Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Marco Simoncelli

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    Simoncelli: video choc. La rete si ribella (Video)

    MrMazzuocco666 ha caricato un video offensivo dal titolo 'Marco Simoncelli è morto... e chi se ne fotte?'. Subito la rete e i fan del giovane campione deceduto prematuramente non lo hanno perdonato definendo il video pubblicato uno 'scempio', una 'vergogna', uno 'schifo'.

    E' vero che c'è la libertà di espressione ma è anche vero che bisogna aver rispetto per chi non c'è più e non può difendersi e per tutti quelli che lo hanno amato. Se l'autore del video invece cercava un po' di notorietà ci è sicuramente riuscito!



     
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    Primo Memorial Marco Simoncelli


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    A volte la vita non va come vorremmo...
     
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    Motomondiale - Papà Sic "Era il Mondiale di Marco"

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    La MotoGP riparte, ma il ricordo del numero 58 è ancora forte: il padre si racconta a cuore aperto: "La 1000 era fatta apposta per lui, io adesso non riesco più a guardare le gare. Seguo soltanto la Superbike". (foto AP/LaPresse)


    La MotoGP riparte ufficialmente da Losail, ma questa volta senza Marco Simoncelli. Il numero 58 che è rimasto nel cuore di tutti gli appassionati e che il padre Paolo ha voluto ricordare ancora una volta in una toccante intervista concessa al Corriere dello Sport. Con una convinzione forte. Che tra i vari Casey Stoner, Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa e Valentino Rossi, questa volta l'avrebbe spuntata lui.

    LA CONVINZIONE DEL PADRE - Una certezza, a qualche mese di distanza dal tragico pomeriggio di Sepang, c'è ancora. "Questo sarebbe stato il Mondiale di Marco - dice Paolo Simoncelli -. Non ho dubbi. Lo avrebbe vinto lui. Quando aveva provato per la prima volta la 1000, a Suzuka, era rimasto molto soddisfatto. Era la sua moto, quella che grazie alla maggiore potenza lo metteva alla pari con i piloti più leggeri. La Honda se ne era accorta, a Shuei Nakamoto piaceva molto. Quando il rinnovo si era fatto difficile per via dei manager, si sono chiusi da soli in una stanza e dopo dieci minuti se ne erano usciti abbracciati e sorridenti. E con il contratto firmato. Era lanciato. Aveva appena fatto il secondo posto in Australia. Lui sarebbe stato l'unico, quest'anno, a dare del filo da torcere a Casey Stoner. Come Casey, infatti, non si accontentava. Non gli piacevano i piazzamenti, lui correva per vincere. Piuttosto si sdraiava. Era generoso, in pista come nella vita. Per questo piaceva tanto. Adesso la moto di Marco non ci sarà. Gresini ha scelto di colorare la sua Honda di nero ed è una cosa che mi è piaciuta. Il bianco era del Sic. Il bianco era di Marco".

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    IL GRANDE RIMPIANTO
    - Con una convinzione del genere, non può mancare un dispiacere in più: "Il rimpianto è che non ce l'abbia fatta a vincere anche il titolo della MotoGP. Dio doveva permetterglielo. E smettere di portare via i figli ai padri. Non è naturale. Se me ne fossi andato io al suo posto, lui sarebbe rimasto orfano e la madre vedova. Io che cosa sono ora? Non c'è una parola per definire questo dramma. Mi hanno chiesto cosa cambierei. Ho risposto soltanto una cosa, quell'ultima gara. Proprio su quella pista. La pista dei segni: Sepang International Circuit. Sic. E pensare che la prima volta avevamo fatto incetta di magliette con quella sigla. Sembravano fatte apposta per noi. A Sepang Marco aveva vinto il titolo con la Gilera, e c'è una foto che lo ritrae con le braccia aperte, come un angelo, mentre percorre il giro d'onore. E non aveva il casco in testa".
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    SIC C'E' ANCORA - Il tono si fa sempre più commovente, come quando papà Paolo racconta qualche aneddoto incredibile: "Ogni volta che chiama qualcuno, per ricordarlo o farsi consolare da me - per farsi consolare da me! - l'orologio segna le ore qualcosa e 58 minuti. Un ragazzo e una ragazza, suoi tifosi, mi hanno scritto una lettera, bellissima, dicendo che ora le gare non sono più a colori, ma in bianco e nero. Io ho avuto dei segni da Marco. Un giorno, di notte, mentre ero in macchina, mi sono trovato davanti ad un curvone e l'ho fatto a 250, ed improvvisamente l'abitacolo si è riempito di un profumo come di incenso e di rose. Ho dovuto aprire i finestrini, non riuscivo a respirare. Pensate che abbia sognato? È successo un'altra volta, a casa, e ho chiamato Rossella, mia moglie, e la Martina e questa volta il profumo lo hanno sentito anche loro. Ed è rimasto per ore. Mi sono rivolto a un sentitivo, mica un ciarlatano, è uno che ha scritto dei libri importanti. E mi ha detto questo: Marco è felice e porta i capelli legati dietro alla nuca".

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    MAI PIU' MOTOGP - Le ferite, però, si fanno sentire tutte: "Non guarderò più una gara della MotoGP, ho troppa rabbia. La Superbike, invece, continuo a seguirla. Ho consigliato io a Aligi Deganello (il capomeccanico di Sic, ndr) di andare in Sbk. Lui era dubbioso, io l'ho spronato perché Biaggi ha quel carattere che ha, ma non è cattivo. Max mi ha chiamato per ringraziarmi del supporto che gli ho dato con Aligi". L'addio a Sic è stato anche un'occasione per scoprire di avere nuovi amici: "Tutti sanno che tra Marco e Dovizioso non c'era una grande amicizia. Come fra me e il padre di Andrea, del resto. Una ruggine che risaliva alle gare con le minimoto. Ed invece Dovi mi ha sorpreso, ci è stato vicino. Devo chiamarlo. Peccato che si tiri fuori dalla lotta per il Mondiale dicendo che Stoner e Lorenzo sono più forti di lui. Un pilota deve essere un guerriero. Non si può partire battuti".
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    :protest.gif: :dunno.gif: :cry.gif: sic ti voglio un casino di bene ricordati che ovuncue tu sia dai del gas e io mi ricorderò di tè sempre con questa frase: non mollare mai
     
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    Marco Simoncelli, Kate: “Caro Sic con te stiamo facendo un miracolo”


    Sono passati sette mesi dalla morte di Marco. La casa in piena campagna in cui è cresciuto, tra gli sterrati e i campi dove bambino faceva le prime «pieghe» con le minimoto, è inondata dal sole. Sugli alberi che I”ottobre scorso erano spogli ci sono le ciliegie. E Kate dorme ancora nel loro letto. Da Coriano non è più andata via. la fidanzata di Simoncelli. È rimasta li. a vivere con Paolo. Rossella e Martina: la famiglia di Sic. Lavora a tempo pieno alla Fondazione dedicata alla sua memoria, in un locale sulla via Emilia, a Riccione. E a fine giornata dà la buonanotte a tutti, e va a dormire nella stanza di Marco, «rimasta uguale a quando andava a scuola». Certe sere da sola. Altre con la sorella Martina. «Non sarà per sempre. Ma io a Bergamo non sono più riuscita a tornare». Dice che è stato per via del mare. «Qui dopo pranzo in dieci minuti sei in spiaggia, con gli amici». «È la più forte di tutti, la Kate». spiega il padre di Marco. «Con tutte le “gnocche” che poteva avere, mio figlio aveva scelto lei, e non ce n’era per nessun’altra. La prima sera che ha dormito da noi. lo ricordo, era piccola. Mi ha sorpreso la mattina dopo: in salone in pigiama, senza stupide formalità, a parlare con noi sul divano. Mio figlio ci aveva visto lungo». Vent’anni sono troppo pochi. Anche per chiamarla vedova. «Buongiorno». Kate apre a un signore che suona il campanello della Fondazione e le consegna una busta con un paio di foto di Marco in bicicletta. «Va cosi: passano, salutano, e senza chiedere niente lasciano di tutto. Ritratti su tela. Disegni dalle scuole. Presepi, in cui Sic è Gesù bambino su una piccola moto. Lettere. Nei faldoni ce ne sono migliaia, da tutta Italia. Io ne ho lette troppe. Non le guardo più», ci racconta sprofondata nella poltrona imbottita dine Sic sedeva prima delle gare. Risponde alle email, sbriga la contabilità e su un calendario di quelli da muro – che non basta – segna gli impegni possibili «come facevano i contadini di una volta», scherza il babbo. Paolo, che questo spazio l’aveva preso prima di Sepang. dell’incidente, perche diventasse un museo e mai avrebbe pensato di metterci le tute da gara e i caschi di un figlio che non corre più. Gioca, ti dà una carezza, fa la battuta. Poi. però, un «vaffanculo» a vuoto gli esce sempre: l’intercalare di un padre che non si dà pace. «Sono tornata al Motomondiale», racconta Kate. «Non in pista, sulla griglia come facevo con Marco. Né da assistente di Valentino Rossi come hanno scritto: in realtà sono stala solo per tre mesi un’impiegata della società che cura il merchandising. Al Motomondiale sono tornata dentro uno stand per raccogliere fondi e tesseramenti per la nostra Onlus. La prima tappa pioveva. E andata male. Me lo sarei evitato volentieri. Però serve. Abbiamo chiuso tanti progetti di cui Marco sarebbe fiero». C on 210 mila euro hanno costruito una casa per bimbi disabili in un orfanotro fio nella Repuhblica Dominicana: con altri 15. donati all’Associazione Semi di Pace, un microscopio, per operare gli occhi dei piccoli in Africa. E adesso lavorano intorno a un vecchio albergo abbandonato, vicino a Rimini, diventato rifugio per extracomunitari: con i soldi giusti, potrebbe trasformarsi in un centro per ragazzi che soffrono. A regalarsi fedine, in cinque anni d’amore, Katc e Marco non ci hanno mai pensato. Però lei. ora. all’anulare ha un tatuaggio. Tre lettere. Sic. che incoronano quel dito. «Avevo sempre avuto una mia teoria: “Mai il nome di un fidanzato sulla pelle”. Perché poi si sa come vanno le cose, ci si lascia, e si resta fregati. Ma io non rischio più di essere tradita». In Rete, uno stuolo di ammiratori virtuali le si sono stretti intorno, dopo che Sic è andato via. Non risparmiano personali apprezzamenti estetici. Scrivono che è «bella, bella, bella». Ma lei scansa tutto, con un sorriso che resta sospeso. «Li hanno lasciati, almeno, i numeri di telefonino? Cosi posso iniziare i casting », scherza. Come quando parla dell’estate vicina. «Con delle mie amiche stiamo organizzando una vacanza. Pensavamo a qualche isola greca. Mykonos. forse. È la nostra prima volta da single, fino all’anno scorso partivamo con i ragazzi». Per il resto, quando può. Kate scappa al mare. Al Bar Maestrale, si siede a quel tavolino nell’angolo, sulla sabbia, dov’erano soliti bere insieme, una volta lasciato lo scooter, con i caschi sotto braccio, l’asciugamano e le infradito ai piedi, prima di mollare tutto sulla spiaggia libera e tulfarsi in acqua. Nel fienile attaccato a casa di Sic. che Kate e Marco avevano finito di rimettere a posto per viverci insieme, c’è il tavolo grande, come volevano loro, per tirare tardi nelle cene con gli amici. Il divano è rimasto imballato, i fili penzolano dalle prese. Ci sono ancora i muratori, ma stanno lavorando sulla strada, intorno a un cancello. «E arrivato il momento di stare soli ma la gente lo cerca al cimitero, non lo trova e allora viene qui. entrano con un fiore e piangono sulle ceneri di Marco. E bello, ma. davvero: e arrivato il momento di stare soli».

     
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    Simoncelli, papà Paolo si sfoga: forse Dio dovrebbe stare più attento

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    MARCO SIMONCELLI – Mentre Kate Fretti va a vivere nella casa che avrebbe dovuto condividere con Marco Simoncelli, a Coriano, il padre del giovane motociclista morto in Malesia poche settimane fa si sfoga su La Stampa: “Adesso mi manca troppo il mio bimbo“.
    Paolo Simoncelli è triste, ma soprattutto arrabbiato, furioso con il destino che gli ha strappato il figlio con tanta violenza: “Sono sempre meno religioso. Queste cose mi fanno inferocire. Forse Dio dovrebbe stare più attento. Mia madre ha 90 anni da 20 è in carrozzella. I figli non devono morire prima dei genitori. Bisogna cambiare il regolamento“.
    Il papà di Sic riesce a trovare la forza di andare avanti solo grazie alla figlia che gli rimane: “Onestamente, ancora non vivo. Tiriamo avanti. Abbiamo un’altra bimba da crescere. Bisogna andare avanti soprattutto per lei“.
    Riguardo a Valentino Rossi che come regalo di Natale avrebbe voluto indietro il Sic, papà Paolo non ha molto da dire: “Valentino non l’ho più visto né sentito. Punto e a capo“.

     
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    Morte Marco Simoncelli: la vita del pilota (Foto)

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    Morte Marco Simoncelli: la vita del pilota
    Marco Simoncelli, il Sic, a soli 24 anni ci ha lasciato durante il secondo giro del GP di Sepang: fatale lo scontro con le moto di Edwards e Rossi. Ci lascia uno dei piloti emergenti di maggiore prospettive per il mondo delle due ruote: CIAO SIC!

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    Simoncelli con il suo numero 58
    Qui nel 2004 in 125 dove Marco chiuse all'11.o posto

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    Simoncelli agli inizi
    Con i capelli corti

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    Simoncelli dopo una vittoria

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    Simoncelli sulla sua Honda
    Non lo vedremo più al via

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    Marco Simoncelli: gli inizi

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    Un giovane Simoncelli sul podio

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    Simoncelli sul podio

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    Simoncelli sul podio (2)

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    Simoncelli campione del mondo 250
    Era il 2008

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    Simoncelli festeggia con bandiera Italia

     
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    Ricordando Marco Simoncelli: Aprilia dona alla fondazione la Moto n.58 del titolo 2008

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    Nella sede di Noale dell’Aprilia Racing è stata consegnata ieri a Paolo Simoncelli la Gilera RSA numero 58 con la quale Marco Simoncelli conquisto il titolo mondiale 250 nel 2008.

    Alla guida delle moto di Aprilia Racing, l’indimenticato “Sic” aveva iniziato a farsi notare nel 2002 per il suo stile unico e la sua simpatia, doti che lo hanno fatto diventare presto il beniamino dei tifosi. La conquista del Mondiale 250 è stato l’apice di un percorso appassionante, alimentato da un forte legame umano oltre che sportivo.

    “Marco è una parte importante della storia di Aprilia e di tutto il Gruppo Piaggio - ha dichiarato Luigi Dall’Igna, Direttore Tecnico e Sportivo del Reparto Corse Aprilia - Con noi, in sella alla Gilera 250, ha vinto un Campionato Mondiale e ha entusiasmato milioni di tifosi, lasciando una traccia indelebile nel mondo delle competizioni motociclistiche e nel cuore di chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui. Marco era un pilota bravo, tenace, coraggioso. Ma nel cuore di tutti noi rimane il ragazzo dall’accento romagnolo, talmente alto da faticare a incastrarsi nelle moto da GP, la cui presenza bastava a far sorridere tutto il box”.

    Presente alla consegna anche Aligi Deganello, capotecnico di “Sic” anche nella stagione iridata del 2008: “La Fondazione è il miglior modo per ricordare Marco, un ragazzo che sapeva di essere fortunato e proprio per questo cercava di aiutare chi ne aveva bisogno. Vedere questa moto mi fa sempre uno strano effetto, perché ripenso a quanto ci abbiamo lavorato ed alla gioia del Mondiale vinto con Marco”.

    La Fondazione Marco Simoncelli è nata con la volontà di sostenere progetti umanitari a favore dei soggetti più deboli, specialmente giovani. Obiettivo della Fondazione è promuovere l’impegno dello sport a favore del sociale, sulla base dei valori di cui Marco è stato ambasciatore autentico e sincero.

    “Un altro giorno speciale, un altro gesto che riempie il cuore della nostra famiglia in memoria di una vittoria che rese Marco felice ed orgoglioso: il 20 ottobre del 2008 in sella a questa moto si realizzò il suo sogno di sempre - dichiara Paolo Simoncelli - Ricordo che sin dalle scuole elementari aveva ben chiaro in mente quale fosse il suo obiettivo: un giorno sarò campione del mondo era la frase più ricorrente sul suo diario e quel giorno, proprio in sella alla Gilera del Team Metis, il suo sogno si realizzò. Grazie ad Aprilia, ora come allora”.

     
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    Lotta iridata, show e beneficenza
    Misano si accende per Sic


    MILANO, 12 settembre 2012

    Sulla pista dedicata a Marco Simoncelli riprende il duello mondiale fra Lorenzo e Pedrosa fra tante manifestazioni in memoria del pilota scomparso: da aste benefiche ed eventi di solidarietà, fino a una canzone in suo onore

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    Dopo due settimane di sosta riparte il Motomondiale, con il testa a testa iridato della MotoGP fra gli spagnoli Lorenzo, leader della classifica, e il suo inseguitore Pedrosa, che vincendo gli ultimi due appuntamenti si è portato a -13 dal pilota della Yamaha. La prossima tappa del loro duello, molto importante in chiave psicologica sopratutto per Jorge, è in Italia, a Misano, per il GP di San Marino e Riviera di Rimini, sulla pista dedicata a Marco Simoncelli. Il ricordo dello sfortunato pilota, deceduto a Sepang nell'ottobre 2011 è sempre fortissimo, e numerose sono le iniziative intraprese per onorarne la memoria, propio in occasione della sua gara di casa. A favore della Fondazione costituita in suo nome andranno, ad esempio, il ricavato di un'asta su Ebay di un esemplare unico di una Honda CBR 1000 RR donata alla Onlus e dedicata al SuperSic, e la vendita di un'edizione limitata di un Lambrusco di Sorbara prodotto in sole 58 (il numero del Sic) bottiglie dalla Donelli Vini. "Da dicembre a oggi - spiega il papà del pilota scomparso, Paolo Simoncelli - con la Fondazione abbiamo sostenuto progetti nei Paesi più poveri e svantaggiati. Ora vorremmo fare qualcosa sul territorio dove Marco era di casa: abbiamo già individuato una struttura nel corianese su cui intervenire. I costi sono importanti e queste iniziative sono a una bella opportunità per raggiungere i nostri obiettivi".

     
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    Simoncelli, un anno dopo: «Figlio, quanto ci manchi»
    Dopo l'incidente in cui Sic ha perso la vita, nella sua famiglia è cambiato tutto. E non solo perché il campione non c'è più: è come se l'affetto travolgente di chi lo amava, impedisse a tutti loro di «andare oltre». Così i genitori hanno scritto un libro. Per ricordarlo con le immagini e le parole più intime
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    Tuo padre spinge veramente tanto il piede sull’acceleratore mentre tu tieni il volante seduto sulle sue gambe. Non hai ancora otto anni. Guardi spesso la cassetta di Gilles Villeneuve...
    Il diario di Rossella Simoncelli era stato scritto solo per suo figlio, «il Sic», quando era piccolo. «La mia intenzione era di fargli questo regalo da adulto. Ma come sapete non ho potuto. Ci ho pensato un po’, e alla fine mi ha fatto piacere pubblicarne qualche riga nel nostro libro».
    Il nostro Sic è il titolo del libro firmato dai genitori di Marco Simoncelli, che esce a quasi un anno dalla sua morte avvenuta il 23 ottobre 2011 nell’incidente di Sepang, al secondo giro del GP di Malesia. Un racconto fotografico fatto di immagini inedite, appunti, disegni e simboli di 24 anni di vita, moto, famiglia, riviera romagnola, amore e velocità (molta velocità). E il risultato è tutt’altro che luttuoso. Il ritratto definitivo del «Sic», secondo amici, tecnici e compagni di pista
    Marco Simoncelli. A un anno dalla morte, la mamma e il papà gli dedicano un libro: "Il nostro Sic" (Foto: LaPresse)
    che sono intervenuti, è affettuoso, ma anche diretto e dissacrante: si muove tra personaggi di un amarcord tutto motore, sportellate, gare artigianali alla «cava», e senza filtro nel linguaggio, come piace ai fan di Marco. «Abbiamo scritto un libro per un motivo semplice: per lasciare un ricordo emozionante e divertente a tutti quelli che lo amavano, noi per primi», dice Rossella seduta al tavolo della cucina.
    Sorridente anche quando un pianto a cui non cede mai minaccia di irrompere, la mamma di Simoncelli somiglia al figlio in modo impressionante. È una donna luminosa e vitale quasi suo malgrado, e ha deciso di mettere un cancello davanti a casa solo di recente, perché «trovavamo le persone anche in cucina. Io ho un’altra figlia, ha diritto di crescere serena».

    marco-simoncelli_280x185A poche settimane dall’anniversario non se la sente di fare interviste, ma poi, se «gira bene», tira fuori la crostata e il vino dolce, e mi porta anche a vedere la Gilera della vittoria al Mondiale 250 parcheggiata in camera di Marco, raccontando che spesso prende l’iPod del figlio e si mette ad ascoltare le sue playlist, e che lui, il Sic, era così competitivo «in ogni cosa della vita», che se sua sorella Martina, 11 anni di meno, ripassava le tabelline, si precipitava giù dalla scala gridando: «Anche io, anche io!».

    Qui sulle colline dietro Riccione, dove il mondo è tutta un’officina e le sfide dei campioni cominciano sul trattore, le storie hanno un sapore magico e un po’ surreale: qui a fare «i traversi» (imbocchi una rotonda derapando con le ruote che fanno fumo: un’invenzione del babbo di Valentino Rossi, pare) puoi portarci anche la bisnonna ottantenne, e sfasciare portiere è ordinaria amministrazione.

    [IMG]l’immagine del Sic bambino e non ancora capellone, davanti al video di Gilles Villeneuve in Tv, è la scena che resta di più. «A tredici, quattordici anni, Marco era capace di guardare quella casetta dieci volte al giorno», scrive la madre nel libro. «E adesso, ripensandoci, dico: “Guarda te, è morto nella stessa maniera, con il casco che vola via”. A me questa cosa di Villeneuve dava veramente molto fastidio. Anche a Paolo dava fastidio, diceva: “Basta, gliela porto via quella cassetta, non voglio più che la guardi, piuttosto gli regalo un porno!”». «Abbiamo pianto un casino quando è morto Villeneuve, a pensarci ora mi vengono i brividi». Paolo, il padre di Simoncelli, è accanto a lei nella casa di Coriano. Approfittando dell’assenza di Martina, a pallavolo, si parla di come dare, per dirla con una delle sue canzoni preferite, «un senso a questa storia». A cominciare da Kate, la fidanzata, che dopo l’incidente era rimasta a vivere con i genitori di Simoncelli.[/IMG] Ma l’immagine del Sic bambino e non ancora capellone, davanti al video di Gilles Villeneuve in Tv, è la scena che resta di più. «A tredici, quattordici anni, Marco era capace di guardare quella casetta dieci volte al giorno», scrive la madre nel libro. «E adesso, ripensandoci, dico: “Guarda te, è morto nella stessa maniera, con il casco che vola via”. A me questa cosa di Villeneuve dava veramente molto fastidio. Anche a Paolo dava fastidio, diceva: “Basta, gliela porto via quella cassetta, non voglio più che la guardi, piuttosto gli regalo un porno!”».
    «Abbiamo pianto un casino quando è morto Villeneuve, a pensarci ora mi vengono i brividi». Paolo, il padre di Simoncelli, è accanto a lei nella casa di Coriano. Approfittando dell’assenza di Martina, a pallavolo, si parla di come dare, per dirla con una delle sue canzoni preferite, «un senso a questa storia». A cominciare da Kate, la fidanzata, che dopo l’incidente era rimasta a vivere con i genitori di Simoncelli.
    Tra poco sarà passato un anno da Sepang, Kate vive ancora con voi?
    Rossella: «Sì, ha deciso di restare qui. Il motivo profondo sinceramente non lo so nemmeno io. Ma ci ha chiesto se ci dava fastidio, e per noi è stato molto bello. Per Martina non sostituisce il fratello, intendiamoci, ma sicuramente è importante. Trovarsi qui da sola sarebbe peggio».
    L'intervista completa sul numero 37 di Vanity Fair in edicola da mercoledì 12 settembre.

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    Arch. Fotogr. Fam. Simoncelli (Tratto da "Il nostro Sic", di Rossella e Paolo Simoncelli, a cura di Paolo Beltramo, Rizzoli, pagg.360, euro 19)

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    Isabella Balena (Tratto da "Il nostro Sic", di Rossella e Paolo Simoncelli, a cura di Paolo Beltramo, Rizzoli, pagg.360, euro 19)


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    Gigi Soldano / Milagro (Tratto da "Il nostro Sic", di Rossella e Paolo Simoncelli, a cura di Paolo Beltramo, Rizzoli, pagg.360, euro 19)

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    (Tratto da "Il nostro Sic", di Rossella e Paolo Simoncelli, a cura di Paolo Beltramo, Rizzoli, pagg.360, euro 19)

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    otogr. Fam. Simoncelli (Tratto da "Il nostro Sic", di Rossella e Paolo Simoncelli, a cura di Paolo Beltramo, Rizzoli, pagg.360, euro 19)

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    Marco Simoncelli morto, il papà Paolo lo ricorda a “Sfide”

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    MARCO SIMONCELLI – A quasi un anno di distanza dalla morte improvvisa di Marco Simoncelli, deceduto il 23 ottobre scorso sul circuito di Sepang, la rubrica Sfide decide di ricordare il campione di moto.
    Il Sic, così era soprannominato il noto motociclista emiliano, è stato ricordato ieri sera dal padre Paolo in prima fila, dall’amico fraterno Valentino Rossi e da tutti quelli che hanno lavorato con lui nel corso della sua breve, ma fulgida carriera.
    Dopo una breve introduzione di Alex Zanardi, la parola è passata a un commosso papà Paolo, presente sul luogo del terribile incidente.
    “Marco era felice e questa è l’unica cosa che ci solleva. Per questo motivo non ho rimpianti. L’unico problema è che ci manca un casino”.
    Valentino Rossi invece ha dichiarato:
    “In pista eravamo avversari ma fuori eravamo grandi amici”.


     
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    Un anno senza il Sic

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    Il 23 ottobre 2011 Marco Simoncelli perdeva la vita in un tragico incidente a Sepang. La sua carriera in foto, tra successi, cadute, amicizie, rivalità e il ricordo di chi gli ha voluto bene.

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    Simoncelli, nato a Cattolica il 20 gennaio 1987, ha debuttato in 125 nel 2002. In tre anni e mezzo, tutti vissuti con l'Aprilia, riesce a vincere due gare, la prima nel Gp di Spagna, mettendosi in mostra per il passaggio nella categoria successiva, la 250.

    Dopo due anni di apprendistato, con più ritiri che podi, il Sic, ribattezzato così per l'abbreviazione usata in tv nelle grafiche, esplode nel 2008, anno in cui vince due gare e il titolo mondiale.

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    L'anno successivo, nel 2009, il bis mondiale non riesce: le vittorie sono ancora sei ma il ritiro nell'ultimo appuntamento a Valencia regala il titolo a Hiroshi Aoyama.

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    Il Team Gresini gli offre una moto nella classe regina nel 2010: l'esordio in Qatar coincide con un undicesimo posto ma la stagione va in crescendo e negli ultimi tre Gran Premi il Sic se la gioca coi primi, sfiorando il podio.

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    Il 2011 non inizia nel migliore dei modi: Marco viene accusato dagli spagnoli di essere aggressivo oltre i limiti consentiti, dopo qualche sorpasso azzardato su Barberà e Bautista, ma la Dorna non lo ferma, come chiesto anche da Lorenzo e Pedrosa, preoccupati per il suo atteggiamento in pista.

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    Simoncelli però può contare su un alleato d'eccezione: Valentino Rossi, suo modello in pista e fuori, apprezza il suo stile e nasce una vera amicizia tra i due, che si allenano alla famosa 'cava'.

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    A Brno arriva finalmente il tanto atteso podo nella classe regina, sfiorato in precedenza non sfruttando i buoni piazzamenti nelle prove e le pole.

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    Il 23 ottobre, a Sepang, l'incidente fatale: Simoncelli resta appeso alla moto dopo una scivolata e mentre rientra in traiettoria viene travolto da Edwards e Rossi che lo colpiscono in pieno facendogli anche saltare via il casco dalla testa. Inutili i tentativi di rianimarlo.

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    Tanti i segnali di vicinanza alla famiglia dal mondo dello sport, a cominciare dal calcio, col Milan, squadra di cui era tifoso, che lo ricorda il giorno stesso a Lecce col lutto al braccio e anche la settimana successiva con una toccante cerimonia a San Siro.

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    Anche la Ferrari, nel giorno del Gp della Malesia per la Formula 1, lo ricorda, con Alonso, Massa e la squadra che si recano sul luogo dell'incidente. Anche Vettel e molti altri piloti lo ricordano in gara con scritte sul casco e messaggi sulle scocche delle loro monoposto.

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    I funerali sono stati celebrati il 27 ottobre 2011 nella chiesa parrocchiale di Coriano, la sua città, e hanno visto la partecipazione di oltre 25 000 persone, senza contare gli appassionati che hanno seguito le esequie in televisione.

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    Toccante anche il concerto organizzato a Rimini nel giorno in cui avrebbe dovuto compiere il venticinquesimo compleanno, in cui cantanti e comici lo hanno ricordato in una serata speciale per i suoi tanti tifosi e per le persone che hanno fatto delle offerte per la fondazione fortemente voluta dalla sua famiglia e che porta il suo nome.

    fomte:http://notizie.it.msn.com/

     
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    Marco Simoncelli, un anno dopo
    Malesia, 23 ottobre 2011: il pilota moriva in un incidente in pista, a soli 24 anni. Oggi, un milione di amici ne ricordano i riccioli, su Facebook. E aiutano i suoi sogni di un mondo migliore

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    Sepang un anno dopo è un lenzuolo bianco e teso, calato sulla tribuna, ma diretto al cielo: «Scendi, Sic, che la piada è simoncelli_225X349pronta». Così, come gliel'avrebbe urlato la mamma Rossella dalla cucina di casa, con tono di voce alto abbastanza da farsi sentire lassù, nella stanza del figlio, al primo piano: «Scendi, Sic, che la piada è pronta».
    Marco Simoncelli, un anno dopo © Foto Isabella Balena (Da "Il nostro Sic", di Rossella e Paolo Simoncelli, a cura di Paolo Beltramo, Rizzoli, pagg.360, euro 19)
    Il 23 ottobre 2011 moriva Marco Simoncelli. Nel pieno dei suoi 24 anni. Al secondo giro del Gran Premio della Malesia. Che qui in Italia era una domenica mattina, presto. E sul casco aveva ancora il bacio della fidanzata Kate, che accompagnava sempre il primo gas, sulla griglia di partenza.
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    Papà Paolo dice che «è sempre più dura». Più dura per loro. E per la sorella Martina che, nella ferocia dell'assenza, «ha diritto di crescere serena», oltre il cancello della casa di Coriano che prima non aveva barriere, «ma poi passavano i mesi e continuavano a bussare alle persiane bambini, signore, ragazzi da ogni dove, per venire a trovare Marco, e portare un fiore alle sue ceneri, e allora è toccato farlo».
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    Perché se lui non c'è più, la famiglia si è (decisamente) allargata. È diventata una Fondazione. Che non ha mai smesso di commuoversi. E con quattromila iscritti ricostruisce la memoria di Sic (pensieri, fotografie, lettere, disegni, canzoni). E raccoglie donazioni (siamo a 225 mila euro) per aiutare i bambini meno fortunati. Finora, è stato costruito un centro per i piccoli disabili di Haiti nell'orfanotrofio di San Pedro de Macoris, Repubblica Dominicana. Kate ci è stata in agosto, per controllare l'avanzamento dei lavori, che tutto procedesse come sta procedendo: bene.
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    Quindicimila euro sono andati invece alla Onlus Semi di Pace, attiva in Africa: ci hanno comprato un microscopio elettronico di precisione, per le visite agli occhi.
    Ora è il momento di un vecchio albergo nel riminese da trasformare in una casa-famiglia per disabili fisici e mentali. Per lei, ci sono già i (simbolici) 58 mila euro dell'asta per la moto Honda firmata dal designer Aldo Drudi. E le seimila foto amatoriali di Sic, per un calendario 2013, Route 58, già in vendita nelle edicole, aiuteranno nell'impresa.
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    I numeri sono da «Diobò, che bello», avrebbe detto lui: oltre un milione gli «amici» su Facebook, che «tutti ci ricordiamo dove eravamo, quando tu hai iniziato a non esserci più». Non fanno passare un minuto, tra un messaggio e l'altro. Lo salutano ancora, con il poeta Fernando Pessoa («La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto»). Con Sant'Agostino («Non sono lontano, sono solo dall'altra parte, dietro l'angolo. Rassicurati») o con Vasco Rossi («Noi siamo liberi, liberi, liberi di volare. Siamo liberi, liberi, liberi di sbagliare»). In silenzio. O in tutte le lingue del mondo. «Non è successo niente, hai fatto solo un capitombolo». «Ci manchi, riccioli che uscivano dal casco». «Ciao, campione». «Vorremmo avere la macchina del tempo, e tornare indietro di un giro». «Ei». «Ci sei?». «Toc, toc». «Ci leggi?». «Non smettiamo di pensarti». «Tu non hai smesso, vero, di dare gas?». «Ti vogliamo bene».

    fonte:vanityfair.it

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    L'infanzia di Marco Simoncelli - "Buon Compleanno Sic!" (Rimini 20/01/12) HD

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48 replies since 28/8/2011, 19:33   13362 views
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