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Boccaccio - Tutti i Riassunti del Decameron

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    PROEMIO:

    Con il Proemio Boccaccio sembra quasi voler dare una giustificazione alla sua opera, infatti egli dichiara in questa parte del libro il pubblico cui è destinato il libro ed il suo scopo. Il libro è dedicato agli afflitti dalle pene d'amore e specialmente alle donne che per il solo fatto di esser tali non hanno la possibilità di svagarsi (cacciare, giocare d'azzardo, mercanteggiare, ecc.) per cercare di dimenticare o almeno di alleviare queste pene e quindi, leggendo le novelle, potranno trovarvi svago ma anche dei suggerimenti utili su come comportarsi in determinate occasioni. Di conseguenza l'autore indirizza il libro ad un pubblico raffinato (l'amore, secondo l'ideale cortese, è un sentimento nobile e quindi può essere sentito solo da donne gentili), ma non composto da letterati, infatti è utile ricordare che non tutte le donne, anche se nobili e ricche, sapevano leggere.
    Boccaccio usa, inoltre, il termine di "peccato della Fortuna" per spiegare la condizione femminile e usa questo termine probabilmente per evidenziare un tema che poi si rivelerà ricorrente nel romanzo e cioè la Fortuna, intesa come destino, che regola la vita dell'uomo, ma soprattutto la capacità di quest'ultimo di cambiare il corso degli eventi imponendosi sulla volontà della prima. Questa capacità, chiamata "industria", si rivelerà soprattutto negli uomini della classe emergente (mercanti e nuovi borghesi) della quale fa parte il Boccaccio. Questi "nuovi ricchi" non erano, però, stati del tutto accettati dai ceti nobili, quindi Boccaccio, con questo libro, vuole nobilitare questa classe alla quale sente di appartenere. Proprio per aver riconosciuto la capacità dell'uomo di interagire col proprio destino possiamo definire questo autore come un preumanista, infatti nel trecento era ancora fortemente radicata l'idea che l'uomo fosse una "pedina" nelle mani del destino che si divertiva a muoverlo secondo un disegno preciso e, soprattutto, prestabilito.
    Il secondo tema dichiarato in questo proemio è la trattazione dell'amore in tutte le sue forme a partire da quelle più serie (amore cortese) per il quale si ispira ai romanzi della grande tradizione, a quelle più frivole (amori più "terreni") per i quali si ispira ai fabliaux francesi adottando un linguaggio piuttosto esplicito che fu considerato scandaloso per molto tempo. In qualsiasi forma egli parli d'amore, lo presenta sempre come una fonte di dolore per l'uomo, anche se Boccaccio introduce una "novità" nella letteratura trecentesca: parla dell'amore visto con gli occhi di una donna.
    Dal proemio possiamo, inoltre, cominciare ad intuire la struttura dell'opera in cui il narratore si identifica con l'autore stesso, ma la narrazione delle varie novelle viene poi delegata ai dieci giovani che, alcune volte, passano la parola ai personaggi delle novelle che raccontano altri aneddoti.
    I modelli narrativi usati in tutto il romanzo sono esplicitamente dichiarati dal Boccaccio in questo Proemio e sono: novella, favola, parabola e testo breve.

    INTRODUZIONE ALLA 1ª GIORNATA:

    Nell'introduzione alla 1ª giornata possiamo distinguere due parti nelle quali è possibile riconoscere dei precisi indicatori temporali. Nella prima parte si trova l'anno in cui la pestilenza si abbatté su Firenze, cioè il 1348, e il periodo in cui questa raggiunge il suo culmine, ovvero la Primavera, soprattutto il mese di Maggio. A questi indicatori temporali corrisponde una serie di indicatori spaziali che ci indicano lo stato della città di Firenze e dei suoi abitanti descritti a partire dal centro cittadino, dove dimoravano i nobili, fino a raggiungere il contado posto fuori dalle mura cittadine. Dal racconto che ne fa l'autore emerge molto chiaramente il carattere distruttivo dell'epidemia e il suo effetto disgregante su tutta società cittadina e persino sulla famiglia ("l'un fratello l'altro abbandonava e il zio il nepote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito; e,...,li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano.") dal quale deriva l'isolamento dei malati che vengono abbandonati al loro triste destino senza il minimo conforto morale o religioso.
    Nell'introduzione vengono anche descritti gli usi che entrarono a far parte del quotidiano in quel periodo, cioè: saccheggi nelle case lasciate deserte, morti lanciati fuori dalle finestre, becchini che giravano per la città come padroni incontrastati, funerali di massa, fosse comuni, bare comuni, ecc.; ma l'aspetto forse più importante che ne emerge sono le reazioni di coloro che non erano ancora stati contagiati dal morbo che rappresentano con la loro grande varietà di comportamenti, e quindi di convincimenti, la diversità dei cittadini dovuta alla loro estrazione sociale (i nobili si dedicavano a tutti gli svaghi possibili ed immaginabili o scappavano nei possedimenti in campagna, i borghesi si limitavano a girare con strani unguenti sotto il naso per evitare il contagio, ecc.) . In tutte le credenze, popolari o aristocratiche che fossero, era comunque ben leggibile una grossa dose di superstizione che riuniva i fiorentini che, d'altra parte, si trovavano nella stessa situazione di paura e di incapacità di agire.
    Il Boccaccio descrive, inoltre, la totale inadeguatezza delle cure prescritte dai "medici", tra le quali erano molto in uso salassi e purghe che avevano lo scopo di purificare il corpo, ma che ottenevano l'effetto opposto a quello sperato, perché altro non facevano che indebolirlo e quindi esporlo maggiormente agli attacchi degli agenti esterni.
    In totale contrasto con questa prima parte è la seconda che è identificata da un indicatore temporale molto preciso (Martedì) nella quale avviene l'incontro tra le sette ragazze (di età compresa tra i 18 ed i 28 anni) ed i tre ragazzi (attorno ai 25 anni) all'alba nella Chiesa di Santa Maria Novella che è descritta in modo tale da sembrare lontana anni luce dalla ferocia dell'epidemia. In contrasto ancora maggiore è la parte seguente all'incontro, cioè il trasferimento in campagna che, se la chiesa era già lontana anni luce dall'atmosfera cittadina, è quasi paragonabile al Paradiso ("Era il detto luogo sopra una montagnetta da ogni parte lontano alquanto dalle nostre strade, di vari albuscelli e piante tutte di verdi fronde ripiene piacevoli a riguardare; in sul colmo della quale era un palagio con bello e gran cortile nel mezzo, e con logge e con sale e con camere, tutte ciascuna verso di sé bellissima e di liete dipinture raguardevole e ornata, con pratelli da torno e con giardini maravigliosi e con pozzi d'acque freschissime..."). Il trasferimento si svolge il giorno seguente all'incontro, il Mercoledì, sempre all'alba. Dopo essere arrivati nella loro nuova dimora i giovani stabiliscono i compiti della servitù e decidono anche, approvando la proposta della "regina" Pampinea, la scansione dei periodi della giornata: la mattina ci si alzava di buon'ora e si poteva fare ciò che si voleva, dopo pranzo si andava a dormire fino alle tre, nel pomeriggio ci si ritrovava e si raccontava una novella a testa su un tema stabilito la sera precedente dalla nuova regina, poi si cenava e dopo la cena ci si intratteneva con balli e canti fino all'ora di ritirarsi nelle proprie stanze.

    1ª GIORNATA (Regina: Pampinea):

    Novella n° 1:
    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Panfilo
    Tema centrale: la capacità delle parole di ribaltare le situazioni
    Schema narrativo:
    Musciatto Franzesi deve recarsi a Roma da Bonifacio VIII e lascia i suoi affari con i Borgognoni in mano a ser Ciappelletto, un uomo che godeva di pessima reputazione, perché lo ritiene abbastanza "cattivo" da trattare con loro che egli ritiene uomini di malafede.

    Ser Ciappelletto si reca in Borgogna e tratta egregiamente gli affari, ma si ammala gravemente.

    I fratelli presso i quali risiede (due usurai) si preoccupano per la sua sepoltura (Ciappelletto era il peggiore cristiano al mondo e temono che i frati non glielo seppelliranno e dovranno provvedere loro di tasca propria all'inumazione).

    Ser Ciappelletto capisce questa preoccupazione e si fa chiamare un frate che lui imbroglia durante la confessione fingendosi un santo. Il frate resta talmente colpito dalla rettitudine della vita di Ciappelletto che gli promette un posto in convento.

    Quelle sera Ciappelletto muore, i frati gli fanno una veglia ed un funerale degni di un re e lo proclamano Santo.

    Personaggi e ideologia mercantile:
    Il personaggio principale di questa prima novella è ser Ciappelletto: un notaio di piccola statura, imbroglione, pettegolo, falso, bestemmiatore, assassino, miscredente, ladro, goloso, bevitore e giocatore incallito; ovvero forse il peggiore uomo presente sulla faccia della Terra. Egli, inoltre, è uno dei peggiori bugiardi perché riesce a mentire persino ad un chierico e soprattutto in punto di morte per riuscire ad accaparrarsi una fazzoletto di terra consacrata; oltretutto non mente di poco, ma si fa passare addirittura per un sant'uomo. Egli viene però descritto come un bravo mercante (tanto è vero che ser Musciatto Franzesi gli affida i suoi affari più "complicati") quindi possiamo dedurre che queste sono le caratteristiche tipiche dei rappresentanti di quella categoria dell'epoca (forse meno accentuate) e da ciò possiamo anche ricavare che imbrogli e speculazioni erano all'ordine del giorno e che la mancanza di scrupoli fosse ritenuta quasi una virtù nel campo mercantile, visto che solo chi non si curava minimamente dei danni che procurava agli altri riusciva ad arricchirsi e ad emergere dalla marea dei piccoli mercanti.
    Gli altri personaggi della novella sono: ser Musciatto Franzesi (mercante con grandi affari soprattutto in Francia), Carlo Senzaterra (fratello del Re di Francia) e i due fratelli che ospitano ser Ciappelletto (usurai avarissimi).


    Spazio e tempo:
    La novella si svolge in Borgogna, come dichiarato dal narratore stesso, ma non si notano nella novella riferimenti ambientali fissi o descrizioni di luoghi. Anche per quanto riguarda il tempo la definizione è incerta, ma è possibile dedurre che la vicenda si svolge in un passato non molto lontano rispetto all'epoca della narrazione. Ciò grazie al riferimento a Papa Bonifacio VIII che è morto nel 1303.
    Il tempo della narrazione coincide con quello della storia nella scena in cui si narra la confessione di ser Ciappelletto, mentre la descrizione del personaggio è una pausa narrativa e l'inizio e la fine della novella sono un susseguirsi di sommari e di elllissi.

    Novella n°2:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Neifile
    Tema centrale: la capacità di convinzione e la corruzione del clero
    Schema narrativo:
    Giannotto Civignì e Abraam il Giudeo sono due mercanti parigini amici, e il primo cerca di convincere il secondo a convertirsi al cristianesimo.

    Abraam decide di andare a Roma a vedere il Papa ed il clero e, se questi lo convincono come ha fatto Giannotto, promette di convertirsi.

    Giannotto è sicuro di perdere la "sfida" e cerca di trattenerlo, ma Abraam va a Roma e vede la corruzione e lo stile di vita clericali.

    Tornato a Parigi, contro ogni previsione di Giannotto, Abraam si converte sostenendo che: se, nonostante il comportamento del clero, il cristianesimo continuava ad espandersi allora esisteva veramente lo Spirito Santo.
    Novella n°3:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filomena
    Narratore di 3° grado: Melchisedech
    Tema centrale: l'astuzia
    Schema narrativo:
    Saladino ha bisogno di soldi e decide di chiederli in prestito a Melchisedech, un usuraio, ma prima vuole metterlo alla prova e lo manda a chiamare.

    Saladino mette in atto il suo trabocchetto(domanda sulle tre fedi religiose)

    Melchisedech trova subito l'ambiguità e per aggirare il trabocchetto racconta la novella dei tre fratelli e dei tre anelli; paragonando la conclusione alla questione a lui posta.

    Saladino capisce che Melchsedech è un uomo saggio e gli confida i suoi progetti facendosi prestare i soldi senza alcun timore e diventando suo grande amico.

    Personaggi ed ideologia mercantile:
    Il personaggio principale di questa prima novella è Melchisedech: un usuraio arabo al quale Saladino si rivolge per ottenere un prestito. Egli, messo alla prova, si dimostra uomo molto saggio ed accorto, quindi possiamo dedurre, anche in questo caso, che le suddette caratteristiche erano peculiarità dei mercanti dell'epoca i quali, senza di esse, non avrebbero certo costruire il loro impero commerciale perché sarebbero stati prede di raggiri clamorosi e avrebbero perso stoltamente il loro denaro finendo nella miseria.
    L'altro personaggio della novella è Saldino, il gran re di Persia che, dovendo chiedere soldi a Melchisedech, vuole anche verificare la sua validità come "mercante", quindi gli tende un trabocchetto costruito a regola d'arte, e, proprio da questo, possiamo capire la saggezza del sovrano che non vuole correre rischi personali e non vuole farli correre nemmeno al suo popolo.

    Spazio e tempo:
    Non si notano nella novella riferimenti ambientali fissi o descrizioni di luoghi. L'unico elemento che può aiutarci a stabilire il luogo dove si svolge l'incontro tra i due è il riferimento alla chiamata di Melchisedech, che viene da Alessandria d'Egitto, da parte di Saladino, quindi si può dire con una certa sicurezza che il fatto narrato si svolge nel palazzo del re siariano, che si trovava nella capitale del regno. Anche per quanto riguarda il tempo la definizione è incerta, ma è possibile dedurre che la vicenda si svolge tra il 1174 e il 1193, periodo in cui Saladino dominò la Siria.

    Novella n°4:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Dioneo
    Tema centrale: l'astuzia (peccati della vita religiosa)
    Schema narrativo:
    Un frate virtuoso un giorno incontra una bella ragazza e la vuole possedere.

    La porta con sé nella sua cella e "si diverte" con lei.

    L'abate lo scopre e finge di niente per poter indagare meglio, ma lui sa di esser stato scoperto e, con una scusa, esce.

    L'abate entra nella sua cella per parlare con la ragazza, ma non resiste e "si diverte" anche lui con lei, mentre il frate lo spia.

    Quando il frate rientra l'abate vuole dargli la punizione, ma il frate gli fa capire di averlo visto "intrattenersi" con la ragazza e allora l'abate deve soprassedere e insieme lasciano uscire la ragazza, che rientrerà spesso al convento per il piacere di entrambi.

    Novella n°5:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Fiammetta
    Tema centrale: l'astuzia (femminile)
    Schema narrativo:
    Il Marchese di Monferrato è famoso alla corte di Francia per le sue gesta valorose, ed è molto conosciuta anche la Marchesa per la sua bellezza.

    Il re di Francia (Filippo Augusto), dovendo partire per le crociate, decide di partire da Genova per passare dal Monferrato a far visita alla Marchesa con l'intento di soddisfare il suo desiderio di lei.

    Avvisata dell'arrivo del Re la Marchesa capisce subito le sue intenzioni e si prepara ad affrontarlo.

    LA Marchesa organizza un banche tto dove fa servire solo galline. Alla prima battuta del Re, la Marchesa lo fredda facendogli intendere di aver capito il suo "gioco", così a lui, demoralizzato, non resta che terminare il pranzo e andarsene.


    Personaggi e ideologia mercantile:
    Il personaggio principale di questa novella è la Marchesa del Monferrato che si dimostra tanto intelligente e scaltra quanto è bella. Probabilmente qui il Boccaccio ha voluto indicare le capacità organizzative della donna che, anche in assenza del marito è in grado di organizzare banchetti e di difendersi dagli "attacchi amorosi" degli spasimanti con un'abilità di parola sorprendente che riesce a lanciare la sua frecciata senza offendere nessuno; e questo è quello che fa la Marchesa del Monferrato cacciando, con le buone maniere, il Re di Francia.
    Gli altri personaggi della storia sono: Filippo Augusto (Re di Francia), il Conte del Monferrato (marito della Marchesa e valoroso condottiero).

    Spazio e tempo:
    La novella si svolge nel palazzo del Marchese e della Marchesa del Monferrato, ma non ci sono nella storia né altri riferimenti ai luoghi né descrizioni di ambienti.
    Per quanto riguarda il tempo, la novella si svolge all'epoca della terza Crociata (1187 - 1193); è possibile stabilirlo grazie al riferimento al Re Filippo Augusto (o Filippo il guercio) che guidò appunto la terza crociata con Federico Barbarossa e Riccardo Cuor di Leone.

    Novella n° 6:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Emilia
    Tema centrale: le frasi improvvise e involontarie che fanno ravvedere e l'avarizia e la corruzione del clero
    Schema narrativo:
    Un prete inquisitore vuole ottenere i soldi di un uomo ricco, così lo spaventa facendogli credere di rischiare il rogo.

    L'uomo, spaventato, paga il prete e questi lo "grazia", condannandolo solo a sentire una S. Messa tutte le mattine e a recarsi da lui a mezzogiorno.

    Una mattina l'uomo sente un pezzo del Vangelo che lo incuriosisce e lo ripete all'inquisitore con annesso un suo ragionamento apparentemente molto ingenuo, causando l'ilarità generale.

    L'inquisitore capisce dove vuole arrivare l'uomo (l'avarizia) e lo lascia andare.

    Novella n° 7:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filostrato
    Narratore di 3° grado: Bergamino.
    Tema centrale: le novelle che fanno ravvedere e l'avarizia di cui è facile cadere vittime.
    Schema narrativo:
    Can della Scala aveva dato una festa, ma all'ultimo momento l'aveva annullata facendo tornare tutti gli ospiti a casa.

    Bergamino era però rimasto, convinto di venire richiamato in poco tempo, ma i giorni passavano e lui cominciava ad intristirsi e a non riuscire più a pagare l'oste che lo ospitava.

    Un giorno messere Cane lo vede e gli chiede di raccontargli una storia.

    Bergamino gli racconta la novella dell'abate di Clignì che, preso da improvvisa avarizia, non voleva dare da mangiare ad un suo ospite come aveva sempre fatto, ma scoperto che egli era un famoso scrittore gli offre il pranzo e lo riempie di doni.

    Messere Cane capisce l'antifona e paga il conto di Bergamino all'oste.

    Novella n°8:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Lauretta
    Tema centrale: le frasi improvvise e involontarie che fanno ravvedere e l'avarizia di certi nobili.
    Schema narrativo:
    Ermino de' Grimaldi era il Signore più ricco di Genova, ma era anche il più avaro.

    In quel periodo era arrivato a Genova Guglielmo Borsiere, uno stimato uomo di Stato, che, sentito parlare di "Ermino Avarizia", lo volle incontrare.

    Ermino gli fece visitare la sua casa e gli chiese cosa far dipingere di mai visto su una parete. Guglielmo gli rispose che lui non aveva sicuramente mai visto la Cortesia.

    Ermino ci rimase talmente male che da quel giorno divenne il Signore più generoso di Genova.

    Novella n° 9:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Elissa
    Tema centrale: le frasi improvvise e involontarie che fanno ravvedere e la viltà.
    Schema narrativo:
    Una donna di Guascogna, andata in pellegrinaggio al Santo Sepolcro, viene oltraggiata a Cipro, sulla via del ritorno.

    Ella vuole andare dal re per far punire i suoi oltraggiatori, ma le anticipano che al re non ne sarebbe importato nulla perché egli era un vile che lasciava oltraggiare persino la propria persona.

    La donna va dal re e con la sua preghiera lo trasforma nel più severo persecutore degli oltraggiatori che esista al mondo.

    Novella n° 10:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Pampinea
    Tema centrale: l'abilità di schernire senza offendere e i "costumi" dell'epoca
    Schema narrativo:
    Maestro Alberto, un medico settantenne di Bologna, s'innamora di una giovane vedova, Malgherida Ghisolieri, e comincia a passare continuamente sotto casa sua.

    Un giorno lei e le sue amiche decidono di farlo entrare per schernirlo.

    Lui entra e si siede, ma capisce subito lo scopo delle donne e, quindi, risponde per le rime ai loro discorsi sibillini.

    Le donne restano tutte di sasso e lui si congeda molto amichevolmente.

    2ª GIORNATA (Regina: Filomena):

    Novella n° 3:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Pampinea
    Tema centrale: liete conclusioni di disgrazie
    Schema narrativo:
    Tebaldo (de' Lamberti o degli Agolanti) è un ricco cavaliere e ha tre figli.

    Alla sua morte i figli ereditano tutti i suoi averi però cominciano a sperperarli.

    Dopo aver sperperato quasi tutto si accorgono del loro errore e, raccolte le loro ultime cose, vanno in Inghilterra dove diventano usurai e ritornano ricchi.

    I tre fratelli tornano a Firenze e mettono su famiglia e lasciano in Inghilterra Alessandro, un loro nipote, a seguire gli affari.

    A Firenze i fratelli ricominciano a sperperare i loro guadagni, ma Alessandro continua a mantenerli grazie ai grandi guadagni inglesi

    In Inghilterra scoppia una guerra tra il Re e suo figlio, quindi l'attività di Alessandro viene sospesa, cosicché i fratelli vengono imprigionati perché non sono più in grado di far fronte ai debiti.

    Dopo alcuni anni Alessandro decide di tornare in Italia. Sulla via del ritorno incontra un corteo, guidato da un abate, che è diretto a Roma e, su invito dell'abate stesso, si unisce a loro diventando una specie di maggiordomo.

    Una sera, dopo aver sistemato tutti i suoi compagni in una villa, va a coricarsi in una stanza vicino all'abate, questi lo chiama e gli rivela di essere una donna e che sta andando a Roma per farsi trovare marito dal Papa, ma gli dice anche di essere innamorata di lui e di volerlo sposare.

    Alessandro si fa convincere e accetta la sua proposta perché capisce che lei è molto ricca.

    Arrivati a Roma la donna racconta tutto al Papa e lo prega di sposarli .Alessandro scopre in questa occasione che la sua sposa è in realtà la figlia del Re d'Inghilterra.

    Il Papa celebra il matrimonio e i due si recano a Firenze dove fanno liberare i tre fratelli pagando i loro debiti.

    Gli sposi arrivano, infine, in Inghilterra dove il Re accetta Alessandro e lo nomina Conte di Cornovaglia.

    Alessandro fa da mediatore tra il Re e suo figlio e riesce a rappacificarli, inoltre riesce a conquistare la Scozia e ne diventa Re.
    Novella n° 4:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Lauretta
    Tema centrale: liete conclusioni di disgrazie
    Schema narrativo:
    Landolfo Rufolo è un ricchissimo mercante di Ravello (vicino ad Amalfi) che vuole raddoppiare la sua ricchezza.

    Landolfo compra una nave, la carica di merci e di tutti i suoi averi e parte per Cipro dove intende "tener mercato".

    Giunto a Cipro, Landolfo si accorge che ci sono già molti mercanti e quindi non riesce a realizzare nessun guadagno, anzi perde tutto.

    Per non tornare a casa più povero di quando era partito cambia barca e comincia a fare il pirata sulle rotte delle navi turche.

    Dopo un anno, Landolfo ha già raddoppiato la sua ricchezza e decide di tornare a casa con quella barca.

    Sulla via del ritorno viene sorpreso, insieme ad altre due navi genovesi, da una bufera e si ripara in un'insenatura. Qui i marinai delle altre due navi lo rapinano dei suoi beni e lo prendono con loro.

    La sera seguente le due navi fanno naufragio e Landolfo si trova in mare aggrappato ad una cassa.

    Dopo un giorno ed una notte approda sull'isola di Gurfo dove viene tratto in salvo da una donna che, dopo averlo curato gli restituisce la cassa e lo lascia andare via.

    Landolfo nella cassa trova delle pietre preziose, con quelle torna a Ravello trovandosi più ricco di quando era partito e decide di vivere di rendita.

    Novella n° 5:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Fiammetta
    Tema centrale: liete conclusioni di disgrazie
    Schema narrativo:
    Andreuccio di Pietro da Perugia si reca a Napoli per comprare un cavallo.

    Al mercato non riesce a concludere nessuna trattativa, ma una prostituta siciliana adocchia la sua borsa contenente 500 fiorini.

    Andreuccio incontra una sua vecchia serva e gli racconta lo scopo del suo viaggio. Questa viene poi avvicinata dalla donna siciliana che si fa raccontare nei particolari tutta la vita del giovane.

    Tornato all'albergo Andreuccio trova ad aspettarlo una servetta dalla donna che gli riferisce l'invito della sua padrona a casa propria. Il giovane accetta volentieri credendo che la siciliana si sia innamorata di lui.

    Arrivato a casa della "signora" viene accolto molto calorosamente, e lei gli fa credere di essere una sua sorella illegittima.

    Andreuccio cade nel tranello molto ingenuamente e accetta di restare a mangiare e a dormire a casa della "sorella", ma, quando va in bagno, le assi del pavimento cedono e lui precipita in un vicolo pieno di sporcizia. La "sorella", che non aspettava altro, lo deruba dei soldi e dei vestiti e non lo soccorre.

    Il giovane capisce l'inganno e cerca di rientrare, ma viene minacciato da un vicino di casa ed è costretto ad andarsene.

    Vagando per la città incontra due compari che, sentita la sua storia, <<hanno pietà di lui>> e lo invitano ad aiutarli a svaligiare la tomba dell'Arcivescovo di Napoli morto il giorno precedente.

    Andreuccio accetta e, dopo essersi lavato in un pozzo, segue i due nella chiesa maggiore, entra nella tomba e ne estrae tutti i paramenti, ma tiene per sé l'anello di rubini che vale più dei 500 fiorini rubatigli. I due compari non vedendo l'anello chiudono Andreuccio nella tomba e fuggono.

    Dopo molti tentativi di uscire, il giovane si rassegna alla morte, ma, proprio in quel momento, arrivano altri ladri che aprono la tomba: Andreuccio li spaventa, loro fuggono e lui riesce finalmente ad uscire e a tornare a casa senza aver perso una lira.

    Personaggi:
    Il personaggio principale di questa novella è Andreuccio di Pietro. Egli è un bel giovanotto perugino, mercante, ma purtroppo è anche molto ingenuo, credulone e oltretutto è alla prima esperienza di viaggio, infatti non si era mai mosso da casa prima di allora. Questa sua ingenuità e inesperienza lo porta ad esser preda di una donna, prima, e di due uomini, poi, senza alcuno scrupolo che lo imbrogliano in maniera colossale (se la Fortuna non fosse intervenuta in suo aiuto egli avrebbe rischiato di morire tre volte nella stessa serata). Proprio queste caratteristiche lo rendono il simbolo della classe nascente dei piccoli commercianti: contadini o artigiani che decidono di cimentarsi nella difficile arte del commercio per incrementare le proprie ricchezze, ma che rischiano tutto a causa della propria inesperienza e dell'eccessiva furbizia dei "veri" mercanti o dei malviventi che riescono a raggirarli molto facilmente.
    Un altro personaggio-simbolo è la prostituta siciliana che, con la sua astuzia e la sua grazia, riesce a derubare il povero Andreuccio per soddisfare la sua sete di denaro. Ella rappresenta, secondo me, un po' tutte le donne del popolo che erano costrette ad arrabattarsi come meglio potevano per riuscire a sopravvivere e, quindi, usavano la loro furbizia per racimolare qualche fiorino in più ingannando qualche viandante o mercante ingenuo come Andreuccio.

    Spazio e tempo:
    La vicenda di Andreuccio si svolge a Napoli: al mercato, nel quartiere malfamato "Malpertugio", nella tomba dell'Arcivescovo appena morto nella chiesa maggiore. Tutti questi luoghi non vengono descritti dettagliatamente dal Boccaccio, ma egli da rilevanza solo ad alcuni particolari che possono essere, allo stesso tempo, esilaranti e spaventosi, come ad esempio la caduta di Andreuccio nel vicolo pieno di liquami oppure l'interno della tomba quando Andreuccio resta chiuso dentro col morto. Un'altra impressione che si ricava dalla descrizione della città è la sua struttura labirintica che richiama di per sé un luogo losco, dove i malviventi la fanno da padroni.
    Per quanto riguarda il tempo, come al solito, non è precisato, ma è possibile risalirvi grazie al riferimento alla data della morte dell'Arcivescovo Filippo Minutolo ("Era quel dì seppellito uno Arcivescovo di Napoli, chiamato messere Filippo Minutolo...") che è avvenuta il 24 Ottobre del 1301. La durata dell'episodio è, invece, scandita con estrema precisione dagli indicatori di tempo lungo la narrazione e corrisponde a una giornata (Andreuccio arriva a Napoli la Domenica sera, ma si reca al mercato solo la mattina successiva), durante il quale Andreuccio va al mercato per comperare un cavallo, e una notte, durante la quale viene ingannato dalla prostituta e dai due profanatori di tombe.

    3ª GIORNATA (Regina: Neifile):

    Novella n° 1:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filostrato
    Tema centrale: acquisizione di qualcosa di molto desiderato grazie all'uso dell'astuzia
    Schema narrativo:
    Nuto lavorava in un convento di giovani suore, ma esasperato se ne va.

    Arrivato a Lamporecchio (il suo paese) racconta la sua vita a Masetto, il quale decide di andare al convento per avere qualcuna delle giovani monache.

    Masetto si reca al convento e finge di essere muto. Il castaldo lo assume appunto per questa sua menomazione ("anche se è giovane, bello e forte non potrà motteggiar le monache").

    Un giorno Masetto finge di dormire e due monachelle gli si avvicinano raccontando certi loro pensieri che poi mettono in atto giacendo a turno con il giovane.

    Masetto diventa l'amante di tutte le monache senza che la badessa se ne accorga.

    Un giorno la badessa si trova sola con lui e non riesce a reprimere il suo desiderio, così diventa anch'essa sua amante.

    Masetto non riesce più a soddisfare tutte le monache così parla alla badessa.

    Le monache fingono di credere al miracolo e lo eleggono castaldo in modo da togliergli i lavori più pesanti e continuano a "divertirsi" con lui.


    Novella n° 2:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Pampinea
    Tema centrale: acquisizione di qualcosa di molto desiderato grazie all'uso dell'astuzia
    Schema narrativo:
    Il cocchiere della regina Teodolinda si innamora di lei, ma cerca di nascondere la sua passione.

    Col passare del tempo nascondere il suo amore diventa sempre più difficile, così il cocchiere decide di cercare di possederla o di uccidersi.

    Una notte spia Re Agilulfo e vede come fa a farsi riconoscere dalla Regina che lo fa entrare.

    La notte seguente lo imita e, sfruttando la sua somiglianza col Re e l'oscurità, giace con Teodolinda.

    Quando Agilulfo va e "cercare" la Regina lei ne resta stupita e glielo dice. Il Re capisce l'inganno, ma tace per non turbarla.

    Agilulfo si reca nelle abitazioni della servitù e scopre il colpevole, ma non lo uccide, gli taglia i capelli per poterlo riconoscere il giorno seguente.

    Il cocchiere capisce l'intento del Re e taglia i capelli a tutti gli altri servitori, così Agilulfo, la mattina seguente, non lo riconosce e riesce a salvarsi, perché il Re per non rovinare né la sua reputazione né quella della Regina decide di tacere.

    4ª GIORNATA (Re: Filostrato):

    Novella n° 1:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Fiammetta
    Tema centrale: amori finiti in tragedia
    Schema narrativo:
    Tancredi, Principe di Salerno, ha una figlia,Ghismonda, molto amata e la fa sposare al figlio del Duca di Capua, ma lei rimane vedova e torna da lui.

    Tancredi non cerca più un marito per la figlia, ma lei vuole qualcuno da amare e lo cerca a corte.

    Ghismonda si innamora, ricambiata, di Guiscardo, un giovane di nobili costumi ma povero.

    I due cominciano ad incontrarsi segretamente nella stanza di lei. Guiscardo, per entrare nel castello, passa per una grotta sotterranea collegata ad una stanza di questo attraverso un passaggio segreto.

    Un pomeriggio Tancredi si reca nella stanza della figlia, non la trova e si addormenta in un angolino. Quando arriva Ghismonda non si accorge di lui e fa entrare tranquillamente Guiscardo e giace con lui.

    Tancredi li sente, ma decide di non uscire per non mettere in imbarazzo la figlia, e quindi non si muove, lascia uscire i due e poi esce indisturbato dalla stanza.

    Il giorno seguente Tancredi fa imprigionare Guiscardo e parla con Ghismonda rivelandogli di averla scoperta.

    Ghismonda non si difende, anzi dichiara tutto il suo amore per Guiscardo ed incolpa il padre per averla "costretta" a questi sotterfugi per incontrare il suo amante solo perché lui non voleva più maritarla.

    Tancredi resta impressionato da questa sua dichiarazione, ma è irremovibile: fa uccidere Guiscardo e si fa portare il suo cuore, lo mette in una coppa e lo fa portare a Ghismunda.


    Ghismunda si dispera e giura che raggiungerà Guiscardo per riunire le loro anime, poi riempie la coppa del siero velenoso di alcune piante e si avvelena.

    Arriva Tancredi e si mette a piangere, Ghismunda gli dice che è inutile piangere per quello che si è desiderato e gli chiede di essere sepolta con il suo amore e poi muore.

    Figura della donna e concetto di amore:
    La figura della donna che emerge da questa novella è molto forte, infatti Ghismunda dimostra delle capacità quali la capacità di ascoltare e di dominare le parole, quella di architettare intelligentemente le sue mosse e quella di sopportare coraggiosamente e dignitosamente la sventura (ne è un tipico esempio il colloquio col padre) che la rendono molto simile ad un eroe e rivelano il suo ruolo fondamentale nel rapporto amoroso, in effetti, è lei che sceglie Guiscardo, lei che prende l'iniziativa e sempre lei che architetta mille sotterfugi per soddisfare il proprio desiderio. Per effetto di questa supremazia l'uomo svolge un ruolo subordinato alla donna amata, infatti a lui spetta solo il compito di recarsi agli appuntamenti (in questa particolare situazione non era un compito facile) e di soddisfare i desideri di lei.
    Questo schema ricalca fedelmente il modello dell'amor cortese e ne riprende tutte le sue caratteristiche.
    Tornando alla figura femminile trattata dal Boccaccio in questa novella, essa si presenta come dominatrice e rivela virtù quali la fermezza, la coerenza, la sincerità, la dignità che superano quelle del padre infatti dal confronto con la figlia Tancredi esce decisamente perdente sia per la sua fragilità che per la sua codardia, e anche per la sua grande incoerenza (prima provoca la morte della figlia amata e poi la piange disperato).

    Novella n° 2:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Pampinea
    Tema centrale: amori finiti in tragedia
    Schema narrativo:
    Berto della Massa era uno degli uomini peggiori di Imola e nessuno in quella città gli credeva più, così lui si trasferisce a Venezia e, qui "rinsavisce" talmente tanto che si fa nominare frate minore (fra' Alberto da Imola).

    Sembrava diventato un santo (in realtà continuava a conservare i suoi vizi di nascosto) e così conquista la stima di tutti i veneziani.

    Un giorno va a confessarsi da lui Lisetta da ca' Querini, moglie di un ricco mercante sempre in viaggio per lavoro, che non è molto intelligente e Berto capisce subito di poterla imbrogliare. Durante la confessione Lisetta si vanta di essere bella come un angelo e Berto la ammonisce per ciò.

    Dopo qualche giorno Berto si reca a casa di lei per chiederle scusa e le rivela di avere ricevuto la visita dell'Arcangelo Gabriele che decantava la sua bellezza e che aveva manifestato il desiderio di giacere con lei servendosi di un corpo umano.

    Lisetta crede alle parole del frate e accetta che il corpo nel quale si incarnerà l'Arcangelo sia il suo.

    Quella notte Alberto/Gabriele va da lei e soddisfa il proprio desiderio, poi trona anche le notti successive.


    Un giorno, per vantarsi, Lisetta racconta il fatto ad una sua amica che diffonde poi la storia, della quale vengono a conoscenza anche i cognati di Lisetta che si preparano a prendere questo "Arcangelo".

    La sera seguente Alberto/Gabriele si reca da Lisetta e, sul più bello arrivano i cognati di lei: Alberto riesce a scappare gettandosi nel Canal Grande.

    Albero riesce ad entrare nella casa di un uomo che, quando sente la storia, lo ricatta per farlo uscire.

    Per evitare di essere riconosciuto dalle guardie dei cognati di Lisetta, Alberto accetta di farsi travestire, così l'uomo lo maschera e lo porta in piazza S. Marco dove lo lega ad una colonna.

    L'uomo, che aveva avvisato i veneziani del ritrovamento, smaschero il finto angelo che viene riconosciuto e coperto di insulti, poi i frati del convento lo liberano e lo portano in carcere dove muore.

    Novella n° 3:


    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Lauretta
    Tema centrale: amori finiti in tragedia
    Schema narrativo:
    Arnold Civada, ricco mercante di Marsiglia, aveva tre figlie in età da marito: Ninetta e Magdalena (15 anni) e Bertella (14 anni); e si aspettava il suo ritorno dalla Spagna per maritarle.

    Le tre ragazze si trovano da sole i fidanzati (rispettivamente: Restagnone, Folco e Ughetto) e decidono di scappare con loro per sposarsi senza aspettare il padre.

    Dopo aver preso dei soldi ai genitori i sei si imbarcano e in 8 giorni raggiungono Creta dove cominciano a vivere riccamente.

    Dopo qualche anno Restagnone si stanca di Ninetta e si innamora di una donna del luogo; Ninetta diventa gelosissima, il suo amore si tramuta in odio e lo avvelena.

    Dopo la donna che aveva confezionato il veleno viene catturata e questa confessa e accusa Ninetta di averglielo commissionato, così il Duca di Creta la fa imprigionare.

    Per salvare la sorella Magdalena si concede al Duca che libera Ninetta. Lei torna a casa di nascosto, ma Folco la trova e ha dei sospetti su sua moglie che non resiste al suo interrogatorio e confessa.

    Folco adirato uccide Magdalena, ma poi impaurito raggiunge Ninetta e scappa con lei.

    Il Duca, scoperta la morte di Magdalena, fa imprigionare Bertella e Ughetto che non ne sanno niente; i due riescono a corrompere il Duca che li libera e li lascia scappare a Rodi dove vivono in povertà.

    Novella n°4:


    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Elissa
    Tema centrale: amori finiti in tragedia
    Schema narrativo:
    Gerbino, nipote del re Guglielmo di Sicilia, era famoso in tutto il mondo per le sue gesta e la figlia del re di Tunisia era famosa in tutto il mondo per la sua bellezza, così i due ragazzi, senza essersi mai visti, si innamorano l'uno dell'altra.

    I ragazzi si scambiano dei doni nella speranza di incontrarsi un giorno, ma lei viene promessa in sposa al re di Granata, e loro perdono tutte le speranze.

    Il re di Tunisia, dopo aver avuto l'assicurazione del re di Sicilia (che era all'oscuro delle vicenda) che non sarebbe successo nulla, fa partire la figlia su una nave diretta a Granada.

    Gerbino, spinto dall'amore, ignora il giuramento di Guglielmo e va a liberare l'amata; le sue guardie gli ricordano il giuramento del re, ma lui non cambia posizione e comincia a combattere.

    I saraceni gettano la principessa in mare, Gerbino si adira, uccide moti dei loro uomini e fa saccheggiare la nave, poi raccoglie il corpo della sua amata e lo porta a Ustica dove lo seppellisce.

    Il re di Tunisia manda degli ambasciatori a raccontare l'accaduto, così il Guglielmo è costretto a far decapitare l'amatissimo nipote per non perdere il proprio onore.

    Novella n° 5:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filomena
    Tema centrale: amori finiti in tragedia
    Schema narrativo:
    A Messina tre fratelli, ricchissimi dopo la morte del padre, hanno una sorella , Elisabetta, che si innamora di uno dei loro supervisori, Lorenzo.

    Una sera uno dei fratelli trova Elisabetta e Lorenzo insieme, e, dopo averne discusso con gli altri, decide di uccidere Lorenzo per non rovinare la reputazione della sorella.

    Una mattina i tre fratelli partono portando con loro Lorenzo, lo uccidono e fanno credere agli altri di averlo mandato in giro per affari.

    Elisabetta si dispera perché Lorenzo non torna, ma una notte lui gli appare in sogno e gli rivela la verità e il luogo dove lo hanno seppellito.

    Elisabetta si reca sul luogo indicatole nel sogno e trova il corpo del suo innamorato, allora lei gli recide la testa, la porta a casa con sé e la nasconde in un vaso sotto una piantina di basilico.

    Tutte le sere Elisabetta si siede in fianco al vaso e lo annaffia con le sue lacrime, i fratelli se ne accorgono e le tolgono il suo amato bene.


    Elisabetta si ammala per la perdita e nel delirio continua a chiedere del vaso, allora i fratelli si insospettiscono e, guardando nel vaso, trovano la testa di Lorenzo.

    I tre fratelli vengono assaliti dalla paura di essere scoperti, così scappano a Napoli dove Elisabetta muore di dolore.

    Figura della donna e concetto di amore:
    Anche in questa novella è la donna che svolge il ruolo fondamentale nel rapporto amoroso scegliendo Lorenzo e prendendo l'iniziativa, ma in questo caso la sua figura non è più così forte, infatti Elisabetta si arrende al volere dei fratelli (non che potesse resuscitare l'amato, ma se fosse stata coraggiosa come Ghismunda lo avrebbe seguito nel suo viaggio eterno per riunire le loro anime e farle vivere felici) e si limita a piangere su quello che le rimane di Lorenzo continuando a fantasticare su quella che avrebbe potuto essere la loro vita e a rimanergli fedele in ricordo del loro grande amore ostacolato dai fratelli per difendere il buon nome della famiglia.

    5 ª GIORNATA (Regina: Fiammetta):

    Novella n° 4:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filostrato
    Tema centrale: le conclusioni fortunate di storie d'amore partite male.
    Schema narrativo:
    Lizio di Valbona ha una sola figlia, Caterina, che ama moltissimo.

    Ricciardo de' Monardi si innamora, ricambiato, di Caterina che decide di incontrarlo sul balcone di casa sua.

    Caterina cerca di convincere i suoi genitori a lasciarla dormire sul balcone per il troppo caldo e, dopo molte suppliche, ci riesce.

    Quella notte Ricciardo la raggiunge nel letto sul balcone; i due si amano appassionatamente, ma poi si addormentano abbracciati.

    La mattina Lizio va a vedere come sta la figlia: la trova ancora abbracciata a Ricciardo, così, dopo aver chiamato anche la moglie, decide di obbligare Ricciardo a sposarla.

    Quando i due giovani si svegliano capiscono di essere stati scoperti e si disperano, ma arriva Lizio che espone la sua proposta a Ricciardo che la accetta al volo (per farsi perdonare, per aver salva la vita e per poter stare sempre con Caterina).

    Ricciardo e Caterina si sposano e continuano ad amarsi per sempre.

    Figura della donna e concetto di amore:
    In questa novella , come nelle precedenti, è la donna a svolgere il ruolo principale nel rapporto amoroso, secondo le regole dell'amor cortese; infatti è Caterina che stabilisce il luogo dell'incontro e fa di tutto per renderlo possibile, mentre Ricciardo si "limita" a raggiungerla, dando prova di grande coraggio. Nonostante questo ruolo preponderante la donna è comunque la parte più fragile del rapporto per quanto riguarda la sua famiglia d'origine, infatti Ricciardo viene obbligato a sposare Caterina per preservarne l'onore ed il buon nome.
    Novella n° 8:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filomena
    Tema centrale: le conclusioni fortunate di storie d'amore partite male.
    Schema narrativo:
    Nastagio degli Onesti è un ragazzo molto ricco di Ravenna. Egli si innamora di Aica Traversaro che però non lo considera assolutamente, anzi si diverte a vederlo soffrire.

    Per conquistarla, Nastagio, fa di tutto, ma lei non cede e lui arriva perfino a meditare il suicidio perché il suo amore aumentava di giorno in giorno.

    Siccome Nastagio stava sperperando il patrimonio di famiglia per far colpo su Aica, i suoi famigliari gli consigliano di trasferirsi lontano da lei: Nastagio si trasferisce a Chiassi (vicino a Ravenna) e comincia a vivere da gran signore.

    Un giorno Nastagio comincia a pensare alla sua amata e la depressione lo assale, così, per scacciarla, va a passeggiare nella pineta.

    Verso le cinque del pomeriggio delle urla lo distolgono dai suoi pensieri: una donna nuda correva gridando, inseguita da due cani che la mordevano e da un cavaliere che la offendeva e la minacciava di morte.

    Nastagio cerca di difendere la donna, ma il cavaliere gli intima di non intromettersi chiamandolo per nome.

    Nastagio, stupito, gli chiede come faccia a conoscerlo.

    Il cavaliere si presente: è Guido degli Anastagi. Egli si era suicidato per amore di quella donna che non lo ricambiava e che aveva provato una grande gioia alla notizia della sua morte. Proprio per quest'ultimo comportamento alla sua morte lei era stata condannata ad essere inseguita ed uccisa per l'eternità da colui che l'aveva tanto amata.

    Nastagio capisce di trovarsi davanti a due anime, si scosta per non interferire col disegno divino ed assiste all'uccisione delle donna che poco dopo risorge e ricomincia a fuggire per evitare di essere uccisa ancora.

    La storia raccontata da Guido fa venire in mente a Nastagio un piano diabolico per conquistare Aica: la invita ad un pranzo nella pineta con i suoi parenti e, alle cinque, tutti assistono alla scena già vista da Nastagio.

    Aica, dopo aver sentito il racconto del cavaliere, si immedesima nella parte della donna per il comportamento da lei tenuto nei confronti di Nastagio e si immagina già costretta a subire la stessa punizione.

    Per evitare quella punizine così atroce Aica accetta di sposare Nastagio senza condizioni.


    Figura della donna e concetto di amore:
    In questa novella viene raccontato per la prima volta il comportamento della donna quando non corrisponde l'amore provato per lei da un uomo: ella diventa cattiva e si diverte alle spalle del dolore del suo innamorato che rischia di rovinarsi economicamente o addirittura di suicidarsi. Aica, alla fine, cede alle proposte di Nastagio solo per paura della punizione eterna, condannandosi a vivere una vita senza amore per evitare di diventare come la donna amata da Guido degli Anastagi. E' quindi possibile dire che l'amore vero a quei tempi era un evento molto raro, perché la maggior parte degli "innamoramenti" erano frutto di meschini calcoli monetari.

    Novella n° 9:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Fiammetta
    Narratore di 3° grado: Coppo di Borghese Domenichi
    Tema centrale: le conclusioni fortunate di storie d'amore partite male.
    Schema narrativo:
    Coppo di Borghese Domenichi era uno degli uomini più autorevoli di Firenze ed era solito raccontare la storia di Federigo degli Alberighi.

    Federigo degli alberighi era un giovane nobile fiorentino innamorato di monna Giovanna. Per conquistarla aveva fatto di tutto, ma lei non ricambiava minimamente.

    Continuando a spendere denaro per far colpo su monna Giovanna, Federigo sperpera tutto il patrimonio di famiglia ed è costretto a trasferirsi nell'unico podere che gli rimane col suo amato falcone dove conduce una vita misera.

    Dopo qualche anno il marito di monna Giovanna muore nomina suo erede il figlio o, se questi dovesse morire senza figli, la moglie.

    Quell'estate monna Giovanna si trasferisce in campagna col figlio, vicino al podere di Federigo.

    Il figlio di monna Giovanna si "innamora" del falcone di Federigo e, quando si ammala, chiede alla madre di portaglielo.

    Giovanna, dopo una prima esitazione, cede alla richiesta del figlio e si reca da Federigo accompagnata da una sua amica.

    Federigo, vedendola arrivare la invita a pranzo e, per offrirgli un pasto degno del suo nome, uccide e cucina il suo amato falcone.

    Dopo pranzo Giovanna chiede il falcone a Federigo, ma lui gli confessa in lacrime di averglielo cucinato, lasciando di stucco la sua amata.

    Dopo pochi giorni il figlio di Giovanna muore e la lascia ricchissima; quando i suoi fratelli la obbligano a risposarsi, lei si ricorda del gesto di Federigo e lo sposa facendolo l'uomo più felice del mondo e restituendogli la sua ricchezza.

    Figura della donna e concetto di amore:
    Anche in questa novella la donna non ricambia l'amore dell'uomo mandandolo in rovina, ma emerge anche un altro aspetto tipico dell'amor cortese e cioè l'amore fuori dal matrimonio. Federigo, infatti si innamora di monna Giovanna che è già sposata quindi, questo suo innamoramento, è puramente "intellettuale", caratteristica fondamentale dell'amor cortese.
    L'uomo subisce il volere della donna, ma non si rassegna al suo rifiuto arrivando a rovinarsi economicamente e quindi ad essere costretto ad abbandonare tutte le sue speranze di colpo. Anche dopo molti anni, e nonostante le conseguenze del comportamento della donna, però Federigo conserva intatta la sua devozione alla sua amata tanto da sacrificare per lei il suo ultimo bene: il falcone che lo aiutava a procacciarsi il cibo. Proprio questo gesto di lui riscalda il cuore di monna Giovanna che rivela finalmente un po' di pietà e forse un po' di rimpianto per essersi rifiutata di trascorrere più tempo con quell'uomo così sensibile.

    Novella n° 10:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Dioneo
    Narratore di 3° grado: Pietro di Vinciolo
    Tema centrale: le conclusioni fortunate di storie d'amore partite male.
    Schema narrativo:
    Pietro di Vinciolo è gay, ma per nasconderlo, si sposa.

    Sua moglie non è soddisfatta della loro vita matrimoniale, ma capisce che l'unico modo per ricevere soddisfazioni è tradire il marito.

    La moglie chiede consiglio ad una donna ritenuta santa che le dà ragione e che la aiuta a trovarsi gli amanti.

    Una sera Pietro va a cena da un suo amico, Ercolano, e la moglie fa venire a casa sua uno degli amanti, ma, quando stanno per cominciare la cena, Pietro torna a casa e la donna nasconde l'amante nella stalla.

    Pietro racconta alla moglie di essere tornato così presto perché, prima di mettersi a tavola, Ercolano ha trovato l'amante della moglie nascosto in un ripostiglio e la cena è andata a monte.

    La moglie di Pietro biasima il comportamento della moglie di Ercolano, ma proprio in quel momento un asino calpesta le dita del suo amante che lancia un grido di dolore.

    Pietro va nella stalla e trova l'amante della moglie che era un garzone che piaceva anche a lui.

    Alla richiesta di spiegazioni del marito, la donna dice chiaramente i motivi del suo comportamento e lui non trova nulla da obiettare perché sa che la moglie ha pienamente ragione.

    Pietro decide di non interferire più nei "traffici" della moglie, fa servire la cena per il garzone, la moglie e lui e poi i tre passano la notte insieme.

    6ª GIORNATA (Regina: Elissa)

    Novella n° 1:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filomena
    Tema centrale: l'importanza della retorica (arte del ben parlare)
    Schema narrativo:
    Orietta, moglie di Geri Spini, era una gentildonna con una grande conoscenza dell'arte del ben parlare.

    Un giorno, passeggiando per la campagna, uno dei suoi ospiti le chiede di poter raccontare una novella.

    Il cavaliere non sa raccontare bene la novella e la rovina.

    Orietta lo prega di tacere molto gentilmente usando un giro di parole in modo da non offenderlo apertamente.

    Caratterizzazione dei personaggi:
    Orietta: gentile, costumata e ben parlante.
    Cavaliere: coraggioso, galante, preferisce combattere che parlare.

    Funzione della parola:
    In questa novella vi è la dimostrazione che la capacità di parlare è importante per conquistare le signore e per intrattenere gli ospiti, oltre che per lanciare "messaggi cifrati" a qualche importuno.

    Novella n° 2:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Pampinea
    Tema centrale: l'importanza della retorica (arte del ben parlare)
    Schema narrativo:
    Geri Spini sta ospitando due ambasciatori del Papa e con loro passa tutte le mattine davanti a S.Maria Ughi, dove Cisti ha il forno.

    Cisti, un fornaio molto ricco, voleva offrir loro da bere e così si faceva vedere ogni mattina sull'uscio a bere saporitamente.

    Geri vede Cisti e un giorno cede alla tentazione e si autoinvita ; trova il vino talmente buono che torna lì con gli ambasciatori tutte le mattine.

    Dopo qualche tempo Geri dà una festa e manda uno dei suoi servi a prendere un po' di vino da Cisti.

    Il servo vuole assaggiare il vino, così prende con sé un fiasco molto grande, ma Cisti capisce le sue intenzioni e lo rimanda da Geri con un "messaggio cifrato".

    Geri capisce subito il significato del messaggio e fa cambiare il fiasco al servo.

    Cisti gli dà il vino e, dopo le spiegazioni, i due diventano amici.

    Caratterizzazione dei personaggi:
    Cisti: ricco, furbo e cortese.
    Geri Spini: intelligente, gentile, impegnato politicamente.

    Funzione della parola:
    In questa novella Boccaccio vuole dimostrare che la capacità di parlare è molto utile per evitare i raggiri e per smascherare gli imbroglioni.

    Novella n° 3:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Lauretta
    Tema centrale: l'importanza della retorica (arte del ben parlare)
    Schema narrativo:
    Antonio d'Orso era Vescovo di Firenze quando arrivò in città Diego della Latta. Egli era un bell'uomo ed era conosciuto per la sua fama di donnaiolo.

    Diego si innamora della nipote del Vescovo, così si accorda con il marito di lei: Diego paga 500 fiorini d'oro e il marito gli lascia sua moglie per una notte.

    Diego passa la notte con la nipote del Vescovo, ma imbroglia il marito di lei con del denaro falso e poi racconta la vicenda in città.

    Dopo qualche tempo Diego stava cavalcando con il Vescovo, quando incontrano Nonna de' Pulci e il Vescovo le chiede se volesse passare una notte con Diego.

    Nonna, offesa, risponde che però vorrebbe almeno del denaro vero e, così dicendo, offende entrambi.

    Novella n° 4:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Neifile
    Tema centrale: l'importanza della retorica (arte del ben parlare)
    Schema narrativo:
    Currado Gianfigliazzi, grande signore fiorentino, caccia un gru e la consegna al suo cuoco perché gliela cucini.

    Chichibio è all'opera quando arriva Brunetta, la sua innamorata, che gli chiede una pezzetto della gru. Lui, per non contrariarla, gliene dà una coscia.

    Quando Currado si accorge dell'assenza di una coscia si arrabbia e manda a chiamare Chichibio che sostiene che le gru abbiano una sola gamba e sostiene anche di poterlo dimostrare.

    La mattina successiva, Currado porta Chichibio al fiume dove trovano le gru che dormono su una sola zampa e il cuoco tira un sospiro di sollievo, ma Currado urla e le gru tirano giù la seconda zampa.



    Prontamente Chichibio risponde che con l'altra gru egli non aveva gridato ed essa non aveva tirato giù la seconda zampa.

    La risposta del cuoco piace talmente tanto a Currado che decide di perdonarlo.

    Caratterizzazione dei personaggi:
    Currado Gianfigliazzi: grande e magnifico signore e grande cacciatore.
    Chichibio: furbastro, pauroso, viene reso coraggioso dalla paura.

    Funzione della parola:
    Questa novella è un tipico esempio di come la capacità di parlare e di rispondere prontamente può salvare le persone da una brutta fine (quella che rischiava Chichibio se non fosse riuscito a dimostrare che le gru avessero una zampa sola).

    Novella n° 9:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Elissa
    Tema centrale: l'importanza della retorica (arte del ben parlare)
    Schema narrativo:
    Betto Brunelleschi aveva tentato di portare nella sua "compagnia di artisti" (letterati, filosofi, poeti, ecc.) Guido Cavalcanti, ma egli aveva rifiutato la proposta perché voleva stare solo a riflettere per poter dimostrare la non-esistenza di Dio.

    Un girno Guido si trova vicino a delle tombe e i membri della compagnia lo circondano cominciando a farsi beffe di lui.

    Guido dichiara di non poter rispondere perché si trova nella loro casa, poi se ne va lasciandoli tutti esterrefatti.

    I "letterati" non capiscono il senso delle parole di Guido e pensano che sia impazzito, ma Brunelleschi spiega loro che Guido li ha profondamente offesi paragonandoli mentalmente a dei morti.

    Caratterizzazione dei personaggi:
    Guido Cavalcanti: grande filosofo, poeta, scrittore e pensatore, solitario.
    Betto Brunelleschi e la "compagnia": artisti boriosi, ma in realtà poco colti.

    Funzione della parola:
    In questa novella c'è la dimostrazione che la capacità di parlare dà la possibilità di offendere gravemente qualcuno senza essere volgare e senza che questi capisca il senso delle nostre parole.

    Novella n° 10:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Dioneo
    Tema centrale: l'importanza della retorica (arte del ben parlare)
    Schema narrativo:
    Fra' Cipolla era un frate di S. Antonio che andava a riscuotere le elemosine a Certaldo; egli non era colto, ma aveva una grande capacità retorica.

    Una Domenica fra' Cipolla annuncia che alle tre del pomeriggio, durante la predicazione, avrebbe mostrato una piuma dell'Arcangelo Gabriele cadutagli durante l'annunciazione.

    Giovanni del Bragoniere e Biagio Pizzini decidono di fare uno scherzo al frate: vogliono rubargli la piuma per vedere come si trarrà d'impaccio davanti al paese.

    Fra' Cipolla dice al suo servo, Guccio Imbratta, di curare attentamente i suoi bagagli durante il pranzo, ma Guccio, che era un inetto, corteggia la cuoca lasciando le borse incustodite.

    Giovanni e Biagio, non visti, entrano nella stanza del frate e rubano la piuma lasciando al suo posto un po' di carbone.

    Alle tre la chiesa è piena di gente che vuole vedere a piuma. Fra' Cipolla comincia la sua predica, poi apre la cassetta e trova il carbone. Preso alla sprovvista egli chiude nuovamente la cassetta e comincia a narrare dei suoi viaggi in Oriente.

    Egli, dopo un lungo pellegrinaggio, era arrivato a Gerusalemme dove il patriarca decide di mostrargli tutte le reliquie e di donargliene alcune tra le quali i carboni che arsero vivo S. Lorenzo. Quei carboni erano riposti in una cassetta uguale a quella della piuma dell'Arcangelo e quindi lui le aveva scambiate, ma era stato Dio a volere quello scambio per ricordare a tutti che dopo 2 giorni sarebbe ricorsa la festa di S. Lorenzo. Fra' Cipolla, inoltre, aggiunge che quei carboni avevano la proprietà di scacciare gli incendi.

    Tutti i fedeli credono alla "leggenda" e fanno grandi offerte per evitare gli incendi.

    Dopo la predica Giovanni e Biagio restituiscono la piuma al frate raccontandogli tutta la vicenda con ammirazione per la sua capacità di improvvisazione.

    Caratterizzazione dei personaggi:
    Fra' Cipolla: basso, capelli rossi, viso sempre sorridente, non colto ma grande oratore, simpatico a tutto il villaggio.
    Guccio Imbratta: tardo, sudicio, bugiardo, negligente, disubbidiente, maldicente, trascurato, smemorato e scostumato.

    Funzione della parola:
    In questa novella vi è una dimostrazione lampante di come la conoscenza della retorica sia importante per poter "incantare" la popolazione, soprattutto se il livello culturale è molto basso come in questo caso, e "manovrarla" secondo i propri desideri o bisogni. Inoltre la capacità di parlare è importante anche per trarsi d'impaccio nelle situazioni più difficili.

    7 ª GIORNATA (Re: Dioneo):

    Novella n° 8:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Neifile
    Tema centrale: beffe fatte dalle donne ai danni dei mariti o degli altri uomini in generale.
    Schema narrativo:
    Arriguccio de' Berlinghieri era un mercante che, per diventare nobile, sposa monna Sismonda.

    Durante i primi anni di matrimonio Arriguccio è sempre in viaggio per affari e monna Sismonda si innamora si Ruberto e lo tradisce.

    Dopo aver "sentito" qualcosa di questa storia Arriguccio diventa gelosissimo e comincia a controllare attentamente al moglie.

    Sismonda, per continuare a vedere Ruberto, si lega uno spago all'alluce e lo fa scendere dalla finestra: quando Ruberto arriva tira lo spago per avvisarla e lei scende da lui appena può.

    Una sera Arriguccio si accorge dell'artificio e scende in strada per rincorrere l'amante che però riesce a fuggire.

    Sismonda capisce che Arriguccio, al suo ritorno la picchierà, così fa mettere a letto al suo posto una serva che Arriguccio picchia selvaggiamente e poi, come prova, le taglia i capelli.

    Dopo essersi sfogato Arriguccio va a casa dei fratelli di Sismonda e racconta loro tutta la vicenda , così loro decidono di andare dalla sorella per rimproverarla.

    Nel frattempo Sismonda aveva rifatto il letto e si era vestita come se non fosse mai andata a dormire: quando i suoi fratelli arrivano e la trovano "intatta" si arrabbiano con Arriguccio e gli chiedono spiegazioni.

    Sismonda interviene sostenendo che Arriguccio è ubriaco e probabilmente quello che ha raccontato gli è successo con un'altra donna, ma lei lo perdonava di tutto.

    La madre ed i fratelli di Sismonda credono alla sua versione e offendono Arriguccio che da quel giorno lascia in pace la moglie che è finalmente libera di fare ciò che vuole.

    Novella n° 9:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Panfilo
    Tema centrale: beffe fatte dalle donne ai danni dei mariti o degli altri uomini in generale.
    Schema narrativo:
    Nicostrato, nobile di Argo, sposa la giovane Lidia che si innamora però del suo giovane servitore Pirro, il quale finge di nulla.

    Lidia racconta la situazione a Lusca, la sua "balia", pregandola di convincere Pirro ad andare da lei.

    Lusca parla con Pirro che non accetta la proposta perché non vuole tradire il suo padrone.

    Lidia decide di uccidersi, ma prima manda ancora Lusca da Pirro per fare l'ultimo tentativo.

    Lusca dice a Pirro che la fortuna va presa al volo, altrimenti si sarebbe pentito di aver perso un'occasione simile dopo la morte di Lidia; inoltre gli dice anche che non doveva portare rispetto a Nicostrato perché egli non ne portava a lui.

    Pirro vuole essere sicuro dell'amore di Lidia, così le chiede tre cose come prova d'amore: l'uccisione del falcone preferito di Nicostrato, una ciocca della sua barba e un suo dente sano.


    Lidia accetta e, dopo qualche giorno, uccide il falcone giustificandosi dicendo che suo marito preferiva uscire all'alba col falcone piuttosto che stare con lei.

    Dopo pochi giorni Nicostrato tira i capelli a Lidia per divertimento, così lei "per vendetta" gli strappa una ciocca di barba e la manda a Pirro.

    Qualche giorno dopo Lidia dice a Nicostrato che ha un dente cariato e decide di toglierlo lei stessa: ne toglie uno sano e poi gliene mostra uno conciato male; poi manda il dente sano a Pirro.

    Pirro, convinto dell'amore di Lidia, va da lei che gli aveva promesso di "intrattenersi" con lui davanti al marito e si fa spiegare il suo piano.

    Il giorno seguente Lidia si finge ammalata e si fa portare in giardino su una brandina accompagnata da Nicostrato e da Pirro; Ad un tratto Lidia chiede a Pirro di salire sul pero e di coglierle una pera.

    Quando Pirro sale sul pero finge di vedere Nicostrato e Lidia che si "divertono" e se ne lamenta col padrone; Nicostrato decide allora di salire sul pero per capire cosa era successo, visto che non aveva neppure sfiorato Lidia.

    Mentre Nicostrato sale sul pero Lidia e Pirro si "intrattengono" e Nicostrato, che li vede, scende di corsa insultandoli; ma sia Lidia che Pirro giurano di non essersi mossi e di non essere tanto sciocchi e imprudenti da fare una cosa simile davanti ai suoi occhi.

    Nicostrato crede alla versione dei due e si convince che il pero è magico, ma Lidia finge di essere offesa, così fa tagliare l'albero "per evitare altri inconvenienti".

    Lidia perdona Nicostrato e poi si incontra con Pirro ancora molte volte.

    Novella n° 10:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Dioneo
    Tema centrale: beffe fatte dalle donne ai danni dei mariti o degli altri uomini in generale.
    Schema narrativo:
    Tingoccio Mini e Meuccio di Tura sono due amica di Siena che, incuriositi dalle prediche sull'aldilà, si promettono che il primo che morirà tornerà dall'altro a raccontargli la sua esperienza.

    Dopo qualche tempo Tingoccio si innamora della sua comare, ma non lo dice perché era considerato un peccato; anche Meuccio si innamora della stessa donna, ma non lo dice perché capisce il sentimento dell'amico e ha paura che lui possa screditarlo davanti agli occhi di lei.

    Tingoccio riesce a conquistare la comare, ma muore per il troppo "lavoro".

    Dopo tre giorni dalla sua morte, Tingoccio si presenta a Meuccio per onorare la loro promessa e gli rivela che nell'aldilà non era ritenuto peccato avere una relazione con la propria comare.

    Meuccio ringrazia l'amico e decide che da quel momento in avanti avrebbe allacciato relazioni con tutte le sue comari per rifarsi di tutte quelle che non aveva conquistato.

    8ª GIORNATA (Regina: Lauretta):

    Novella n° 3:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Elissa
    Narratore di 3° grado: Maso del Saggio
    Tema centrale: Beffe fatte dalle donne agli uomini, dagli uomini alle donne o tra uomini.
    Schema narrativo:
    A Firenze vivevano tre amici pittori: Calandrino, Bruno e Buffalmacco. Il primo era un sempliciotto e gli altri due amavano prenderlo in giro.

    Maso del Saggio sente parlare dell'ingenuità di Calandrino e decide di fargli uno scherzo: lo incontra nella chiesa di S. Giovanni e gli parla delle proprietà magiche di alcune pietre che si trovano nel paese di Bengodi.

    Calandrino, attirato da un gioco di parole di Maso che gli fa credere che esista una pietra che doni l'invisibilità, chiede dove poter trovare questa pietra dell'elitropia.

    Maso gli rivela che questa pietra si trova nel Mucrone (un torrente vicino Firenze), così Calandrino va da Bruno e Buffalmacco e li convince a seguirlo nella ricerca dell'elitropia la Domenica mattina.

    La domenica Calandrino raccoglie tantissime pietre che corrispondono alla descrizione dell'elitropia ma non è sicuro di averla trovata. A questo punto Bruno e Buffalmacco fingono di non vedere più Calandrino che si convince di avere trovato la pietra e si incammina verso casa.

    I due amici approfittano della trovata per prenderlo a sassata lungo tutto il tragitto, durante il quale, fortunatamente, non incontrano nessuno.

    Quando Calandrino entra in casa la moglie lo saluta normalmente: lui si arrabbia perché crede che lo possa vedere solo perché è una creatura diabolica, così gliele dà di santa ragione.

    Bruno e Buffalmacco fingono di non sapere nulla e chiedono spiegazioni a Calandrino sulla situazione della moglie.

    Calandrino racconta loro tutta la storia e vorrebbe picchiare ancora la moglie, ma i due amici hanno pietà di lei così lo raggirano di nuovo convincendolo che la colpa era soltanto sua, quindi doveva rappacificarsi con la moglie.

    Ambientazione sociale e geografica:
    La vicenda si svolge nella città di Firenze, ma all'interno della novella possiamo trovare anche la descrizione del "paese di Bengodi" dove succedono le cose più piacevoli e più strane del mondo (es.: maccheroni che rotolano lungo i fianchi di montagne di parmigiano, ecc.) e dove tutti sono ricchi e contenti perché non hanno nessun problema.
    L'ambiente sociale descritto è quello degli "artisti" dell'epoca: burloni, amanti dei vizi (donne, vino e buon cibo), ma piuttosto poveri. Essi vivevano come dei normalissimo artigiani, cioè non avevano grandi problemi finanziari, ma non navigavano certamente nell'oro. In questo quadro spicca particolarmente la figura di Calandrino che potrebbe essere definito come "il giullare del villaggio" per la sua ingenuità. Nella famiglia di Calandrino chi comanda è la moglie che si preoccupa di far quadrare i conti e di "mettere in guardia" il marito dalle burle degli amici che, in un modo o nell'altro, riescono sempre a causargli dei danni economici; quindi lei incarna perfettamente la figura della donna cantata dall'amor cortese.

    Sistema dei personaggi:
    Eroe: Calandrino
    Aiutanti dell'eroe: la moglie
    Antagonista: Maso del Saggio
    Aiutanti dell'antagonista: Bruno, Buffalmacco e le guardie
    Strumenti: l'elitropia

    Novella n° 4:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Emilia
    Tema centrale: Beffe fatte dalle donne agli uomini, dagli uomini alle donne o tra uomini.
    Schema narrativo:
    A Fiesole viveva una giovane vedova di nome donna Piccarda della quale si innamora il prete della cittadina che però è vecchio ed odioso.

    Il prete confessa il suo amore a Piccarda con la convinzione che lei ceda al suo fascino, ma lei, in realtà, lo odia e decide di punirlo per la sua insistenza.

    Piccarda si mette d'accordo con i suoi fratelli, poi si reca dal prete, finge di aver cambiato idea riguardo alla sua proposta e gli dà appuntamento in camera sua, di notte e in perfetto silenzio data la presenza dei suoi fratelli.

    Piccarda, tornata a casa, chiede alla sua serva, una donna bruttissima di nome Ciutazza, di "dormire" nel suo letto con un uomo in cambio di una camicia nuova.

    Quella sera Ciutazza si mette nel letto della sua padrona e quando arriva il prete lo lascia fare.

    I due fratelli della vedova, sentito arrivare il prete, si recano in piazza dove trovano il Vescovo di Fiesole e lo invitano a casa loro a bere.

    Dopo un po' di tempo i fratelli portano il Vescovo nella camera della sorella e gli mostrano il prete che giaceva con Ciutazza: il Vescovo si arrabbia, punisce il prete e loda i fratelli e Piccarda per aver umiliato il prete che da quel giorno fu deriso da tutto il paese per la sua avventura con Ciutazza.

    Novella n° 5:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filostrato
    Tema centrale: Beffe fatte dalle donne agli uomini, dagli uomini alle donne o tra uomini.
    Schema narrativo:
    A Firenze era consuetudine chiamare dei podestà marchigiani per governare il Comune e questi si solitamente portavano con sé degli uomini di fiducia che sembravano più dei contadini che degli uomini di legge.

    Un giorno arrivò a Firenze come avvocato Nicola di Santelpidio, che, per la sua stupidità, somigliava più ad un fabbro che ad un avvocato, e cominciò ad amministrare la giustizia.


    Maso del Saggio, un giorno, andò ad assistere ad un dibattimento e pensò subito di fare uno scherzo a quel giudice che sembrava un babbeo; così esce e trova due suoi amici (Ribi e Matteuzzo) con i quali studia un piano per togliere i pantaloni del giudice, che erano molto larghi, durante un'udienza.

    La mattina successiva Matteuzzo si infila sotto il seggio del giudice, mentre gli altri due amici cominciano ad importunarlo accusandosi a vicenda: quando il giudice, esasperato, si alza in piedi per chiedere il silenzio, Matteuzzo infila una mano in una fessura della pedana e tira giù i pantaloni del giudice, che, stretto tra i due "contendenti", non riesce nemmeno a sedersi scatenando l'ilarità generale.

    Dopo lo scherzo i tre amici scapparono per evitare guai, il giudice si arrabbiò molto ed il podestà minacciò gravi pene per gli autori dello scellerato gesto, ma si calmò quando gli fecero notare che la colpa di tutto era solo sua che portava dei giudici ignoranti solo per pagarli poco.

    Novella n° 6:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filomena
    Tema centrale: Beffe fatte dalle donne agli uomini, dagli uomini alle donne o tra uomini.
    Schema narrativo:
    Calandrino, a Dicembre, si reca sempre con la moglie nel suo podere in campagna dove fa ammazzare e salare il maiale. Un anno sua moglie sta male e Calndrino va al podere da solo, ma, sfortunatamente, i suoi due amici (Bruno e Buffalmacco) lo vengono a sapere e decidono di fargli uno scherzo.

    I due amici si fanno ospitare da un amico prete che viveva vicino al podere di Calandrino, il quale li incontra e li invita al podere per mostrargli il maiale.

    Bruno e Buffalmacco, visto il maiale, propongono a Calandrino di venderlo e fingere con la moglie che glielo avessero rubato, in modo da potersela spassare con il ricavato, ma Calandrino è irremovibile.

    I due amici decidono, d'accordo col prete, di far ubriacare Calandrino in modo da potergli facilmente rubare il maiale e metterlo nei guai con la moglie.

    Calandrino si ubriaca e, mentre lui dorme come un ghiro, Bruno e Buffalmacco gli rubano il maiale.

    La mattina successiva Calandrino si sveglia, e, non trovando il maiale, esce di casa a lamentarne il
    furto.

    Bruno e Buffalmacco fingono di non credergli e di essere convinti che lui abbia venduto il maiale per tenersi poi i soldi

    Alla fine i due amici fingono di credere a Calandrino e che, per trovare il ladro, bisognava organizzare una bella cena per tutto il paese e fare un incantesimo sul cibo in modo che il ladro non sarebbe riuscito a mandare giù un solo boccone e sarebbe stato riconosciuto subito.

    Bruno si reca in città a prendere il necessario per la cena con i soldi di Calandrino e, oltre alle polpette normali, si fa confezionare due polpette "speciali" amarissime.

    La mattina successiva Bruno e Buffalmacco riunirono la gente del paese e spiegarono la situazione, poi cominciarono la distribuzione delle polpette: a Calandrino diedero le due polpette "speciali" che lui sputò perché gli sembravano più amare del fiele e, così facendo, si autoaccusò del furto.

    Bruno e Buffalmacco fecero finta di essere arrabbiati con Calandrino perché lui aveva tentato di farli fessi vendendo il maiale senza dir loro nulla, così lo ricattano: si fanno dare due capponi cambio del silenzio con la moglie.

    Ambientazione sociale e geografica:
    La vicenda si svolge in un paese di campagna non lontano da Firenze dove Calandrino possiede un piccolo podere dove tutti gli anni alleva un maiale che poi, una volta ucciso, gli servirà come scorta alimentare per tutto l'anno.
    L'ambiente sociale descritto è, quindi, tipicamente contadino. Qui sono ancora in vita delle consuetudini medievali ed è ancora in uso la consuetudine che prevedeva un aiuto reciproco tra contadini in caso di calamità, quale, ad esempio, la presenza di un ladro che avrebbe potuto tornare a colpire. Di conseguenza il furto del maiale di Calandrino richiama tutto il paese, forse anche a causa delle polpette che gli amici fanno comprare a Calandrino con lo scopo di offrirle a tutti, ufficialmente, per trovare il colpevole, ufficiosamente, solo per far guadagnare a tutti un pasto gratis.

    Sistema dei personaggi:
    Eroe: Calandrino
    Antagonisti: Bruno e Buffalmacco
    Aiutanti degli antagonisti: il prete e gli abitanti del villaggio
    Strumenti: il maiale, l'ubriacatura di Calandrino e le polpette "speciali".

    9ª GIORNATA (Regina: Emilia):

    Novella n° 2:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Elissa
    Tema centrale: l'ipocrisia
    Schema narrativo:
    In Lombardia c'era un convento famoso per l'austerità della vita delle sue monache.

    Un giorno una delle monache, Isabetta, si innamora dell'amico di un suo parente che è venuto a trovarla e comincia a trascorrere le notti con lui nella sua cella.

    Le monache del convento scoprono il segreto di Isabetta e decidono di "denunciarla" alla superiora.

    Una sera, mentre Isabetta si trovava con il suo amante, le monache chiamano la superiora che, però, in quel momento, si trovava a sua volte in "compagnia" del prete: nella fretta di vestirsi la suora fa un errore e mette in testa i pantaloni del prete, ma, nella concitazione del momento, nessuno se ne accorge.



    La superiora va nella cella di Isabetta, la coglie sul fatto e la porta nel suo ufficio dove comincia a riprenderla duramente. Isabetta però si accorge dello strano copricapo della badessa e glielo fa notare.

    Vistasi scoperta la superiora modera i toni e perdona Isabetta, la quale può continuare ad intrattenersi con il suo amico come farà la superiora col prete e le altre consorelle con chi possono.

    Novella n° 3:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Filostrato
    Tema centrale: Beffe fatte dalle donne agli uomini, dagli uomini alle donne o tra uomini.
    Schema narrativo:
    Calandrino eredita da una zia una modesta somma di denaro con la quale vuole comprare un piccolo podere, ma i soliti amici (Bruno e Buffalmacco) vogliono convincerlo a spenderli facendo baldoria con loro.

    Al rifiuto di Calandrino i due amici si mettono d'accordo con un terzo compare per combinare un bello scherzo a Calandrino e portargli via un po' di soldi.

    Il giorno seguente i tre incontrano Calandrino separatamente e gli dicono che sembra malato, lui si spaventa e si mette a letto, poi manda un campione di urina ad un amico medico.

    Il medico, corrotto da Bruno e Buffalmacco, fa credere a Calandrino di essere rimasto "incinto" e che la medicina che serva per toglierlo dai pasticci è molto costosa.

    Calandrino paga subito il medico che gli manda un intruglio a caso e poi va a spassarsela con gli amici grazie ai soldi di Calandrino che si rimette presto in forze.

    Sistema dei personaggi:
    Eroe: Calandrino
    Aiutanti dell'eroe: la moglie
    Antagonisti: Bruno e Buffalmacco
    Aiutanti degli antagonisti: Nello e il medico
    Strumenti: l'esame delle urine alterato.



    Novella n° 4:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Neifile
    Tema centrale: Beffe fatte dalle donne agli uomini, dagli uomini alle donne o tra uomini.
    Schema narrativo:
    A Siena vivevano due uomini maturi che avevano in comune l'avversione per i propri padri i quali, pur potendo permetterselo, davano loro pochi soldi. Questi due uomini erano Cecco Angiolieri, poeta e uomo di cultura, e Cecco Fortarrigo, ubriacone e giocatore incallito.

    Cecco Angiolieri era insoddisfatto della vita monotona che faceva a Siena e decide di trasferirsi ad Ancona presso un Cardinale che era suo amico e che gli avrebbe garantito una vita più vivace.



    Suo padre approva il progetto e gli dà molti più soldi del solito per permettergli di presentarsi decorosamente.

    Cecco Angiolieri pensa che se si fosse presentato con uno scudiero avrebbe fatto una figura migliore, e, per questo servizio si offre Cecco Fortarrigo del quale però egli diffidava per la propensione dell'uomo ai vizi già noti.

    Cecco Fortarrigo giura di comportarsi correttamente finchè fosse stato al sua servizio e si accontenta di essere solo mantenuto, senza ricevere uno stipendio.

    Alcuni giorni dopo i due partono e fanno tappa a Buonconvento per ristorarsi. Dopo pranzo Angiolieri decide di riposarsi un po', mentre Fortarrigo si reca nella taverna e perde tutti i soldi che aveva con sé al gioco, così decide di derubare il padrone, ma perde anche quei soldi.

    Dopo il sonnellino Angiolieri si accorge del furto e arrabbiato se ne va lasciando Fortarrigo alla taverna.

    Fortarrigo lo raggiunge e comincia a supplicarlo di aspettare ancora un po', perché aveva perso il farsetto, ma poteva recuperarlo. Angiolieri, arrabbiatissimo, sprona il cavallo e si incammina per Torrenieri, ma Fortarrigo comincia a seguirlo piagnucolando.

    Angiolieri, sempre più indispettito, sprona ancora il cavallo, ma Fortarrigo, che cominciava a perdere terreno, non si perde d'animo e fa credere ai contadini di essere stato derubato dall'Angiolieri.

    I contadini fermano Cecco Angiolieri, lo spogliano e danno tutto a Cecco Fortarrigo che torna a Firenze facendo credere di aver vinto tutto ai dadi, ma poi Angiolieri tornerà in città e "risponderà" alla beffa subita.

    Novella n° 5:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Fiammetta
    Tema centrale: Beffe fatte dalle donne agli uomini, dagli uomini alle donne o tra uomini.
    Schema narrativo:
    Bruno e Buffalmacco vengono chiamati da Niccolò Cornacchini per dipingere le pareti della sua nuova villa di Camerata, ma i due non ce la fanno e chiamano ad aiutarli Calandrino e Nello.

    La villa è ancora disabitata, viene ogni tanto solo il figlio di Niccolò, Filippo, accompagnato da qualche donna di malaffare.

    Un giorno Filippo viene accompagnato da Niccolosa, una prostituta, che però era tanto elegante da sembrare una nobildonna.

    Calandrino vede Niccolosa, si innamora di lei e confida questo suo amore a Bruno che gli fa credere che Niccolosa è la moglie di Filippo e quindi la padrona di casa, ma, se vuole, Lui e Buffalmacco potranno aiutarlo a conquistarla.

    Bruno racconta tutto a Filippo ed insieme a lui gli amici si preparano a fare uno scherzo al povero Calandrino: Niccolosa viene convinta a farsi corteggiare da Calandrino. La donna accetta e Calandrino si fa avanti in maniera bambinesca facendo sbellicare dalle risate gli altri.

    Quando il lavoro alla villa era quasi finito Calandrino chiede a Bruno di affrettare i tempi. Bruno promette a Calandrino di fare un incantesimo in base al quale la donna sarebbe sicuramente caduta ai suoi piedi e l'avrebbe seguito anche in capo al mondo.

    Calandrino procura a Bruno gli "ingredienti" richiesti, segue tutte le istruzioni dell'amico e Niccolosa finge di essere pazza di lui, tanto che lo porta in un fienile e gli salta addosso.

    Nel frattempo, però, Nello, che era parente della moglie di Calandrino, era andato a Firenze ad avvisare monna Tessa di quanto stava accadendo alla villa. Monna Tessa fa irruzione nel fienile ed insulta Niccolosa e Calandrino facendo sbellicare dalle risate i compari del marito che torna a casa molto abbattuto.

    Sistema dei personaggi:
    Eroe: Calandrino
    Antagonisti: Bruno e Buffalmacco
    Aiutanti degli antagonisti volontari: Niccolò Cornacchini e Niccolosa
    Aiutanti degli antagonisti involontari: Nello e la moglie di Calandrino
    Strumenti: Niccolosa

    10ª GIORNATA (Re: Panfilo):

    Novella n° 9:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Panfilo
    Tema centrale: vicende amorose che mettono in luce la liberalità e la magnanimità delle persone
    Schema narrativo:
    Il re di Babilonia, Saladino, era venuto in Europa travestito da mercante per controllare in che modo i cristiani si stavano preparando per la crociata , in modo da poter organizzare adeguatamente le proprie difese.

    Arrivato nei pressi di Pavia, Saladino chiede indicazioni per raggiungere la città a messer Torello, il quale però, con la sua solita cortesia, lo invita a casa propria. Saladino accetta l'invito e durante la cena fa amicizia con Torello che gli risulta subito molto simpatico.

    Messer Torello fa avvisare la moglie di preparare una degna accoglienza per i suoi ospiti nel palazzo di Pavia e, il giorno seguente, accompagna Saladino in città.

    Messer Torello invita Saladino ad essere suo ospite e lo riempie di doni fino alla sua partenza.

    Saladino, dopo aver finito il giro dell'Europa, torna nel suo Regno dove organizza le difese per l'imminente guerra.


    Messer Torello parte anch'egli per la crociata e si fa promettere dalla moglie che lo avrebbe aspettato per un anno un mese e un giorno almeno.

    Messer Torello viene catturato dai saraceni, e, vista la sua abilità di addestratore di falconi, viene portato al palazzo di Saladino come uccellatore.

    Dal palzzo, grazie ad alcuni ambasciatori genovesi, Torello riesce a spedire una lettera alla moglie per comunicarle di essere ancora in vita e di aspettarlo, ma la nave naufraga.

    Dopo un po' di tempo Saladino riconosce messer Torello grazie ad una sua particolare espressione, gli organizza una grande festa e lo riempie di doni per ricambiare la sua ospitalità.

    Messer Torello è molto felice, ma viene a sapere del naufragio della nave su cui c'era la sua lettera e si rende conto che il periodo di attese per la moglie era quasi finito, quindi, probabilmente, lei stava per risposarsi.

    Torello confida questa sua pena a Saladino che, seppur dispiaciuto della perdita dell'amico, lo aiuta a tornare a casa in tempo grazie ad un incantesimo di uno dei suoi maghi.

    Messer Torello arriva nella chiesa dove si stava per celebrare il nuovo matrimonio quindi riesce ad impedire che questo avvenga e torna a casa felice con la moglie.

    Divisione in tre macrosequenze:
    1. Cortesia di Messer Torello verso Saladino;
    2. Cattura e prigionia di Messer Torello;
    3. Riconoscimento dell'amico da parte del sovrano e ritorno a casa.

    Valori della società ideale:
    In questa novella Boccacio illustra come la cortesia sia una delle migliori virtù di un uomo, perché grazie a questa è possibile conquistare delle amicizie vere che, in particolari situazioni di bisogno, possono sempre aiutare; come nel caso di Messer Torello, che, senza l'amicizia e l'aiuto che gli fornisce Saladino, quasi sicuramente non sarebbe mai tornato a casa dalla moglie. Di conseguenza posso dire che l'autore considera la cortesia come un valore fondamentale della società.

    Novella n° 10:

    Narratore di 1° grado: Boccaccio
    Narratore di 2° grado: Dioneo
    Tema centrale: vicende amorose che mettono in luce la liberalità e la magnanimità delle persone
    Schema narrativo:
    Il marchese Gualtieri di Saluzzo non si decideva a sposarsi, ma un giorno, stanco delle insistenze dei suoi consiglieri, decide di sposare una contadina molto bella.

    Gualtieri si accorda col padre delle ragazza, che si chiamava Griselda, e dà inizio ai preparativi per le nozze.

    La mattina della cerimonia Gualtieri si reca a casa della sposa e si fa promettere da lei obbedienza eterna. Griselda accetta e Gualtieri la veste riccamente e la sposa; Griselda si dimostra una buona padrona di casa e, nonostante le umili origini, si adatta facilmente alla vita da nobildonna.


    Dopo un po' di tempo Griselda dà alla luce una bambina, ma Gualtieri, per mettere alla prova l'ubbidienza di lei, manda un suo servo a prendere al bimba facendo credere alla madre che l'avrebbe uccisa; in realtà la bimba viene mandata a Bologna presso dei parenti che l'avrebbero allevata.

    Nonostante l'ubbidienza dimostratagli dalla moglie in quell'occasione, Gualtieri ripete l'operazione anche con il secondo figlio dato alla luce da Griselda che, anche questa volta, accetta tutto senza fiatare.

    Per mettere definitivamente alla prova Griselda, Gualtieri le comunica di volerla ripudiare e lei, dopo tredici anni di matrimonio, torna a casa dal padre solo con una camicia, perché lei di suo non aveva nulla.

    Al colmo della crudeltà Gualtieri ordina a Griselda di venire a lavorare per lui per organizzare il banchetto delle sue nuove nozze e le chiede la sua opinione sulla nuova fidanzata.

    Griselda ammette la bellezza di lei, ma avverte Gualtieri di non mettere alla prova la ragazza come aveva fatto con lei, perché, a causa delle sua educazione nobile, non avrebbe potuto sopportare quello che aveva sopportato lei.

    A questo punto Gualtieri rivela a Griselda che i paggetti delle nozze erano in realtà i loro figli, che lui l'amava veramente e che l'aveva solo sottoposta a delle prove per testare la sua ubbidienza.

    Dopo la riconciliazione la famiglia viene riunita e allargata anche al padre di Griselda. Guatieri e Griselda vissero a lungo insieme e lei fu sempre pienamente rispettata dal marito per il coraggio e la pazienza dimostrati .

    Divisione in tre macrosequenze:
    1. Sposalizio tra il Marchese di Monferrato ed una contadina (Griselda);
    2. Griselda viene sottoposta a prove durissime;
    3. Il Marchese riconosce le qualità di Griselda e la accoglie nuovamente in famiglia con molto rispetto.

    Valori della società ideale:
    In questa novella viene messa in evidenza l'importanza della fedeltà ad una promessa fatta o ad un impegno preso, anche se questi possono essere gravosi o possono portare a delle conseguenze dolorose da sopportare. Griselda è un perfetto esempio di fedeltà ad una promessa, infatti non si ribella mai alle decisioni del marito al quale aveva promesso eterna ubbidienza, anche quando queste comportano l'allontanamento dei suoi figli o il suo ripudio dopo tredici anni di matrimonio.
    Di conseguenza è possibile individuare nella fedeltà e anche nella forza d'animo due valori che Boccaccio riteneva fondamentali in una società ideale.
     
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