Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Il Pedriatra ..Risponde...

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    PIANGE TANTO DA RESTAR SENZA FIATO

    bimbochepiange

    Piange piange, piange così tanto da arrivare a trattenere il fiato. Diventa pallido, occhi rovesciati all’indietro, labbra tendenti al viola, pelle bluastra. E sviene. Per pochi istanti, dopo di che tutto torna nella norma. Ma intanto… lo spavento ai genitori non lo leva nessuno.

    L’apnea volontaria è provocata, nella maggior parte dei casi, dal pianto sfrenato che impedisce il normale invio di ossigeno al cervello (anossia), senza conseguenze o danni permanenti, ma con cianosi ( la pelle diventa bluastra, proprio per la scarsa ossigenazione del sangue, le labbra scure) e conseguente perdita dei sensi. Fino alle convulsioni ( di breve durata). Altre volte il bambino dopo un brutto spavento o una caduta, prima grida e poi, rimasto “senza fiato”, impallidisce (crisi pallida). Ma in entrambe i casi non si tratta di una malattia e il bambino non corre alcun pericolo dal momento che, una volta svenuto, riprende a respirare autonomamente.

    Il fatto che le crisi non si presentino improvvisamente ma sempre in concomitanza ad una crisi di pianto prolungato, o ad un evento sgradevole, sono un ulteriore conferma della innocuità della situazione. Si tratta invece di una reazione emotiva del piccolo a qualcosa che lo ha contrariato. Ed infatti questi episodi sono conosciuti anche con il nome di spasmi affettivi.

    Che cosa può turbare un bimbo, dai 6 mesi ai 4 anni, ( ma la massima incidenza di questi episodi è i 2 anni) a tal punto da farlo svenire? Basta un rimprovero aspro, un no che coglie il bimbo in un momento di forte opposizione che l’incapacità del piccolo di tollerare le frustrazioni porta alla reazione spropositata. Con un obiettivo: ottenere la massima attenzione degli adulti, in particolare della mamma. Che, in genere, fa di tutto per assisterlo e rincuorarlo.

    Ecco, il problema sta proprio qui. Perché spesso i genitori spaventati dall’esperienza, da fermi e forse perfino rigidi, sono tentati di diventare accomodanti, sempre e comunque molto accomodanti. E se il bebè capisce che, con quel comportamento, tiene in scacco la famiglia, sfrutta la situazione. E può arrivare a provocare la crisi per ottenere sempre quel che vuole.

    Conviene, invece, già in occasione di un primo episodio, rassicurare il piccolo, garantirgli che non è successo nulla, stargli vicino, aspettare che si calmi da sé. Quindi, analizzare con calma la situazione, magari anche con l’aiuto del pediatra, per individuare un modo più efficace di porgere i no necessari o per aggirare i capricci senza infilarsi nel vicolo cieco degli urlacci e delle prove di forza.

    Lo spavento, da parte dei genitori, è stato tale da lasciare nel dubbio che qualcosa non vada bene? Il pediatra potrà prescrivere al bambino un elettroencefalogramma, per rassicurare anche mamma e papà.

    Chiara Amati

     
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    Perché i bimbi si svegliano la notte?

    Perché i bambini piccoli si svegliano durante la notte e chiamano i genitori? Secondo il noto pediatra spagnolo Carlos González, questa caratteristica infantile è il risultato dell’evoluzione naturale: nel suo libro “Bésame Mucho” (Coleman Editore, 2006), invita il lettore a fare un salto nel passato, fino a una lontana notte di 100.000 anni fa, quando due madri vanno a dormire con i rispettivi figli.

    Ecco la situazione descritta da González: verso mezzanotte, entrambe si svegliano e si mettono a camminare, lasciando i bambini per terra. Uno dei bimbi è di quelli che si svegliano ogni ora e mezzo, l’altro dorme tutta la notte di filato. Quale sopravvivrà? Naturalmente quello che “faceva la guardia”, pronto ad accorgersi dell’assenza della madre e a richiamarla indietro prima che si allontanasse nella foresta, con un pianto immediato, forte e continuato.

    La conclusione del pediatra spagnolo è che i bimbi siano programmati per svegliarsi periodicamente, perché hanno ereditato i geni dei sopravvissuti e quindi il comportamento che la selezione naturale ha favorito nel corso di milioni di anni, in quanto facilita la sopravvivenza dell’individuo.

    fonte:www.ioeilmiobambino.it/

     
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16 replies since 25/8/2011, 20:13   1917 views
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