Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Posts written by Lussy60

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    Intervista a Meghan e Harry da Oprah in onda in Italia su Tv8: tutto quello che c’è da sapere

    L’intervista di Oprah a Harry e Meghan è stata trasmessa per il pubblico italiano su Tv8, alle ore 21 e 30. La replica è prevista il 10 marzo. Le frasi sulla regina, sul principe Carlo, su Kate Middleton e su Lady Diana fanno discutere. Tutte le reazioni

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    Il principe Harry e Meghan Markle, sua moglie dal 2018, hanno annunciato di voler rinunciare al loro ruolo nella Royal Family nel gennaio del 2020. È stato il primo atto di quella che la stampa britannica ha subito soprannominato «Megxit». Il secondo è giunto un anno dopo, quando Harry e Meghan hanno restituito alla regina Elisabetta titoli e patronati. Il 7 marzo, la coppia ha concesso un’ intervista-bomba a Oprah Winfrey. In Italia è andata in onda una prima volta martedì 9 marzo, ma è prevista una replica mercoledì 10. Qui tutte le cose da sapere in merito.

    Gli ascolti tv Usa dell’intervista esplosiva di Harry e Meghan
    Oltre 17,1 milioni di persone hanno visto domenica notte negli Stati Unitil’intervista a Harry eMeghan, andata in onda sul canale Cbs. In Italia, la lunga chiacchierata dei Sussex con Oprah Winfrey sarà trasmessa la sera di martedì 9 marzo alle 21.30 in chiarosu Tv8. Quelli che arrivano dagli Stati Uniti sono dati preliminari, ma, scrive il New York Times, nell’era dei video on demand la televisione è riuscita a ritagliarsi per una sera un momento di gloria. Gli spettatori sono inoltre cresciuti nel corso della serata, passando dai 16,9 milioni della prima parte ai 17,3 della seconda. Lo show ha attirato il doppio delle persone rispetto a una normale prima serata, ma non ha comunque raggiunto il picco di 22 milioni toccato nel 2018 da Anderson Cooper di Cnn con Stephanie Clifford, la pornostar conosciuta come Stormy Daniels che raccontò in diretta la sua storia con Donald Trump.

    Gli ascolti tv in Italia e la replica su Tv8
    In Italia, l’intervista martedì 9 marzo è stata vista da 1.204.000 spettatori (4,5% di share). Rai 1 e Canale 5 avevano in programma, a quell’ora, A grande Richiesta – Non sono una Signora con Loredana Bertè (che ha conquistato 3.939.000 spettatori per il 13,8% di share) e la partita di Champions League Juve-Porto (seguita da 6.309.000 spettatori pari al 24,7% di share). Chi non è riuscito a seguire l’intervista potrà recuperare questa sera, mercoledì 10 marzo: il colloquio verrà trasmesso una seconda volta, in replica, sempre su Tv8 alle ore 23.40.

    Oprah Winfrey e il filo conduttore dell’intervista: il razzismo
    Da giorni c’era grande attesa per l’intervista, che la rete americana si era assicurata per una cifra compresa fra i 7 e i 9 milioni di dollari, vendendo poi i diritti internazionali in 68 Paesi, Italia compresa. I duchi di Sussex si sono sfogati per due ore in prima serata con Oprah Winfrey, potentissima regina dei talk show americani con un patrimonio personale di 2,7 miliardi di dollari e un’influenza planetaria: nel 1993 la sua intervista dal ranch di Neverland a Michael Jackson fu vista da 62 milioni di persone sulla rete Abc. Filo conduttore dell’intervista è stato il razzismo: un’accusa diretta alla famiglia reale che, ha scritto il corrispondente del Corriere da Londra Luigi Ippolito, è destinata a lasciare pesanti conseguenze.

    Il razzismo a palazzo e la «preoccupazione» per la pelle di Archie
    Nel corso del colloquio, la duchessa del Sussex ha rivelato che un membro di casa Windsor aveva espresso «preoccupazione» sul possibile colore della pelle di suo figlio Archie: che il piccolo, insomma, potesse risultare «troppo scuro». La coppia non ha voluto nominare il «colpevole», anche se poi lo stesso Harry ha precisato che non si tratta né della regina né del consorte Filippo (noto gaffeur): ma in questo modo il sospetto plana su tutto il resto della famiglia reale. Il principe ha poi rincarato la dose, asserendo che la decisione di lasciare la Gran Bretagna è stata dovuta «in larga parte» al razzismo subito, che lui ha attribuito non tanto alla società britannica quanto all’influenza velenosa dei media, la sua vera ossessione.

    I rapporti del principe Harry con il padre Carlo
    Nel mirino di Harry è finito soprattutto suo padre, il principe Carlo, accusato di aver tagliato ogni sostegno finanziario e di non rispondere più neppure alle telefonate: «C’è molto lavoro da fare», ha detto. «Mi sento davvero deluso, perché lui ha attraversato qualcosa di simile (con Diana). Lo amerò sempre, ma c’è tanto dolore che si è verificato».

    Le frasi sulla regina Elisabetta
    Quanto alla regina, Harry e Meghan hanno continuato a professare devozione e riconoscenza nei suoi confronti: ma anche la sovrana ne esce un po’ ammaccata. Perché il principe sostiene che Elisabetta non abbia voluto riceverlo quando era andato a discutere il piano per l’abbandono del servizio reale a tempo pieno: «Era occupata tutta la settimana», gli disse.

    La reazione della Regina Elisabetta
    Il comunicato ufficiale di Buckingham Palace con la reazione della Casa Reale — e dunque di Elisabetta II — all’intervista di Harry e Meghan è arrivato martedì 9 marzo, in serata. «Tutta la famiglia è addolorata di sapere quanto siano stati difficili gli ultimi anni per Harry e Meghan», si legge nel comunicato della regina. Più che scendere nella polemica, Elisabetta II conferma che Harry, Meghan e Archie resteranno sempre «Much loved family members», membri molto amati della famiglia, come spiega Enrica Roddolo qui. «Le accuse di razzismo sono preoccupanti... ma verranno affrontate dalla famiglia, privatamente», si legge poi nella nota (qui i dettagli).

    Le frecciate di Meghan Markle a Kate
    Non poche frecciate velenose sono state riservate a Kate, la moglie del fratello William. Molto si era spettegolato sul fatto che, il giorno delle nozze fra Harry e Meghan, quest’ultima avesse fatto piangere Kate per una lite sui vestiti delle damigelle: ma adesso la duchessa del Sussex ha ribaltato la storia, sostenendo di essere stata lei ridotta in lacrime dalla cognata. E non si è fermata qui: perché ha ripetuto i nomignoli che erano stati affibbiati dalla stampa a Kate, affermando che una cosa è essere vittima di maleducazione, un’altra di razzismo. Meghan ha anche confessato la sofferenza mentale patita durante il periodo trascorso a Kensington Palace, che l’aveva addirittura indotta a pensieri suicidi: ma quando aveva chiesto aiuto a corte, le era stato risposto che non c’era nulla da fare perché «avrebbe danneggiato l’istituzione».

    L’eredità di Lady Diana
    Harry ha raccontato di essere riuscito a lasciare la Gran Bretagna solo grazie ai soldi lasciati in eredità dalla madre. «La mia famiglia — ha detto — mi ha letteralmente tagliato fuori da punto di vista finanziario. Tutto quello che volevo era avere abbastanza denaro da potere garantire la sicurezza e avere la mia famiglia protetta». A proposito di Lady D durante l’intervista Meghan indossava un bracciale tennis di diamanti appartenuto alla suocera mai conosciuta, un tributo alla mamma di Harry ma anche un chiaro messaggio di identificazione con le drammatiche vicende della «principessa del popolo».

    Le reazioni in Gran Bretagna
    Lunedì mattina, il Regno Unito si è svegliato sotto choc, investito dall’onda d’urto della confessione a cuore aperto che ha inferto un colpo devastante alla monarchia: come hanno scritto i giornali, ci si aspettava un lancio di granate, ma quelli hanno affondato tutta la flotta. Il missile lanciato contro i Windsor è l’accusa di razzismo: in una società multietnica come quella britannica, questa è l’arma fine-di-mondo. Il razzismo è vissuto come un obbrobrio inaccettabile, al quale nessuno può sopravvivere. E non è un caso che esponenti del governo di Londra, pur senza entrare nel merito, abbiano subito marcato la distanza, affermando che «non c’è posto per il razzismo nella nostra società».

    Lo scontro generazionale
    Gli animi sono però divisi. Già domenica mattina il Times era uscito con un ampio commento intitolato «I Sussex devono pagare il prezzo per aver bruciato i ponti»: e l’autrice chiedeva che Harry e Meghan venissero spogliati dei loro titoli reali. Un punto di vista che molti nelle ultime ore hanno condiviso sui social media: perché i duchi del Sussex hanno attaccato la stessa istituzione della monarchia, tanto cara alla stragrande maggioranza dei sudditi. In realtà, anche nelle conversazioni familiari, a Londra si avverte un divario generazionale: con i più anziani che fanno quadrato attorno alla regina e i giovani che invece si identificano in qualche modo in Meghan, a tratti scambiata per una specie di eroina dei millennial. E la questione si fa presto politica, con la sinistra che salta sul carro delle «vittime» (i Sussex) mentre la destra più becera li copre di contumelie.

    fonte:https://www.corriere.it/este
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    'Zitti e buoni', il testo della canzone dei Måneskin a Sanremo 2021


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    Gruppo rivelazione di X Factor 2017, in pochissimo tempo i Maneskin hanno conquistato successo e popolarità. Damiano, Victoria, Thomas e Ethan sono pronti a lasciare il segno sul palco dell’Ariston dove presentano Zitti e buoni


    Måneskin
    Zitti e buoni
    di D. David - T. Raggi - E. Torchio - V. De Angelis
    Ed. Sony Music Publishing (Italy) - Milano

    Loro non sanno di che parlo
    Voi siete sporchi fra’ di fango
    Giallo di siga’ fra le dita

    Lo con la siga’ camminando
    Scusami ma ci credo tanto
    Che posso fare questo salto
    Anche se la strada è in salita
    Per questo ora mi sto allenando
    E buonasera signore e signori
    Fuori gli attori
    Vi conviene toccarvi i coglioni
    Vi conviene stare zitti e buoni
    Qui la gente è strana tipo spacciatori
    Troppe notti stavo chiuso fuori
    Mo’ li prendo a calci ‘sti portoni
    Sguardo in alto tipo scalatori
    Quindi scusa mamma se sto sempre fuori, ma
    Sono fuori di testa ma diverso da loro
    E tu sei fuori di testa ma diversa da loro
    Siamo fuori di testa ma diversi da loro
    Siamo fuori di testa ma diversi da loro
    Io
    Ho scritto pagine e pagine
    Ho visto sale poi lacrime
    Questi uomini in macchina
    Non scalare le rapide
    Scritto sopra una lapide
    In casa mia non c’è Dio
    Ma se trovi il senso del tempo
    Risalirai dal tuo oblio
    E non c’è vento che fermi
    La naturale potenza
    Dal punto giusto di vista
    Del vento senti l’ebrezza
    Con ali in cera alla schiena
    Ricercherò quell’altezza
    Se vuoi fermarmi ritenta
    Prova a tagliarmi la testa
    Perché
    Sono fuori di testa ma diverso da loro
    E tu sei fuori di testa ma diversa da loro
    Siamo fuori di testa ma diversi da loro
    Siamo fuori di testa ma diversi da loro
    Parla la gente purtroppo
    Parla non sa di che cosa parla
    Tu portami dove sto a galla
    Che qui mi manca l’aria
    Parla la gente purtroppo
    Parla non sa di che cosa parla
    Tu portami dove sto a galla
    Che qui mi manca l’aria
    Parla la gente purtroppo
    Parla non sa di che cazzo parla
    Tu portami dove sto a galla
    Che qui mi manca l’aria
    Ma sono fuori di testa ma diverso da loro
    E tu sei fuori di testa ma diversa da loro
    Siamo fuori di testa ma diversi da loro
    Siamo fuori di testa ma diversi da loro
    Noi siamo diversi da loro
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    La durissima profezia sul Gf Vip: "Vi dico chi vincerà davvero...

    La vincitrice della prima edizione del Grande Fratello ha affidato ai social network la sua "profezia" sulla finale e non si è risparmiata un giudizio critico nei confronti del televoto

    La semifinale del Grande Fratello Vip è terminata da poche ore e i telespettatori sono già proiettati a lunedì 1° marzo, serata della finalissima in cui sarà decretato il vincitore della quinta edizione del reality dedicato ai vipponi.

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    A contendersi la vittoria sono rimasti Dayane Mello, Pierpaolo Pretelli, Tommaso Zorzi, Stefania Orlando e Andrea Zelletta. E se per molti il verdetto è già scritto, c'è chi - come Cristina Plevani ex vincitrice del reality nel 2000 - non si risparmia la previsione, criticando l'andamento delle votazioni.

    Gf Vip, Tommaso contro Dayane: "Fai la mezza lesbica per fare la f... in tv"
    Nell'ultima puntata del Grande Fratello Vip sono stati decretati i cinque finalisti dell'edizione più lunga della storia del reality. Sei mesi di lunga reclusione dove non sono mancati amori, litigi, pianti, espulsioni e drammi. Nell'ultima diretta è toccato a Samantha De Grenet e Rosalinda Cannavò abbandonare la Casa ad un passo dalla finalissima, lasciando la scena a cinque dei protagonisti assoluti di questa edizione. Il primo televoto si è subito aperto in vista di lunedì e vede sfidarsi Andrea Zelletta e Tommaso Zorzi. Solo uno di loro proseguirà la sua corsa al titolo a colpi di sfide dirette.
    Con la chiusura dell'ultima puntata, però, è subito scattato il toto-vincitore. Per molti a spuntarla sarà la modella brasiliana Dayane Mello, forte dei voti provenienti dalla fanbase brasiliana, ma tra i favoriti c'è anche Tommaso Zorzi. L'influencer è il volto rivelazione di questa edizione. Sul web si moltiplicano le ipotesi, ma il pronostico più realistico e critico arriva da Cristina Plevani, vincitrice della prima edizione del Grande Fratello. Su Twitter l'ex gieffina non si è risparmiata una dura critica al meccanismo del televoto: "Oramai i voti sono in mano ai fanatici, ai profili falsi e alla lotta che ne nasce tra di loro. Poi c'è il Brasile per Dayane". La Plevani ha poi dato il suo verdetto, sostenendo la Orlando e ipotizzando il post reality: "Stefania si è rivelata una grande donna di televisione, presenza scenica invidiabile, ma non vincerà. Il duello è tra Dayane e Tommaso. Lei vincerà, lui lavorerà".
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    Chi vince il Grande Fratello Vip 2021? Spunta il nome


    La finale del reality show è prevista per lunedì primo marzo alle 21.40 in prima serata su Canale 5. Ecco il toto-nomi

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    Alfonso Signorini, 56 anni, conduce il Grande Fratello Vip 2021
    E.Z
    26 febbraio 2021 18:24
    Chi vince il Grande Fratello Vip 2021? A pochi giorni dalla messa in onda della finale, prevista per lunedì primo marzo alle 21.40 in prima serata su Canale 5, tra i telespettatori è ufficialmente partito il toto-nomi. E non solo tra loro, dal momento che i siti di scommesse si stanno scatenando con i pronostici. Al momento i finalisti ufficiali sono tre, ovvero Dayane Mello, Pierpaolo Petrelli e Tommaso Zorzi, mentre al televoto ci sono invece Rosalinda Cannavò (in arte Adua Del Vesco) e Stefania Orlando, ma la puntata di questa sera potrebbe rivelare sorprese.

    Chi vince il Grande Fratello Vip? Il nome della favorita
    Al di là di quanto potrebbe accadere nell'appuntamento in onda stasera, però, Snai, Sisal e Goldbet, ovvero le principali società attive in Italia nel Gioco Legale, sono già pronte a scommettere sui nomi di Dayane Mello e Tommaso Zorzi, Sarebbero questi due i concorrenti pronti a contendersi il primo posto.

    La vera favorita è però Dayane Mello, quotata a 2. Modella brasilinana, ha potuto contare fin dall'inzio del reality show di Canale 5 su una fandome molto potente, composta non solo di telespettatori italiani ma anche di pubblico proveniente dall'estero (in tal senso, è impossibile dimenticare la polemica sui presunti voti truccati). Nel corso della sua esperienza al Gf Vip, inoltre, è stata molto 'chiacchierata' la sua relazione con Rosalinda, di cui ha detto di essersi innamorata: tra le due un bacio, tanto affetto e complicità, peccato però che la giovane siciliana abbia poi scelto di cominciare una relazione con Andrea Zenga. Da sottolineare inoltre che la concorrente ha deciso di restare in gioco nonostante la morte del fratello Lucas, avvenuta proprio mentre lei si trovava nel loft di Cinecittà.

    Al secondo posto tra i favoriti, c'è poi Tommaso Zorzi, quotato ad 1.70: da subito l'influencer milanese si è attestato come uno dei protagonisti più chiacchierati del reality show, tanto che la stessa Maria De Filippi è intervenuta in diretta per manifestargli tutto il suo apprezzamento (e pare che stia pensando di includerlo in uno dei suoi programmi).

    Gf Vip, Maria De Filippi racconta Tommaso Zorzi. Il siparietto delle fotocopie
    Chi sono i concorrenti sfavoriti alla vittoria
    Netto stacco nella classifica dei favoriti secondo gli scommettitori per Adua Del Vesco, quotata a 10, e Pierpaolo Petrelli, fermo tra 12 e 16 in quotazione: la prima ha creato dinamiche in Casa per il suo feeling con Dayane prima e con Andrea Zenga poi; il secondo, invece, ha fatto molto parlare di sé a causa del rapporto turbolento con il padre, ovvero l'allenatore Walter: i due hanno tentato un riappacificamento in diretta tv proprio durante il Gf Vip.

    Pare invece non ci sia alcuna speranza per gli ultimi due che chiudono la classifica, ovvero Samantha De Grenet, entrata in cosa qualche settimana fa, e Andrea Zelletta, presente sin dal principio del gioco ma poco incluso nelle dinamiche di gioco salienti.
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    Nomi per bambini e bambine del 2021: i trend

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    Quali sono i nomi per bambini e bambine del 2021? I trend da tenere d'occhio se state cercando un nome originale, italiano o straniero.
    Come scegliere il nome del bambino? Nell'universo di possibilità legate alla scelta di nomi maschili e nomi femminili in previsione della nascita di un bebè non conta solo optare per una soluzione che piaccia a entrambi i genitori, ma anche per una che abbia un significato importante, che entrambi condividono. I trend sui nomi per bambini e bambina del 2021 possoono essere una buona guida per orientarsi nella scelta e per scoprire quali nomi per bambini e bambine nel 2020 saranno ancora gettonati dai genitori il prossimo anno. Tra i più eleganti? Ci sono i nomi ispirati alla famiglia reale britannica, che non deludono mai.

    Tra i nomi femminili stranieri più in voga che rientreranno nelle opzioni dei genitori anche il prossimo anno ci sono:

    Olivia
    Emma
    Ava
    Sophia
    Isabella
    Charlotte
    Amelia
    Mia
    Harper
    Evelyn
    Tra i nomi maschili stranieri più in voga invece ci sono:

    Liam
    Noah
    Oliver
    William
    Elijah
    James
    Benjamin
    Lucas
    Mason
    Ethan
    Secondo l'Istat tra i nomi per maschietto stranieri più amati in Italia ci sono (in crescita) anche Thomas e Gabriel. E anche Sebastian sta guadagnando molta popolarità nell'ultimo periodo, segno che tra i trend dei nomi maschili 2021 potrebbe comparire tra le prime 10 posizioni.

    Nomi femminili e maschili del 2021, ispirazioni
    Tra le ispirazioni per nomi per bambine dl 2021 più interessanti da considerare per il bebè ci sono anche:

    Aria
    Ava
    Elena
    Eliana
    Ella
    Emilia
    Evelyn
    Luna
    Tra i nomi femminili ispirati a film e cartoni Elsa secondo l'Istat ha avuto una seconda vita soprattutto nel biennio 2015-2016 in seguito all'uscita del film Disney Frozen.

    E quali sono i nomi da bambino che si sentiranno di più nel 2021?

    Enea
    Gioele
    Samuel
    Christian
    Niccolò
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    Coronavirus, perché cercare la verità in un pipistrello


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    Il Rhinolophus affinis è la specie mammifera da cui ha avuto origine il Covid-19. Dalla sua classificazione, nel 1823, è stato oggetto di più di mille articoli scientifici. Grazie agli studi effettuati è possibile comprendere meglio la trasmissione e il modo in cui questi virus si originano e si propagano fino all’uomo. Lo spiega il professor Rob DeSalle. (In collaborazione con Codice Edizioni)

    Perché la Scienza, oggi? È questa la domanda che Codice Edizioni ha posto a scienziati, esponenti della cultura, intellettuali, divulgatori. Una domanda che viene lanciata per aiutare a far pensare e condividere quanto la scienza sia importante e sia fonte continua di ispirazione. Decine i contributi arrivati e ospitati da Codice Edizioni su uno speciale sito. Rep Scienze da questa settimana pubblica una serie di interventi ospitati dall'editore torinese. Cominciamo con il ...

    fonte:https://rep.repubblica.it/p
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    Quella rosa vale un tesoro, ecco i fiori (e le piante) più costosi del mondo


    di FABIO MARZANO

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    Un esemplare di Juliet Rose


    Ci sono rarità botaniche che pochissimi vivai al mondo possono permettersi il lusso di mettere in vendita. Come l'incredibile "Juliet Rose", valutata 5 milioni di euro, che ha richiesto 15 anni di cure per fiorire. Ma ce ne sono tante altre. Vediamo quali sono


    Rispetto a un’opera d’arte sono un investimento meno redditizio ma ci sono piante che si possono acquistare solo con un mutuo. Per un appassionato, in teoria, non ci sarebbe mai un prezzo adeguato per un fiore pregiato del suo giardino. Oggi però ci sono in ballo cifre a svariati zeri in grado smuovere le gelosie più ostinate. Dall’orchidea di Shenzhen, sviluppata dall’omonima università e che viene venduta a una base di partenza di quasi 200mila euro fino a un esemplare di Juliet Rose che ha richiesto quindici anni di cure per fiorire e oggi è valutata oltre cinque milioni di euro.

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    L'orchidea di Shenzhen

    Si tratta di specie vegetali uniche per il ciclo biologico, che richiede la pazienza di un elefante, per longevità ultracentenaria o per morfologia fiori dal comune. Non sono piante per tutti: oltre a un conto in banca di un certo rilievo, sono necessarie competenze botaniche perché sono organismi viventi e, in alcuni casi, molto fragili. Non servono, al contrario, grandi spazi. "Ci sono molti più collezionisti tra i proprietari di un terrazzo in una grande città che nelle ville in campagna e in generale negli ambienti rurali", spiega Mario Faro, fondatore del Parco botanico di Radicepura (www.radicepura.com/parco-botanico/) a Giarre, in provincia di Catania, che ospita gli esemplari più pregiati di questa famiglia di vivaisti. Per dimostrare che non tutto è in vendita, di recente è stata respinta al mittente un’offerta di 200mila euro per una millenaria Ceratonia siliqua, un albero del carrubo.
    "Le piante più ricercate oggi dai collezionisti appartengono alla famiglia degli Encephalartos – prosegue Mario Faro - Sono originarie del Sudafrica e sono tra le più antiche del mondo perché erano già presenti all’epoca dei dinosauri. Ci sono molte specie di questo gruppo che sono a rischio estinzione e non possono essere messe in commercio ma di alcune varietà si possono acquistare i semi".

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    Esemplari di Aloe Bainesii

    Il bello poi, viene dopo: per raggiungere la piena maturità sono necessari come minimo dieci anni. Assomigliano alle palme e sono tra le poche piante ad essere certificate a livello internazionale, anche grazie alla protezione dalla convenzione di Washington sul commercio delle specie minacciate. Il loro valore può variare da 10mila a 100mila euro in base alla rarità.

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    Chorisia Insignis


    Ma in questo mondo ci sono anche le mosche bianche, i collezionisti che non hanno problemi di budget. Per il suo giardino privato di settanta ettari a Sharma, l’anno scorso il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman ha comprato dalla famiglia Faro dieci esemplari rari di Chorisia o Ceiba insignis, l’albero a botte originario degli altopiani semiaridi del Perù e altre piante preziose come le Aloe bainesii, Cycas revoluta e Xantorrea johnsonii.

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    Xanthorrea Johnsonii

    Per aggiudicarsi una rarità botanica si può anche finanziare una spedizione scientifica. "Una delle più recenti è stata quella che abbiamo fatto sulla catena dell’Atlante in Marocco dove abbiamo trovato la Chamaerops cerifera, una palma nana endemica di questa zona, e imparentata con una varietà, la Chamaerops compacta, che cresce solo all’interno dei vulcani delle isole Eolie. - conclude il fondatore del Parco Radicepura - Anche se fosse possibile propagare queste specie su larga scala, la richiesta non supera i duecento esemplari all’anno". Normale, in questi casi, che il prezzo di questo piante rimanga riservato a una esigua élite di collezionisti.

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    Nymphaea Thermarum

    Ci sono poi fiori così rari che non hanno prezzo ma alimentano un mercato parallelo con capacità di spesa spesso superiore a quella mostrata nei canali tradizionali. Come nel caso della Nymphaea thermarum, la più piccola ninfea del mondo. Originaria del Rwanda in Africa, non supera il centimetro di altezza. Scoperta alla fine degli anni Ottanta oggi è estinta in natura. Qualche anno fa, gli ultimi cinquanta esemplari sono stati rubati, da mani ancora sconosciute, nei celebri Kew Gardens di Londra.

    fonte:https://www.repubblica.it/
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    Quanto guadagna Claudio Baglioni? Patrimonio e cachet


    Alessandro Cipolla
    |
    22 gennaio 2021 - 13:30 |

    A quanto ammonta il patrimonio di Claudio Baglioni, cantautore, musicista e conduttore sulle scene da 50 anni? Vediamo biogragia, guadagni e cachet.


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    Riuscire a fare una stima del patrimonio di Claudio Baglioni non è facile: se all’estero c’è Forbes che svela redditi e classifica dei cantanti più ricchi, per fare i conti in tasca agli artisti italiani ci possiamo basare su dati come la longevità della loro carriera e il numero di successi, concerti, album venduti.

    In questo caso, sapere quanto guadagna Claudio Baglioni è un po’ più semplice, non solo perché è sulla scena da oltre 50 anni, ma anche grazie al fatto che alcuni cachet del cantautore romano, oggi 69enne, sono stati resi noti.

    Proviamo a scoprire di più.

    Quanto guadagna Claudio Baglioni
    Nato il 16 maggio 1951 a Roma, Claudio Baglioni inizia la sua carriera artistica ad appena 13 anni, partecipando ad alcuni concorsi canori. Presa familiarità con la chitarra e con il pianoforte, da ragazzo si cimenta anche in alcuni esperimenti di teatro cantato.

    Ottenuto il suo primo contratto discografico, il disco d’esordio è datato 1970 ma il grande successo arriverà due anni dopo con Questo piccolo grande amore. Il record di vendite però lo farà registrare con l’album La vita adesso del 1985, capace di vendere 4,2 milioni di copie.

    Sempre rimanendo legato al tema musicale, Claudio Baglioni ha preso parte anche a fortunati programmi televisivi. L’esordio fu nel 1997 con Anima Mia insieme a Fabio Fazio, mentre nel 2015 il progetto Capitani Coraggiosi (insieme a Gianni Morandi con cui ha fondato in passato la Nazionale Cantanti di calcio) oltre al tour nazionale è sfociato poi anche in uno show su Rai Uno.


    A quanto ammonta oggi il suo patrimonio? Per farci un’idea, si sappia che nella sua carriera musicale Baglioni ha tenuto oltre 2.000 concerti, detiene il record italiano di spettatori paganti in un singolo concerto in uno stadio (Olimpico a Roma, 6 giugno 1998), ha pubblicato 40 album, venduto 60 milioni di dischi. Ma non è finita, perché ha scritto libri, nel 2009 è stato sceneggiatore del film Questo piccolo grande amore, basato sul suo omonimo album e ha condotto decine di programmi tra TV e radio. La sua esperienza televisiva più importante sicuramente la conduzione e la direzione artistica del Festival di Sanremo nel 2017 e nel 2019.

    Patrimonio
    Insomma, considerando che è da mezzo secolo che Claudio Baglioni fattura con dischi, concerti, ospitate, programmi e royalties, è plausibile che sia uno dei cantanti più ricchi d’Italia e che il suo patrimonio netto sia milionario.

    Come abbiamo detto, nella sua lunga carriera come cantautore Claudio Baglioni è stato tra gli artisti nostrani più amati e di successo. L’aver inciso tanti brani cult gli assicura quindi ogni anno un cospicuo gruzzoletto proveniente dai diritti Siae.

    Un articolo di Mario Gerevini dell’ottobre 2017 sul Corriere della Sera ha provato a dare alcune cifre dei guadagni di Baglioni. Soltanto di diritti Siae, l’artista nel 2016 ha incassato 720.000 euro come autore di canzoni.

    Si parla poi nell’articolo di alcune fiduciarie che controllano una società che potrebbe essere riferita al cantautore, tra cui una che sarebbe stata donata dalla madre e che avrebbe in cassa circa 3 milioni.

    Cachet

    Per quanto riguarda i compensi che riceve Baglioni quando lavora in TV, sappiamo che per la conduzione e la direzione artistica del Festival di Sanremo,
    nel 2018 il cachet di Claudio Baglioni è stato pari a 585.000 euro, con la stessa cifra che sarà percepita anche per l’edizione 2019.

    fonte:https://www.money.it/
  9. .
    Cantanti in gara a Sanremo 2021: ecco i nomi dei big

    Ecco i nomi dei cantanti big in gara a Sanremo 2021: l'annuncio nel corso della finale di Sanremo Giovani.
    29/12/2020 - Eleonora Redazione
    I nomi dei 26 artisti big in gara a Sanremo 2021 sono stati annunciati da Amadeus nel corso della finale di Sanremo Giovani del 17 dicembre 2020.


    Sale a ventisei il numero dei cantanti in lizza per il titolo di Vincitore di Sanremo 2021: due in più rispetto alla passata edizione del Festival della Canzone Italiana. Ad annunciarlo è stato il direttore artistico e conduttore Amadeus nel corso della conferenza stampa della Finale di Sanremo Giovani durante la quale sono stati annunciati i big in gara oltre – ovviamente – ai giovani delle Nuove Proposte.

    Il Festival di Sanremo 2021 si terrà dal 2 al 6 marzo presso il Teatro Ariston di Sanremo, la location è stata confermata dal Direttore di Rai 1, Stefano Coletta. Alla conduzione Amadeus affiancato da Fiorello. Ospiti fissi di questa edizione: Achille Lauro e Zlatan Ibrahimovic.

    Cantanti in gara a Sanremo 2021

    La lista dei Big del Festival di Sanremo 2021 è stata resa nota nel corso della gara dei giovani che si è disputata, con la sua finale, giovedì 17 dicembre in prima serata su Rai Uno.

    Rispetto all’edizione 2020, sul palco dell’Ariston di Sanremo, nel 2021 saliranno 26 cantanti in gara nella categoria big, due in più rispetto al passato. Le nuove Proposte saranno invece 8: 6 vincitori da Sanremo Giovani e 2 da Area Sanremo.

    Sanremo 2021: cantanti big in gara
    Ecco l’elenco dei 26 partecipanti a Sanremo 2021 categoria CAMPIONI in ordine di presentazione:

    Francesco Renga con Quando trovo te [testo e significato]
    Coma_Cose con Fiamme negli occhi [testo e significato]
    Gaia con Cuore Amaro [testo e significato]
    Irama con La genesi del tuo colore [testo e significato]
    Fulminacci con Santa Marinella [testo e significato]
    Madame con Voce [testo e significato]
    Willie Peyote con Mai dire mai (la locura) [testo e significato]
    Orietta Berti con Quando ti sei innamorato [testo e significato]
    Ermal Meta con Un milione di cose da dirti [testo e significato]
    Fasma con Parlami [testo e significato]
    Arisa con Potevi fare di più [testo e significato]
    Gio Evan con Arnica [testo e significato]
    Maneskin con Zitti e buoni [testo e significato]
    Malika Ayane con Ti piaci così [testo e significato]
    Aiello con Ora [testo e significato]
    Max Gazzè con Il Farmacista [testo e significato]
    Ghemon con Momento Perfetto [testo e significato]
    La Rappresentante di Lista con Amare [testo e significato]
    Noemi con Glicine [testo e significato]
    Random con Torno a Te [testo e significato]
    Colapesce Dimartino con Musica Leggerissima [testo e significato]
    Annalisa con Dieci [testo e significato]
    Bugo con E invece sì [testo e significato]
    Lo Stato Sociale con Combat Pop [testo e significato]
    Extraliscio feat. Davide Toffolo con Bianca Luce Nera [testo e significato]
    Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome [testo e significato]
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    Sono passati 71 anni
    da quando i Russi il 27 gennaio del 45
    scoprirono ad Auschwitz e dintorni
    il più grande luogo di sterminio nazista
    spalancando le porte di un orrore indicibile.
    Nel '71 ero in giro in Polonia
    per la mia terza tournée di concerti
    nell'Europa dell'Est.
    Viaggiavamo ogni dì tutti in pullman
    per raggiungere i posti e i teatri
    dove avremmo cantato e suonato la sera.
    Quel giorno bigio e piovigginoso
    stavamo attraversando un po' insonnoliti
    un territorio di boschi e paludi.
    Arrivando ad un grande cartello stradale
    con su scritto Oświęcim
    il traduttore avvertì me e i miei musicisti
    ch'eravamo in anticipo sul ruolino di marcia
    e che ci saremmo fermati per visitare
    un sito "famoso di carcere e di lavoro".
    Distratti dal viaggio nessuno di noi
    collegò quello strano nome polacco
    ad Auschwitz e alla sua terribile storia.
    C'incamminammo nell'umido freddo
    verso le recinzioni di filo spinato
    a linee ordinate e sovrapposte
    passando un cancello con sopra
    una scritta tortuosa tra due cornici di ferro
    Arbeit match frei
    "il lavoro fa liberi"
    - disse la nostra guida -.
    Mi colpì la B di Arbeit saldata al contrario.
    "Per protesta di fabbro" rispose la guida.
    Strusciammo vialetti spogli e paralleli
    ai reticolati ad alta tensione
    tra i blocchi delle basse baracche
    con i mattoncini a vista.
    Mentre l'accompagnatore parlava
    ascoltavamo quasi meccanicamente
    e cominciavamo a renderci conto.
    Qui concentravano 'i morti in vacanza'.
    Dapprima i dissidenti polacchi.
    Gli intellettuali e gli oppositori.
    Poi i prigionieri di guerra per lo più russi.
    Quindi i criminali comuni tedeschi.
    Infine tantissimi ebrei e gli zingari.
    E ancora i cosiddetti asociali.
    Prostitute e omosessuali.
    Deportati e internati nei campi.
    I malati, i vecchi, i bambini
    insomma gli inabili erano subito eliminati.
    Gli altri - i rinati - venivano messi a produrre
    le teste rasate e le ossa sempre più in fuori
    con le divise a pigiama rigato e gli zoccoli
    la matricola su una pezza di vari colori
    cucita all'altezza del cuore
    e un numero tatuato all'interno del braccio.
    Entrammo ancor più costernati
    nelle camerate coi letti a castello
    e i pagliericci senza cuscini e coperte
    e nei magazzini con le valigie accatastate
    e le scarpe, i vestiti e gli occhiali.
    Avanzammo lungo il cunicolo
    detto 'la strada del paradiso'
    per arrivare alle docce e alle camere a gas
    attaccate ai forni con i camini e le ciminiere
    e non lontano le fosse dei roghi.
    Seguimmo tutto il tremendo percorso
    di quella fabbrica della morte
    che gli aguzzini chiamavano 'svelta e dolce'
    con cui annientarono come in una catena
    e solo lì un milione e mezzo di poveri cristi.
    Nel fare il tragitto obbligato verso l'uscita
    ero come stordito sperando in cuor mio
    che fosse come nei parchi tematici
    o negli ex teatri di posa del cinema
    dove sai che è tutta pura finzione.
    Ma sulle pareti una teoria infinita di foto
    e gente con su solo gli occhi
    mi confermò che non era così.
    Uscimmo a riprendere il pullman
    in un silenzio irreale e sgomento
    e nessuno fiatò per tutto il resto del tempo.

    Primo Levi lo scrittore e poeta torinese
    sopravvissuto alla detenzione
    ci lasciò, tra le tante, queste parole:
    L'Olocausto
    è una pagina del libro dell'Umanità
    da cui non dovremo mai togliere
    il segnalibro della memoria.
    Auschwitz è fuori di noi
    ma è intorno a noi.
    È nell'aria.
    La peste si è spenta
    ma l'infezione serpeggia.
    Se comprendere è impossibile
    conoscere è necessario.
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    Maluma primo uomo della storia su Elle Magazine, ed é davvero sexy.


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    Rivoluzione su Elle Magazine, per la prima volta nella storia della rivista é un uomo a finire in copertina, si tratta del sex symbol Maluma!

    Non era mai successo che la tradizionale rivista femminile Elle mettesse un uomo sulla sua copertina, ed invece nel 2021 l’eccezione é stata fatta, per un cantante e vero sex symbol arrivato dalla Colombia, Maluma.

    Il cantante di “Felices Los 4” sfoggia tutto il suo proverbiale sex appeal nel servizio di foto per la rivista femminile, e siamo pronti a scommettere che sarà un’edizione da record a livello di vendite, con un bel ragazzo in piena copertina.
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    Capelli turchesi, barbetta, e sguardo magnetico, bisogna ammetterlo, Maluma é sempre un gran bel vedere. Il ragazzo é anche stato annoverato tra gli uomini più sexy degli ultimi anni, ed i suoi canali social sono davvero seguitissimi.
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    Aspettiamo ancora un salto a livello musicale, con qualcosa di più originale e che possa anche trasformarlo in un artista potente anche a livello internazionale… il minimo dopo avere avuto l’appoggio di una Zia come Madonna.

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    FONTE:https://www.rnbjunk.com/
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    Baglioni


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    Claudio Baglioni: la vita, le canzoni, gli amori, le frasi più belle, i video

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    Tutto quello che c'è da sapere su Claudio Baglioni: dall'inizio della sua carriera a oggi


    Romano doc, 69 anni di età, 52 dei quali passati sopra un palco, puntellati da 15 dischi “tondi tondi”; e poi il successo, quello dirompente, che è arrivato quando lui era poco più di un ragazzino: sono tutti gli ingredienti che rendono Claudio Baglioni, a 50 anni esatti dalla pubblicazione del suo primo album, uno dei cantanti più amati della musica italiana. Uno degli artisti che è stato in grado di “surfare” sulle generazioni, diventando adulto con i suoi coetanei (con le sue coetanee) e riuscendo nella difficile impresa di essere “ponte” tra le ragazze di allora e le ragazze di ora. Collante tra due generazioni, voce che unisce mamme e figlie vicino alla radio, davanti a un palco.

    Il successo con Questo piccolo grande amore
    È il 1972. Claudio Baglioni, appena 21enne, è già al suo terzo album di inediti. Il disco d’esordio, pubblicato nel 1970, portava il suo nome e conteneva brani che tuttora sono cavalli di battaglia della sua discografia: su tutti, Signora Lia e Notte di Natale. Già l’anno successivo sarebbe arrivato il secondo album, Un cantastorie dei giorni nostri. Ma è con il terzo disco, uscito nel 1972, che Claudio Baglioni diventa il cantautore acclamato che tutti conosciamo.

    Ed è sufficiente menzionare il titolo dell’album per capire perché: Questo piccolo grande amore. Ha appena 21 anni Baglioni quando, probabilmente inconsapevole del vortice nel quale sarebbe stato inghiottito, pubblica il disco che lo avrebbe consacrato per sempre nella storia della musica italiana. Pubblica la canzone che, pure nella carriera sterminata che stava iniziando, avrebbe continuato a essere considerata “La sua canzone”. Il disco è in realtà un concept-album dedicato tutto a una storia d’amore. Il lato A inizia sulle note di Piazza del popolo, per concludersi su quelle de La prima volta. Ma è il lato B quello che contiene due tra le canzoni che avrebbero fatto una buona parte del successo di Baglioni: Questo piccolo grande amore, appunto, ma anche Porta Portese. Il successo del disco, che risulterà essere il nono più venduto in Italia alla fine del 1972, passa per il primo posto conquistato nella Hit parade di Lelio Luttazzi.






    SFOGLIA LA GALLERY

    Le foto più belle di Claudio Baglioni, cantante tra i più amati
    Romano doc, 69 anni di età, 52 dei quali passati sopra un palco, puntellati da 15 dischi “tondi tondi”; e poi il successo, quello dirompente, che è arrivato quando lui era poco più di un ragazzino: sono tutti gli ingredienti che rendono Claudio Baglioni, a 50 anni esatti dalla pubblicazione del suo primo album, uno dei cantanti più amati della musica italiana. Uno degli artisti che è stato in grado di “surfare” sulle generazioni, diventando adulto con i suoi coetanei (con le sue coetanee) e riuscendo nella difficile impresa di essere “ponte” tra le ragazze di allora e le ragazze di ora. Collante tra due generazioni, voce che unisce mamme e figlie vicino alla radio, davanti a un palco.

    Claudio Baglioni
    CLAUDIO BAGLIONI: 69 ANNI, 52 DEI QUALI SUL PALCO, E 15 ALBUM… IL 16ESIMO ARRIVERÀ IL 4 DICEMBRE / ANSA

    Il successo con Questo piccolo grande amore
    È il 1972. Claudio Baglioni, appena 21enne, è già al suo terzo album di inediti. Il disco d’esordio, pubblicato nel 1970, portava il suo nome e conteneva brani che tuttora sono cavalli di battaglia della sua discografia: su tutti, Signora Lia e Notte di Natale. Già l’anno successivo sarebbe arrivato il secondo album, Un cantastorie dei giorni nostri. Ma è con il terzo disco, uscito nel 1972, che Claudio Baglioni diventa il cantautore acclamato che tutti conosciamo.

    Ed è sufficiente menzionare il titolo dell’album per capire perché: Questo piccolo grande amore. Ha appena 21 anni Baglioni quando, probabilmente inconsapevole del vortice nel quale sarebbe stato inghiottito, pubblica il disco che lo avrebbe consacrato per sempre nella storia della musica italiana. Pubblica la canzone che, pure nella carriera sterminata che stava iniziando, avrebbe continuato a essere considerata “La sua canzone”. Il disco è in realtà un concept-album dedicato tutto a una storia d’amore. Il lato A inizia sulle note di Piazza del popolo, per concludersi su quelle de La prima volta. Ma è il lato B quello che contiene due tra le canzoni che avrebbero fatto una buona parte del successo di Baglioni: Questo piccolo grande amore, appunto, ma anche Porta Portese. Il successo del disco, che risulterà essere il nono più venduto in Italia alla fine del 1972, passa per il primo posto conquistato nella Hit parade di Lelio Luttazzi.


    Le canzoni di Claudio Baglioni
    Ma la carriera di Claudio Baglioni, inframezzata da 15 album, non si esaurisce certo nella sola Questo piccolo grande amore. Brano che pur rimane, a distanza di quasi 50 anni, il suo successo più grande. Ad esempio c’è Porta Portese, appunto. Un brano che racconta il ritorno dalla licenza militare, con un giro al mercato romano di Porta Portese, per acquistare un paio di jeans da indossare al posto della divisa. I due brani più famosi del quarto disco – Gira che ti rigira amore bello, pubblicato nel ’73 – sono W l’Inghilterra e Amore bello. Due singoli dal buon successo, certo non equiparabile con la popolarità raggiunta dall’album precedente.


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    CLAUDIO BAGLIONI CANTA “VIVA L’INGHILTERRA” A SANREMO 2019 / FOTO LAPRESSE

    Facendo un balzo di qualche anno – al 1977, con Solo -, riscuotono un buon successo il singolo che dà il nome al disco (canzone che parla della fine di una storia d’amore), così come un altro brano, Quante volte. Quest’ultimo, pezzo che ripercorre la vita di un ragazzo, puntellata da una serie di brutti episodi, che però nulla possono di fronte alla grandezza di Dio. Quello successivo è invece l’anno di E tu come stai?. Disco ma, soprattutto, singolo dall’enorme successo, tuttora tra i brani più cantati dal pubblico nel corso dei concerti.



    Strada facendo e gli Anni 80
    E poi, nell’81, ecco altri due brani dall’enorme fortuna, contenuti nel disco Strada facendo. Il singolo Strada facendo, appunto. Sorta di “brano di formazione”: percorso della vita, tra gioie, delusioni e difficoltà. E un altro brano, Via.

    Dopo una pausa di quattro anni, Baglioni torna con La vita è adesso, altro disco il cui titolo è preso da un singolo dal buon successo. Nel ’90 è la volta di Oltre: uno dei dischi più “diversi” e divisivi di Baglioni, con alcune sperimentazioni di world music e da lui stesso indicato come primo di una trilogia. L’album inizia con Io dal mare, in cui troviamo Pino Daniele tra i cori e le chitarre; ma tra i credits c’è anche il nome di Mia Martini, con cui Baglioni duetta sulle note di Stelle di stelle; e poi c’è l’inconfondibile mano del chitarrista spagnolo Paco de Lucìa in Domani mai; e poi Youssou N’Dour ai cori in Le mani e l’anima.

    Il nuovo album
    Una lunga lista di successi, pronta a essere aggiornata, vista l’imminente pubblicazione del 16esimo, nuovo album di inediti di Claudio Baglioni: In questa storia, che è la mia, in uscita il 4 dicembre, a a sette anni dalla pubblicazione del precedente ConVoi. Come è spesso prassi nella carriera di Baglioni, anche questo sarà un concept album, composto da 14 pezzi, da un’ouverture, da quattro interludi piano e voce e da un brano finale. Un disco interamente dedicato all’amore, inteso come parabola: dall’esplosione del sentimento fino alla sua conclusione.

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    LA COVER DI “IN QUESTA STORIA, CHE È LA MIA”, IL NUOVO ALBUM DI CLAUDIO BAGLIONI / ALESSANDRO DOBICI

    Avrai, dedicata al figlio Giovanni
    E, a proposito di sentimento, è impossibile non dedicare una parentesi alla vita privata di Claudio Baglioni. Amatissimo dalle fan sia per le sue canzoni, ma anche perché considerato tra i cantanti italiani più affascinanti. L’artista è papà di Giovanni Baglioni. Talentoso chitarrista jazz, nato il 19 maggio del 1982 dal matrimonio con la collega Paola Massari. E, come dicevamo, è proprio al piccolo Giovanni che papà Claudio dedica Avrai, una delle sue canzoni di maggior successo. Pubblicata nello stesso anno della nascita del figlio. E registrata in appena due giorni nello studio di Paul McCartney a Londra. «Diventare padre mi ha fatto riscoprire le cose belle della vita. E il fatto che dopo tanti anni sia ritornato ad esibirmi su un palcoscenico è dipeso in gran parte da questo» ha detto il cantante. Che si era preso una lunga pausa dalla musica dal vivo. «Ho sentito l’esigenza di rituffarmi in mezzo al mio pubblico per regalargli la mia musica, la mia felicità, il mio modo di essere musicista».

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    CLAUDIO BAGLIONI FELICE INSIEME ALLA COMPAGNA ROSSELLA BARATTOLO / ANSA

    L’amore per la moglie Rossella Barattolo
    Al fianco di Baglioni da quasi 30 anni, Rossella Barattolo e Claudio Baglioni si sono conosciuti nell’87, quando lui era ancora sposato con Paola Massari. Il rapporto, tra i due, nacque come puramente lavorativo: lei la manager, lui l’artista. Con confini sempre più labili, fino alla convivenza, nel ’94. Ma per le prime uscite di coppia bisognerà attendere il 2008, parallelamente all’ufficializzazione del divorzio dalla prima moglie.

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    CLAUDIO BAGLIONI AL PIANOFORTE / ANSA
    Le frasi più belle delle canzoni di Claudio Baglioni
    Sono tante le frasi delle canzoni di Claudio Baglioni che i fidanzati si dedicano nel pieno dell’amore. Che i ragazzi scrivono sui diari scolastici. Che le “non più ragazze” ricordano, pensando alla loro giovinezza. Ecco le più belle:

    «Sei tu che porterai il tuo amore per cento e mille strade, perché non c’è mai fine al viaggio anche se un sogno cade» da La vita è adesso.

    «E adesso non ci sei che tu | Soltanto tu e sempre tu | Che stai scoppiando dentro il cuore mio» da E tu…

    «Avrai discorsi chiusi dentro e mani | che frugano le tasche della vita | ed una radio per sentire | che la guerra è finita» da Avrai.

    «Non c’è solitudine quando si è soli» da Dagli il via.

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    «Io ti baciavo mentre tu piangevi, e adesso che io piango tu chi bacerai» da Via.

    «E non lasciare andare un giorno per ritrovar te stesso, figlio di un cielo così bello, perché la vita è adesso» da La vita è adesso.

    «E se andrai lontano, fa che non sia troppo fuori mano o trova un posto irraggiungibile» da Fammi andar via.

    «E dover vivere fino alla morte, che fatica» da I vecchi.

    «Mille e più tramonti dietro i fili del tram, ed una fama di sorrisi e braccia intorno a me» da Strada facendo.

    «Giorni passati a dividere il cielo dal mare, a prendere la rincorsa per volare» da Ora che ho te.


    www.amica.it/2020/11/1
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    Claudio Baglioni: «Ecco il mio nuovo album dedicato all’amore»


    'In questa storia che è la mia' uscirà il 4 dicembre a sette anni dal precedente 'ConVoi'

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    Quattordici tracce, un’ouverture, quattro interludi piano e voce, un finale e un’unica storia: ecco In questa storia che è la mia, il nuovo album di Claudio Baglioni. Disco che segna il ritorno del cantautore romano sul mercato discografico, a ben sette anni dal precedente ConVoi.

    Claudio Baglioni e l’amore
    Il disco è una sorta di “concept album” dedicato all’amore. «Gran parte della mia produzione ha come contenuto il parlare dell’avventura e dalla disavventura del vivere. Con una parte preponderante data alla parola “amore”», ha spiegato il cantautore romano di Questo piccolo grande amore. «Un tema che, per quanto sia stato scandagliato, ha sempre qualcosa da raccontarci, proprio perché è la “materia”. Io ho pensato spesso che le canzoni siano delle canzoni d’amore, anche quando non parlano d’amore».

    «In questo album sono andato a pescare tanti momenti di una vicenda amorosa, con le sue curve, il suo inizio, la sua ripresa. Perché questo è l’argomento che più mi ha interessato e meno ho conosciuto nella vita. Come i cani che abbaiano alla Luna. Questo è un album che non parla assolutamente del momento che stiamo vivendo. Penso che l’espressione dell’arte popolare sia di uscire fuori, astrarsi, portarsi via da quello che è il succedersi degli eventi di cronaca. E in questo senso è pensato e coordinato tutto il lavoro dell’album».

    L’amore carnale secondo Claudio Baglioni
    «Tra gli anni ’80 e gli anni ’90 ho scritto cinque – sei album e non c’era una grande frequenza di canzoni d’amore, come le intendiamo ora», continua Baglioni. «L’amore carnale viene fuori alla mia età. L’erotismo ha un suo valore estetico formidabile. In passato c’erano delle mie canzoni che avevano questa “carne” dentro. Questi particolari in cui dare un’idea di odori, trasparenze bui. In Quello che sarà di noi c’è il fatto che l’amore può essere sorprendente sempre. Ma c’è anche la paura di amare».

    Claudio Baglioni e la speranza
    Nel disco c’è amore, ma c’è anche speranza, come traspare dalle parole de In un mondo nuovo. «Un brano che è la speranza di sempre. Ma è una speranza diventata un po’ logora. Come una vecchia militante che ha partecipato e combattuto un sogno. E nel tempo ha conosciuto tante disillusioni ad aspirazioni che non hanno avuto una concretezza. È come se ci fosse un popolo che avanza con dei cartelli. Con le istanze che tutti possiamo ben immaginare. Non è un pezzo né di ottimismo né di pessimismo. È la necessità di ricominciare a fare sogni al plurale».

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    L’album: il filo conduttore
    «Lasciare un segno è stato il filo conduttore di questo lavoro. Sono stato quasi ossessionato dal verbo “incidere“», ha esordito il cantante di Avrai nel presentare questo nuovo album. «Incidere nella sfera intellettuale ed emotiva di chi avrà la voglia e la bontà di ascoltare». Il disco segna un nuovo “step” (il 16esimo) nella cinquantennale carriera del cantautore romano. «Si dirà sempre che il tempo è l’avversario micidiale di ognuno di noi, di ogni essere umano e di ogni cosa vivente. E, per quanto sia la tua capacità di affrontarlo, vincerà sempre lui. A volte possiamo pareggiare, affiancarlo, ma per il resto gli corriamo dietro, finché il tempo non ci sarà più. Il vantaggio di fare questo mestiere è pensare che ci sarà qualcosa – un’operina, un manufatto, un ricordo, una canzone, un album – che resterà anche dopo».

    La mancanza della musica dal vivo
    Claudio Baglioni ammette che quello della musica è il mondo che, più di ogni altro, ha subito “lo stop” di questi mesi. In particolare, con riferimento ai live. «Io non sono d’accordo con chi dice che i concerti non si possano fare in streaming e o a distanza. È chiaro che non è la stessa cosa», spiega. «Nel mio prossimo concerto ci sarà un’orchestra da oltre 100 elementi (64 musicisti, 30 coristi lirici, 7 voci moderne e la mia band), con molti strumenti che potranno essere sentiti a “orecchio nudo”. Per questo è importante riuscire a creare nuove letture dei concerti e nuove dinamiche».

    fonte:https://www.amica.it/
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