Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

"Commiato" di Ungaretti.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Analisi di Ungaretti, Commiato (Baldi)
    Tratto dal volume Dal testo alla storia. Dalla storia al testo, Paravia, volume III, tomo 2/b, pp. 774 ss.

    di Baldi-Giusso-Razetti-Zaccaria

    Gentile
    Ettore Serra
    poesia
    è il mondo l'umanità
    la propria vita
    fioriti dalla parola
    la limpida meraviglia
    di un delirante fermento

    Quando trovo
    in questo mio silenzio
    una parola
    scavata è nella mia vita
    come un abisso


    Anche questa poesia contiene indicazioni essenziali di poetica, ricollegandosi per molti aspetti al Porto sepolto. La dedica all'amico, considerato da Ungaretti come una parte di sé, appare fusa nel contesto, quasi una testimonianza di gentilezza e d'affetto che si collega intimamente all'idea stessa di poesia. Nella definizione che segue, la «poesia» (v. 3) coincide con l'intera e più gioiosa dimensione dell'esistenza (dagli elementi naturali alla persona), che la «parola» può fare sbocciare e fiorire. Essa è «la limpida meraviglia» (il sintagma congiunge l'effetto di nitido chiarore allo stupore), che nasce tuttavia da «un delirante fermento», ossia da un magma confuso e incandescente. In quest'antitesi il primo termine sembra riferirsi al piano della pura forma e dell'idea, il secondo alla materia grezza e contingente da cui deriva l'ispirazione.
    Dalla poesia in generale Ungaretti passa, nella seconda strofa, alla "sua" poesia: la «propria vita» diventa la «mia vita», con l'uso del possessivo sottolineato dalla marcata corrispondenza, al v. 10, di «mio silenzio» (rafforzato dal dimostrativo «questo»). Dai versi precedenti Ungaretti riprende anche il termine «parola», al quale attribuiva un significato del tutto particolare, opponendolo a «vocabolo»: «Ho sempre distinto tra vocabolo e parola e credo che la distinzione sia del Leopardi. Trovare una parola significa penetrare nel buio abissale di sé senza turbarne né riuscire a conoscerne il segreto».
    Con l'articolo indeterminativo («una parola»), il termine occupa il verso centrale della strofa, isolato e quasi avvolto dal «silenzio» che lo precede, ritenuto condizione indispensabile per la nascita della stessa poesia, in un costante rapporto fra presenza e assenza. Ma tutti i termini con cui si chiudono questi versi hanno una particolare rilevanza semantica: il verbo «trovo» allude al significato di una miracolosa scoperta; il sostantivo «vita» si riferisce alle radici esistenziali profonde di questa esperienza, che è anche faticosa e sofferta esplorazione sotterranea (il participio «scavata» ricorda il «penetrata» di Veglia, v. 10); l'«abisso», infine, corrisponde al «porto sepolto», come sorgente di un mistero sconosciuto e insondato, che la poesia può sfiorare senza riuscire ad esaurirlo.






    Note al testo:


    Ettore Serra: è un ufficiale conosciuto al fronte, che diventa amico di Ungaretti e che patrocina, nel 1916, la pubblicazione de "Il Porto Sepolto". Scriverà il poeta, vent’anni dopo: "Parlare di Ettore Serra è un po’ parlare di me".

    Delirante fermento: letteralmente un fermento è una sostanza organica prodotta da cellule viventi, capace di provocare reazioni chimiche di fermentazione; qui il poeta intende dire che la poesia è il prodotto sorprendente di un processo a catena, che esprime l’agitazione e l’inquietudine proprie di chi delira, farnetica, vaneggia.

    Struttura:

    La lirica è costituita da versi liberi raggruppati in due strofe. Manca la punteggiatura; l’assenza di segni di interpunzione, in questo caso, rende particolarmente pregnante la definizione di poesia con quell’accostamento de il mondo l’umanità la propria vita senza soluzione di continuità. Solo dopo lo spazio bianco, che separa le due strofe, compare la lettera maiuscola. Gli ultimi cinque versi esprimono il senso del lavoro del poeta, quasi in forma di sentenza.

    Temi:

    La lirica "Commiato" chiude la prima edizione de "Il porto Sepolto" con il titolo di "Poesia", come è già stato ricordato altrove, e contiene indicazioni essenziali per capire la poetica di Ungaretti.

    Prima strofa: la dedica all’amico Ettore Serra, considerato da Ungaretti come una parte di sé, è significativa, perché, fin dall’esordio, il concetto di poesia appare strettamente connesso con l’amicizia, con la gentilezza, con la sfera degli affetti. Segue alla dedica una definizione universale di "poesia": l’idea e il valore della poesia consistono, per Ungaretti, nell’"umanità", nell’esistenza nella sua pienezza; la "parola" può fare sbocciare, fiorire la vita. Essa è "la limpida meraviglia" (chiarore e stupore insieme), che nasce da "un delirante fermento", cioè dall’inquietudine interiore, che provoca reazioni imprevedibili. Limpida meraviglia e delirante fermento sembrano rimandare l’una alla forma poetica nella sua compiutezza illuminante, l’altro all’entroterra esistenziale, un magma confuso e incandescente, dal quale deriva l’ispirazione del poeta.

    Seconda strofa: da una definizione della poesia, in generale, Ungaretti passa ad una presentazione della "sua" poesia. L’uso dei pronomi possessivi è emblematico: "mio silenzio", "mia vita". Anche la "parola" diventa "una parola", la "sua" parola poetica: "una parola" occupa, non a caso, il verso centrale della strofa, tra il "silenzio" evocato dai primi due versi e l’"abisso" evocato negli ultimi due.

    In cosa consiste dunque il significato della "sua" poesia per il poeta?

    Consiste in una miracolosa scoperta, in un’operazione di scavo. E’ una faticosa e sofferta esplorazione sotterranea nell’"abisso", l’abisso de "Il Porto Sepolto" (la prima lirica della raccolta, mentre "Commiato" è l’ultima). In questo abisso insondabile e misterioso, l’abisso di sé, il poeta sfiora per un attimo il mistero, è vicino ad una verità e…continua a cercare.

    "Ho sempre distinto tra vocabolo e parola e credo che la distinzione sia del Leopardi. Trovare una parola significa penetrare nel buio abissale di sé senza turbarne né riuscire a conoscerne il segreto".

    Giuseppe Ungaretti

     
    Top
    .
0 replies since 22/5/2012, 17:34   717 views
  Share  
.