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parafrasi - "Le pont Mirabeau" di Apollinaire

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    parafrasi - "Le pont Mirabeau" di Apollinaire

    > Sous le pont mirabeau coule la Seine

    "Sous le pont mirabeau" è una poesia di Apollinaire (da Alcools) prima di essere una canzone cantata da Montand, Catherine Sauvage e, fra gli altri, Reggiani. Dal ponte Mirabeau Paul Celan (che è uno dei più grandi poeti del novecento), si è lasciato cadere il 20 aprile 1970. Il corpo è stato ritrovato da un pescatore solo una decina di giorni dopo (e da qui il "Verso" del titolo della poesia di Benzoni: la data 20 aprile sconta una vaga approssimazione). Ferruccio Benzoni è un poeta italiano molto bravo morto troppo presto nel 1997. Ora mi sembra tutto un po’ più chiaro
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    Le Pont Mirabeau, compresa nella raccolta Alcools del 1913, nasce dalla fine dell'amore tumultuoso per la giovane pittrice Marie Laurencin, presentatagli da Pablo Picasso, talento delicato di figure eteree con visi bianchi da geisha, di trasparenze acquarellate e fiori. Lei gli preferirà un solido barone tedesco e l'ambiente mondano di cui diverrà la ritrattista ufficiale. Nel ritratto di gruppo, in cui ha immortalato con appena accennata ironia Picasso, Fernand Olivier, Apollinaire e se stessa, s'incarna lo spirito speciale di quegli anni che ormai volgono verso la Grande Guerra. Ugualmente in Le Pont Mirabeau, "la chanson triste de cette longue liaison brisée", come la definisce Apollinaire in una lettera dal fronte a Madeleine Pagès, scorre via con l'acqua della Senna un'epoca felice ed irripetibile. Come Apollinaire molti poeti e scrittori, animati da entusiasmo patriottico e dal grano di follia militare interventista del futurismo, partono volontari: Genevoix, Dorgelès, Péguy, Alain-Fournier, Céline, Bernanos, Duhamel, Green, Pergaud, alcuni senza ritorno, ed anche il suo grande amico Blaise Cendrars, che perderà il braccio destro e scriverà con mancina oggettività della Prima Guerra Mondiale e di tutte le guerre passate e future la vera epigrafe finale in "J'ai tué", [ Ho ucciso ], 1918:

    Sfiderò l’ uomo. Il mio simile. Una scimmia. Occhio per occhio, dente per dente. A noi due ora. A colpi di pugno, a colpi di coltello. Senza pietà. Salto sul mio antagonista. Gli sferro un colpo terribile. La testa è quasi decapitata. Ho ucciso il crucco. Sono stato più sveglio e più rapido di lui. Più diretto. Ho colpito per primo. Ho il senso della realtà, io, poeta. Ho agito. Ho ucciso. Come quello che vuole vivere.
     
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