impugnare i fucili durante la Resistenza. Palmiro Togliatti e Alcide de Gasperi, a capo rispettivamente di PCI e DC, colsero l’importanza della presenza femminile nella società e, seppure in ritardo rispetto ad altri Paesi, come Svezia (1866), Finlandia (1906), Inghilterra (1918), Nuova Zelanda (1893), Australia (1899) e Stati Uniti (1920), con il decreto legislativo del primo febbraio 1945 le donne italiane conquistarono il voto.



    Votarono per la prima volta il 2 giugno 1946, il occasione del referendum per la scelta tra monarchia e repubblica.



    LA MARCIA INFINITA. Le tappe successive verso l'uguaglianza sono arrivate nel privato. A dare il via alle rivendicazioni è stata l’uscita negli Usa, nel 1966, del libro di Kate Millet La politica del sesso, che metteva in luce come i rapporti tra i sessi fossero “rapporti di potere”. In questo clima sono nate le leggi sul divorzio (n. 898 del 1970), confermata col referendum del 12 maggio 1974, sulla tutela sociale della maternità e sull’aborto (n. 194 del 1978), confermata dal referendum del 5 agosto 1981.


    Tappa determinante fu la riforma del diritto di famiglia del 1975, che ha cancellato il concetto di “capofamiglia” e l’attenuante per delitti d’onore, stabilita dal codice Rocco del 1930.



    Oggi la società è diversa. Eppure, la parità dei diritti non è ancora stata raggiunta: all’obiettivo quantitativo “più posti di lavoro” non ha corrisposto quello qualitativo. Le donne predominano in settori professionali meno valutati, occupano un numero minore di posizioni di responsabilità e, in media, sono pagate meno degli uomini.





    Tratto da Focus Extra 39 (estate 2009)


    La parità giuridica formale è arrivata con la Costituzione del 1948, che stabilisce l’uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso (art. 3), la parità dei coniugi rispetto ai figli (art. 29 e 39) e la parità tra uomo e donna sul lavoro (art. 51). Sono poi seguite le leggi ispirate ai nuovi criteri costituzionali, quella sulla parità di remunerazione tra uomini e donne, nel 1956 (nel 1950 Angela Cingolani è stata il primo sottosegretario), e quella sull’ammissione della donna a tutti i pubblici uffici (legge n. 66 del 1963), compresa la Magistratura (ed escluse Polizia, Guardia di Finanza e Forze Armate). Si mette così fine alla secolare discriminazione di genere, anche se in molti di quei casi solamente sulla carta.

     
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    8 Marzo 2020 Giornata della Donna



    di Franco Previte

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    In Italia la celebrazione ufficiale della “Giornata della donna”, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema “Le donne nell’Europa per una uguaglianza reale” ad opera della genovese Ines Boffardi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri (Pcm) “per la Condizione Femminile” ( ex ministero Pari opportunità).

    Io Presidente di “Cristiani per servire” in quegli anni sono stato Direttore di sezione Pcm e Capo della Segreteria del Sottosegretario.

    Il ruolo della Sottosegretaria On. Boffardi, per prima ufficialmente in Italia, ha “lavorato” con appassionata e responsabile dedizione quel lavoro importante e necessario teso a valorizzare anche istituzionalmente la donna nella società e nelle Istituzioni” ed ancora una volta “vedo” che “altri” non vedono le cose giuste e non apprezzate.

    In quegli anni di femminismo a volte “molto turbolenti”, l’iniziativa Governativa, oggi 2020 molto trascurata, era finalizzata al precipuo ed incondizionato obiettivo del riconoscimento dei diritti della condizione femminile e della difesa etica della dignità della donna

    L’Onorevole Boffardi, da sempre “ammirata” per l’instancabile pazienza nella sua azione, Cattolicissima, non sposata, coraggiosa, ferma, decisa nella difesa e nella certezza del diritto naturale della donna sempre più impegnata nella società, ma anche in famiglia, spesso dedita a congiunti ammalati, disabili, anziani, psicolabili vittime indifese delle feroci violenze.

    L’Europa Comunitaria di 257 milioni di donne e 245 di uomini, ossia 105 donne ogni 100 maschi, mentre le femmine sono il 15% più numerose dei maschi tra la popolazione dei Paesi Baltici, in alcuni Paesi, come Svezia, Cipro, Lussemburgo, Malta, dove i due sessi sono numericamente in parità, secondo l’Eurostat, che dedica una ricerca statistica ai due sessi alla vigilia della Giornata internazionale della donna.

    Dai dati statistici riferiti alla fine del 2011 emergono curiosità, fenomeni sociali e culturali, abitudini di vario tipo’ che oggi 2020 si evidenzia che nella popolazione Ue con oltre 65 anni le donne sono quasi il 40% in più degli uomini.

    Addirittura in Lettonia ci sono 208 donne con oltre 65 anni su 100 uomini ; in Estonia 204, in Lituania 197; in Svezia la popolazione anziana constata 123 donne per 100 uomini.

    Fra gli altri elementi che emergono dall’indagine di Eurostat figura che “la proporzione di donne minacciate dalla povertà o dall’esclusione sociale è sempre superiore a quella degli uomini”; si desume inoltre che nei Paesi in cui è più elevato il livello di istruzione, minore è la differenza nel tasso di occupazione tra maschi e femmine, mentre tra le persone che effettuano acquisti on line, le donne si rivolgono soprattutto all’abbigliamento, mentre gli uomini comprano apparecchi elettronici.

    L’uguaglianza tra uomo e donna è fondamentale per le Società Democratiche che vogliamo costruire, promuovere la parità tra i sessi deve essere al centro dell’Agenda Politica di tutti i Paesi perché finché le donne non avranno raggiunto le stesse opportunità degli uomini non ci sarà mai né vera democrazia, né pace duratura, lo affermava da Strasburgo Thorbjorn Jagland alla vigilia della Giornata internazionale della donna, ex-Segretario Generale del Consiglio d‘Europa. Il Consiglio d’Europa nell’esaminare il ruolo avuto dalle donne nella Primavera Araba e Jagland esamina la “partecipazione di importanti figure femminili in ogni Regione”, mentre le donne “sono state talmente coinvolte in ogni fase del cambiamento che non sappiamo se il risultato sarebbe stato lo stesso senza il loro apporto”. È importante che ognuno di noi riconosca il contributo delle donne nella guida delle Riforme e nel Progresso Economico e Sociale dove è essenziale che le voci delle donne siano ascoltate nella costruzione della nuova società araba e soprattutto nella lotta contro la discriminazione e gli stereotipi, se le donne avverte il Segretario del Consiglio d’Europa venissero di nuovo emarginate, come in passato, mentre la primavera araba potrebbe diventare un nuovo inverno.

    Un nuovo modello di Welfare che tenga conto delle esigenze delle donne, in particolare di quelle più anziane, sarebbe l’impegno per contrastare ogni forma di violenza sia fisica che psicologica e sono state queste le priorità dell’Auser Nazionale sul tema “donne” . L’Osservatorio Pari Opportunità dell’Associazione ha iniziato da tempo un percorso di riflessione e lavoro: nei prossimi mesi verranno organizzati, in cinque diversi territori, dei “focus group” sulle due tematiche individuate. Tra le attenzioni dell’Auser, il tema dell’equità di genere e le possibili discriminazioni che si possono verificare anche all’interno del Terzo Settore, è tematica della presentazione di un “Indagine quantitativa sulla questione di genere nel Terzo Settore e in Auser”.

    Ma nella Ue, insiste ancora troppe disparità !

    In vista dell’8 marzo, “Giornata Internazionale della donna”, a livello di Ue sono state assunte numerose iniziative (convegni, studi, manifestazioni a carattere politico) per segnalare vari aspetti, positivi e problematici, inerenti l’uguaglianza sostanziale fra donne e uomini in Europa e oltre i confini comunitari, in particolare la Commissione Europea quest’anno, pare, si occupa, assieme all’Europarlamento, della parità retributiva e della presenza femminile nei board dirigenziali delle grandi imprese europee.

    Sul primo aspetto è stato sottolineato che se un uomo e una donna Europei lavorassero a eguali mansioni e responsabilità professionali, la donna comincerebbe a percepire lo stipendio su base annua, calcolando la settimana lavorativa a partire dall’inizio di marzo, infatti uno studio Commissionato dall’Esecutivo afferma che “nell’Ue le donne continuano a guadagnare in media il 16,4% in meno degli uomini”.

    Per questa ragione la Commissione ” ha inteso sensibilizzare il pubblico sulle disparità retributive uomo-donna”, mentre i dati forniti dalla stessa Commissione mostrano peraltro forti divergenze nazionali, la diversità di stipendi varia dal minimo del 2% circa in Polonia a oltre il 27% in Estonia. Il divario retributivo tra i sessi rispecchia anche “le difficoltà che incontrano le lavoratrici a conciliare lavoro e vita privata: molte donne si vedono costrette a prendere congedi di maternità o a lavorare part-time”.

    Il Collegio Barroso ha suggerito alcuni interventi per eliminare tale diseguaglianza inerenti gli orari di lavoro, la formazione scolastica e professionale, la valorizzazione delle donne all’interno dei luoghi di lavoro, mentre la vice presidente della Commissione Europea e responsabile per la giustizia, è inoltre intervenuta per lamentare la scarsa presenza di donne nei vertici delle aziende.

    La Politica Lussemburghese aveva chiesto “misure di autoregolamentazione credibili per portare più donne alla guida delle imprese Europee”, ma una relazione pubblicata dall’Esecutivo il 5 marzo mostra gli “scarsi risultati fin qui ottenuti”: la presenza delle donne ai vertici delle principali società europee è di appena il 13,7%, ossia un consigliere su sette. “Sebbene il risultato sia lievemente migliore rispetto all’11,8% del 2010, di questo passo ci vorranno ancora 40 anni per raggiungere un equilibrio di genere accettabile”, dove per individuare correttivi su questo versante la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica “sui possibili interventi da parte dell’Unione, tra cui misure legislative che permettano di riequilibrare la rappresentanza uomo-donna nei Consigli di Amministrazione”..

    Di sicuro ci sono state delle tragedie in mare, ma è l’Europa che deve provvedere !

    Un “segnale” implica un’attenzione da parte della Chiesa Cattolica sulla scia di quanto ha fatto Giovanni Paolo II con la Mulieris Dignitatem – alla questione femminile, all’insegna della volontà di dialogare di più con la donna, considerata una ricchezza per il ruolo che svolge nella Chiesa e nella società”.

    In momenti di forte crisi come questo, il lavoro rischia di diventare un miraggio, soprattutto per i giovani e le donne sono le prime vittime dei tagli

    Sicuramente in tema di lavoro, come dimostra l’attività di questo Governo, le cose stanno bollendo con la volontà di aiutare le donne e i giovani, come le due categorie da privilegiare in un momento di crisi. E’ ormai dimostrato che più alto è il tasso di partecipazione lavorativa delle donne, più è alto il tasso di sviluppo di una Nazione. Il lavoro delle donne è dunque una ricchezza per il Paese e favorirlo non va inteso come un’attività di assistenza bonaria per salvaguardare categorie svantaggiate. E’ interesse dell’Italia, insomma, che la percentuale delle donne lavoratrici aumenti: oggi, invece, le donne sono le più svantaggiate, e quelle più giovani non riescono ad entrare e ad avere un futuro che vada al di là di un lavoro precario e così gravano sulle loro famiglie e si rivelano il soggetto più fragile, le prime ad essere espulse o discriminate quando si devono operare dei tagli”. Il mondo femminile si domanda se vi è per le donne italiane, oggi, un pericolo di regresso o di ripiegamento anche in altri settori ?

    Certamente il pericolo è sempre in agguato, e io credo che per scongiurarlo sia urgente attivare una comune strategia, attraverso un’alleanza tra mondo Cattolico e mondo ‘Laico’, partendo dalla consapevolezza che il rapporto coniugale non è solo qualcosa di spirituale o di romantico, ma rappresenta una fonte di benessere per il Paese: se marito e moglie non vanno d’accordo, anche prima di arrivare a vere e proprie patologie che possono poi sfociare in separazioni o divorzi, lavorano male, i figli hanno problemi continuamente, e tutto ciò si riverbera nella società. A mio parere, i Corsi per Fidanzati andrebbero promosso non solo dalla Chiesa Cattolica, ma anche dai Comuni: ci vuole un minimo di consapevolezza di ciò che il matrimonio, anche non religioso, comporta, e in questo senso la preparazione ad esso è un tema educativo che diventa anche impegno politico .

    Perché, invece, gli stereotipi, come quello della riduzione della donna a puro “oggetto di piacere”, sembrano non conoscere crisi? E’ vero che certi stereotipi sul mondo femminile, specialmente quelli all’insegna di una sessualità ‘usa e getta’, sono duri a morire, ma è anche vero che oggi molte donne, pur di ‘arrivare’, farebbero di tutto, e quindi sono loro stesse a ‘promuovere’ questo tipo di mentalità. Per questo è necessaria una educazione alla corporeità femminile, che renda consapevoli le donne del valore del proprio corpo come ‘tempio dello Spirito’, il quale implica il rispetto, la valorizzazione di sé, la capacità di non svendersi. Lo slogan più attuale, anche per molte donne, è che l’importante è fare successo e andare avanti, mentre l’educazione, invece, si nutre della stima di sé, della cura di sé, dell’amore per il proprio corpo e per quello degli altri, per contrastare tutto ciò che rappresenta uno svilimento della propria dignità .

    Crescono gli episodi di violenza di cui sono vittime le donne ?‘

    Se leggiamo le cronache più recenti, ci accorgiamo di essere in presenza di un vero e proprio ‘femminicidio’, dove donne uccise per gelosia, per incapacità di accettare la fine di un amore, per vendetta o ritorsione nei confronti delle ex mogli e dei loro figli…Senza contare quelle stuprate, abusate o perseguitate dallo stalking ,credo che la Chiesa Cattolica, oltre a denunciare la strage dei Cristiani, debba alzare la sua voce anche per denunciare la strage delle donne .

    Quanto incidono i modelli femminili proposti dai media, sui sogni e sui progetti degli adolescenti ?

    Uno dei dati più allarmanti, secondo me, è rappresentato dall’alta percentuale di donne, ma anche di uomini, che non lavorano e che non studiano, rimanendo dunque a carico delle proprie famiglie d’origine, una condizione, questa, che si trascina in pratica anche fino ai 40 anni, e che si trasforma in una colpa che le donne pagano e pagheranno sempre di più. Anche quando le donne studiano e mediamente sono più brave dei loro colleghi uomini, nella loro biografia personale spesso si trovano a dover constatare che studiare non è servito a niente, vista la corruzione e il carrierismo diffuso.

    Per contrastare questo ‘clima’, ci vuole uno spirito controcorrente che non possiamo chiedere a tutti .

    La Giornata della donna ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni Paesi Europei nel 1911 e in Italia nel 1922. In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d’Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all’ormai fatidico 8 marzo. La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione.

    Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall’Europa, mentre altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.

    Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l’erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali. Nel settembre del 1944 si creò a Roma l’UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d’Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all’ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro.

    Con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un’idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e di Teresa Mattei. Nei primi anni Cinquanta, anni di guerra fredda e del Ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell’Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l’ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico».

    Il clima Politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell’opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista .

    Ed in ultimo devo far presente come non si rammnta l’operato della Onorevole Boffardi, deceduta, il cui ricordo è rimasto solo nel mondo della disabilità, della sofferenza, del dolore !

    E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : Andiamo avanti Con speranza “!

     
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