Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

BAMBINI, MARE E SOLE

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    Aria condizionata, come usarla con i bambini: 5 consigli per un uso corretto


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    L’aria condizionata si può usare con i bambini? Ovviamente sì, purché venga fatto nel modo giusto. Oggi vogliamo darvi 5 consigli per un uso corretto dell’aria condizionata quando in casa ci sono bambini di ogni fascia di età. Infatti l’aria condizionata di per sé non fa male ma può essere nociva se si esagera ad esempio con temperature troppo basse, oppure se la direzione del getto d’aria va addosso alle persone. Scopriamo quindi come usare correttamente questo strumento davvero utile nelle calde giornate estive.

    USO ARIA CONDIZIONATA CON I BAMBINI: 5 CONSIGLI UTILI PER NON SBAGLIARE
    LE TEMPERATURE NON DEVONO ESSERE TROPPO BASSE:
    L’utilizzo dell’aria condizionata in casa è concesso, anche in presenza di bambini e neonati, purché le temperature non siano troppo basse. Rispetto alla temperatura di partenza, per rendere l’ambiente più fresco e vivibile, si può abbassare di massimo 4-5 gradi. Anche in macchina vale lo stesso discorso. Se si entra in auto e le temperature sono bollenti, non si deve subito mettere l’aria condizionata al massimo. L’ideale sarebbe invece accendere l’aria qualche minuto prima che il bambino salga a bordo, così da rendere l’ambiente meno caldo.

    PULIRE SPESSO I FILTRI:
    Per un corretto uso dell’aria condizionata con i bambini, ma anche senza, è fondamentale pulire spesso i filtri, almeno ogni due settimane. Questo vale sia per la casa che per l’auto. Nel primo caso si può fare con l’aspirapolvere oppure sciacquando i filtri con acqua corrente facendoli asciugare all’ombra. Per l’auto la pulizia va fatta dal meccanico. In tal modo si previene l’eventuale diffusione di batteri e muffe nell’ambiente, che possono proliferare nei filtri dell’aria portando a problemi alle vie respiratorie.

    PERCHE’ USARE LA DEUMIDIFICAZIONE: Quando si imposta il condizionatore e si raggiunge la temperatura desiderata, si può optare poi per la deumidificazione. Rimuovendo l’umidità eccessiva va a diminuire anche la sensazione di calore.

    CAMBIARE SPESSO ARIA IN CASA: Quando si usa l’aria condizionata, soprattutto se in casa ci sono dei bambini, è importante aprire più volte al giorno le finestre per cambiare aria. In questo modo si evita l’accumulo di sostanze inquinanti all’interno delle stanze della casa.

    ARIA CONDIZIONATA E NEONATI, COSA FARE
    : Anche con i neonati è possibile utilizzare l’aria condizionata, purché il getto d’aria sia diretto verso l’alto. Questo discorso vale anche per i bambini più grandi. In realtà con i neonati l’aria può essere di aiuto per farli riposare meglio in un ambiente più fresco.

    fonte:www.ultimenotizieflash.com/

     
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    Febbre estiva nei bambini: cause e rimedi

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    La febbre d’estate, negli adulti così come nei bambini, è meno rara di quanto si pensi. Può essere causata da un colpo di calore o magari dagli sbalzi di temperatura tra un luogo al chiuso ed uno all’aperto, ma anche da stress o virus. I sintomi, invece, sono proprio come quelli della febbre che si presenta duranti i mesi più freddi come debolezza, naso chiuso, raffreddore, placche alla gola, dolori articolari, anche se in forma più leggera.


    Durante i mesi primaverili e agli inizi dell’estate, le infezioni più frequenti sono quelle causate dal batterio streptococco, come faringite, tonsillite e scarlattina, che causano una febbre nel bambino a volte anche piuttosto alta.

    In piena estate, invece, la febbre è normalmente causata da infezioni virali, proprio come succede in inverno.

    Febbre estiva nei bambini: le cause
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    Come già accennato, tra le cause principali della febbre estiva, c’è lo sbalzo di temperatura causato dall’utilizzo di condizionatori d’aria, soprattutto se impostata su temperature troppo basse rispetto a quelle esterne. Anche un uso smoderato dell’aria condizionata può causare l’influenza nei bambini, come per esempio avere il condizionatore acceso giorno e notte senza interruzioni in casa.

    Lo stesso vale per il condizionatore utilizzato in auto. Se usato a temperature troppo basse, lo sbalzo termico tra dentro e fuori l’abitacolo, può incrementare la possibilità di insorgenza della febbre.

    Un altro fattore di rischio, che può causare la febbre nei bambini, è rappresentato dal fumo passivo in quanto indebolisce il loro sistema immunitario.

    Anche le variazioni climatiche possono incidere sulla comparsa di influenza nei bambini, come per esempio quelle variazioni che si presentano quando si viaggia.

    Tipica dei mesi estivi è la “febbre da caldo”, che colpisce maggiormente bambini molto piccoli soprattutto neonati e lattanti. La febbre da caldo, che non deve essere confusa con il colpo di calore, è una normale reazione dell’organismo dei bambini molto piccoli che non è ancora in grado di termoregolarsi da solo. È per questo che i bambini molto piccoli risentono particolarmente della temperatura esterna e della scarsa idratazione durante i mesi più caldi.

    Al contrario della febbre da caldo, il colpo di calore può verificarsi dopo una giornata di forte caldo sia sotto l’esposizione diretta del sole, come in spiaggia per esempio, sia sotto l’esposizione indiretta, come durante un lungo viaggio in automobile senza aria condizionata. Il colpo di calore causa quindi nel bambino la febbre, accompagnata da sintomi come mal di testa, spossatezza, nausea e vertigini, e la soluzione migliore è quella di portare il bambino in un posto fresco, bagnargli testa, collo, polsi e fronte e fargli bere molto acqua fresca (ma non ghiacciata).

    Una giornata di vento o un virus, possono scatenare una tonsillite anche d’estate portando con sé mal di gola e placche alla gola, mal di testa e, ovviamente, la febbre.

    Un’alimentazione troppo permissiva e scorretta, soprattutto in spiaggia o in piscina, piena di gelati, patatine, focacce e pizzette, è la causa di una gastroenterite, accompagnata da febbre, nausea, diarrea e vomito. Il pericolo della dissenteria, soprattutto quando particolarmente forte, è che il bambino rimanga disidratato; ecco perché è importante fargli bere molta acqua, accompagnata anche da un po’ di zucchero.

    Anche lo stress può essere un fattore scatenante della febbre estiva. Soprattutto in vacanza, quando i bambini sono costretti a seguire i programmi impegnativi organizzati dai genitori, privi però di sufficiente tempo per giocare e riposarsi. I ritmi impegnativi possono così causare febbre nel bambino, che di norma passa appena il bambino riesce a riposarsi e svagare. In questi casi, infatti, il sonno è la terapia naturale migliore, che permette al corpo di recuperare le forze e ad attivare le difese immunitarie.

    Febbre estiva nei bambini: rimedi e prevenzione
    Rimediare all’influenza e alla febbre estive lo si può fare in diversi modi, in base alle cause che le provocano:

    La raccomandazione principale è quella di utilizzare con parsimonia ventilatori e condizionatori d’aria, sia in casa che nei mezzi di trasporto. Se si prevedono dei viaggi in treno o in aereo, sarebbe sempre opportuno portare con sé cardigan o felpe per proteggere i bambini dallo sbalzo termico considerando che, solitamente, le temperature dell’aria condizionata nei mezzi pubblici sono sempre molto basse e non regolabili individualmente. C’è da considerare, inoltre, che viaggiare nei mezzi pubblici espone maggiormente i bambini al contatto con persone portatrici di germi e batteri quindi, se i bambini sono già piuttosto deboli, è meglio optare per mezzi di trasporto differenti;
    Se si è programmato una vacanza in una meta piuttosto distante, è meglio mettere in valigia abiti di diverse tipologie così da essere sempre pronti per qualunque evenienza. Soprattutto in caso di mal tempo, infatti, è molto importante coprire i bambini così da evitare un indebolimento causato dal brusco cambiamento climatico;
    Fondamentale durante tutto l’anno, ma soprattutto durante i mesi più caldi, è somministrare ai bambini sempre molta acqua, così da favorire il più possibile la giusta idratazione reintegrando allo stesso tempo tutti i sali minerali e i liquidi dispersi durante la sudorazione;
    Come l’assunzione di acqua, anche l’alimentazione è molto importante. Ecco perché bisogna sempre cercare di nutrire il bambino anche se sta male, senza però sforzarlo troppo. Durante l’estate i cibi più adatti sono quelli leggeri e ricchi di vitamine e carboidrati, quelli sconsigliati invece sono quelli proteici e grassi;
    Se la febbre supera i 38 gradi, è opportuno contattare immediatamente il pediatra, un pronto soccorso o una guardia medica se si è in vacanza, così da valutare al meglio la situazione ed eventualmente passare alla somministrazione di antibiotici;
    Per contrastare l’influenza nei bambini, ci si può avvalere di rimedi naturali come il miele e il propoli ma non in caso di bambini con età inferiore ad un anno.

    fonte://www.ultimenotizieflash.com

     
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    Coronavirus e bambini, guida alle vacanze sicure. La mascherina fa male? Le lacrime sono contagiose?


    I pediatri rispondono alle domande più comuni. La mascherina va usata senza eccessi e non fa male. Mare e montagna vanno bene purché divisi in piccoli gruppi e per età

    di Margherita De Bac


    Come proteggerli?
    Come proteggere i bambini in vacanza? Come preservarli dal contagio? La Società italiana di pediatria (Sip) risponde nella settimana delle riaperture delle attività ludiche. Sono ripartiti i centri estivi, presto i fortunati partiranno per mare o montagna. In generale vale la regola dei piccoli gruppi. I bambini dovrebbero giocare sempre con gli stessi amichetti: più sono piccoli, quindi meno gestibili, più sarebbe bene si ritrovino in pochi e della stessa età. Si riduce così la possibilità di contatti con coetanei portatori del virus e sarebbe facile risalire all’origine del «focolaio». Rino Agostiniani, vicepresidente Sip, «prescrive» ai genitori ragionevolezza: «Oltre al rischio infettivo va considerato quello pedagogico-educativo. Non direi mai a un bimbo di non toccare i giochi degli altri per timore ne sia contagiato».

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    Se piangono sono contagiosi?
    Le lacrime dei bambini sono poco contagiose. Il rischio che il virus si possa trasmettere con il pianto esiste, ma è molto basso. Lo dimostra uno studio dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù pubblicato sulla rivista della società americana di oftalmologia pediatrica e strabismo. È il primo studio dedicato a questo aspetto. I medici hanno analizzato le lacrime di piccoli pazienti ricoverati tra marzo e aprile nel centro Covid della sede di Palidoro. La possibilità che un «bambino positivo infetti direttamente o indirettamente un’altra persona è particolarmente basso», concludono gli autori del lavoro. È inferiore rispetto agli adulti «l’incidenza di patologie oculari legate al coronavirus come la congiuntivite».

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    In mare o in montagna?
    Il luogo non ha importanza. Portiamo i bambini in un posto dove poter trascorrere serenamente la vacanza assieme al resto della famiglia. Non ha senso sradicarli dalle loro abitudini. «Va bene una spiaggia dove gli ombrelloni sono distanziati come prevedono le norme. Va bene anche la montagna dove gli spazi sono ampi e le passeggiate all’aria aperta sono sicure, purché poi non si frequentino rifugi affollati. Il bambino deve ritrovarsi nel luogo di vacanza che ha sempre vissuto». Sì ai pranzi e alle merende preparate a casa, da gustare sotto l’ombrellone o in un prato alpino. È fondamentale in ogni occasione non trascurare l’igiene delle mani e insegnare ai figli l’importanza di lavarle di tanto in tanto, dopo aver toccato gli oggetti

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    Perchè si ammalano in modo meno grave?
    «Reagiscono meglio al coronavirus grazie alle arterie più robuste». È l’ipotesi riportata dalla rivista Nature che sul sito pubblica uno studio dell’ospedale universitario di Zurigo. Così si spiegherebbe perché l’infezione, cui i bimbi sono comunque meno esposti, li colpisce in modo non grave. I ricercatori ritengono che la chiave della loro refrattarietà al Sars-CoV-2 sia nei vasi sanguigni e fanno il parallelo con gli adulti con forme gravi di Covid che sono andati incontro a ictus e coaguli. Uno studio italiano comparso di recente su Lancet, firmato tra gli altri da Franco Locatelli e Rita Carsetti (Bambino Gesù), ipotizza che sappiano reagire all’attacco dell’intruso grazie alla plasticità del loro sistema immunitario che riesce ad adattarsi all’agente infettivo, pur non avendolo mai conosciuto.

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    Devono indossare la mascherina?

    «Dopo i 6 anni è obbligatorio indossarla nei luoghi pubblici chiusi e in ogni situazione in cui non sia possibile rispettare il distanziamento di almeno un metro. Sono esentati i piccoli con disabilità o problemi di respirazione. Consiglia Agostiniani: «Non si deve dimenticare l’obiettivo. La mascherina riduce il rischio infettivo ma alla base deve esserci la consapevolezza della sua funzione. I bambini devono sapere che non è uno scudo contro tutto, soprattutto se di stoffa, ma che è uno strumento per rendere meno probabile il contagio di un’altra persona».

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    La mascherina li può danneggiare?

    Sul presunto rischio delle mascherine indossate per diverse ore sono circolate sui social una serie di fake news che hanno contribuito ad allarmare senza motivo i genitori. La Società italiana di pediatria sul sito ufficiale ha pubblicato un video per smontare cinque della false notizie più frequenti circolate in queste settimane, prive di presupposti scientifici. È falso che questi dispositivi di protezione, con un uso prolungato, possano essere causa di ipossia (carenza ossigeno), alcalosi (che deriverebbe dalla quantità di anidride carbonica prodotta dal proprio respiro), danni al sistema immunitario o alterazioni della flora batterica. Alberto Villani, presidente Sip, augura buone vacanze: «Teniamo a mente tutte le misure ma nel rispetto della vita sociale in proporzione all’età».

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    www.corriere.it/

     
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