Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Parafrasi Laocoonte (eneide dal verso 40 al 215 )

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  1. Lussy60
     
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    CITAZIONE (pSebastiano @ 9/11/2015, 16:37) 
    Ma la parafrasi completa?

    si..e' quella del paragrafo che vedi!!! :bangin.gif:

    Parafrasi "LAOCOONTE" dell' ENEIDE dal verso 40 al 56 e dal verso 200 al 227


    Dal 40 al 56 CREDO sia questa ( trovata su internet)
    Per primo giunge davanti a tutti, dall'alto
    della montagna Laoconte arrabbiato, seguito da una grande folla
    e da lontano (disse): "Disgraziati cittadini, Quale assurdità più grande di questa?
    Credete che i nemici se ne siano andati? O ritenete che un dono dei Danai sia privo di qualche tranello (inganno)? Conoscete così Ulisse?
    O nascosti dentro questo (cavallo di) legno ci sono gli Achei,
    o questa macchina è stata fatta per abbattere le nostre mura,
    per spiare le case, o per sorprenderci dall'altro della città,


    Oh ha in sè un altro tranello: Troiani, non credete a questo cavallo.
    Qualunque cosa sia, ho paura dei Danai (non mi fido dei Danai)
    anche se ci portano dei doni" e scagliò con grande energia una lancia sul fianco dell'animale (il cavallo di legno) e fra le giunture. Quella si conficcò vibrando e dal ventre colpito la cavità echeggiò e le vuoto della concavità provocò un rimbombo

    L'altra MESA' e' questa :
    Allora si verifica un altro fatto, più impressionante e molto più spaventoso davanti a noi, che siamo infelici, e ci turba i cuori.
    Laocoonte, sacerdote consacrato per sorte a Nettuno, sacrificava spesso negli altari solenni grandi tori.
    Ed ecco (inorridisco a narrarlo) da Tenedo che due serpenti gemelli con immense spire incombono sul mare e insieme si dirigono alla costa; i loro petti e le creste sanguigne si alzano ritte tra le onde, tutto il resto del corpo sfiora da dietro il mare e il dorso si gonfia in spire immense.
    Il mare spumeggia fragoroso; ormai strisciavano a terra, iniettati di sangue e con gli occhi ardenti di fuoco, passavano vicini con la lingua vibrante e le fauci sibilanti.
    Fuggiamo, attoniti, nel vederli. Quelli, dritti, sicuri, si dirigono su Laocoonte. E prima i serpenti si gettano sui piccoli corpi dei suoi due figli e divorano a morsi le povere membra; e poi avvinghiano lui stesso, che corre in aiuto dei suoi figlioli, lo serrano in immense spire ed ormai, avviluppandolo due volte alla vita, due volte al collo con il dorso squamoso, lo sovrastano col capo e con gli alti colli.
    Egli tenta di strappare i nodi con le mani, madido (impregnato, cosparso) di orrendo sangue e di cupo veleno; terribili grida volge al cielo, simili ai muggiti de toro, quando ferito fugge e scuote dal capo la spada non ben conficcata.
    Ma i due serpenti, strisciando insieme, fuggono sull'alto tempio e si dirigono alla rocca della crudele Tritonide (Atena) e si rifugiano sotto lo scudo rotondo ai piedi della dea.
    Un nuovo terrore ci invade gli animi scossi di tutti noi, molti dicono che Laocoonte ha meritatamente pagato il suo gesto di colpire la statua di legno scagliandole la lancia nel dorso.
    Tutti gridano di trascinare il cavallo all'interno di *****, supplicando Minerva.
    Apriamo una breccia tra le mura che circondano la città.
    Ognuno da una mano a mettere sotto al cavallo ruote scorrevoli, a legare attorno al collo lunghe funi. La macchina (dono) fatale ha oltrepassato le mura, contenente soldati armati, mentre intorno vergini e fanciulli cantano inni, felici anche solo di sfiorare per gioco le funi con le mani. La macchina avanza, scivola minacciosa in mezzo alla città.

     
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