Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Posts written by Lussy60

  1. .
    Ballando con le stelle: Mietta spiega perché non si è vaccinata


    Dopo lo scontro con Selvaggia Lucarelli che le ha chiesto, senza ottenere risposta, se fosse vaccinata, l'ex concorrente di Ballando con le stelle, Mietta, dice adesso di non esserlo e spiega perché.

    132386_ppl

    Torniamo a parlare dell' "affaire Mietta", fermata lo scorso ottobre a Ballando con le stelle quando, positiva al Covid, non si è potuta presentare in gara. All'epoca, ricorderete tutti, fece scalpore il confronto con la giurata Selvaggia Lucarelli, che le chiese esplicitamente se fosse o meno vaccinata. Mietta tergiversò, per poi rispondere che non l'aveva fatto "per motivi di salute" col lungo post che riportiamo qua sotto.

    www.comingsoon.it/tv/gossip/ballan...cinata/n132386/

    Ballando con le stelle: la reazione di Jo Squillo sulla partecipazione di Sabrina Salerno


    Rinchiusa nella casa del Grande Fratello Vip, Jo Squillo ha scoperto solo quando ne è uscita che la sua amica Sabrina Salerno è una concorrente di Ballando con le stelle e adesso si è espressa nuovamente in merito alla cosa in un'intervista.

    132401_ppl

    Nel 1991 sul palco dell'Ariston a Sanremo Jo Squillo e Sabrina Salerno cantarono insieme l'indimenticabile - nel bene e nel male - "Siamo donne". Le due cantanti sono ancora amiche anche se sul versante televisivo hanno scelto, o sono state scelte per, programmi diversi. Jo il 5 novembre è stata la prima eliminata ad uscire dalla Casa del Grande Fratello Vip, mentre Sabrina è tutt'ora in corsa per un podio nel reality dance show di Rai 1 Ballando con le stelle. Già all'epoca della sua uscita dal GF Vip, Jo Squillo aveva approvato la scelta dell'amica e collega e torna a parlarne oggi in un'intervista pubblicata su SuperGuidaTv.

    Cosa ha detto Jo Squillo sulla partecipazione di Sabrina Salerno a Ballando con le stelle
    L'intervista verte soprattutto sul giudizio che Jo Squillo dà sull'esperienza vissuta all'interno della casa del Grande Fratello Vip, ma a un certo punto le viene chiesto proprio in relazione alla partecipazione della Salerno se farebbe un'esperienza del genere. Ecco cosa ha risposto:

    Sì, devo dire che mi piace molto quel tipo di programma, racconta di più dell’artista. Sono fiera e orgogliosa che Sabrina stia facendo “Ballando con le stelle”, sapevo che era una persona di talento, faccio il tifo per lei e lei anche a fatto il tifo per me. Mi piace molto questa cosa che rimaniamo comunque sempre molto legate. Quindi si, mi piacerebbe molto fare un’esperienza come quella, forse nel futuro.

    Come noto, infatti, non vige più la regola per cui per partecipare a Ballando con le stelle non si debba aver preso parte ad altri reality, per cui chissà che la vulcanica Jo Squillo in futuro non segua le orme dell'amica. Oppure, lei la butta lì, potrebbero chiamarla a fare il giudice in un talent show, visto che lei di musica se ne intende e, ricorda:

    Io sono stata una delle prime in Italia a creare un talent, si chiamava “Scorribanda”. Abbiamo dato la possibilità a dei giovani di fare dischi, concerti in Lombardia, a Milano e zone limitrofe, e ti cito dei gruppi come i Timoria da dove è poi uscito Francesco Renga, poi Morgan con il suo gruppo i Bluvertigo, ma anche tantissimi altri gruppi che ancora oggi raccontano la musica rock. Erano gli anni 80/90, oggi ci sono i grandi show, noi lo facemmo con altre possibilità di racconto, però è stato determinante.

    STELLEBallando con le Stelle, Carolyn Smith: la rivelazione su Michele Morrone
    L’attore di 365 giorni di Netflix è stato protagonista dello show di Milly Carlucci nel 2016

    michele-morrone-carolyn-smith


    n una lunga intervista rilasciata al settimanale Diva e Donna Carolyn Smith ha fatto una confessione importante su Michele Morrone. L’attore di origini pugliesi è stato protagonista dello show di Milly Carlucci nel 2016 e in quell’edizione, che sfortunatamente non è riuscito a vincere, ha lasciato il segno.

    In questi anni è emerso qualche vero talento a Ballando con le Stelle? Alla domanda del giornalista la giurata del programma di Rai Uno non ha avuto dubbi:

    “Michele Morrone. Un talento assoluto per la danza. Avrebbe potuto fare il ballerino professionista”


    Le performance dell’interprete di 365 giorni di Netflix sono rimaste memorabili per Carolyn Smith, che ancora oggi continua ad elogiare l’ex concorrente. Non a caso Michele Morrone ha poi usato il suo talento nel film che l’ha reso famoso in tutto il mondo: indimenticabile la scena del tango in maschera con Laura.

    L’esperienza di Michele Morrone
    Michele Morrone ha partecipato a Ballando con le Stelle 2016. La trasmissione ha portato grande fortuna al giovane che grazie a Milly Carlucci è riuscito a raggiungere una certa popolarità in Italia. Prima di prendere parte allo show, infatti, Morrone aveva recitato solo in alcune fiction.

    Dopo l’esperienza in prima serata la sua carriera ha spiccato il volo: è stato protagonista della fiction Rai Sirene accanto a Luca Argentero e ha lavorato ne Il Processo e ne I Medici. La grande occasione è però arrivata con il film 365 giorni: nei panni del mafioso Massimo Torricelli ha conquistato fan in tutto il mondo.


    A Ballando con le Stelle Michele Morrone è stato affiancato dalla ballerina Ekaterina Vaganova. Nonostante il grande talento non è riuscito a vincere e si è dovuto accontentare del secondo posto. A trionfare in quell’edizione, l’undicesima, è stato l’attore spagnolo – ex de Il Segreto e Una Vita – Iago Garcia.

    Oltre ad avere talento per la danza Michele Morrone è pure un bravo cantante. Nel 2020 ha pubblicato l’album Dark Room e alcune sue canzoni – come Hard for me – sono state inserite nella colonna sonora di 365 giorni, diventato un vero e proprio cult su Netflix e il cui sequel è in arrivo nel 2022.

    www.gossipetv.com/
  2. .
    Come realizzare presepi originali con oggetti che stai per buttare

    presepe-fai-da-te

    Il riciclo è un’arte nobile: si prendono oggetti che non hanno più un utilizzo e gli si da nuova vita. Questa pratica, poi, è davvero utilizzatissima nel periodo di Natale per la creazione di divertenti lavoretti per i più piccini e originali addobbi per la casa.

    Ecco come realizzare dei presepi davvero belli e originali con dei materiali di recupero: il tutorial è davvero facilissimo e avrete ridato nuova vita a qualcosa che era destinato al cestino. Utile e creativo!

    Realizzare presepi originali con materiali di recupero: il fai da te facilissimo

    presepe-fai-da-te-1

    Vecchi cartoni e inutilizzati oggetti di legno: questi elementi destinati alla spazzatura possono vivere di nuova vita nelle vostre case e diventare dei presepi molto originali. Il riciclo, infatti, è quell’arte per la quale anche il materiale meno nobile può diventare un incredibile arredo di design.

    Con l’avvicinarsi del Natale, inoltre, le nostre case si addobbano a festa: allora perchè non realizzare un bel presepe con questi oggetti inutilizzati e da buttare? Ecco qualche idea originale che vi farà divertire e sbizzarrire con la fantasia!

    Con i vecchi cartoni
    Con un pò di creatività, una vecchia scatola di cartone può diventare una bellissima scena di natività. Per realizzare questo presepe vi occorrerà solo:

    un vecchio pezzo di cartone;
    delle forbici;
    una matita;
    un taglierino.

    La prima cosa da fare è disegnare con una matita le sagome delle figure che poi andranno ritagliate con le forbici e rifinite con il taglierino. Per il sostegno basterà creare dei “cavalletti” che aiuteranno i personaggi della natività a stare in piedi. Un rettangolo di cartone incastrato in un taglietto ai piedi del personaggio et voilà: il presepe è pronto.

    Con vecchi oggetti in legno

    I vecchi oggetti in legno possono vivere una vita nuova grazie a questo tutorial e al riutilizzo. Se avete una scacchiera con le pedine spaiate, ad esempio, con un pò di creatività potranno diventare i personaggi di un nuovo presepe.

    Se, invece, vi avanza un pallet in legno, esso potrà essere una tavola bellissima da essere intagliata e appesa ad una porta o a un muro.

    In questi casi non c’è altro consiglio da dare che scatenare al meglio la propria fantasia e la propria creatività: divertitevi!

    presepe-fai-da-te-2

    Come realizzare una ghirlanda di Natale con le cose che avete in casa!

    books

    Può essere posizionato anche intorno ai lampadari, insomma una volta raccolti i vari oggetti da riciclare potrete mettere in pratica la vostra fantasia nel miglior modo possibile, basta solo seguire qualche consiglio utile per ottenere una bellissima ghirlanda fatta in casa.

    Oltre a sentirvi soddisfatti perché l’avete realizzati voi con l’aiuto di amici, parenti e dei più piccoli potrete sentirvi orgogliosi anche del fatto che non avrete speso soldi ulteriori e avrete messo in pratica l’arte del riciclo e del fai da te.

    Idee fantasiose e creative per realizzare una ghirlanda in casa!

    pine-1

    È possibile con pochi oggetti trovati in casa realizzare una ghirlanda di Natale migliori di quelle acquistate in commercio. Sul web esistono moltissime idee convenienti e veloci, sta a voi scegliere come realizzarla.

    Sta di fatto che in questa guida vi verranno mostrate varie idee scelte apposta per voi. Innanzitutto per la prima idea vi occorrerà una gruccia di ferro, una volta aperta con calma dovrete formare una O.

    Non preoccupatevi non dovrà essere perfetta. Procuratevi degli addobbi di natale precedenti ai natali trascorsi coprendo la gruccia con nastri verdi così da sembrare una vera ghirlanda.

    Con l’aiuto della colla a caldo aggiungete qualche pallina di natale, tappi di sughero o fiocchetti. Una volta asciutto non vi resterà che appenderlo fuori o dentro sulla porta di casa.

    Una seconda alternativa valida può essere sempre una gruccia di ferro, procurandovi veri rami o finti, ricavati tramite il vostro albero di natale. Una volta posizionato con spago e fil di ferro potrete abbellirlo come più vi aggrada.

    Si consigliano bastoncini di cannella, campanellini, frutta secca finta e neve anche lei finta. Inoltre se non possedete una gruccia di ferro potete creare una struttura con il fil di ferro, cartone rigido o qualsiasi materiale a vostra disposizione.

    decorazioni-1-1
  3. .
    Come far ritornare nuovi e splendenti i bruciatori incrostati!

    appliance

    I bruciatori della vostra cucina sono sporchi lerci e per di più anche incrostati? Ecco alcuni metodi infallibili che fanno al caso vostro!

    Quante volte vi sarà capitato di accendere i fornelli del gas e notare che la fiamma non è per nulla uniforme o per di più fanno fatica ad accendersi! Molte persone sottovalutano questo tipo di pulizia in cucina!

    È un vero stress, ma va fatto! È importante averli sempre puliti e questo passaggio va fatto in maniera minuziosa arrivando quasi alla perfezione. Se fatto in maniera periodica non dovrete stare li ore a farlo.

    I bruciatori della cucina purtroppo sono degli elementi che si sporcano facilmente a causa dell’olio e di molti altri cibi che si depositano in quella zona. Di solito si consiglia di pulirli ogni volta che si cucina, ma grazie a piccoli accorgimenti e utilizzando dei rimedi naturali è possibile eseguire questo procedimento di tanto in tanto!

    Ecco alcuni metodi facili ma efficaci per pulire i bruciatori della cucina e il piano cottura!

    gas-1

    Per evitare una costosa manutenzione esistono alcuni metodi facili e veloci così da non ritrovarvi i bruciatori, ma anche la zona del piano cottura incrostata e annerita. Il rimo procedimento che vi viene proposto oggi è quello di utilizzare dell’aceto di vino bianco e dell’acqua.

    Innanzitutto bisogna smontare i bruciatori immergendoli in un pentolone capiente con dell’acqua calda e qualche cucchiaio di aceto. Una volta accesso il fuoco lasciate che l’acqua arrivi a bollore. Dopodiché potrete spegnere il fuoco e lasciare che l’acqua si raffreddi in modo che non rischiate di ustionarvi.

    Con l’aiuto di una retina abrasiva sfregate l’intera zona così da eliminare tutto lo sporco ostinato. Una volta concluso questo procedimento non vi resterà che sciacquarli con cura, magari aggiungendo un prodotto adatto altrimenti l’acqua sarà più che sufficiente.

    Altri due elementi utili sono il bicarbonato di sodio o le pastiglie per la lavastoviglie. Il procedimento è lo stesso, ma sta volta essendo due prodotti abbastanza corrosivi vi resterà che usare una spugnetta non abrasiva.

    Infine per avere una pulizia ottimale dell’intero piano cottura potete pulire anche le griglie lasciandole in ammollo un’ora in acqua bollette e bicarbonato. Noterete che lo sporco ostinato si scioglierà in men che nn si dica.

    Risciacquate con abbondante acqua tiepida munendovi di una spugnetta semi abrasiva aggiungendo qualche goccia di detersivo per piatti. Mentre il piano cottura con del limone o un detersivo apposito per l’acciaio.

    www.nonsapeviche.com/
  4. .
    DIECI DITA: ACCORDI

    https://www.accordiespartiti.it/accordi/it...dio/dieci-dita/


    vasi su questo sito e trovi tutto.. :tz7zs:
  5. .
    8 dicembre 2021: candele dell’avvento come realizzarne diverse versioni

    christmas-g61b1d9cf3_1280-1


    La corona dell’avvento è una delle decorazioni indispensabili durante le festività natalizie che rende ancor più magica questa festa.

    Ecco come realizzarle in maniera facile e veloce e ottenere

    Candele dell’avvento: ecco come realizzarle

    advent-g0576278d6_640-1

    Le decorazioni in esame possono essere realizzate in tante versioni diverse dando sfogo alla propria fantasia e addobbandole con ciò che più ci aggrada.

    Ognuno, infatti, può decidere di optare per quelle che meglio si addicono all’arredamento presente in casa e lasciare i propri ospiti piacevolmente colpiti.

    Se scegliete uno stile più tradizionale, prendete dei rami finti o naturali e realizzate un cerchio, sistemandolo sopra un supporto quale può essere, ad esempio, un vassoio.

    Dopo, prendete 4 candele dalla forma cilindrica di colore bianco e completate la decorazione con delle palline dorate, argentate o bianche.

    Per un tocco ancor più professionale, vaporizzate della neve finta sui rami ed esponetela dove più vi aggrada.

    Se, invece, volete optare per una corona dell’avvento colorata e festosa, create un cerchio con dei rami di abete sistemandoli anche in questo caso su di un supporto a vostra scelta.

    Disponetevi 4 candele e aggiungetevi vari oggetti a piacere come, ad esempio, pigne, stelle, pupazzetti.

    In fine, per realizzare quest’ultima decorazione non dovete fare altro che munirvi di un ramo di abete e disporre in maniera retta 4 candele.

    Leggi anche: REGALO DI NATALE 2021, UN ROBOT DA 2 EURO, SOLO SU AMAZON

    Potete optare per il colore che più preferite e completare la decorazione con ciò che più gradite tra cui:

    pigne;
    rametti;
    stelle di legno;
    bastoncini di zucchero;
    palline.
    Il risultato sarà, anche in questo caso, una bellissima corona dell’avvento da esporre in casa dall’8 dicembre, giorno in cui tradizionalmente si addobba casa con le decorazioni di Natale più disparate.

    Ciò detto, non vi resta altro che cominciare a cimentarvi in queste bellissime realizzazioni!

    candle-g718c878cd_640-1

    www.nonsapeviche.com/
  6. .
    Over 50 come truccarsi per un aspetto sempre radioso e naturale

    Ecco come truccarsi quando si hanno superato i 50 anni. Tutti i trucchi per avere un aspetto fresco e naturale.

    Con il passare degli anni la pelle, soprattutto quella del viso, tende a diventare meno tonica con la formazione di qualche ruga. Anche se i segni del trascorrere del tempo sono evidenti non dobbiamo rinunciare a truccarci, anzi dobbiamo usare i prodotti di make up in modo da valorizzarci.

    50-truccarsi

    Per le pelli più mature è perfetto un trucco semplice, leggero e che vada ad uniformare l’incarnato, ma senza appesantirlo e/o segnare la pelle. Ecco qualche consiglio per truccare le over 50.


    Ecco come truccarsi a 50 anni


    50-truccarsi1

    Come prima cosa se vogliamo un trucco perfetto, luminoso e che ci duri tutta la giornata, dobbiamo iniziare dalla skincare. In poche parole dobbiamo prenderci cura della nostro pelle pulendola, idratandola ed esfoliandola costantemente.

    Quindi come prima cosa prepariamo la base stendendo un velo di crema leggero sul viso e sul collo e poi una crema specifica per il contorno occhi. La crema sul contorno occhi la applichiamo picchiettando delicatamente la zona.

    In seguito procuriamoci un primer a rapido assorbimento da applicare sulle aree con linee sottili o sulle zone secche del viso. Prima di applicare il correttore ed il fondotinta passiamo a truccare gli occhi. Scegliamo degli ombretti con una buona texture che non vadano nelle pieghe e che siano di colori chiari e brillanti, ma senza brillantini. Meglio optare per i colori classici come mattone, corteccia e ora all’interno dell’occhio. Un buon mascara completa il trucco occhi.

    Per un trucco luminoso e leggero perfetto per il giorno dobbiamo dare luminosità e compattezza al nostro viso. Scegliamo un fondotinta leggero, ma con una buona coprenza ed applichiamolo dal basso verso l’alto per un effetto lifting. Con il correttore andiamo a correggere le discromie e poi un velo di cipria per fissare il tutto. Sempre un un effetto fresco applichiamo un velo di blush rosato sulla guancia. Non dimentichiamoci della labbra che delineeremo con una matita nude e poi faremo risaltare con un rossetto cremoso ed idratante dai toni neutri e caldi.


    Per un trucco serale ricordiamoci di non eccedere troppo, ma andiamo a fare un poco di contouring e mettiamo oltre al blush anche un poco di illuminante sullo zigomo, sul dorso del naso e sul contorno delle labbra. Gli occhi saranno più marcati e le labbra meglio tenerle sempre nude per un effetto più sofisticato.50-truccarsi1_0


    www.nonsapeviche.com/2
  7. .
    Jeans: perché hanno 5 tasche? La spiegazione che non ti aspetti

    cco perché i jeans che amiamo indossare hanno 5 tasche. Il motivo vi sorprenderà o già lo conoscevate?

    Che siano stretti, larghi, chiari o scuri ognuno di noi ha almeno un paio di jeans nel suo armadio. Un capo capace di andare bene in ogni occasione anche quella più informale se ben indossato.

    Jeans3

    Vi siete mai chiesti perchè hanno 5 tasche ed a cosa serve quella piccolina dietro? Ecco svelato il mistero.

    Jeans: a cosa serve quella piccola taschina

    Jeans-2


    I jeans hanno fatto la storia di intere generazioni e rappresentano un’icona dell’abbigliamento. Quando sono stati inventati erano indossati solo dai ragazzi e dai giovani adulti, ma con il passare del tempo i pantaloni di tela blu occupano un posto negli armadi pressoché di chiunque.

    Sappiamo tutti di questi pantaloni che comprami in ogni loro forma seguendo le mode anche quelle più stravaganti, ma abbiamo mai notato la taschina piccolina che è nella tasca grande posteriore o anteriore?

    La funzione di questo pezzettino di stoffa non è puramente estetica, ma dietro c’è dell’altro.

    Per comprendere la sua funzione dobbiamo fare un salto nel passato fino ad arrivare a quando sono stati creati. All’inizio nacque come un capo di abbigliamento pensato per chi lavorava in fabbrica o comunque faceva lavori manuali.

    Questi lavoratori avevano bisogno di un posto dove mettere il loro orologio da taschino e per questo fu creata la taschina che venne poi chiamata “Watch Pocket”. Un modo per tenere l’orologio a portata di mano e per proteggerlo anche mentre si facevano i lavori più duri.

    Poi nel tempo fu chiamata “coin pocket” perché serviva per mettere i soldi spiccioli, poi “ticket pocket” per tenere il biglietto dei mezzi pubblici. Fino ad arrivare ad essere chiamata anche “condom pocket” nell’epoca della libertà sessuale.

    Si pensa che la taschina venne introdotta nel 1873 come confermato dagli esperti della Levi’s: “I primi blue jeans avevano quattro tasche: solo una nella parte posteriore e, nella parte anteriore, due più la piccola per l’orologio da tasca. Originariamente inclusa come protezione per gli orologi da tasca, da cui il nome, questa custodia extra ha svolto molte funzioni, evidente nei suoi numerosi appellativi: tasca di frontiera, tasca per preservativo, tasca per monete, tasca per fiammiferi e tasca per biglietti, solo per citarne alcuni”.

    Jeans2

    www.nonsapeviche.com/2021/11/23/jeans-5tasche-spiegazione/
  8. .
    Solitamente questi buchi compaiono sulla parte inferiore della maglietta e sono dovuti per lo più all'usura del tempo o allo sfregamento del tessuto contro piani di lavoro od oggetti appuntiti o ruvidi. Senza rendervi conto rischiate di sottoporre la t-shirt a un forte stress rischia di comprometterla per sempre.

    Buchi sulle magliette: ecco svelato il mistero

    Piccoli Buchi sulle magliette: ecco svelato il mistero. Cosa dovete sapere.

    Sarà capitato sicuramente anche a voi di avere la brutta sorpresa di trovarvi con dei piccoli buchi sulle magliette. In estate, con il caldo, se ne cambiano di continuo e tra un lavaggio e un altro ecco che spuntano fuori dei buchini, ma cosa li ha provocati? E come si possono riparare?

    Di seguito trovate le spiegazioni e alcuni suggerimenti utili.


    maglietta_buchi_2

    Non c’è nessun mistero, in realtà, i piccoli buchi che compaiono sul tessuto delle vostre t-shirt sono dovuti a ragioni ben precise. A tutto c’è una spiegazione e quasi tutto si può rimediare.

    Solitamente questi buchi compaiono sulla parte inferiore della maglietta e sono dovuti per lo più all’usura del tempo o allo sfregamento del tessuto contro piani di lavoro od oggetti appuntiti o ruvidi. Senza rendervi conto rischiate di sottoporre la t-shirt a un forte stress rischia di comprometterla per sempre.

    In questi casi, per prima cosa fate molta attenzione a dove vi appoggiate durante la giornata. Se necessario evitate di indossare la vostra maglietta preferita se fate un lavoro che richiede impegno fisico e un tipo di attività che può rovinare la vostra t-shirt. Per esempio: attenzione a quando cucinate ad appoggiarvi a piani di granito o a sfregare sui tavoli, con il rischio di danneggiare la vostra maglietta. In questo caso, possono contribuire al danneggiamento anche bottoni, cerniere e cuciture dei jeans contro i quali sfrega il tessuto della t-shirt. Lo stesso vale anche al lavoro, quando vi appoggiare contro tavoli e piani di lavoro. Non parliamo, poi, se fate un lavoro di artigiani, falegnami e altro.


    Nella creazione di buchi l’usura del tempo può portare a forellini nel tessuto. Così come un difetto di fabbricazione o l’uso di tessuti di scarsa qualità. Infine, le magliette dei bambini possono rovinarsi con grande facilità e prima ancora lasciare forellini sul tessuto.

    Anche l’uso di detersivi troppo aggressivi per il bucato o di disinfettanti e igienizzanti per la casa possono rovinare le vostre t-shirt anche se soltanto per inconvenienti

    Come risolvere il problema

    Per evitare i brutti buchini sul tessuto della vostra maglietta, dovete prendervi cura della vostra t-shirt, trattandola con delicatezza e lavandola secondo le istruzioni sull’etichetta. Alcune magliette, infatti, possono avere particolari indicazioni di lavaggio: in acqua fredda, con detergenti delicati e solo a mano. Seguitele sempre ed evitate di strizzare la vostra maglietta dopo averla lavata. Stendetela in orizzontale. Usate il ferro da stiro solo se indicato e comunque tiepido.

    Potete anche provare a chiudere i buchi con ago e filo o portare la maglietta da una sarta.


    www.nonsapeviche.com/2021/07/24/buchi-magliette-mistero/
  9. .
    In questa storia che è la mia
    Claudio Baglioni
    Tutti i testi dell'album In questa storia che è la mia (Claudio Baglioni)

    Tracklist



    capostoria
    altrove e qui
    1. non so com'è cominciata
    gli anni più belli
    quello che sarà di noi
    in un mondo nuovo
    2. al pianoforte ogni giorno
    come ti dirò
    uno e due
    mentre il fiume va
    Tutto su Claudio Baglioni
    Altri testi
    La Scheda
    Recensioni
    Cerca concerti


    altrove e qui - Claudio Baglioni

    Ho vissuto per lasciare un segno
    Come se non fosse mai finita
    Ho portato la mia fede in pegno
    Per non farla più cadere dalle dita

    Ho sentito i brividi del mare
    Quando canta ruggini di voci
    Ho pregato muto su un altare
    Di speranze vuote, infrante, come noci

    Ho disegnato un universo parallelo
    Dove non ero più così
    E ho costruito una terrazza sopra il cielo
    Per stare ovunque ma non qui

    Qui lungo una via per arrivare al centro
    Qui di fronte al vento che mi soffia contro, altrove
    Qui sul limite del bosco in cui mi addentro
    Qui nel mulinello di una scia

    Ho suonato il tema della sera
    Senza saper leggere le stelle
    Ho dormito tra le nubi a schiera
    Per trovare un posto a un'anima ribelle

    Ho inseguito più di mille anni
    Aspettando l'ultimo domani
    Ho sparato all'alba degli inganni
    Perché il sogno non si sporchi mai le mani

    Ho colorato l'uomo come fa un bambino
    E non si è alzato più da lì
    Ed ho smarrito il passaporto nel destino
    Di esser chiunque, ma non chi

    Qui sul petto in cerca del mio baricentro
    Qui nell'eco di una stanza e mai un riscontro, altrove
    Qui dietro la porta tra una fuga e un rientro
    Qui in uno specchio che mi spia

    In ogni notte accesa a far le prove
    Di storie nuove nell'attesa
    Di quell'impresa che commuove
    Che mai si è arresa e che si muove altrove

    Qui sul fondo del mio cuore, l'epicentro
    Qui sotto la pelle di un eterno scontro, altrove
    Qui nel mondo a chiedermi "che cosa c'entro?"
    Qui col tempo che è volato via, altrove

    Qui con una musica che batte dentro
    Qui per una vita che mi corre incontro, altrove
    Qui dove sarò per sempre un fuoricentro
    Qui in questa storia che è la mia
    La mia




    1. non so com'è cominciata - Claudio Baglioni

    Non so com'è cominciata
    Forse ascoltando una radio
    Che era un gigante di fronte a me

    Una vampata improvvisa
    Da quell'armadio parlante
    Qualcosa che non si sa cos'è

    Con una piccola fisa
    Giocare a fare il cantante
    E su una sedia sei quanto un re
    Perché l'incanto è un brigante
    Che assedia e ti ruba via per sé



    gli anni più belli

    Noi che sognavamo i giorni di domani
    Per crescere insieme mai lontani
    E sapere già cos'è un dolore
    E chiedere in cambio un po' d'amore

    Noi, occhi di laguna
    Noi, ladri di fortuna
    Noi, cavalieri erranti della luna
    Noi, una bufera di capelli, in aria a far castelli
    Noi, che abbiamo urlato al vento per cantare
    Noi, gli anni più belli
    Noi, In una fuga da ribelli
    Un pugno di granelli
    Noi, che abbiamo preso strade per cercare in noi
    Gli anni più belli

    Noi, che volevamo fare nostro il mondo
    E vincere o andare tutti a fondo
    Ma il destino aspetta dietro un muro
    E vivere è il prezzo del futuro

    Noi, guance senza fiato
    Noi, labbra di peccato
    Noi, passeggeri persi nel passato
    Noi, una rincorsa di ruscelli, tra nuvole e gli uccelli
    Noi, che abbiamo visto il sole accedere su noi
    Gli anni più belli
    Noi, una promessa da fratelli
    Tra lacrime di ombrelli
    Noi, che abbiamo udito il mare piangere con noi
    Gli anni più belli

    E quel tempo è un film di mille scene
    Non si sa com'è la fine
    Se le cose che ci fanno stare bene
    Sono qui, proprio qui
    Forse no, forse si, sempre qui
    E siamo noi, ancora quelli

    Noi, con le ferite dei duelli e spalle di fardelli
    Noi, che abbiamo spinto il cuore a battere per noi
    Gli anni più belli
    Noi, che siamo stati lunghi agnelli con l'anima a brandelli
    Noi, che abbiamo chiesto al cielo di ridare a noi
    Gli anni più belli, gli anni più belli


  10. .
    Storia di una famiglia perbene, anticipazioni ultima puntata del 24 novembre: il finale di stagione


    Le anticipazioni della quarta e ultima puntata di Storia di una famiglia perbene, in onda mercoledì 24 novembre. Ecco cosa succederà nel finale della fiction con Giuseppe Zeno, Carmine Buschini e Simona Cavallari.


    finale-storia-di-una-famiglia-perbene



    Le anticipazioni della quarta e ultima puntata di Storia di una famiglia per bene. Nell'episodio 4 – Maria supera brillantemente l'esame di maturità. Alessandro le fa una proposta per festeggiare degnamente questo ambizioso traguardo. La invita, infatti, a raggiungere la villa di famiglia per passare qualche giorno insieme in assoluto relax, godendosi il mare. Maria, da una parte, non riesce a ignorare il fatto che Michele, il ragazzo che ha tanto amato, sia di nuovo a Bari. Tuttavia, la nonna le consiglia di accettare l'invito di Alessandro.

    storia-di-una-famiglia-perbene-cast

    Maria svela a Michele perché l'ha lasciato

    famiglia-de-santis-una-famiglia-perbene


    Il Colonnello Zarra continua nelle sue indagini per tentare di mettere fine agli affari illeciti della famiglia Straziota. Riesce a catturare un loro collaboratore e lo costringe a rivelare tutto ciò che sa. Maria, intanto, vive un incubo. Il suo soggiorno alla villa al mare di Alessandro, infatti, non è affatto rilassante. Gli amici del giovane, non fanno che prendersi gioco di lei e renderla vittima di dispetti crudeli. Per Michele si avvicina il momento di un'importante rivelazione. Tornato a Bari, infatti, viene a sapere che nel quartiere stanno per verificarsi pericolosi cambiamenti. Così, corre da Maria e le dice di essere pronto a farle da scudo, proteggendola anche a costo della sua stessa vita. Maria, allora, gli confessa come sono andate realmente le cose: Nicola Straziota, boss e padre di Michele, sette anni fa ha minacciato di uccidere il padre di Maria, Antonio, se la ragazza non si fosse allontanata subito da suo figlio. Per questo il loro amore si è spezzato.

    continua su: https://tv.fanpage.it/storia-di-una-famigl...le-di-stagione/
    https://tv.fanpage.it/
  11. .
    Chi è Alex Damiani? Fotoromanzi, cantante e non solo

    Chi-e-Alex-Damiani-2

    Alex Damiani è nato a Saverio Lupo il 22 Aprile del 1954. La sua carriera è nata negli anni Settanta dove ha riscontrato un grandissimo successo in un primo momento nei classici film statici. Subito dopo però, è diventato una vera e propria icona dei fotoromanzi grazie alla sua bravura ma anche alla grandissima bellezza.

    Un fascino particolare che l’ha spinto nel 1976 a ritrovarsi con una grandissima popolarità a livello nazionale. Insieme a lui, proprio in quegli anni hanno lavorato grandi personaggi come Claudia Rivelli, Barbara De Rossi e Adriana Rame.

    Il grande successo all’interno del fotoromanzi l’ha aiutato a sbarcare anche sul grande schermo. Alex Damiani ha recitato in lungometraggi quali “Comincerà tutto un mattino: io donna tu donna” e in altre pellicole di Ninì Grassia.

    La carriera di Alex Damiani però, non si è affatto fermata e il grande attore ha deciso nel corso degli anni Ottanta di sbarcare nel mondo della musica. Il suo primo brano dal titolo “Cambierà, cambierai” gli regala così la vittoria al Cantagiro 1980 e anche nella sezione Giovani del famoso Festivalbar.

    Oltre ai grandi successi in Italia, il cantante nel 1986 da alla luce il suo primo album “Né guerre né eroi” con all’interno il suo brano “Se ti va” con il quale partecipa al festival internazionale di Vina del Mar in Cile, arrivando sul podio al terzo posto.

    A distanza di tanti anni, Alex Damiani continua a coltivare la sua passione per il canto e per la musica dopo aver abbandonato il cinema. Della sua vita privata purtroppo non abbiamo informazioni visto che, lo stesso cantante ha sempre cercato di tenere lontano dal gossip la sua famiglia.
  12. .
    10 alberi "alieni" che crescono sulla Terra


    Dallo Yemen alla California, dal Giappone al Madagascar: viaggio per il Pianeta a caccia di piante talmente rare, longeve o colorate da sembrare originarie di un altro mondo.

    con_h_13

    Capita a volte di pensare che alcuni paesaggi naturali sembrino usciti direttamente dalle illustrazioni di un libro di fantascienza. Con gli alberi di questa fotogallery avrete probabilmente la stessa sensazione: dotati di fascino extraterrestre, sono invece tipici di alcune nicchie ecologiche del nostro Pianeta.

    Albero del sangue di drago (Socotra, Yemen). Questa pianta della famiglia delle famiglia delle agavaceae (Dracaena cinnabari) simile nella forma a un ombrello rovesciato, è endemica dell'isola-tesoro di biodiversità nell'Oceano Indiano. La sua chioma così schiacciata è un adattamento alle alte temperature e alla scarsa disponibilità di suolo: riduce l'evaporazione e protegge con la sua ombra i semi lasciati al suolo. L'albero produce una resina di color rosso scuro (il "sangue di drago" appunto) quando si recidono le foglie: questa viene utilizzata come essenza profumata e pigmento colorante.

    con_h_13_0

    Albero bottiglia (Socotra, Yemen).
    Nella stessa isola a circa 350 km dallo Yemen, che ospita oltre 800 varietà di piante rare, il 37% delle quali non rintracciabili in altre parti del mondo, si trova anche l'albero bottiglia o rosa del deserto di Socotra (Adenium obesum socotranum), che deve il suo nome alla caratteristica forma rigonfia della base, simile a una borraccia piena. Anche in questo caso la principale caratteristica della pianta - il tronco bulboso - è un adattamento alle alte temperature: liquidi e nutrienti sono stipati nella base. Vedi anche: l'albero che produce 40 tipi di frutta


    thomas1

    Eucalipto arcobaleno (Hawaii).
    La corteccia dell'Eucalyptus deglupta, tipico di alcune foreste tropicali, viene cambiata più volte durante l'anno: quando è nuova e giovane è di un bel colore verde acceso; in seguito matura e diviene bluastra, violacea, arancione e marrone, per poi staccarsi e rivelare lo strato sottostante. Questa continua alternanza produce sul tronco degli eucalipti un incantevole gioco di colori, che non è altrettanto vivace quando la pianta cresce al di fuori del proprio areale.

    paulgodard


    Albero faretra (Namibia). Questa specie di aloe (Aloe dichotoma) dalle foglie appuntite, tipica di Namibia e Sudafrica, prende il nome dall'abitudine dei boscimani di usare i suoi rami e le sue foglie per costruire faretre per le frecce. Il tronco viene svuotato dalla polpa e usato per riporre le armi o, in alternativa, per contenere cibo: è poroso e mantiene all'interno una temperatura fresca. Anche diverse specie di uccelli apprezzano la forma tagliente delle foglie, e nidificano fra questi rami, che offrono riparo dai predatori.

    fredrcox

    I cipressi delle paludi di Caddo Lake (Texas). I cipressi delle paludi, conifere dal tronco massiccio alte circa 2 metri, crescono nelle acque melmose e povere di ossigeno di fiumi, paludi e altri specchi d'acqua degli Stati Uniti: se ne trovano nel Caddo Lake, una zona lacustre e paludosa al confine tra Texas e Louisiana, dove formano uno scenario misterioso e quasi "da fiaba".

    pember

    Le piante di glicine in Giappone. Tra fine aprile e inizio maggio, le gallerie di glicine (gen. Wisteria) creano spettacolari scorci di "cielo" rosa in Giappone: in questo caso le piante "aliene" non sono alberi, ma rampicanti, che si espandono anche per 10 metri in ampiezza e 20 in altezza, colorando di rosa o di lilla le strutture dei tunnel creati per sostenerli. Altri luoghi di surreale bellezza

    chaoyen

    Pini dai coni setolosi (Stati Uniti). Resistenti alle temperature più estreme e ai suoni aridi, questi alberi sono tra le piante più longeve della Terra. Si stima che il più vecchio esemplare vivente di una delle tre specie principali di questa famiglia, un Pinus longaeva ribattezzato "Matusalemme" (nella foto) abbia oltre 4800 anni. Si trova in una foresta delle White Mountains, in California, e la sua esatta località è tenuta segreta, per timore di vandalismi.

    con_h_13_1

    I baobab del Madagascar. L'Adansonia rubrostipa è il più piccolo - si fa per dire: può raggiungere anche i 20 m di altezza - delle sei specie di baobab endemiche dell'isola africana. Si distingue per la forma a bottiglia e per il tronco rugoso degli esemplari più giovani, la superficie del quale ricorda la pelle di un elefante.

    ben

    Gli aceri giapponesi. L'Acer palmatum, una delle piante simbolo del Giappone, sorprende per la bellezza dei suoi rami, "allergici" alle potature (a cui reagiscono molto male). Ma sopratutto per il colore rosso acceso, che in autunno colora i giardini che lo ospitano. Guarda anche l'albero di Ginkgo dalle foglie d'oro

    con_h_7_1


    Gli alberi delle rovine di Angkor, Cambogia.I Tetrameles nudiflora sono una delle due specie di piante (l'altro è il ficus strangolatore) cresciute tra le celebri rovine di Ta Prohm, in Cambogia. Le loro imponenti radici superficiali si fanno largo nelle giungle di India e Sudest asiatico, talvolta inglobando preziosi siti archeologici, e contribuendo al loro fascino remoto.

    fonte:https://www.focus.it/ambiente/natura/
  13. .
    Natura Perché il cambio di colore delle foglie ritarda ogni anno sempre di più?

    Con i cambiamenti climatici il tipico cambio di colorazione delle foglie degli alberi, dal verde estivo al giallo-arancione autunnale, arriva sempre più tardi.

    foliage_1020x680
    Mentre gli alberi si preparano all'inverno, le foglie cambiano colore e cadono. LilKar | Shutterstock


    I colori dell'autunno sono una delle più incredibili manifestazioni della bellezza della Natura: negli Stati Uniti ogni anno le tinte rosse, arancioni e gialle degli alberi della zona del New England attraggono migliaia di visitatori. Ma questo cambio di colorazione delle foglie - il foliage -, abbandonate a se stesse dagli alberi che si preparano all'inverno, è un processo delicato, che risente dei cambiamenti climatici non naturali e degli interventi dell'uomo sul territorio: in un articolo su The Conversation Marc Abrams, esperto in scienze forestali, spiega perché il passaggio dal verde estivo al giallo/rosso autunnale avviene sempre più in ritardo.


    TROPPA ACQUA, TROPPO CALDO, TROPPA CO2.
    Alla base c'è il cambiamento climatico indotto dalle attività umane con l'aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra: a causa dell'aumento di CO2, della piovosità e del caldo in una determinata regoine, le piante crescono molto di più. A contribuire all'eccessiva crescita degli alberi ci sono appunto gli alti livelli di CO2 in atmosfera: il carbonio alimenta infatti la fotosintesi clorofilliana, processo biochimico che permette alle piante di nutrirsi e crescere. Tuttavia «esistono dei limiti naturali entro i quali le piante possono compiere la fotosintesi», spiega Abrams: a mano a mano che aumentano le concentrazioni di CO2 in atmosfera, diminuisce la capacità delle piante di utilizzarla - questo fenomeno è conosciuto come saturazione da CO2.

    BASTA CRESCERE
    ! Tutto questo influisce sul foliage, che si verifica al termine della stagione di crescita delle piante: quando smettono di produrre clorofilla, che tinge le foglie di verde, le piante si colorano di arancione, giallo e rosso grazie alla presenza di pigmenti naturali (carotenoidi, xantofille e antocianine). Se il periodo di crescita si allunga, si posticipa anche quello del foliage, che per ora nella zona nord-orientale degli Stati Uniti inizia con 10-14 giorni di ritardo rispetto al consueto.

    SEMPRE PIÙ A NORD. L'aumento della piovosità e del caldo, tra gli altri, favorisce anche la migrazione di alcune specie arboree verso nord e verso ovest: è ciò che accade, ad esempio, all'acero zuccherino (Acer saccharum), che si sta spostando sempre più verso il Canada settentrionale. «Per fermare i cambiamenti climatici è necessario aumentare la biodiversità delle foreste, utilizzando alberi che si adattino bene, vivano a lungo, producano semi e migrino nel tempo», afferma Abrams, che sottolinea l'importanza di "riprogettare" le foreste della zona orientale statunitense affinché si adattino a un nuovo clima.


    Le foglie ispessite dalla CO2 sequestrano meno carbonio atmosferico


    L'aumento di anidride carbonica in atmosfera rende più spesse le foglie, interferendo con fotosintesi e scambi gassosi: in parte si sapeva, ma nessuno ne aveva ancora tenuto conto nei modelli climatici.

    fogliespesse
    Lo spessore delle foglie incide in parte sulla capacità di catturare CO2. Shutterstock

    In risposta alla crescita di anidride carbonica in atmosfera, le piante hanno una curiosa reazione: aumentano lo spessore delle loro foglie anche di un terzo, mutando il rapporto tra massa e superficie verde e di fatto alterando una serie di processi chiave, come fotosintesi, evaporazione, scambi gassosi, stoccaggio degli zuccheri.

    Negli ultimi anni, questo processo è stato osservato su gran parte delle piante che operano la fissazione del carbonio, cioè l'incorporazione del carbonio della CO2 atmosferica in zuccheri utili per la pianta, una delle fasi cruciali della fotosintesi clorofilliana. Si ispessiscono le foglie delle piante legnose così come quelle delle colture di base, eppure, finora, nessuno si era spinto a indagare le conseguenze di questo fenomeno fisiologico sul clima globale.

    CATTIVE NOTIZIE. Due ricercatori dell'Università di Washington hanno ora incorporato queste informazioni nei modelli climatici globali che tengono conto dell'aumento di CO2 previsto entro fine secolo. Si è scoperto che piante con foglie più spesse influiranno negativamente sul riscaldamento globale, perché meno efficienti nel sequestro di carbonio atmosferico. La scoperta è descritta sulla rivista scientifica Global Biogeochemical Cycles.

    Attualmente, la concentrazione di CO2 in atmosfera è di oltre 410 parti per milione (ppm). Se procediamo così, entro fine secolo potrebbe arrivare a 900 ppm. Nella loro simulazione, Abigail Swann e Marlies Kovenock, biologi specializzati in scienze atmosferiche, si sono comunque tenuti su livelli di CO2 un po' più cauti, 710 parti per milione.

    Ciò nonostante, il contributo della vegetazione alla cattura di anidride carbonica è parso meno rilevante del previsto: in questo scenario, infatti, rimarrebbero ogni anno nell'aria che respiriamo 6,39 miliardi di tonnellate di carbonio in più. Un livello che non si discosta molto da quello di carbonio immesso ogni anno in atmosfera a causa dei combustibili fossili (8,8 miliardi di tonnellate).

    ANCORA PIÙ CALDO. Le simulazioni indicano inoltre che le temperature globali potrebbero salire di 0,3-1,4 gradi aggiuntivi a causa di questo fenomeno. Le piante sono attori cruciali nella modulazione degli scambi gassosi atmosferici: se questo singolo parametro - lo spessore delle foglie - ha un impatto così significativo, allora anche altri elementi della fisiologia vegetale dovranno essere considerati, se vogliamo modelli climatici sempre più accurati.



    Le piante sono in fuga dai cambiamenti climatici


    Non solo gli esseri umani e gli animali: anche le piante "si spostano" dove il clima è più favorevole alla loro sopravvivenza. E quelle italiane migrano a nord.

    alberi_1020x680

    Scalano montagne, attraversano mari e corsi d'acqua, discendono valli, mossi da un solo imperativo: sopravvivere. Milioni di alberi e altre piante, proprio in questo momento e sotto i nostri occhi (spesso incapaci di vedere), si stanno spostando, in fuga dai cambiamenti climatici. Anche i vegetali migrano, infatti, proprio come gli animali, percorrendo a volte migliaia di chilometri. È un fenomeno antico quanto la loro comparsa sul Pianeta, che oggi però sta assumendo proporzioni completamente nuove, a partire dalla velocità a cui la maggior parte delle specie dovrebbe spostarsi per riuscire a salvarsi. Una velocità circa dieci volte più elevata di quella, già estrema, osservata alla fine dell'ultima era glaciale, quando le piante hanno ricolonizzato il Centro Europa alla velocità di qualche centinaio di metri l'anno.

    Tempi lunghi, perché i vegetali non si spostano come gli animali. Non muovono infatti se stessi ma la loro progenie (i semi), dunque i loro "movimenti" sono legati alla riproduzione, alla capacità di ogni singola specie di disseminarsi e al ciclo vegetativo - che sono, per la maggior parte delle specie, più lenti di quelli degli animali. Oggi, per sopravvivere ai cambiamenti climatici, molte piante dovrebbero spostarsi in un anno di alcune centinaia di chilometri. Una velocità per loro impossibile, e questo nei prossimi cento anni metterà in discussione la sopravvivenza di un numero considerevole di specie. A meno che l'uomo non le aiuti.

    ALLA CONQUISTA DI NUOVE TERRE. «Proviamo a immaginare l'Europa Centrale di 14.000 anni fa», suggerisce Ivan Scotti (INRA, Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica, Avignone, Francia): «forse ci verranno in mente grandi foreste incontaminate. Niente di più lontano dal vero. L'Europa, a quel tempo, era una steppa simile all'odierna Mongolia, dominata da una vegetazione rada e bassa. A un certo punto, però, le temperature iniziarono ad aumentare; in maniera relativamente rapida, cioè in appena 4.000 anni, l'Europa si trasformò in una gigantesca foresta. Gli alberi risalirono dalla penisola balcanica, dalla penisola iberica e dall'Italia, dove si erano rifugiati per ripararsi dai ghiacci, e riconquistarono le terre tornate disponibili. Oggi i cambiamenti climatici spingono le specie europee a una migrazione dello stesso genere, dal bacino del Mediterraneo al Centro Europa, che tuttavia richiede una rapidità molto superiore alle possibilità dei vegetali.»

    In tutto il mondo le temperature stanno salendo e i regimi delle piogge stanno cambiando, e questo spinge le piante a spostarsi dove il clima è più favorevole alla loro biologia. «È come se le foreste dalla zona mediterranea stessero "slittando" verso il Nord Europa», afferma Giovanni Vendramin (IBBR/CNR, Istituto di Bioscienze e Biorisorse). «Le querce, per esempio, si spostano verso i Paesi scandinavi, mentre piante mediterranee, come i lecci (Quercus ilex), tendono verso la parte centrale del continente. Gli alberi probabilmente troveranno più a nord il loro clima ideale, ma la domanda è: a sud, che cosa resterà? Forse arriveranno dal Nord Africa alcune specie, per esempio i cedri, ma a parte questo il rischio è quello di una maggiore incidenza dei fenomeni di desertificazione.»

    ALBERI D'ITALIA. Partendo dal sud dell'Italia, i lecci e la macchia mediterranea risalgono dunque la Penisola, mentre le specie dominanti al nord, come le querce (in pianura) o le conifere (sulle Alpi), si spostano a loro volta verso settentrione o salgono di quota, se si trovano in montagna. I ricercatori prevedono che alcune specie guadagneranno rapidamente spazio a scapito di altre: a vincere la competizione saranno le più resistenti e le più adattabili, perché i cambiamenti climatici non sono solo caratterizzati dall'aumento delle temperature, ma anche da un maggior numero di eventi estremi e imprevedibili come incendi, piogge torrenziali, siccità prolungate e inondazioni, che causeranno problemi supplementari agli ecosistemi. In Italia, a farla da padrone nei prossimi decenni, potrebbero essere alcune specie di abeti e cedri, la robinia, forse anche la quercia da sughero (che come alcuni pini è in grado di difendersi dalla siccità e dagli incendi).


    Per prevedere i movimenti delle piante, i ricercatori considerano i tempi di spostamento che la paleobotanica, studiando i fossili vegetali, ha registrato in occasione di cambiamenti climatici analoghi ma più lenti: le glaciazioni. Sempre ammesso che queste migrazioni siano possibili e non siano presenti ostacoli naturali o insediamenti umani o industriali.

    PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. «Le foreste europee sono già entrate in sofferenza e hanno iniziato a deperire», spiega ancora Scotti: «questo rappresenta un grave problema non solo per le foreste stesse, ma soprattutto per noi, perché dalle foreste dipendono la fertilità dei suoli, i cicli biogeochimici, il ciclo dell'acqua e di diverse sostanze minerali. Le foreste sono molto importanti per gli ecosistemi e rappresentano una parte consistente del benessere delle nazioni in cui si trovano: la storia ci dice che i Paesi che le tagliano impoveriscono rapidamente e, anche se non ci facciamo più caso, il legno è una materia prima essenziale. Quindi se al posto dei faggi a un certo punto cresceranno solo erbe e arbusti avremo parecchi problemi. Se non corriamo ai ripari, tra poche centinaia di anni nel Centro Europa potremmo ritrovarci con qualcosa di simile all'attuale macchia mediterranea.»

    Secondo gli esperti il leccio, che oggi vive bene in Italia, Grecia e Spagna, tra cinquant'anni troverà le temperature e il clima più adatti alla latitudine di Parigi, ma non può farcela a coprire quella distanza in appena cinquant'anni - gli ci vorrebbero molti secoli, ed è evidente che si estinguerebbe prima. Per sopravvivere ai cambiamenti climatici causati dall'uomo avrà quindi bisogno - come molte altre piante - dell'aiuto dell'uomo. Oltretutto, nelle foreste è concentrata larga parte della biodiversità: se non le aiuteremo a sopravvivere rischiamo estinzioni in massa, di vegetali e di animali.

    MIGLIORAMENTI GENETICI. «
    I primi esperimenti di migrazione assistita sono già iniziati», spiega Scotti, «e gli approcci perseguiti sono vari. Alcuni Paesi come il Canada hanno iniziato a piantare più a nord le specie che finora vivevano centinaia di chilometri più a sud, o fino a cento metri più in basso se parliamo di dislivelli, avvantaggiandole negli spostamenti in modo tale da farle "trovare pronte" quando i cambiamenti climatici diventeranno più severi. Altri Paesi, come la Francia, hanno invece scelto di conservare nelle foreste le specie già esistenti, cercando di renderle più "flessibili" grazie all'introduzione di esemplari della stessa specie adattati a climi più caldi e secchi; incrociando queste piante abituate a condizioni estreme con le popolazioni di alberi già presenti sarebbe possibile migliorarle geneticamente. È difficile, ma è una scelta che può avere un senso. Pensiamo alla foresta di abeti rossi di Paneveggio, nel Trentino, da cui Stradivari ricavava il legno per i suoi violini: sceglieva gli alberi con cura, tutti da lì, perché solo quel particolare legno risuonava come lui voleva. Garantire la perennità di quella foresta assume allora un grandissimo valore, anche culturale.»


    www.focus.it/ambiente
  14. .
    074226157-889479d5-a342-4f63-9a8c-29a648280c4f

    074227765-382ec382-cb57-4949-bf66-ac50d858567c


    074227489-257d6067-8dc3-45dc-a3f6-09d290c55420


    074228847-dd3338f3-5b33-4157-87a0-44b7c4b2e943

    074229566-3bfb2362-c78d-441a-814f-1ffb0a897a86

    074229307-a29ed922-89b8-4221-8d4c-12e93b8113ff
  15. .
    Claudio Baglioni torna in tv: su Canale 5 arriva il lifeshow "Uà"

    Tre prime serate a dicembre: un racconto di vita e arte di cui il cantante è ideatore, autore, interprete

    111100552-e4266cf8-dc04-46be-a987-4945a44e2b11


    Si scrive "Uomo di varie età", si legge "Uà", sintesi perfetta di meraviglia, soddisfazione, sorpresa. È un lifeshow d’eccezione, primo nella storia della televisione italiana, che andrà in onda su Canale 5 con tre prime serate, il 4, 11 e 18 dicembre, per altrettanti sabati che si annunciano unici e rivoluzionari. Uno spettacolo mai visto per dimensioni e contenuti con protagonista Claudio Baglioni, ideatore, autore, interprete, oltre a tantissimi grandi personaggi della musica, dello spettacolo, del cinema, del teatro, della danza, con la direzione artistica di Giuliano Peparini.


    074223592-c6d4e0b8-f870-4651-8524-539557dc5a06
    Un affresco totale narrato, cantato, suonato, recitato, illustrato, ballato, improvvisato, colorato, per un racconto di vita vera e di arte varia, come una corsa a mezz'aria che va da un sogno alla realtà.

    074223049-87dbd08e-28d1-4c03-9ec7-c765cf5fc440

    Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato Mediaset, spiega: "Per noi è un onore che Claudio abbia scelto Mediaset come editore per il suo primo vero programma televisivo. Il nostro pubblico e tutti gli italiani potranno godersi la storia e le passioni di uno dei più grandi artisti della musica italiana. Un grazie di cuore a Claudio da parte mia e di tutta Mediaset".


    074223332-2d454bd5-10dd-40b7-8d3a-3bae788ae5fc

    "Ho sempre amato la televisione. Non solo perché è, in assoluto, la platea più vasta di fronte alla quale un artista possa desiderare di esibirsi, ma anche perché è il più popolare dei media. L’unico davvero capace diraggiungere tutti, con un linguaggio chiaro, semplice, immediato, che sa far riflettere e sognare ma, soprattutto, regalare emozioni grandi e sempre nuove. In questo, somiglia molto alla canzone: un’arte povera ma universale, diretta e poetica, in grado di affascinare, farsi comprendere e diventare di tanti", racconta Claudio Baglioni. "Per questo ho accolto l’invito di Mediaset a pensare per lo schermo uno show sulla mia vicenda umana e artistica che comprendesse molte forme di espressione e di spettacolo, tra concerto e performance, musical e happening, intrattenimento e fiction, racconto e varietà. In un moto perpetuo che lega ogni storia e ogni età allo spazio e al tempo in cui vivono"

    074222254-adddd697-5f0b-414f-81ff-61bbcae020a3


    074225497-ca1b7ab3-23b0-4a59-89a0-76d761f6cc7c
23021 replies since 21/6/2009
.