Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

COMMENTO-L’amica di nonna Speranza, Gozzano

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    L’amica di nonna Speranza, Gozzano

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    La poesia è del 1910 ed è ispirata ad una fotografia sul cui retro si legge “…alla sua Speranza la sua Carlotta…”, 28 giugno 1850. E’ un tuffo nel passato di sessant’anni, che riporta il poeta al tempo in cui la nonna Speranza e l’amica Carlotta avevano appena diciassette anni. Il componimento è suddiviso in sei sezioni, ognuna delle quali ha un tema principale; i versi sono uniti in distici dal metro vario, con la particolarità che ciascun primo emistichio rima con il secondo emistichio del verso seguente (creando lo schema abba).
    La prima sezione funge da introduzione, riporta al salotto della vecchia casa, nel quale si vedono il pappagallo impagliato, il busto di Alfieri e quello di Napoleone, il caminetto tetro, le scatole senza confetti e altri oggetti che per Gozzano sono “le buone cose di pessimo gusto”, vale a dire tutto quel ciarpame che è ormai fuori moda e che, oltre a non avere utilità, stona con il gusto estetico del tempo in cui la poesia è stata scritta. Tuttavia il poeta, descrivendo accuratamente questi particolari, permette al lettore di visualizzare l’ambientazione, di sentirne i suoni (come quello dell’orologio a pendolo) e gli odori (le noci di cocco), di immaginare la tonalità della luce che diffondeva quel grande lampadario che pende dal soffitto e di “rinascere” nel 1850.
    La seconda sezione dà spazio al personaggi, lasciando in secondo piano gli oggetti: la scena si anima. I bambini si rincorrono fra le stanze della casa e Speranza e Carlotta, dopo quattordici ore di treno, fanno ritorno dal collegio, dove hanno dato l’esame migliore della classe. “Ha diciassette anni la Nonna!” è un’antitesi significativa che mette in luce qualcosa che spesso si tende a trascurare quando si pensa ai propri cari più anziani; che anche loro un tempo sono stati giovani e poco più che bambini. Era il tempo in cui le due amiche potevano aggiungere un cerchio alla gonna, e per questo sentirsi più grandi, e portavano scialli ad arance, fiori, uccelli e ghirlande. Lasciare i tempi della scuola è chiudere una fase di vita ed aprirne una nuova, è diventare pian piano adulti, come si leggerà nei versi successivi. Il passaggio alla parte successiva non è marcato dal momento che la scena prosegue nello stesso luogo e con le stesse persone, ma le due signorine diventano protagoniste: l’una suona il pianoforte, l’altra canta musiche antiche; i “dolci bruttissimi versi” del Giordanello vengono riportati nel testo. Sulla scia di questi suoni le due protagoniste si abbandonano ai dolci pensieri sul Principe Azzurro, “lo sposo dei sogni sognati”.
    La quarta sezione funge da collegamento (almeno dal punto di vista contenutistico) fra la precedente e la successiva, nella quale il tema dell’amore sarà centrale. Arrivano altri personaggi, gli zii. Lui, uomo virtuoso e di riguardo, seguace dell’Imperatore, lei degna consorte che parteggia per il Re di Sardegna. Dietro a quest’aura di magnificenza però, soprattutto per quanto riguarda lo zio, si sorride alle sue continue ripetizioni, che ironicamente lo dipingono come uno tutt’altro che sveglio. Subito gli uomini si uniscono fra loro e le donne fanno altrettanto, concentrandosi i primi sulla politica, sull’arte e il teatro della Fenice, le seconde sulle ultime mode parigine e sugli orecchini. Ma quando gli uomini parlano di donne Carlotta e Speranza vengono mandate in giardino a giocare a volano, cosa che a loro non dispiace affatto. Si percepisce l’antitesi fra la percezione che gli adulti hanno delle due ragazze e il sentimento che esse hanno di loro stesse. Si sa, per i parenti si è sempre bambini, ma le due fanno già pensieri maturi e si ritrovano, dopo che il volano è rimasto incastrato fra i rami di un ippocastano, a pensare ai propri amori. Vengono rievocati personaggi del Romanticismo quali Mazzini, giovane rivoluzionario che incarna l’amore di Carlotta, e Goethe col Werther, la rivista “Novelliere illustrato” e la Parisina. Le due giovani si sporgono da una balaustra che dà sul lago e vengono avvolte dai colori tenui e caldi del tramonto; la natura le circonda, i monti diventano scuri, la luna argentata appare in cielo affiancata da leggere nuvole, il sole è infuocato e i rami degli alberi si curvano come belle sopracciglia. E’ un momento di grande armonia, il verso “sognano così fra due cieli” pone le due fanciulle al centro del quadro e al centro dell’intero universo. I loro sentimenti sono grandi e travolgenti. E Carlotta, l’amica della nonna, è nei pensieri del poeta, il quale prova nostalgia ripensando all’abito rosa che indossava per farsi fotografare o al suo dito poggiato sulle labbra così romanticamente. Crede, forse, che se sol
     
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