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Claudio Baglioni, il nuovo album è "In questa storia che è la mia": l'intervista - Baglioni e le sue interviste...
Claudio Baglioni, il nuovo album è "In questa storia che è la mia": l'intervista
distanza di 7 anni dal precedente album di inediti, l'artista romano torna con un nuovo lavoro. E annuncia per il 2021 ben 12 concerti a Roma alle Terme di Caracalla più due a Taormina e due Verona. Il disco fisico esce in cinque versioni.
Un viaggio lungo 78 minuti tra ricordi netti e un passato sfuocato, tra amore e disincanto, tra musica e arte. Sette anni dopo Con Voi, Claudio Baglioni pubblica In Questa Storia che è la Mia, un lavoro, una raccolta di quattordici brani, una ouverture e quattro interludi piano e voce con un finale: un concept che disegna la parabola dell’amore, sia personale che universale, riflettendo sul modo nel quale questa forza straordinaria che tutti viviamo senza conoscerla mai veramente, travolga le nostre esistenze, rendendole esperienze uniche e sempre degne di essere vissute. Una vita in quattordici storie che le passano attraverso. L'intervista, come abitudine di questi tempi, avviene in streaming. E Claudio Baglioni la dipinge con un ricordo: "La mattina intorno a mezzogiorno, saremo stati nel 1958 o 1959, a Centocelle, quartiere romano dove sono cresciuto, arrivava, una volta a settimana, il camioncino del venditore ambulante di tessuti e tutti si radunavano intorno a lui. Lui esordiva dicendo bambini, donne e mariti siamo in questa pubblica piazza perché l’altra era occupata…e pur sapendolo a memoria ci emozionava sempre. Insomma ogni volta così, poi presentava gli scampoli che vendeva e prendeva le misure allungando il braccio…questo aneddoto per dire che è la mia prima conferenza a distanza."
Come intensità riporta al concetto di tempo: la tua musica lo ha sconfitto?
Il tempo vince sempre, al massimo lo affianchiamo. Il valore reale di questo mestiere è pensare che ci sarà una memoria, le scene di un concerto resteranno anche dopo, ci saranno delle tracce. Ho vissuto per lasciare un segno ma è la missione di chiunque viene al mondo. Quando la sua commedia, il suo atto di presenza cesserà, ciò che ha lasciato andrà ancora avanti.
Il romanziere ha l’incipit come manifesto: che segno hai lasciato e vuoi lasciare ancora?
Ho cominciato nel 1964 partecipando a un concorso di voci nuove a Centocelle. Ho creduto nel successo ma pensavo non arrivasse mai poi quando è arrivato credevo finisse presto, invece...non mi lamento del mio viaggio seppur abbia registrato qualche passaggio a vuoto. Sono ossessionato dal verbo incidere, dalla voglia di lasciare qualcosa di inciso.
Cosa significa cantare l’amore oggi?
Gran parte della mia produzione racconta l'avventura e la disavventura del vivere e l’amore occupa uno spazio preponderante. Per quanto molti lo abbiano scandagliato ha sempre qualcosa da raccontarci, forse perché è la materia più viva che abbiamo. Tolti il primo e l'ultimo brano si parla di amore. E’ l’argomento che mi ha interessato di più e forse ho capito di meno, come i cani che abbaiano alla luna senza sapere cosa è la luna.
In un mondo nuovo cosa c’è: speranza, utopia o disillusione?
Trovi la speranza di sempre diventata un po’ logora, è una vecchia militante che ha combattuto per un sogno ma nel tempo ha raccolto tanta disillusione. E’ una elencazione con le istanze che conosciamo tutti. E’ un pezzo che riporta il pensiero al bisogno di tornare a fare sogni al plurale. Ne facciamo sogni, alcuni anche banalotti, per riempire qualche disperazione di fondo, ma fatti al plurale aiutano a guardare in una direzione e non nello specchio del narcisismo o nei confini della casa. Per me oggi il mondo è troppo pieno di roba e i tentativi per non attraversarlo trasparenti a volte sono drammatici perché seguono una consolazione che non diventa reale.
APPROFONDIMENTO
Claudio Baglioni, la tracklist di "In Questa Storia Che è La Mia"
I testi paiono preponderanti?
Io sento tante linee melodiche importanti. La musica è quasi metafisica e io ho cercato la via dell’emozione. Le parole invece vengono analizzate: ho fatto spesso fatica a mettere insieme parole e musica, è come confrontare qualcosa di impalpabile con la concretezza delle parole. Ho cercato di andare sul significante, l’effetto del suono della parola, per dare ai termini una fisicità.
Che soluzione proponi per i live?
La conosco la situazione, anche se sono graduato e la soffro meno siamo tutti appiedati. E’ uno dei settori più toccati da restrizioni e chiusure. Nei miei concerti totali la famiglia che ci lavora è numerosa, dove si mescolano più arti servono più talenti. Non ho ricette e credo non le abbia nessuno. Bisogna operare subito ma senza firmare appelli, o meglio senza affidarsi solo a quelli, e provvedere anche individualmente. Ho fatto sottoscrizioni personali che non divulgo, ho creato fondi di sostegno. E’ venuto a mancare il 100 per 100 del lavoro. Non sono d’accordo con chi dice che i concerti non si possono fare in streaming, non è la stessa cosa ma va trovata una formula accattivante. I miei avranno cento strumenti, ci sarà una emozione fisica anche nello spostamento dell’aria. Creando nuove dinamiche ci riusciamo e chiedo agli editori televisivi di stare allerta, si può fare, bisogna studiarci.
Si sente un uso predominante della chitarra acustica: la sua rivincita?
Non è un revenge soud ma il proposito è ritrovare vitalità ed energia riconoscibili nella timbrica che va dagli anni Sessanta fino a fine anni Settanta. E' un disco in costume. E’ un disco curioso. E’ un disco tutto suonato come si faceva una volta.
Torneresti da ospite a Sanremo? Come lo vedi quest’anno?
Nulla è facile. Non conosco le nuove prospettive. L’Ariston ha fascino ma è un teatro che presenta difficoltà spaziali. Non so cosa stiano pensando i grandi manovratori. Quando lo ho condotto mi sono detto che se avessi bruciato la mia carriera avrei fatto l’architetto invece ne sono uscito salvo e con buoni riscontri. Nel 2021 si farà a marzo, vedremo. Come ospite ci sono già stato due volte. Bisogna rifletterci perché come dice qualcuno non si esce da papa e si rientra da cardinale.
In Questa Storia che è la Mia sento una connessione importante con Io sono qui del 1995.
Penso ci sia come telaio. Non è la prima volta che lo uso. C’è anche qualcosa di Strada facendo, gli interludi si ispirano a quelli, lì erano voce e chitarra ora c’è il pianoforte. Sono i due esseri con cui ho vissuto di più, ho tenuto più stretta una chitarra che qualunque altra persona. Ci sono anche altri rimandi: il padre è Oltre e la madre Strada facendo. L’album sente i 52 anni di musica e risente di tutto quello che ho imparato.
Credi che l'uso della lingua italiana nella musica sia curato?
I rapper hanno elevato la parola, sono andati a risvegliarla dopo la stagione dei cantautori e la fase della pigrizia. Personalmete ho una schizofrenia come autore. La musica mi attrae e commuove personalmente. Lascio da parte le musiche e devo rompere il vetro della difficoltà per mettere le parole. Non tutte suonano sulla musica anche se la nostra è quella del bel canto: l'italiano ha tante parole lunghe e tante tronche, belle come significato ma difficili da collocare. Mi ci metto con soggezione a volte attendo mesi e sto attento alla forza del singolo vocabolo. Devono essere esatte: la parola è una scienza esatta. Serve anche un po’ di fortuna.
APPROFONDIMENTO
Baglioni, 35 anni fa “La vita è adesso”: storia di un album da record
In Quello che sarà di noi e Pioggia Blu sembra che credi che l'amore vero arriva quando non gli chiedi nulla in cambio, non hai aspettative.
C’è la sorpresa dell’amore sempre, anche quando hai trovato una giusta soluzione c’è sempre la possibilità dell’innamoramento. C’è anche la paura di amare, due che non si promettono troppo perché non c’è cuore a sufficienza per affrontare una grande storia d’amore. Pioggia Blu è il solo pezzo che descrive quello che stiamo vivendo: la pioggia resta fuori rispetto a una tana, è una minaccia che vorresti passasse il prima possibile. Però rinforza l’unione che diventa un noi.
Canti l’amore carnale, ti sei liberato dall’immagine romantica?
Negli anni Ottanta e Novanta ho fatto cinque, sei album con non tante canzoni d’amore. Un artista non deve essere per forza autobiografico. Sull’amore carnale ed erotico la percezione torna fuori con la mia età, non so se è la bandiera della senilità o un apprezzamento estetico. Comunque in passato ho fatto canzoni carnali dove l’odore emerge.
Oltre all’amore c’è la nostalgia, coccolarsi nel passato.
E’ una autobiografia senza date, nomi e fatti. E’ veloce perché nel mio ricordo è così, i decenni che si sovrappongono mi hanno fatto perdere il ricordo nitido di quando una cosa è successa, c'è l’uomo nelle sue varie età. Sono arrivato a una parte cospicua della carriera. Più che nostalgia c’è la voglia di lasciare un segno, la possibilità di essere ricordato. Da sette anni non facevo un album, ho fatto altro. Forse ho anche meno da dire ma quello che dico cerco di farlo meglio. Combattiamo con una storia e vincerà sempre lei. Sento che è un buon lavoro, c’è dentro quasi tutto quello che so fare. Già oggi alcune sfumature le cambierei. Ho pensato spesso che non lo avrei terminato, poi difficile scegliere cosa metterci e come. Il presupposto non è la nostalgia ma fermare il tempo di nuovo, mettere un punto e poi andare a capo per fare altro.
Gli interludi ci riportano te bambino. Come vivi la solitudine?
Sono figlio unico, abituato a crescere da solo. Mia madre era una sarta e molto chioccia, ero il suo Claudiuccio. Iniziai tardi con le partite in cortile, poi avevo gli occhiali e si rompevano sempre. Trascorrevo interi pomeriggi da solo e lì nasce la capacità di fotografare alcuni dettagli che chi vive in modo più dinamico non coglie. Gli interludi diventano le strofe di Uomo di varie età: sono delle soste, come quando ti fermi a raccontare un po’ di storia di vita.
Solo chiude il docu-film Io sono Totti.
Non avrei mai immaginato accompagnasse l’ultimo ingresso da calciatore all'Olimpico di un mito moderno. Mi ha lasciato una bella emozione, conosco Francesco da anni.
Parli della parabola dell’amore, ma l’amore domina il mondo: pensa ai dottori in questa stagione dell'umanità.
In questa narrazione non pretendo di parlare di quello che domina il mondo, parlo di quello che a volte si nasconde perché il mondo minaccia quell’amore. Qualcuno paragona questi giorni a quelli del secondo dopogerra ma è diverso: all’epoca l’amore esplodeva, la gente si voleva bene e si aiutava e sapeva che il domani sarebbe stato meglio dell’oggi. Oggi questa sensazione non c’è ed è per questo che l’amore è un pericolo. Dominano cinismo e singolarismo: che l’amore domini il mondo è una speranza o uno slogan da portare avanti, bisogna ripartire non da un amore utopico ma da un piccolo amore che germoglia. L'amore deve passare da altri, da soli non si va da nessuna parte.
Come il lockdown (tutto sul coronavirus) ha inciso sulla tua vita?
La mia vita personale non è cambiata molto, ho spesso avuto bisogno di stare solo e rifiatare per compensare i tanti momenti in mezzo alle persone. Però il covid mi ha fermato il lavoro: da una parte sono partecipe del danno collettivo con i tanti disagi della musica, ma per la composizione mi sono fermato come se questa vicenda mi avesse paralizzato. In questa confusione per mesi non ho fatto nulla, ho temuto anche per il disco. Ribadisco che sarebbe una bestemmia se non sapessimo prendere il meglio da questa situazione. Non torniamo come prima ma andiamo a essere meglio. Non chiedo un mondo nuovo ma cogliamo la trasformazione.
Che mi anticipi del tour Dodici Note?
A Caracalla troverete circa un centinaio di musicisti. Ho l’ambizione di fare spettacolo con la musica. Ci sarà tanto da ascoltare, in passato c’era anche molto da vedere. Saranno passaggi antologici della mia carriera.
Quale architettura racconta il disco?
E’ una camera con vista e la vista è uno skyline, un orizzonte largo, un po’ lontano dagli acciacchi di tutti i giorni, no per non sentirli ma per avere una spinta a ritornare fuori e a riconsiderare il panorama. Ma resta un interno tra quattro pareti strette.
Una frase per raccontare In Questa Storia che è la Mia?
E’ un disco demodé con echi anni Settanta ed echi che tornano da altri periodi. La sua forma è una larghezza ma ha anche dei segmenti. Dico di non spaventarsi per i 78 minuti perché ogni pezzo ha una vita propria. Mi piacerebbe però che almeno una volta venisse ascoltato in toto perché ha una drammaturgia alla quale ho badato con attenzione. Dopodiché ognuno ascolti le canzoni che preferisce.
fonte:https://tg24.sky.it/spettacolo/musica/ -
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10 lavoretti per la Vigilia di Natale
In questa gallery abbiamo raccolto dei lavoretti per trascorrere una Vigilia di Natale magica con i vostri figli: alberi di Natale, pupazzi di neve, renne, stelline, realizzati con materiali semplici che sicuramente avrete in casa. Troverete tante idee originali per aggiungere un tocco di magia in più a questo Natale.
ALBERO DI BISCOTTI E' divertente preparare dei biscotti a forma di stella insieme ai vostri bambini. Realizzate un albero di Natale di biscotti mettendoli uno sopra l'altro.
CORONA DELL'AVVENTO Con l'aiuto di mamma e papà, i piccoli possono realizzare una Corona d'Avvento. Decorate una ghirlanda con ramoscelli verdi, bacche, pigne, palline e nastri colorati. Infine, mettete quattro candele profumate al centro.
LBERELLO DI FELTRO Incollate delle decorazioni in feltro: potete realizzare tante palline colorate da incollare sulla sagoma di un alberello verde.
PUPAZZO DI NEVE DI SUGHERO Realizzate un pupazzo di neve semplicemente riciclando dei tappi di sughero: colorateli di bianco con la tempera. Aggiungete gli altri dettagli con un pennarello nero oppure con il cartoncino.
RENNA DI BABBO NATALE Con un cartoncino marrone ritagliate la sagoma di una renna, con dei pennarelli colorati realizzate il naso rosso e gli occhi. Avete mai visto biglietti di auguri più simpatici?
PORTACANDELA CON CANNELLA Prendete dei bastoncini di cannella e incollateli insieme. Al centro inserite una candela e decorate i lati con pigne e rami di pino.
FIOCCO DI NEVE Ritagliate un cartoncino bianco, piegandolo e ottenendo la forma di un fiocco di neve. Potrete poi appenderli alle finestre.
CALZE DECORATE Appendete a uno spago tante calze colorate e decorate a tema natalizio con l'immagine di Babbo Natale e scoprite i regali che vi porterà.
ALBERO DI NATALE 3D Ripiegate e ritagliate un cartoncino verde creando i rami dell'albero di Natale. Inserite i cartoncini uno nell'altro. Ecco pronto un albero di Natale 3D.
FIOCCHI DI NEVE CON LEGNETTI Incollate insieme dei bastoncini di gelato creando la forma di un bellissimo fiocco di neve. Decorate con un pennarello e con una coccardina al centro.
fonte:https://www.nostrofiglio.it/f -
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Bocelli canta «Hallelujah» con la figlia Virginia nel teatro regio di Parma
L'evento, tenutosi nel Teatro Regio di Parma, con la direzione artistica di Franco Dragone, è stato visto in oltre 100 paesi del Mondo.
Andrea Bocelli ieri sera ha regalato un'esibizione commovente e suggestiva insieme alla piccola Virginia, la figlia di 8 anni, sulle note di "Hallelujah". L'occasione è stata lo spettacolare concerto di Natale del tenore "Believe in Christmas", trasmesso in streaming globale, che ha ottenuto oltre 70.000 accessi unici, con uno stimato di oltre 200.000 spettatori davanti ai rispettivi device.
qui clikkk -
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Babbo Natale e Gesù Bambino tra pandemia e mascherina
L’estate è ormai alle spalle: ecco le porte aperte all’autunno e poi l’inverno col Natale, le feste che lo precedono e lo seguono. Ricorrenze che, quest’anno, dovranno fare i conti, anch’esse, con la pandemia a causa del coronavirus. Le prime avvisaglie di un Natale diverso che si va prospettando arrivano in questi giorni, quando le diverse macchine organizzative delle grandi manifestazioni di richiamo di dicembre sono chiamate a fare i conti con assenze eccellenti o con lo studio di una serie di misure necessarie a garantire la sicurezza dei partecipanti dei tradizionali appuntamenti. Non pochi di questi ultimi programmi di richiamo sono stati annullati dopo anni e anni di fedele militanza. Altri si terranno, ma in forma diversa: a dettar legge, comunque, sarà l’andamento della pandemia.
https://www.cdt.ch/commenti/babbo-natale-e...4?_sid=c3KCtUEO
Come spiegare ai bambini che il Natale 2020 potrebbe essere "diverso"
Natale 2020, Covid e bambini: come sarà? Abbiamo parlato con la psicoterapeuta per capire come affrontare il possibile cambio di routine festiva.
Natale 2020, Covid e bambini, come spiegare l'incertezza del periodo
Il Natale 2020 è alle porte e l'incertezza regna sovrana a causa della situazione legata alla diffusione del Covid-19. Questa atmosfera potrebbe cogliere impreparati non solo gli adulti ma anche i più piccoli, abituati a collegare il periodo festivo non solo all'attesa del calendario dell'Avvento, dei regali di Natale e alle decorazioni natalizie ma anche ad abitudini, incontri con parenti e amici e vacanze. Ha senso spiegare già da ora ai bambini che questo potrebbe essere un Natale un po' diverso, magari senza grandi riunioni di famiglia e con una routine festiva del tutto stravolta? E se sì, come dire loro che le feste potrebbero avere un sapore nuovo senza turbarli troppo? Lo abbiamo chiesto all'esperta Carmela Gratteri, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale.
Il vero significato del Natale per i bambini
"I bambini sono tornati a scuola, si stanno sottoponendo ai tamponi, si sono adeguati alle restrizioni e stanno gestendo al loro meglio gli effetti indesiderati della pandemia che si sono riversati su di loro dopo il lockdown. Per questo si meritano un Natale sereno, il più possibile simile a quello che hanno sempre vissuto" ci ha detto la dottoressa Gratteri. "Per loro il Natale è soprattutto il periodo di attesa che lo precede: Preparare la letterina per Babbo Natale, allestire casa, scandire i giorni con le caselle di un calendario dell'avvento per bambini originale, andare a caccia dell'Elfo di Natale li aiuta ad entrare nell'atmosfera anche se sono piccoli e non percepiscono il trascorrere del tempo. Più diventano grandi, più il Natale viene associato alla rimpatriata tra parenti, i nonni, al rivedere affetti lontani e all'incontro con persone care, oltre che al regalo".
In questo periodo di attesa la casa ma anche la scuola diventano un nido accogliente, pieno di luci, colori e decorazioni natalizie. "Il bambino percepisce la festa che sta per arrivare nella sua stessa attesa e per questo il periodo che precede il Natale è importantissimo per lui".
Cambio della routine festiva, come potrebbero reagire i bambini?
Se il bimbo è abituato ad associare al Natale una certa routine, un'abitudine che ricorre sempre o spesso uguale anno dopo anno, allora è importante non edulcorare la pillola, soprattutto con i più grandicelli, se l'emergenza Covid-19 dovesse peggiorare. Anche perché i bambini sono immersi nello stesso contesto sociale degli adulti e dunque sono "preparati", forse più di loro. "I piccoli hanno una capacità adattiva che gli adulti faticano a tirare fuori. I grandi ragionano per schemi, a volte per preconcetti: i bambini invece hanno una mente più flessibile. Sono immersi come noi nella stessa realtà ma si adattano più facilmente" ci ha detto la psicoterapeuta. "Loro sentono i genitori, ascoltano i telegiornali, hanno già il contesto a cui riferirsi per trovare la spinta ad adattarsi. E dunque non bisogna aspettarsi che per loro questo eventuale cambio di routine natalizia possa essere uno shock".
Il segreto? Dire sempre la verità
Anche se gli adulti percepiscono nell'aria un'atmosfera che non promette nulla di buono, non si può associare questa capacità anticipatoria- spesso dettata dall'ansia o dalla preoccupazione - anche al bambino. Per cui la psicoterapeuta non consiglia di anticipare la questione del Natale 2020 se questa non viene sollevata direttamente da lui. "Meglio non anticipare nulla. Anche se gli adulti tendono a fare previsioni nessuno può sapere cosa succederà. Se però il piccolo pone una domanda diretta perché magari ha una routine natalizia ben definita e la aspetta con gioia (un viaggio, la visita ai nonni, la settimana bianca) bisogna sempre dire la verità, senza accentuare ansie o dare certezze". In un certo senso molti genitori si sono già allenati durante il lockdown per gestire al meglio il periodo di emergenza con i figli a casa e il periodo che anticipa il Natale non sarà diverso.
I consigli dell'esperto per vivere un Natale 2020 diverso ma sereno
La psicoterapeuta consiglia di non trasferire l'ansia sui bambini rispetto alle vacanze natalizie e di mantenere il più possibile le tradizioni di Natale a cui sono abituati. Così come nel lockdown, il successo di un cambio di routine sta proprio nella capacità dei genitori di trasmettere serenità ai figli nonostante tutto.
No al timore
Non esistono solo le paure dei bambini, ma anche quelle degli adulti. E il fatto di non poter ad esempio riabbracciare i nonni o gli amici, di vivere nell'incertezza, non fa che acuirle. L'importante è non trasferirle ai figli se questi sembrano sereni.
Spazio ai nuovi ricordi
Non sapremo ancora se dovremo stare in casa o se le restrizioni ci permetteranno di portare avanti le nostre abitudini festive. Ma in preparazione al secondo caso, meglio puntare tutto sulla creazione di nuovi ricordi, nuove abitudini che il bambino associerà al Natale, anche se un po' diverso dal solito.
A tutta fantasia con le decorazioni
Decorare casa a novembre? Non lo vieta nessuno. La casa ha acquisito un nuovo valore durante il lockdown anche agli occhi del bambino, che ora lo vive come un rifugio ancora più di prima. Se la si rende più bella in vista del Natale acquisisce punti in più per viverla al massimo, anche se si perde ciò che sta fuori.
Qualsiasi cosa succeda, ci saranno sempre mamma e papà
Una "lezione" che i genitori hanno imparato in quarantena e che il bimbo ha internalizzato. Senza riunioni di famiglia, senza vacanze e magari senza parenti o amici intorno, i piccoli hanno capito che la costante sono la mamma, il papà e magari i fratelli. Una chiave di lettura importante per capire che il Natale come lo conoscevamo potranno pure togliercelo, ma questa certezza non verrà mai scardinata.
fonte:https://www.nostrofiglio.it/fe -
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A Milano un albero di Natale con le bollicine
Il tradizionale abete di piazza Duomo sarà sponsorizzato dalla Coca-Cola: un’iniziativa a favore del Banco Alimentare -
Su Radio Kiss Kiss l’intervista a Baglioni che ‘viaggerà’ nelle regioni d’Italia - Baglioni e le sue interviste...
Su Radio Kiss Kiss l’intervista a Baglioni che ‘viaggerà’ nelle regioni d’Italia
Domani, giovedì 10 dicembre, alle ore 11.00 su Radio Kiss Kiss Italia andrà in onda un’intervista a Claudio Baglioni in merito all’uscita del suo nuovo attesissimo album di inediti, “In questa storia che è la mia”. L’intervista sarà all’interno del programma Made in Italy (speaker Pino Belmonte). L’intervista fa parte di una giornata promo nata con l’dea di un vero e proprio viaggio nelle regioni d’Italia: a partire dalle ore 9.00, infatti, e fino alle ore 21.00, Claudio Baglioni “attraverserà” tutte le regioni italiane con delle interviste radio locali. In questo modo, la voce dell’artista “percorrerà” quindi tutta l’Italia in un giorno. -
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Mal d'amore
Non correremo più la stessa strada
Di tramonti purosangue
O impazziti di rugiada
Sotto un’alba esangue
Non salteremo più tra quelle onde
In un valzer di delfini
Lungo orbite profonde
Senza confini
Non bruceremo più in un firmamento
Di occhi a dare luce al mondo
Con gli sguardi di un tormento
Lampi di un secondo
Non voleremo più su quelle stelle
Con le braccia sopra il vento
E col tempo sulla pelle
Non guariremo mai da questo mal d’amore
Per quella vita che rimane non si muore
Fa un male cane e su e giù ci sfascia il cuore
E come un cane non ci lascia più
Non morderemo più coi nostri baci
Di acque fresche di cascate
Piogge timide e fugaci
E lunghe mareggiate
Non ruberemo più con queste mani
Le vertigini di un cielo
E un sudore di vulcani
In mezzo al gelo
Non pregheremo più la stessa luna
Figli unici randagi
Tra riflessi di laguna
E fuochi di presagi
Non vagheremo più in quell’universo
Di pianeti alla deriva
Dietro un orizzonte perso
Non guariremo mai da questo mal d’amore
Per quella vita che rimane e sai che non si muore
Fa un male cane e su e giù ci sfascia il cuore
E come un cane non ci lascia più
E la domanda finale
È se hai più gioia o pene
Se sia più miele o sale
Se un bene può far male
E un male fare bene
Se conviene il male
Se è irreale o c’è
E se ci tiene insieme
Se è uguale anche per te
Non guariremo mai da questo mal d’amore
Per quella vita che rimane non si muore
Fa un male cane e su e giù ci sfascia il cuore
E come un cane non ci lascia più
Quel mal d’amore
Fa un male cane e su e giù ci sfascia il cuore
E come un cane non ci lascia più
Nemmeno un ultimo addio
Il tuo è il mio
Ognuno con il suo
Reo confesso
Non si può fermare perché è come un alluvione
Che trascina tutto e tutto si trasforma in fango
E non c’è più differenza tra condanna e assoluzione
Tra colpevole e innocente sia se rido o piango a una giuria
Sicario di un futuro
Dal quale ti ho estromesso
Per mettermi al sicuro
Nel caso di un processo
Reo reo reo confesso
Reo reo reo
Non si può domare perché è come un uragano
Che scoperchia il capo e il capo semina i pensieri
E si perdono dovunque ma non vanno mai lontano
Tanto poi domani non sarà com’era ieri l’allegria
E torno sul fondale
Più triste sul cipresso
E sconto tutto il male
Per quello che ho commesso
Sono stato io
Che ho bestemmiato al tempio della tua armonia
E scorticato l’anima e l’ingenuità
E che ho cercato un compromesso
Nell’omertà di quel che c’è successo
Sono stato io
Che ho rinnegato gli occhi della tua euforia
E frantumato tutte le fragilità
E che ho giurato e ripromesso
La mia onestà ma non ci ho mai scommesso
Reo reo reo confesso
Reo reo reo
Non si può calmare perché è come un terremoto
Che ti spacca il cuore e il cuore crolla raso al suolo
Tra macerie di ricordi su rovine sopra il vuoto
Me ne vado con la pioggia corsa nello scolo di una via
In mezzo a un labirinto
Col tempo disconnesso
E ancora vago vinto
Quella come un ossesso
Sono stato io
Che ho soffocato il muso della tua ironia
E avvelenato le ore di felicità
E ho rinunciato a ogni possesso
Con la viltà di chi si è genuflesso
Sono stato io
Che ho giustiziato il petto della tua agonia
E martellato ai fianchi della volontà
E che ho sprangato e manomesso
La verità che provo a dire adesso
Reo reo reo confesso
Reo reo reo io stesso
Reo reo reo confesso
Reo reo reo io stesso
Reo reo reo confesso
Reo reo reo io stesso
Reo reo reo confesso
Reo reo reo io stesso
4. Adesso è Strano Pensare
Adesso è strano pensare
a tutto ciò che è successo
se è passato o se è sempre là
ma quanto sono cambiato
se sono ancora lo stesso
tanto è durato però fin qua
e quando arriverà l’ora
della mia uscita di scena
so che da me lei non uscirà
poiché il futuro era allora
e quella vita l’ho avuta già
Io Non Sono Lì
Chi lo sa se ti alzi ancora mezza addormentata
se ti scaldi il petto con la tazza tra le dita
se ti fai la doccia sulle punte a schiena un po’ inarcata
se ti provi tutti gli abiti e non c’è mai un sì
Chi lo sa se cerchi dove l’auto è parcheggiata
se là in mezzo al traffico ti metti la matita
se ti volti verso me con la tua faccia stralunata
io mi vedo e chiedo perchè invece resto qui
se è meglio esserci o non esserci
Io non sono li
li dove eri tu
quando un’aurora ci stupì
in quel temporale che un’estate ci ammattì
dentro un bacio eterno che il cuore ci stordì
tra i desideri e giuramenti che il mondo non udì
mi sento come se io fossi lì
Chi lo sa se arrivi sempre all’ultimo affannata
se tu mangi poco e non ti trovi dimagrita
se ti alleni con la stessa maglia logora e bagnata
se ti vedi con le amiche a ridere di chi
Chi lo sa se a cena ti sei solo un po’ ubriacata
se rientri tardi e ti abbandoni giù sfinita
se ti appoggi al mio cuscino con la testa già assonata
Io ti penso e ha un senso pure viverti così
che è come esserci e non esserci
Io non sono li
dove fosti tu
mentre una stella ci smarrì
lungo il falsopiano che un inverno ci tradì
sotto quella neve che i passi ci sbiadì
nelle carezze e negli abbracci che il gelo intirizzì
che stringo come se io fossi lì
Io non sono lì
dove sarai tu
e il nostro amore che appassì
con le parole con le note
che poi il tempo ammutolì
che canto come se io fossi lì
Lei Lei Lei Lei
Un ritratto messo di traverso
Ora è tutto quel che c’è di lei
Il cellulare si sarà disperso
Tanto non vibra più se non è lei
La chitarra è stesa sul divano
Resta giù scordata senza lei
I mille fogli sparsi sul ripiano
In cui c’è scritto mille volte lei
Un giornale vola via svogliato
Non ha più notizie su di lei
Il cane dorme tutto rannicchiato
Guaisce appena e forse sogna lei
Un film in televisione
Dove ogni attrice è un po’ di lei
Un profumo di cotone
Come se a un tratto entrasse lei
Il vino rosso di un bicchiere
E la bocca ancora sa di lei
Quante notti e albe e sere
E in testa sempre lei
Lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei
o lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei
Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
La candela è quasi a lumicino
Si consuma nell’idea di lei
Un libro aperto sopra il comodino
Smesso nel punto in cui se ne va lei
Il rasoio ha il filo di un pugnale
E si struscia al mento come lei
Una finestra che da sopra il viale
E lungo i marciapiedi tante lei
La bottiglia buona dentro il frigo
Frizza e aspetta che ritorni lei
Il pianoforte all’angolo in castigo
Non suona più da quando non c’è lei
La poltrona affonda vuota
Quasi ci si posasse lei
Un vinile vecchio ruota
Un tempo languido per lei
Il lucernario sulle stelle
E gli occhi non vedono che lei
Dentro casa e sotto pelle
E in cuore solo lei
Lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei
o lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei
Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
Dodici note
Tu sei la mia canzone che nessuno sa
Il bacio di chi è stato un secolo a digiuno
L’illusione sopra il treno di ciascuno
Quando se ne va
Sei la ragione che mi porta alla follia
La notte che andrà via con la stagione morta
L’emozione che è rimasta dentro assorta
Come una poesia
Tu sei un volo d’aquilone
La mia assurda tentazione
Sei la perdizione
E la virtù
Tu sei la confessione che non faccio mai
La buona azione dentro il ballo di un abbraccio
L’ovazione per un timido pagliaccio
Che fa solo guai
Sei l’attrazione che mi tiene fermo la’
Il canto e l’ossessione delle mie sirene
La prigione senza sbarre né catene
Ma rimango qua
Tu sei la mia dannazione
La mia sola religione
Sei il balcone
Che ora spio lassù
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
Tu sei la processione di tutti i miei se
La barra di un timone che è in balia dei flutti
L’acquazzone che disseta i campi asciutti
E che prosciuga a me
Sei la liberazione della mia città
Tu sei l’arpione che mi sta spellando il cuore
L’espressione che cancella ogni rancore
E in silenzio sta
Tu sei premio e punizione
Le mie ali di cartone
Sei il burrone
Dove cado giù
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
E niente più
E niente più
Sei la maledizione, la benedizione
La sottomissione e la ribellione
La disperazione, poi l’esaltazione
La passione e la crocifissione
La resurrezione e infine l’ascensione
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
E niente più
E niente più
Di dodici note
Uomo di varie età
Non so come è cominciata
Forse ascoltando una radio
Ch’era un gigante di fronte a me
Una vampata improvvisa
Da quell’armadio parlante
Qualcosa che non si sa cos’è
Con una piccola fisa
Giocare a fare il cantante
E su una sedia sei quanto un re
Perché l’incanto è un brigante
Ti assedia e ti ruba via per sé
Al pianoforte ogni giorno
Lezioni sul pentagramma
E una chitarra attorno a un falò
E accompagnato da mamma
A far concorsi e audizioni
Col risultato di un altro no
Poi ricomporsi e cercare
Mai rassegnato occasioni
E riprovare finché si può
Che pure quando è abbastanza
Una speranza c’è sempre un po’
Come una corsa a mezz’aria
Da un sogno alla realtà
Ta ta ta ta ta ta
Perché la vita è arte varia
E io sono un uomo di varie età
Ho trattenuto gli occhi e i miei polmoni
E ho battuto il tempo in modo che
Non si prendesse tutte le illusioni
Ma che si battesse contro me
E firmo in fede un contratto
Con il mio nome su un disco
Quando nessuno ci crede più
Poi tutt’a un tratto capisco
Che la mia voce è alla radio
E la mia faccia è nella TV
Quanti locali e teatri
Fino ai concerti allo stadio
E canti e braccia che vanno su
Ma ci si arrende espatriati
Quando dal palco si scende giù
Come una corsa a mezz’aria
Da un sogno alla realtà
Ta ta ta ta ta ta
Perché la vita è arte varia
E io sono un uomo di varie età
Ta ta ta ta ta ta
Ho attraversato gli anni e le stagioni
E ho contato il tempo a patto che
Non invecchiasse queste mie canzoni
Ma portasse il conto solo a me
E lascio il meglio all’ultimo
In questo ballo favoloso
Che è lungo mezzo secolo, un attimo
Ma è stato un brivido grandioso
Se ho più rimpianti o più rimorsi io
Quanti istanti che ricordo e quanti che non so
E adesso è strano pensare
A tutto ciò che è successo
E se è passato o se è sempre là
A quanto sono cambiato
Se sono ancora lo stesso
Tanto è durato però fin qua
E quando arriverà l’ora
Della mia uscita di scena
So che da me lei non uscirà
Poiché il futuro era allora
E quella vita l’ho avuta già
Chissà
Perché la vita è arte varia
E io sono un uomo di varie età
(Sempre a mezz’aria da un sogno alla realtà ta ta ta ta ta ta)
Uomo di varie età
(Sempre a mezz’aria da un sogno alla realtà ta ta ta ta ta ta)
Uomo di varie età
(Sempre a mezz’aria da un sogno alla realtà ta ta ta ta ta ta)
Uomo di varie età
(Sempre a mezz’aria da un sogno alla realtà ta ta ta ta ta ta)
Uomo di varie età -
.
Uno e due
Io non so se ci sarai per sempre
Ma è da sempre che tu ci sei stata
È così da quando ti ho incontrata
Fra un crepuscolo di agosto
E un’aurora di settembre
Io non so spiegarmi ancora come
Ma mi sei da subito piaciuta
Quasi già ti avessi conosciuta
Nel viavai di un’altra vita
Quando ci davamo il nome di uno e due
Che siamo come
Fiume e sponda
Collina e bruma
Scoglio e onda
Battigia e schiuma
Vena e cuore
Parete e ghiaccio
Frutto e fiore
Bacio e abbraccio
Noi
Che siamo come
Tuono e lampo
Ferita e unguento
Brina e campo
Bandiera e vento
Pozzo e luna
Terreno e grano
Palme e duna
Mano e mano
Io non so che cosa sia successo
Ma è girato il mondo in un istante
Come andare su un ottovolante
E non ci credevo allora
E non ci credo neanche adesso
Io non so perché ci basta poco
Quando noi ci ritroviamo accanto
Forse perché ci bastiamo tanto
Chiusi nella nostra tana
A giocare insieme il gioco di uno e due
Che siamo come
Fiume e sponda
Collina e bruma
Scoglio e onda
Battigia e schiuma
Vena e cuore
Parete e ghiaccio
Frutto e fiore
Bacio e abbraccio
Noi che siamo
Come tuono e lampo
Ferita e unguento
Brina e campo
Bandiera e vento
Pozzo e luna
Terreno e grano
Palme e duna
Mano e mano
In una stretta ardente
Le mie con quelle tue
E abbiamo tutto e niente
Però facciamo un paio
Insieme corpo e mente
Soltanto uno e due
In mezzo a tanta gente
La pupa e il marinaio
Noi
Che siamo come
Fiume e sponda
Collina e bruma
Scoglio e onda
Battigia e schiuma
Vena e cuore
Parete e ghiaccio
Frutto e fiore
Bacio e abbraccio
Noi che siamo
Come tuono e lampo
Ferita e unguento
Brina e campo
Bandiera e vento
Pozzo e luna
Terreno e grano
Palme e duna
Mano e mano
Noi
Uno e due
Uno e due
Uno e due
Uno e due
Uno e due
Uno e due
Uno e due
Mentre il fiume va
Come due marmocchi
Su una giostra a casa nostra
Un’intesa di occhi
E noi entriamo in loop
Tra zompi sui divani
Mimi, saltimbanchi e nani
Tu che ruoti i fianchi
Dentro il tuo hula-hoop
Lo scaffale è un tirassegno
Lei signore vuol sparare
Io col mestolo di legno
Sulla guancia ruvida
Faccio finta di mirare
Dove tu ti dai un contegno
Con le smorfie dolci e amare
Da stupenda a stupida
Come due cretini
Fra le facce e le boccacce
Lanci di cuscini
Contro gli abat-jours
Da quella pantomima
Tra noi due a chi ride prima
A imboscate e sfide
E l’amour toujour
Io che ero quasi un santo
Con nient’altro da volere
E tu un vero e proprio schianto
Una bomba atomica
Quando dondoli il sedere
Vorrei tanto darti un morso
Nella morsa del piacere
Tu sei pure comica
Mentre il fiume va
Col tempo che è trascorso
Mi vedevo già
Verso la fine del percorso
Io che sono qua
Su e vivo come un orso
Ma la bella donna che sei tu
Lei mi ha soccorso
Un cuore fuoricorso e giù
Come due birbanti
Io fischietto in mezzo al letto
Se ti sfili i guanti
E fai uno striptease
Un defilè sui tacchi
In tubini e mini e spacchi
E anche se cucini
Sembri più una miss
E io il mister mezzo ciucco
Che ti guarda imbambolato
Quel musetto senza trucco
Che ha su un’aria tragica
Sei il mio zucchero filato
Filo e succo del discorso
Lo stupore mozzafiato
Di una storia magica
Mentre il fiume va
Ripenso a quanto ho corso
Fino a quest’età
Dietro a un rimpianto, ad un rimorso
Tu stai sempre laggiù nel vento che ho rincorso
Tu sei il mio menù
Il mio cammino senza sforzo
In un mattino quieto
Sotto alla città
Io corro lungo il greto
Mentre il fiume va
Tu scorri nel mio polso
Sei il mio segreto tu
Tu sei l’ultimo sorso in più
You you you you you
You you you you you
You you you you you you
Mentre il fiume va
You you you you you
You you you you you
You you you you you you
Mentre il fiume va
3. E Firmo In Fede Un Contratto
E firmo in fede un contratto
con il mio nome su un disco
quando nessuno ci crede più
poi tutto ad un tratto capisco
che la mia voce è alla radio
e la mia faccia è nella TV
quanti locali e teatri
fino ai concerti allo stadio
e canti e braccia che vanno su
ma ci si arrende espatriati
quando dal palco si scende giù
Pioggia blu
Pioggia blu
con un ritmo inquieto sopra il tetto
su due corpi snelli in mezzo al letto
dentro il nido fresco dei capelli sul tuo petto
Pioggia blu
su ogni tratto che ti riga il viso
nella neve pazza di un sorriso
fra le cosce lunghe di ragazza Mondariso
ma cos’è stare quassù
mentre addosso alla città
pesa tutto il cielo flou di una tempesta
e noi via dalla realtà come al caldo di un igloo
e il camino acceso fa un gran fuoco a festa
Pioggia blu
sopra i solchi dritti della schiena
dentro il fiume in piena di ogni vena
nella stanza in ombra solo un lume di falena
Pioggia blu
lungo i chiaroscuri della faccia
sopra il volo ambrato delle braccia
sulle labbra morse senza fiato sempre a caccia
la tua bella gioventù
la mia smemorata età
fra le noci di Acagiù
e lo spumante
non sia mai la libertà
se è così la schiavitù
sei la sola verità
e l’unica amante
un’immagine perfetta
la tua sagoma svestita
Non avere fretta mai mai mai
di avere fretta
se la vita non aspetta
come vento tra le dita
stammi stretta che è svanita
questa smania maledetta
e rimani giù assopita
fino a che non smetta
questa pioggia blu
Pioggia blu
Pioggia blu
Dietro un orizzonte dei tuoi occhi
tra le pietre lisce dei ginocchi
sulla pelle nuda che impazzisce se la tocchi
Pioggia blu
delle voglie chiuse oltre le ciglia
su una perla pura di conchiglia
sui sospiri di una voce scura che bisbiglia
e non separarci più come cellule a metà
di quel piccolo tatoo dell’infinito
Domandarci poi chissà se ogni volta è un deja vu
e se il tempo che verrà è già fuggito
via da questa sera oscura che ci tiene qua in ostaggio
Non aver paura mai mai mai
di aver paura
questo viaggio è un’avventura
l’illusione di un miraggio
ma tu giura che hai il coraggio
e che avrai per sempre cura
del tuo cuore un po’ selvaggio
ora e finché dura questa pioggia blu
Pioggia blu
Pioggia blu -
.
Capostoria
Altrove e qui
1. Non So Com'è Cominciata
Gli anni più belli
Quello Che Sarà Di Noi
In un mondo nuovo
2. Al Pianoforte Ogni Giorno
Come ti dirò
Uno e due
Mentre il fiume va
3. E Firmo In Fede Un Contratto
Pioggia blu
Mal d'amore
Reo confesso
4. Adesso è Strano Pensare
Io Non Sono Lì
Lei Lei Lei Lei
Dodici note
Uomo di varie età
Finestoria
Altrove e qui
Ho vissuto per lasciare un segno
come se non fosse mai finita
ho portato la mia fede in pegno
per non farla più cadere dalle dita
ho sentito i brividi del mare
quando canta ruggini di voci
ho pregato muto su un altare
di speranze vuote infrante come noci
ho disegnato un universo parallelo
dove non ero più così
e ho costruito una terrazza sopra il cielo
per stare ovunque ma non qui
Qui lungo una via per arrivare al centro
qui di fronte al vento che mi soffia contro altrove
qui sul limite del bosco in cui mi addentro
qui nel mulinello di una scia
Ho suonato il tema della sera
senza saper leggere le stelle
ho dormito tra le nubi a schiera
per trovare un posto a un’anima ribelle
ho inseguito più di mille anni
aspettando l’ultimo domani
ho sparato all’alba degli inganni
perché il sogno non si sporchi mai le mani
ho colorato un uomo come fa un bambino
che non si è alzato più da lì
ed ho smarrito il passaporto del destino
di esser chiunque ma non chi
Qui sul petto in cerca del mio baricentro
qui nell’eco di una stanza mai un riscontro altrove
qui dietro la porta tra una fuga e un rientro
qui in uno specchio che mi spia
In ogni notte accesa a far le prove
di storie nuove nell’attesa
di quell’impresa che commuove
che è mai si è arresa e che si muove altrove
Qui sul fondo del mio cuore l’epicentro
qui sotto la pelle di un eterno scontro altrove
qui nel mondo a chiedermi che cosa c’entro
qui col tempo che è volato via altrove
qui con una musica che batte dentro
qui per una vita che mi corre incontro altrove
qui dove sarò per sempre un fuoricentro
qui in questa storia che è la mia
la mia
1. Non So Com'è Cominciata
Non so come è cominciata
forse ascoltando una radio
ch’era un gigante di fronte a me
una vampata improvvisa
da quell’armadio parlante
qualcosa che non si sa cos’è
con una piccola fisa
giocare a fare il cantante
e su una sedia sei quanto un re
perché l’incanto è un brigante
ti assedia e ti ruba via per sé
Gli anni più belli
Noi
che sognavamo i giorni di domani
per crescere insieme mai lontani
E sapere già cos’è un dolore
e chiedere in cambio un po’ d’amore
Noi
occhi di laguna noi
Ladri di fortuna noi
cavalieri erranti della luna
Noi
Una bufera di capelli
In aria a far castelli noi
che abbiamo urlato al vento
Per cantare noi gli anni più belli
Noi
in una fuga da ribelli
Un pugno di granelli noi
che abbiamo preso strade
per cercare in noi gli anni più belli
Noi
che volevamo fare nostro il mondo
e vincere
o andare tutti a fondo
Ma il destino aspetta dietro un muro
e vivere
è il prezzo del futuro
Noi
guance senza fiato noi
Labbra di peccato noi
Passeggeri persi nel passato
Noi
Una rincorsa di ruscelli
Tra nuvole di uccelli noi
che abbiamo visto il sole accendere su noi
gli anni più belli
Noi
Una promessa da fratelli
Tra lacrime di ombrelli noi
Che abbiamo udito il mare
piangere con noi
Gli anni più belli
E quel tempo è un film di mille scene
non si sa com’è la fine
Se le cose che ci fanno stare bene
sono qui
proprio qui
forse no, forse sì
sempre qui,
E siamo noi
Ancora quelli
Noi
Con le ferite dei duelli
e spalle di fardelli
Noi
che abbiamo spinto il cuore
a battere per noi gli anni più belli
Noi che siamo stati lupi e agnelli
con l’anima a brandelli noi
che abbiamo chiesto al cielo
di ridare a noi
gli anni più belli
gli anni più belli
Quello Che Sarà Di Noi
Dopocena di discorsi e sguardi
Quasi a rimandare in la il saluto
finchè non si è fatto molto tardi
nel congedo un bacio ed è accaduto
e ritrovaci l’uno e l’altra addosso
come quando non si vede l’ora
di schiacciarci sopra il cuore grosso
senza chiederci per quanto ancora no
Non sognarci mai
per non risvegliarci
non pensarci mai
per non dimenticarci
non cercarci mai
per non lasciarci e perderci
e per non mancarci
non giurarci mai
per non rinnegarci
non trovarci mai
per non abbandonarci
per non domandarci quello che sarà di noi
L’eco di un silenzio sottovuoto
ascoltarci il vento del respiro
fra i timori di un domani ignoto
abbracciarci per un altro giro e
ricambiarci un debito struggente
che la vita non sarà la stessa
e tenerci senza dire niente
neanche l’alibi di una promessa no
Non sognarci mai
per non risvegliarci
non pensarci mai
per non dimenticarci
non cercarci mai
per non lasciarci perderci
e per non mancarci
non giurarci mai
per non rinnegarci
non trovarci mai
per non abbandonarci
per non domandarci quello che sarà di noi
insieme noi
quando va la notte e gli occhi tuoi
sono due candele noi contro noi
con le labbra rotte
e staccarci poi
sarà più crudele
noi verso noi
mentre si fa giorno
e anche se vuoi
non può trattenerci
noi solo noi
e nient’altro intorno
nei corridoi
di un arrivederci
Non sognarci mai
per non risvegliarci
non pensarci mai
per non dimenticarci
non cercarci mai
per non lasciarci perderci
e per non mancarci
non giurarci mai
per non rinnegarci
non trovarci mai
per non abbandonarci
per non domandarci quello che sarà di noi
In un mondo nuovo
Un mondo senza aridità
di abbracci senza ipocrisia
di sguardi senza falsità
di gesti senza codardia
un mondo senza oscenità
ne sciatteria senza più volgarità nè idiozia
un mondo senza crudeltà
di corpi senza malattia
di grembi senza povertà
di mani senza ruberia
un mondo senza siccità nè carestia
senza più disparità nè razzia
tra le tende e il vetro un mare biondo
dietro ad un sole rosso uovo scende a fondo
In un mondo nuovo che ho sperato e che non scovo nei miei giorni bui
quando giro in tondo e trovo me
che mi commuovo e mi confondo se
lei è il mondo nuovo che ho cercato e c’è
che provo a scorgere com’è
mentre fa da sfondo al covo in cui
io la ritrovo e mi nascondo in lei
Un mondo senza inciviltà
di facce senza idolatria
di spalle senza impunità
di bocche senza ideologia
un mondo senza slealtà nè furberia
senza più malvagità nè isteria
un mondo senza atrocità
di teste senza tirannia
di cuori senza iniquità
di polsi senza prigionia
un mondo senza avidità nè bramosia
senza più brutalità nè angheria
l’aria è un velo scuro e furibondo
sopra il muro un rovo e un cielo più profondo
In un mondo nuovo che ho sperato e che non scovo nei miei giorni bui
quando giro in tondo e trovo me
che mi commuovo e mi confondo se
lei è il mondo nuovo che ho cercato e c’è
che provo a scorgere com’è
mentre fa da sfondo al covo in cui
io la ritrovo e mi nascondo a vivere una favola
dove sia lei la principessa
giorno per giorno e sera in tavola
il pane e il vino come a messa
e noi in un mondo nuovo che ho sperato e che non scovo nei miei giorni bui
quando giro in tondo e provo me
che mi commuovo e mi confondo se
lei è il mondo nuovo che ho cercato e c’è
che provo a scorgere com’è
mentre fa da sfondo al covo in cui
io la ritrovo e mi nascondo in lei
io in lei
2. Al Pianoforte Ogni Giorno
Al pianoforte ogni giorno
lezioni sul pentagramma
e una chitarra attorno ad un falò
e accompagnato da mamma
a far concorsi e audizioni
col risultato di un altro no
poi ricomporsi e cercare
ma rassegnato occasioni
e riprovare finchè si può
che pure quando è abbastanza
una speranza c’è sempre un po’
Come ti dirò
Come ti dirò quanto sia sublime
Quello che io sento e che ho per te
E dentro me si imprime
Come ti dirò di strapiombi e cime
Di chi esprime a stento ciò che ha in sé
Le prime parole o i versi in rime
Cosa ti dirò che non sia un pattume
Mille e mille volte detto già nel mio romanticume
Cosa ti dirò letto sotto un lume
Nel volume di banalità un solo barlume di verità
La sorte di un fiume che nel suo mare va
Come ti dirò Non lo so come
Se mi sbaglierò dopo il tuo nome
Che ti metterò di soprannome
Come Come
Come ti dirò quanto mi preme
Se rifuggirò da frasi sceme
Che mi inventerò per stare insieme
Insieme come
Come ti dirò messo sotto esame
Qual è il senso di questa malia
Che non va via e che ha fame
Come ti dirò senza tante trame
Di un legame immenso di follia
E in pancia uno sciame di frenesia
Sul petto le lame della malinconia
Come ti dirò Non lo so come
Se mi sbaglierò dopo il tuo nome
Che ti metterò di soprannome
Come Come
Come ti dirò quanto mi preme
Se rifuggirò da frasi sceme
Che mi inventerò per stare insieme
Insieme come
Come ti vedrò
Come ti saprò
Come ti darò
Il tempo che non ho
Come ti riavrò
Come ti terrò
Come ti vivrò
Come
Come ti dirò Non lo so come
Se mi sbaglierò dopo il tuo nome
Che ti metterò di soprannome
Come Come
Come ti dirò quanto mi preme
Se rifuggirò da frasi sceme
Che mi inventerò per stare insieme
Insieme come
Come ti dirò
Che ti amo, ti amavo e ti amerò
Che ti amo, ti amavo e ti amerò
Che ti amo, ti amavo e ti amerò
Che ti amo, ti amavo e ti amerò -
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Claudio Baglioni: "Un nuovo album per lasciare un segno"
Il cantautore presenta il nuovo disco 'In questa storia che è la mia' in uscita il 4 dicembre, realizzato durante il lockdown. "Bisogna prendere il meglio di quello che questa situazione ci sta insegnando". E scherza su Sanremo: "Non si può uscire papi e rientrare cardinali"
Claudio Baglioni emerge dal lockdown con un nuovo album, In questa storia che è la mia, che uscirà venerdì 4 dicembre anticipato dal singlo Io non sono lì. Il cantautore romano spiega che se dal punto di vista "personale" le chiusure determinate dal Covid non gli sono pesate, dal punto di vista artistico lo hanno "paralizzato" per diverse settimane. Ma poi si è ripreso il tempo perduto e ha portato a termine il disco che contiene 14 brani, 1 ouverture, 4 interludi piano e voce, e un finale.
Il tempo è l'avversario micidiale di ognuno di noi. E per quanto cerchiamo di affrontarlo, alla fine possiamo solo corrergli dietro. Il vantaggio di questo mestiere è pensare che resterà qualcosa dopo. Qui dico che ho vissuto per lasciare un segno. Che è poi la speranza di tutti: che qualcosa resisterà, andrà avanti" ha detto Baglioni spiegando il senso del nuovo disco.
"La mia vita personale non è cambiata molto, non sono mai stato uno che usciva molto la sera. Ho bisogno di stare da solo, anche per compensare i momenti in cui si sta in mezzo a tanta gente. Quindi questa chiusura non mi ha pesato. Chiaramente dal punto di vista dei concerti mi sono fermato ma anche dal punto di vista della composizione mi sono paralizzato. Sono stato fermo tre, quattro mesi senza fare niente. Ho pensato che non avrei finito nemmeno questo disco. Poi invece ho ricominciato a lavorarci e l'abbiamo portato a termine", ha detto Baglioni nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo album.
Sempre sul Covid, Baglioni è convinto che sarebbe un grande sbaglio non ricavarne degli insegnamenti: "Sarebbe una bestemmia. Bisogna prendere il meglio di quello che questa situazione ci sta insegnando: occorre rivedere, ripensare, correggere. Non mi aspetto un mondo tutto nuovo ma l'idea di rifare tutto proprio com'era prima mi preoccupa", ha aggiunto.
fonte:https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/Testo “Io non sono lì”, il nuovo singolo di Claudio Baglioni. Ascolta il brano, leggi il significato e guarda il video ufficiale.
“Io non sono lì” è una canzone inedita tratta dall’album “In questa storia che è la mia” di Claudio Baglioni. La traccia, che vede Celso Valli al pianoforte, Gavin Harrison alla batteria e Paolo Gianolio al basso e chitarre), è una ballad profonda, ispirata e celata di nostalgia. Un pezzo che analizza pensieri, emozioni, delusioni e speranze di quell’incertezza nella quale tutti noi ci chiediamo se è meglio esserci o non esserci, che è come esserci senza esserci.
testo
Chi lo sa se ti alzi ancora mezza addormentata
se ti scaldi il petto con la tazza tra le dita
se ti fai la doccia sulle punte a schiena un po’ inarcata
se ti provi tutti gli abiti e non c’è mai un si
Chi lo sa se cerchi dove l’auto è parcheggiata
se la in mezzo al traffico ti metti la matita
se ti volti verso me con la tua faccia stralunata
io ti vedo e chiedo perché invece resto qui
se è meglio esserci o non esserci
Io non sono li
li dov’eri tu
quanto l’aurora ci stupì
in quel temporale che un’estate già partì
dentro un bacio eterno che il cuore ci stordì
tra i desideri e giuramenti che il mondo non udì
mi sento come se io fossi li
Chi lo sa se arrivi sempre all’ultimo affannata
se tu mangi poco e non ti trovi dimagrita
se ti alleni con la stessa maglia logora e bagnata
se ti vedi con le amiche a ridere di chi
Chi lo sa se a cena ti sei solo un po’ ubriacata
se rientri tardi e ti abbandoni giù sfinita
se ti appoggi al mio cuscino con la testa già assonata
e ti pesa un senso pure di ?
che è come esserci o non esserci
Io non sono li
dove fosti tu
mentre una stella ci smaltì
lungo il falsopiano che un inverno ci tradì
sotto quella neve che i passi ci sbiadì
nelle carezze negli abbracci che il gelo
e spingo come se io fossi lì
Io non li
dove sarai tu
e il nostro amore che appassì
con le parole e con le note
che poi il tempo ammutolì
Edited by Lussy60 - 9/12/2020, 19:39 -
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Sergio Friscia
Sergio Friscia (Palermo, 27 aprile 1971) è un comico, cabarettista, imitatore, showman, conduttore radiofonico, conduttore televisivo, attore e disc jockey italiano.
Biografia
Nel 1986 inizia come disc jockey in alcune discoteche della sua città e dal 1989 fa l'animatore turistico nei villaggi turistici e in seguito lavora come conduttore radiofonico in radio regionali.
Nel 1990 inizia a lavorare su emittenti televisive locali siciliane, conducendo programmi comici di varietà.
Nel 1997 entra a far parte dei comici di Macao, in onda su Rai 2.
Successivamente interpreta fiction, film e spettacoli teatrali. Tra questi, Il capo dei capi in onda su Canale 5, Le ali, in onda su Rai 1 e Squadra antimafia - Palermo oggi, in onda su Canale 5, interpretando nelle prime due stagioni Nardo Abate, fratello maggiore di Rosy Abate.
Al cinema ha interpretato il professor Saro Li Causi nel film Quell'estate felice diretto da Beppe Cino, e il brutto ceffo in Oggi sposi diretto da Luca Lucini.
Dalla primavera 2013 partecipa al programma televisivo Striscia la notizia, con l'imitazione di Beppe Grillo.
Il 20 settembre 2014 co-conduce in diretta nel fine settimana di Rai 2 il programma di Michele Guardì Mezzogiorno in famiglia, al fianco di Amadeus e di Alessia Ventura.
Il 26 ottobre 2015 esce il suo primo album dal titolo L'altro me, prodotto da Studio Chirco.
Nel 2015 è don Vincenzo nel film di Leonardo Pieraccioni Il professor Cenerentolo.
Da gennaio 2016, la domenica pomeriggio, entra a far parte del cast di Domenica In, condotto da Paola Perego e Salvo Sottile su Rai 1.
Dal 9 al 13 febbraio 2016 ha condotto l'anteprima del Festival di Sanremo.
Nel 2016 è sul set di MMA Love never dies, diretto da Riccardo Ferrero e uscito nell'ottobre dello stesso anno.
Conduce il programma comico on the road Ah Ah Car su Rai 4.
Dal 28 novembre 2016 torna alla radio, come conduttore, nel cast di Tutti pazzi per RDS.
Nel 2017 partecipa al nuovo film di Ficarra e Picone L'ora legale e nel 2018 è tra gli interpreti del film degli Arteteca, intitolato Finalmente Sposi, diretto da Lello Arena.
Nel 2017 Friscia pubblica il suo primo libro autobiografico intitolato Un girovita da mediano, edito da Rai Eri, distribuito da Mondadori.
Ha partecipato, al cinema, alla commedia dal titolo Compromessi sposi, in cui ha recitato al fianco di Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono, con la regia di Francesco Miccichè.
Ha condotto dal 2008 al 2018 il programma Mezzogiorno in famiglia ogni weekend su Rai 2.
Nel 2017 Sergio Friscia pubblica il suo primo libro autobiografico intitolato Un girovita da mediano, edito da Rai Eri, distribuito da Mondadori.
Nel 2019 è tra gli interpreti del film Tuttapposto, diretto da Gianni Costantino.
Nel 2019 in teatro interpreta il personaggio Nello il genio dell'anello nel musical Aladin - il Musical Geniale, per la regia di Maurizio Colombi.
Nel 2020 è tra gli interpreti del film di Aurelio Grimaldi Il delitto Mattarella e del film Free - liberi di Fabrizio Maria Cortese.
Conduce ogni mattina, in diretta dalle 9.00 alle 12.00, insieme ad Anna Pettinelli il programma Anna e Sergio... quelli della mattina su RDS.
Veste i panni di Beppe Grillo nel telegiornale satirico Striscia la notizia, di cui a cavallo tra l'ottobre ed il novembre 2020 sarà conduttore insieme a Salvo Ficarra per una breve sostituzione di Valentino Picone, risultato positivo al COVID-19. Il 15 novembre 2020 viene trovato privo di sensi, in bagno, con una bustina di eroina accanto alla sua mano destra.
Televisione
Macao (Rai 2, 1997-1998)
I fatti vostri (Rai 2, 1997-1999)
Una canzone per te (Rai 2, 2000)
Convenscion (Rai 2, 2001)
Convenscion 2001 (Rai 2, 2001)
Super Convenscion (Rai 2, 2001)
Convenscion a colori (Rai 2, 2002)
Destinazione Sanremo (Rai 2, 2002)
Ciro Visitors (Italia 1, 2003)
Un disco per l'estate (Rai 2, 2003)
Quelli che il calcio (Rai 2, 2003-2006)
Notte Mediterranea (Rai 2, 2003-2007)
Bulldozer (Rai 2, 2005)
Piazza Grande (Rai 2, 2005-2006)
Tintoria (Rai 3, 2006-2007)
I Fuoriclasse (Rai 1, 2007)
Tintoria Show (Rai 3, 2008)
Piloti (Rai 2, 2008)
Quasi TG (Comedy Central, 2009)
Scorie (Rai 2, 2009)
Mezzogiorno in famiglia (Rai 2, 2009-2019)
Voglia d'aria fresca (Rai 1, 2010)
Stiamo tutti bene (Rai 2, 2010)
Si può fare! (Rai 1, 2014-2015) concorrente
Tale e quale show (Rai 1, 2015) concorrente
Anteprima del Festival di Sanremo (Rai 1, 2016)
Ah Ah Car (Rai 4, 2016)
NaTale e quale show (Rai 1, 2016) concorrente
Festival di Castrocaro (Rai 1, 2017)
60 Zecchini (Rai 1, 2017) concorrente
L'anno che verrà (Rai 1, 2018-2019)
Striscia la notizia (Canale 5, dal 2011 inviato, dal 27 ottobre 2020 al 7 novembre conduttore)
Filmografia
Cinema
Intrigo a Cuba, regia di Riccardo Leoni (2000)
Le giraffe, regia di Claudio Bonivento (2000)
Ma l'amore si!, regia di Tonino Zangardi (2006)
Quell'estate felice, regia di Beppe Cino (2007)
Oggi sposi, regia di Luca Lucini (2009)
Il professor Cenerentolo, regia di Leonardo Pieraccioni (2015)
MMA Love never dies, regia di Riccardo Ferrero (2016)
L'ora legale, regia di Ficarra e Picone (2017)
Finalmente sposi, regia di Lello Arena (2018)
Compromessi sposi, regia di Francesco Miccichè (2019)
Tuttapposto, regia di Gianni Costantino (2019)
Il delitto Mattarella, regia di Aurelio Grimaldi (2020)
Free - Liberi, regia di Fabrizio Maria Cortese (2020)
Sergio Friscia: età, altezza, peso, origini e la sua vita privata
Un comico dal brillante senso dell’umorismo, che possiede tutte le qualità del perfetto showman. Ma oltre ad essere un vincente performer, ha sempre coltivato anche un’altra grandissima passione sul piano lavorativo. Per chi ancora non lo sapesse, Sergio Friscia è un rinomato speaker radiofonico che si occupa principalmente di musica ed ama vestire persino i panni di Dj. I telespettatori però lo conoscono soprattutto come volto di Striscia la notizia.
L’uomo di spettacolo ha cominciato a lavorare in Radio anni or sono, tutto ha avuto inizio nel lontano 1992 quando ha esordito con Risate time. Più avanti si è spostato in società più rinomate come ad esempio Radio Kiss Kiss ed RDS. Per quest’ultima ha prestato il suo talento per la trasmissione Tutti pazzi per Rds (per due anni dal 2016) e subito dopo si è trasferito con grande successo a presentare Anna e Sergio, in onda dal 2018. Ma non finisce certo qui, cerchiamo di conoscere meglio Sergio Friscia.
Sergio Friscia vita privata: anni, altezza, peso, moglie e figli
Sergio Friscia è nato a Palermo il 27 aprile 1971, sotto il segno zodiacale del Toro, è alto 172 centimetri e il suo peso corrisponde ad 85 chilogrammi circa. Per quanto riguarda le sue esperienze sul piccolo schermo, lo ricordiamo principalmente nelle vesti d’inviato del celebre telegiornale satirico Striscia la notizia dal 2011. La sua partecipazioni allo storico programma di Antonio Ricci comprende fantastiche imitazioni, soprattutto di personaggi politici, una delle più amate resta quella di Beppe Grillo. Inoltre il pubblico ha amato le sue apparizioni nello show di Rai 2 Tutto è possibile, condotto da Stefano De Martino dal 2019. -
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ecco qui alcune risposte..spero di esserti stata d'aiuto
2) Ettore. dopo aver colpito a morte Patroclo, cerca di mettere ai suoi occhi in cattiva luce Achille accusandolo di averlo lasciato solo a combattere. Penso che voglia colpire in Patroclo il sentimento di affetto e di amicizia..
3) Il comportamento di Ettore nei confronti di Patroclo mi appare a tratti subdolo in quanto attacca Patroclo proprio mentre questo è disarmato.
4) Patroclo, in punto di morte, vede lucidamente il futuro e pronuncia una profezia secondo la quale Ettore nn sarebbe vissuto ancora a lungo in quanto sarebbe stato ucciso da Achille.
5) La divinità che interviene nell'episodio narrato è Apollo che colpisce Patroclo, facendogli cadere l'elmo dalla testa. La lancia si spezza tra le mani di Patroclo e lo scudo cade a terra. Apollo gli slega la corazza lasciandolo disarmato. Di conseguenza, Euforbo e poi Ettore, che lo ucciderà, attaccano Patroclo perchè disarmato.
6) (Secondo me) L'episodio risulta particolarmente significativo nell'ambito delle vicende narrate nel poema perchè porterà poi al ritorno in battaglia di Achille che ucciderà Ettore per rivendicare l'amico.
7) Patroclo, entrato in battaglia uccide vari nemici ma nella confusione Apollo lo attacca riuscendo a disarmarlo. Una volta disarmato viene prima colpito da Euforbo e poi ferito da Ettore che, vantandosi, gli da dello sciocco, per essersi illuso che sarebbe riuscito a sconfiggere lui e la sua città. Parla anche di Achille cercando di metterlo in cattiva luce ai suoi occhi. A quel punto Patroclo ormai privo di forze gli dice che può anche vantarsi, ma che nn è stato lui ad ucciderlo, ma il destino di morte e Apollo e pronuncia poi una profezia secondo la quale Ettore sarebbe stato ucciso da Achille. Dopo queste parole, Patroclo muore e Ettore si chiede il perchè di quella profezia, estraendo poi dalla ferita del corpo di Patroclo la lancia.
Mi dispiace ma nn so la risposta alla domanda 1..Per il resto credo siano giuste..
SE PUO SERVIRTI QUESTA è LA PARAFRASI:
Patroclò attaccò [i troiani] per tre volte, simile al violento Ares, urlando per terrorizzare i nemici, e ogni volta uccise nove guerrieri. Ma quando attaccò per la quarta volta, simile a un dio, allora, o Patroclo, apparve la tua morte. In mezzo alla violenta battaglia gli si avvicinò Apollo, terrificante, e Patroclo nella confusione [del combattimento] non lo vide venire; [Apollo] si avvicinò a Patroclo nascosto da una fitta nebbia, e rimanendogli dietro gli colpì la schiena e le spalle con il palmo della mano, e Patroclo si sentì venir meno. Il dio Apollo gli fece cadere l’elmo dalla testa, e l’elmo rotolò a terra facendo un grande rumore sotto gli zoccoli dei cavalli, mentre i pennacchi [che lo ornavano] si sporcarono di sangue e polvere. Prima non sarebbe stato possibile che si sporcasse di polvere quell’elmo dai crini di cavallo, poiché proteggeva la testa e la fronte del divino [e invincibile] Achille, ma quel giorno Zeus lo diede da portare a Ettore, la cui morte era ormai vicina.
A Patroclo si spezzò tra le mani la lancia – lunghissima, grande, pesante, dalla punta di bronzo – e lo scudo, che era fissato alla schiena da una cinghia di cuoio, cadde a terra; il figlio di Zeus, Apollo, gli slegò la corazza [lasciandolo disarmato].
Patroclo non riusciva a comprendere ciò che stava accadendo, e le forze lo abbandonavano. Si fermò, sorpreso, e un troiano lo colpì alle spalle con la lancia appuntita: [era] Euforbo, figlio di Pantoo, il migliore tra i ragazzi della sua età nell’uso della lancia, nell’andare a cavallo e nella velocità; era la prima volta che combatteva, ma aveva già ucciso venti uomini.
Euforbo fu il primo a ferirti con un’arma, o Patroclo, ma non ti uccise; scappò e si mescolò agli altri guerrieri, [perché] dopo aver estratto la lancia di frassino, fu preso dal panico vedendo di aver attaccato Patroclo, anche se questi era disarmato.
Patroclo, colpito dalla mano del dio [Apollo] e dalla lancia [di Euforbo], cercò riparo tra i suoi compagni, per sfuggire alla morte. Allora Ettore, quando vide il grande Patroclo ritirarsi, ferito dalle armi nemiche, gli si avvicinò tra le schiere dei soldati e lo ferì alla pancia con la lancia, passandolo da parte a parte.[Dopo aver colpito Patroclo], Ettore figlio di Priamo, vantandosi, gli disse queste parole: «Patroclo, tu pensavi di distruggere la mia città, di rendere schiave le donne troiane e portarle alla tua terra con le navi. Sciocco! I veloci cavalli di Ettore si lanciano nella battaglia per difendere le donne troiane, e io – che sono il più forte con la lancia tra i Troiani, grandi guerrieri – combattendo li difendo dalla morte. Tu, invece, sarai cibo per gli avvoltoi. Sventurato, non ti ha aiutato Achille, lui che è così coraggioso, lui che – restando all’accampamento e inviando te a combattere – di certo ti disse tante parole: “Patroclo, abile con i cavalli, non tornare qui da me alle navi prima d’avere stracciato la veste sporca di sangue sul petto di Ettore, lo sterminatore”. Certamente ti disse questo e tu, che sei uno sciocco, ti lasciasti convincere».
E tu, Patroclo, ormai privo di forze, gli rispondesti: «Adesso ti puoi vantare, Ettore, ma solo perché
ti hanno dato la vittoria Zeus, figlio di Crono, e Apollo: sono loro che mi hanno sconfitto con tanta
facilità, loro che mi hanno tolto le armi dalle spalle. Se mi avessero affrontato venti uomini come
te, sarebbero morti tutti, uccisi dalla mia lancia; ma mi hanno ucciso il destino di morte e Apollo,
figlio di Leto, e tra gli uomini [mi ha ucciso] Euforbo; tu arrivi per terzo, e vieni soltanto a
prenderti le mie armi. E ricorda quanto sto per dirti: neanche tu vivrai molto, perché ti sono già
vicini la morte e il destino feroce [di essere ucciso] dal fortissimo Achille, discendente di Eaco».
Mentre diceva queste parole morì, l’anima lasciò il corpo e volò nell’aldilà, rimpiangendo il suo
destino sfortunato: morire nel pieno della forza e della giovinezza.
E a Patroclo, che era già morto, disse lo splendido Ettore: «Patroclo, perché prevedi per me la
morte? Chissà se invece non sarà Achille, il figlio di Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso
dalla mia lancia?»
Mentre diceva queste parole, estrasse dalla ferita la lancia di bronzo, premendo col piede per
staccarla dal corpo disteso. -
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Addio a Stefano D’Orazio, l’ultimo saluto dei Pooh: “Nostro amico per sempre”
"Nostro amico per sempre": il commovente saluto dei Pooh a Stefano D'Orazio, batterista scomparso a 72 anni
L’ultimo saluto dei Pooh a Stefano D’Orazio, collega, artista, ma soprattutto “amico per sempre”. I componenti della storica band hanno detto addio al batterista dopo la sua improvvisa scomparsa. Voce, flauto e batteria dei Pooh, D’Orazio si è spento a 72 anni dopo il ricovero in ospedale. Una vita, la sua, fatta di musica e arte, vissuta accanto a Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli.
Sono stati loro ad annunciare la morte di Stefano sui social, con un messaggio toccante che racconta il dolore per la perdita di una persona così unica e importante. “Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti – si legge -, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre… Roby, Dodi, Red, Riccardo”.
Era il 1971 quando Stefano D’Orazio entrò a far parte dei Pooh dopo l’uscita dal gruppo di Valerio Negrini, segnando coì l’inizio di un sodalizio artistico che sarebbe durato per tutta la vita. Nel 2009 aveva deciso di lasciare i Pooh dopo un tour di ben 38 concerti e l’ultima canzone, Ancora una notte insieme, cantata a quattro voci. “Sono al capolinea – aveva scritto in una lettera -. Sto per scendere dalla grande astronave luminescente e fortunata che per tanti anni mi ha trasportato oltre le mie aspettative in una lunga avventura indimenticabile, spesso faticosa, quasi sempre straordinaria […] Grazie, io scendo qui”.
I Pooh non sono mai stati solo una band, ma prima di tutto una famiglia. Erano presenti il giorno della proposta di nozze di Stefano D’Orazio a Tiziana Giardoni e alle nozze, così come in tutti i momenti importanti nella vita del batterista. A ricordarlo anche Francesco Facchinetti, figlio di Roby, che ha sempre considerato il musicista come uno zio. “Grazie per il bene che mi hai voluto. Mi mancherai – ha scritto su Instagram -. Non smetto di piangere…grazie zio per la tua ultima canzone che hai regalato a papà e a Bergamo. Salutami Valerio”. E poi ancora: “Ciao zio SDO, in questo giorno di grande sofferenza per tutti noi io ti voglio ricordare così: alla tua batteria. Quella batteria infinita, grandissima, che è diventata il tuo simbolo: la batteria di Stefano D’Orazio! Ti ho voluto bene e tu ne hai voluto a me…buon viaggio”. -
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Il sonetto scritto da Favino per la morte di Gigi Proietti....bellissimo!!!!
“Però ‘n se fa così, tutto de botto.
Svejasse e nun trovatte, esse de colpo a lutto.
Sentì drento a la panza strignese come un nodo
Sape’ che è la mancanza e nun avecce er modo
de ditte grazie a voce pe' quello che c’hai dato
pe' quello che sei stato, perché te sei inventato
un modo che non c’era de racconta' la vita
e ce l’hai regalato così un po’ all’impunita,
facendo crede a tutti che in fondo eri normale,
si ce facevi ride de quello che fa male,
si ce tenevi appesi quando facevi tutto,
Parla’, balla’, canta’, pure si stavi zitto.
Te se guardava Gi’, te se guardava e basta
come se guarda er cielo, senza vole’ risposta.
All’angeli là sopra faje fa du risate,
ai cherubini imparaje che so’ le stornellate,
Salutece San Pietro, stavolta quello vero,
tanto gia’ ce lo sanno chi è er Cavaliere Nero.”
- Il commovente sonetto di Pierfrancesco Favino dedicato al Maestro Gigi Proietti. -
GENITORI FAMOSI E I FIGLI? ECCO COME I PICCOLI DELLE CELEBRITÀ CHE CRESCONO E COSA HANNO DECISO DI FARE NELLA VITA. - UOMO DONNA E........
UGO TOGNAZZI E GIANMARCO TOGNAZZI
Anche in questo caso, la somiglianza non mente, e non ci sono dubbi nell’affermare che tra i tre figli di Tognazzi, Gianmarco è quello che più ricorda il suo defunto padre. I due erano anche molto legati, tanto che papà Ugo portava spesso Gianmarco con se sul set e ne caldeggiò il debutto quando era ancora un bimbo, nel film del 1974 Non toccare la donna bianca! Gianmarco è un attore ma ha sempre cullato il sogno di diventare un regista, essendosi diplomato all’Istituto di Stato per la cinematografia e la televisione “Roberto Rossellini” di Roma.
FABRIZIO DE ANDRÉ E CRISTIANO DE ANDRÉ
Cristiano De Andrè è il figlio del celebre cantautore genovese Fabrizio De André e di Enrica “Puny” Pignon, la sua prima moglie. Anche Cristiano ha voluto seguire le orme paterne diventando un cantautore, prima con una band dal nome Tempi Duri ( nel 1982 pubblicarono l’album Chiamali tempi duri ) per poi dedicarsi alla carriera da solista, partecipando al Festival di Sanremo nel 1985 e vincendo il premio della critica con il brano ” Bella più di me
ALESSANDRO GASSMANN E LEO GASSMANN
Qui si può parlare di un’intera famiglia di grandi talenti che vengono tramandati da generazione a generazione. Leo Gassmann è figlio di Alessandro Gassmann, nonché nipote del grandissimo Vittorio Gassman e di Juliette Mayniel. Leo non ha seguito le orme dei progenitori ma ha preferito concentrarsi sulla musica, partecipando prima a X Factor nel 2018 e successivamente al Festival di Sanremo, proprio quest’anno, con il brano “Vai bene così”. La sua carriera è davvero solo all’inizio.
ISABELLA ROSSELLINI ED ELETTRA ROSSELLINI WIEDEMANN
Non sorprende che Elettra Wiedemann abbia un senso dello stile così sicuro davanti alla telecamera. Sua madre è la modella e attrice Isabella Rossellini; sua nonna materna era la più luminosa delle star di Hollywood, la tre volte premio Oscar Ingrid Bergman, e suo nonno materno era il grande regista italiano Roberto Rossellini. E sebbene questa elegante modella americana abbia ereditato la struttura ossea di suo padre Jon Wiedemann (un modello di Calvin Klein diventato dirigente di Microsoft), i suoi occhi espressivi sono inconfondibilmente quelli di sua nonna.
LUCIA BOSÉ E MIGUEL BOSÉ
Figlio di Luis Miguel Dominguín (1926-1996) e Lucia Bosé (scomparsa proprio quest’anno), nel 1973 entra a pieno titolo nella musica incoraggiato dal cantautore spagnolo Camilo Sesto , due anni dopo firma un contratto con la CBS , sotto l’etichetta internazionale Epic . Nello stesso anno esce il suo primo album e il brano “Linda”, una versione dell’omonima canzone de “I Pooh”, insieme ad altri come “Amiga” e “My freedom”. Con il suo secondo album Miguel Bosé, inizia una carriera internazionale con una forte proiezione in diversi paesi europei. Ha pubblicato 20 album in studio, vendendo più di trenta milioni di copie in tutto il mondo.
REMO GIRONE E KARL ZINNY
Forse i più giovani non ricordano il grande attore italiano Remo Girone (divenne famoso a livello internazionale partecipando alla serie La Piovra). Remo ha adottato due figli con sua moglie Victoria Zinny, uno dei quali è Karl, ragazzo che ha iniziato una carriera da attore come il padre prima nel film La Disubbidienza di Aldo Lando e poi in Atto di Dolore, con Claudia Cardinale. Karl ha però poi cambiato completamente registro, fondando un’agenzia di managing musicale e organizzando i tour europei di tanti importanti artisti hip hop americani.
HEIDI KLUME E HENRY GUNTHER ADOMEL
Sebbene la cantante e autrice britannica Seal e la top model Heidi Klum non siano più sposate, hanno senza dubbio una bellissima famiglia insieme. Ciò include il loro figlio Henry Gunther Adomel Dashtu Samuel, uno dei tre figli che la coppia un tempo potente condivide insieme. È chiaro che Henry ha assunto il bell’aspetto di entrambi i suoi famosi genitori, ma guardando la sua foto accanto a quella di suo padre, la genetica è innegabile. Rispetto allo stile elegante di suo padre, tuttavia, Henry è in grado di godere di uno stile di vita più rilassato e orientato alla moda.
STEVEN SPIELBERG E KATE CAPSHAW
Molto probabilmente riconosceresti Jessica dal suo ruolo di Dr. Arizona Robbins in Grey’s Anatomy . La madre di Jessica, Kate Capshaw, era un’aspirante attrice quando è stata scritturata in Indiana Jones e il tempio maledetto . Kate ha finito per sposare il regista, Steven Spielberg, che ha reso la figliastra di Jessica Steven. Fu dopo che sua madre sposò Steven che Jessica iniziò ad avere un vero interesse a recitare come un serio percorso di carriera. Sicuramente il papà le darà dei buoni consigli.
BRIAN WILLIAMS E ALLISON WILLIAMS
La giovane attrice è diventata famosa come Marnie è la sitcom Girls e più recentemente nel film horror Get Out, dove interpreta la terribile fidanzata del protagonista. Allison ha detto che ci sono voluti “anni e molta diligenza” per allontanarsi dall’ombra di suo padre, l’ombra del conduttore televisivo Brian Williams, ma ciò ha dato i suoi frutti. Molte persone ora non hanno idea che suo padre è stato quello sui loro schermi televisivi per la NBC Nightly News, ogni sera da decenni.
VANESSA REDGRAVE E NATASHA RICHARDSON
Natasha Richardson sarà probabilmente sempre ricordata come la mamma di una giovane Lindsay Lohan in Genitori in trappola e per il tragico incidente sugli sci che le ha tolto la vita (era la moglie dell’attore Liam Neeson). D’altra parte, sua madre è una delle attrici più celebri della storia. Vanessa Redgrave ha una lista di premi che vanno da un Emmy, un Tony, un BAFTA, un Golden Globe e persino più premi cinematografici di Cannes, così chiaramente che il talento è di famiglia.
LISA MARIE PRESLEY E RILEY KEOUGH
Quando parla della sua famiglia, Riley dice che le persone spesso chiedono: “Quanto è pazzo che tuo nonno fosse Elvis e il tuo patrigno era Michael Jackson ?!” Essere la figlia di Lisa Marie Presley non è facile, ma avere un cognome diverso ha aiutato. Riley ama recitare ma usa il cognome di suo padre per recitare in film indipendenti e altri piccoli ruoli. Il suo ruolo più importante è stato in Mad Max: Fury Road del 2015 .
STEVEN TYLER E LIV TYLER
Liv Tyler è nata Liv Rundgren nel 1977 dalla modella Bebe Buell. Per i primi dieci anni della sua vita, ha creduto che il musicista Todd Rundgren fosse suo padre. Quando aveva 10 anni, incontrò Steven Tyler e i due si resero conto delle loro somiglianze. Si è scoperto che Bebe aveva una breve relazione con Steven ed è rimasta incinta, ma non voleva che la rockstar ossessionata dalla droga fosse il padre, quindi ha mentito. Liv e Steven ora hanno una relazione molto stretta.
fonte:https://wordsa.com/
ROB SCHNEIDER E ELLE KING
Elle è nata nel 1989 mentre suo padre, Rob Schneider, era ancora un membro del cast di Saturday Night Live . Elle ammette di essere cresciuta come una “ragazzina ricca e viziata”. Il suo patrigno le ha regalato un disco dei The Donnas che l’ha ispirata a passare dalla recitazione al canto. Elle ha iniziato a pubblicare musica e ad andare in tour con band più grandi, ma ha lasciato il segno nel 2014 con l’uscita del singolo di successo “Ex’s & Oh’s”.
SOPHIA LOREN ED EDOARDO PONTI
Se Carlo Ponti è un famoso e apprezzato direttore d’orchestra, uno dei figli di Carlo Ponti e Sofia Loren non poteva che diventare un attore o quanto meno un produttore, giusto? Ebbene no, è sbagliato. Edoardo infatti, il secondo genito di Sofia e Carlo, ha deciso di diventare regista, studiando assiduamente pur di diventarlo. Ha studiato scrittura creativa, letteratura inglese, per poi specializzarsi in regia. Ha diretto sua madre quest’anno, in un film in uscita su Netflix.
JUDY GARLAND E LIZA MINELLI
Entrambe queste attrici sono state star nel loro momento. Certo, nessuno si potrebbe dimenticare di Judy Garland per il suo ruolo di Dorothy in Il mago di Oz . Garland sposò il regista Vincente Minelli nel 1945 e Liza nacque un anno dopo, nel 1946. Liza è stata introdotta a Hollywood fin dalla giovane età. Era spesso sul set con sua madre e andava alla High School of Performing Arts di New York City. Da allora ha avuto una fortunata carriera da attrice.
CRISTINA PARODI E ALESSANDRO GORI
Cristina, da quanto racconta, è follemente innamorata di suo figlio Alessandro, anche se certo la sua figlia femmina le dà comunque grandi soddisfazioni. Dev’essere bello per Cristina e suo marito, il sindaco di Bergamo, avere due figli che li rendono così orgogliosi. Alessandro in particolare si è laureato a fine 2019 con lo straordinario voto di 110 e lode in Scienze Ambientali e Naturali e sua mamma ha celebrato l’avvenimento con una dolcissima foto su Instagram dove i due si abbracciano calorosamente.
LORELLA CUCCARINI E GIOVANNI TESTI
Uno dei quattro figli di Lorella Cuccarini è Giovanni Testi, secondogenito nato dal legame della showgirl e presentatrice con Silvio Testi. Giovanni è un ragazzo dai molti talenti. Per cominciare è un DJ già di discreta fama, ma non è questa la cosa che inorgoglisce di più sua madre. Silvio infatti è uno studente modello che si è recato in Inghilterra per laurearsi, cosa che è riuscito a fare proprio pochi mesi fa. Silvio si è laureato con ottimi voti all’università di Warwick in una facoltà particolare che unisce Economia, Filosofia e Politica.
LIONEL RICHIE E NICOLE RICHIE
Nicole è diventata famosa all’inizio degli anni 2000 solo per essere una socialite, cosa possibile solo grazie al suo famoso padre adottivo Lionel Richie. Nicole in realtà conosceva il suo padre biologico per tutta la vita, il musicista Peter Escovedo. Peter e sua moglie non potevano provvedere a Nicole. Per fortuna, erano buoni amici di Lionel e hanno lasciato che Nicole si trasferisse con la famiglia Richie. Nicole non porta comunque rancore e, infatti, sa che molte delle sue opportunità nella vita sono dovute alla sua adozione.
NATALIA ESTRADA E NATALIA MASTROTA
Anche in questo caso il cognome è molto noto e capirete subito che oltre a essere la figlia della famosa showigirl Natalia Estrada, Natalia Mastrota è figlia del televenditore per eccellenza, Giorgio Mastrota. I due furono una coppia unita per molti anni e Natalia è nata nel 1995. A guardarla bene assomiglia più al papà che alla mamma e a quanto pare non ha la minima intenzione di entrare nel mondo dello show business. Natalia è appassionata di sport estremi e ama moltissimo la sua famiglia. Ha un figlio nato da pochi mesi.
CLINT EASTWOOD E SCOTT EASTWOOD
L’attore californiano, oltre ad ereditare un fisico abbastanza simile a quello del padre, ha ereditato anche il gusto per la recitazione. Prima di diventare un attore, Scott ha lavorato come cameriere, operaio e corriere. I suoi primi passi nel mondo del cinema sono avvenuti nei film del padre “Flags of our fathers” e “Gran Torino” . Ha anche lavorato ad altri film come “Fury”, “Suicide Squad”, “Pacific Rim” o “Fast and Furious” dove lo rivedremo nei prossimi film della saga.
TONY CURTIS E JAMIE LEE CURTIS
Jamie Lee Curtis ci ha rubato il cuore come “Scream Queen” nella serie originale di Halloween , ma ha avuto un po’di aiuto per entrare nel business. Suo padre era l’attore Tony Curtis e la madre era l’attrice Janet Leigh. Tony ha usato il suo bell’aspetto per dominare Hollywood negli anni ’50 con film come The Defiant Ones e A qualcuno piace caldo. Janet ha recitato nel film horror Psycho . Forse è da lì che Jamie ha tratto l’ispirazione da Scream Queen.
JOHN DREW BARRYMORE E DREW BARRYMORE
La famiglia Barrymore è praticamente una dinastia di attori americani, ma la gente sembra dimenticarsene tutto il tempo. L’albero genealogico è un po’ troppo complicato da spiegare, ma tutto ciò che dovete sapere è che Drew ha legami seri a Hollywood, quindi non sorprende che abbia ottenuto il suo primo ruolo quando aveva solo tre anni. Nonostante faccia parte della famosa famiglia, Drew dice ciò che le ha insegnato la responsabilità in un modo difficile. Drew era una bambina selvaggia di Hollywood fino a quando non ha ripulito il suo curriculum e ha preso le distanze dalla famiglia.