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Parafrasi, commento e figure retoriche -NON GRIDATE PIU' (G.Ungaretti),

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    Parafrasi, commento e figure retoriche -NON GRIDATE PIU' (G.Ungaretti),

    Parafrasi:
    Cessate di uccidere i morti
    non gridate più, non gridate
    se li volete ancora udire,
    se sperate di non perire.

    Hanno l'impercettibile sussurro,
    non fanno più rumore
    del crescere dell'erba,
    lieta dove non passa l'uomo.

    Commento:
    La poesia è stata scritta subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ed è proprio questo il tema principale.
    L'odio scatenato dalla guerra che continua a crescere inesorabilmente, l'odio degli uomini verso le loro vittime, che nonostante siano ormai morte, uccidono ancora, con le grida.
    L'ignoranza dell'uomo che invece dovrebbe stare in silenzio ed ascoltare il loro debole messaggio, debole al tempo stesso essenziale per avere una possibilità di salvezza.

    Figure retoriche:
    La lirica è composta, nella prima quartina, da novenari; nella seconda da un endecasillabo, due settenari e un novenario.
    Nel primo verso è presente una analogia molto suggestiva, che "identifica" i vivi ai morti, e negli ultimi versi, una similitudine.
    Leggendo la lirica si può notare che è divisa in due parti, che trattano gli stessi argomenti, ma con due sfumature diverse:
    1) La prima parte sottolinea le brutalità dell'uomo verso i suoi simili.
    2) La seconda parte, invece, sottolinea la civiltà distruttrice dell'uomo, che non risparmia nessuno, ed è riconosciuta anche dalla natura.

    fonte.http://www.skuola.net

     
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    Non gridate più
    Cessate di uccidere i morti
    non gridate più, non gridate
    se li volete ancora udire,
    se sperate di non perire.

    Hanno l'impercettibile sussurro,
    non fanno più rumore
    del crescere dell'erba,
    lieta dove non passa l'uomo.

    Commento:
    La poesia è stata scritta subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ed è proprio questo il tema principale.
    L'odio scatenato dalla guerra che continua a crescere inesorabilmente, l'odio degli uomini verso le loro vittime, che nonostante siano ormai morte, uccidono ancora, con le grida.
    L'ignoranza dell'uomo che invece dovrebbe stare in silenzio ed ascoltare il loro debole messaggio, debole al tempo stesso essenziale per avere una possibilità di salvezza.
    La lirica è composta, nella prima quartina, da novenari; nella seconda da un endecasillabo, due settenari e un novenario.
    Nel primo verso è presente una analogia molto suggestiva, che "identifica" i vivi ai morti, e negli ultimi versi, una similitudine.
    Leggendo la lirica si può notare che è divisa in due parti, che trattano gli stessi argomenti, ma con due sfumature diverse:
    1) La prima parte sottolinea le brutalità dell'uomo verso i suoi simili.
    2) La seconda parte, invece, sottolinea la civiltà distruttrice dell'uomo, che non risparmia nessuno, ed è riconosciuta anche dalla natura.

     
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