Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Posts written by lussy601

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    ENZO MIRIGLIANI MORTO A ROMA

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    MISS ITALIA, ENZO MIRIGLIANI – Oggi, lunedì 26 settembre 2011, è morto a Roma lo storico patron di Miss Italia, Enzo Mirigliani.L’uomo, nato il 22 aprile 1917 a Santa Caterina sullo JOnio, si è spento al Policlinico gemelli di Roma dove era già ricoverato da alcuni giorni.Enzo si è sempre occupato di concorsi di bellezza, a partire dall’anno 1953, fino ad arrivare al 1959 quando è divenuto responsabile del concorso storico MIss Italia.Nel momento in cui Mirigliani ha lasciato questo mondo erano presenti con lui la moglie Rosy, le figlie Rosaria e Patrizia e il nipote Nicola.

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    Un'aquila ed un cavallo bianco...

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    Non riesco a prendere sonno, scrivere un pò, forse, servirà a rilassarmi. Fuori c'è molto vento, le ombre degli alberi si riflettono sulle tende della mia finestra, sulla parete della mia camera, sembrano braccia e corpi che si muovono in una frenetica danza accompagnate dal sibilo del vento. Mi sono girata e rigirata nel mio letto tutto il tempo, la mia camicia da notte sembrava volesse stringersi ancora di più al mio corpo, e nulla è valso al fatto che io la tirassi e la rimettessi a posto: lei si avvinghiava sempre di più, come una morsa, addosso a me; non un abbraccio caldo stavolta, bensì una stretta opprimente che rifletteva forse il mio stato d'animo ansioso, agitato. I miei folti capelli non mi carezzavano il viso, ma sembravano volessero schiaffeggiarlo,come per punirmi. Così eccomi quà, con il mio pc: forse riuscendo ad esternare ciò che sento dentro poi mi potrò addormentare. Oggi una bella giornata di sole, un pò freddina ma tutto sommato gradevole, avevamo deciso la sera precedente di fare una gita, con gli amici, per passare un pò in compagnia la domenica. Le solite pratiche mattutine: doccia, colazione, chiaccherata con Miriam; programmavamo il da farsi per la giornata, lei come sempre era più indecisa di me sull'abbigliamento. La mia Miss, la gattina, sembrava capire che sarebbe rimasta da sola e richiedeva maggiori attenzioni, come dire "voi andate ed io resto sola a casa ...e allora coccolatemi di più!!" ... e me la ritrovavo tra le gambe e rischiavo pure di cadere! Pazienza... lei è un pò la mia ombra ed è giusto che non ami restare da sola. Dopo vari ripensamenti su cosa indossare, finalmente, dato anche che eravamo in ritardo, ho deciso di indossare jeans chiari elasticizzati, molto belli, che aderivano bene alle mie gambe e lasciavano trasparire un bel rotondo ... fondoschiena da sexi girl!! Come sempre sorrido, ,mentre mi descrivo peccando di vanità. Poi un grazioso e caldo golfino color azzurro cielo, che non si preoccupava affatto di mettere in mostra i miei seni, che trasparivano da sotto la maglia maliziosamente e che sembravano dire: "siamo belli,perchè ci copri??". Mah, anche loro vogliono la loro parte di vanità! Scarpe comode, trucco ,al mio solito leggero, ma con ombretto appena sul verde che metteva ben in luce il colore dei miei occhi chiari, capelli sciolti sulle spalle, ed ecco a voi... una Gioia mozzafiato! Azz... come sempre son modesta nel giudicarmi! Gli amici ci aspettavano sotto casa, Il mio Francesco mi ha stretto dolcemente a se, mi ha salutata con un tenero bacio sulle labbra, sussurrandomi un timido "ti amo, sei la mia stella". Indossava un jeans scuro ed un morbido maglione color crema che faceva trasparire le sue forti spalle ed il suo magnifico torace. Meta prevista per la gita, un'antica e ridente cittadina non molto lontano dalla grande città. La passeggiata lungo il corso principale del luogo era allietata ogni tanto dalle nostre argentine risate, scaturite a volte da incomprensibili barzellette, altre volte da critiche ai colleghi di lavoro. Arriviamo ad un certo punto del cammino ad un'antica e bellissima fontana in piazza, meta di tanta gente che suole sedersi sugli scalini attorno ad essa. Una magnifica statua di Nettuno troneggiava nel centro della vasca, la quale veniva bagnata da allegri spruzzi d'acqua, che scivolavano poi giù nella vasca rendendo lucente il Dio dei mari, che sembrava emergere dalle acque imperioso con il suo tridente in mano. Ed anche noi, un pò stanchi per la lunga passeggiata, cercammo posto fra gli scalini ai piedi della fontana. Si scherzava, si parlava e così cominciammo un gioco, quello di rivelare cosa avremmo voluto essere se fossimo stati degli animali. Chi diceva che voleva essere un leone, il re della foresta, chi come Miriam una giraffa; beh, naturalmente ... lei sogna di guardare dall'alto in basso! Poi venne il mio turno: espressi il mio desiderio di essere un cavallo bianco, per correre libero nelle verdi praterie con la mia folta criniera al vento; Francesco invece disse che avrebbe desiderato essere un'aquila. Mentre parlava sembrava che un velo di malinconia velasse il suo bel viso, diceva " vorrei essere come lei: istintiva,libera, reale in tutto quello che fa, anche per poco, per provare quell'emozione... pero' dopo l'emozione del volo ripiomberei dolorosamente, come un'aquila in picchiata, nel mio mondo umano e nella mia realtà". Le sue parole erano per me come un messaggio che io avevo percepito, ed allora subito gli risposi: "ma se tu desideri essere un'aquila, ed io invece un cavallo bianco, come potremmo mai incontrarci, come potrei mai io salire fin lassù sul tuo nido, e tu come potresti mai essermi vicino se la mia vita è in una prateria dove le aquile non possono vivere??". Francesco a quel punto mi ha strinse a sè in un caldo abbraccio, ma nei suoi occhi c'era un velo di tristezza. Avevo capito cosa intendeva dirmi il mio dolce angelo, quello che vuole solo la mia serenità la mia felicità, attraverso le sue parole ha fatto trasparire un pò della sua malinconia, ed io mi sento in colpa verso di lui. Francesco, mio dolce caro angelo, tu meriti dalla vita tanto ma tanto amore per quello che sei, per l'uomo unico che sei; vorrei poter mettere le ali a quel cavallo bianco, per raggiungerti lassù nel tuo nido e stringerti a me in un tenero abbraccio. Un bacio sulle labbra a te, Francesco.


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    Pubblicato da Gioia a 02:41

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    Complementi per lo sposo: la cravatta


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    La cravatta é da sempre identificata come un complemento maschile (anche se oggi oggigiorno, le donne la indossano o come elemento di ribellione o come elemento di distinzione che da eleganza e uno stile unico). La parola deriva dal francese cravate, derivante a sua volta dal termine croato hrvat, che vuol dire appunto “croato”. Infatti i cavalieri croati, assoldati da Luigi XIV, portavano al collo una sciarpa. In origine la si denominava sciarpa croatta poi abbreviata in croatta e dunque in crovatta.

    Per lo sposo, i colori della cravatta sono generalmente scuri e sobri, con camicia bianca. Il nero continua ad essere la scelta piú in voga anche se il grigio é associato al matrimonio per la sua discrezione. generalmente non si raccomanda una cravatta troppo colorata o con disegni ma qualcosa di semplice, una tonalitá omogenea con un pó di luce.

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    Fare il nodo alla cravatta
    Un’alternativa alla cravatta per il vestito dello sposo é il “farfallino” o “papillon”, generalmente associato allo smoking. L’origine é incerta, anche se sembra che si possa far risalire ai croati. Si associa ancora con il sofisticato e con la classe alta ma oggigiorno é un’opzione spesso scelta dallo sposo.

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    Il papillon per lo smoking
    Lo sposo ha un’ampia gamma di modelli, forme, stampe per il suo vestito. L’ideale é scegliere uno stile sempre sobrio ed elegante…il futuro marito non puó passare inosservato peró neanche chiamare troppo l’attenzione…o si?

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    Cravatta bianca, un tocco di distinzione


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    Cravatte a righe


    Ecco alcuni consigli per differenziare una cravatta elegante da una di uso quotidiano:

    deve avere una cucitura nella parte sottile per evitare che si giri;
    non deve mai essere stropicciata. Il tessuto deve essere di qualitá in modo da permettere di fare il nodo e cadere con grazia.
    per sapere se una cravatta é di qualitá, basta farla cadere su un tavolo o sulla propria mano: una cravatta attorcigliata non é buona. Una buona cravatta é fatta con tessuti né troppo fini né troppo spessi, giacché sarebbe troppo sottile e senza consistenza. Per questo vi consigliamo di dare un pó di vita al nodo una volta effettuato.

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    Un poco di storia:

    La storia remota risale agli egiziani che portavano al collo un tessuto di forma triangolare e ai romani, che indossavano qualcosa di simile alla cravatta credendo che lasciare il collo scoperto fosse pericoloso. Ma la data di nascita, come dicevamo al principio, risale alla rivoluzione Francese, quando l’accessorio acquisí anche un valore politico.

    Il creatore della cravatta moderna fu un tale Jesse Langsdorf enel 1924. Il suo modo di tagliare questo panno che si portava al collo con lo stile della moderna cravatta evitava spreco di tessuto. E di questa forma, la cravatta é arrivata ai nostri giorni.


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    Videogame, giocare con papà fa bene

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    Ogni volta che si parla di tv, di videogame, di playstation, di Wii, legata alle attività dei ragazzi, si sentono sempre e solo raccomandazioni: attenzione a non lasciare da soli i piccoli, a non farli giocare troppo, a non fare questo e a non fare quello.
    Proprio per questo motivo la notizia che sto per darvi mi ha piacevolmente sorpresa: giocare ai videogame con i papà fa bene alle ragazzine adolescenti. Le fa sentire più legate alla famiglia e si comportano meglio.
    I ricercatori della Brigham Young University’s School of Family Life hanno condotto uno studio proprio sui videogiochi e i bambini tra gli 11 e i 16 anni. Scoprendo che le ragazzine che si dedicavano a questo passatempo con un genitore godevano di un certo numero di vantaggi.

    Le “maniache della consolle” si comportano meglio, si sentono più legate alle loro famiglie e sono più stabili da un punto di vista di salute mentale, spiega Sarah Coyne, prima autrice dello studio pubblicato sul ‘Journal of Adolescent Health’. “La cosa sorprendente, per me, è che le ragazze non giocano con i videogiochi nella stessa misura dei ragazzi – commenta Coyne – Ma passano la stessa quantità di tempo dei coetanei maschi a giocare con un genitore”.

    Non solo: i giochi scelti, per avere un effetto positivo, devono essere adeguati all’età dei ragazzini. Lo studio ha coinvolto 287 famiglie con un figlio adolescente. Ebbene: Mario Kart, Mario Brothers, Wii Sports, Rock Band e Guitar Hero sono in cima alla lista dei videogame più amati dalle ragazze. Call of Duty, Wii Sports e Halo sono invece al top tra i maschi. Per questi ultimi il fatto di giocare con un genitore non ha avuto effetti positivi statisticamente rilevabili. Per le ragazze, invece, il risultato è stato molto diverso.

    “Pensiamo sia una cosa tipica” del rapporto “papà-figlia, perchè non sono state poi molte le madri che hanno detto di dedicarsi ai videogame con le figlie – spiega Laura Padilla-Walker – “Probabilmente queste partite con papà – aggiunge – sono spia di un maggior livello di coinvolgimento” del genitore.

    “Se si spendono grandi quantità di tempo in un’attività, si incide sul tipo di relazione” che si ha con i figli, notano le autrici. Ebbene, “ogni volta che avete un faccia a faccia con il vostro bambino, può essere una cosa positiva, soprattutto – concludono – se l’attività è qualcosa che interessa” a lui o lei.

    Quest’ultimo punto, secondo me, è il più importante, ma anche il più scontato. E’ ovvio che trascorrere tanto tempo con i propri figli sin da piccoli migliora il rapporto e la relazione. Si crea un certo tipo di confidenza e soprattutto di complicità. Ma, a detta di alcune mie amiche e colleghe che hanno figli adolescenti, la cosa più difficile è proprio riuscire a mantenere questo legame intatto in un periodo così particolare e delicato della loro crescita.
    Ancora sono lontana dai problemi dei ragazzi adolescenti, (sono alle prese con quelli dei nani piccolini!), ma non vi nascondo che è la fase che mi spaventa di più. Con due figli maschi poi… non ci voglio neppure pensare!
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    Bad Teacher: una cattiva maestra

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    Elizabeth Halsey è un'insegnante di letteratura dai metodi poco ortodossi e dalla condotta sregolata. Dopo aver lavorato per un anno in una piccola scuola media della provincia di Chicago, Elizabeth è prossima ad abbandonare finalmente l'istituto e il mondo dell'istruzione per sistemarsi con un ricco appassionato di opera. Ma quando questi decide di rompere il fidanzamento dopo aver scoperto le spese folli e le venali intenzioni della compagna, Elizabeth si trova costretta a tornare in mezzo a quei colleghi e a quegli alunni che aveva cercato di evitare per un intero anno. Rimasta senza soldi e con molti vizi, l'improvvida prof imposta il suo programma scolastico sulla visione di film in classe e su qualunque stratagemma per ottenere i soldi necessari a rifarsi il seno e conquistare il nuovo giovane supplente di matematica.
    Riprendendo una nota battuta di Woody Allen, in School of Rock il finto supplente di Jack Black diceva: “Chi non sa fare, insegna. E chi non sa insegnare, insegna ginnastica”. La commedia americana contemporanea ci ha in effetti talmente abituato ad adorare personaggi meschini, antieroi sboccati e orgogliosamente mediocri, che il più delle volte il loro successo si misura proprio nella distanza fra le effettive capacità e la lezione di vita (o la spinta a muoversi e agire) che, alla fine, sono capaci di impartire. Rispetto a questa genia di “cattivi maestri”, Bad Teacher parte con delle intenzioni più radicali: il personaggio di Cameron Diaz è ufficialmente un'insegnante di ruolo, misteriosamente abilitata dal sistema educativo americano; e anche se non c'è davvero lezione possibile che questa docente meschina, volgare e arrivista possa impartire a dei giovani alunni senza creare traumi di lungo periodo, qua il meccanismo comico nasce proprio dal tentativo di demistificare la visione del buon educatore.
    A contribuire a questa smitizzazione dell'istituzione scolastica, il fatto che il film di Jake Kasdan insista fin dai titoli di testa sulla memoria storica del “buon maestro” di vita e su quella visione idilliaca che proprio film come quelli mostrati da Elizabeth in classe per smaltire le sue sbronze (La forza della volontà, Conta su di me, Pensieri pericolosi) hanno contribuito a formare nell'immaginario americano. In questo senso, più che con School of Rock, Bad Teacher condivide il suo progetto eretico con Babbo bastardo, muovendo il bersaglio dalla congenita bontà di Babbo Natale alla visione umanista e filantropa dell'insegnamento.
    Tuttavia, il film assolve solo metà del suo programma, fermandosi alla superficie, alla risata facile e passeggera, e si accontenta di costruire un catalogo di scorrettezze in cui Cameron Diaz può dare finalmente sfogo a tutto il suo potenziale goliardico e sguazzare fra turpiloquio e nefandezze. L'attrice è brava e perfettamente in parte, ma è lo script dei due sceneggiatori di The Office a puntare troppo su un one woman show che dimostra di dare il meglio di sé nel gioco a due coi vari comprimari (un'ottima Lucy Punch, un divertito Justin Timberlake e un Jason Segel decisamente non valorizzato), piuttosto che negli assoli con gli sventurati studenti. Tanto che, dopo tanta deliberata cattiveria e un ciclo di turpi episodi senza una progressione precisa, il film sembra quasi obbligarsi a una chiusa lieta e romantica che riscrive il celebre aforisma: “Chi non ha talento insegna, e chi non sa insegnare fa orientamento psicologico”.

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    Il pianista - La colonna sonora

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    Si apre sul languido e appassionato “Notturno in do diesis minore op. 27” di Chopin la colonna sonora (Sony Class.) di Il pianista, proprio il brano che Wladyslaw Szpilman, protagonista del film, sta suonando alla Radio Polacca quando i nazisti cominciano a bombardare Varsavia. L’atmosfera inquieta del brano, squarciata da brevi lampi di melodia, diventa così l’accompagnamento più appropriato per la situazione degli ebrei polacchi dopo l’invasione tedesca, in bilico fra incredulità, speranze e disperazione. Per sua natura intrinsecamente legato alle musiche di Chopin, lo score del film con Adrien Brody è affidato ad alcuni celebri musicisti polacchi, a cominciare da Janusz Olejniczak, virtuoso della tastiera salito alla ribalta internazionale nel 1970 dove si impose come il più giovane vincitore del prestigioso Concorso Chopin di Varsavia. È Olejniczak a interpretare gran parte delle musiche del film, dalla “Ballata n. 1 in sol minore op. 23” alla grandiosa “Grande Polacca brillante op. 22” in cui è accompagnato dalla Warsaw Philharmonic diretta da Tadeusz Strugala, alla “Sonata in do diesis minore “Al chiaro di luna” op. 27” di Beethoven (presente nel film, ma non riportata dalla colonna sonora, che dà spazio invece ad altri brani chopiniani quali il “Notturno in mi minore op. 72”, il “Preludio in mi minore op. 28” e il “Valzer in la minore op. 34”). Chiudono la raccolta un breve e intenso estratto dello score originale di Wojciech Kilar, interessante compositore polacco autore di celebri colonne sonore quali “Ritratto di Signora” e “La Morte e la fanciulla”; e il vero Wladyslaw Szpilman impegnato nella “Mazurka in la minore op. 17” di Chopin registrata nel 1948.


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    Raffaella Modugno nuda sul web:
    un'altra Miss a rischio

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    Spunta un altro nudo su internet Eliminata una concorrente
    IL PRECEDENTE


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    Montecatini, 29 agosto 2011 - Raffaella Modugno, Miss Curve d’Italia Elena Mirò Lazio 2011, è stata esclusa dal concorso per alcune foto apparse su internet. L’ufficio legale di Miss Italia e la patron Patrizia Mirigliani hanno preso questa decisione dopo aver esaminato, in seguito a numerose segnalazioni, un album di fotografie in rete 'con pose di nudo ed altre di seminudità a forte enfatizzazione dell’elemento provocante'.
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    L’esclusione fa riferimento all’articolo 8 del regolamento del concorso secondo il quale le concorrenti 'non devono essere mai state ritratte in pose di nudo, o comunque sconvenienti'. La ragazza, che ha perso il titolo vinto per la qualificazione in prefinale, non viene sostituita.
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    LE DONNE nella cultura degli Indiani d’America

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    In quasi tutte le tribù native americane, le donne erano il motore economico della tribù e garantivano il buon andamento della vita quotidiana. In alcune tribù come gli Apache la famiglia era matriarcale.
    I loro compiti erano innumerevoli: scuoiavano animali, affumicavano la carne, confezionavano tutti gli indumenti, anche i mocassini, erano espertissime conciatrici di pelli: riuscivano a renderla morbida come un tessuto (una donna riusciva a conciare 4 pelli di montone all’anno), e poi raccoglievano la frutta, pestavano il mais e il miglio, cucinavano, montavano e smontavano le tende, e, naturalmente, accudivano i figli.


    Le donne indiane avevano molta cura dei loro piccoli e non si limitavano ad assicurare loro la sopravvivenza: facevano di tutto per rendere la vita bella e piacevole.
    Per quanto riguarda i piccoli del il popolo delle Pianure, probabilmente nessuna infanzia è stata più felice: non c’erano bambini più coccolati, viziati, protetti e liberi.

    Senza scuola, senza orari, senza disciplina convenzionale i bambini attraverso il gioco apprendevano le arti, la tecnica, le tradizioni, la cultura collettiva.
    Ed erano tutte le donne della tribù a prendersi cura del bambino, fino alla sua adolescenza. Le donne erano anche quelle che massaggiavano i bambini più volte al giorno soprattutto nei gelidi inverni delle pianure, erano quelle che per riparare i piccoli dal gelo, usavano il grasso di bisonte, e che pensavano a raccogliere il muschio fresco e assorbente che fungeva da pannolino per i più piccoli.

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    Erano ancora le donne a realizzare (di solito durante la gravidanza) e a servirsi poi, caricandoli poi sulle spalle, bellissimi porta-enfant di morbida pelle di cerbiatto arricchita di piccolissime perline multicolori. Tra le puerpere c’era molta solidarietà: se una non aveva abbastanza latte per nutrire il proprio bambino, ce n’era sempre un’ altra che ne aveva in eccesso e che fungeva da balia.

    La sera, per far addormentare i piccoli cantavano lunghe nenie. Per i problemi meno importanti, come coliche o dolori per la dentizione, erano sempre le donne a fungere da pediatre e curare il bambino con erbe medicinali, (gli analgesici più usati erano la salvia e le foglie di salice). Il cibo era sempre pronto e abbondante, conservato cotto in modo da poter essere servito in qualsiasi momento. Infatti non era destinato soltanto al consumo della famiglia, ma di chiunque arrivasse, forestieri o parenti. Nella vita sociale degli indiani il saper preparare e servire il cibo era molto importante. Attraverso l’offerta e la condivisione del cibo, si rinsaldavano i vincoli tra l’uomo di famiglia sia con i capi del gruppo, che con i parenti della moglie.

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    Tutti i compiti delle donne erano considerati onorevoli e dignitosi. Nessun lavoro era ritenuto servile .
    In effetti le donne erano oggetto di premure e di attenzioni: a cominciare dal mattino quando il marito spazzolava i capelli alla moglie (con una coda di porcospino attaccata ad un impugnatura decorata), le faceva le trecce e le dipingeva il viso (se dopo divenne una questione di moda, all’inizio questo cominciò per il fatto che molte donne lakota avevano una carnagione bellissima e molto delicata che mal sopportava il vento caldo e il sole bruciante delle pianure).

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    Il matrimonio era tenuto in grande considerazione presso i Sioux. La celebrazione (se così si può chiamare) consisteva nel fatto che il fidanzato andava a prendere la ragazza nel tepee dove alloggiava con la sua famiglia e la portava nella loro tenda (preparata precedentemente dalle donne imparentate con la sposa). Lei dava subito dimostrazione di essere a casa sua: accendeva il fuoco al centro della tenda, sedendosi al posto della moglie a destra del focolare, di fronte si sedeva il marito, nel posto proprio del capofamiglia. Senza altre formalità erano marito e moglie. Il matrimonio doveva essere consenziente, poteva esserci un accordo tra la famiglia di lei e quella dello sposo oppure si poteva fuggire mettendo entrambe le famiglie di fronte al fatto compiuto o ancora, in casi estremi, la donna veniva rapita direttamente, senza perdere tempo. Anche se spesso si creavano chiacchiere e “inciuci”, non appena la sposa rimaneva incinta, tutto si metteva a tacere. Una madre conquistava automaticamente il massimo del rispetto collettivo.

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    La professione di madre era tenuta in grande considerazione e rispetto al punto che nel momento in cui la donna si rendeva conto di essere incinta, troncava i rapporti sessuali con il marito (cosa che non creava tensioni né contrasti: le premure dello sposo rimanevano immutate). Una volta avuto il bambino, i genitori si preoccupavano di non metterne in cantiere un altro almeno fino a quando il precedente non avesse raggiunto l’età di 5-6 anni in modo che potesse avere tutte le attenzioni possibili e che la donna non si stancasse troppo. La moglie non prendeva il nome del marito né del suo clan.

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    I bambini appartenevano al clan della madre. Se la cerimonia del matrimonio era piuttosto semplice e diretta, il corteggiamento era invece un rito lungo e complicato: un metodo molto diffuso era quello di mettersi sulla via dell’acqua e aspettare che le donne passassero per attingere l’acqua o per lavare i panni, afferrare il lembo della sottana o colpirla a distanza con dei sassolini. Se lei rallentava il passo significava che il corteggiatore aveva il permesso di affiancarsi e parlarle, se non era interessata lo avrebbe ignorato . Altro tipo di corteggiamento era quello della coperta: i corteggiatori si presentavano dopo il tramonto davanti al tepee della famiglia di lei e chiedevano di sedersi accanto alla ragazza, avvolgendola nella coperta.


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    Se lei gradiva, la conversazione si prolungava, e non era raro che ci fosse qualche “approfondimento” reciproco della conoscenza del corpo dell’altro. Ma sempre da seduti. Era vietato sdraiarsi sotto la coperta. Se lei non gradiva, il corteggiatore veniva congedato in fretta. La violenza sulle donne esisteva, ma era molto rara, forse anche perché la vendetta da parte della vittima era piuttosto dura e definitiva: le donne lakota, addestrate fin da piccole all’arte della macellazione, maneggiavano il coltello con molta facilità. Si può immaginare come potessero usare quest’abilità…ma questa pratica non conveniva a nessuno: la donna che riusciva a compiere questa vendetta era tenuta a mantenere l’uomo castrato fino alla sua morte.

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    Per il divorzio nessun ricatto, nessuna spesa e nessuno avvocato: così come l’entrata della donna sanciva il suo ruolo di sposa, l’uscita dal tepee con le proprie masserizie significava la rottura del legame matrimoniale. Al marito non restava altro che “suonare il tamburo”: si portava al centro dei cerchi di tende e gridava “questa donna non è più mia. Chi la vuole se la prenda” .

    Se era la moglie a essere stanca del marito, lo buttava semplicemente fuori dal tepee e, se voleva, accoglierci un altro uomo non doveva dare nessuna spiegazione. Nessun “avvocato” neanche per la spartizione dei beni: giacché la terra non apparteneva a nessuno, non c’erano né terre né proprietà da dividere.

    Semplicemente alla donna spettavano oltre la tenda (che già era sua), un cavallo da carico, tutte le suppellettili domestiche, tutti i coltelli tranne quelli da caccia e tutte le pelli che aveva conciato durante la vita matrimoniale (tranne quelle conciate esclusivamente per il marito).
    A lui spettavano il piumaggio, le armi, i cavalli da caccia e da guerra. Neanche troppe storie per l’affidamento dei figli: i piccoli, quelli che ancora dovevano arrivare alla pubertà, restavano con la madre, i più grandicelli andavano col padre. In genere i divorzi erano dovuti ai tradimenti, ma se un marito infedele non poteva essere punito dalla propria donna (che aveva solo il diritto di andare in collera e di divorziare), per una donna infedele la punizione era peggiore: al primo tradimento il marito aveva il diritto di tagliarle una treccia (due se era particolarmente geloso). L’uomo in teoria poteva avere più mogli ma erano casi rarissimi. E se succedeva era soltanto se la prima moglie era anziana e lui un guerriero ricco con molti cavalli. Era costretto infatti a mantenere tutti i parenti delle varie mogli. Avere molte moglie era anche un investimento economico: se una donna da sola conciava 4 pelli l’anno, più donne, naturalmente, avrebbero conciato più pelli. Le donne lakota erano di solito silenziose e riservate e in genere non partecipavano alla vita pubblica, ma una donna anziana e saggia o che aveva mostrato un particolare coraggio, poteva diventare parte del Consiglio Tribale.

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    Virus Beagle.B

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    Si è già diffuso in vari parti del mondo a partire da oggi (17 Febbraio 2004) e sta per arrivare anche qui in Italia, questo nuovo virus che, secondo gli esperti, sarà ben presto classificato come altamente pericoloso (codice ross ) dal nome Beagle.B o Aula

    La vera minaccia di questo virus risiede nel fatto che è in grado aprire un backdoor nei sistemi in cui penetra attraverso l'apertura della porta TCP 8866 ,ossia, aprendo questa porta, è in grado di permettere un pieno controllo del computer, da parte dell'hacker che ha creato il virus.

    Una pecauzione immediata contro l'attacco di questo virus è consigliata a chi ha installato nelle proprie reti aziendali o sul prorpio computer un firewall: non permettere l'accesso alla porta TCP 8866.

    Il virus si diffonde attraverso la posta elettronica, contiene infatti un proprio motore SMTP in grado di costruire messaggi con soggetti e allegati casuali, diversi ogni volta ed è programmato per fermarsi il 25/02/2004

    Ecco una copia del messaggio che potrebbe arrivarvi

    ----- Original Message -----
    From: [email protected]
    To: [email protected]
    Subject: ID (numero casuale)... thank
    Attachment: (casuale).exe
    Message : Yours ID (numero casuale)
    ---
    Thank
    bagle_b
    Aprendo l'allegato infetto il virus si auto copia nella directory di sistema di Windows come au.exe, procede ad aprire il registratore di suoni di Windows (Sound Recorder) eseguendo l'applicazione sndrec32.exe , modifica la chiave di registro in
    HKEY_CURRENT_USER\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Run\,
    apre la porta TCP port 8866 ed infine accede poi ai seguenti diversi siti web:
    www.strato.de/1.php
    www.strato.de/2.php
    www.47df.de/wbboard/1.php
    www.intern.games-ring.de/2.php
    ( pertanto è consigliato agli amministratori di sitema di bloccarne l'accesso)
    Effettua una scansione di tutti i file presenti nel computer ricercando quelli con estensione:
    .wab
    .txt
    .htm
    .html
    Ed infine provvede ad autospedirsi a tutti gli indirizzi email che trova nelle pagine sopra analizzate

    Esistono già tool predisposti dalle maggiori case produttrici di antivirus, in grado di rimuoverlo ( vedi link sotto) .
    Vi riporto infine la pagina di Symatec in cui sono spiegate le caratteristiche di questo virus e le azioni da intraprendere per una sua rimozione manuale


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    Di anni già duemila e più
    E ancora il potere sacrifica gente
    New York le torri vanno giù
    Dal quindici al presente è cambiato niente
    Lo spazio i medici i robot
    È tutto un progresso ma è guerra lo stesso
    Io no risposte non ne ho
    Ma il tempo si è fermato ad un carro armato e
    La pioggia d’America che scenderà là nel deserto
    Non è quella che calma la siccità
    Se il cielo è coperto non è una nuvola

    Si parte da zero
    Nessuno sarà al sicuro
    Dovunque si spari hanno ferito anche noi
    Si parte da zero
    Di nuovo col bianco e nero
    Ragnatele nei cannoni ne troveremo mai?
    Ne troveremo mai?

    Non so la colpa di chi è
    Ognuno ha il proprio credo,ognuno il suo re
    Non so forse è anche colpa mia
    Che resto qui seduto nella mia apatia
    Ma la pioggia d’America che scenderà là nel deserto
    Non è quella che calma la siccità
    Se il cielo è coperto non è una nuvola

    Si parte da zero
    Nessuno sarà al sicuro
    Dovunque si spari hanno ferito anche noi
    Si parte da zero
    Di nuovo col bianco e nero
    Ragnatele nei cannoni ne troveremo mai?
    Ne troveremo mai?

    Pioggia che non cade grano che non cresce
    Giovani soldati a vendicare le masse
    Occhi dietro un velo bombe giù dal cielo
    Ciò che sembra finto è terribilmente vero
    Guardi ma non vedo forse non ci credi
    Gente che si uccide con la lama nelle fedi
    Devoti a un presidente cecchini per un Dio
    Che qualunque sia il suo nome certamente non è il mio.....

  11. .

    gabry_ponte_geordie



    Siamo figli di Pitagora e di Casadei
    di Machiavelli e di Totò
    cresciuti con una morale cattolica
    e con il rock'n'roll
    siamo figli di Pitagora e di Trinità
    di Michelangelo e Dario Fo'
    cresciuti con una morale cattolica
    e con il rock'n'roll

    santità
    santoni e varietà
    l'italia è in vendita
    patria di boss ed atelier

    eroi che fanno goal
    pensioni saltano
    veline ballano
    e Gabry Ponte il dj

    Siamo figli di Pitagora e di Casadei
    di Machiavelli e di Totò
    cresciuti con una morale cattolica
    e con il rock'n'roll
    siamo figli di Pitagora e di Trinità
    di Michelangelo e Dario Fo'
    cresciuti con una morale cattolica
    e con il rock'n'roll

    sexy shop
    Italia liscio e rock
    Iddio la creò
    schiava di Roma e dei talk show

    da Scilla al Tanaro
    le radio suonano
    veline ballano
    e Gabry Ponte il dj

    Siamo figli di Pitagora e di Casadei
    di Machiavelli e di Totò
    cresciuti con una morale cattolica
    e con il rock'n'roll
    siamo figli di Pitagora e di Trinità
    di Michelangelo e Dario Fo'
    cresciuti con una morale cattolica
    e con il rock'n'roll

    Siamo figli di Pitagora e di Casadei
    di Machiavelli e di Totò
    cresciuti con una morale cattolica

    E con i Depeche Mode


  12. .

    goggi





    Commovente necrologio di Loretta Goggi per Gianni Brezza


    GIANNI BREZZA LORETTA GOGGI CANZONISSIMA RITA PAVONE / ROMA - E’ innegabile che gli anni ’60 della televisione italiana siano stati forse il periodo più felice, vuoi per i protagonisti delle trasmissioni, vuoi per la qualità intrinseca delle stesse. Gianni Brezza è stato uno dei simboli di quegli anni e la sua morte stende un velo di malinconia su tutto il mondo dello spettacolo del vecchio stivale. Ed è proprio negli anni 60’ che il poliedrico coreografo spezino aveva firmato la coreografia dei programmi televisivi del calibro di Canzonissima, Studio uno e milleluci, senza dimenticare gli scanzonati film con la ragazza del twist Rita Pavone. Loretta Goggi, moglie, nonché compagna di una vita, fortemente colpita dalla scomparsa del marito, ha voluto lasciare un commovente necrologio in suo onore: “Abbiamo navigato con ogni mare e vento, non pensare che da oggi ti lasci continuare a farlo da solo: sarò sempre al tuo fianco. Tua moglie Loretta“. La Goggi è stata diretta da Gianni Brezzi in tanti programmi televisivi tra cui: Hello Goggi (1981), Loretta Goggi in Quiz (dal 1983 al 1985) e Il bello della diretta (1986). Un’unione davvero forte quella tra i due, tanto da portarli a condividere tutte le passioni, come quella della barca a vela. Gianni Brezza si è spento a 69 anni.


  13. .

    Il nuovo album di Joss Stone

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    È arrivato proprio in questi giorni in tutti i migliori negozi di musica il nuovo album di Joss Stone dal titolo LP 1. L’album, prodotto da Dave Stewart degli Eurythmics, è anche il primo album ad uscire con l’etichetta discografica indipendente fondata proprio da Joss Stone, la Stone’d Records.

    L’album LP 1, che quindi deve essere considerato come l’esordio di questa nuova importante etichetta discografica, deve essere ascoltato come se fosse una sorta di viaggio musicale nel soul ma anche nel rock, un viaggio capace di creare atmosfere davvero uniche. Parlando della registrazione di questo album e del rapporto con Dave Stewart Joss Stone ha affermato: “Non mi sono mai divertita tanto a registrare un disco! Dave Stewart è davvero matto e i musicisti di Nashville che hanno lavorato all’album sono incredibili! I brani di questo disco fotografano benissimo e con spontaneità un particolare momento di grande creatività”.

    I nomi di Joss Stones e di Dave Stewart saranno a breve inoltre affiancati anche ai nomi Mick Jagger e Damian Marley. Questi quattro grandi del mondo della musica hanno infatti fondato una nuova band, i Super Heavy, che dovrebbe debuttare in autunno. Dopo quattro album di grande successo e 11 milioni di copie vendute in tutto il mondo ecco quindi che Joss Stone torna alla carica con nuovi entusiasmanti progetti che meritano sicuramente di essere seguiti da vicino.

  14. .

    Ridere, ridere e ridere: differenze tra donna e uomo


    Umorismo sulle differenze tra il mondo maschile e quello femminile

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    Si sa, la guerra tra i due sessi c’è sempre stata, e noi di CheDonna vogliamo riproporvi le satire più divertenti in circolo sul web tra le differenze ABISSALI nei comportamenti quotidiani dei due soggetti! Oggi vi riportiamo la DOCCIA.



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    LA DOCCIA DI UNA DONNA


    1.Si toglie i vestiti e li mette nella cesta della roba sporca secondo un rigoroso ordine cromatico.
    2. Cammina verso il bagno con il suo accappatoio. Appena vede il marito/fidanzato, si copre bene e si chiude rapidamente in bagno.
    3. Si ferma di fronte allo specchio e analizza il suo fisico. Ingrossa la pancia per poter rompere un po’ più i cosiddetti al marito/fidanzato su quanto è grassa.
    4. Cerca un asciugamano per il viso, uno per le braccia, uno per le gambe, uno per la schiena e una spugna.
    5. Entra nella doccia e apre l’acqua.
    6. Si lava i capelli con uno shampoo a base di avocado e miele con 83 vitamine.
    7. Si lava di nuovo i capelli con uno shampoo a base di avocado e miele con 83 vitamine.
    8. Si passa un balsamo alle erbe tropicali e si massaggia per 10 minuti.
    9. Si lava il viso con un sapone alla pesca con frutti di bosco fino a quando le guance non raggiungono un colore rosso fuoco.

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    10. Si lava il resto del corpo con un sapone alle noci e fragole.
    11. Si incavolata come una bestia quando il marito/fidanzato tira l’acqua del cesso perché il getto della doccia perde pressione.
    12. Chiude l’acqua ed esce dalla doccia.
    13. Si asciuga con un asciugamano dalle dimensioni dell’Africa.
    14. Si passa una crema rivitalizzante, rinforzante, rassodante e idratante per 15 minuti.
    15. Si toglie i peli dalle ascelle e dalle gambe. Pensa a lungo sull’opportunità di radersi le parti intime, poi decide che è meglio andare dall’estetista.
    16. Si scruta con feroce attenzione tutto il corpo cercando brufoli e punti neri, dopodiché li distrugge con le unghie o pinzette.
    17. Esce dal bagno.
    18. Appena vede il marito /fidanzato, si copre bene e si getta in camera e passa un’ora e mezza vestendosi.Tempo totale: 2h 42m, fonte: F.I.C.D. (Federazione Italiana Cronometristi Doccia)



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    LA DOCCIA DI UN UOMO



    1.Si toglie i vestiti mentre è ancora a letto e li getta per terra.
    2. Va nudo verso il bagno. Se vede sua moglie/fidanzata le mostra orgoglioso la proboscide facendo un rumoroso barrito.
    3. Si ferma di fronte allo specchio per analizzare il fisico. Ingrossa la pancia. Guarda fiero le misure del suo uccello, si gratta i suoiattributi e si annusa le mani per l’ultima volta prima di lavarsi.
    4. Entra nella doccia.
    5. Si lava la faccia con il primo sapone che vede.
    6. Ride come un cretino per come rimbomba il peto che ha appena tirato.
    7. Si lava i cosiddetti e il sedere, curandosi di lasciare qualche pelo sul sapone.
    8. Si lava i capelli con qualsiasi shampoo (spesso si confonde e usa il detergente intimo della moglie/fidanzata).
    9. Urina nella doccia facendo finta di essere Grisù alle prese con un enorme incendio.

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    10. Esce dalla doccia senza rendersi conto che ha bagnato ovunque perché ha lasciato la tendina fuori dalla doccia.
    11. Non si pettina.
    12. Si asciuga un po’.
    13. Si guarda di nuovo allo specchio facendo l’elicottero con il pistolino.
    14. Esce lasciando il bagno tutto bagnato.
    15. Torna il camera con un asciugamano alla vita. Se vede la partner si toglie l’asciugamano e le mostra orgoglioso la proboscide facendo un rumoroso barrito.
    16. Getta l’asciugamano bagnato sul letto e si veste in due minuti.Tempo totale: 15 minuti…forse anche troppi….




  15. .

    Il primo giorno di asilo…che dramma!!

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    Come affrontare il primo giorno di asilo



    Piangono, strillano, si attaccano disperati alle gambe delle mamme. Per tanti bambini il primo giorno di scuola materna è un vero e proprio dramma. La paura dell’abbandono e del nuovo ambiente in alcuni casi si traduce addirittura in malessere fisico: vomito, mal di pancia, mal di testa. Ad avere più difficoltà sono spesso i figli unici, poco abituati a convivere con altri bambini, ma avere fratelli o sorelle non garantisce di certo un primo giorno d’asilo fantastico.Per aiutare i piccolissimi ad affrontare con serenità questa importante tappa della vita, basta comunque adottare qualche piccolo accorgimento. Innanzitutto sarebbe bene non tornare all’ultimo minuto dalle vacanze e scaricare subito il piccolo all’asilo. Meglio rientrare qualche giorno prima e ‘preparare il terreno’. Come? Organizzando, ad esempio una festicciola di fine estate o di inizio scuola con gli amichetti, coinvolgendo il bambino nell’acquisto di piccoli regalini per i compagni oppure di un gioco collettivo da portare in classe. E’ importante creare aspettative positive.La vita è una serie di piccoli distacchi a partire dalla nascita e il primo giorno di scuola è uno di questi, uno dei piccoli traumi che aiutano la crescita e la presa di autonomia. Fondamentale è comunque il ruolo dei genitori. A volte sono loro a vivere il primo giorno di scuola come un abbandono e a trasmettere le loro ansie ai figli. Più mamma e papà sono sereni invece e più il bambino si sente rassicurato.
341 replies since 31/5/2010
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