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parafrasi di : " dannazione " di giuseppe ungaretti..
Chiuso fra cose mortali
(Anche il cielo stellato finirà)
Perchè bramo Dio?
da "L'Allegria-Il porto Sepolto"
c'è in parte l'elissi del verbo nel primo verso, dove manca l'ausiliare "essere", cioè
Dato che SONO chiuso fra cose mortali, cioè cose destinate a scomparire col tempo, (anche le stelle, infatti, prima o poi, magari fra miliardi di anni, comunque anche loro si spegneranno), perchè allora desidero Dio, cioè l'assoluto, il sublime, l'eterno?
Da dove mi viene questo desiderio, questa consapevolezza, visto che tutto quello che mi circonda è fatto per rendermi inconscio e inconsapevole come sono gli animali?
Dovrei essere come loro e invece aspiro all'eternità.
Cosa ha fatto scattare in me questa scintilla?
Certo nulla al di fuori di me perchè al di fuori di me tutto parla di morte.
Il poeta non parla solo di sè, ovviamente, ma dell'uomo in generale e del suo destino di animale che capisce, immagina, pensa, desidera, aspira e che quindi proprio per questo è destinato all'infelicità, perchè resterà sempre deluso.
noi siamo esseri finiti, il cui destino è perire, non raggiungeremo mai Dio.
ma nello stesso tempo abbiamo Dio dentro di noi perchè altrimenti non avremmo potuto nemmeno pensarLo.
questa è la nostra specificità umana, che ci eleva al di sopra di tutte le altre creature, ma anche la nostra condanna.
La poesia, infatti, si intitola "Dannazione".
I titoli sono molto importanti in Ungaretti.
Pensa a "M'illumino d'immenso" che si intitola "Mattina".
Senza il titolo sarebbe impossibile capirne il senso, così invece si può immaginare un cielo infinito, luminosissimo, e il poeta che ci si specchia dentro fino a perdercisi come Leopardi sul famoso colle di Recanati (Ungaretti e Leopardi hanno parecchi punti in comune quanto ad ispirazione).
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