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parafrasi di- SOLITUDINE ,MATTINA ,DORMIRE 3 poesie di ungaretti

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    SOLITUDINE , MATTINA ,DORMIRE SONO 3 poesie di ungaretti



    solitudine:


    "Ma le mie urla
    feriscono
    come fulmini
    la campana fioca
    del ciclo

    Sprofondano
    Impaurite




    spiegazione




    La poesia simbolica è una poesia tipicamente soggettiva, che non si identifica con l’umanità nel suo insieme, ma solamente nella personalità del poeta, contrariamente alla poesia allegorica che esprime l’oggettività delle cose e dei fatti, e si identifica con l’umanità intera.
    Ungaretti si rifà essenzialmente alla poesia petrarchesca, per la soggettività di ciò che tratta, per la molteplice varietà di significati di ogni singolo termine utilizzato, per la sua totale mancanza di riferimenti a fatti o ad episodi reali, e per la volontà di impedire il riconoscimento di elementi concreti nel tessuto poetico, quando essi sono presenti.
    Analizzando ad esempio la poesia Solitudine tratta dalla raccolta “L’Allegria” di Ungaretti si nota della totale assenza di significato letterale della poesia: essa si presta ad una molteplicità di interpretazioni diverse e fu rimaneggiata per tre volte, fino alla stesura definitiva.
    Poche sono le differenze tra le tre redazioni: forse la principale è la pausa che separa le due strofe e l’accompagnamento dell’aggettivo impaurite al verbo sprofondano; inoltre la parola fulmini presenta l’articolo determinativo, mentre fioca precede il sostantivo a cui si riferisce, ed è distaccato da esso.
    Quella presentata di seguito è la redazione definitiva della lirica.

    Ma le mie urla
    Feriscono
    Come fulmini
    La campana fioca
    Del cielo

    Sprofondano
    Impaurite


    Come tutti possono notare, questa lirica (come tutta la poesia ungarettiana)è priva di punteggiatura, e ciò rende ancora più difficile l’analisi e la comprensione del testo al lettore, che può interpretarla in molteplici modi diversi: Solo il titolo aiuta il lettore a comprenderne il senso, che però è estremamente soggettivo.


    DORMIRE



    Vorrei imitare
    questo paese
    adagiato
    nel suo camice
    di neve.



    .

    spiegazione




    Credo che si debba tenere presente, come hai fatto tu, il periodo, le circostanze in cui il Poeta ha scritto queste righe e cioè la sua tremenda esperienza di soldato (1° Guerra Mondiale) sulle aspre montagne del Carso. Paura, avere la morte sempre accanto ("un'intera nottata...), vedere i compagni adesso vivi e un attimo dopo tolti alla vita alla quale "non era mai stato tanto attaccato", l'incertezza del momento...tutto questo lo stava annientando e allora, ecco, salta fuori questa metafora. Il desiderio del poeta, irrealizzabile, ma forse proprio per questo ancora più desiderato, è avere silenzio, quiete, riposo... Hai "sentito" quale silenzio confortevole, rassicurante, ovattato ...quando la neve ammanta di candore tutto intorno a te? Non più spari, urla, disperazione...quel candore è come una difesa, un aiuto a ritrovare la dignità dell'essere ancora uomini...

    MATTINA




    spiegazione

    Si tratta di una delle poesie più famose e semplici di Ungaretti, fu scritta nel 1917 ed è sorprendente poiché con due sole parole il poeta riesce ad esprimere un concetto di dimensioni non misurabili.
    La poesia si presenta formata da una strofa di due versi liberi ; da notare che l’ELISIONE fonde in un’unica pronuncia il soggetto con il verbo e l’allitterazione del fonema M che contribuisce ad amplificare l’idea dell’immensità.
    Il titolo è molto importante poiché il poeta durante la guerra, una mattina viene come abbracciato da una luce molto forte e dunque anche da un calore molto forte proveniente dall’alto e che illumina lo spazio circostante, ma che soprattutto lo fa risplendere interiormente riuscendo così quasi a percepire la vastità immensa dell’infinito.
    È un momento in cui il finito e l’infinito si uniscono quasi in un unico elemento: non esiste più niente intorno, solo una grande luce che gli origina un momento di intuizione nel quale egli si mette in contatto con l’assoluto , eliminando ciò che lo circonda e riflettendo soltanto sull’avvenimento.
    Ungaretti dunque con questa poesia vuole quasi comunicare che l’uomo, pur in situazioni macabre, pur di fronte alle enormi distruzioni e agli enormi dolori che provoca la guerra , pur avendo scoperto la sua fragilità e la sua precarietà nella vita che gli è stata data è in grado di cogliere con una grandezza smisurata tutta l’immensità del suo mondo al quale si sente di appartenere.
     
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  3. Akirami
     
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