Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

I bimbi e gli animali...(magia di un mondo in comune)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    1237960_10151652350843149_412834649_n
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    L’arrivo di un neonato nella casa dove c’è un cane

    f8a7537da8307bb0c2192a731dac9bee_unique_id_shutterstock_100211795_cmc_image_1

    Sta per nascere un bambino. Tutti sono felici, ma come la prenderà il cane? Fino ad ora è stato lui il centro delle attenzioni. Niente paura, qualche piccolo accorgimento e tutto si risolve felicemente. I consigli di Pets&thecity

    di Simona Cannas e Manuela Michelazzi
    medici veterinari esperti
    in comportamento animale

    Molti proprietari di cani che stanno per diventare genitori sono preoccupati da come il loro amico a quattro zampe possa reagire all'arrivo del neonato. Effettivamente un bimbo, con i suoi ritmi e le sue esigenze, sconvolge la vita dei genitori e di conseguenza anche quella del cane di casa. Inoltre lo stile di vita della famiglia tende a cambiare radicalmente e spesso il cane vede ridursi drasticamente il tempo dedicato a lui: le passeggiate sono più corte, i momenti di gioco e d’interazione si riducono in frequenza e durata.

    Perciò, in previsione della nascita del neonato, bisogna fare in modo che il cane impari a conoscere i bambini gradualmente e in modo corretto, associandoli sempre ad esperienze positive.

    Per questo motivo, qualche settimana prima del parto, è bene far comparire in casa la carrozzina e la culla, oltre a riprodurre pianti, urla e vocalizzi dei neonati, grazie ai cd appositi che si trovano in commercio.

    Si possono creare delle situazioni piacevoli dove si gioca e si coccola il cane, tenendo come sottofondo i suoni dei bimbi (ad un volume inizialmente molto basso, per poi aumentarlo gradualmente).

    Quando il bambino arriva a casa, è bene non diminuire la quantità di attenzioni riservate al cane e premiare sempre (con carezze, premi in cibo e giochi ) l’amico a quattro zampe quando rimane tranquillo. In questo modo, nella sua mente, si creerà un’associazione positiva con l’immagine del bambino.

    Proprio a tale scopo, evitiamo di punire il cane in presenza del bimbo, altrimenti si rischia, al contrario, un’associazione negativa. Allo stesso modo, evitiamo di allontanare l’amico a quattro zampe quando tenta un approccio con il bambino: cerchiamo piuttosto di far stare il cane nella stessa stanza con il bimbo, tenendolo magari impegnato con qualche gioco interattivo riempito con del cibo (si tratta di giocattoli che stimolano la mente, il fiuto e la masticazione). Al contrario, se il cane si nasconde o si allontana dal bimbo, non costringiamolo per forza a stare in sua presenza.

    Naturalmente è sempre utile supervisionare le interazioni tra cani e bambini, perché anche l’amico a quattro zampe più tranquillo, se disturbato eccessivamente, potrebbe reagire in modo aggressivo per difesa e comunque, anche giocando, potrebbe fare involontariamente del male al bambino. Quando non è possibile supervisionare le interazioni tra cane e bambino è preferibile tenerli separati: allo scopo si possono usare dei piccoli cancelli per dividere gli ambienti, o si può tenere il cane in un altra stanza impegnandolo con un gioco di “attivazione mentale” (si tratta di giocattoli che sviluppano la capacità di risolvere un problema). È inoltre bene evitare che il bambino tocchi le cose del cane, come la ciotola, la cuccia e i giochi: a questo scopo collochiamo la cuccia in una zona della casa tranquilla e inaccessibile al bimbo.

    www.nostrofiglio.it/

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    1208815_646414298713581_729705268_n

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Gatto e bambino: consigli per una convivenza sicura

    35ca20552a98b62b9a728ff46911df2a_unique_id_gatto_neonato_cmc_image_1

    La vita insieme a un gatto è un’esperienza bellissima capace di migliorare le attitudini relazionali di un bambino. È necessario però che questo rapporto sia creato in modo corretto, con l’aiuto e la supervisione dei genitori. A iniziare dalla scelta di un micio adatto a convivere con un bimbo.

    di Simona Cannas e Manuela Michelazzi
    medici veterinari esperti
    in comportamento animale


    Quando si pensa di adottare un gatto la prima cosa da fare è quella di verificare se i bambini lo desiderino davvero: il piccolo felino necessita infatti dell’impegno e del rispetto di tutta la famiglia, sia in termini di tempo sia in termini economici. Non si può pensare, ovviamente, di abbandonare il micio alla prima difficoltà. Nel caso si avessero dei dubbi è meglio non adottare l’animale. Lo stesso vale nel caso in cui qualche membro della famiglia abbia manifestato segni di allergia al pelo dell’animale.

    Una volta appurati questi aspetti, il gatto può entrare a far parte della famiglia. A questo punto va però considerato che non tutti i gatti sono adatti a vivere con un bambino. Per questo motivo è bene informarsi e valutare con cura le caratteristiche del nuovo componente della famiglia. La nostra scelta dovrà cadere su un gatto che è stato socializzato correttamente nei confronti dei bimbi, in grado quindi di tollerare con pazienza le manipolazioni e il contatto fisico, particolarmente coccolone (ovvero che ricerca lui stesso il contatto fisico), equilibrato e prevedibile nelle reazioni.





    Il consiglio è quello di andare a vedere il gattino e cercare di capire come si comporta. Se è molto timido e spaventato, o se è troppo agitato, non sarà il candidato ideale. Non esistono razze specifiche per i bambini, all’interno di ciascuna razza, e anche tra i comuni europei, possiamo trovare il gatto più tranquillo e quello più agitato e nervoso. Se il gattino adottato arriva da una famiglia con bambini, avremo più possibilità che sia stato socializzato correttamente con i bimbi, anche se purtroppo nemmeno questo assicura il gattino “perfetto”.

    Questo anche perché, a volte, se i bimbi non sono stati educati correttamente nelle interazioni con gli animali, possono essere loro stessi ad avere un effetto negativo sullo sviluppo del gattino, scatenandogli l’insorgenza di reazioni di paura. Per alcuni versi i gatti adulti possono essere di più facile gestione, dato che l’età rende in genere più tranquilli e pacati. Il soggetto adulto offre inoltre la possibilità di interpretare più facilmente il tipo di carattere; di contro, se esistono tratti caratteriali difficili e non immediatamente evidenti, negli adulti sono più difficili da risolvere.

    d4ef08b936d88ae9fb5501d0a1a1df2f_unique_id_gatto_bambino_cmc_image_1

    In tutti i casi, una volta scelto il gatto, è essenziale che i genitori supervisionino sempre le interazioni del piccolo felino con i bambini, soprattutto finché questi sono piccoli. Se parliamo di neonati è bene sapere che i gatti sono attratti dai giacigli accoglienti e quindi cercano quasi sempre di andare ad acciambellarsi nella culla o nel lettino, se non addirittura sopra bambino che emana un calore molto gradevole per il micio. Per evitare questa eventualità, è sufficiente non far entrare il gatto nella stanza del neonato oppure coprire la culla con una rete apposita.



    Nel caso si “scoprisse” il gatto mentre riposa sugli oggetti del bambino, o cerca di entrare nella sua stanza, evitiamo di urlare o di punirlo. In questo modo il micio potrebbe fare un’associazione negativa col bimbo e sviluppare paura nei suoi confronti; basterà semplicemente prenderlo in braccio e portarlo via o attirarlo fuori dalla stanza con del cibo o con un gioco. Altri problemi potrebbero insorgere nel momento in cui il bambino inizia a crescere, a muoversi e a cercare di avvicinarsi al gatto per stringerlo, tirargli la coda o il pelo.
    Anche in questi casi è necessaria la supervisione dei genitori, soprattutto se il gatto di casa è particolarmente timido, ansioso, pauroso o aggressivo. Il bambino infatti può involontariamente fare male al gatto e quest'ultimo, per difendersi, è facile che reagisca reagire graffiandolo. Da un punto di vista sanitario, è bene portare il gatto appena adottato dal veterinario per un controllo clinico e per le vaccinazioni di base. Queste hanno lo scopo di prevenire patologie importanti per l’animale, che comunque non hanno nessuna possibilità di contagio per noi esseri umani. Il controllo veterinario può escludere o curare un’eventuale micosi che invece è trasmissibile agli esseri umani.
    È inoltre consigliabile trattare sempre i gatti per i parassiti esterni come le pulci: la somministrazione mensile dell’antiparassitario è consigliata in particolar modo per i mici che hanno la possibilità di uscire di casa, ma esclude ogni rischio anche per i gatti che vivono sempre in casa, dato che anche noi entrando e uscendo possiamo portare nell’ambiente domestico le uova di questi parassiti che poi si schiudono grazie al “terreno fertile” che trovano.

    www.nostrofiglio.it/

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    557728_692334034121607_7586765_n

     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    1782015_660611053984638_1095315337_n

     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Come spiegare ad un bambino la morte del suo animale

    jpg

    Crescono, giocano, si coccolano e trascorrono molti momenti insieme proprio come due veri amici: il rapporto tra bambini e animali domestici è unico e crea molte gioie. Ma quando l'amato pet si ammala e muore può essere un vero trauma per i piccoli di casa

    Sono sempre di più i pet lovers che convivono con cani, gatti e conigli: single, coppie, ma anche famiglie dove i piccoli di casa nascono e crescono con dei compagni di gioco e di coccole pelose.
    Se da un lato questo rapporto tra infanti e cuccioli è uno dei legami più belli e dolci che si possano creare, nel momento in cui la bestiola si ammala e muore può generare una grande sofferenza.
    Ovviamente anche gli adulti non sono esclusi dal dispiacere che assale quando si perde il proprio amico a quattro zampe, ma i grandi hanno una capacità di elaborazione del lutto più strutturata rispetto ai piccoli e per questo motivo è importante spiegare al bambino la morte del suo animale.
    In che modo? Vediamo insieme come comportarsi.
    jpg

    La verità sempre!
    Molti genitori, totalmente in buona fede, pensano che nascondere brutti avvenimenti come catastrofi o malattie preservi i propri figli dalla sofferenza e li faccia essere più sereni.
    Raccontare bugie o celare la realtà, però, non fa diventare adulti meno ansiosi, ma semplicemente crea un mondo illusorio e quando i piccoli cresceranno si troveranno in difficoltà ad affrontare la realtà.
    Pertanto il consiglio è spiegare sempre ad un bambino la morte del suo animale, usando parole semplici ma vere.
    “Non tornerà più?”, “non si sveglierà?”, inutile rimandare la sofferenza, meglio parlarne, rispondere in modo preciso alla domanda, piangere insieme, solo così è possibile elaborare e ripartire.
    É sbagliato invece illudere il bambino che il proprio cucciolo tornerà, servirebbe solo ad aumentare la sua tristezza.
    Meglio invece che il piccolo pianga, si arrabbi, esprima le sue emozioni, perché in questo modo riuscirà poi ad accettare la realtà.

    jpg

    Favole e cerimonie
    I bambini incominciano a capire il concetto di morte come situazione ineluttabile intorno ai 7 anni ciò non vuol dire che prima non la comprendono, ma per loro il concetto di "sempre" è difficile da concepire.
    In ogni caso, se l'animale è anziano o malato è importante spiegare al vostro bimbo cosa sta succedendo; in questo caso lo si prepara piano piano al fatto che un domani il vostro amato amico non ci sarà più.
    Se è necessario un intervento di eutanasia evitare di far assistere il piccolo, mentre se il ragazzino è adolescente gli si può permettere di andare tutti insieme dal veterinario.
    Prima di questo momento è importante lasciare il bambino con il suo amico a quattro zampe, così da poterlo salutare, accarezzare e coccolare prima dell'addio.
    Un suggerimento è anche quello di fare una piccola cerimonia per l'animale che non c'è più, chiedere al bimbo di fare un disegno che rappresenti l'animale e ricordare i bei momenti insieme.
    Quando il bambino è molto triste e piange, può essere molto utile raccontargli la favola del “Ponte dell'arcobaleno” di tradizione indiana: questa storia narra che cani e gatti, quando muoiono si ritrovano sul ponte dell'arcobaleno, un posto con dei prati immensi dove gli animali possono correre, mangiare e giocare insieme.


    www.amando.it

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Bambini meno stressati con la compagnia di un cane

    cane

    Problemi di concentrazione, dolori allo stomaco, nervosismo? Lo stress dei bambini può manifestarsi in molti modi, ma per aiutare i più piccoli un modo c’è: un animale da compagnia può fare veramente la differenza.

    Lo conferma un recente studio pubblicato su Social Development: se è noto che cani e gatti aiutano gli adulti a calmarsi e a ridurre lo stress riducendo i livelli di cortisolo, l’ormone prodotto dal corpo per rispondere a situazioni stressanti, è anche vero che la stessa cosa vale per i bambini.

    I ricercatori dell’Università della Florida (UF) di Gainesville, guidati dalla dottoressa di Darlene Kertes hanno preso in considerazione 100 bimbi di età compresa fra i 7 e i 12 anni.

    Lo studio si è svolto chiedendo ai bambini di impegnarsi in due attività che avrebbero fatto loro aumentare il livello di cortisolo, vale a dire parlare in pubblico e compiere operazioni di aritmetica mentale.

    I bambini sono stati divisi in tre gruppi diversi: il primo gruppo avrebbe dovuto portare a termine i loro compiti con il supporto del proprio cane, il secondo gruppo ha portato a termine i compiti in presenza di uno dei genitori, un terzo gruppo senza alcun tipo di sostegno. E per valutare correttamente i loro livelli di cortisolo, sono stati raccolti campioni di saliva prima e dopo aver completato i compiti assegnati.

    I risultati hanno confermato quanto si ipotizzava: tutti i bambini che hanno giocato e accarezzato i loro cani prima di accingersi a impegnarsi per i compiti, avevano più bassi livelli di cortisolo rispetto ai bambini che non avevano interagito con il proprio animale. A dimostrazione del fatto che interagire con un cane fa diminuire lo stress. Un motivo in più per avere un amico a quattro zampe in casa.


    fonte:http://www.tuttomamma.com/
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Cani e bambini, 5 motivi per avere un amico peloso in casa

    Si festeggia oggi, 26 agosto, la Giornata Internazionale del Cane per ricordarci, se ce fosse bisogno, di quanto i cani possano essere realmente i migliori amici dell’uomo.

    bambino-cane

    E la convivenza in casa di un bambino e di un cane può essere fonte di immensa serenità e gioia per entrambi: e se ce ne fosse bisogno, ricordiamo cinque motivi per cui si dovrebbe sempre favorire la relazione fra un cane e un bambino. avere un avere un cane in casa stimola lo sviluppo sociale del bambino, anche se naturalmente è necessario dover imparare a impostare una corretta relazione.

    Stimola lo sviluppo sociale del bambino: avere un cane in casa favorisce lo sviluppo sociale del bambino. Lo conferma un recente studio condotto dall’Università di Cambridge pubblicata sul Journal of Applied Developmental Psychology secondo cui i bambini riuscirebbero a trarre maggiore soddisfazione dal rapporto con gli animali domestici che da quello con i loro pari. E la presenza degli animali domestici sullo sviluppo dei più piccoli è importantissimo per il loro sviluppo sociale.

    Riduce lo stress emotivo del bambino: uno studio del Bassett Medical Center di New York conferma che i bambini con un cane hanno ridotti livelli di ansia. Non solo: la presenza dei cani in casa aumenta il grado di comfort e di autostima e anche come confidenti per i bambini.


    Insegna il rispetto per gli animali: avere un amico peloso in casa insegna ai bambini ad amare, curare e a rispettare tutti gli animali.

    Favorisce la responsabilità e l’indipendenza del bambino: la presenza di un amico peloso in casa favorisce la responsabilità del bambino che spesso può essere delegato ad assolvere alcuni compiti come dare al cane da mangiare o da bere.

    Aumenta l’autostima del bambino e rende il suo linguaggio più fluido: la presenza di un animale domestico in casa facilita l’acquisizione di un linguaggio più fluido anche perché i bambini spesso parlano e si confidano apertamente con i loro cuccioli raccontando loro delle storie riuscendo a superare anche disturbi del linguaggio come ad esempio la balbuzie.

     
    Top
    .
39 replies since 14/3/2011, 12:02   7405 views
  Share  
.