Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

I Giochi della nostra infanzia anni 60-70-80

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    giochi della nostra infanzia

    Le belle statuine


    Categoria: Giochi da fare in compagnia per bambini.

    Un bambino si volta verso il muro cantando:
    "Le belle statuine
    d'oro e d'argento
    del 1500
    eccole qua".

    Gli altri devono assumere la posizione che preferiscono e rimanere immobili.
    iStock_000013715361webIl bambino voltato verso il muro, dopo aver chiesto se sono pronti, si gira verso gli altri bambini, colui che non è perfettamente immobile come una statua deve interrompere il gioco.


    Vi ricordate il gioco delle belle statuine che facevamo da piccoli? Ecco una variante divertente, perfetta per una festa di bambini. Per giocare, non occorre molto, se non un po’ di fantasia. Unica avvertenza: armatevi di pazienza. Sarà inevitabile un po’ di chiasso (forse, a essere onesta, anche più di “un po’”) e magari qualche battibecco, ma anche questo fa parte del gioco! E poi, preparate qualche dolcetto o qualche oggettino da distribuire ai premiati… e sorvegliate che, a turno, vengano premiati tutti i bambini!
    Come si gioca
    È un gioco adatto ai bambini tra i 3 e i 6-7 anni. Perché riesca bene, bisogna però che ci sia un bel gruppo di bambini, diciamo tra i 5 e i 10 (oltre, diventa difficile tenerli a bada).
    Prima di tutto, bisogna fare una conta per decidere chi sarà lo “scultore”; gli altri bambini saranno le statuine.
    Le statuine si disporranno in cerchio intorno allo scultore e cominceranno a girare al suono di una musica.
    Lo scultore avrà in mano un fazzoletto colorato che, a un certo punto, solleverà dicendo contemporaneamente, ad alta voce, il nome di un animale o di un oggetto.
    Allora gli altri bambini dovranno fermarsi e assumere una posa che ricordi l’animale o l’oggetto nominato dallo scultore.
    A questo punto, sarà lui a scegliere la statuina che gli sembra più bella. Voi date un regalino o un dolcetto per il vincitore… che ora sarà lo scultore! Poi, si ricomincia!

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    Oplà!!!!.il gioco della "cavallina"


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    Gioco a due persone. Un bambino era abbassato con le mani per terra, mentre l'altro faceva la rincorsa e, gridando: "Cavallina, vengo!", cercava di saltarlo. Se non ci riusciva e cadeva, si effettuava un cambio e i ragazzini si invertivano di ruolo.


    Il gioco la cavallina
    Categoria: Giochi di riflessi per bambini.


    Un giocatore si piega in avanti e nasconde la testa tra le mani per servire da cavallina agli altri.
    Gli altri bambini si mettono in fila per saltare sopra la cavallina, a turno.
    Il salto si esegue appoggiando le mani sulla schiena del compagno e saltandogli sopra, allargando le gambe per evitare di toccarlo.
    Il giocatore che arriva alla fine della fila delle cavalline si mette in posizione da cavallina per essere scavalcato.
    Quando tutti i giocatori hanno scavalcato un bambino, allora questo smetterà di fare la cavallina e potrà saltare anche lui su i suoi amici.

    Altre informazioni sul Il gioco la cavallina:

    Età di gioco consigliata per i bambini: 7 anni
    Numero di giocatori necessari: 3 o più giocatori
    Tempo di gioco: Pochi minuti


    Istruzioni
    1
    Un gioco che facevano già i nostri nonni e che ancora rallegra le ore e le giornate all’aperto è e rimarrà sempre il gioco della mil499cavallina, per farlo servono solo persone, una bella giornata di sole, un po di posto e tanta voglia di divertirsi.
    2
    Insegnamolo ai nostri bambini perchè possano tramandarlo e perchè possano anche loro divertirsi nei prati o in piazza come abbiamo fatto noi, non abbiamo paura a farlo tanto loro son sempre più agili di noi e se cadono qualche volta male non gli fa.
    3
    Il modo classico di giocare alla cavallina è quello di saltare la gente lateralmente, quindi si fanno 2 squadre composte da un ugual numero di persone e si pone un punto di partenza e uno di arrivo sul terreno, creando un percoso in linea retta.
    4
    Si possono creare 2 percorsi identici paralleli e giocare contemporaneamente, oppure si ci può alternare una squadra alla volta sullo stesso percorso e calcolare chi fra le 2 squadre ci mette meno, con un orologio o ancora meglio con un cronometro.
    5
    Per giocare, tutti i giocatori di ogni squadra, tranne uno scelto in partenza, si mettono chinati con la schiena a ponte e le mani appoggiate sopra le ginocchia a distanza di 3 o 4 metri l’uno dall’altro, uno a fianco all’altro in modo tale cioè che tutti guardino nella stessa direzione.
    6
    Una volta in questa posizione, il giocatore della squadra che è rimansto in piedi prende una piccola rincorsa e appoggiando solo le mani sulla schiena di ogni compagno di squadra li salta tutti uno dopo l’altro.
    7
    Una volta che il ragazzo che ha cominciato a saltare, arriva in fondo alla file, si mette a sua volta con la schiena a ponte a 3 o 4 metri di distanza dall’ultimo compagno di squadra e l’ultimo della fila, cioè verso il punto di partenza, si alza e salta tutti gli altri come ha appena fatto il suo compagno.
    8
    Si avanza così, fino a che uno dei concorrenti di una squadra non ha raggiunto il traguardo prefissato, quindi si ferma il gioco e si vede quale squadra ha fatto prima ad arrivare in fondo al percorso e qulla squadra ha vinto.
    9
    In italia nelle varie regioni si gioca in maniere differenti con piccole varianti, vediamone alcune fra le più divertenti e facili per insegnare anche queste e divertirsi ancora di più variando il gioco, tenendo sempre presente che il percorso di partenza e arrivo non cambia.
    10
    Variante numero 1)
    detta anche variante alla spagnola si tratta di una variazione per quanto riguarda la posizione dei concorrenti di ogni squadra, infatti si mettono tutti a 5 m di distanza un dall’altro, ma non uno a fianco all’altro bensì in fila tutti rivolti in avanti e, il concorrente che salta, li salta sempre mettendo le mani sulla schiena, ma da dietro verso in avanti.
    11
    Variante numero 2)
    detta anche variante cavallo pazzo, consiste nel fatto di usare pochi giocatori per ogni squadra distanziati di 10 metri l’uno dall’altro almeno e, quando un concorrente salta un compagno, il compagno si alza, gli sale sulle spalle e a cavalluccio si ci porta alternativamente verso il compagno successivo.
    12
    Variante numero 3)
    detta variante di simultaneità, in questo caso in pratica non si aspetta che il ragazzo che ha cominciato a saltare, sia arrivato in fondo alla fila una volta che uno è stato saltato, si alza e comincia anche lui a saltare gli altri compagni in modo da creare una struttura unica che si muove di continuo.
    13
    C’è in fine un’ultima variante che si gioca al chiuso è che non prevede un percorso fissato, si scelgono anche qui uno stesso numero di giocatori per ogn squadra, ma per ragioni di spazio non si creano percorsi lunghi, un primo giocatore si mette in posizione con la schiena a ponte, quindi un’altro giocatore parte e lo salta, una volta che lo ha saltato si mette attaccato a lui nella stessa posizione creando una fila di 2 persone e, a questo punto parte un’altro giocatore che deve saltarli entrambi per potersi posizionare.
    14
    In questo caso vince la squadra che riesce a creare la fila di giocatori più lunga, la fila si interrompe quando un giocatore che salta non riesce a saltare tutti i compagni e rimane quindi in groppa a qualcuno.
    15
    Queste sono fra le varianti più divertenti del gioco della cavallina, ma se ve ne vengono in mente di più divertenti ancora potete sbizzarrirvi a modificarle o inventarle, buon gioco della cavallina a tutti e buon divertimento.

    manson48
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    Gioco delle cinque pietre

    5pietre1

    questo gioco si gettavano per aria gli astragali e, rivoltando rapidamente la mano si cercava, di riprenderli sul dorso.


    Il Gioco Delle cinque pietre detto anche degli astragali è un antico gioco di società praticato dai greci e dai romani. Le fanciulle greche e romane portavano sempre con sé un sacchetto con le pietre e si dilettavano in questo gioco. Testimonianze di questa pratica si trovano al Museo nazionale archeologico di Taranto
    Si gioca adoperando cinque pietruzze, preferibilmente di forma arrotondata. Tradizionalmente le pietre erano di proprietà personale del giocatore, ma le regole non vietano di usare le pietre di altri. Il numero minimo di giocatori è due.

    Le regole moderne del Gioco

    Lo scopo del gioco è totalizzare il numero di punti stabiliti in partenza dai giocatori. Inizia la partita la persona sorteggiata. 5pietre2Quando il giocatore corrente commette un errore, cede la mano al giocatore successivo. Il gioco si sviluppa in cinque passi.
    Primo passo: si lanciano le pietre su un piano, si prende una pietra in mano e, lanciandola in alto, con la stessa mano, si raccoglie una pietra, e poi si afferra la pietra lanciata, tale da avere in mano due pietre. Tenendo la seconda pietra in mano, si lancia la prima pietra in aria e si raccoglie una terza pietra, e poi una quarta pietra.
    Secondo passo: si lanciano le pietre su un piano, si prende una pietra in mano e, lanciandola in alto, con la stessa mano, si raccolgono, tenendole in mano, a due a due, le rimanti pietre.
    Terzo passo: si lanciano le pietre su un piano, si prende una pietra in mano e, lanciandola in alto, con la stessa mano, si raccoglie una pietra. Si lancia la prima pietra, tenendo in mano la seconda, e si raccolgono, tutti in una volta, le rimanenti tre pietre.
    Quarto passo: si lanciano le pietre su un piano, si prende una pietra in mano, e si tenta di raccogliere in n colpo solo le Cuculuruquattro pietre a terra e la quinta in aria (senza lasciarla cadere a terra).
    Quinto passo: si lanciano le pietre su un piano, si prende una pietra in mano e, lanciandola in alto, con la stessa mano si tenta di far passare, una alla volta, le altre pietre sotto il ponte formato da pollice e indice dell'altra mano, il ponte si posiziona una sola volta e non lo si può orientare di nuovo durante il tentativo, (il tutto senza far cadere a terra la pietra lanciata in aria).
    Sesto passo: si prendono in mano le cinque pietre le si lancia facendole ricadere sul dorso della mano. L'obiettivo è di riuscire a prendere tutte e cinque le pietre. Comunque sia, non si commette un errore se si prende un numero inferiore di pietre.
    Ogni pietra raccolta vale un punto; il risultato finale è dato dalla somma dei punti ottenuti in ciascuna mano. Vince chi raggiunge per primo il totale stabilito all'inizio del gioco.
    Quando si commette un errore, ovvero si viola una delle regole stabilite sopra, si passa la mano.

    fonte wikipedia




    Le cinque pietre- I cìnghë prètë

    pietre2 pietre g_pret

    Il gioco delle cinque pietre è molto antico, pare fosse già praticato dai greci e dai romani. Si giocava adoperando cinque pietruzze di forma arrotondata. I giocatori potevano essere diversi. Si faceva la conta per definire l'ordine dei gioco e ogni giocatore poteva entrare in gara solo quando il precedente aveva commesso un errore. Chi aveva commesso l'errore restava fermo un giro e ricominciava dalla posizione interrotta. Vinceva chi alla fine realizzava più punti dopo aver eseguito tutte le posizioni. Il gioco si sviluppava in diversi passi, eccone alcuni:
    si lanciavano i sassolini su un piano, se ne prendeva uno e lo si lanciava in aria. Mentre il sassolino lanciato era ancora sospeso, si prendeva da terra un solo sassolino che veniva raccolto con una mano insieme a quello lanciato.Nello stesso modo si raccoglievano gli altri tre sassolini
    si lanciavano i sassolini su un piano, se ne prendeva uno le lo si lanciava in aria: ad ogni lancio si raccoglievano due sassolini alla volta.
    si lanciavano i sassolini su un piano, se ne prendeva uno le lo si lanciava in aria: al primo lancio si raccoglievano tre sassolini e al secondo lancio uno soltanto.
    si lanciavano i sassolini su un piano, si prendeva un sassolino in mano e si tentava di raccogliere in un colpo solo i quattro sassolini a terra e il quinto in aria (senza lasciarlo cadere a terra).
    si sistemavano su un piano quattro sassolini in forma di piramide (tre sassolini alla base e uno sopra), si lanciava il quinto in aria e si raccoglieva in un colpo solo mucchietto di sassolini in terra e quello in aria (questo passo era detto "a mònëchë")
    si lanciavano i sassolini su un piano, si prendeva un sassolino in mano si lanciava in aria e prima che ricadesse si prendeva un sassolino da terra, si teneva nel palmo, si faceva cadere quello buttato in aria nel palmo e si lasciava il primo sassolino raccolto per terra (questo passo era detto "u cacafasùlë")
    si lanciavano ii sassolini su un piano, si prendeva un sassolino in mano e, lanciandolo in alto, con la stessa mano si tentava di far passare, uno alla volta gli altri sotto il ponte formato dal dito pollice e medio dell'altra mano (il dito indice veniva sovrapposto al medio), il ponte si posizionava una sola volta e non poteva orientare di nuovo durante il tentativo. Il tutto doveva avvenire senza far cadere a terra il sassolino lanciato in aria e senza che ogni sassolino in terra nel suo percorso verso il ponte toccasse gli altri.(questo passo era detto " u pòndë"). Se si era molto abili si poteva tentare di far passare tutti i sassolini in terra in un colpo solo sotto il ponte.
    si lanciavano ii sassolini su un piano, si prendeva un sassolino in mano e, lanciandolo in alto, con la stessa mano si tentava di far passare, uno alla volta gli altri sotto la V capovolta, formata dal dito indice e dal medio dell'altra mano. Le regole di questo passo, detto "a cròccë" era uguali a quelle del precedente.
    l'ultimo passo consisteva nel mettere le cinque pietre nel cavo della mano destra, nel farle saltare con un colpetto in su in modo che rivoltando celermente la mano si potessero far cadere e fermare sul dorso della stessa, per poi con un altro colpetto, raccoglierle di nuovo nel palmo della mano.



    Edited by Lussy60 - 11/4/2013, 15:32
     
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    La fionda


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    filecciaLa fionda! Gli anziani se la ricorderanno senz'altro anche se probabilmente era un gioco ben più amato dai ragazzi, essendo le fanciulle principalmente rivolte a passatempi meno scalmanati.
    Costruirla non era difficile, bastava un ramo a forma di forcella che consentisse di agganciare un elastico. In mancanza d'altro si poteva anche usare un pezzo di una vecchia camera d'aria da bicicletta. Pochi minuti e il giocattolo era pronto e ci si poteva improvvisare tiratori provetti.
    I bersagli erano principalmente barattoli e bottiglie vuote ma qualche discolo non disegnava i lampioni e i vetri delle case. Per fortuna la mira era quella che era...

    220px-Slingshot_%28weapon%29
    La fionda è una piccola arma da lancio manuale costituita da una impugnatura che si biforca in due rami. Ciascuna estremità dell'arma è unita da un laccio elastico al cui centro viene posta una toppa atta ad ospitare il proiettile. Può essere montato un sostegno per il polso sul manico per evitare errori di tiro o ferite alle mani.
    Viene normalmente impugnata nella mano non dominante mentre i lacci elastici vengono tesi dall'altra mano fino alla tensione totale.
    L'obiettivo da colpire viene fissato in mezzo alla biforcazione dell'arma.
    L'origine dell'arma è relativamente recente e si può far risalire alla fine dell'Ottocento. A seguito del processo di vulcanizzazione della gomma si è giunti alla produzione di sostanze che presentavano buone qualità elastiche e sufficientemente resistenti da resistere alla trazione. L'utilizzo di lacci di tale natura fu praticamente immediato ed è ipotizzabile che la diffusione dell'arma fosse ampia già agli inizi del Novecento.
    La scoperta di fibre dalle caratteristiche elastiche maggiori e l'utilizzo per l'impugnatura di materiali più leggeri e resistenti ha portato alla produzione di fionde con una capacità di lancio notevolmente superiore a quelle iniziali.

     
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    VOLA VOLA (gioco simpatico)

    Gioco di gruppo durante il quale i partecipanti devono dimostrare discreta capacità di riflessione.
    I ragazzi si siedono, devono stare all'erta e pronti a battere le mani a seconda dei casi: se il capo-gioco cita un animale che vola
    si devono battere le mani; se cita un animale che non vola le mani non si devono battere. Per esempio: se il capo-gioco dice:


    « Vola, vola... un asino » non si devono battere le mani perché l'asino non vola. Se qualcuno le batte paga.


    Il gioco del cerchio


    giochicerchio

    IL CERCHIO:
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    Per far muovere il cerchio c'era una bacchetta. Il cerchio e la bacchetta erano fatti di legno o di ferro. Con la bacchetta si spingeva da dietro il cerchio che rotolava. Con il cerchio si facevano gare di velocità con gli altri bambini. Si mettevano tutti all'inizio di una strada e iniziavano a far rotolare il cerchio spingendolo da dietro con la bacchetta. Vinceva il bambino che lo faceva di più senza farlo cadere.

     
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    Il gioco ‘Elastico’


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    Per giocare al gioco dell’elastico bisognava per prima cosa depredare la mamma dell’elastico che usava per riparare le mutande (si riparavano, si riparavano!) lungo circa 2 metri e mezzo e alto almeno 1 cm.

    Poi bisognava essere almeno in tre. Due dei giocatori tenevano teso l’elastico con le caviglie e uno dei giocatori saltava l’elastico con mosse e movimenti codificati senza mai toccare l’elastico.

    Si cominciava con l’elastico tenuto alle caviglie e a gambe aperte e, man mano che si faceva tutta la serie di salti senza toccare l’elastico, si aumentava la difficoltà alzando l’elastico. Se il salto era sbagliato o se si schiacciava l’elastico il giocatore cedeva il posto ad un altro partecipante.

    Quando l’elastico era basso si doveva saltare con un piede in mezzo e uno esterno, su tutti e due i lati, poi a piedi uniti al centro, poi entrambi i piedi esterni senza toccare l’elastico, altrimenti si perdeva il turno.

    Di ogni figura esistevano poi più livelli corrispondenti all’altezza a cui veniva posto l’elastico: piedi (il più facile!), polpaccio, ginocchio, coscia e persino (solo per i più bravi) ascelle e collo.

    Una volta spostato l’elastico ad ognuna di queste altezze si ricominciava la figura daccapo.

    Poi si ripartiva dai “piedi” della figura successiva. Le prime figure erano generalmente uguali dappertutto in Italia, poi man mano che ci si addentrava nel gioco si differenziava l’ordine e differivano leggermente anche le figure stesse a seconda del luogo geografico in cui ci si trovava.

    Riprendendo il gioco durante l’intervallo del giorno dopo esattamente dove era stato lasciato il giorno prima.

    Quando si giocava all’elastico a livelli “olimpionici” c’era la possibilità di fare delle prove di determinati passaggi (una specie di allenamento prima della “buona”) e persino delle “provere”: se sbagliavi era una prova e potevi ritentare la “vera”, se riuscivi veniva già considerata “vera” e andavi avanti nel gioco. Il numero di prove e provere veniva stabilito all’inizio del gioco e andavano comunque dichiarate assolutamente prima di venire giocate.

    Per questo gioco ci si allenava anche a casa facendo tenere l’elastico a due sedie al posto dei compagni di gioco … Non era proprio la stessa cosa perché le sedie, saltando, era facile che cadessero.
    elastico
    fonte:animamia.net/



    Il gioco ‘Fiori, Frutti, Cose, Programmi, Nomi

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    Altro gioco da fare in classe, in alternativa alle noiose lezioni delle elementari, questo gioco consisteva nell’accordarsi su delle categorie (tipo Fiori, Frutti, Cose, Programmi, Nomi propri; ma si poteva anche mettere calciatori, automobili, canzoni e qualunque argomento sul quale i partecipanti al gioco potevano vantare una certa competenza).

    Poi si bucava a occhi chiusi un foglio con su scritto tutte le lettere dell’alfabeto e poi scrivere nelle apposite colonne tutti i nomi di Fiori, Frutti, Cose, Programmi, eccetera. Quindi i partecipanti al gioco cominciavano a scrivere nelle colonne delle parole in categoria che avessero come iniziale la lettera che era stata bucata.

    Gioco ottimo per sostituire le lezioni di italiano.



    La pallina legata con un filo alla caviglia che si faceva girare saltellando



    Con la canzone ‘Palla pallina’ lanciata da Rita Pavone nel 1967,
    uscì oggetto proposto come alternativa alla corda per saltare: una coloratissima palla collegata da un filo alla caviglia, attorno alla quale la palla veniva fatta roteare saltellando al ritmo della suddetta canzone.

    Richiedeva una grazia tutta particolare, molto pi consona ad una bambina che ad un maschietto e, sia pur per poco, ebbe il suo quarto d’ora di popolarità.


     
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    Le filastrocche da declamare battendo le mani o giocando con la palla contro il muro

    Orkin

    Le filastrocche da declamare battendo le mani o giocando con la palla contro il muro erano numerose e molto diverse da zona a zona, da città a città.

    Qui ne presento tre:

    1) Il ritornello da dire giocando con la palla contro il muro ‘Rinoceronte, che passa sotto al ponte, che salta e che balla, che gioca a palla, che sta sull’attenti, che fa i complimenti, che dice buongiorno, girandosi attorno, e poi si rigira, la pallina va giù in cantina e ritorna su’

    2) Due versioni della filastrocca ‘Mi chiamo Lola’: Prima versione: Mi chiamo Lola, sono spagnola, per imparare l’italiano vado a scuola, la mia mammina, è parigina, il mio papà proviene dalla cina, con tre sacchi di farina, cina cina coccodé, questo per me, questo per te, formaggino alla bebé, brrr brrr c’è. Seconda versione: Mi chiamo Lola, sono spagnola, per imparare l’italiano vado a scuola, la mia mammina, è una fatina, il mio papà è l’imperatore della cina, le mie sorelle, sono fiammelle, i miei fratelli han le ali come uccelli, batto le mani, fino a domani, io me ne vado a samarcanda, e tu rimani, qui!

    3) “Di novembre, si sta fermi su di un piede, con una mano, al battimano, allo zigolo zagolo, al mulino, un bacino, tocco petto, tocco cuore, angiolino, del mio signore”, dove ad ogni frase corrispondeva un gesto.

    .animamia.net/



    Le battaglie delle bande di bambini

    Le battaglie fra le numerose bande dei bambini degli anni ’60 e ’70 avvenivano di solito durante un certo periodo dell’anno (il cosiddetto periodo delle ostilità) tra gli eserciti di due strade o di due palazzi differenti.

    Le armi in uso ai ‘soldati’ erano molteplici: sassi e pietre lanciati sia a mano oppure con fucili di legno azionati da elestici fatti con camere d’aria di biciclette (il cane del fucile era formato da semplici mollette, bastava aprire la molletta e paf! l’elastico lanciava sassi e pietre a distanza considerevole), spade di legno, lance, pistole a gommini rossi (le famose ‘Oklahoma, che facevano davvero male!), pistole a piombini (ancora più male!).

    Gli agguati erano molti e cruenti, i prigionieri venivano sottoposti alle cosiddette ‘torture’, consistenti in vari supplizi (dal gavettone ai pizzicotti, dalla schiuma da barba in faccia alle lucertole morte, eccetera) e in seguito rilasciati dopo breve e dolorosa prigionia in qualche sgabuzzino delle cantine del palazzo, oppure scambiati con altri ostaggi.

    In seguito le battaglie lasciarono il passo a più pacifiche partite di pallone tra ragazzi dei palazzi, anche se molte volte finivano in rissa e scazzottate varie.

    animamia.net



    Giocare a "Chi ride prima"

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    grado di mettere a dura prova nervi e muscoli del viso: ci si metteva uno di fronte all’altro e ci si doveva guardare fisso negli occhi. Chi rideva prima o spostava lo sguardo perdeva.

     
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    Il gioco ‘Regina Reginella’

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    Regina reginella è un classico gioco d'infanzia ricreativo di gruppo, più che altro praticato spontaneamente dai bambini e di rado proposto dagli educatori, a causa della prevalenza della componente di arbitrarietà, rispetto alla certezza di regole che caratterizza altri giochi, una caratteristica in genere considerata di scarso valore educativo.

    Il gioco

    Uno dei bambini svolge il ruolo della regina e tutti gli altri degli ambasciatori. Regina e ambasciatori si pongono ai due estremi del campo da gioco. Ciascun ambasciatore, a turno, recita la seguente filastrocca:
    « Regina reginella, quanti passi devo fare
    per arrivare al tuo castello con la fede e con l'anello,

    con la punta del coltello? »
    regina-reginella-300x199La regina risponde assegnando al giocatore un certo numero di passi, associato ad un animale. Ad esempio: 5 passi da leone, 4 passi da canguro, e così via. Il giocatore deve eseguire il numero di passi assegnato, imitando il relativo animale. Scopo del gioco è raggiungere per primi la regina.
    La regina ha completamente in mano esito e durata del gioco, perché può liberamente assegnare ai bambini i passi più sfavorevoli - come quelli da formica o, addirittura da gambero, che vanno eseguiti all'indietro - oppure quelli che consentono loro di raggiungerla per primi.
    Il divertimento sta proprio nel ruolo sproporzionato assegnato alla regina, ma anche nella possibilità di impegnarsi per interpretare nel modo più efficace possibile i passi assegnati, anche quando sfavorevoli.

     
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    Gioco delle biglie

    partitabiglie

    Il gioco delle biglie era uno dei giochi più in voga negli oratori degli anni 60. Il gioco era semplicissimo: si disegnava un cerchio per terra ed ogni partecipante posizionava lo stesso numero di biglie all’interno. A turno poi ogni giocatore doveva cercare di colpire queste biglie ed ogni pallina che usciva dal cerchio era guadagnata dall’autore del colpo. Giochino semplissimo ma molto divertente!

    biglievetroDi biglie ne esistevano fondamentalmente due tipi: quella di vetro con all’interno delle ali colorate, più raramente vuote o di un unico colore, e quelle da spiaggia, generalmente in plastica costituite da due semisfere, una colorata e l’altra trasparente contenente al suo interno l’immagine di un ciclista.

    Le prime erano biglie da città, le seconde, più grosse, adatte alla spiaggia oppure a cortili sterrati. Alle volte venivano chiamate palline, forse per distinguerle da quelle da città.

    Dalle nostre parti i giochi più comuni da città erano il palmo e scontro e la variante del garo.

    Entrambi venivano giocati o nei cortili o sotto i portici. Indispensabile per poter iniziare una partirta di palmo e scontro un muro o una superficie solida su cui far rimbalzare la biglia abbastanza lontano da quella avversaria: questa azione si chiamava appunto “spariglia”. Lo scopo del gioco era quella di colpire la biglia avversaria per impossessarsene.


    Il tiro
    tiroColui che tirava, doveva posare la biglia nell’incavo formato dall’indice, leggermente curvato verso l’alto, e dalla punta del pollice destro. Poi appoggiava il pollice della mano sinistra per terra, nel punto in cui era posizionata la propria biglia, misurava un palmo, ruotava la mano sinistra sul mignolo, la chiudeva in posizione verticale al terreno, vi appoggiava la destra dove era presente la biglia e, stendendo rapidamente il pollice, lanciava la biglia verso quella del suo avversario.
    Naturalmente doveva essere sicuro di colpirla, altrimenti passava la mano e rischiava di perdere la propria per cui, alle volte, si effettuavano tiri d’attesa, allontanandosi o avvicinandosi alla biglia dell’avversario, per indurlo a forzare e commettere un errore. Chi colpiva la biglia dell’avversario la conquistava e ricominciava il gioco con la "spariglia" iniziale sul muro o sulla superficie dura. Il gioco diventava molto più interessante se giocato in gruppo perché le condizioni variavano costantemente ed anche i litigi aumentavano in maniera esponenziale: in questo caso la partita finiva quando rimaneva in gioco solo l’ultima biglia.
    gioco-delle-biglie1
    Una variante era quella del garo che aveva bisogno di una buca di medie dimensioni, 20 o 30 centimetri di diametro: il nostro campo di gioco era sotto i portici di viale Italia, tra via San Cipriano e via Doria, lato mare, il cosiddetto palazzo rosso che aveva già allora una pavimentazione molto sconnessa e un po’ in discesa ed uno splendido garo, per la nostra felicità e fonte di parolacce per gli adulti che regolarmente ci incespicavano.

    Il garo era una sorta di zona franca nella quale occorreva far cadere la propria biglia prima di poter attaccare quella avversaria. Occorreva quindi un doppio tiro, il primo per finire in garo, il secondo per colpire dal bordo del garo, con le stesse regole del palmo e scontro, la biglia avversaria ed impossessarsene. Rimasta una sola biglia in gioco, la partita finiva e si ricominciava, sempre ammesso di avere ancora biglie nelle tasche.

    fonte:.google.it



    Edited by Lussy60 - 16/11/2012, 18:24
     
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    I Giochi Della Nostra Infanzia!!!

    - PESCARE

    piscare_nonne
    Due giocatori usavano uno spago o un filo di lana trattenuto abilmente tra le dita delle mani e a turno “pescavano” e il filo passava da un giocatore all’altro.


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    Due giocatori usavano uno spago o un filo di lana trattenuto abilmente tra le dita delle mani e a turno “pescavano” e il filo passava da un giocatore all’altro.
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    Giochi a costo zero e giocattoli di recupero: ovvero “si giocava meglio quando si stava peggio”

    giochi-a-costo-zero-e-giocattoli-di-recupero--L-1

    bambini-che-giocano

    bambini-giochi-allaperto

     
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    Giochi Della Nostra Infanzia costruiti da noi

    La Musica della Trombetta!!!


    cipollotto

    Si soffiava dentro la parte verde del cipollotto che presentava una zona centrale rigonfia. Il suono provocato era quello della tromba. Usavamo di più lo Zufolo a 3 buchi fatto con canne secche. I “maestri”, quelli più grandi, erano capaci di suonare il doppio zufolo a più fori ( due cannucce affiancate).



    Telefono

    TELEFONO

    Classico quello fatto con i barattoli del passato di pomodoro ( ce n’erano pochi in giro perché la conserva ognuno la faceva in casa ). Il telefono funzionava solo se il filo era ben teso.

    Battamuro

    figurine--50

    Venivano utilizzate delle figurine. Si tracciava un segno su un muro (a circa un metro dal suolo), si stabiliva il numero delle figurine da far cadere e l’ordine d’intervento dei giocatori. La figurina appoggiata al segno veniva rilasciata e se andava a coprire una figurina (dell’avversario che aveva tirato prima) già a terra, quest’ultima veniva vinta dal tiratore di turno.

    Monopattino e carro

    motopattino

    Il carro povero era costruito con una tavola, due assi e 4 ruote di legno ( i timpagni usati per pressare nei vasetti le alici salate – sopra si metteva una pietra). Il monopattino era più figo e più funzionale perché venivano usati dei cuscinetti come ruote, inoltre poteva esserci un’ulteriore tavola davanti e verticale con relativo sterzo in sommità. Un pezzo di gomma da spingere sul cuscinetto posteriore faceva da freno.

     
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    noi degli anni 60-70..e' i nostri giochi!!





    I giochi erano il mondo che noi bambini degli anni ’60 e ’70 frequentavamo con maggior assiduità e passione. Dagli affollati cortili degli anni ’60 ai primi solitari videogiocatori di fine ’70, eccovi la memoria bambina dei giochi che hanno allietato la nostra infanzia.

    brosenblum2

    Il gioco ‘Mondo’

    Si giocava così: si disegnava per terra un cerchio per ognuno dei partecipanti che si sceglieva il nome di un pianeta.

    Si estraeva a sorte chi doveva fare “L’Universo”, il quale lanciava la sua sfida dicendo: “Dichiaro guerra a …” e diceva il nome di un pianeta. Immediatamente, quel pianeta doveva uscire dal suo cerchio, fare un giro attorno alla “galassia” e rientrarvi senza che l’Universo potesse toccarlo.

    Se ci riusciva, se lo portava con sé nel suo “Universo”. Poi “dichiarava guerra” ad un altro pianeta e, se riusciva a toccarlo, se lo portava con sé. Invece, se prima di essere toccato, riusciva ad entrare nell’Universo e toccare tutti i pianeti prigionieri, li liberava tutti.

    Ma, se l’Universo riusciva a toccarne anche solo uno prima che rientrasse nel cerchio se lo riportava nell’Universo. Il gioco finiva, se non per volontà di tutti i giocatori, quando l’Universo riusciva a fare prigionieri tutti i pianeti.

    fonte:Giulio Regosa

     
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    Giocare a... PARI O DISPARI

    InizioUnltimoGiorno

    Pari o dispari (talvolta indicato anche come pari e dispari, o bim… bum… bam!) è un gioco di mano simile a una morra semplificata. Viene spesso usato come strumento di sorteggio fra due contendenti, con funzione analoga a testa o croce o a una conta, per esempio per stabilire a chi tocca il primo turno in un gioco con due contendenti o due squadre. Nel linguaggio comune, “fare pari o dispari”, o “fare bim bum bam”, sono entrati nell’uso come modi figurati per dire “tirare a caso”.

    I due giocatori chiudono la mano destra a pugno e la agitano nell’aria (come se si preparassero a un lancio di dadi); uno di essi dichiara “pari”, e l’altro risponde dichiarando “dispari”, o viceversa. I due giocatori quindi aprono contemporaneamente la mano, mostrando con le dita un numero da 0 a 5. Talvolta, per garantire la contemporaneità del gesto, i due giocatori recitano una formula ad alta voce all’unisono; una delle formule tradizionali è “bim… bum… bam!”, con il numero mostrato in corrispondenza del “bam!”. La formula “bim bum bam” è nota in una grande quantità di varianti locali, talvolta vere e proprie filastrocche, molte delle quali cominciano con “Alle bombe del cannòn” (per esempio, “alle bombe del cannòn / pastasciutta e macaròn / bim, bum, bam!”.

    Se la somma dei due numeri mostrati è pari, vince il giocatore che aveva dichiarato “pari”, e viceversa.

    Esiste la regola speciale la quale si attribuisce automaticamente la vittoria al partecipante che sfodera più velocemente il “jolly” anzichè dichiarare la previsione. Tale regola è da accettare in un turno soltanto, legato alla medesima controversia. In caso di parità nella rapidità di dichiarazione del jolly, ha ragione chi ha richiesto la sfida.

    Nonostante la somiglianza con la morra, questa forma semplificata è quasi soprattutto giocata dai bambini e non viene in genere usata nel gioco d’azzardo.

    fonte:wikipedia

     
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    Albero della cuccagna o ‘Ntinna

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    Età dei partecipanti: dai 6 in su
    Numero giocatori: numero indefinito
    Dove si gioca: all’aperto
    Cosa serve: un tronco alto circa 5 o 6 metri, dei premi (solitamente prodotti caserecci), grasso per ungere il troco
    Regole e svolgimento del gioco
    Si tratta di un gioco antico, che si svolgeva durante le feste di paese. Piantare in terra un tronco ben levigato e appendere in alto i diversi premi. Nella tradizione paesana, i premi sono prodotti caserecci come salami, salsicce, formaggi… Oggi possono essere premi diversi a seconda delle diverse occasioni. Ungere il tronco con il grasso in modo da rendere la salita più difficoltosa.
    A turno i giocatori dovranno cercare di salire sull’albero della cuccagna e prendere uno dei premi di cui diventeranno proprietari.

     
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62 replies since 18/1/2011, 14:31   44524 views
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