Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

abiti da sposa..una favola un sogno...

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    Francesca fioretti sposa x un giorno





     
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    Le star a Cannes e Venezia in abito da sposa

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    Marlene Dietrich
    Il bianco è da sempre un colore amato dalle star del cinema.
    Mai però come negli ultimi anni si era vista una tale sfilata di veri e propri abiti da sposa – come abbiamo visto parlando della collezione Alberta Ferretti Forever - sui red carpet delle rassegne di cinema internazionali.
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    Isabella Ragonese in Alberta Ferretti Forever al Festival del Cinema di Venezia 2010
    E forse sono davvero le uniche donne che possono togliersi questo sfizio, dal momento che alle comuni mortali abiti del genere spettano solo il giorno del fatidico SI.
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    Salma Hayek in Gucci Première all'apertura del Festival del cinema di Cannes 2011
    Anche se è da mettere che molte sono ad osare ma non tutte a riuscire nel risultato (e forse questo è l’unica magra consolazione).
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    Kate Beckinsale in Armani Privè al Festival del Cinema di Cannes 2011
    Tra i red carpet più soggetti a questo fenomeno si segnala sicuramente il Festival del Cinema di Cannes, che si svolge ogni anno in Maggio.
    Tra le protagoniste della kermesse una menzione d’onore va sicuramente all’attrice statunitense Eva Longoria, che già nel 2008, accompagnata dall’allora marito Tony Parker, sfoggia alla premiere del film “Kung Fu Panda” uno strepitoso abito bianco Atelier Versace con enormi inserti a spicchio in tulle e corpetto con ricami a rombo in svarowski.
    Eva-Longoria-Cannes-2008
    Eva Longoria in Versace al Festival del Cinema di Cannes 2008
    Un abito davvero difficile da portare e che non le rende giustizia, vista anche l’altezza non vertiginosa (1.58 m) e le curve importanti.
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    Abito da sposa per l’attrice anche all’edizione 2010 di Cannes, dove ha calcato il red carpet in strepitoso abito bianco in chiffon di seta Emilio Pucci alla premiere del film “Robin Hood”.
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    Eva Longoria in Emilio Pucci al Festival del Cinema di Cannes 2010
    Abito monospalla con corpetto stretto e gonna super ampia a strati dalle mille plissettature, che termina in un gigantesco strascico.
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    Uno strascico giudicato dai commentatori davvero eccessivo per un’occasione del genere.
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    Un abito che ci ricorda molto quello indossato dall’attrice e produttrice cinematografica indiana Aishwarya Rai in occasione dell’edizione 2009 di Cannes, dello stilista Roberto Cavalli.
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    Aishwarya Rai in Cavalli al Cannes Film Festival 2009
    Tornando a Cannes 2010, strepitosa anche Jennifer Lopez al Celebrity Fashion amfAR Cinema Against AIDS Gala, in Roberto Cavalli Couture rosa cipria in organza di seta lavorata per un effetto piuma totale.
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    Jennifer Lopez in Roberto Cavalli al Festival del Cinema di Cannes 2010 - Foto Getty Images
    Grande protagonista del red-white carpet di Cannes anche la cantante ed attrice cinese Fan BingBing, che non manca di stupire.
    Eccola all’edizione 2010 in spettacolare abito Elie Saab che la rende davvero uno splendido cigno.
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    Fan Bing Bing in Elie Saab al Festival del Cinema di Cannes 2010
    Non si risparmia nemmeno all’edizione 2011 con due outfit da sposa davvero strepitosi.
    A tutto pizzo è l’uscita in Elie Saab Couture Autunno 2009 in occasione della premiere di “Polisse”.
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    Fan Bing Bing in Elie Saab al Festival del Cinema di Cannes 2011
    Un abito bianco in chiffon con maniche in pizzo.
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    L’abito è abbinato ad una sorta di cappottino altrettanto in pizzo con fiori in tessuto applicati e dal generoso strascico.
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    Secondo outfit da togliere davvero il fiato per un look da sposa super glamour firmato Georges Chakra, Primavera 2011 alla prima del film “The artist”.



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    Fan Bing Bing in GeorgesChakra al Festival del Cinema di Cannes 2011
    Abito dal tipico stile “da ballo” con ampia gonna in tulle bianco e ghiaccio e corpetto davvero particolare.
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    Georges Chakra Primavera 2011
    Avvicinando lo sguardo possiamo infatti ammirare la composizione di lustrini perlati a forma di piuma, che la rendono, ancora una volta, simile ad un etereo cigno.
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    Rimanendo a Cannes 2011, da ammirare due look Alberta Ferretti.
    Il primo è quello indossato dalla splendida modella Bianca Balti.
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    Bianca Balti in Alberta Ferretti Forever al Festival del Cinema di Cannes 2011
    Il secondo è quello della modella statunitense Hofit Golan, alla prima de “Il pirata dei Caraibi”.
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    Hofit Golan in Alberta Ferretti Forever al Festival del Cinema di Cannes 2011
    Alla stessa premiere da segnalare il look della madrina del Festival Uma Thurman, con un modello Chanel in seta ed inserti in pizzo leggerissimo.

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    Uma Thurman in Chanel a premiere Pirata dei Caraibi Cannes 2011
    La sorpresa è sul retro dove fa bella mostra uno splendido nastro in raso chiuso a fiocco, lasciato a cadere morbido. Un look tanto semplice e sofisticato da permettere all’attrice, altissima, di abbinare un paio di sottilissimi sandali piatti.
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    L’attrice si era già distinta alla serata di apertura del Festival con un look Versace davvero femminile.
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    Uma Thurman in Versace alla serata di apertura del Festival di Cannes 2011
    Corpetto con scollo a cuore, ampio spacco e sorpresa sul retro dove si apre un ventaglio di piume.
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    Passiamo a Marchesa con due look, anzi, tre (perché uno è doppio), sfoggiati sempre a Cannes 2011.
    Semplice, chic e glamour è apparsa l’attrice statunitense Brooke Shields al amfAR’s Cinema Against AIDS Gala, con abito in chiffon di seta monospalla dove la spalla è costituita interamente da cristalli, così come gli inserti in vita.
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    Brooke Shields in Marchesa Cannes 2011 - Foto Getty Images
    Sempre in Marchesa è il doppio otufit dell’attrice e fashion designer inglese Georgina Chapman: uno decisamente difficile da indossare – per il volume, la lunghezza incerta, l’eccessiva ricchezza dei fiori in organza applicati – l’altro decisamente più adatto, vista la linea impero, a valorizzare la figura.

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    Georgina Chapman in Marchesa al festival di Cannes 2011
    Allo stesso gala si segnalano altri due look davvero riusciti:
    Courtney Love in Givenchy Couture, un magnifico abito racchiuso da mega fiocco e avvolto da tulle ed ampio piumaggio.

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    Courtney Love in Givenchy HauteCouture al Festival di Cannes 2011
    Ecco poi Kirsten Dunst in Chanel Haute Couture, un abito dalla forma semplice e un po’ anni Settanta interamente in pizzo, davvero leggerissimo ed etereo.
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    Ci spostiamo dalla Francia all’Italia, con due segnalazioni dal Festival del Cinema di Venezia.
    Menzione d’onore nell’ultima edizione al white carpet di Evan Rachel Wood, interprete di “Le Idi di marzo”, che sfila in Alessandra Rich, con un abito in candido cotone abbottonato sul davanti dalla ampia apertura sulla gonan e corpetto con inserti in pizzo.
    Evan Rachel Wood in Alessandra Rich al Festival del Cinema di Venezia 2011
    Un taglio a camicione chic come anticipo di estate che poteva essere rischiosissimo ma è portato divinamente dall’attrice.

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    Evan Rachel Wood in Alessandra Rich al Festival del Cinema di Venezia 2011
    Infine, un vero look da dea greca per l’attrice tedesca Diane Kruger, splendida in Elie Saab, all’edizione 2008 del Festival del Cinema di Venezia, con un abito drappeggiato dalla collezione Haute Couture Autunno-Inverno 2011 in grado di esaltare la splendida silhouette.

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    Diane Kruger 'Valentino: The Last Emperor' Film Premiere After Party, 2008 - Photo by Maria Laura Antonelli / Rex Features

     
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    Il Matrimonio Perfetto


    Tutto, ma proprio tutto quello che ti serve sapere per il giorno più bello


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    Antonio Berardi
    Grazia e calma
    Quanti splendidi abiti sono stati rovinati da un brutto portamento? Troppi. L'abito da sposa è una bellissima occasione, ma va indossato con Grazia. Non siamo più abituate agli abiti lunghi, a gestire gli strascichi, ad avere qualcosa in testa... Bisogna controllare i gesti, camminare con lentezza, evitare i 'tic' nervosi (mangiarsi le unghie, toccarsi continuamente i capelli, grattarsi, fare le smorfie, voltarsi di scatto). Schiena e spalle dritte ma non rigide, passo sicuro ma non marziale, sguardo dritto davanti a sé sono importanti.

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    Il Tacco
    Questione di 'altezze'

    Da rasoterra (la ballerina) al tacco 12, la scarpa deve essere adeguata all'abito e alla persona. Deve spuntare dall'orlo del vestito, avere una sfumatura intonata. 8, 10, 12, dipende da che altezza ci si può permettere senza 'sovrastare' lui, tenendo conto che lo stiletto è più scomodo, mentre il plateau aiuta... e per chi vuole sentirsi più sicura, è possibile frequentare la Stiletto Academy.

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    L'INGRESSO
    Testa alta, schiena dritta, passo deciso e...
    ...eccovi sulla scena! Al momento dell'ingresso - a sinistra dando il braccio destro al padre o a chi accompagna - tutti gli occhi sono puntati sulla sposa, ma voi non dovrete guardare nessuno. Per cui uno sguardo complice a "lui", ma niente cenni di saluto o smorfie agli amici, e via verso l'altare. Importante il passo: cercate di camminare fianco fianco a chi procede con voi e di non "marciare" verso l'altare o, peggio, fare una gara di velocità. L'incedere deve essere lento, spalle e testa dritte, il bouquet nella mano sinistra all'altezza del fianco. I fiori devono arricchire la figura, non irrigidirla, e devono essere portati con naturalezza.

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    ALL'ALTARE
    Con eleganza
    Una volta arrivate all'altare ricordatevi di mantenere la calma: i gesti lenti sono i più aggraziati! Sedetevi e, nel caso in cui la seduta abbia lo schienale, accertatevi che qualcuno sistemi il velo, se lo indossate. Appoggiate il bouquet, sfilatevi i guanti (dito per dito) e appoggiateli accanto al bouquet. Attente alla postura, mentre siete sedute dovete sempre avere le spalle e la schiena dritte per evitare l'effetto 'depresso'. Ultima rassicurazione: l'abito non è intoccabile, potete tranquillamente sistemarlo, ma sempre con la dovuta grazia!

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    IL BOUQUET....Un fedele alleato

    Il bouquet é bellissimo, ma va portato con grazia e proporzionato alla persona e all'ingombro dell'abito. Si porta al centro della figura con entrambe le mani o con la mano sinistra, tenuto vicino a sé con il braccio morbido.









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    Abiti da sposa modello: Basilea

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  6. moiradelfina
     
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    vorrei sapere se é possibile chi é lo stilista dell'abito corto anni 50 me ne sono innamorata....grazie mille....
     
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    CITAZIONE (moiradelfina @ 20/3/2012, 16:39) 
    vorrei sapere se é possibile chi é lo stilista dell'abito corto anni 50 me ne sono innamorata....grazie mille....

    ciao maria delfino.. :congra16.gif: vorrei esserti utile..mi dici..la pagina..ed il vestito?..non so a quale ti riferisci..magari poi ti posto il link...
     
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    jackie04



    Le-spose-di-gio-2011-fiocchetto

    Le-spose-di-gio-2011-perfetto

    L'Abito da sposa racconta. Dal 1810 ad oggi . Due secoli di seduzioni al femminile in punta di tulle

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    L'Ottocento
    Molte di voi potrebbero rimanere deluse e sorprese nell’apprendere che durante tutto l’800 era prassi abituale, per la classe media, scegliere l’abito da sposa fra diversi colori: blu, rosa, verde, marrone ed anche nero. I motivi erano di natura squisitamente pratica ed economica: l’abito poteva essere riutilizzato in altre occasioni importanti e in più – dettaglio non trascurabile per l’epoca – il colore scuro “teneva lo sporco”, evitando così di dover ricorrere alla tintoria i cui costi potevano essere sostenuti soltanto dalle classi più ricche. Basti pensare ad un particolare: l’orlo dei vestiti, che strusciava a terra, in casa, come all’esterno, in strada e nei giardini.

    L’abito da sposa come abito bianco comincia a fare la sua prima comparsa verso la fine dell’800, ma solo fra le classi più agiate della società: bianco è l’abito di nozze della Regina Vittoria - un’autentica sorpresa - quando sposa nel 1840 il cugino Alberto di Sassonia. Novità molto gradita, considerato che da lì a poco le signore delle classi abbienti, sia in Europa che in America, cominceranno ad indossare abiti da sposa color avorio o bianchi.

    Ma l’800 è un’epoca lunga, che passerà dalle leggerezze spumose dello stile Impero, alla ricchezza ed alle ampiezze del romanticismo, fino a lasciar spazio, a fine secolo, alla sinuosità del corpo femminile, dalla tipica forma ad “S”.



    Il 1800 inizia con una moda ispirata all’abbigliamento di epoca romana: lo stile Impero, appunto. Velluti e broccati, gabbie e panier di sostegno – tipiche del ‘700 - lasciano il posto a tessuti leggeri – come il cotone e le mussole – che fluttuano lievi nell’aria ad ogni passo.
    L’abito femminile è lungo fino alle caviglie, stretto sotto il seno da una cintura o da una sciarpa e scende a terra con una linea morbida e drappeggiata. Le scollature sono ampie e quadrate, le braccia sono nude mentre le spalle sono racchiuse in una corta manica a palloncino. Prevalgono le tinte pastello ed il bianco che conferisce alle donne l’aspetto marmoreo delle antiche statue classiche.

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    Abito da sposa 1810. Costume designer Enrica Biscossi (Foto Nabis)

    Dalla metà dell’800, tramontato lo stile Impero, le cinture si abbassano e toccano il punto vita da cui partono ampie gonne, sostenute da crinoline impreziosite da pizzi. Balze, ruches e plissè arricchiscono gli abiti delle signore del tempo. Il vestito da sposa comincia a vivere di vita propria, assumendo una sua identità stilistica legata all’unicità delle nozze: fanno la loro prima apparizione i figurini che illustrano la “moda sposa”. Il bianco comincia a diventare – ma solo per i ricchi - il colore dell’abito nuziale. Le acconciature “romantiche” sono semplici: una corona di fiori ferma sulla nuca un velo di tulle leggerissimo.
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    Abito da sposa 1860.
    Costume designer Enrica Biscossi (Foto Nabis)


    Il 1900


    Il novecento è l’epoca della “Belle Epoque”. La moda segue gli sfarzosi ritmi dei balli e dei pranzi di gala. La donna indossa abiti che rendono omaggio alla sua femminilità. Abbandonate le ampiezze e le crinoline di fine ottocento, le fogge e gli ornamenti si semplificano, nasce la tipica postura a forma di “S”: seno in avanti e bacino infuori. La gonna si allunga a strascico, la scollatura è ricca di merletti. I capelli rimangono raccolti. Di giorni i colori sono tenui, di sera, rigorosamente in nero.
    Tessuti e forme del vestito da sposa sono gli stessi dell’abito da sera.
    Comincia a prendere piede il colore chiaro ed avorio.
    Per confezionare un abito da sposa sono necessari almeno 10 metri di stoffa.

    In questi anni, fino alla prima guerra mondiale, l’abito di nozze e la metratura di stoffa necessaria per la sua fattura rappresenteranno la condizione sociale della sposa: maggiore la quantità e la particolarità dei materiali, più ricca la famiglia di provenienza. Al contrario per le classi più povere.

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    Gli anni '20

    Con la fine della prima guerra mondiale ha inizio quello che sarà intitolato il “decennio della perdizione”, dal 1920 ai primi anni ’30. In questi anni il mondo della moda femminile è attraversato da una vera e propria rivoluzione. Le linee si semplificano e si ammorbidiscono: via il busto steccato – non ancora sostituito dal reggiseno – al bando imbottiture, fronzoli e drappeggi.

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    Gli abiti delle signore sembrano prendere spunto da quelli delle bambine. La silhouette si verticalizza, il petto si appiattisce, la vita si abbassa sui fianchi, gli orli si accorciano vistosamente lasciando scoperte le gambe che svettano su deliziose scarpe con il cinturino: un’intramontabile “invenzione” di Mary Jane. Le ispirazioni per la moda dell’epoca vengono da Parigi. E motore del cambiamento sarà Chanel, colei che ufficialmente introdurrà l’abito da sposa corto, al ginocchio, e bianco.



    Ma le novità sono a tutto tondo. I tessuti si arricchiscono di ricami, frange di perle o piume e anche le acconciature, come le gonne, diventano più corte: spopolano il taglio alla garçonne e il cappellino a cloche.


    E la Sposa? Tenendo sempre come punto di riferimento Parigi, a ben guardare le immagini dell’epoca, la sposa degli anni 20 non si discosta molto dalle sue damigelle, a parte il bouquet molto più ricco ed ornato. L’abito è bianco, corto sul davanti e con un lungo strascico. La testa è ornata da un copricapo – anche questo a cloche – oppure da un velo lunghissimo di tulle di seta o di pizzo, con un taglio geometrico che riecheggia le atmosfere dell’antico Egitto.


    Se fino alla prima guerra mondiale non bastavano 10 metri di stoffa per un abito da sposa, a partire dagli anni ’20 sarà sufficiente poco più di un metro.

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    Gli anni ’30 si aprono con un’altra rivoluzione: lo sbieco di Madeleine Vionnet che ridarà onore al seno e ai fianchi e grande sensualità al corpo femminile. Gli eccessi dell’epoca precedente sono definitivamente alle spalle. La donna torna sinuosa. Le gonne si allungano, sono strette e fascianti: nasce lo stile a “sirena”. Per indossare questi nuovi abiti, tagliati di sbieco per creare un effetto di leggerezza e voluttuosità, sarà necessario l’uso della guaina. L’abito da sposa è bianco. Il velo, più corto rispetto agli anni ’20, è tenuto sul capo da diademi e perle intrecciate.

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    Nel 1934, per il suo matrimonio con il Duca di Kent, sarà la principessa Marina di Grecia a lanciare il nuovo look: il suo abito è a guaina di lamé bianco e argento, con lunghe maniche aderenti, e strascico fino a terra. In testa una tiara di diamanti con un velo di tulle lungo oltre tre metri.
    L’abito da sposa è tornato ad essere di nuovo un abito da sera, o quasi.

    Ma un nuovo incubo è di lì a venire. Gli anni ’40 segnano l’inizio in Europa della Seconda Guerra Mondiale. E mentre in America nasce il grande cinema di Hollywood che avrà nella “diva” la sua nuova icona - di cui la moda cercherà di carpire segreti e curiosità attraverso i film - nel vecchio continente le donne, abbandonati i fornelli domestici, sono chiamate a rimpiazzare i propri uomini impegnati al fronte. Le ritroviamo così vestite nuovamente da postine, da tranviere o da automobiliste, o che indossano la “divisa”, da partigiane o da ausiliarie. Anche la moda è più austera ed essenziale. Gli abiti si semplificano nel disegno, i tessuti sono più resistenti e il tailleur diventa la mise simbolo dell’epoca. La moda Sposa si adegua al nuovo corso. Il matrimonio tradizionale è un sogno lontano al quale molte rinunceranno. Alcune spose si arrangieranno a confezionare semplici abiti bianchi o dai colori pastello, economizzando al massimo sull’utilizzo dei tessuti, altre il vestito lo noleggeranno o se lo faranno prestare in famiglia.
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    Gli anni 50
    La guerra è definitivamente alle spalle. La voglia di rinascere dopo gli anni bui del secondo conflitto mondiale pervade di ottimismo un’intera generazione. Nella moda Chistian Dior lancia il New Look, per innovare, stupire, scandalizzare.
    Le linee severe del decennio precedente lasciano il posto ad un’immagine femminile dalla silhouette più morbida e seducente: il seno è alto, messo in risalto dallo stringivita (versione moderna del vecchio busto), la vita sottile, le gonne sono ampie, arricchite da vaporose sottogonne, la scollatura, generosa, lascia intravedere le spalle.
    La Sposa torna ad essere romantica, con bustini stretti, gonne ricche - realizzate anche con mussola di lino, marquisette e sangallo - che lasciano scoperte le caviglie su tacchi a spillo.
    Il matrimonio simbolo di quegli anni – siamo nel 1956 - è quello dell’attrice Grace Kelly con il Principe Ranieri di Monaco. Le “metrature” dell’abito da sposa, fra raso di seta, taffetas, tulle e velo antico di pizzo sono da capogiro: 25 + 25 per il vestito, oltre 100 per il velo!
    Torna la prosperità e l’abbondanza delle stoffe.
    Il matrimonio continua ad essere un evento privato all’insegna della tradizione, ma ancora per poco.

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    Gli anni del boom economico e demografico – i favolosi anni ’60 – segnano nella moda il ritorno della linearità e della semplicità, anche per l’abito da sposa che prediligerà i tagli geometrici alle vaporosità ed alle rotondità degli anni ’50.

    Nel 1968, l’avvento del femminismo e la rivoluzione sessuale cambieranno radicalmente il concetto di matrimonio: la donna è in corsa per l’emancipazione e l’affermazione di sé, in privato come nel lavoro, più libera di mostrare e di gestire il proprio stile.
    Gonne corte, calze a rete e tacchi alti, pantaloni a zampa d’elefante o palazzo.
    La minigonna – lanciata nel ‘68 da Mary Quant – dominerà tutta la moda degli anni ’70.

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    L’abito da sposa non ha più uno stile preciso, tutto è permesso. Il bianco non sarà l’unico colore del giorno del “Sì”, perché si tingerà di altre sfumature, come l’avorio e il panna. Gli orli si accorciano notevolmente ed il cappello diventa un’alternativa al più classico velo. Si sperimentano nuovi tessuti, lucidi e stretch, presi in prestito anche dalla “moda giorno”, arricchiti da ricami colorati e pailettes.
    Scorrono gli anni e le mode, si susseguono gli ’80, meglio noti come gli anni dell’edonismo reaganiano, i ’90, dell’individualismo e della ricerca di sé, fino ad oggi: la moda sposa è finalmente libera di “essere”, quello che desidera e sente di più la donna che dovrà interpretarla, indossando lo stile che meglio la rappresenta: il suo, unico ed inimitabile.

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    la sposa di primavera



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    Abito con pizzo di Jenny Packham

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    Fascia colorata per l'abito Eme

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    Ricami su tutto l'abito per un elegantissimo modello di Vera Wang.
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    Il bianco è sempre il protagonista, questo firmato Max Mara è luminoso.
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    I fiori sono perfetti per la primavera: donano vivacità all'abito con il colore senza essere eccessivamente vistosi, Atelier Aimée.
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    L'abito corto è quello più in voga per la primavera. Questo Elena Della Rocca disegna il punto vita e mette in risalto i fianchi.
    Abito-con-applicazioni-Pronovias_v_gdv
    Elemento di tendenza sono sicuramente le applicazioni in cristalli o Svarowski, come quelle di quest'abito Pronovias.

     
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    Arrivare al traguardo preparati

    arrivare-al-traguardo-preparati

    In pillole:
    Perchè sposarsi? La domanda può sembrare scontata, ma il primo passo verso una scelta così importante richiede che la coppia si interroghi in modo sincero e a cuore aperto sulle motivazioni e le aspettative di una vita insieme.
    Certo non si tratta di una scelta facile, dubbi e timori di fronte ad una decisone così impegnativa sono naturali e quasi necessari, ma allora perchè sposarsi? Il matrimonio, nonostante i profondi cambiamenti che ci sono stati nella vita sociale negli ultimi decenni, mantiene ancora oggi tutta la sua forza e il suo fascino.
    Pensando alla persona che si ama veramente, infatti, è impossibile non immaginare che possa essere "per sempre". Il matrimonio è il rito sacro che sancisce questa unione, il cui profondo significato simbolico va al di là della ragione e nel quale, nonostante tutto, l'uomo non ha mai smesso di credere.
    Ecco quindi che l'istituto del matrimonio continua ad avere successo, nonostante le molte difficoltà, proprio perché rappresenta il massimo gesto di amore e coraggio, ovvero una promessa che vale "per tutta la vita".
    Sposarsi significa prendere in maniera inequivocabile l'impegno di trascorrere il resto della vita accanto alla persona amata, di fronte alle persone a cui si tiene di più. Un gesto simbolico da vivere quindi assieme ai famigliari e alla comunità a cui si appartiene.
    Una scelta di vita che comporta sacrifici e rinunce, ma che permette la creazione della cosa più bella che ogni persona possa avere, ovvero una famiglia. Forse l'unico vero punto fermo in un mondo in cui molti valori si sono persi.



    I riti nel mondo

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    In pillole:
    Da tempo l'uomo, a tutte le latitudini, ha sviluppato riti, cerimonie e regole che sanciscono la formazione di una nuova famiglia. Andiamo a scoprire i riti matrimoniali nel mondo più diffusi ed interessanti.

    l matrimonio buddista
    Secondo la religione buddista il matrimonio non è necessario; la coppia può unirsi con rito civile (non obbligatorio) e stare insieme. Coloro che vogliono sposarsi possono farlo, magari per rendere partecipi parenti e amici. Si comincia recitando il capitolo Hoben e il Jgage, poi qualche minuto di Daimoku. In seguito gli sposi e i testimoni bevono tre sorsi di sakè da tre tazze, che significano le tre esistenze di passato, presente e futuro; poi i presenti esprimono i loro sentimenti liberamente o leggendo qualche brano e fanno gli auguri agli sposi. La cerimonia finisce con la lettura di tre Daimoku.
    Le tradizioni dell'Islam
    Secondo il rito musulmano, il Matrimonio è un vero e proprio contratto, tanto che viene fissata una somma che lo Sposo dovrà consegnare alla famiglia di lei in caso di divorzio: egli, infatti, secondo la religione islamica, può contrarre Matrimonio con più ragazze, fino ad un massimo di quattro mogli. Ci si sposa giovanissimi e con rito civile, con molto riserbo. Anche i preti islamici possono sposarsi e avere figli. Il Matrimonio musulmano è molto suggestivo, soprattutto per lo sfarzo delle vesti della Sposa, in cui il colore predominante è il rosso. La Sposa, adorna di gioielli d'oro massiccio e agghindata con tatuaggi all'hennè su mani e braccia, si recherà, al termine della Cerimonia, nella dimora dello Sposo, dove consumeranno insieme latte e datteri. I festeggiamenti, poi, andranno avanti anche per diversi giorni.
    Il rito induista
    Nella società induista il matrimonio è un'iniziazione, un passaggio dalla giovinezza alla vita di coppia. È importante che si svolga in un momento astrologicamente favorevole, infatti la data delle nozze è scelta dal sacerdote, il guru, che vaglia la posizione degli astri decidendo perfino il minuto in cui celebrare lo sposalizio. La sera prima delle nozze, la sposa organizza il Mehndi, una festa a cui partecipano le amiche più care e le donne più vicine alle famiglie: tutte si decorano mani e piedi con tatuaggi all'Henné. La mattina del grande giorno, gli sposi vengono massaggiati con unguenti profumati e detersi al canto di mantra propiziatori. Lo sposo arriva alla cerimonia accompagnato da familiari e amici e sono accolti dagli invitati della sposa. Il rito nuziale è celebrato da un monaco su un altare protetto da un baldacchino decorato di fiori. Quando gli sposi vengono dichiarati marito e moglie, gli ospiti lanciano una pioggia profumata di petali. Iniziano quindi i festeggiamenti con musica, danze e la speziatissima cucina indiana.
    Il matrimonio in Giappone
    Il rituale matrimoniale shintoista è molto suggestivo: gli sposi, con indosso due kimoni particolarmente fastosi, bevono ciascuno tre volte da una ciotola con dentro riso e sakè. In Giappone è diffuso un tipo di matrimonio combinato molto particolare: giunta all'età di circa 25 anni una ragazza prepara una sua scheda personale con studi, aspirazioni lavorative, preferenze e hobbies e la inoltra in giro tramite colleghi di lavoro, parenti, amici e agenzie matrimoniali. In questo modo può venire contattata da giovani in cerca di moglie con i quali stabilirà un primo incontro.

     
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    Abiti da sposa senza spalline da Anna Maier Ulla-Maija Primavera 2012

    Abiti da sposa senza spalline possono essere cliché e prevedibili, in particolare per i matrimoni chiesa formale. Ma quando in coppia con dettagli e ricami drammatici stravagante, lo stampino abiti da sposa fidanzata si trasformano in vere e proprie opere d'arte. Primavera Ana Maier Ulla-Maija couture del 2012 collezione da sposa è un esempio perfetto di questo. Designer Carlo III Bunstine riavviato la sposa Ulla Maija line e mi piace quello che ha fatto con essa, ogni abito è studiato accuratamente, pintucked, e abbellito per creare una vestibilità impeccabile e un look da sposa che nessuno dimenticherà. Quindi, se siete stanchi di vedere gli stessi abiti da sposa antichi senza spalline, date un'occhiata a questa raccolta - avrai sicuramente trovare qualcosa che susciti in più creativo di design abito da sposa.

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    Di raso ricchi, infila la gonna del vestito da sposa integra il ricamo floreale sul corpetto tesoro.

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    Discreta, unembellished, ma lontano dal indesiderati, questa pieghettati abito da sposa più livelli fa una dichiarazione con la sua texture audace e volume.

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    E 'bello vedere un abito semplice colonna in mezzo a tutti questi ballgowns voluminosi. Abiti da sposa in pizzo sono tornati alla grande in questa stagione, e non si può andare male con un dolce, abito da sposa classico come questo.

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    Mi piace come questo abito da sposa in raso brilla, il colore sembra quasi come l'argento, non credi? Il cinturino asimmetrica è abbastanza inusuale, ma cade dalla parte ed è ornato da fiori origami a cascata verso il basso il corpetto.

     
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    Come scegliere l’abito da sposa per il matrimonio civile

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    Sono sempre più numerose le coppie che tra matrimonio civile o religioso preferiscono il Comune e sempre più spose, quindi, che si chiedono come scegliere l’abito giusto per un matrimonio civile. In linea di massima, il matrimonio civile è meno soggetto ai formalismi della cerimonia religiosa, in pratica è possibile concedersi più libertà, ma sempre nel rispetto del galateo delle nozze e del buon gusto generale.

    Matrimonio civile o matrimonio religioso? Se avete scelto la prima opzione e celebrerete le vostre nozze in una delle tante meravigliose location di matrimonio sparse per la Penisola, vi sarà utile qualche consiglio su come scegliere tra i tanti abiti da sposa disponibili in commercio.
    In passato, per il matrimonio civile era ammesso soltanto il tailleur color pastello, oggi fortunatamente la scelta è molto più ampia e le spose possono optare per un tubino chic e minimal ma anche per il vero e proprio abito da sposa. A differenza della cerimonia religiosa, sono ammessi abiti da sposa colorati, oltre ai classici bianco e avorio, come per esempio nelle varie tonalità di celeste, del verde, del rosso, del blu.
    L’abito da sposa per il matrimonio civile può anche essere anche corto, ma preferibilmente nel caso le nozze si svolgano di mattina, mentre per la sera è concesso, ed è più adatto, un elegante abito da sposa lungo. Anche nelle scollature la sposa ha più libertà, ovviamente senza eccessi per essere elegante. Ricordatevi poi che, se si tratta di seconde nozze, il bon ton non ammette l’abito bianco né il vestito da sposa tradizionale.

     
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    Il vestito da sposa: che sogno!
    Tony Ward


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    Una sposa elegante e pura vestita di un abito bianco ricamato... che romanticismo immaginare il proprio matrimonio! Guardate con noi gli abiti più belli e preziosi per una sposa perfetta direttamente dalle passerelle di Alta Moda.

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    Elena della Rocca, Collezione Primavera 2012

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    Elena della Rocca, Collezione Primavera 2012

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    Elena della Rocca, Collezione Primavera 2012

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    Elena della Rocca, Collezione Primavera 2012

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    Renato Balestra, Collezione Primavera 2012

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    Giada Curti, Collezione Primavera 2012

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    Giada Curti, Collezione Primavera 2012

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    Giada Curti, Collezione Primavera 2012

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    Giada Curti, Collezione Primavera 2012

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    Gattinoni, Collezione Primavera 2012

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    Gattinoni, Collezione Primavera 2012

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    Gattinoni, Collezione Primavera 2012

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    Gattinoni, Collezione Primavera 2012

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    Gattinoni, Collezione Primavera 2012

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    Jack Guisso, Collezione Primavera 2012

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    Fausto Sarli, Collezione Primavera 2012

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    Fausto Sarli, Collezione Primavera 2012

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    Fausto Sarli, Collezione Primavera 2012

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    Fausto Sarli, Collezione Primavera 2012



     
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