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Lussy60.
Infinito - Figure retoriche
Sempre caro mi fu quest'ermo colle - anastrofe
Interminati spazi - Enjambement: vengono spezzati con la pausa di fine verso gruppi di parole. In questo modo si collegano due versi insistendo sul significato delle due parole.
Sovrumani silenzi - Enjambement
Interminati - Iperbole: consiste nell'intensificare un'espressione esagerando o riducendo oltre misura la qualità di una cosa.
Sovrumani - Iperbole
Profondissima - Iperbole
Questa siepe... quella - Antitesi: accostamento di elementi contrastanti nella stessa frase.
Quello infinito silenzio a questa voce - Antitesi
Morte stagioni... viva - Antitesi
Stormir - Onomatopea: è una parola che con il suo suono riproduce o imita un rumore della realtà.
S'annega... il naufragar m'è dolce in questo mare - Metafora: sostituzione di una parola con un'altra che sta con la prima in un rapporto di somiglianza (confronto sottinteso).A Silvia:
parafrasi, struttura e commento
I Canti - A SILVIA
Parafrasi
Silvia, ricordi ancora il tempo della tua vita mortale, quando la bellezza splendeva nei tuoi occhi ridenti e sfuggenti, e tu, lieta a e pensosa stavi raggiungendo il confine della giovinezza?
Al tuo canto continuo, risuonavano le mie stanze silenziose e le vie dintorno, allorchè sedevi occupata nelle attività femminili, sufficientemente contenta di quell’avvenire vago che avevi in mente. Quando ciò succedeva era un maggio profumato: e tu eri solita a trascorrere il giorno così.
Io, lasciando talora gli studi piacevoli, e le carte faticose, in cui si consumava la mia giovinezza e la parte migliore di me, porgevo, dai balconi della casa paterna, gli orecchie al suono della tua voce e della tua mano veloce che attraversava la tela faticosa.
Guardavo il cielo sereno, le vie dorate dal sole, e gli arti, e da una parte il mare in lontananza, e dall’altra le montagne. Parole umane non possono descrivere quello che io provavo dentro di me.
Che pensieri dolci provavamo! Che speranze, che sentimento avevamo, o mia Silvia! Come ci apparivano allora la vita umana e il destino! Quando mi ricordo di una così grande speranza, mi angoscia un sentimento doloroso e disperato, e riprendo a dispiacermi della mia sventura. O natura, o natura, perché poi non dai quel che prima prometti? Perché inganni così tanto i figli tuoi?
Tu, prima che l’inverno inaridisce l’erba, combattuta e vinta da una malattia occulta, morivi, o Silvia! E non conoscevi il fiore dei tuoi anni, la dolce lode ora dei tuoi capelli neri, ora dello sguardo che innamora e schivo, non ti allietava il mare; né le compagne discorrevano con te d’amore nei giorni di festa.
Poco dopo morirono anche le mie illusioni giovanili: anche alla mia vita il destino ha negato di vivere la giovinezza! Ahimè come sei passata veloce, mia speranza, ora impianta, cara compagna della mia età giovanile! Questo che ora ho conosciuto è quel mondo che mi aspettavo? Questi sarebbero i piaceri, l’amore, le attività, i fatti intorno ai quali così tanto abbiamo ragionato insieme? Questa è la sorte del genere umano? Tu mia povera speranza sei crollata all’apparire della verità: e con la mano indicavi da lontano la morte fredda e una tomba spoglia.
Struttura della poesia
I strofa = domanda a Silvia
II strofa = illusioni di Silvia
III strofa = illusioni del poeta
IV strofa = annuncia il destino dei due protagonisti (Silvia e il poeta)
V strofa = disillusioni di Silvia
VI strofa = disillusioni del poeta
Commento
“A Silvia” è una canzone libera scritta da Leopardi è compresa ne I Canti. Silvia è il simbolo della giovinezza. Silvia si identifica con Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, che abitava vicino al poeta.
La poesia contiene indicazioni sensoriali visive e uditive. Difatti, il poeta fa una descrizione dettagliata del posto in cui abitava Teresa.
La poesia è stata scritta dopo la conversione poetica di Leopardi: da scrivere ciò che procurava piacere, il poeta scrive ciò che è vero, e infatti la poesia contiene frasi che rafforzano il contrasto tra illusioni e consapevolezza.
Nella poesia viene fatta anche una vocazione alla natura definita un essere maligno poiché ha promesso all’uomo una felicità che non è possibile ottenere: l’uomo, per Leopardi, è “imbevuto” da superstizioni che lo portano ad una infelicità assoluta..