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Lucio Dalla

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  1. Lussy60
     
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    Lucio Dalla: "In questa città
    deve scattare una scintilla"


    Bologna, 10 settembre 2010. DELLA SITUAZIONE politica della ‘sua’ Bologna, Lucio Dalla preferisce non parlare. E alla domande su primarie all’interno del Pd e amministrative 2011 per la conquista di Palazzo D’Accursio, taglia corto: «Questi politici non li conosco, non posso giudicare, spero che ce ne sia qualcuno buono». Nessun nome esce dalla sua bocca, nessun partito viene menzionato. Exploit del ‘Cev’, ritiro di Mazzuca, strategie Pdl-Lega: su nulla e nessuno l’artista si esprime.

    Ma da osservatore commenta comunque che nella città felsinea, l’aria che tira, più che incandescente «è stantia. Bisogna aspettare che le cose si muovano — sintetizza — , mi sembra una città ferma nelle proposte, nelle iniziative, nelle idee. Ciascuno di noi dovrebbe avere il contatto con le reali esigenze della città, che certamente un tempo era all’avanguardia su molti fronti».

    Intanto, lui, il suo contributo lo darà martedì al Parco Nord dove approderà con Work in Progress, il tour partito da Firenze lo scorso 30 giugno con Francesco De Gregori. È contento di esibirsi a Bologna, «dove non faccio concerti da un po’ e che in ambito musicale, a parte Ligabue nei giorni scorsi, è un po’ ferma». Ma lui, puntualizza, nella sua città porterà uno spettacolo, fatto di un repertorio di una trentina classici suoi e di Francesco (da Il Gigante e la Bambina a Rimmel) e di alcune rielaborazioni inedite, tra cui Gigolo. Con De Gregori, Dalla si esibisce a tre decadi di distanza da Banana Republic, la tournée-evento (con relativo disco dal vivo) del 1979.

    Da dove nasce questo nuovo sodalizio con De Gregori?
    «Non è che tutte le cose devono avere un significato. Con Francesco non ci vedevamo da tempo. Poi, a giugno 2009, ci siamo esibiti insieme in occasione del 150esimo anniversario della battaglia di Solferino. Lì, mi è venuta l’idea, senza nessun perché, se non per il puro piacere di fare musica insieme. E l’idea ha funzionato. Sono contento di essere con lui a Bologna».

    E a Bologna sarà anche il giorno dopo, mercoledì, alla libreria Coop Ambasciatori, come battitore per l’asta dei vinili del poeta Roberto Roversi, con cui ha avuto una lunga collaborazione (dal 1974 al 1977) concretizzatasi in tre album, Il Giorno aveva cinque teste, Anidride Solforosa, Automobili.


    Che rapporto ha con Roversi?
    «Con lui ho fatto canzoni di grande livello, che hanno un valore storico. Quella dell’asta è una proposta ricevuta per il lavoro svolto insieme. Ho accettato per la ragione sociale dell’iniziativa (il ricavato della serata, organizzata con la cooperativa Manifesta, sarà destinato all’associazione Piazza Grande e al fondo per le iniziative culturali dell’Aquila, ndr), per omaggiare Roversi e anche perché mi piace il vinile, che mi ricorda i tempi in cui in cui il disco era più importante di adesso, c’era molta attenzione per il contenuto».

    Che cos’è la poesia? E’ una forma di espressione ancor oggi compresa?
    «La poesia è importante. E’ importante che ci sia, indipendentemente dal fatto che venga riconosciuta o meno. E’ un atteggiamento rispetto alla vita».

    Lei comporrà la colonna sonora di ‘Ameriqua’, storia di uno squattrinato ragazzo americano in giro per l’Italia, scritto e interpretato dal giovane Bobby Kennedy, figlio di Robert, a sua volta terzogenito del senatore assassinato nel 1968 a Los Angeles. Cosa l’ha convinta di questa operazione?
    «Beh, sono amico dei Kennedy, poi ho scoperto che Bobby è bravo e soprattutto gran parte della storia è ambientata a Bologna, che è sempre la mia città, per quanto io ci stia poco».

    Cosa manca ai giovani di oggi?
    «La curiosità, che è più per il gossip».

    Torniamo alla politica. La gente è delusa.
    «La gente è delusa da questa politica, ma non è detto che sia questa la politica».

    Come vorrebbe vedere Bologna tra dieci anni.
    «Vorrei una città che dà più valore alla comunicazione vera, in cui sussiste uno scambio tra le cose del mondo e le nostre. Vorrei che scattasse una scintilla, che la gente stesse meglio, senza noia, con meno volgarità, più curiosità, più voglia di leggere, più cinema. Non solo per divertirsi, ma per crescere meglio».


     
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33 replies since 3/6/2010, 17:49   8187 views
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