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Maggio il tulipano
Una leggenda orientale attribuisce l'origine del tulipano a una toccante storia d'amore. In un villaggio della Persia viveva un artigiano di tappeti che aveva una figlia di nome Ferhad. I tappeti dell'uomo erano così belli che molti mercanti venivano dalla capitale, Isfahan, per comprarli. Mentre erano al villaggio, i mercanti decantavano le magnificenze della città e Shirin, il giovane apprendista promesso sposo di Ferhad, ascoltava con attenzione. Shirin era molto ambizioso e quando venne a sapere che nella capitale cercavano artigiani, decise di partire, promettendo a Ferhad di tornare presto per farla sua sposa. Passò molto tempo e poiché Shirin non tornava, Ferhad sellò un cavallo e partì per andarlo a cercare. Viaggiò a lungo e quando vide la città all'orizzonte era così stremata che cadde da cavallo, slogandosi una caviglia. L'animale fuggì e Ferhad fu costretta a proseguire trascinandosi a carponi. Le pietre aguzze, tuttavia, le provocarono ferite mortali e lei non arrivò mai a Isfahan. Ma la terra, che bevve il suo sangue, generò grandi fiori rossi, a testimonianza del suo amore: i tulipani.
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TRADIZIONI, MITI E CURIOSITA' DEL MESE DI MAGGIO
Il Mese di Maggio è il quinto del calendario gregoriano. Il suo nome potrebbe derivare dall’antica divinità romana Maia, dea della fecondità e del risveglio della Natura in primavera. Il Primo Giorno di Maggio il dio Vulcano regalava a Maia una scrofa gravida in segno di fecondità. Maia era parte di un culto ancestrale della Madre Terra (Bona Dea) venerata dagli antichi abitanti del Lazio, legata alla fecondità e all’abbondanza. Tra la fine di Aprile e gli inizi di Maggio si venerava nell’Antica Roma un’altra dea, chiamata Flora , dea delle messi e della fioritura degli alberi da frutto, associata a Pomona, custode di orti e giardini.
Durante questi giorni di festa, si svolgevano i Ludi Floreales o Floralia, feste a base di danze, canti, spettacoli teatrali, giochi, libagioni a sfondo orgiastico. L’aspetto orgiastico e l’essenziale licenziosità di questa festa era in realtà un rito propiziatorio affinché la terra desse i suoi frutti in abbondanza. In seguito lo scrittore cristiano Lattanzio, per denigrare la religione romana e il carattere lascivo delle celebrazioni asserì che la dea Flora non fosse altro che una meretrice che aveva lasciato i suoi beni in eredità al popolo romano che per gratitudine istituì i Floralia. Maggio è un mese di grande ricchezza di fiori, colori, canti di uccelli e ronzare di insetti. Le tiepide serate consentono di godere all’aperto i profumi e i suoni della stagione primaverile. E’ il mese in cui iniziano a maturare i primi frutti, dalle ciliegie alle fragole, dalle albicocche alle nespole del Giappone.
Nell’orto si possono già cogliere fave, rucola, insalate novelle e ravanelli, mentre fioriscono pomodori, zucchine, peperoni, melanzane ed altro. Nei campi i cereali - grano, avena, orzo - hanno già spigato. E’ certo che per i più questo mese è uno tra i più belli dell’anno; tuttavia un pensiero va rivolto a tutti coloro che sfortunatamente soffrono di allergie legate ai pollini. Il primo Maggio è una festa molto importante nel calendario celtico e neopagano: segna l’inizio della seconda metà dell’anno, quella “luminosa”, in quanto i Celti dividevano l’anno solare in una parte luminosa e in una oscura. È la festività che si chiama Beltain o Beltane, che in gaelico significa letteralmente “fuoco luminoso”.
Beltane è anche il nome in gaelico irlandese del mese di Maggio ed in Irlanda è tradizionalmente considerato il primo giorno di primavera. Fonti gaeliche del X sec. affermano che i druidi accendevano dei falò sulla cima dei colli e che conducevano attraverso questi falò il bestiame del villaggio sia per purificarlo sia in segno di buon augurio. Anche le persone attraversavano i fuochi allo stesso scopo. L'usanza persistette attraverso i secoli e dopo la cristianizzazione (il popolo sostituì i druidi nell'accendere i fuochi) fino agli anni '50.
La celebrazione sopravvive ancora oggi in alcuni luoghi, dove principalmente le persone vengono fatte passare attraverso i fuochi. Nel Druidismo, Beltane indica una delle otto festività legate al ciclo delle stagioni. Nella Wicca Beltane o Beltaine indica uno degli otto sabbat, celebrato il primo maggio. Anche se la festività riprende alcuni aspetti della festa gaelica (come i falò), sembra più legata alla celebrazione germanica di Calendimaggio, sia per il significato di festa della fertilità che per i rituali (come la danza attorno ad un palo ornato di fiori e stringhe, di cui ogni danzatore tiene un'estremità).
Beltaine viene celebrato con una rappresentazione rituale dell’unione fra il Dio e la Dea che portano la rinascita nella natura. Il Calendimaggio o Cantar maggio, che trae il nome dal periodo in cui ha luogo, cioè l'inizio di maggio, è una festa stagionale che si tiene per festeggiare l'arrivo della primavera. Il Calendimaggio è una tradizione viva ancor oggi in molte regioni d'Italia come simbolo del ritorno alla vita e della rinascita: fra queste la Liguria, la Lombardia, l'Emilia Romagna, la Toscana, l'Umbria.
La funzione magico-propiziatoria di questo rito è spesso svolta durante una elemosina dove, in cambio di doni (tradizionalmente uova, vino, cibo o dolci), i Maggianti (o Maggerini) cantano strofe benauguranti agli abitanti delle case che visitano. Simbolo della rinascita primaverile sono gli alberi (ontano, maggiociondolo) che accompagnano i maggerini e i fiori (viole, rose) con cui i partecipanti si ornano e che vengono citati nelle strofe dei canti. In particolare la pianta dell'ontano, che cresce lungo i corsi d'acqua, è considerata il simbolo della vita ed è per questo che è spesso presente nel rituale. Si tratta di una celebrazione che risale ai Celti, etruschi e liguri, che celebravano in Beltaine l'arrivo della bella stagione, essendo questi popoli
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Maggio, tre poesie d’autore per i bambini
È però tempo di lavoretti anche per i bambini più piccoli con la preparazione di biglietti e decorazioni da realizzarsi a scuola e non mancano le poesie dedicate al mese di maggio, uno dei più amati da tutti per il suo clima mite e la bellezza dei colori della natura. Vediamo tre poesie dedicate a maggio tutte da imparare e da recitare.
Vi proponiamo, Canzoncina di maggio di Ugo Ghiron, Maggiolata di Giosuè Carducci, È maggio di Giovanni Pascoli.
Maggiolata di Giosuè Carducci
Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel gli augelli;
le donne han nei capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli, prati e monti,
di fior tutto è una trama:
canta, germoglia ed ama
l’acqua, la terra, il ciel.
Canzoncina di maggio di Ugo Ghiron
“Dolce maggio, maggio d’oro”
canta il coro
degli snelli
passeretti e dei fringuelli
fra le fronde.
“Maggio, maggio benedetto!”
su dal cielo,
da ogni tetto,
gaio il coro
delle rondini risponde.
È maggio di Giovanni Pascoli
A maggio non basta un fiore.
Ho visto una primula: è poco.
Vuol nel prato le prataiole:
è poco: vuole nel bosco il croco.
E’ poco: vuole le viole; le bocche
di leone vuole e le stelline dell’odore.
Non basta il melo, il pesco, il pero.
Se manca uno, non c’è nessuno.
E’quando è in fiore il muro nero
è quando è in fiore lo stagno bruno,
è quando fa le rose il pruno,
è maggio quando tutto è in fiore..