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Bronzi di Riace: chi ha rubato il terzo uomo?
Ecco i documenti e le foto che dimostrano il furto dei «corredi» - scudo, lance ed elmi - delle due statue greche più famose del mondo. E anche l'esistenza di un loro «fratello» (su Vanity Fair in edicola trovate l'inchiesta completa)
la denuncia di scoperta dei Bronzi di Riace presentata dal turista romano Stefano Mariottini alla Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria il 17 agosto 1972. Nel documento si parla di un «gruppo di statue» e si descrive un «guerriero» diverso da quelli esposti a Reggio Calabria. Si parla anche della presenza di uno scudo
Le due statue esposte fino a tre anni fa al Museo di Reggio Calabria. Dal 2009 i bronzi stanno sdraiati su due barelle nella sede del Consiglio regionale calabrese perché il museo è in restauro
Nella denuncia di scoperta non si parla di due sole statue, ma di un «gruppo». Quanti bronzi c'erano nel mare di Riace?
la denuncia di scoperta prosegue descrivendo le «due statue emergenti» (del gruppo?). Una delle due è indicata con «viso ricoperto di barba fluente, a riccioli, a braccia aperte e con gamba sopravanzante rispetto all'altra». Ma nessuna delle due statue esposte a Reggio Calabria ha le «braccia aperte e gamba sopravanzante»
Il Poseidone di Capo Artemisio, scoperto in Grecia nel 1928 ed esposto nel Museo di Atene, ha «braccia aperte e gamba sopravanzante». Il terzo bronzo di Riace era così?
Sempre nella denuncia di scoperta si parla di uno scudo, ma a Reggio Calabria non ce n'è traccia
Il ripescaggio di uno dei due bronzi. Nella mano s'intravede un pezzo dello scudo
Uno dei due bronzi appena ripescati. Nella mano si vede traccia dello scudo
Segni di effrazione sul reggiscudo di uno dei bronzi: è tutto incrostato tranne attorno ai fori dov'era attaccato lo scudo
Segni di effrazione sul reggiscudo di uno dei bronzi (è rotto) e tracce nella mano
Tracce dell'impugnatura dello scudo nella mano di uno dei due bronzi
Nella denuncia di scoperta le due statue vengono descritte «prive di incrostazioni evidenti». Ma una delle due era tutta incrostata (clicca su «Continua» per vedere com'era il Bello). Forse la seconda statua «pulita» era il terzo bronzo, quello «a braccia aperte»?
Al momento del recupero il «Bello» non era affatto «privo di incrostazioni evidenti»
Quando fu ripescato il «Bello» era così
Un documento della Soprintendenza calabrese: si afferma che uno dei bronzi aveva l'elmo. Ma al museo non c'è traccia
Anche nella relazione di recupero dei bronzi stilata dall'allora ispettore della Soprintendenza reggina Giovanni Pietro Guzzo (e non del soprintendente Giuseppe Foti, come abbiamo indicato erroneamente sul giornale) si parla del ripescaggio di una «statua con elmo»
Tracce della presenza di una lancia nella mano di uno dei due bronzi
Nel settembre 1973, un anno dopo la scoperta dei bronzi, vi fu una campagna archeologica nel mare di Riace...
Durante le ricerche del 1973 fu recuperato un pezzo di impugnatura dello scudo (staccatosi quando quest'ultimo fu rubato?)
Uno dei carteggi della Soprintendenza ai beni archeologici calabrese. Nel 1981 si diffusero le prime voci ufficiali sui furti dei corredi dei bronzi
Uno dei documenti dell'archivio storico della Soprintendenza ai beni archeologici della Calabria
Nel 1981 un ricettatore calabrese rivelò al giornalista del Tg3 Calabria, Franco Bruno (ora morto), di aver trattato la vendita di uno scudo e di una lancia spezzata con un rappresentante del Getty Museum di Malibu. Il ricettatore mostrò le foto. Le bobine con l'intervista ce le hanno i carabinieri, che aprirono un'inchiesta nel 2008. Questo documento, fornito dal ricettatore, dimostrerebbe i tentativi di «contattare» il curatore del Getty Museum, Jiri Frel (che rifiutò)
I bronzi di Riace oggi. Da tre anni si trovano in un laboratorio di restauro a vista nella sede del Consiglio regionale di Reggio Calabria. Sono universalmente riconosciuti come le due statue greche più belle e meglio conservate al mondo
l'autore dell'inchiesta è Giuseppe Braghò che ha fornito foto e documenti apparsi nell'articolo di Vanityfair"
Edited by Lussy60 - 26/8/2012, 19:53. -
Giuseppe Braghò.
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Gentile Lussy,
Le sarò grato se vorrà citare come OGNI documento pubblicato su Vanity Fair (in relazione all'affaire Bronzi di Riace) sia, in realtà, frutto della personale inchiesta giornalistica intorno ai vari furti avvenuti in danno delle due celebri statue. L'inchiesta, apparsa (16 agosto 2oo6) ne Il Quotidiano della Calabria, è in seguito "fiorita" in due libri. Il primo, dal titolo "I Bronzi:le Altre verità" è pubblicato per le Edizioni Monteleone nel 2007. Il secondo, titolato "Facce di bronzo: personaggi & figuranti a Riace", è pubblicato dall'Editore Pellegrini nel 2008. Preciso inoltre che alla collega Tamara Ferrari di Vanity Fair ho fornito personalmente foto e documenti apparsi sulla rivista. In realtà tanto lo si evince dall'articolo di Tamara, che mi cita Autore della notissima inchiesta: tuttavia, noto come non siate i "soli" a ignorare il mio nome. Non ne comprendo il motivo: in ogni caso, le sarò grato se vorrà integrare la sua nota, con le precisazioni dovute. L'inchiesta mi è costata ben undici mesi di ricerche e... molte vicissitudini non proprio piacevoli. La ragione? Semplice. Non è stato il solo "privato" Stefano Mariottini a compiere le ruberie. Alcuni funzionari della Soprintendenza di Reggio Calabria - dunque parte delle Istituzioni di Stato - si sono (provatamente) resi complici "dell'onesto scopritore". Chiaramente, al Sistema non piacciono le accuse, specie se dimostrate per via d'ineccepibili documentazioni. L'inchiesta mi ha dato molte soddisfazioni e molte noie, in buona sostanza. Spero sia arrivato il momento della Verità "vera": per suo amore, ho pagato caro lo scotto di aver alzato il dito contro una porzione malata di Stato. Ne sono fiero e lo rifarei mille e mille volte ancora. Per terminare, una curiosità: in ragione di un nesso con una parte dell'inchiesta, a pag. 5 del mio "Facce di Bronzo", alla fine dell'introduzione, cito alcuni versi di una nota canzone di Claudio Baglioni. Una strana coincidenza, in effetti!
Un saluto.
Giuseppe Braghò. -
.Gentile Lussy,
Le sarò grato se vorrà citare come OGNI documento pubblicato su Vanity Fair (in relazione all'affaire Bronzi di Riace) sia, in realtà, frutto della personale inchiesta giornalistica intorno ai vari furti avvenuti in danno delle due celebri statue. L'inchiesta, apparsa (16 agosto 2oo6) ne Il Quotidiano della Calabria, è in seguito "fiorita" in due libri. Il primo, dal titolo "I Bronzi:le Altre verità" è pubblicato per le Edizioni Monteleone nel 2007. Il secondo, titolato "Facce di bronzo: personaggi & figuranti a Riace", è pubblicato dall'Editore Pellegrini nel 2008. Preciso inoltre che alla collega Tamara Ferrari di Vanity Fair ho fornito personalmente foto e documenti apparsi sulla rivista. In realtà tanto lo si evince dall'articolo di Tamara, che mi cita Autore della notissima inchiesta: tuttavia, noto come non siate i "soli" a ignorare il mio nome. Non ne comprendo il motivo: in ogni caso, le sarò grato se vorrà integrare la sua nota, con le precisazioni dovute. L'inchiesta mi è costata ben undici mesi di ricerche e... molte vicissitudini non proprio piacevoli. La ragione? Semplice. Non è stato il solo "privato" Stefano Mariottini a compiere le ruberie. Alcuni funzionari della Soprintendenza di Reggio Calabria - dunque parte delle Istituzioni di Stato - si sono (provatamente) resi complici "dell'onesto scopritore". Chiaramente, al Sistema non piacciono le accuse, specie se dimostrate per via d'ineccepibili documentazioni. L'inchiesta mi ha dato molte soddisfazioni e molte noie, in buona sostanza. Spero sia arrivato il momento della Verità "vera": per suo amore, ho pagato caro lo scotto di aver alzato il dito contro una porzione malata di Stato. Ne sono fiero e lo rifarei mille e mille volte ancora. Per terminare, una curiosità: in ragione di un nesso con una parte dell'inchiesta, a pag. 5 del mio "Facce di Bronzo", alla fine dell'introduzione, cito alcuni versi di una nota canzone di Claudio Baglioni. Una strana coincidenza, in effetti!
Un saluto.
Giuseppe Braghò
Salve Giuseppe Braghò....chiedo scusa.se ho copiato l'articolo da Vanity Fair..e non ho citato il tuo nome.ma.io ho preso l'articolo cosi' come l'ho trovato.e..non ho pensato achi poteva esserci dietro tutto cio' ...penso che.quello che hai scritto in questa citazione sia sufficiente per far capire ai lettori tutto il tuo impegno..e i tuoi meriti...em..se vuoi che cancello l'articolo dimmelo...mi dispiacerebbe.ma....non ci sono problemi...
in ogni caso ho aggiunto sotto l'articolo il tuo nome.spero..sia sufficiente
cordiali saluti
Lussy
Edited by Lussy60 - 26/8/2012, 19:55. -
Giuseppe Braghò.
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Grazie per la pronta replica Lussy!
Le foto in argomento le hai "scaricate" da Vanity.it.
Nel cartaceo, che ampiamente tratta della mia inchiesta, si rimanda il lettore al sito poiché le foto eran tante. Grazie ancora e un saluto per tutti: i Bronzi appartengono anche ai fans di Baglioni, naturalmente.. -
.Grazie per la pronta replica Lussy!
Le foto in argomento le hai "scaricate" da Vanity.it.
Nel cartaceo, che ampiamente tratta della mia inchiesta, si rimanda il lettore al sito poiché le foto eran tante. Grazie ancora e un saluto per tutti: i Bronzi appartengono anche ai fans di Baglioni, naturalmente.
grazie a te amico.hai fatto un lavoro straordinario...complimenti!!!........io sono calabrese.ed i bronzi sono un po' il nostro orgoglio.a presto!!!.