Ognuno ha tanta storia tante facce nella memoria tanto di tutto tanto di niente le parole di tanta gente.
Tanto buio tanto colore tanta noia tanto amore tante sciocchezze tante passioni tanto silenzio tante canzoni.
Anche tu così presente così solo nella mia mente tu che sempre mi amerai tu che giuri e giuro anch'io anche tu amore mio così certo e così bello.
Anche tu diventerai come un vecchio ritornello che nessuno canta più come un vecchio ritornello.
Anche tu così presente - sempre così solo nella mia mente - sempre tu che sempre mi amerai - sempre tu che giuri e giuro anch'io - sempre anche tu amore mio - sempre così certo e così bello.
Anche tu diventerai come un vecchio ritornello che nessuno canta più come un vecchio ritornello che nessuno canta più.
Ognuno ha tanta storia tante facce nella memoria tanto di tutto tanto di niente le parole di tanta gente.
Anche tu così presente così solo nella mia mente tu che sempre mi amerai tu che giuri e giuro anch'io anche tu amore mio così certo e così bello
Anche tu diventerai come un vecchio ritornello che nessuno canta più come un vecchio ritornello che nessuno canta più.
Gabriella Ferri (Roma, 18 settembre 1942 – Corchiano, 3 aprile 2004) è stata una cantante italiana di musica leggera, nota per le interpretazioni delle canzoni popolari romanesche e napoletane, oltre che attrice teatrale.
biografia
Gli inizi: Luisa e Gabriella [modifica] Nata e cresciuta nel quartiere romano del Testaccio, è figlia di Vittorio, un commerciante ambulante di dolci ammiratore della canzone in dialetto romanesco; smette ben presto di studiare a causa di un incidente. Gabriella ha l'ambizione di diventare una indossatrice e per realizzare questo mestiere svolge tantissimi lavori come l'operaia e la commessa. Conosce Luisa De Santis (figlia del regista Giuseppe, celebre per Riso amaro) e ne diviene molto amica: insieme danno vita ad un duo, con il nome di Luisa e Gabriella, che cerca di riscoprire il repertorio folk romano. Iniziano così i primi spettacoli, basati sul repertorio tradizionale della canzone romanesca (come Barcarolo romano) e su canti da osteria (come La società dei magnaccioni), e una sera, all'Intra's Club di Milano (in quel periodo sono ospitate da Camilla Cederna), vengono notate da Walter Guertler, che le mette sotto contratto e pubblica il loro primo 45 giri con la Jolly, una rielaborazione del brano popolare La società dei magnaccioni. Sempre nel 1963 hanno la prima esperienza in televisione, nella trasmissione La fiera dei sogni presentata da Mike Bongiorno, in cui cantano La società dei magnaccioni che, nei giorni seguenti all'apparizione televisiva, vende un milione e settecentomila copie, diventando uno degli inni dei giovani di quegli anni . Nel 1965 esce nelle sale cinematografiche italiane ed estere il loro primo e forse unico filmato musicale contenuto nel film 008 Operazione Ritmo del regista produttore Tullio Piacentini. La Jolly immette dunque sul mercato un nuovo singolo delle artiste che attingono questa volta al folk siciliano incidendo una loro personale versione di Sciuri sciuri e Vitti'na crozzà: anche questo secondo singolo riscuote un discreto successo e le artiste incidono un terzo 45 giri composto da La povera Cecilia, una canzone tradizionale spesso cantata dai menestrelli e nel lato B da È tutta robba mia, presa a prestito dallo spettacolo La manfrina e musicata da Ennio Morricone. La carriera solista Il duo però non dura, a causa della timidezza di Luisa che non ama cantare in pubblico; Gabriella continua quindi da sola, incidendo anche un album nel 1966; dello stesso anno è una tournée in Canada, assieme ad altri esponenti del folk come Caterina Bueno, Otello Profazio e Lino Toffolo in uno spettacolo teatrale che ha la regia di Aldo Trionfo. Dopo gli anni passati a Milano, torna a Roma alla fine del 1966, ed approda al Bagaglino di Roma, di cui diventa la cantante ufficiale; qui conosce Piero Pintucci, che diventerà un suo collaboratore musicale abituale, ed incide un 45 giri nel 1968 per la ARC, È scesa ormai la sera, che in Italia non ha un grosso riscontro commerciale. Il lato b di questo singolo, Ti regalo gli occhi miei, raggiunge i vertici delle classifiche in Sudamerica e Gabriella lo incide in lingua spagnola con il titolo Te regalo mis ojos vendendo svariati milioni di copie[senza fonte] : intraprende così un tour nei paesi sudamericani con strepitoso successo per poi tornare ad esibirsi al Bagaglino con Enrico Montesano. Gabriella Ferri, in quel periodo, non disdegna comunque il beat, si esibisce anche al Piper Club: dopo aver firmato un nuovo contratto discografico con la RCA Italiana, partecipa nel 1969 al Festival di Sanremo ma, nonostante presentasse, in coppia con Stevie Wonder, una bella canzone con sonorità beat e rhythm'n'blues, scritta da Gabriella insieme al padre Vittorio e a Piero Pintucci, intitolata Se tu ragazzo mio, l'artista viene eliminata al primo turno e a Sanremo non tornerà mai più. Il disco comunque è un successo, e la canzone viene reinterpretata da molti altri artisti (come I Camaleonti e Nada: questo spinge la RCA a pubblicare alla fine del 1969 l'album Gabriella Ferri, in cui canzoni più moderne si affiancano a brani della tradizione come Ciccio Formaggio; il disco è importante anche per il tentativo di creare una nuova canzone romanesca che si riallacci alla tradizione, ed emblematiche in questo senso sono Sor fregnone, scritta dalla Ferri su una musica di Vittorio Nocenzi (il tastierista del Banco del Mutuo Soccorso), e Sinnò me moro, canzone scritta nel 1961 dal regista Pietro Germi su musica di Carlo Rustichelli per il film Un maledetto imbroglio e cantata dalla figlia di Rustichelli, Alida Chelli (Gabriella l'aveva già incisa nel 1963 con Luisa De Sanctis). Nel corso degli anni il suo fisico, da magro e sottile che era, si è andato via via irrobustendo e questo nuovo aspetto fa parlare di lei come di una mamma Roma che tiene testa (in Tv in una trasmissione che è divenuta culto, più volte trasmessa) a Claudio Villa: stornellando, i due si dicono le cose peggiori e Gabriella ne esce come l'erede di un genere romanesco che non è solo voce, ma anche aspetto. È così che si appropria delle canzoni, vecchie o nuove non importa, che le diano la possibilità di costruire dei veri e propri numeri, quasi delle «macchiette», nelle quali però non c'è imitazione dei vecchi artisti napoletani ma il filtro di una personalità esuberante e irrefrenabile: così Dove sta Zazà?, che nel dopoguerra era stata il simbolo dell'Italia dissolta (Dove sta Zazà/Uh Madonna mia) tornava ad essere nella sua interpretazione un brano intriso di perfidia e di amarezza, e così era per Ciccio Formaggio, vecchio brano cantato da Nino Taranto. Negli anni '70 aumentano le sue apparizioni in televisione: una serata speciale le era stata dedicata nel 1971, Questa sera... Gabriella Ferri, e verso la metà degli anni settanta aveva condotto per la televisione anche i varietà Dove sta Zazà (1973), che prese il titolo dal motivo di successo che aveva contribuito a rilanciare, il Circo delle voci (1974) e Mazzabubù (1975). Dopo l'esperienza televisiva di Giochiamo al varieté (1980) e l'incisione di un disco con alcune canzoni scritte per lei da Paolo Conte (Gabriella, nel 1981, con la celebre Vamp), si trasferì per qualche tempo negli USA, lasciando televisione e cabaret per dedicarsi unicamente alla musica. Rientrata in Italia, incise nel 1987 la sigla del varietà televisivo Biberon. Ultime apparizioni e scomparsa La sue due ultime uscite artistiche di rilievo avvennero nel 1996 al Premio Tenco di Sanremo dove si esibì con la Piccola Orchestra Avion Travel e nel luglio del 1997 con un concerto a Parco Celimontana a Roma (inclusa nella manifestazione Voglia Matta Anni 60) davanti 7.000 spettatori (se ne aspettavano un migliaio). Nel 1997 incide un album, Ritorno al futuro, poi il ritiro definitivo dalle scene, anche a causa di ricadute nella grave depressione che la tormentava a fasi alterne da anni; a parte qualche sporadica apparizione in spettacoli televisivi, scelse di condurre vita ritirata. Il 3 aprile 2004 Gabriella Ferri morì, in seguito alla caduta da una finestra della sua casa di Corchiano (VT). Aveva già tentato di togliersi la vita nel 1975, in seguito alla morte del padre Vittorio. Tuttavia la famiglia smentisce ogni ipotesi di suicidio, ipotizzando che si possa essere trattato di un malore, causato magari dai medicinali antidepressivi di cui la cantante faceva uso. La famiglia, inoltre, sostiene che non è stato lasciato nessun biglietto di addio, e che la cantante avrebbe dovuto partecipare, il lunedì successivo alla morte, ad un programma televisivo, al quale non intendeva assolutamente mancare. . Per volontà del sindaco di Roma, Walter Veltroni, la camera ardente venne allestita in Campidoglio, nella Sala Protomoteca, dove migliaia di romani le resero omaggio. L'eredità artistica Il suo testamento spirituale è rintracciabile nella lunga raccolta di Canti Di Versi dove, tra ritmi jazz, tanghi e flamenchi, con un incedere interpretativo e voce struggente che ricorda da vicino Amália Rodrigues (Coimbra), interpreta canzoni sue e di autori celebri come Paolo Conte (nell'autoironica Vamp), Luigi Tenco (Lontano lontano), Ennio Morricone (Stornello dell'estate). Ma ancor più in brani come Una donna sbagliata, Sono partita di sera, È scesa ormai la sera, una commovente Via Rasella ("Via Rasella, Via Rasella t'hanno messo a pecorone ... maledetto sto' dolore ..."), ed un altrettanto struggente O sole mio. Nel 2007 una sua canzone, Remedios, venne usata come colonna sonora del film Saturno contro, e venne inserita nell'album pubblicato a Marzo 2007, Saturno contro soundtrack. Il brano venne suggerito al regista del film Ferzan Ozpetek dal discografico Marco Cestoni. Nella estate dello stesso anno, Remedios venne re-mixata da Dj Brizi e ricantata dalla brasiliana Selma Hernades.
3 Aprile 2004 un altro pezzo di Roma ci lascia.
Gabriella Ferri è morta questo pomeriggio alle ore 18, all'ospedale San Camillo di Roma. Caduta dal balcone della sua abitazione di Corchiano (VT), dopo un volo di sette metri, ricoverata d'urgenza all'ospedale di Civita Castellana da dove, vista la gravità della situazione, trasferita d'urgenza a Roma. A nulla sono valsi gli sforzi per tenerla in vita. Con la scomparsa di Gabriella Ferri, cessa di esistere una delle voci più belle e famose della canzone popolare romana. La cantante nata a Roma 63 anni fa, aveva iniziato negli anni Sessanta, con grande successo, rivisitando le canzoni più famose della tradizione romana. "La società dei magnaccioni", in particolare, vendette 1.700.000 copie. Aveva cominciato, lei che è uno dei simboli di Roma, all'Intras Club di Milano negli anni 60. In seguito al Bagaglino di Roma continuò la sua avventura artistica cantando gli stornelli romani. Con il successo arrivarono anche le apparizioni televisive dove il suo naturale temperamento teatrale la aiutò a divenire grande. Erano gli anni '70 dei grandi varietà televisivi. Partecipò a "Senza rete" e "Dove sta Zazà" dove, con la sigla di chiusura "Sempre", lasciò uno dei ricordi più belli della storia della musica italiana in televisione. Oltre alle più famose canzoni romane, Gabriella Ferri ha saputo interpretare in modo profondo, anche quelle della tradizione popolare napoletana. Nel suo curriculum, oltre alle già citate romane e napoletane c'è anche tanta musica diversa: dalla canzone d'autore anni '70, ai vecchi successi americani, per arrivare a sfiorare atmosfere latine. Insomma, un'artista completa che ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano, che pur mancando dalle scene da molti anni, non è mai stata e non sarà mai dimenticata. Con lei se ne va l'ultima grande interprete femminile della canzone romana e non solo. Di lei ricorderemo le innumerevoli interpretazioni graffianti e personali delle canzoni popolari: uno stile inimitabile che l'ha resa di fatto, un'artista unica e straordinaria.
discografia
Gabriella Ferri (1966) Er carettiere a vino / Le mantellate / Te possino dà tante coltellate / Nina si voi dormite / Povera mamma / Stornello dell'estate / Barcarolo romano / Aritornelli antichi / M'hai messo le catene / Er patto stucco / Vola vola l'aritornello / L'eco der core
Gabriella Ferri (1970) Sor Fregnone / Se tu ragazzo mio / Sinno' me moro / La luna è lontana / È scesa ormai la sera / Scendi notte / ...E niente / I miei sogni d'amore / I close my eyes / Ti regalo gli occhi miei / Ciccio Formaggio / Non serve il mare
..Lassatece passà (1971) Sora Menica / Er cortelluccio / Chitarra romana / Notte serena / Tanto pè cantà / Affaccete Nunziata / Quanto sei bella Roma / Barcarolo romano / Giovanottino della malavita / La società dei magnaccioni / Alla Renella / Tu non me piaci più / Stornelli (Miscellanea)
E se fumarono a Zazà (1971) 'O sole mio / Come facette mammeta? / Reginella / 'A tazza 'e cafè / Maria Marì / Marechiare / Dove stà Zazà / In cerca di te / Ciccio Formaggio / Tamurriata nera / Simmo 'e Napule...paisà
L'amore è facile, non è difficile (1972) Rosamunda / Gita a li castelli / 'O surdato 'nnamurato / Nù strillà tanto / La pansè / 'Na sera 'e maggio / Eulalia Torricelli / La luna / Roma forestiera / Guapparia
Gabriella, i suoi amici...e tanto folk (1972) Roma forestiera (G.Ferri) / Lamento di carrettiere (O.Profazio) / M'hai messo le catene (G.Ferri) / Aritornelli antichi (G.Ferri-P.La Licata) / Coraggio ben mio (L.De Santis) / Il valzer della toppa (L.Betti) / Tarantella cantata (O.Profazio) / La grazia (O.Profazio) / Canto delle lavandaie del Vomero (G.Ferri) / Cristo al mandrione (L.Betti) / Cade l'uliva (L.De Santis) / Canzone del flauto (O.Profazio) / Madonna dell'angeli (G.Ferri)
Sempre (1973) Il valzer della toppa / 'A casciaforte / Cara madre mia / Sette par de scarpe...e vado scarzo / Tutti al mare / Pè lungotevere / Io cerco la Titina / Se ci vuoi pensar... / Sempre / Lacreme napulitane / Sono partita di sera
Remedios (1974) Semo in centoventitrè / Nina, si voi dormite / Canto dè malavita / E dormi pupo dorce / Fiori trasteverini / La paloma / Grazie alla vita / Cielito lindo / Remedios / La malagueña / La cucaracha
Mazzabubù (1975) Vecchia Roma / Il tuo bacio è come un rock / ...E cammina / Tu vuò fà l'americano / Eri piccola così! / Maruzzella / Malafemmena / Casetta de Trastevere / Luna rossa / Vola pensiero mio / 'A Luciana
...E adesso andiamo a incominciare (1977) Give peace a change (inizio) / Il terzo uomo / Lasciami sola (Leave me alone) / Lunedì / Oracao da mâe meniniha / ...E adesso andiamo a cominciare / Ma che ne so / Ave Maria / Give peace a change (finale) Con i Pandemonium
Gabriella (1981) Vamp / Solo contro un record / Non piangere / La libertà / Fantasia / Non ridere / La mia vita / Canzone
Nostargia (1987) Per chi suona la campanella / Er Zelletta / Il cavallo della giostra / Nostargia / El mejo tango / Primavera / Canzone / La campanella
Ritorno al futuro (1997) Ricordo / Cristo al Mandrione / È scesa ormai la sera / Uomo camion / una luna para ti / Sinnò me moro / Via Rasella / A Capo Cabana / Cara madre mia / Hesitation / Vola pensiero mio / 'O sole mio / Da ragazzina
Canti diVersi (2000) Vamp / Sono partita di sera / Una donna sbagliata / È un'ora qualunque / Stornello dell'estate / Me voi pè te / Fiore del primo amore / Cambia la vita / Lontano lontano / Coimbra.
Io nun capisco 'e vvote che succede e chello ca se vede nun se crede è nato nu criaturo è nato niro, e 'a mamma 'o chiamma Ciro, sissignore, 'o chiamma Ciro. Seh vota e gira seh seh gira e vota seh ca tu 'o chiamme Ciccio o 'Ntuono ca tu 'o chiamme Peppe o Ciro chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche... S''o contano 'e cummare chist'affare sti cose nun so' rare se ne vedono a migliare, 'e vvote basta sulo 'na guardata, e 'a femmena è rimasta sott''a botta 'mpressiunata. Seh 'na guardata seh seh 'na 'mprissione seh va truvanno mò chi è stato c'ha cugliuto buono 'o tiro chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche... E dice 'o parularo, embè parlammo, pecché si raggiunammo chistu fatto ce 'o spiegammo. Addò pastin' 'o grano, 'o grano cresce riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce Meh dillo a mamma meh meh dillo pure a me conta 'o fatto comm'è ghiuto Ciccio, 'Ntuono, Peppe, Ciro chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a che... Seh 'na guardata seh seh 'na 'mprissione seh và truvanno mò chi è stato c'ha cugliuto buono 'o tiro chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche... 'E signurine 'e Capodichino fanno ammore cu 'e marrucchine, 'e marrucchine se vottano 'e lanze, e 'e signurine cu 'e panze annanze. American espresso, damme 'o dollaro ca vaco 'e pressa sinò vene 'a pulisse, mette 'e mmane addò vò isse. Aieressera a piazza Dante 'o stommaco mio era vacante, si nun era p''o contrabbando, ì' mò già stevo 'o campusanto. E levate 'a pistuldà uè e levate 'a pistuldà, e pisti pakin mama e levate 'a pistuldà. 'E signurine napulitane fanno 'e figlie cu 'e 'mericane, nce vedimme ogge o dimane mmiezo Porta Capuana. Sigarette papà caramelle mammà, biscuit bambino dduie dollare 'e signurine. E Ciurcillo 'o viecchio pazzo s''è arrubbato 'e matarazze e ll'America pe' dispietto ce ha sceppato 'e pile 'a pietto. Aieressera magnai pellecchie 'e capille 'ncopp''e recchie e capille e capille e 'o decotto 'e camumilla... 'O decotto,'o decotto e 'a fresella cu 'a carna cotta, 'a fresella 'a fresella e zì moneco ten''a zella....
Gabriella Ferri, Roma ricorda la sua voce più amata. Concerti per i suoi 70 anni
ROMA - Nessuna come lei. Né prima né dopo. Domani Gabriella Ferri avrebbe compiuto settant’anni e quanto ci manca. Icona della romanità, dicono. Vero. Roma aveva partorito la figlia che più le assomigliava. Quel dialetto e quei modi le andavano perfetti. Schietta, sfrontata, accorata. Gabriella, Roma, la ricambiava definendola «un bellissimo merletto fatto a mano dagli angeli, nelle notti di sonno sereno». La ispirava, la respirava, la restituiva nelle canzoni con quella voce che raschiava il fondo di ogni verità. Ma limitarla a Tevere e cupoloni sarebbe farle un grande torto. Affrontò egregiamente il repertorio napoletano (Malafemmina, Dove sta Zazà), spaziò dal folk al rhythm ‘n’ blues, dal jazz al flamenco. Fu autrice, non solo interprete. E portò il ruolo dell’interprete ai massimi livelli. Quello che cantava lei diventava un’altra cosa, una cosa nuova, una cosa solo sua. Prendeva la tradizione e la stravolgeva, la reinventava, andava a cercarne il senso drammatico, lo travestiva da arlecchino.
A celebrarla è l’iniziativa Nata da Roma, lanciata da Vanessa Cremaschi e sostenuta da Roma Capitale, un viaggio emozionale a più tappe. Oggi alle 16.30 parte con lo spettacolo realizzato da donne per altre donne, presso la Casa Circondariale Femminile di Rebibbia. Sul palco saliranno Barbara Eramo, Diana Tejera, Nathalie e la stessa Cremaschi, che commenta: «La Ferri è la donna-artista che meglio riesce, in virtù della sua storia artistica e personale, a rendere possibile un rapporto di comunicazione empatico con chi, come le detenute, vive quotidianamente una situazione difficile. Nessuno meglio di lei saprebbe regalare loro un sorriso». L’altro concerto sarà aperto al pubblico, il 28 settembre alle 18,30 al Ceis, Centro Italiano di Solidarietà Don Mario Picchi, con in aggiunta gli elementi dell’Orchestraccia.
La famiglia Ferri ringrazia. «Siamo contenti che l’iniziativa parta dai luoghi del disagio - racconta il nipote Elio - Mia zia aveva sempre un pensiero rivolto ai più sfortunati, anche nei suoi ultimi concerti faceva dediche ai carcerati. Era una persona che non giudicava mai e amava stare dalla parte del popolo». A dirla tutta, però, accanto a un simile appuntamento ci si aspettava qualcosa di più istituzionale, un omaggio corale, non solo appoggiato ma creato dal Comune: «Abbiamo tentato più volte, negli anni, di farci approvare idee. Abbiamo chiesto una targa che la ricordasse a Piazza Testaccio, ma le amministrazioni erano distratte e ci hanno impiegato molto prima di acconsentire. Un evento annuale ora sarebbe un riconoscimento per lei, che a questa città ha dato tanto, e un regalo al pubblico. La sua arte va preservata perché è senza tempo e senza confini».
Non è stata mai dimenticata, Gabriella. Non è un vecchio ritornello che nessuno canta più. Anzi negli ultimi anni è stata riscoperta. Nei concerti e nei dischi le fanno tributo i giovani, che l’hanno scovata da soli, non certo in radio o in tv. Tra i tanti Mannarino, Nathalie, Giusy Ferreri, Bandajorona, Ardecore, Orchestraccia, Giulia Anania. Tutti stregati da tanta bellezza. «La prima cosa contro cui sbattevi quando incontravi zia, era il suo cuore enorme - ricorda Elio - Dava tutto a chiunque. Era viscerale, incapace di trarre profitto dalla propria immagine. E poi aveva quella simpatia travolgente, ché le perdonavi ogni fragilità».
Forse verso la fine, quando er dritto andò storto, rosa dalla depressione, nemmeno si accorgeva più di quanto questa città l’amasse. Quando scomparve nel 2004, sulla piazza del quartiere Testaccio, le finestre si aprirono tutte e da ogni casa risuonarono le sue canzoni, si riversarono in strada come a volerla trattenere ancora un po’ sui sampietrini. Lì era nata nel ‘42, testaccina purosangue, frangia bionda e occhi d’acqua. Lì da piccola aveva sentito stornelli all’osteria e sulla bocca delle lavandaie, canti d’amore, di coltelli e di galera. Aveva bazzicato mille mestieri prima di guadagnare la tv, il palco del Piper, del Bagaglino e di Sanremo, prima di incidere dischi che avrebbero venduto anche oltre i confini italiani. Era stata venditrice di biscotti e di lamette da barba al mercato, era stata la commessa, la vicina di ballatoio o di tavolo in trattoria. E questo era rimasta, popolana e popolare, eppure personalità tutta speciale, il pagliaccio fiero, allegro e disperato, lo spirito libero e tormentato che così bene dipingeva nella sua Sempre: «Tanto buio, tanto colore, tanta noia, tanto amore, tante sciocchezze, tante passioni, tanto silenzio, tante canzoni».
Gabriella Ferri Amica Cara Il 18 Settembre Avresti Compiuto 70 Anni
Gabriella Ferri il 18 settembre 2012 avrebbe compiuto 70 anni: Ognuno è un cantastoria tante facce nella memoria tanto di tutto tanto di niente le parole di tanta gente. “Maria Gabriella Ferri (Roma, 18 settembre 1942 – Corchiano, 3 aprile 2004) è stata una cantante italiana di musica leggera, nota per le interpretazioni delle canzoni popolari romanesche e napoletane, oltre che attrice teatrale.” Uso la Rete per cercare di farla conoscere a tante persone giovani e meno, che non sanno neanche della sua esistenza professionale, e non è una mia impressione ma una certezza.
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In un’ intervista radiofonica così diceva di sè: “un’impunita, senza timidezze con una gran voglia di litigare e tanta malinconia dentro, ma senza melensaggine…Poi passai alle lamette da barba, ne davo cinque per piotta, come dire cento lire. Tentai anche la vendita delle macchine da cucire casa per casa, con il risultato di vedermi chiudere le porte in faccia. Ho fatto la commessa in una pasticceria del centro, vicino a piazza del Popolo. Guadagnavo tremila lire al mese. Per me erano una discreta somma, ma la passavo quasi tutta a casa. Scrivevo poesie su foglietti. Sentivo il bisogno di esprimermi, di dire su quei fogli i miei furori d’adolescente, le mie rabbie per certe ingiustizie, il mio bisogno d’amore. Nell’ora di colazione mi sedevo al bar Rosati a piazza del popolo, il covo (allora) degli intellettuali romani. Avevo 18 anni, ed ero forse la prima hippy degli anni Sessanta. Anche allora vestivo come una matta. Cominciai così, da Rosati, a fare gli incontri più importanti della mia vita. Scrittori come Leonida Repaci, poeti come Alfonso Gatto, giornalisti come Giancarlo Fusco e Pasquale Prunas, mi avevano quasi adottata: avevo mille fratelli, mille padri. E questi personaggi mi hanno piano piano chiarito le idee, mi hanno aperto una coscienza politica, sociale, culturale…Le mie prime canzoni erano quelle che sentivo all’osteria o sulla bocca delle lavandaie. Parlavano d’amore, di coltelli e di galera. Allora frequentavo Luisa De Santis, una ragazza di diversa estrazione sociale dalla mia (lei era ricca, di famiglia borghese, figlia di uno dei pionieri del neorealismo italiano, il regista Giuseppe De Santis). Anche lei era un po’ zingara e matta come me e la via del folk e dell’impegno cominciammo a percorrerla insieme…”
Più avanti troverete quanto riprendo da wikipedia su Gabriella Ferri, e un appuntamento alla fine del mese di settembre per ricordarla e tanti video. Prima vorrei solo raccontare di quando la conobbi nel locale del Bagaglino a Vicolo della Campanella a Roma. Ero un’ amica e compagna di classe di Piero Castellacci, figlio di Mario, il padre del Bagaglino,anche giornalista, scrittore, commediografo e paroliere italiano, morto a Todi il 4 dicembre 2002. Eravamo alla fine del liceo quando ci diede la possibilità inaspettata con altri 4 amici di sentire le prove dello spettacolo e ascoltarla. Lei alla fine ci chiedeva cosa ci sembrava. Ero stordita come se avessi fumato per ore un narghilè. Si rivolgeva a noi con dolcezza e la voce un po’ roca e poi rideva, agitava quelle mani piene di enormi anelli e già aveva gli abiti ripescati da mercatini dell’ usato, con fiori spaparanzati lungo la stoffa, forse era primavera forse inverno…mi faceva sentire felice. Chi me l’ avesse detto che sarebbe morta tragicamente non lontano da dove vivo da anni nel viterbese, che avrei conosciuto a Capranica sua cugina Marisa Bella, che ancora a più di 80 anni canta e balla…chi me l’ avesse detto che Giulia Anania, giovane amica di famiglia, ancora la canta e l’ ama: “la passione musicale di Giulia nasce da un amore smisurato per la voce e lo spirito di Gabriella Ferri”
Non era lei forse che ricorda alla Rai l’ amica Mia Martini commuovendosi e dicendo di vergognarsi per come era stata boicottata? Era il 1997.
Video Si, a Gabriella puoi solo volerle tanto bene, sempre, e prenderla come un Remedios per i danni umani, a vita: Grazie Gabriella…Grazie alla vita, forse di una donna sbagliata : ma non farti illusione, alla prossima luna ritorna a colpire, perché ha voglia di amare, tanta voglia di amare. Doriana Goracci
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Nata e cresciuta nel rione romano di Testaccio, è figlia di Vittorio, un commerciante ambulante di dolci, ammiratore della canzone in dialetto romanesco; smette ben presto di studiare a causa di un incidente. Gabriella ha l’ambizione di diventare una indossatrice e per realizzare questo mestiere svolge tantissimi lavori come l’operaia e la commessa. Conosce Luisa De Santis (figlia del regista Giuseppe, celebre per Riso amaro) e ne diviene molto amica: insieme danno vita a un duo, con il nome di Luisa e Gabriella, che cerca di riscoprire il repertorio folk romano. Iniziano così i primi spettacoli, basati sul repertorio tradizionale della canzone romanesca (come Barcarolo romano) e su canti da osteria (come La società dei magnaccioni), e una sera, all’Intra’s Club di Milano (in quel periodo sono ospitate da Camilla Cederna), vengono notate da Walter Guertler, che le mette sotto contratto e pubblica il loro primo 45 giri con la Jolly, una rielaborazione del brano popolare La società dei magnaccioni. Sempre nel 1964 hanno la prima esperienza in televisione, nella trasmissione La fiera dei sogni presentata da Mike Bongiorno, in cui cantano La società dei magnaccioni che, nei giorni seguenti all’apparizione televisiva, vende un milione e settecentomila copie, diventando uno degli inni dei giovani di quegli anni. Video
Nel 1965 esce nelle sale cinematografiche italiane ed estere il loro primo e forse unico filmato musicale contenuto nel film 008 Operazione Ritmo del regista produttore Tullio Piacentini. La Jolly immette dunque sul mercato un nuovo singolo delle artiste che attingono questa volta al folk siciliano incidendo una loro personale versione di Sciuri sciuri e Vitti ‘na crozza
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anche questo secondo singolo riscuote un discreto successo e le artiste incidono un terzo 45 giri composto da La povera Cecilia, una canzone tradizionale spesso cantata dai menestrelli e nel lato B da È tutta robba mia, presa a prestito dallo spettacolo La manfrina e musicata da Ennio Morricone.
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Il duo però ha vita breve, a causa della timidezza di Luisa che non ama cantare in pubblico; Gabriella continua quindi da sola, incidendo anche un album nel 1966; dello stesso anno è in Canada per la tournée di uno spettacolo teatrale di musica popolare con la regia di Aldo Trionfo, assieme ad altri esponenti del folk italiano come Caterina Bueno, Otello Profazio e l’attore Lino Toffolo. Dopo gli anni passati a Milano, torna a Roma alla fine del 1966, e approda al Bagaglino di Roma, di cui diventa la cantante ufficiale; qui conosce Piero Pintucci, che diventerà un suo collaboratore musicale abituale, e incide un 45 giri nel 1968 per la ARC, È scesa ormai la sera, che in Italia non ha un grosso riscontro commerciale. « …anche tu diventerai come un vecchio ritornello che nessuno canta più… »
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Il lato b di questo singolo, Ti regalo gli occhi miei, raggiunge i vertici delle classifiche in Sudamerica e Gabriella lo incide in lingua spagnola con il titolo Te regalo mis ojos vendendo svariati milioni di copie : intraprende così un tour nei paesi sudamericani con strepitoso successo per poi tornare a esibirsi al Bagaglino con Enrico Montesano. Gabriella Ferri fa qualche sporadica apparizione col suo repertorio della tradizione romanesca al Folkstudio di Roma, ma è una cantante già troppo nota per un locale underground e poi è già impegnata con il Bagaglino.
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Non disdegna comunque il beat, e si esibisce anche al Piper Club: dopo aver firmato un nuovo contratto discografico con la RCA Italiana, partecipa nel 1969 al Festival di Sanremo ma, nonostante presentasse, in coppia con Stevie Wonder, una bella canzone con sonorità beat e rhythm’n'blues, scritta da Gabriella insieme al padre Vittorio e a Piero Pintucci, intitolata Se tu ragazzo mio, l’artista viene eliminata al primo turno e a Sanremo non tornerà mai più.
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Il disco comunque è un successo, e la canzone viene reinterpretata da molti altri artisti (come I Camaleonti e Nada: questo spinge la RCA a pubblicare alla fine del 1969 l’album Gabriella Ferri, in cui canzoni più moderne si affiancano a brani della tradizione come Ciccio Formaggio; il disco è importante anche per il tentativo di creare una nuova canzone romanesca che si riallacci alla tradizione, ed emblematiche in questo senso sono Sor fregnone, scritta dalla Ferri su una musica di Vittorio Nocenzi (il tastierista del Banco del Mutuo Soccorso)
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Sinnò me moro, canzone scritta nel 1961 dal regista Pietro Germi su musica di Carlo Rustichelli per il film Un maledetto imbroglio e cantata dalla figlia di Rustichelli, Alida Chelli (Gabriella l’aveva già incisa nel 1963 con Luisa De Sanctis).
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Nel corso degli anni il suo fisico, da magro e sottile che era, si è andato via via irrobustendo e questo nuovo aspetto fa parlare di lei come di una mamma Roma che tiene testa (in Tv in una trasmissione che è divenuta culto, più volte trasmessa) a Claudio Villa: stornellando, i due si dicono le cose peggiori e Gabriella ne esce come l’erede di un genere romanesco che non è solo voce, ma anche aspetto.È così che si appropria delle canzoni, vecchie o nuove non importa, che le diano la possibilità di costruire dei veri e propri numeri, quasi delle «macchiette», nelle quali però non c’è imitazione dei vecchi artisti napoletani ma il filtro di una personalità esuberante e irrefrenabile: così Dove sta Zazà?, che nel dopoguerra era stata il simbolo dell’Italia dissolta (Dove sta Zazà/Uh Madonna mia) tornava a essere nella sua interpretazione un brano intriso di perfidia e di amarezza, e così era per Ciccio Formaggio, vecchio brano cantato da Nino Taranto.
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Negli anni ’70 aumentano le sue apparizioni in televisione: una serata speciale le era stata dedicata nel 1971, Questa sera… Gabriella Ferri, e verso la metà degli anni settanta aveva condotto per la televisione anche i varietà Dove sta Zazà (1973), che prese il titolo dal motivo di successo che aveva contribuito a rilanciare, il Circo delle voci (1974) e Mazzabubù (1975). Nel 1976 partecipa al film Remo e Romolo – Storia di due figli di una lupa. Dopo l’esperienza televisiva di Giochiamo al varieté (1980) e l’incisione di un disco con alcune canzoni scritte per lei da Paolo Conte (Gabriella, nel 1981, con la celebre Vamp), si trasferì per qualche tempo negli USA, lasciando televisione e cabaret per dedicarsi unicamente alla musica.Rientrata in Italia, incise nel 1987 la sigla del varietà televisivo Biberon. Le sue due ultime uscite artistiche di rilievo avvennero nel 1996 al Premio Tenco di Sanremo dove si esibì con la Piccola Orchestra Avion Travel e nel luglio del 1997 con un concerto a Parco Celimontana a Roma (inclusa nella manifestazione Voglia Matta Anni 60) davanti 7.000 spettatori (se ne aspettavano un migliaio). Nel 1997 incide un album, Ritorno al futuro, poi il ritiro definitivo dalle scene, anche a causa di ricadute nella grave depressione che la tormentava a fasi alterne da anni; a parte qualche sporadica apparizione in spettacoli televisivi, scelse di condurre vita ritirata.
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Il 3 aprile 2004 Gabriella Ferri morì in seguito alla caduta da una finestra della sua casa di Corchiano (VT). La cantante aveva tentato di togliersi la vita nel 1975, dopo la morte del padre Vittorio: tuttavia la famiglia ha sempre smentito ogni ipotesi di suicidio, ipotizzando che l’incidente possa essere stato conseguenza di un malore, causato magari dai medicinali antidepressivi di cui la cantante faceva uso. La famiglia, inoltre, ha tenuto a precisare che non è stato lasciato nessun biglietto di addio, e che la cantante avrebbe dovuto partecipare, il lunedì successivo alla morte, a un programma televisivo, al quale non intendeva assolutamente mancare. Per volontà del sindaco di Roma, Walter Veltroni, la camera ardente venne allestita in Campidoglio, nella Sala Protomoteca, dove migliaia di romani le resero omaggio. È sepolta nel Cimitero del Verano.
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Il suo testamento spirituale è rintracciabile nella lunga raccolta di Canti Di Versi dove, tra ritmi jazz, tanghi e flamenchi, con un incedere interpretativo e voce struggente che ricorda da vicino Amália Rodrigues (Coimbra), interpreta canzoni sue e di autori celebri come Paolo Conte (nell’autoironica Vamp), Luigi Tenco (Lontano lontano), Ennio Morricone (Stornello dell’estate). Ma ancor più in brani come Una donna sbagliata, Sono partita di sera, È scesa ormai la sera, una commovente Via Rasella (“Via Rasella, Via Rasella t’hanno messo a pecorone … maledetto sto’ dolore …”), e un altrettanto struggente O sole mio.
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Nel 2007 una sua canzone, Remedios, venne usata come colonna sonora del film Saturno contro, e venne inserita nell’album pubblicato a Marzo 2007, Saturno contro soundtrack.
Video Ho trovato un APPUNTAMENTO a Roma che riporto: “E’ stata un’icona della romanità e proprio la sua città intende celebrarla, a 70 anni dalla nascita, con ‘Nata da Roma. Viaggio emozionale nella musica di Gabriella Ferri‘. Si tratta di un progetto che vede coinvolti musicisti e volti noti per far rivivere l’arte e l’anima dell’artista, scomparsa nel 2004, in alcuni luoghi di disagio, dal carcere di Rebibbia al Ceis, facendo incontrare le diverse anime che popolano Roma in uno spettacolo ispirato da una donna e realizzato da donne per altre donne.Ad interpretare le sue canzoni saranno Barbara Eramo, Diana Tejera, Vanessa Cremaschi, accompagnate da Marco Giocoli alla chitarra, Guerino Rondolone al contrabbasso, Simone Talone alle percussioni e alcuni ospiti speciali tra cui Nathalie, Giorgio Caputo e altri elementi dell’Orchestraccia per due appuntamenti: uno, il 17 settembre, alle 16,30, alla Casa Circondariale Femminile di Rebibbia, riservato alle detenute e l’altro aperto al pubblico, previsto per il 28 settembre alle 18,30 al Ceis, Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi. “Gabriella Ferri, con la sua forza e la sua fragilità -ha commentato il direttore artistico Vanessa Cremaschi- la sua passione, la sua ironia e la sua grande Verità, è la Donna-Artista che meglio riesce, in virtù della sua storia artistica e personale, a rendere possibile un rapporto di comunicazione empatico con chi, come le detenute, vive quotidianamente una situazione di oggettiva difficoltà e disagio”. Nata da Roma. Viaggio emozionale nella musica di Gabriella Ferri Via Appia Nuova, 1251 Centro di solidarietà di don Mario Picchi X municipio Venerdì 28 Settembreore 18.30
“Si ripete ogni giorno questo rito crudele entro in guerra col mondo, le sue fitte barriere e malgrado le apparenze tutto è contro di me nei sorrisi della gente un’invidia sottile vedo solo malvagità comunque sì, malvagità a questa vita mi arrendo una donna sbagliata dagli amici fasulli dai mille tranelli da ogni faccia nemica e sarà un corpo a corpo fino all’ultimo fiato perché io sto passando sul cuore di un’altra nel giorno sbagliato io che non ho padrone. E poi viene la sera anche l’ovvio si azzera mi addormento insieme al pianto che scioglie il dolore io che non ho chiesto altro che un pugno d’amore quello leggero che bevi in fretta che non si aspetta a una carezza a questa vita mi arrendo una donna sbagliata dagli amici fasulli dai mille tranelli da ogni faccia nemica e sarà un corpo a corpo fino all’ultimo fiato perché io sto passando sul cuore di un’altra nel giorno sbagliato io che non ho padrone niente briglie né morso quando fermo i miei passi è soltanto per darmi ad un uomo diverso una donna sbagliata che la vedi fuggire ma non farti illusione alla prossima luna ritorna a colpire perché ha voglia di amare tanta voglia di amare”