Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

UMBERTO SABA (Da “Il piccolo Berto”)-parafrasi e commento

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    UMBERTO SABA
    (Da “Il piccolo Berto”)



    II
    ……..Un grido
    s’alza di bimbo sulle scale. E piange
    anche la donna che va via. Si frange
    per sempre un cuore in quel momento.

    Adesso
    sono passati quarant’anni.
    Il bimbo
    è un uomo adesso, quasi un vecchio, esperto
    di molti beni e molti mali. E’ Umberto
    Saba quel bimbo. E va, di pace in cerca,
    a conversare colla sua nutrice;
    che anch’ella fu di lasciarlo infelice,
    non volontaria lo lasciava. Il mondo
    fu a lui sospetto d’allora, fu sempre
    (o tale almeno gli parve) nemico.

    Appeso al muro è un orologio antico
    così che manda un suono quasi morto.
    Lo regolava nel tempo felice
    il dolce balio; è un caro a lui conforto
    regolarlo in suo luogo. Anche gli piace
    a sera accendere il lume, restare
    da lei gli piace, fin ch’ella gli dice:
    “E’ tardi. Torna da tua moglie, Berto”.


    UMBERTO SABA
    (Da “Il piccolo Berto”)


    Commento
    Nella prima delle tre poesie in un momento di abbandono reso possibile dall’abbraccio e dalle carezze protettive della figlia, Saba si addormenta in uno stato d’animo regressivo, quasi come se tornasse bambino. Questo abbandono si esprime attraverso immagini di dolce passività e di piccolezza (il pezzo di legno sballottato dalle onde), nell’abbraccio vasto del mare. Il sogno, preparato dall’abbraccio protettivo della figlia, riguarda proprio la balia al cui “primo e amoroso seno” egli approda come dopo aver navigato.
    La seconda poesia, che io non riporto, si riferisce al bisogno che il poeta avverte di recarsi a trovare la balia dopo che il sogno l’ha ricondotta alla sua memoria.
    Nella terza, infine, l’indagine della memoria conduce al momento decisivo della separazione: il “bimbo” è Saba bambino, la “donna che va via” è la balia. Da notare è l’efficacia drammatica con la quale, attraverso pochissime parole, è rappresentata la scena: sulle scale, mentre la balia (fino ad allora, per Saba, una madre a tutti gli effetti) è costretta ad abbandonare il piccolo Umberto. Adesso, dopo quarant’anni, quel bimbo è cresciuto, ormai è quasi un vecchio, ma va a parlare con la sua nutrice in cerca di pace poiché proprio questa separazione ha causato la sua diffidenza nei confronti del mondo. Il raggiungimento di quella pace che Saba va a cercare dalla balia si ha negli ultimi versi, espressa da una serie di gesti: regolare l’orologio, accendere il lume. La poesia si conclude con un altro distacco dalla balia, per tornare dalla moglie; ma, questa volta, una nuova consapevolezza, una maggiore capacità di scelta conferiscono alla separazione un significato assai diverso.
    In questi testi Saba riproduce i meccanismi specifici dell’inconscio. In particolare, nel primo testo si passa, secondo i meccanismi della libera associazione e del sogno (e un sogno è appunto raccontato), attraverso varie immagini apparenterete slegate ma coerenti per ragioni profonde.
    I gesti che Saba compie e di cui parla la terza poesia hanno tutti un profondo significato simbolico: significativo è l’atto di regolare l’orologio, in quanto questo era compito del “balio”(il marito della donna), che consente al poeta di prenderne idealmente il posto, così da sentirsi l’unico uomo della casa, secondo il desiderio infantile di possesso esclusivo della figura materna; potendosi, inoltre, identificare con una figura paterna positiva, come gli era stato invece precluso dalla mancanza del padre e dalle recriminazioni antimaschili della madre. Lo stesso può dirsi per l’accensione del lume. La frase con la quale si conclude la poesia (e la serie delle Tre poesie alla mia balia) ha poi un valore ancora più rilevante: la separazione violenta dalla balia, imposta dalla madre, è vissuta ora in modo equilibrato e consapevole. L’altra donna è ora, anziché la madre, la moglie, ma questa somiglia piuttosto alla balia che alla madre, dal momento che è la balia stessa a suggerire al poeta di andare da lei.


    per parafrasare questa poesia dobbiamo innanzi tutto premettere che il padre di Saba abbandonò la moglie e questa mise a balia il fliglio presso una contadina slovena: il poeta si trovò così ben presto a preferire la balia alla madre naturale.


    Parafrasi: un bambino grida sulle scale: piange, così come piange la donna che va via, e il suo cuore in quell'attimo si spezza. E ora quarant'anni sono già passati.
    Il bambino adesso è un uomo, è quasi un vecchio, carico d'esperienza, che ha conosciuto il bene e il male: quel bambino è U. Saba. Conversa con la sua nutrice, cercando una pace interiore che non troverà; sebbene lei non l'abbia lasciato volontariamente, da allora il mondo fu sospettato come un nemico.
    Un orologio antico è appeso a un muro, e manda un suono flebile: un tempo veniva regolato dalla persona che più gli fu vicina: adesso è quasi un conforto registrarlo a casa sua. Alui piace anche accendere il lume, la sera; gli piace restare da lei, finché questa gli sussurra: - E' tarti (Um)Berto, torna da tua moglie, adesso!

    fonte:http://web.tiscali.it/

     
    Top
    .
0 replies since 20/11/2013, 11:05   12441 views
  Share  
.