Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

parafrasi e commento-LA PENTECOSTE.(A.Manzoni)

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    LA PENTECOSTE

    Madre de’ Santi, immagine
    Della città superna;
    Del Sangue incorruttibile
    Conservatrice eterna;
    Tu che, da tanti secoli,
    Soffri, combatti e preghi,
    Che le tue tende spieghi
    Dall’uno all’altro mar;
    Campo di quei che sperano;
    Chiesa del Dio vivente;
    Dov’eri mai? qual angolo
    Ti raccogliea nascente,
    Quando il tuo Re, dai perfidi
    Tratto a morir sul colle
    Imporporò le zolle
    Del suo sublime altar?
    E allor che dalle tenebre
    La diva spoglia uscita,
    Mise il potente anelito
    Della seconda vita;
    E quando, in man recandosi
    Il prezzo del perdono,
    Da questa polve al trono
    Del Genitor salì;
    Compagna del suo gemito,
    Conscia de’ suoi misteri,
    Tu, della sua vittoria
    Figlia immortal, dov’eri?
    In tuo terror sol vigile.
    Sol nell’obblio secura,
    Stavi in riposte mura
    Fino a quel sacro dì,
    Quando su te lo Spirito
    Rinnovator discese,
    E l’inconsunta fiaccola
    Nella tua destra accese
    Quando, segnal de’ popoli,
    Ti collocò sul monte,
    E ne’ tuoi labbri il fonte
    Della parola aprì.
    Come la luce rapida
    Piove di cosa in cosa,
    E i color vari suscita
    Dovunque si riposa;
    Tal risonò moltiplice
    La voce dello Spiro:
    L’Arabo, il Parto, il Siro
    In suo sermon l’udì.
    Adorator degl’idoli,
    Sparso per ogni lido,
    Volgi lo sguardo a Solima,
    Odi quel santo grido:
    Stanca del vile ossequio,
    La terra a lui ritorni:
    E voi che aprite i giorni
    Di più felice età,
    Spose che desta il subito
    Balzar del pondo ascoso;
    Voi già vicine a sciogliere
    Il grembo doloroso;
    Alla bugiarda pronuba
    Non sollevate il canto:
    Cresce serbato al Santo
    Quel che nel sen vi sta.
    Perché, baciando i pargoli,
    La schiava ancor sospira?
    E il sen che nutre i liberi
    Invidiando mira?
    Non sa che al regno i miseri
    Seco il Signor solleva?
    Che a tutti i figli d’Eva
    Nel suo dolor pensò?
    Nova franchigia annunziano
    I cieli, e genti nove;
    Nove conquiste, e gloria
    Vinta in più belle prove;
    Nova, ai terrori immobile
    E alle lusinghe infide.
    Pace, che il mondo irride,
    Ma che rapir non può.
    O Spirto! supplichevoli
    A’ tuoi solenni altari;
    Soli per selve inospite;
    Vaghi in deserti mari;
    Dall’Ande algenti al Libano,
    D’Erina all’irta Haiti,
    Sparsi per tutti i liti,
    Uni per Te di cor,
    Noi T’imploriam! Placabile
    Spirto discendi ancora,
    A’ tuoi cultor propizio,
    Propizio a chi T’ignora;
    Scendi e ricrea; rianima
    I cor nel dubbio estinti;
    E sia divina ai vinti
    Mercede il vincitor.
    Discendi Amor; negli animi
    L’ire superbe attuta:
    Dona i pensier che il memore
    Ultimo dì non muta:
    I doni tuoi benefica
    Nutra la tua virtude;
    Siccome il sol che schiude
    Dal pigro germe il fior;
    Che lento poi sull’umili
    Erbe morrà non colto,
    Né sorgerà coi fulgidi
    Color del lembo sciolto
    Se fuso a lui nell’etere
    Non tornerà quel mite
    Lume, dator di vite,
    E infaticato altor.
    Noi T’imploriam! Ne’ languidi
    Pensier dell’infelice
    Scendi piacevol alito,
    Aura consolatrice:
    Scendi bufera ai tumidi
    Pensier del violento;
    Vi spira uno sgomento
    Che insegni la pietà.
    Per Te sollevi il povero
    Al ciel, ch’è suo, le ciglia,
    Volga i lamenti in giubilo,
    Pensando a cui somiglia:
    Cui fu donato in copia,
    Doni con volto amico,
    Con quel tacer pudico,
    Che accetto il don ti fa.
    Spira de’ nostri bamboli
    Nell’ineffabil riso,
    Spargi la casta porpora
    Alle donzelle in viso;
    Manda alle ascose vergini
    Le pure gioie ascose;
    Consacra delle spose
    Il verecondo amor.
    Tempra de’ baldi giovani
    Il confidente ingegno;
    Reggi il viril proposito
    Ad infallibil segno;
    Adorna la canizie
    Di liete voglie sante;
    Brilla nel guardo errante
    Di chi sperando muor.



    spiegazione


    La Pentecoste di A. Manzoni L'ultimo degli Inni Sacri di Alessandro Manzoni, oltre al Cinque Maggio e al coro di Ermengarda, è la Pentecoste. In questo componimento è descritta la vita della Chiesa prima della discesa dello Spirito Santo quando i discepoli, timorosi per la discesa del redentore, vivevano appartati nel cenacolo per paura di essere uccisi. Nelle cinque strofe iniziali che costituiscono la prima parte dell'Inno, Manzoni descrive lo stato della Chiesa prima della discesa dello Spirito Santo e si chiede dov'era questa quando Cristo fu portato dai malvagi sul colle Golgota e dov'era quando questo, resuscitato, salì alla destra del Padre. La Chiesa era solo preoccupata del suo timore e rimase rinchiusa nel cenacolo fino a quando discese lo Spirito santo, che accese la fiaccola in consumabile dalla fede e aprì la sorgente della parola. Comincia la seconda parte dell'Inno in cui sono descritti i primi effetti della predicazione dello Spirito. Lo Spirito è come la luce che pur essendo una, suscita vari colori e così lo Spirito pur essendo uno, risuona molteplice e tutti lo possono ascoltare. Poi Manzoni si rivolge ai pagani ,invocandoli di guardare verso Gerusalemme, e alle donne che stanno per partorire di non rivolgere le preghiere a Giunone ma a Dio, perché il loro bambino nasca consacrato a Dio. L'autore si chiede poi perché la schiava continua ancora a sospirare guardando i pargoli, non sa che Cristo sulla Croce pensò a tutti i figli di Eva. Lo Spirito Santo è rinnovatore e i cieli annunciano nuove conquiste e una nuova pace, che il mondo può schernire ma non turbare. Comincia a questo punto la terza ed ultima parte dell'Inno in cui non più il poeta, ma l'intera umanità si rivolge allo Spirito santo ed invoca per tutti gli uomini credenti e increduli la sua presenza continua. Infatti, i popoli anche se sparsi per tutte le coste sono una sola cosa per la paternità comune. Manzoni prega lo Spirito di essere benevolo e favorevole non solo ai credenti, ma soprattutto agli increduli usando una similitudine: come il sole fa sbocciare il fiore che se non è colto muore, né sorgerà con gli splendidi colori della corolla aperta, se la luce del sole non giungerà a lui, così lo Spirito Santo ci dona pensieri di cui il nostro animo non si possa pentire. Lo Spirito è un vento ristoratore nell'animo dell'infelice, ma appare come bufera nell'animo del violento per insegnare la pietà. Poi Manzoni implora che il povero volga lo sguardo al cielo e i suoi lamenti si trasformino in gioia e che il ricco dia una parte di ciò che possiede con vergogna. Poi indica i doni dello Spirito in ogni età: di raffrenare l'animo confidente dei giovani, di dirigere i propositi degli uomini maturi e di aiutare gli anziani a pensare cose sante e liete

    PARAFRSI:
    Chiesa, Madre dei Santi, tu che rappresenti il regno dei cieli, tu che sei da sempre la custode del sangue di Cristo, che combatti dolorosamente e preghi da secoli(per difendere e diffondere la parola di Dio) in qualunque parte del mondo, sede di coloro che sperano. Dove eri, schiera dei fedeli di Gesù? Dove eri alla tua nascita, quando Gesù veniva ucciso dai suoi traditori bagnando con il proprio sangue la terra del colle Golgota, quasi un altare alto e sublime. Quando Gesù è re suscitato ed è passato alla vita eterna e quando è salito nel regno di Dio padre portando con se le sofferenze della crocifissione. il suo sacrificio per ottenere il perdono di Dio agli uomini: dove eri Chiesa, simbolo eterno della sua vittoria sul male. tu che sei partecipe nel suo dolore e consapevole dei misteri della fede? Preoccupata solo per le tue paure, rassicurata solo dalla speranza di essere dimenticata, sei rimasta nascosta nel cenacolo fino al giorno in cui discese su di te lo Spirito Santo, rinnovatore del mondo, che riaccese in te l'inestinguibile fiducia della fede; quando ti mise in evidenza come guida dei popoli e fece uscire dalle labbra degli Apostoli il messaggio di Dio.

    Come la luce si diffonde rapidamente su ogni cosa e, dovunque si posa, illumina e mostra i diversi

    colori, così la voce dello Spirito Santo si espresse in molte lingue e sentì la propria.

    Voi che praticate l'iconoclastia, diffiIsi in ogni regione, guardate verso Gerusalernrne e ascoltate la predicazione evangelica: gli uomini stanchi dello spregevole culto degli idoli ritornano a Dio.

    E voi,le spose con in grembo i figli della nuova generazione, destate dall'improvviso muoversi del feto nascosto nel vostro ventre, che siete prossime a liberarlo partorendo con dolore; non rivolgete preghiere a Giunone Lucina, falsa divinità pagana protettrice delle partorienti, perche il figlio che cresce dentro di voi è già consacrato a Dio. Perchè la schiava baciando i figli si preoccupa per il loro destino e invidia la donna libera che nutre i suoi bambini? Non sa che Dio ha riservato il suo regno ai più poveri e che ha sofferto per tutti gli uomini? Dio assicura una nuova libertà ed un popolo spiritualmente nuovo, nuove conquiste non più materiali ed una nuova gloria ottenuta in battaglie più nobili, una nuova pace, che resiste alle minacce ed alle tentazioni, che il mondo disprezza ma che non può portar via. O Spirito Santo, noi tutti tuoi fedeli presso i luoghi sacri a te dedicati, soli in selve inospitali, sperduti in distese desolate, dalle gelide Ande al Libano, dall'lrlanda alla selvaggia Haiti, sparsi in tutti in luoghi, uniti grazie a te nel sentimento della fede. Ti imploriamo di scendere di nuovo sul mondo, o mite spirito,

    benevolo con i tuoi fedeli e con chi non crede ancora in te. Giungi e fai rinascere una nuova vita, rassicura gli animi tormentati dal dubbio e tu sii, vincitore, una divina ricompensa per coloro che si sono fatti dominare da te. Discendi Amore, attutisci l' ira e la superbia degli animi; concedi all'uomo quei pensieri che quando morirai non rinnegherà: la Grazia Divina, generosa con gli uomini, alimenti i doni che ci; come il sole fa rinascere il flore dal seme che da solo non ce la farebbe a crescere perchè lento ad aprirsi; il fiore che morirà non raccolto sull'erba bassa, e non risorgeranno quei luminosi colori della corolla aperta, se, svanita nell'aria la luce nel sole, che crea la vita e che nutre senza stancarsi, non tornerai ad illuminarlo. Noi ti imploriamo! Scendi come un vento piacevole e consolatore nei pensieri degli afflitti; impetuoso come una bufera, scendi per travolgere i pensieri colmi di superbia del violento; infondi in lui un turbamento che gli insegni ad avere pietà del prossimo.

    Grazie al povero alzi gli occhi al cielo che gli è destinato, e nel lamento esprimi la tua gioia nel pensare di essere simile al lui nella sua umiltà, colui al quale furono donate ricchezze in abbondanza, con quel riservato silenzio, che rende gradito il dono.

    Spirito Santo che sei nel sorriso indicibilmente puro ed innocente dei nostri bambini, fai comparire

    sui visi delle giovani donne il rossore che indica modestia e purezza; trasmetti gioie spirituali e pure alle suore rinchiuse nei conventi. consacri l'amore colmo di pudore delle spose.

    Aiuta i giovani coraggiosi a trovare l'equilibrio del loro carattere colmo di entusiasmo. Sorreggi le intenzioni degli uomini adulti in modo di farle giungere a buon fine.

    Ai vecchi ispira desideri puri, risplendi nello sguardo assente di colui che sta morendo nella speranza di far parte di una nuova vita eterna.
     
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