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Flauto dolce
Il flauto dolce (o flauto a becco) è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni, di legno. In inglese è chiamato recorder, in francese flûte à bec, in tedesco Blockflöte. Come l'ocarina e il tin whistle è uno strumento "a fischietto", in cui l'emissione del suono è provocata dall'incanalamento dell'aria in un condotto, ricavato nell'imboccatura dello strumento, che la dirige contro un bordo affilato (detto labium): l'oscillazione della colonna d'aria fra l'esterno e l'interno del labium mette in vibrazione l'aria contenuta nello strumento.
Impostazione
Schema di flauto dolce
Sezione della testata di un flauto dolce
Si suona tenendo lo strumento frontalmente tra le labbra, a differenza del flauto traverso che si tiene orizzontale. Per questo motivo il flauto dolce è a volte chiamato "flauto diritto". Esistono flauti dolci di diverse lunghezze, flauti più lunghi avranno un suono più grave, più corti avranno un suono più acuto.
Ha in tutto 8 fori (7 sul lato anteriore e 1 su quello posteriore); dei 7 anteriori, i tre superiori si suonano con la mano sinistra (il foro sul lato posteriore, detto "portavoce", si chiude con il pollice della mano sinistra, e serve per ottenere le note dell'ottava superiore) e i quattro inferiori con la mano destra. Il mignolo della mano sinistra ed il pollice della destra non vengono usati (il pollice destro regge lo strumento). Il foro più basso è disallineato rispetto agli altri, per poter essere agevolmente raggiunto dal dito mignolo; nei flauti rinascimentali, in luogo del foro più basso venivano praticati due fori alla stessa altezza, in posizione simmetrica, per permettere un eventuale uso con le mani invertite (la destra in alto, la sinistra in basso): il foro non utilizzato era sigillato con la cera. Per alzare di un semitono la nota più grave è necessario tappare il foro più basso solo a metà: nel XVIII secolo, per rendere più precisa l'intonazione della nota alterata, il foro fu sdoppiato in due fori ravvicinati (e lo stesso fu fatto per il foro immediatamente superiore), come si vede nei flauti dolci di costruzione moderna.
Gli strumenti più gravi della famiglia hanno delle chiavi che permettono di occludere i fori sul trombino.
Nel flauto dolce (diversamente dal flauto traverso) non è possibile variare l'imboccatura cambiando la posizione delle labbra, per adattarla a un flusso d'aria più o meno intenso: pertanto, nel flauto dolce variazioni di pressione dell'aria da parte dell'esecutore producono inevitabilmente variazioni di altezza della nota emessa. Gli effetti espressivi ottenibili con il flauto dolce si basano quindi sull' articolazione del fraseggio (la variazione del transitorio di attacco di ciascuna nota, ottenuta con diversi "colpi di lingua"), sull'uso (sporadico) di diteggiature alternative, e su moderate variazioni di intensità sulle singole note; è invece preclusa la possibilità di ampie variazioni di intensità (piano e forte) e di effetti di crescendo e diminuendo sull'arco di frasi lunghe.
Per contro, il fatto che l'imboccatura del flauto dolce possa essere anche molto lontana dalla bocca dell'esecutore (negli strumenti più lunghi l'aria viene soffiata attraverso un tubo di ottone detto ritorta) permette di realizzare strumenti molto lunghi (e quindi con tessitura molto bassa), cosa assai più problematica per i flauti traversi.
Proprio la diversa costruzione dell'imboccatura, che differenzia il flauto dolce dal flauto traverso, ha quindi determinato tanto la grande diffusione del flauto dolce nel Rinascimento (epoca in cui si apprezzava molto l'effetto di insiemi omogenei di strumenti che riproducessero, grazie alle diverse taglie, l'insieme delle voci umane dal basso al soprano), quanto la definitiva prevalenza del flauto traverso verso la fine del XVIII secolo, allorché le possibilità dinamiche del flauto dolce risultarono inadeguate alle mutate esigenze musicali e alle dimensioni delle sale da concerto.
Tipi di flauto dolce
I flauti dolci sono realizzati in varie taglie, sviluppatesi in epoca rinascimentale, quando si diffuse la pratica di eseguire con strumenti brani polifonici originariamente destinati alle voci: da questa pratica derivò la produzione di un repertorio strumentale in cui le parti mantenevano le estensioni tipiche dei registri vocali[1].
Nel XVI secolo non solo i flauti dolci, ma tutti gli strumenti melodici (tromboni, bombarde, viole da braccio e da gamba... perfino gli antenati del fagotto) costituivano "famiglie" formate da "soprano", "contralto", "tenore" e "basso". In alcune famiglie di strumenti (come nei flauti dolci), tutte le estensioni erano trasposte, rispetto alla voce umana dello stesso nome, un'ottava sopra; in altre famiglie le estensioni risultavano abbassate di un'ottava (come in alcuni strumenti ad ancia). Per similitudine con la nomenclatura dei registri dell'organo (basata sulla lunghezza della canna più grave del registro)[2], si usa dire che gli strumenti accordati all'unisono delle voci con lo stesso nome suonano «su 8 piedi (8')», mentre quelli che suonano trasponendo un'ottava sopra o un'ottava sotto, rispettivamente, sono accordati «su 4'» o «su 16'».
Nel caso dei flauti dolci, la famiglia "standard" di 4' (ogni strumento suona un'ottava sopra rispetto alla voce umana dello stesso nome) è costituita da:
flauto dolce soprano (in do2)
flauto dolce contralto (in fa1)
flauto dolce tenore (in do1, un'ottava sotto il flauto soprano)
flauto dolce basso (in fa0, un'ottava sotto il flauto contralto)
Nel trattato di organologia di M. Praetorius (Syntagma Musicum, vol.II Organographia, 1619), il flauto basso della famiglia di 4' è indicato con il termine Basset: esistevano infatti anche strumenti più grandi, che permettevano di costituire quartetti di flauti su 8', e che Praetorius chiama
Bass (in do0, un'ottava sotto il flauto tenore)
Groß Bass (in FA, due ottave sotto il flauto contralto)[3]
Quantunque la nomenclatura universalmente adottata faccia riferimento al registro di 4', di fatto nel Rinascimento esistevano quindi due famiglie di flauti dolci: nella famiglia di 8' (che suona note reali) il basso è il Groß Bass, mentre le parti di superius si eseguono con un flauto tenore in do, e così via. Nella pratica musicale, o si usava la famiglia su 4' o si usava quella su 8': non esistevano brani che richiedessero l'intera "famiglia estesa", dal gran basso al soprano.
Infine, si costruivano anche due flauti di taglia più piccola:
flauto dolce sopranino in fa2 (un'ottava sopra il flauto contralto)
flauto dolce sopranino in do3 (un'ottava sopra il flauto soprano)
Tutti questi strumenti sono stati riprodotti dai costruttori moderni: il flauto dolce oggi più diffuso è il soprano in do (utilizzato spesso per l'educazione musicale nella scuola media), benché gran parte del repertorio solistico per il flauto dolce (specificamente, quasi tutto il repertorio barocco) sia destinato al flauto contralto in fa. I due flauti "gran bassi" della famiglia di 8' sono oggi usati solo da pochissimi esecutori (ad esempio dal Wiener Blockflöten Ensemble).
Il flauto dolce barocco (e quindi quello moderno, che ne è una riproduzione) produce tutte le note della scala cromatica per un'estensione di due ottave e un tono. I flautisti più esperti possono superare questo limite con diteggiature e tecniche di emissione particolari.
Edited by Lussy60 - 18/1/2012, 21:11. -
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pirati dei caraibi con il flauto dolce
Eugenio Conforti - Sonata N. 1 per flauto dolce e chitarra - 1° mov. Allegro
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Flauto dolce
(è dolce...ma se ti arriva in testa...!)
STUDIAMO INSIEME
Come sai le note musicali sono 12
I nomi delle note invece sono 7 :
Ecco come le 12 note si scrivono sul pentagramma
Negli strumenti musicali queste 12 note si ripetono sempre più in alto o in basso
Nel pianoforte vi sono circa 7 gruppi di 12 note per un totale di 88 note
Nel flauto dolce vi sono circa 2 gruppi di 12 note
ASCOLTALE QUI SOTTO
Ecco le posizioni delle note sul flauto
Qui sotto lo schema completo delle posizioni
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Il flauto dolce di bambù
L'origine del flauto si perde nella notte dei tempi. Questo strumento è addirittura citato nella Genesi, il primo libro della Bibbia e sappiano che era utilizzato dagli Egizi e poi presso i Greci e i Romani.
I più antichi modelli erano costruiti con semplici canne; flauti un pò più evoluti erano fatti con tibie di pecora oppure di terracotta.
Il flauto dolce, conosciuto anche come flauto dritto, è il flauto più utilizzato nella cultura europea a partire dal '500 e la sua diffusione sarà così generalizzata sino a circa metà del '700. Dopo un periodo di ridimensionamento del suo uso a scapito del flauto traverso, è stato in seguito recuperato e diffuso largamente nel corso di tutto il Novecento.
Il flauto dolce è uno strumento a imboccatura terminale a fischietto (il becco), che si ottiene inserendo un blocco di legno nella parte finale dello strumento. In questo modo, si viene a formare una stretta fessura che conduce l'aria direttamente dal becco sino al bordo di una finestrella laterale.
Piccoli flauti simili al flauto dolce, probabilmente di origine asiatica, erano conosciuti e diffusi in Europa già dall'XI secolo.
A partire dal 1500 il flauto dolce assunse la sua forma standard, con sette o otto fori d'apertura e un portavoce per il pollice.
Il flauto dolce, la cui famiglia comprende taglie dal sopranino al basso, fu utilizzato nell'ambito della musica da camera e, dal XVII secolo fino alla metà del XVIII secolo, anche molte partiture orchestrali prevedevano la presenza del flauto dolce. Il flauto traverso cominciò a prendere il posto del flauto dolce all'interno dell'orchestra intorno alla metà del Settecento. Le taglie più diffuse di flauti dolci sono il contralto, utilizzato per gran parte della musica del periodo barocco e dotato di un'estensione di circa due ottave a partire dal fa' (il fa sopra al do centrale); e il soprano, oggi maggiormente utilizzato in ambito scolastico, e con un'estensione di circa due ottave a partire dal do" (il do sopra al do centrale).
cosa serve
Per realizzare un flauto sono necessarie poche cose.
Innanzitutto, serve una canna di bambù che verrà tagliata della lunghezza necessaria a garantire la tonalità voluta.
Inoltre sono necessari i seguenti utensili:
un seghetto da legno;
una limetta piccola e piatta della larghezza di cm. 0,5 (per il finestrino);
una limetta piccola rotonda del calibro di cm. 1 (per i fori);
una raspa rotonda da legno lunga cm 20 (per la pulizia interna del bambù);
un punteruolo;
un coltellino;
carta vetrata da legno grossa e fina;
un tappo di sughero;
olio di lino (facoltativo).
A questo punto possiamo iniziare la costruzione del flauto secondo le indicazioni valide per tutte le tonalità contenute nel capitolo dalla pianta al flauto.
Dalla pianta al flauto
Queste operazioni sono valide per tutti i tipi di flatuo
La scelta del bambù è la prima operazione da effettuare per poter costruire il nostro flauto.
Dobbiamo scegliere la pianta che abbia il diametro della larghezza necessaria alla diversa tonalità del flauto. Nel caso, ad esempio, volessimo costruire un flauto in DO tenore, il diametro del bambù dovrà essere di circa cm. 3,5- 4 in modo che il diametro interno sia compreso tra i 30 e i 33 mm.
La pianta appena tagliata in realtà non può subito essere lavorata e, pertanto, una volta eliminate le foglie, sarà necessario lasciarla essiccare per alcuni mesi.
Appena il fusto sarà utilizzabile, è possibile tagliarlo della lunghezza adatta al flauto secondo la tonalità desiderata. Se desideriamo costruire un flauto in SOL contralto la lunghezza dello strumento sarà compresa tra i 38 e i 40 centimetri.
Una volta tagliato, la canna va completamente vuotata con la raspa, eliminando tutti i nodi interni. Quindi, con un coltellino, va raschiata la prima pellicola esterna che ricopre il bambù, per poi procedere ad una radicale cartavetratura esterna dello strumento. Questa ultima operazione consentirà, a strumento ultimato, la penetrazione dell'olio di lino .
E' possibile, a questo punto, usando un seghetto da legno, iniziare il taglio del becco che dovrà, nel caso di un flauto in DO soprano formare un triangolo rettangolo con il lato più piccolo di cm. 2. Quindi si passa ad incidere il finestrino a cm. 2,8 dall'imboccatura che avrà una forma rettangolare realizzata mediante l'uso di punteruolo e di limetta delle giuste dimensioni.
A questo punto, è necessario chiudere il becco utilizzando un tappo di sughero adattato a riempire lo stesso becco dall'apice al finestrino. Inoltre, dall'imboccatura del becco all'inizio del finestrino, dovrà essere praticata una scalanatura atta a consentire il passaggio dell'aria. Anche per quest'ultima operazione utilizzare la limetta.
La scalanatura dovrà essere perfettamente pulita e l'inclinazione del finestrino dovrà agevolare il taglio del soffio.
Verificare che il suono emesso (in questo caso un DO) sia simile a quello di un diapason. Se così non fosse, con un suono troppo grave, accorciare il flauto di qualche millimetro sino ad avvicinarsi il più possibile alla tonalità ricercata.
Ora è possibile iniziare a praticare i fori della distanza e del calibro che troverete nelle pagine dedicate a ciascuna tonalità.
Praticati i fori, passare il flauto con cartavetrata da legno fina (00) quindi, con un panno stendere l'olio di lino.. -
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Alle medie, durante la prima lezione di Musica, l’insegnante ti dà l’elenco delle cose che devi comprare per seguire le sue lezioni: un album con sù il pentagramma ed un flauto dolce.
Il Flauto Dolce che tutti hanno comunemente, e in maniera giusto un zic dispregiativa, il Piffero.
Lo vai a comprare con la tua mamma che si trova di fronte alla scelta tra un manufatto in plastica (il mio era verde) del costo di poche lire, alla massima espressione dell’artigianato strumentistico di un pezzo di legno di pero del Nepal lavorato a mano, ritto e ben tornito. La mamma sceglie la plastica e tu te ne vai a scuola il giorno dopo. Cominci a soffiarne dentro e a ricavarne sostanzialmente degli striduli (ah e tra l’altro scopri che in classe c’è qualche figlio/a di papà che ha quello in legno, magari con intarsi d’oro). L’insegnante ti mena il torrone per gli anni a seguire e tu al massimo impari a fare “Tu scendi dalle stelle” o a bearti di tronfiaggine quando riesci a tirarne fuori le 10 note della sigla della pubblicità del mulino bianco… e cose così.
Non puoi prenderlo sul serio. É un piffero e puoi solo fargli fare suoni buffi e fastidiosi. Il Vero Suono Bello Da Sentire lo fanno solo gli Strumenti Veri, tipo il flauto traverso o il clarinetto.
Passano gli anni e ti ritrovi in una serata molto tranquilla di musica dal vivo. Il gruppo fa un misto di folk e pezzi di Grandi Cantautori Italiani; e sono parecchio forti su De Andrè.
Ecco che all’inizio di un pezzo del mai dimenticato cantautore ligure (Un Giudice) esce una tipa con un flauto dolce bellissimo (a vedersi) e si appropinqua al microfono.
Tu pensi “vabbè, farà un po’ di note della intro e che lol“.
Invece la tipa attacca. E caspita!! ! Ci da dentrissimo, esegue una bellissima melodia anche molto tecnica e vedi le dita che si muovono lungo il fusto del flauto manco fosse un piano forte.
E pensi “mii… non è che lei ha il flauto bello e suona meglio.. questo è cavolo di virtuosismo!”
Torni a casa e da qualche parte hai un flauto che ti porti dietro da innumerevoli traslochi. Lo inforchi. Ci provi. Ma ‘sto cavolo. A punta.
Poi per caso cerchi in google per trovare l’immagine che accompagna questo post, e trovi questa pagina di una tipa che si è diplomata in flauto dolce! Al conservatorio !
Vedi a prendere sotto gamba le cose….
E giusto per rimanere in tema l’altra sera non riuscendo a dormire mi suggo un programma sui percussionisti nelle grandi orchestre sinfoniche, uno di quei documentari lì che vanno a notte fonda su quei canali tipo discovery ochessoio.
Un capellone in primo piano parla del triangolo e dice che “un suonatore di triangolo può trarre parecchia soddisfazione dal proprio strumento”
E io che penso “mavai va!!!!!!! dal triangolo ?? che me lo davano all’asilo le suore insieme ai due legnetti per fare un po’ di baccano”
questo attacca con lo strumento per percuoterlo e “ti-ti-tin ti-ti-tin” prende il triangolo, lo stoppa con la mano, lo percuote in quel modo per ottenere suoni più smorzati, esegue delle sincopi e ha una mano talmente allenata che pare quasi rullare. Ne modula in qualche modo il suono e insomma… spacca di brutto !!!
Non ce n’è. Il virtuosismo può essere presente in ogni cosa, evidentemente.
E devo cambiare atteggiamento. La prossima volta che, chessoio, percuote dei flessibili in funzione con il proprio pene per ottenerne suoni, ne avrò il massimo rispetto.. -
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Flauto Dolce Basso
Il flauto dolce o diritto ha origini antichissime. E' costruito in legno con imboccatura a becco e ha assunto forma definitiva solo nel XVI secolo, formando una famiglia di f. dolci di diversa dimensione. Mentre verso il 1500 si conoscono solo 4 taglie di f. dolce, Praetorius nel Syntagnum Musicum cita varie taglie di flauti dolci, che vanno da un esemplare lungo solo 20 cm. al flauto contrabbasso, lungo più di 2 metri. Una caratteristica dei flautimolto grandi è la presenza di leve terminanti in un tampone di cuoio, che hanno la funzione di otturare i fori lontani, facilitando così l'esecuzione. Questo primo tipo di chiave era detta "aperta"(quando la chiave non viene utilizzata il foro rimane aperto) per distinguerla da un altro tipo di chiave più recente detta "chiusa". Questo tipo di chiave viene citata per la prima volta in un testo fiammingo risalente al 1413.
Queste chiavi però non davano risultati soddisfacenti e spesso vi erano fughe d'aria che rendevano il suono più debole. Anche Praetorius cita questo problema nel Syntagnum Musicum, problema che risalta quando questi grossi strumenti suonano assieme ai flauti più piccoli, senza chiavi, e quindi con una sonorità sempre piena. I flauti bassi, inoltre, essendo molto lunghi avevano bisogno di un tubo di ottone curvato ad S fissato sull'imboccatura. Questo perchè altrimenti sarebbe stato impossibile all'esecutore soffiare nell'imboccatura e al contempo arrivare a chiudere i fori con le dita.. -
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L'origine del flauto si perde nella notte dei tempi. Questo strumento è addirittura citato nella Genesi, il primo libro della Bibbia e sappiano che era utilizzato dagli Egizi e poi presso i Greci e i Romani. I più antichi modelli erano costruiti con semplici canne; flauti un pò più evoluti erano fatti con tibie di pecora oppure di terracotta. Il flauto dolce, conosciuto anche come “flauto dritto”, è il flauto più utilizzato nella cultura europea dal '500 e la sua diffusione sarà così generalizzata sino a circa metà del '700. Dopo un periodo di ridimensionamento del suo uso a scapito del flauto traverso, è stato in seguito recuperato e diffuso largamente nel corso di tutto il Novecento. Il flauto dolce è uno strumento a imboccatura terminale a fischietto (il becco), che si ottiene inserendo un blocco di legno nella parte finale dello strumento. In questo modo, si viene a formare una stretta fessura che conduce l'aria direttamente dal becco sino al bordo di una finestrella laterale. Piccoli flauti simili al flauto dolce, probabilmente di origine asiatica, erano conosciuti e diffusi in Europa già dall'XI secolo. A partire dal 1500 il flauto dolce assunse la sua forma standard, con sette od otto fori d'apertura e un portavoce per il pollice.
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Dettagli del libro
Titolo: Melodie facili per flauto dolce
Autore: Hawthorn Philip
Traduttore: Ripanti L.
Editore: Rugginenti
Data di Pubblicazione: 1994
ISBN: 8876650652
ISBN-13: 9788876650659
Pagine: 64
Formato: illustrato
Reparto: Musica
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Flauto dolce
DO
RE MI FA SOL LA SIFacili brani da eseguire
1 - "Dodosolsol" - Mozart - Estensione: do-la
2 - "Oh, che bel castello!" - Estensione: do-sol
3 - "La biondina in gondoléta" (canto popolare veneziano)
- Estensione: do-la -
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LA CANZONE E LE NOTE DI TITANIC CON IL FLAUTO DOLCE
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le note per il flauto di fratelli d'italia
mi mi mi re fa mi
sol sol sol fa# la sol
sol sol la si do mi mi la sol mi fa re
re re re do# mi re
fa fa fa mi sol fa
re(alti) re re do(alto) si si la sol sol fa mi
mi mi mi re fa mi
mi mi re do re re
mi mi mi re fa mi
mi mi re do si
mi mi mi re fa mi
sol sol fa# sol si la
la la si do re mi mi
mi re re re do!
Edited by Lussy60 - 19/9/2011, 17:59. -
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harry potter con il flauto
..MI LA DO' SI LA MI' RE' SI LA DO' SI SOL SI MI-MI LA DO' SI LA MI' SOL'FA'# FA' DO#FA' MI' MI' SI DO' LA-DO' MI' DO'MI'DO'FA' MI' MI' SI DO' LA-DO'MI'DO'MI' DO'SOL'FAAAAA...