Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

BAMBINI, MARE E SOLE

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    BAMBINI, MARE E SOLE


    giochibimbi



    Una volta esisteva la "colonia elioterapica", dove i bambini passavano le vacanze, sistemati in fila, canottiera e calzoncini o gonnellino, al sole come biscotti nel forno. Ormai delle colonie sono rimasti solo gli edifici, lungo la riviera della Romagna o vicino a qualche lago, eppure non era una trovata sbagliata: i raggi solari fanno bene ai bambini: aumentano la produzione di vitamina D (fondamentale per lo sviluppo del sistema scheletrico) stimolano il metabolismo accelerando l'attività cellulare (per questo d'estate si dimagrisce più facilmente), migliorano l'umore e, per finire, rafforzano il sistema immunitario.
    Quest'ultima notizia arriva con le conclusioni di una ricerca realizzata in Belgio proprio sui bambini: l'esposizione al sole, costante e per tempi prolungati, migliora la resistenza dei bambini alle malattie infettive tipiche delle comunità scolastiche.


    ISTRUZIONI PER L'USO

    Le regole di esposizione al sole non sono molto diverse da quelle per gli adulti, anche se ci sono un po' di novità: non è vero che le vacanze al mare per i lattanti sono da proibire (Bambino 2000, autore il pediatra dottor Giuseppe Ferrari); si può andare al mare a qualunque età, anzi spesso fa più caldo in casa che sulla riva del mare. È evidente che sotto l'anno di vita la "cottura" è vietata.
    Come per gli adulti le ore più rischiose vanno dalle 11 alle 17, ma anche in queste ore è sufficiente far bere spesso il bambino (acqua, succhi di frutta) e posizionare il bimbo stesso in posizione ventilata. E' bene sempre coprire il bambino con una maglietta di cotone e con un cappellino ampio e leggero.
    All'età di 1-3 anni i piccoli possono cominciare a muoversi e a giocare sulla sabbia e nel mare, protetti da un filtro adeguato (occorre partire da una protezione elevata, ad esempio 30). Dopo i 3 anni e fino ai 7-8, il margine di libertà diventa più elevato, ma è comunque sempre opportuno fare una pausa all'ora di pranzo e ritirarsi all'ombra.
    La crema di protezione va spalmata almeno ogni due ore su tutto il corpo (ci sono molte creme colorate che consentono di controllare se la crema è stata spalmata correttamente e se è andata via dopo il bagno) e non si deve mai rinunciare alla protezione del cappello.


    foto-spiaggia-150



    Per i primi 3-4 giorni si può usare un indice di protezione 30 per gambe e braccia e uno schermo totale per spalle, torace e viso (attenzione anche alle orecchie ed ai piedi!); poi l'indice 30 va bene per tutto il corpo e dopo una settimana si può passare a 15-20 e così via.
    Attenzione anche alle irritazioni da sudore, spesso scambiate per allergie o malattie infettive.
    Il bagno può essere fatto quando e quanto il bimbo vuole, ma se il bambino è molto piccolo conviene gonfiare una piccola piscina di plastica, riempirla di acqua dolce e farla scaldare al sole. Comunque sono gli adulti a rischiare quando fanno il bagno lontani dalla riva dopo un pasto eccessivo; il bambino che gioca a due metri dalla riva dopo aver mangiato un pezzo di pizza non corre alcun pericolo. Quanto alla durata del bagno, non c'è una regola: si deve controllare che le labbra del bambino non cambino colore e osservare le palme delle mani, che non devono sembrare "raggrinzite".


    SI

    ACQUA A VOLONTA'
    Una scorta d'acqua, non gelata e non gasata, per bere e rinfrescarsi il viso e i capelli ogni volta che se ne sente la necessità, nonché per rimuovere sabbia e sale.

    UN CAPPELLINO
    Un cappello di paglia per lei, una cloche di cotone per lui, indispensabili fino a 7-8 anni, e comunque anche per i più grandicelli nei primi giorni di sole.

    INTEGRATORI ALIMENTARI
    Sono utilissimi per il bambino fin da due mesi prima delle vacanze (carotene, vitamina E, potassio, zinco) consigliati dal pediatra.

    MAGLIETTA BIANCA
    Una T-shirt in cotone, meglio se bianca o comunque di colore chiaro, è l'ideale per proteggere il piccolo, anche quando è in acqua, nei primi giorni.

    GIOCHI
    Muoversi consente al bambino di autoregolarsi, ritirandosi all'ombra o chiedendo di rientrare quando il caldo si fa sentire.




    NO


    ACQUA INQUINATA
    I bambini sono più sensibili degli adulti all'inquinamento: prima di lasciarli bagnare, accertatevi che non ci siano divieti.

    FORME ALLERGICHE
    Se il bambino soffre di eczemi, prurito ricorrente, forma allergiche che riguardano la pelle, consultate il pediatra prima di partire e fatevi indicare i prodotti migliori.


    COSE FRITTE
    Non cedete - non tutti i giorni almeno - alla tentazione della ciambella, del bombolone o della pizza e delle patatine: i cibi grassi non vanno bene per l'estate.


    NEONATI
    Non portate in spiaggia, se non al mattino presto o al tramonto, i neonati e i piccoli che non camminano: possono disidratarsi.

    COSTUME BAGNATO
    Non lasciate il costume bagnato o pieno di sabbia troppo a lungo addosso ai bambini: meglio viaggiare con 2-3 ricambi, preferibilmente in cotone.





    INTEGRATORI E VITAMINE

    In estate si può cominciare a somministrare (dai tre anni in su) integratori a base di carotene e vitamina E, scegliendo i prodotti con il consiglio del pediatra.

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    L'ERITEMA SOLARE
    Molti problemi, come pruriti e arrossamenti, e l'eritema solare, molto frequente nei soggetti che stanno poco all'aria aperta, possono essere evitati controllando adeguatamente l'alimentazione del bambino. D'estate è corretto mangiare in gran quantità vegetali, abolendo i grassi animali, i cibi molto cotti o fritti, i dolci molto elaborati. Sì quindi a frutta e verdura (pomodori e carote in special modo), alla pasta e al riso con pochi condimenti, ai gelati e allo yogurt, al pesce cotto a vapore, all'olio crudo.
    Superfluo ricordare che l'acqua è sempre la bevanda migliore, ma anche i succhi poco zuccherati vanno bene.

    bambini


    Il vero pericolo è la disidratazione

    Si alle carote e a molti succhi di frutta, no ai grassi animali e ai cibi pesanti. E attenzione alle creme che si acquistano: non sono tutte uguali, meglio leggere la composizione e dare la priorità ai prodotti naturali acquistati in farmacia.
    Un richiamo ai genitori: attenti al sole, ma anche a tutto quello che circonda la vita del bambino in spiaggia. Se sono piccoli e non possono muoversi, mai lasciarli nel seggiolino in un luogo chiuso: servono aria fresca e liquidi per evitare il rischio di disidratazione.


    Nei primi giorni si deve prestare particolare attenzione al rischio di "acetone": è sufficiente eliminare latte, formaggi e uova, reintroducendoli in seguito nell'alimentazione del bambino.
    Portate sempre in borsa un kit da spiaggia: costumi di ricambio (meglio in cotone, poco irritanti), una maglietta bianca per quando il sole "picchia" più forte, un cappello a tesa larga. Acqua naturale. Uno stick a protezione totale per labbra e contorno occhi, fazzoletti alla camomilla e aloe come pronto soccorso per le irritazioni.
    E per finire, un telo di cotone leggero per "costruire" una tenda intorno all'ombrellone.


    IL FOTOTIPO DEL BAMBINO
    c- Capelli biondo dorato, pelle rosata o ambrata, occhi scuri: può prendere il sole, protetto da creme adeguate e dal cappellino.
    a- Capelli rossi o rossicci, lentiggini: non deve abbronzarsi, occorre un filtro alto; evitare la permanenza in pieno sole e l'esposizione dopo le 11.
    d- Capelli bruni, castani, pelle olivastra: si abbronzerà facilmente, ma ha bisogno di protezioni e non deve esporsi con filtri inferiori a 10-12.
    b- Capelli biondo chiarissimo, pelle lattea, genitori biondi, occhi chiari: può abbronzarsi per gradi, filtri non totali soltanto dopo la prima settimana.
    e- Pelle chiara, soggetta ad arrossamenti anche in inverno: poco al sole. Ricambi frequenti con abiti asciutti in cotone e protezioni speciali.


    Bambini%20Mare


     
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    Il Pediatra risponde

    Vacanze? Meglio quelle "diverse" e a misura di bambino



    Le vacanze dovrebbero essere un periodo di riposo per tutti, un interruzione dal lavoro intelligente dedicata a ritemprare le energie dedicandosi ad attività interessanti. Ferie vere e non una corsa ad ostacoli, piena di tensione. Elementi di nervosismo possono essere rappresentati da esigenze banali come la necessità del bambino di fare i suoi bisogni. Appena entrati in autostrada il piccolo farà il mitico annuncio: “Devo fare la pipì”. Per i successivi 35 km ci saranno lamenti continui per una vescica al limite dello scoppio che si rivelerà, invece, quasi vuota.E che cosa pensare della “regressione” dei bambini anche più grandi, di fronte al water in acciaio dell’aereo oppure a quello “abusato” di un treno? Perché, allora, non programmare vacanze “diverse” che facciano davvero bene ai bambini ed ai loro genitori?Ovviamente le villeggiature con i bambini più piccoli devono essere tranquille, banali mentre per i bambini di età scolare potrebbe essere indicata la natura selvaggia dove troverebbero una dimensione ludica proprio nelle attività “del campo”, se ben guidate e mantenute per periodi di tempo adeguati.L’esecuzione di semplici compiti utili al gruppo, l’attività fisica spontanea, il confronto con la natura possono favorire la crescita psicologica del bambino. Misurare le proprie forze contro quelle avverse dei fiumi o delle rocce può favorire la presa di coscienza delle proprie capacità, delle proprie risorse.Quando l’età è sufficiente anche una “tempesta” che abbatte la tenda, o una pioggia torrenziale affrontata dai genitori con lo spirito giusto, possono offrire la possibilità di mostrare al bambino che la fantasia, l’inventiva, il coraggio, la determinazione, aiutano più di mille conoscenze scolastiche e sono sempre a portata di mano.Il bambino grandetto può, però, andare anche da solo. Per questa esperienza è necessario che venga verificata in anticipo l’autonomia del ragazzino e la sua disponibilità a questa “solitudine”, bisogna anche accertarsi che le strutture ricettive siano idonee.I boy scout sono una opportunità immensa ma ci sono anche strutture indirizzate allo sport, come la vela. La vacanza da soli insegna al bambino una nuova dimensione: il mondo non ruota intorno a lui ma ci sono anche gli altri con i loro diritti che rappresentano per lui doveri verso di loro.Il piccolo impara che deve ritagliarsi i suoi spazi nel rispetto degli altri e che, d’altra parte, lui rappresenta una risorsa per gli altri: serve una certa collaborazione per mettere in piedi una tenda da 12 persone. In questo modo il bambino guadagna un’autonomia difficilmente raggiungibile sotto l’ala protettrice dei genitori, soprattutto se il centro dove è accolto lo spinge a cavarsela da solo.Dovendo contare maggiormente su se stesso acquisisce maggiore fiducia in se stesso, diventa più responsabile, coraggioso e intraprendente, e sviluppa una notevole pulsione verso la scoperta del mondo che lo circonda.Programmiamo bene le vacanze di quest’anno, con o senza genitori, perché rappresentino per il bambino un momento di crescita, talvolta unico ed irripetibile, il cui ricordo lo accompagnerà per tutta la vita costituendo un bagaglio di esperienza da cui attingere nei momenti di bisogno.
     
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    Quali sport praticare in estate durante la gravidanza?

    nuoto




    L’estate è la stagione ideale quando si è in gravidanza, anche perchè stare all’aria aperta e beneficiare del sole fa molto bene al fisico della futura mamma.
    Intanto perchè si fa una bella scorpacciata di vitamina D e poi perchè si approfitta del bel tempo per muoversi il più possibile, perchè un corretto esercizio giornaliero è un valido aiuto per la preparazione del parto e scarica stress ed eventuali piccole paure.
    Certo bisogna tenere sempre conto di alcune piccole accortezze e cioè evitare lunghe esposizioni al sole, per scongiurare eventuali colpi di calore, proteggendosi sempre con una crema solare ad alto fattore protettivo, soprattutto in viso. Tutto ciò per non causare la maschera della gravidanza o cloasma, che consiste in antiestetiche macchie brune sul viso.
    Per questo bisogna tenere a mente alcune regole fondamentali da seguire: bere molto e mangiare frutta e verdura in quantità.
    Ed ecco una lista di sport da evitare o da limitare in questo periodo di svago vacanziero, quando si è in stato interessante:
    a) bicicletta. E’ uno sport che sicuramente dà dei benefici, ma che bisogna seguire fino al secondo trimestre.
    b) Cavallo. Sicuramente da evitare completamente perchè ad alto rischio di caduta.
    c) Jogging. Non ci sono particolari controindicazioni. Certo sarebbe utile smettere dopo il secondo trimestre. Ricordarsi di bere molto ed evitare comunque le ore più calde.
    d) Tennis. Anche per qs. sport non ci sono particolari avvertenze. Quindi si può tranquillamente continuare a giocare fino alla fine del secondo trimestre. Ma il tutto sempre con estrema cautela.
    A questo punto allora quali sono gli sport “ideali” per una donna in gravidanza? Ma certamente il nuoto e il camminare, che danno dei benefici enormi sia alla mamma sia al bambino. Tenendo sempre contro di evitare comunque tutti quelle attività fisiche che possono essere a rischio di caduta o di possibile trauma per la zona addominale.





    Inconvenienti estivi: api, vespe e zanzare

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    Non ci sono più le zanzare di una volta…quelle che bastava il ddt o il flit, come diceva il famoso motivetto! Ora tra zanzare tigre e quant’altro non si capisce più niente.
    Dicono che le zanzare siano attratte dal sangue dolce. Fatto sta che se c’è una zanzara nel raggio di un metro pizzica me o i miei figli, con grande gioia di mio marito. Che cosa si deve fare allora per proteggersi da questi insetti così fastidiosi da non farci dormire di notte con il loro ronzio?
    Naturalmente la prima parola d’ordine resta la protezione. Negli ultimi tempi mi sono fatta una cultura su come affrontare il problema, che si ripresenta tutte le estati. Naturalmente, trattandosi di prodotti “chimici”, bisogna farne un uso appropriato, senza abusarne.
    Primo step da fare é leggere sulla confezione se c’è riportata la scritta “presidio medico chirurgico“, con autorizzazione e numero. Inoltre non è importante se si tratta di spray, lozioni o salviette: per i bambini sotto i 3 mesi non va usato alcun prodotto se non le classiche zanzariere.
    Utilissime sono poi le pomate dopo puntura a base di antistaminici. Io a dir la verità mi sono sempre buttata su rimedi omeopatici. Se la puntura della zanzara provoca arrossamenti e gonfiori nei nostri piccoli è ottima l’applicazione di ghiaccio o impacchi di acqua fredda. Per poi procedere con dei buonissimi prodotti omeopatici: ad es, della Boiron, io ho usato la pomata Ciderma che è davvero ottima. Mentre da prendere per bocca il Ledum Palustre 5CH o l’Apis 9CH (5 granuli). Ci sono anche i braccialetti anti zanzare, ma non li ho ancora usati … qualcuno di voi si?
    Se si parla invece di prodotti per protezione ambienti le candele alla citronella hanno poco successo anche se, secondo il mio parere, sono molto scenografiche. Invece è sempre utilissimo il vecchio e caro zampirone, anche se bisogna stare attenti al passaggio dei bambini, specie se molto piccoli. Mentre ho sempre guardato con sospetto le piastrine, dato che da alcuni studi è emerso la loro nocività se usati per un periodo prolungato.
    Se si tratta invece di punture di api, vespe o calabroni bisogna prima di tutto cercare di capire se c’è il pungiglione e poi tenere il bambino sotto osservazione per le successive due ore.
    Si tratta di punture dolorose e, se la parte diventa particolarmente rossa e gonfia, sarebbe utile recarsi in farmacia o dal medico, proprio perchè nei casi più gravi c’è rischio di shock. Io ho imparato che come prima azione d’urto è buona norma applicare il ghiaccio, per poi procedere a disinfettare la parte interessata ed applicare una crema antistaminica. Ma la cosa importante da fare rimane mantenere la calma, perchè se il bimbo vede che non ci si agita si tranquillizza e riprende subito a giocare.
     
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    Giochi bambini per il mare e la spiaggia




    La bella e calda stagione è alle porte e con essa arriva la voglia di sole e tanto mare. I bambini non vedono l’ora di trascorrere intere giornate a giocare sulla sabbia e a scoprire le meraviglie dei fondali marini. E’ risaputo che il gioco stimola le abilità psico-motorie dei bambini e risveglia la loro naturale curiosità verso il mondo.
     
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    I bambini al mare e le cicche nella sabbia

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    Vi è già capitato di togliere dalle dita dei vostri figli i mozziconi di sigaretta buttati per terra dal solito incivile? Vi è capitato di farlo mentre siete in spiaggia ? Il 27% della spazzatura lasciata in spiaggia è composta da cicche, che ci metteranno da uno a cinque anni per degradarsi.

    Stando ad un articolo del Corriere della sera, questi mozziconi lasciano in giro tonnellate di nicotina, velenosa, ogni anno e quantità impressionanti di radioattività. Già, perché le cicche contengono il radioattivo polonio e tutta un’altra serie di elementi pericolosi.

    Devo ammettere che non lo sapevo. So invece, purtroppo, per esperienza, che anche in un parco frequentato da bambini, anche in una spiaggia a misura di famiglie la maggior parte dei fumatori lanciano per terra i mozziconi di sigaretta, a volte anche accesi, come se fosse un loro sacrosanto ed inviolabile diritto.



    Giochi fai da te: il domino con i sassi raccolti al mare

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    Le giornate estive passate con i bambini si trascorrono spesso in riva al mare tra giochi di sabbia e bagni rinfrescanti. Ma non sempre é sufficiente. Ogni giorno serve inventarsi qualcosa di diverso per divertire i piccoli ed evitare che sopraggiunga la noia. La mamma blogger di Bim Bum Beta ha ideato un gioco da fare sotto l’ombrellone nei momenti di tranquillità quando dopo pranzo si cerca di tenere i figli tranquilli (la maggior parte delle volte non ci si riesce!).

    Ha spedito i piccoli a raccogliere i sassi in riva al mare, di quelli più grandi e piatti che si prestano bene ad essere decorati, e li ha utilizzati per realizzare un domino. Ha armato i piccoli di un pennarello nero, e li ha invitati a disegnare i pallini sulle tessere (devono essere 28 in tutto) dividendole in due sezioni. I piccoli si sono entusiasmati a realizzare il gioco con le loro manine e, e ancora di più a sfidarsi al gioco da tavolo tra i più noti e semplici, seduti a gambe incrociate sull’asciugamano. Se poi, trovate anche un sacchetto da riciclare che possa servire per conservare i sassetti del domino sarà comodo per portare il giochino con sè e tirarlo fuori al momento opportuno.



    Consigli per fotografare i bambini sulla spiaggia

    babybeach



    Quanti ricordi al solo rivedere le foto che da piccoli ci scattavano durante le vacanze, ad una festa, sulla neve, in spiaggia. Si costruisce un album di ricordi che sarà sempre un piacere sfogliare una volta cresciuti e nonostante oggi le foto digitali abbiano in qualche modo attenuato il valore di una foto rara – perché d’uno scatto se ne possono replicare mille varianti – rimane sempre un piacere sorprendere i propri bambini nelle loro prime smorfiette e nei loro entusiasmi alla scoperta di cose nuove.

    Ma ci sono alcune piccole regole che si possono seguire per migliorare la qualità delle foto in spiaggia e costruire un album degno di questo nome catturando i momenti migliori nel modo migliore.

    I suggerimenti vengono da Bebesymas che consiglia di prestare attenzione soprattutto all’inquadratura: non importa che sia verticale, orizzontale o persino obliqua, né che il soggetto della foto sia necessariamente centrato. Sarà più interessante un’inquadratura creativa che darà vita ad una foto assolutamente originale. Unica accortezza: cercate di non tagliare la figura. Lo stesso vale per la composizione dell’immagine.


    Eritemi e dermatiti solari: ecco cosa fare

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    Quando i bimbi sono molto piccoli la prima esposizione al sole, se non si prendono tutte le precauzioni necessarie, può essere davvero pericolosa: oltre alle scottaure, da evitare con apposite creme ad alta protezione, possono infatti insorgere dermatiti solari o eritemi solari. La differenza tra dermatiti ed eritemi, per noi mamme che non siamo dottori ma che dobbiamo in qualche modo risolvere il problema, è minima (sebbene gli eritemi solari siano più gravi e si associno spesso alle scottature): in entrambi i casi, ce ne accorgiamo perché sul tronco e sulle braccia compare un’eruzione cutanea che causa molto prurito ai nostri bimbi.

    La dermatite solare non è appannaggio dei più piccoli: sole, sabbia e sudore sono le principali cause di questo fastidioso disturbo che colpisce anche bimbi di 4 o 5 anni. Che fare, dunque? Prima di tutto, scegliere una crema solare adatta a questo tipo di problema: chiediamo al farmacista, ci consiglierà alcuni prodotti specifici (e se non lo fa lui, vi passo il consiglio della mia pediatra: la crema DermaSol è ottima). Coprire sempre il bimbo con una maglietta di cotone, preferibilmente bianca, e fare attenzione che non si impiastri eccessivamente con un miscuglio di sabbia-acqua e quant’altro.

    Infine, le cure post-spiaggia: fargli un bagnocon acqua tiepida e amido di riso, una sostanza naturale antinfiammatoria, molto emolliente e lenitiva (in farmacia troviamo i barattoli di amido di riso in granuli, da sciogliere in acqua). Infine, invece di un generico doposole, utilizziamo una pomata all’arnica o una crema molto idratante (vi passo il secondo consiglio della pediatra: la crema Ictyane della Ducray è eccezionale, da quando l’ho scoperta per i miei bimbi la uso anch’io, si compera in farmacia). In pochi giorni, tutto si sistemerà. E, finalmente, potremo anche noi goderci un po’ di relax.


     
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    VACANZE: a misura di bambino

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    PICCOLI ACCORGIMENTI PER TRASCORRERE UN PERIODO SERENO E SENZA INCONVENIENTI – Siete pronti a partire alla volta di Paesi lontani? Avete scelto di trascorrere le vacanze con i vostri figli in una delle tante mete tropicali? La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) ha stilato una serie di regole e norme comportamentali cui attenersi se si sceglie di viaggiare con i bambini in zone del mondo particolarmente a rischio.Ecco che cosa raccomanda la Sipps per far vaiggiare i vostri bimbi in sicurezza.
    1- Prevenzione. Innanzitutto sarebbe bene informarsi sulla situazione sanitaria del Paese in cui ci si sta recando, se ci sono malattie endemiche o epidemie in corso. Questo va fatto qualche settimana prima della partenza in modo da poter seguire eventuali vaccini o profilassi. “La distribuzione delle malattie infettive è assai varia nelle diverse aree geografiche”, spiega Susanna Esposito, segretario Sipps e responsabile del Centro per il Bambino Viaggiatore del Policlinico di Milano, “anche in presenza di una stessa patologia (come nel caso della malaria), profilassi e terapia possono essere diverse a seconda del Paese nel quale si è contratta la malattia”.
    2- Cibo. Non consumare mai cibi crudi (verdura, frutta, legumi, pesce, uova), bere il latte solo se bollito ed evitare i formaggi freschi, il gelato e le salse se non di produzione industriale.
    3- Acqua. Usare solo acqua in bottiglia, controllando che vi venga servita ancora sigillata, anche per lavarsi i denti e niente ghiaccio.
    4- Insetti e altri animali. La cosa migliore sarebbe prevenire le punture, quindi usare spray repellenti evitare di uscire al crepuscolo quando c’è una maggiore concentrazione di insetti, usare pantaloni e magliette a maniche lunghe e usare le zanzariere. Non solo gli insetti son potenzialmente pericolosi: attenzione anche ad altri esseri che potrebbero trovarsi in acque dolci contaminate, nel fango o addosso ad animali domestici.
    5- Sole. Proteggersi sempre, anche sotto l’ombrellone o nelle città, con creme adeguate e cappellini. Bere sempre molta acqua per evitare la disidratazione.
    6- Farmaci. Oltre a cerotti, garze e disinfettanti portare sempre un antipiretico, un antidiarroico, una pomata per le contusioni e una per le punture di insetti a base di cortisone. Non dimenticare il termometro.
    7- Aereo. Per evitare i traumi del decollo e dell’atterraggio fate fare un piccolo pasto al bimbo durante queste fasi. Per superare il jet lag se fate soggiorni di meno di tre giorni è meglio mantenere l’ora del vostro Paese di origine.
    8- Rientro. Fate molta attenzione a eventuali sintomi di malattie al vostro ritorno: se il bambino ha febbre alta anche fino a tre mesi dopo il rientro è meglio contattare uno specialista.
     
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    La spiaggia libera potrebbe non essere adatta ai bambini

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    La spiaggia libera è molto comoda, ma potrebbe non essere adatta ai bambini. Purtroppo i nostri piccoli hanno bisogno di una struttura controllata e sicura. La spiaggia può presentare scarsa igiene, ma anche una natura un po’ più selvaggia, come la presenza di arbusti spinosi o di sassi appuntiti. Quando il bambino è molto piccolo, bisogna valutare una serie di cose, non solo l’aspetto economico e la ricerca di quella tranquillità che nei “bagni” spesso si tende a non avere.

    A dare qualche consiglio è Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dell’Università di Milano Bicocca, che invita i genitori italiani a diffidare della spiaggia libera. Secondo l’esperto è più facile trovare feci di cani, pezzi di vetro e siringhe.
    Non sono certamente le uniche insidie. Anche il mare è più pericoloso. Prima di tutto non c’è un bagnino, o almeno spesso non è presente. Poi il mare potrebbe essere più forte o immediatamente profondo. A un bambino per annegare bastano solo 40 cm. Non sto cercando di spaventarvi, ma è giusto essere consapevoli delle potenziali insidie, soprattutto per passare delle vacanze serene.
    Il pediatra ha poi commentato: “Non a caso anche quest’anno i pediatri, nell’assegnare le loro ‘bandiere verdi’ alle località più a misura di bambino, hanno privilegiato le spiagge ‘mondane’ e attrezzate rispetto a quelle naturali e selvagge”.

     
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    beachKids-1

    Mare e sole: tutti gli effetti benefici per i bimbi

    Si avvicina la chiusura delle scuole ed è tempo di pensare alle vacanze estive. Il sole e il mare sono un vero e proprio toccasana per i bambini, specialmente in una fase delicata com’è quella della crescita dell’organismo.
    Nelle località marine, milioni di particelle d’acqua sospese in aria, ricchi di sali e ioni sottratti all’acqua di mare dal vento e dal moto ondoso e trasportati sulla costa, vanno ad esercitare un aerosol naturale, che purifica le vie respiratorie e rafforza le capacità di resistenza agli attacchi virali dei mesi invernali.
    Anche il sole è fondamentale per una crescita sana: la salute delle ossa è infatti legata agli effetti benefici dell’esposizione al sole che consentono alla vitamina D di formarsi. Questa vitamina si assimila attraverso il cibo, latte, burro, uova, carne, ma per formarsi necessita del sole. Grazie al lavoro della vitamina D, il calcio si fissa nelle ossa e garantisce una crescita ossea equilibrata.



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    Vacanze: una lezione di autonomia

    BPH125

    È proprio durante le ferie, quando il tempo si dilata e non si è oppressi dalla routine e dalla fretta, che si può insegnare ai propri figli a diventare più indipendenti.
    Il primo stimolo verso la conquista di una maggiore autonomia è permettere ai bambini di stare il più possibile all’aria aperta.

    Capita, in vacanza, che i bimbi cerchino di allontanarsi di qualche metro dagli adulti, per giocare ad esempio con secchielli e palette, o per esplorare e scoprire l’ambiente.

    In queste occasioni si può cominciare ad allentare la briglia, fornendo loro indicazioni ben precise. Così il bambino si abitua a verificare le situazioni in prima persona, e impara a prevedere le conseguenze dei propri comportamenti. Se, al contrario, si pongono mille divieti e ci si mostra troppo apprensivi, il bambino apprenderà che il mondo è un luogo pieno di pericoli e non si metterà mai alla prova.

    Conoscere il proprio corpo, per il bambino piccolo, significa conoscere se stesso, è la prima esperienza del limite, del confine: è ciò che lo separa dagli altri ma anche il mezzo che gli permette di entrare in relazione con il mondo. Fondamentale per lui è così la scoperta dei cinque sensi. L’estate è il momento ideale per aiutarlo ad affinare i suoi sensi.
    In vacanza poi, i piccoli possono essere incoraggiati alla conquista dei primi spazi di autonomia, a partire dai due anni e mezzo circa. Come, per esempio, lavarsi da soli il viso e i dentini. Il sistema migliore è mettersi alle spalle del bambino, così le mani dell’adulto possono guidarlo: il piccolo avrà l’impressione di farcela quasi da solo, e ci riproverà. Scoprirsi abile in queste piccole imprese gli permette di rinforzare la fiducia in sé e misurarsi in attività sempre più complesse.
    Anche l’addestramento al vasino andrebbe iniziato in un momento di tranquillità. Può capitare che le prime volte non accetti di usarlo. Tutto normale, meglio non insistere e non mostrarsi delusi, per non rischiare di renderlo insicuro.
    Se poi, durante le ferie, hai un po’ di tempo, organizza la cameretta del bambino in maniera tale che sia davvero a sua misura. In bagno, metti uno sgabello sotto il lavandino in modo che sia stimolato a fare da solo e lascialo libero di esplorare il più possibile anche l’ambiente domestico, eliminando eventuali pericoli.
    Quando cerca di imparare qualcosa, digli che è bravo, che sta procedendo proprio bene. Non criticarlo, ma dagli qualche consiglio su come agire meglio. Non prenderlo in giro per i suoi errori, rischieresti di mortificarlo e di indurlo a un atteggiamento passivo e dipendente. Se si ostina a non voler fare qualcosa, non forzarlo. Lasciagli la libertà di crescere e imparare al suo ritmo, scegliendo da solo. Sottolinea spesso le sue qualità, senza tuttavia eccedere. Fagli capire che credi in lui. Non accorrere sempre a risolvere i suoi problemi. Lascia che sia lui a inventare tattiche e rimedi.

     
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    Bagaglio dei bambini, è necessario andare in vacanza portandosi la casa?

    bagaglio-bambini

    Il bagaglio dei bambini è qualcosa di gigantesco in moltissime famiglie. I genitori partono stracarichi per stare via una settimana. Non si sa mai?! Si dicono. Il bimbo deve avere tutti i cambi necessari per un clima caldo, ma anche in caso faccia freddo, tutti i suoi giochini, il pupazzo con cui altrimenti non riesce a dormire, le tre piscine (di diverse dimensioni) per fare un primo bagno in riva al mare e poi i braccioli, la ciambella e un kit contro le scottature.

    Sono solo alcune cose, perché poi ovviamente voglia dimenticarci la culla, il passeggino, il marsupio, il seggiolone per la pappa al ristorante, lo zaino, ecc. Ci sono coppie che cambiano la macchina o noleggiano una monovolume per poter stiparla di cose per il neonato. Non parliamo di quanto è problematico dover prendere un volo. In questo caso le cose sono due: si rinuncia oppure si paga la franchigia per l’eccedenza, che di solito costa più del biglietto.
    Pensandoci qualche anno dopo fa un po’ ridere, ma anche a settembre al ritorno dalle vacanze. Soprattutto perché ci si ritrova la cantina piena di cose inutili. Il bambino non ha mai usato le piscine e non ha mai guardato i giochini, ne bastava uno. Non si è mai scottato, perché oltre allo schermo totale e alla cura di non portarlo fuori nelle ore calde non c’è stato bisogno di altro. La domanda quindi è questa (e mi aspetto una risposta, care mamme), è davvero necessario portarsi la casa?
    Negli anni sessanta c’erano famiglie che attraversano l’Italia in 500 e andavano in vacanza lo stesso, senza mettere il fasciatoio nella roulotte per i bagagli. La verità è che siamo noi genitori a non poter dividerci da tutte quelle cose che ci sembrano divenute indispensabili anche nel tempo libero, per non temere che qualche imprevisto possa rovinare le vacanze. Non è così. Per due settimane di fiere, sono necessarie solo le cose utili, quelle vitali. Tutto il resto può attendere.

     
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    Viaggiare con i bambini, qual è il mezzo di trasporto più adatto?

    bambino-in-treno

    Si avvicina l’estate e, con essa, le tanto sospirate vacanze: avete già scelto il luogo dove trascorrerle con in vostri bambini? Senz’altro avrete avuto l’accortezza di organizzare una vacanza a misura di bimbo; a volte però si trascura il fatto che anche il viaggio – e quindi il mezzo di trasporto che si sceglie di utilizzare – dovrebbe essere pensato tenendo conto delle esigenze dei nostri figli, soprattutto se piccoli.
    Ad esempio, lunghi viaggi in macchina sono decisamente sconsigliati, perché i bambini si stancano facilmente: evitate quindi i giorni a maggior rischio traffico e fate qualche sosta lungo il tragitto. Attenzione all’aria condizionata (meglio partire nelle ore più fresche!) e naturalmente assicurate sempre – sempre – il bambino al suo seggiolino auto. Infine, preparatevi qualche giochino per intrattenere i piccoli – e, se soffrono il mal d’auto - evitate cibi liquidi prima di partire.
    Il treno è considerato il mezzo che i bambini tollerano meglio: non ci sono grossi accorgimenti da prendere, l’importante è permettere loro di distrarsi, alzandosi dal proprio posto per sgranchirsi le gambe ed esplorare un po’ in giro.

    Al contrario, la nave è il mezzo più insidioso: i bambini vanno sempre tenuti sotto controllo, sia per il rischio di cadere in acqua che per quello di accedere ad aree o attrezzature potenzialmente pericolose (boccaporti, ingranaggi etc.). Se proprio dovete spostarvi in nave, cercate di farlo quando i bambini dormono!
    Infine, in assenza di particolari problemi, i bambini (anche molto piccoli) possono viaggiare tranquillamente in aereo. Abbiate l’accortezza di dar loro il ciuccio, il biberon o una caramella da succhiare durante il decollo o l’atterraggio (per evitare il mal d’orecchie), fateli bere spesso e, se è previsto un cambio di fuso orario, cominciate ad abituare il bambino al nuovo orario già quando siete in volo.
    Qualcuno ha detto: “non è importante la meta, ma il viaggio”. In questo caso, la destinazione è senz’altro importantissima, ma cercate di fare in modo che anche il viaggio sia un momento piacevole della vostra vacanza!
    Fonte: La Stampa

     
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    Prima del mare, acquaticità

    42-15538894

    Tra poche settimane arriverà il momento della sua prima vacanza al mare? Se mamma e bebè non hanno avuto tempo durante l'inverno, possono fare "le prove generali" in piscina, iscrivendosi all'ultimo minuto a un corso di acquaticità. Ecco cosa si può imparare, a partire dai 3 mesi di vita, con la guida di istruttori esperti.

    Si comincia dal bagnetto a casa

    In acqua il bebè ritrova il suo elemento naturale, quello in cui è cresciuto per nove mesi. E non prova quasi mai paura: l'importante è che i genitori gli trasmettano tranquillità e lo rassicurino fin dai primi bagnetti, quelli nella vasca di casa. "I corsi di acquaticità in piscina servono prima di tutto a mamma e papà, che imparano a tenere il bebè in acqua con più sicurezza", spiega Nicola Brischigiaro, recordman mondiale di apnea, esperto in educazione acquatica familiare e ideatore della campagna patrocinata dal ministero della Salute su Acquaticità e Sicurezza. "Acquaticità significa prima di tutto confidenza con l'elemento acqua e comincia proprio nella vasca da bagno: prima si gioca a lungo con il bebè e poi, solo alla fine, lo si lava".

    La scelta della piscina

    Dalla vasca da bagno alla piscina, il passo è breve. La differenza sta nello spazio, più grande, e nella guida degli istruttori. Ma come scegliere il corso di acquaticità giusto? "Molte piscine hanno una vasca per l'acquaticità, con l'acqua bassa e riscaldata", avverte Nicola Brischigiaro. "L'importante è che gli istruttori abbiano seguito un corso di formazione specifico: per imparare a stare con i più piccoli, non basta uno stage di uno o due giorni. Devono essere sempre due gli istruttori in acqua, e rimanere gli stessi nel corso del tempo, perché è molto importante anche la relazione che si instaura con la famiglia". Si può cominciare a partire dai 3 mesi: basta munirsi di un pannolino da piscina o di un costume contenitivo (ben aderente). Si sta in acqua (la cui temperatura deve essere di 32°) tra i 30 e i 45 minuti, sempre affiancati dagli istruttori.

    Dal dondolo alle bollicine

    "All'inizio si sperimentano diverse posizioni: le prese frontali, le prese laterali, la nanna nell'acqua, cioè il dorso, l'equilibrio in piedi, il granchietto sul bordo, il dondolo, fino ai primi passi: posizioni impensabili per i neonati fuori dall'acqua e che, perciò, favoriscono lo sviluppo neuromotorio", spiega l'esperto. "Si può arrivare fino all'immersione completa, ma non è questo l'obiettivo numero uno. Dal decimo mese di vita, si comincia con le bollicine: la respirazione in acqua è l'ABC del mondo acquatico". Una volta al mare, per mamma e papà sarà più semplice far divertire in sicurezza il bebè. Anche se il mare è tutta un'altra cosa: è immenso, si muove e fa rumore. E i primi giorni ci vorranno pazienza e gradualità.



    Articolo di Chiara Sandrucci Giugno 2012

     
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    Giochi fai da te da mare per bambini e adulti [FOTO]

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    Al mare i divertimenti non mancano mai: ma perché non inventarci qualche gioco simpatico e divertente, da realizzare con il fai da te, per intrattenere grandi e piccini nelle lunghe giornate trascorse in spiaggia? Se il mare non è pulitissimo oppure le onde sono troppo alte per fare un bel bagnetto con i nostri bambini, ecco alcune simpatiche idee, vecchie e nuove, per poter trascorrere una bella giornata di sano divertimento. Se le solite carte da gioco vi hanno stancato e se non potete giocare a palla (i vostri vicini di ombrellone potrebbero essere infastiditi!), non fatevi scappare i nostri consigli.

    Biglie fai da te


    giochi-bambini-al-mare-biglie

    Le biglie sono sicuramente un classico gioco da spiaggia. Possiamo portarci le sfere direttamente da casa, oppure acquistarle nei luoghi di villeggiatura, o ancora realizzarle da soli: nei negozi di articoli di bricolage se ne trovano molte di trasparenti, che poi potremo decorare con fotografie o disegni insieme ai nostri bambini. Facili da realizzare anche le piste: basta prendere qualcuno per i piedi e trascinarlo oppure usare la classica ciabatta da mare.

    Castello di sabbia


    giochi-bambini-al-mare-sabbia

    Il castello di sabbia è un cliché per chi va in vacanza al mare. Possiamo realizzare delle vere e proprie strutture architettoniche, come i grandi artisti che siamo soliti ammirare nella stagione estiva sulle spiagge più belle del mondo, oppure accontentarci di creare delle case più discrete… I bambini sicuramente si divertiranno molto ad andare a raccogliere l’acqua con il secchiello o la sabbia, per poi veder nascere sotto i loro occhi un castello da espugnare!

     
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32 replies since 25/6/2011, 12:15   2086 views
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