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GIOSUE' CARDUCCI
TRAVERSANDO LA MAREMMA TOSCANA
Dolce paese, onde portai conforme l’abito fiero e lo sdegnoso canto e il petto ov’odio e amor mai non s’addorme, pur ti riveggo, e il cor mi balza in tanto.
Ben riconosco in te le usate forme con gli occhi incerti tra ’l sorriso e il pianto, e in quelle seguo de’ miei sogni l’orme erranti dietro il giovenile incanto.
Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano; e sempre corsi, e mai non giunsi il fine; e dimani cadrò. Ma di lontano
pace dicono al cuor le tue colline con le nebbie sfumanti e il verde piano ridente ne le pioggie mattutine.
Commento
In questo sonetto, che fa parte delle Rime Nuove,
Carducci si rivolge in prima persona alla terra
della sua infanzia , che rivede dopo tanto tempo.
Vi è la rievocazione del profondo legame che unisce
il poeta alle sue radici, rappresentate dai luoghi che
(in particolare Bolgheri) lo hanno visto crescere.
Nel paesaggio aspro della Maremma il poeta vede
riflesso il proprio carattere fiero e ribelle, ma anche
i sogni giovanili che non ha potuto realizzare.
Parafrasi
Dolce paese dal quale derivai identico il carattere fiero e la poesia sdegnosa e l’animo in cui non si acquietano mai odio e amore, ti rivedo ancora, e rivedendoti il cuore sussulta.
Riconosco bene in te gli aspetti noti incerto se ridere o piangere, e in quegli aspetti seguo le tracce dei miei sogni vaganti dietro le illusioni giovanili.
Oh, quel che amai, quel che sognai, fu inutile; e sempre corsi, e non raggiunsi mai la meta; e domani morirò. Ma di lontano
mi invitano alla pace le tue colline su cui si dissolvono le nebbie e la verde pianura ridente tra le piogge del mattino.
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