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parafrasi e analisi metrica-Felicità (U.Saba)

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    Saba, Umberto - Felicità
    Testo della lirica, parafrasi e analisi metrica, stilistica, retorica e commento alla poesia di Saba

    Felicità

    1. La giovanezza cupida di pesi
    2. porge spontanea al carico le spalle.
    3. Non regge. Piange di malinconia.

    4. Vagabondaggio, evasione, poesia,
    5. cari prodigi sul tardi! Sul tardi
    6. l'aria si affina ed i passi si fanno
    7. leggeri.
    8. Oggi è il meglio di ieri,
    9. se non è ancora la felicità.

    10. Assumeremo un giorno la bontà
    11. del suo volto, vedremo alcuno sciogliere
    12. come un fumo il suo inutile dolore
    da "Parole"

    Parafrasi
    La gioventù, desiderosa di sobbarcarsi dei pesi, offre spontaneamente le spalle al carico. Non resiste e piange di malinconia.
    Il vagabondaggio, l’evasione, la poesia sono dei prodigi piacevoli verso la fine della vita! In vecchiaia l’aria si fa più lieve e i passi più leggeri.

    Ogni giorno è meglio di quello passato, anche se non è ancora la piena felicità. Un giorno sembreremo la felicità in persona, vedremo qualcuno abbandonare il suo inutile dolore come se soffiasse via del fumo.

    Analisi e commento
    La lirica è composta di tre strofe, di versi diseguali: una terzina, una sestina e un’altra terzina.
    Il metro è libero, ma prevalgono versi decasillabi.
    Il lessico è medio, senza termini aulici e difficili. La sintassi è abbastanza piana, e i periodi relativamente brevi.
    Le principali figure retoriche presenti sono:
    - Personificazione o metonimia al v. 1: giovinezza personificata ma anche metonimia dell’astratto per il concreto (giovinezza per ragazzo giovane)



    - Anacoluto al v.2 (porge….le spalle)
    - Epifora al v. 5
    - Enjambement ai vv. 6-7; 10-11
    - Similitudine al v. 12

    La lirica ha come tema la ricerca della felicità e il confronto dei modi con cui si cerca di ottenerla da giovani o da adulti. La giovinezza viene descritta come un’età in cui si ha smania di fare, sia per assecondare la naturale irrequietezza dell’adolescenza, sia per dimostrare di essere in grado di farsi carico di pesi e doveri, con la finalità di guadagnarsi stima e fiducia e rendersi più liberi ed emancipati. Il fallimento però è assicurato, secondo il poeta, perché un giovane non resiste al peso che ha scelto di portare e si crogiola nella malinconia di non aver ottenuto ciò che voleva.

    Nell’età più matura invece tutti i passatempi che avevano riempito l’adolescenza, come il vagabondare in giro, l’evadere dalla quotidianità o il dedicarsi alla poesia, sembrano attività talmente estranee da essere paragonate a un prodigio, un sogno. L’età adulta è caratterizzata dall’essenzialità, dallo sfrondare ciò che non è necessario per camminare più leggeri, senza pesi inutili. Solo così, secondo Saba, ci si avvicina alla vera felicità e, quando lo si capisce, si è ogni giorno più felici, il presente è sempre meglio del passato e il futuro promette di essere specchio della felicità estrema, al punto da diventare noi stessi la felicità fatta persona. Per Saba c’è un solo trucco in questo percorso: liberarsi dai pesi inutili, dai carichi tristi e non necessari, spazzare via come fumo ciò che non è essenziale e dedicarsi solo ad essere felici.
    Intrinseca a questa lettura è l’idea che l’uomo sia di per sé una creatura triste e complicata, che non si accontenta del necessario ma si sovraccarica del superfluo per poi lamentarsene tristemente, senza capire che se siamo così infelici è perché lo vogliamo noi stessi.

     
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