Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Danze degli Indiani d' America

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    DANZA INDIANA


    la-danza-indiana_7e54295957c1ed1b0246fe38469b8502

    La danza, come la musica e il canto, è una delle forme espressive che nella cultura dell'India sono considerate non solo forme artistiche ma raffinati linguaggi spirituali.
    La parola ‘danza’ male si presta a rispecchiare la complessa realtà coreutica indiana, in cui appunto la dicotomia occidentale tra il teatro e la danza, si assottiglia enormemente.


    Nel campo delle arti performative la danza indiana occupa una posizione molto speciale.
    In essa vi è la combinazione di movimenti del corpo, delle mani, di espressioni del volto e degli occhi con un accompagnamento musicale che esalta il tema che la danza vuole descrivere; un tema che può avere un carattere religioso, mitologico, leggendario o tratto dalla letteratura classica.
    I termini sanscriti con cui ci si riferisce alla danza confermano tale affermazione. Essa è suddivisa, infatti, in tre categorie: natya, nrtta e nrtya.
    Nel dramma e quindi nella danza classica indiana la preoccupazione non è tanto rivolta all’esatta imitazione del reale; piuttosto si osserva il desiderio di suscitare emozioni capaci di stimolare l’immaginazione dello spettatore. È questa l’idea dell’abhinaya. Questo termine spesso tradotto con ‘arte istrionica’ è spiegato da un verso del Natyashastra in cui si legge: “Quando la rappresentazione dei deva (dèi), dei daitya (demoni), dei re, dei capofamiglia e delle loro attività quotidiane è espressa attraverso i gesti del corpo e tutto ciò che è a essi correlato, si ha il natya ” (Natyashastra, I,121).
    Sia l’artista sia lo spettatore hanno una parte attiva nel conseguimento del fine dell’opera d’arte: il godimento estetico, il rasa. La profonda relazione tra l’attore-danzatore e lo spettatore impone che entrambi posseggano qualità specifiche; inoltre è in tale legame che si cela il nocciolo della teoria estetica: l’idea di bhava e rasa. Bhava viene generalmente tradotto con ‘emozione’ mentre rasa con ‘sentimento’ o con ‘gusto’.
    La danza indiana è un’arte basata sulla trasmissione orale del sapere e quindi sulla stretta relazione tra il maestro e il discepolo.
    Nella cultura tradizionale indiana si osserva un certo disinteresse nei confronti dell’identità degli artisti o rispetto al tentativo di collocare gli eventi storicamente.
    In questa luce tracciare la storia esatta della danza non è quindi sempre facile.


    ...nel corso dei secoli alcune danze divennero parte della religione e acquistarono una rigida codificazione, gettando così i semi dei successivi stili di danza classica indiana:
    Bharathanatyam
    Kathakali
    Odissi
    Kuchipudi
    Kathak
    Manipuri


    stili1invLa prima si riferisce alla rappresentazione drammatica in cui la danza gioca in ogni caso un ruolo molto importante; la seconda è solitamente tradotta con ‘danza pura’; in questo aspetto della danza si esalta l’estetica del movimento e della forma mentre il corpo non racconta alcun tema; la terza si riferisce invece all’interpretazione danzata di un poema o di un’opera letteraria espressi in canzone. Ne consegue un’armonica miscela di danza, musica e recitazione. La danza indiana impiega il corpo come strumento principale di espressione. L’attore-danzatore è chiamato a rispettare regole codificate molto precise, relative non solo allo spostamento nello spazio ma anche alla capacità di raggiungere una qualità scultorea di fissità, raramente ricercata nelle danze occidentali. Nella danza pura si osserva, infatti, un alternarsi di movimenti accompagnati da un ritmo a pose statiche. In essa è posta un’attenzione quasi ossessiva alla precisione delle linee che devono essere descritte con il corpo. Esso diventa una sorta di pennello con cui la danzatrice dipinge dei disegni ben precisi, forniti di ricchi significati spirituali.
    Nella porzione di danza drammatica il corpo dell’attrice-danzatrice si trasforma invece in un elaborato alfabeto di simboli, in grado di narrare storie, di interpretare liriche, comunicare emozioni, immagini e pensieri.

    BHARATHANATYAM

    danzatrice_kuchipudiIl Bharatanatyam è con molta probabilità uno degli stili più antichi di danza classica indiana.
    La sua antichità è documentata dalla letteratura, dalla scultura, dalla pittura e dalla storia delle varie dinastie che si sono succedute in India.
    Il ‘Bharatanatyam’ è tradizionalmente associato a uno dei testi portanti, fondamentali della danza e del teatro indiani: il Natya-Shastra ascritto al saggio Bharata muni.
    Si ritiene che il Bharatanatyam sia ‘nato’ nel sud dell’India diffondendosi, nel corso degli anni principalmente in Tamil Nadu.
    È difficile, nonostante l’abbondanza di dati esistenti, tracciare una storia verosimile dei circa 2000 anni che questa danza ha percorso.
    La peculiarità del Bharatanatyam è quella di concepire il movimento nello spazio principalmente lungo linee rette o in triangoli; viene data importanza precipua alla precisione delle linee e alla nitidezza delle forme.
    Si potrebbe affermare che nel Bharatanatyam prevalgono movimenti angolari e simmetrici, si ricerca la geometria perfetta nata dalla poesia e composta da bhava, raga e tala.
    La musica, ingrediente fondamentale, è quella del sud, karnatica.
    KATHAKALI

    Il Kathakali rappresenta uno degli stili più interessanti e complessi in cui la danza pura il teatro e la musica lavorano all’unisono. Il moderno Kathakali è la sintesi della maggior parte delle forme teatrali del sud dell’India. Ciò che spicca in questo stile è infatti la qualità drammatica raggiunta attraverso l’attento utilizzo di tutte le parti del corpo; il movimento dei muscoli facciali è l’aspetto principale della disciplina. Si può affermare che le figure geometriche base del Kathakali sono il quadrato e il rettangolo; all’interno di queste figure tuttavia il danzatore può tracciare diagonali o disegnare degli 8 con le mani.
    È credenza comune che durante una rappresentazione di Kathakali, dèi ed eroi, demoni e spiriti giungano sul palco direttamente da altre dimensioni. Ciascuno di loro ha un trucco, un costume e un copricapo conformi alla sua indole. I personaggi o forse è meglio parlare di tipi, nel Kathakali si dividono in tre ampie classi che rispecchiano la loro qualità dominante che può essere: sattvica (virtuosa, spirituale); rajasika (tesa al possesso, feroce) e tamasika (oscura, di tipo basso).
    I personaggi appartengono esclusivamente al mondo del mito e della leggenda.
    Il Kathakali ha assorbito le grandi tradizioni di danze che sono esistite fin da tempi remoti nella sua patria, il Kerala.
    ODISSI

    danzatrice_schienaSulla base delle testimonianze archeologiche, l’Odissi od Orissi come è anche chiamata, risulterebbe essere la forma più antica di danza classica indiana. I reperti archeologici che sostengono questa tesi si trovano nella grotta, Rani Gumpha, datata al II secolo a.C. circa.
    La flessione del fianco e la tipica posa tribhanga è comune alla maggior parte di queste figure.
    La tecnica dell’odissi segue i principi esposti sia nel Natyashastra sia nei Shilpashastra dell’Orissa.
    Nell’Odissi il corpo umano è studiato in termini di tre inclinazioni possibili. Il peso del corpo non è distribuito in modo equo rispetto all’asse mediana ma passa continuamente da un piede all’altro.
    Come negli altri stili, la testa, il torso, il bacino e le ginocchia rappresentano unità di movimento importanti. Una peculiarità esclusiva di questo stile e dello stile Kuchipudi, è il movimento del bacino.
    KUCHIPUDI

    Il Kuchipudi nasce come una forma di teatro-danza in un paese omonimo, in Andra Pradesh.
    La tradizione vuole che circa cinquecento anni fa un gruppo di bramini del villaggio di Kuchipudi si riunissero per dare vita a questa tradizione artistica. A quel tempo esistevano molti tipi di danze popolari ma quando la corrente vaishnava si diffuse, gli insegnanti di danza composero delle coreografie ispirate agli episodi del Bhagavata-purana creando una forma di teatro-danza che avrebbe preso il nome di Kuchipudi.
    Il Kuchipudi si diffonde maggiormente come danza per il popolo e come mezzo di sostentamento degli artisti. In origine esistevano gruppi di artisti, rigorosamente uomini, infatti questa danza era preclusa alle donne, che erano soliti girare per le corti dei re e per i villaggi circostanti a presentare la loro arte. Questi artisti erano mossi da un profondo sentimento religioso che avevano il compito di trasmettere alla gente comune attraverso la danza.
    In questo stile si sottolinea in modo particolare la compresenza degli aspetti tandava e lasya della danza.
    KATHAK

    È una danza del nord dell’India.
    Il lavoro dei piedi è centrale. I movimenti sono direttamente influenzati dai cicli metrici, tala, sulla base dei quali si devono eseguire le variazioni ritmiche.
    Il corpo del danzatore nel Kathak si mantiene nell’asse centrale, mediana; sono caratteristici i salti e piroette ma lo spazio è concepito soprattutto fronte e retro e anche quando si eseguono queste piroette, la danzatrice o il danzatore mantengono una certa linearità, senza flessioni o spostamenti eccessivi.
    La musica è hindustani. I due stili che si cantano prevalentemente nel Kathak sono il kirtan e il dhrupad. Sono presenti anche pada, bhajan, hori e dhamar. Di derivazione mussulmana gli stili thumri, dadra e ghazal, sono anch’essi presenti nel Kathak.
    MANIPURI

    Il Manipur è un piccolo stato nord-orientale situato tra le montagne; il picco più alto è il monte Kobru che fa parte della catena himalayana. Qui vive una popolazione chiamata Meithei.
    Il fatto che il Manipur sia uno stato di confine spiega perché la popolazione sia composta da diverse etnie e, la religione, l’arte e la cultura siano una miscela di elementi distinti.
    La danza e la musica sono parte della routine quotidiana della gente che la ritiene come un’offerta alla divinità.
    La danza tandava e lasya sono molto distinte, la prima praticata dagli uomini prevede salti e rotazioni in aria accompagnate dal suono delle percussioni che lo stesso danzatore suona; la parte lasya, danzata dalle donne comprende movimenti sinuosi e spiraliformi, indistinti e ondulati. Molte le danze ispirate ai kirtan cantati nello stile della musica del nord, hindustani.


    fonte:http://www.danzaindiana.it/

     
    Top
    .
0 replies since 7/1/2016, 21:39   36 views
  Share  
.