Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

i mesi dell'anno - NOVEMBRE

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    TRADIZIONI E CURIOSITA' DEL MESE DI NOVEMBRE

    novembre

    Penultimo mese dell'anno secondo il calendario gregoriano, deve il suo nome al fatto che nell'antica Roma, prima della riforma di Giulio Cesare, era il nono mese dell'anno che iniziava con il mese di Marzo. Novembre è il mese della pienezza autunnale, piovoso (almeno un tempo), con le piante che definitivamente si spogliano del loro fogliame; con le prime brinate mattutine è foriero della stagione invernale che inizia il mese successivo. A Novembre finisce l'annata agraria, in questo mese tradizionalmente si fa il rendiconto dei raccolti e ancor oggi in molte parti si pagano i fitti agrari e si fanno le parti dei beni agricoli dove ancora esiste il rapporto di mezzadria.

    Nella nostra tradizione Novembre è ricordato come il mese della rievocazione dei defunti, ricorrenza questa che risale a tradizioni precristiane che la chiesa ha semplicemente fatto proprie "cristianizzando" antiche feste “pagane”, presenti in tutte le culture italiche ed europee. Queste celebrazioni legate al capodanno agrario e a culti ancestrali dei morti sono state ricondotte nell'ambito religioso salvaguardando solo la data e - parzialmente - il significato. Così il Capodanno Celtico è divenuto la festa di Ognissanti e il giorno successivo, 2 novembre, il giorno della Commemorazione dei defunti. Questa purtroppo è la storia, quel che è certo è che i primi giorni di novembre hanno conservato aspetti che riportano a un antico capodanno; piccole tracce si possono ancora trovare nell’usanza delle strenne che in quei giorni ci si scambia in varie parti d’Italia.

    La stessa "festa di halloween", rispolverata negli ultimi anni, vituperata dalla chiesa e che i più credono di origine statunitense, altro non è che una ricorrenza legata al culto dei morti, la tradizione della zucca intagliata a forma di teschio e illuminata da una candela che viene posta sulla porta di casa per spaventare i defunti che nella notte magica tra il 31 Ottobre e il 1° Novembre tornerebbero sulla terra era diffusa in Italia dal Friuli al Veneto, al Piemonte, passando per la Romagna, le Marche e raggiungendo il Sannio , sin dalla notte dei tempi…altro che festa di importazione! In quella notte si credeva che il mondo dei morti e quello dei vivi venissero in contatto, e che fosse possibile per i morti tornare sulla terra ma anche per i vivi passare nel regno dell'oltretomba.

    La notte tra il 31 Ottobre e il 1 Novembre si celebra una tra le festività più importanti del calendario celtico e neopagano: Samhain, che segna l’inizio della ruota dell’anno. Samhain è termine gaelico che sta ad indicare appunto la stagione invernale, e nel gaelico irlandese è proprio il nome del mese di novembre. È una festività importantissima perché segna non solo l’inizio della seconda parte dell’anno celtico, cioè l’inverno, ma in epoche più antiche segnava anche l’inizio dell’anno agricolo. Era la festa dell’ultimo raccolto e della preparazione delle provviste per l’inverno nelle società rurali.

    Questa è la notte più magica dell’anno: il velo che separa il mondo invisibile – il Tir na n'Og dei Celti - da quello visibile si alza e permette al mondo dei morti di comunicare con quello dei vivi. Secondo la tradizione celtica i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del Cristianesimo. Infine, dal punto di vista dell'ordine cosmico, il sorgere delle Pleiadi, le stelle dell'inverno, segna la supremazia della notte sul giorno. Quando i Romani entrarono in contatto coi Celti, identificarono Samhain con la loro festa dei morti (Lemuria) che era però celebrata nei giorni attorno al 13 maggio. Con la cristianizzazione venne istituita la festa di Ognissanti (1 novembre), mentre il 2 novembre si celebra il Giorno dei morti. Attualmente nei paesi di cultura anglossassone si celebra invece la festa di Halloween, e anche da noi ultimamente. Come quasi tutto ormai in questo nostro mondo moderno, si è trasformata nell’ennesima macchina per fare soldi.

    Halloween è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra il 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween. I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui forse l'usanza del trick-or-treat.

    Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti. Da qui forse la tradizione di travestirsi da streghe, zombie, fantasmi e vampiri. Simbolo di Halloween è la zucca intagliata con una candela accesa all'interno. Questa usanza nasce dall'idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi; è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti.

    Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che nei tempi più remoti venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, oggi si pensa che queste vaghino nell'oscurità della notte per rivendicare la loro morte (abbigliate in maniera più o meno orrenda) e ne approfittano per usare il loro potere ad Halloween, quando quest'ultimo aumenta in misura maggiore rispetto alla loro normale paranormalità.

    L'usanza è tipicamente statunitense, ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l'uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del Piemonte, della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell'Emilia-Romagna, dell'alto Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di zozzo. Anche in varie località della Sardegna nella notte della Commemorazione dei Defunti si incidono le zucche e all' interno viene accesa una candela, in altri paesi si svolge il rito delle "Is Animeddas" (Le Streghe), del "Su bene 'e is animas", o del “su mortu mortu”, dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni.

    fonte:http://www.ecocastelli.it



    NOVEMBRE TRA TRADIZIONI ANTICHE E MODERNE


    tir_na_nog

    Penultimo mese dell'anno secondo il calendario gregoriano, deve il suo nome al fatto che nell'antica Roma, prima della riforma di Giulio Cesare, era il nono mese dell'anno che iniziava - ricordiamo - con il mese di Marzo. Novembre è il mese della pienezza autunnale, piovoso (almeno un tempo), con le piante che definitivamente si spogliano del loro fogliame; con le prime brinate mattutine è foriero della stagione invernale che inizia il mese successivo. A Novembre finisce l'annata agraria - in questo mese tradizionalmente si fa il rendiconto dei raccolti e ancor oggi in molte parti si pagano i fitti agrari e si fanno le parti dei beni agricoli dove ancora esiste il rapporto di mezzadria. Nella nostra tradizione Novembre è ricordato come il mese della rievocazione dei defunti, ricorrenza questa che risale a tradizioni precristiane che la chiesa ha semplicemente fatto proprie "cristianizzando" antiche feste “pagane”, presenti in tutte le culture italiche ed europee. Queste celebrazioni legate al capodanno agrario e a culti ancestrali dei morti sono state ricondotte nell'ambito religioso salvaguardando solo la data e - parzialmente - il significato. Così il Capodanno Celtico è divenuto la festa di Ognissanti e il giorno successivo, 2 novembre, il giorno della Commemorazione dei defunti.
    Questa è la storia; quel che è certo è che i primi giorni di novembre hanno conservato aspetti che riportano a un antico capodanno; piccole tracce si possono ancora trovare nell’usanza delle strenne che in quei giorni ci si scambia in varie parti d’Italia.



    Per quanto riguarda il calendario celtico e neopagano, nella notte tra il 31 Ottobre e il 1 Novembre si celebra una tra le festività più importanti: Samhain, che segna l’inizio della ruota dell’anno. Samhain è termine gaelico che sta ad indicare appunto la stagione invernale, e nel gaelico irlandese è proprio il nome del mese di novembre. È una festività importantissima perché segna non solo l’inizio della seconda parte dell’anno celtico, cioè l’inverno, ma in epoche più antiche segnava anche l’inizio dell’anno agricolo. Era la festa dell’ultimo raccolto e della preparazione delle provviste per l’inverno nelle società rurali. Questa è la notte più magica dell’anno: il velo che separa il mondo invisibile – il Tir na n'Og dei Celti - da quello visibile si alza e permette al mondo dei morti di comunicare con quello dei vivi. Secondo la tradizione celtica i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del Cristianesimo.



    Infine, dal punto di vista dell'ordine cosmico, il sorgere delle Plediadi, le stelle dell'inverno, segna la supremazia della notte sul giorno. Quando i Romani entrarono in contatto coi Celti, identificarono Samhain con la loro festa dei morti (Lemuria) che era però celebrata nei giorni attorno al 13 maggio. Con la cristianizzazione venne istituita la festa di Ognissanti (1 novembre), mentre il 2 novembre si celebra il giorno dei morti. Attualmente nei paesi di cultura anglossassone si celebra invece la festa di Halloween, e anche da noi ultimamente. Come quasi tutto ormai in questo nostro mondo moderno, si è trasformata nell’ennesima macchina per fare soldi. Halloween è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese che si celebra il 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.



    I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui forse l'usanza del trick-or-treat. Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti. Da qui forse la tradizione di travestirsi da streghe, zombie, fantasmi e vampiri. Simbolo di Halloween è la zucca intagliata con una candela accesa all'interno. Questa usanza nasce dall'idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi; è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti.


    Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che nei tempi più remoti venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, oggi si pensa che queste vaghino nell'oscurità della notte per rivendicare la loro morte (abbigliate in maniera più o meno orrenda) e ne approfittano per usare il loro potere ad Halloween, quando quest'ultimo aumenta in misura maggiore rispetto alla loro normale paranormalità. L'usanza è tipicamente statunitense, ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l'uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del Piemonte, della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell'Emilia-Romagna, dell'alto Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di zozzo. Anche in varie località della Sardegna nella notte della Commemorazione dei Defunti si incidono le zucche e all' interno viene accesa una candela, in altri paesi si svolge il rito delle "Is Animeddas" (Le Streghe), del "Su bene 'e is animas", o del “su mortu mortu”, dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni.



    In questi mesi in campagna i lavori agricoli sono fermi, si raccolgono gli ultimi frutti e negli orti rimangono solo le colture invernali. Possiamo trovare tra la frutta di stagione mandarini, arance, mele, pere, caki, nespole, sorbe, le ultime castagne, mentre tra le verdure cicorie e radicchi, finocchi, cavoli, verze, puntarelle e cime di rapa. Oggigiorno, in una società dove tutto è disponibile, abbiamo perso il piacere di certi sapori e di certi piatti che erano un tempo solo stagionali come zuppe di cereali o di legumi, minestroni, mele e pere cotte. Proviamo a ritrovarli a tavola, in occasione di date speciali come il giorno del solstizio, magari cenando a lume di candela per auspicare il ritorno della luce nella notte più lunga dell'anno.



    fonte:http://www.ecocastelli.it/

     
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    Festa degli alberi-21 novembre!!!


    arbordayRosa-Taormina-Albero

    Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo....

    La festa degli alberi rappresenta una delle più antiche e gloriose cerimonie forestali che la tradizione nazionale eredita da culture lontane nel tempo e nello spazio. Infatti presso i Greci e gli antichi popoli orientali era molto diffusa l'usanza di celebrare feste in occasione della piantagione di alberi. Fin dai tempi più antichi all'albero ed ai boschi veniva attribuita una grande importanza e già nella primissima epoca romana gli alberi erano classificati in olimpici, monumentali, divinizzanti, eroici, ferali, felici, infausti, mentre i boschi erano suddivisi in sacri, divinizzanti e profani.
    Le popolazioni celtiche e i romani, con le loro usanze ed i loro culti, precorsero l'odierna "Festa dell'Albero"; questi infatti erano tutelati e conservati anche per motivi legati alla religione ed era consuetudine consacrare i boschi al culto delle divinità dell'epoca.
    Numerosi sono i documenti del passato che testimoniano quanto diffuso fosse l'impianto di nuove piantine in occasione di feste, ricorrenze ed avvenimenti. La più grande festa silvana in epoca romana era la "Festa Lucaria" che cadeva il 19 luglio, nel corso della quale, oltre ai riti propiziatori si festeggiavano le particelle di bosco impiantate nei mesi precedenti.
    Numerosi erano inoltre i numi e i geni tutelari dei boschi e delle selve come Silvano che veniva rappresentato in procinto di collocare a dimora una piantina di cipresso.

    ArborDay1

    In epoca moderna la necessità di educare la popolazione al rispetto ed all'amore degli alberi anche attraverso una celebrazione si concretizzò per la prima volta in alcuni stati del Nord America intorno alla seconda metà dell'Ottocento quando, in conseguenza di spaventose inondazioni, larga parte del territorio fu colpita da disastrosi disboscamenti. Per questo motivo, nel 1872, il Governatore dello Stato del Nebraska, Sterling Morton, pensò di dedicare un giorno all'anno alla piantagione di alberi per creare una coscienza ecologica nella popolazione e per accrescere, così, anche il patrimonio forestale del proprio paese. Lo stesso anno venne istituito il primo parco naturale del mondo, quello di Yellowstone. Nella prima edizione pare che furono piantati un milione di alberi in tutti gli Stati Uniti. Quel giorno fu chiamato Arbor day e la sua risonanza giunse anche in Europa dove trovò molti estimatori che diffusero l'iniziativa.

    In Italia la festa degli alberi è arrivata alla fine dell’Ottocento e, pur avendo conosciuto periodi di maggiore o minore fortuna, viene tuttora celebrata e, alla luce delle grandi questioni ambientali, tende ad assumere significati sempre più rilevanti.


    La prima "Festa dell'albero" fu celebrata nel 1898 per iniziativa dallo statista Guido Baccelli, quando ricopriva la carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Nella legge forestale del 1923, essa fu istituzionalizzata nell'art. 104 che recita: "E' istituita la Festa degli alberi. Essa sarà celebrata ogni anno nelle forme che saranno stabilite di accordo fra i Ministri dell'Economia Nazionale e dell'Istruzione Pubblica" con lo scopo di infondere nei giovani il rispetto e l'amore per la natura e per la difesa degli alberi.
    Nel 1951 una circolare del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la "Festa degli alberi" si dovesse svolgere il 21 Novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna.

    La celebrazione si è svolta con regolarità e con rilevanza nazionale fino al 1979; successivamente è stata delegata alle Regioni che hanno provveduto e provvedono localmente ad organizzare gli eventi celebrativi.
    La "Festa degli Alberi", oggi, mantiene inalterato il valore delle sue finalità istitutive che sono ancor più attuali di un secolo fa e rappresenta un importante strumento per creare una sana coscienza ecologica nelle generazioni future che si troveranno ad affrontare problemi ed emergenze ambientali sempre nuovi e su scala globale.
    arbordayFran_De_Martino
    L'albero oggi non è più sentito dal cittadino moderno come elemento fondamentale per la vita, in quanto fonte di energia calorica o elemento strutturale indispensabile per le abitazioni e la formazione degli attrezzi ; e non è nemmeno più sentito come un elemento decorativo, edonistico, capace di valorizzare lo status sociale legato ad una gratificazione data dal piacere di possedere un oggetto "vivente".
    All'indomani dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto, i vegetali e gli alberi, in quanto contribuiscono a ridurre i gas serra, tornano nuovamente ad essere alleati strategici dell'uomo per garantirgli la sopravvivenza sul pianeta Terra.

    arborday4


    Negli ultimi decenni del secolo scorso è valsa l'assunzione che maggiore informazione equivale a comportamenti più responsabili, e quindi educare implica sensibilizzare. Alcuni passaggi storici fondamentali, in questo senso, sono:


    - (1972, conferenza ONU di Stoccolma) si parla di educazione sui problemi ambientali, essenziale per aumentare nella collettività il senso di responsabilità per la protezione dell'ambiente;

    - (Conferenza UNESCO di Belgrado, 1975) l'educazione ambientale serve per formare una popolazione cosciente e preoccupata dell'ambiente[...];

    - (UNESCO, dichiarazione di Tblisi, 1977) utilizzando le scoperte scientifiche e tecnologiche (...) l'Educazione deve creare comportamenti positivi nei confronti dell'Ambiente;


    - (1992, conferenza di Rio, Agenda21) L'educazione riveste notevole importanza per la promozione di uno sviluppo sostenibile e migliorare la capacità degli individui ad interessarsi ai problemi dell'ambiente e dello sviluppo;

    - (O.N.U. 1992) L'educazione (...) è essenziale per formare una coscienza informata (...) negli atteggiamenti e nelle competenze necessarie per uno sviluppo sostenibile;

    - (dichiarazione di Salonicco, UNESCO 1997) l'E.A. contribuisce a ricostruire il senso di identità e le radici di appartenenza(...) creando anche un rapporto affettivo tra persone, comunità e territorio;


    - (art. 7 della Carta dei Principi dell’educazione ambientale approvata al convegno di Fiuggi, comitato interministeriale di indirizzo e coordinamento, aprile 1997) l’E.A. non può essere una nuova materia d’insegnamento, non può essere circoscritta al solo tempo scolastico, ma deve contribuire a ricostruire il senso di identità e le radici di appartenenza, dei singoli e dei gruppi, a sviluppare il senso civico e di responsabilità verso la res pubblica, a diffondere la cultura della partecipazione e della cura per la qualità del proprio ambiente, creando anche un rapporto affettivo tra le persone, la comunità ed il territorio;



    - Definizione di Intelligenza Ecologica: si riferisce alla nostra capacità collettiva di comprendere l’impatto umano sugli ecosistemi e di agire in modo da riattivarli e minimizzare questo impatto (Daniel Goleman, psicologo statunitense autore di ricerche sull'intelligenza emotiva e l'intelligenza sociale, e che ha coniato questo termine per definire quella che, dal suo punto di vista, è una prossima tappa nell'evoluzione del cervello umano, Intelligenza ecologica, 2009).

    Il Decalogo dell'Albero.


    1 - Osserva l’albero, testimone della memoria.
    L’albero antico custodisce in sè le radici della storia e può narrare le vicende più remote. Nessun altro essere vivente eguaglia lontanamente la sua età: che in qualche caso, come quello del Pino longevo della California, detto Matusalemme, può aggirarsi intorno ai 5.000 anni.
    2 - Onora l’albero, padre della spiritualità.
    Presso tutti i popoli semplici e primitivi l’albero è sacro, e come narra Plinio il Vecchio “le foreste furono i templi delle divinità”. Ed infatti le prime colonne di questi templi non erano costruite da blocchi di marmo, ma da autentici tronchi giganteschi di Cipresso di Creta e di Cedro del Libano.


    3 - Rispetta l’albero, radice dei miti.
    Nei tempi più remoti, si credeva che l’origine del mondo fosse collegata all'albero cosmico, un albero straordinario ed immenso, con chioma espansa e forte, che costituiva l’asse dell’Universo ed univa il mondo degli abissi sotterranei, esplorati da radici possenti, al cielo più alto e alla stessa divinità.
    Ancor oggi molti popoli primitivi, come gli indios amazzonici, ritengono che i grandi alberi della foresta tropicale pluviale sostengano la volta celeste, e che il cielo crollerà il giorno in cui questi alberi verranno abbattuti.


    4 - Ammira l’albero, fonte di ispirazione.
    Dalla contemplazione dello splendore e della varietà degli alberi scaturisce la scoperta e l’apprezzamento per l’armonia e la bellezza del mondo. Ogni albero racchiude una storia, un mistero, una sorpresa per la mente e il cuore dell’uomo che sappia penetrare oltre la sua scorza. Ed offre equilibrio e creatività a quanti si avvicinino ad esso con occhio giovane, libero e aperto.
    5 - Conserva l’albero, casa degli animali.
    L’albero è anche l’insostituibile dimora segreta per mille creature di tutte le specie, animali grandi e piccoli, familiari e sconosciuti, che vi trovano cibo, tana e rifugio.
    Soprattutto i grandi alberi plurisecolari, nella fase finale del loro ciclo vitale, e lo stesso legno morto che ne deriva, offrono l’ambiente ideale per la riproduzione di una biodiversità tanto rara, quanto ricca e preziosa, essenziale per il funzionamento e la stabilità degli ecosistemi.


    6 - Tutela l’albero, custode del suolo.
    Un grande albero sano, in un bosco ben conservato, può assorbire con la sua chioma metà della pioggia, restituendo poi gradualmente l’acqua raccolta, sotto forma di vapore acqueo. Ma anche la pioggia che raggiunge e penetra il suolo vi arriva sapientemente dosata e smorzata, senza quella terribile forza dinamica di erosione che, sui suoli denudati, ha creato nel nostro Paese la piaga di frane, alluvioni, smottamenti e dissesto idrogeologico.

    7 - Proteggi l’albero, sorgente di forza e di vita.
    Ogni albero sprigiona colori inarrivabili, suoni indecifrabili e profumi sconosciuti in ogni ora del giorno e della notte, e nelle varie stagioni. Ed anche dopo la morte, i rami caduti, i tronchi in disfacimento e i ceppi marcescenti offrono asilo e nutrimento alla più varia, ricca e preziosa microfauna e microflora: una straordinaria comunità vivente, dalla quale dipendono la fertilità del suolo e gli equilibri dell’ecosistema.

    8 - Difendi l’albero, purificatore dell’aria.
    Un albero grande e bello costituisce un patrimonio insostituibile: tagliarlo quando è maturo, sostituendolo con un giovane germoglio, non garantisce affatto la compensazione di tutti i servizi ecologici perduti. La superficie fogliare di un albero appena piantato è infatti di circa un metro quadrato, vale a dire oltre mille volte inferiore a quella d’un albero adulto.


    9 - Apprezza l’albero, sorgente di benessere e di felicità.
    L’albero offre generosamente molti ecoservizi inestimabili per l’umanità, tra cui in primo luogo un’efficace azione di climatizzazione soprattutto nei periodi più caldi ed afosi, donando ombra fresca e ristoro, riducendo la temperatura ed aumentando l’umidità. Lo stesso albero può inoltre smorzare fino a metà la velocità del vento, attenuando sensibilmente anche tutti i fastidiosi rumori circostanti.

    10 - Godi dell’albero e dei suoi doni preziosi.
    L’albero può offrire risorse materiali inestimabili – legno, rami e fogliame, frutti, bacche e radici – ricche di utilità molteplici per la vita dell’uomo: da sfruttare però con misura e saggezza, raccogliendo sì i frutti e le altre risorse rinnovabili, ma senza mai impoverire né intaccare il basilare patrimonio che le produce.

    arborday5

    Decalogo degli alberi - Festa degli alberi Sardegna 1959

    1 - Ama e salva da ogni cagion di danno l’albero e la foresta

    2 - Ricorda che i boschi sono la maggiore ricchezza della montagna, presidio e salute del piano, espressione mirabile della natura.

    3 - Ricorda che il disboscamento, segno di ignoranza, nuoce alla Patria e la sminuisce all'estero.

    4 - Non dimenticare che l’Italia, in pace e ancor più in guerra abbisogna di legname, mentre ora paga un tributo non, lieve allo straniero anche per questo indispensabile prodotto.

    5- Insegna al montanaro che l’amore del luogo natio non si concilia con la rovina dei boschi.

    6 - Adoperati perché ogni anno si affidino alla tua terra con sacra cura poche o molte piantine per celebrare la “Festa nazionale dell’albero”.

    7- Migliora, senza estenderli a danno del bosco, i prati e i pascoli montani.

    8 - Riconosci che la pastorizia, tanto utile, riesce dannosa al monte se male esercitata.

    9 - Rammenta sempre e ovunque che la capra è indice di miseria e di economia silvana primitiva.

    10 - Risuscita l’antica e gloriosa coscienza forestale, coopera con i tecnici al provvido apostolato, ammaestra chi deve osservare le patrie leggi, a tutela del bosco e del monte.




    Un albero di medie dimensioni dà l’ossigeno necessario per trenta uomini.



    Un albero è un campo di energie elettromagnetiche potentissime.

    Un albero , come tutto ciò che ci circonda, fa parte della nostra vita. Perciò puoi rispettarlo.

    Fra le continue meraviglie della natura
    l'albero è forse la meraviglia
    che si avvicina di più a quella dell'uomo...

    Fonti:
    ibc.regione.emilia-romagna.it
    giornatadeglialberi.it
    sardegnaambiente.it
    comitatoparchi.it
    corpoforestale.it
    legambiente.it

     
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    Proverbi sul mese di novembre. Se di novembre non avrai arato tutto l'anno sarà tribolato. Se di novembre tuona, l'annata sarà buona. Novembre bagnato, in aprile fieno al prato.


    novembre-proverbi

    Se di novembre non avrai arato tutto l’anno sarà tribolato.

    Se di novembre tuona, l’annata sarà buona.

    Novembre bagnato, in aprile fieno al prato.

    Novembre gelato, addio seminato.

    Novembre va in montagna e abbacchia la castagna.

    Per i Santi cappotto e guanti.

    Prima o dopo i morti la burrasca è alle porte.

    A Ognissanti, manicotto e guanti.

    A San Martino (11 novembre) ogni mosto è vino.

    A San Martino si lascia l’acqua e si beve il vino.

    Per San Martino cadon le foglie e si spilla il vino.

    Per San Martino si mangia la castagna e si beve il buon vino.

    Oca, castagna e vino per festeggiare San Martino.

    A San Martino si sposa la figlia del contadino.

    Da San Martino l’inverno è in cammino.

    L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino.

    Chi vuol far buon vino zappi e poti a san Martino.

    Per san Martino si spilla il botticino.

    Per San Renato (12 novembre) stura la botte anche il curato.

    Per San Frediano (18 novembre) si semina a piena mano.

    Per San Frediano la neve al monte e al piano.

    Per Santa Caterina (25 novembre), la neve alla collina.

    Per Santa Caterina la neve si avvicina.

    Per Santa Caterina (25 novembre) prepara la fascina.

    Per Sant’Andrea (30 novembre) ti levi da pranzo e ti metti a cena.
     
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