Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Parafrasi e considerazioni-" l'automobile da corsa" di Marinetti

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  1. Lussy60
     
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    Parafrasi e considerazioni-" l'automobile da corsa" di Marinetti

    Veemente dio d'una razza d'acciaio,
    Automobile ebbra di spazio,
    che scalpiti e fremi d'angoscia
    rodendo il morso con striduli denti...
    Formidabile mostro giapponese,
    dagli occhi di fucina,
    nutrito di fiamma
    e d'oli minerali,
    avido d'orizzonti, di prede siderali...
    Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
    scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
    per la danza che tu sai danzare
    via per le bianche strade di tutto il mondo!...
    Allento finalmente
    le tue metalliche redini,
    e tu con voluttà ti slanci
    nell'Infinito liberatore!
    All'abbaiare della tua grande voce
    ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
    accelerando il suo sanguinolento
    palpito, all'orizzonte...
    Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù...

    Che importa, mio démone bello?
    Io sono in tua balìa!...Prendimi!... Prendimi!...
    Sulla terra assordata, benché tutta vibri
    d'echi loquaci;
    sotto il cielo acciecato, benché folto di stelle,
    io vado esasperando la mia febbre
    ed il mio desiderio,
    scudisciandoli a gran colpi di spada.
    E a quando a quando alzo il capo
    per sentirmi sul collo
    in soffice stretta le braccia
    folli del vento, vellutate e freschissime...

    Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
    che mi attirano, e il vento
    non è che il tuo alito d'abisso,
    o Infinito senza fondo che con gioia m'assorbi!...
    Ah! ah! vedo a un tratto mulini
    neri, dinoccolati,
    che sembran correr su l'ali
    di tela vertebrata
    come su gambe prolisse...

    Ora le montegne già stanno per gettare
    sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
    là, a quel sinistro svolto...
    Montagne! Mammut in mostruosa mandra,
    che pesanti trottate, inarcando
    le vostre immense groppe,
    eccovi superate, eccovi avvolte
    dalla grigia matassa delle nebbie!...
    E odo il vago echeggiante rumore
    che sulle strade stampano
    i favolosi stivali da sette leghe
    dei vostri piedi colossali...

    O montagne dai freschi mantelli turchini!...
    O bei fiumi che respirate
    beatamente al chiaro di luna!
    O tenebrose pianure!... Io vi sorpasso a galoppo!...
    Su questo mio mostro impazzito!...
    Stelle! mie stelle! l'udite
    il precipitar dei suoi passi?...
    Udite voi la sua voce, cui la collera spacca...
    la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia...
    e il tuonar de' suoi ferrei polmoni
    crrrrollanti a prrrrecipizio
    interrrrrminabilmente?...
    Accetto la sfida, o mie stelle!...
    Più presto!...Ancora più presto!...
    E senza posa, né riposo!...
    Molla i freni! Non puoi?
    Schiàntali, dunque,
    che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!

    Urrà! Non più contatti con questa terra immonda!
    Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
    sull'inebriante fiume degli astri
    che si gonfia in piena nel gran letto celeste!

    -CONSIDERAZIONI

    Nell’Ode all’automobile da corsa del Marinetti del 1905 troviamo espresso l’entusiasmo per l’automobile, di cui propongo l’onomatopeico inizio e qualche verso successivo:

    Veemente dio d’una razza d’acciaio,
    Automobile ebbrrra di spazio,
    che scalpiti e frrremi d’angoscia
    rodendo il morso con striduli denti…
    scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
    per la danza che tu sai danzare
    via per le bianche strade di tutto il mondo

    Poi il pilota, durante la corsa verso spazi infiniti, sotto il cielo accecato, benché folto di stelle, entra in simbiosi con la sua automobile, da cui si fa beatamente dominare:

    Io sono in tua balìa!…Prrendimi!…Prrrendimi!…

    Montagne, fiumi, pianure vengono sorpassate a galoppo su quel mostro impazzito che è appunto l’automobile, lontano dalla terra immonda, in volo sull’inebriante fiume degli astri. E’ percepibile la mitologia del superuomo, topos che ha trovato nell’epoca terreno fertile e che era in sintonia con i nuovi mezzi di trasporto, impegnativi in fatto di coraggio e di sfida del pericolo.
    Un accenno alla pittura futurista: l’ode di Marinetti troverà, qualche anno più tardi, un celebre corrispettivo figurativo nell’Automobile da corsa di Giacomo Balla (1871-1958), corsa rappresentata dalle ruote sdoppiate, spirali che suggeriscono la progressione e le onde del moto, l’idea sintetica della velocità.

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