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FIORI VELENOSI...

tutto quello che c'e da sapere...specie..

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    piante e fiori velenosi


    Helleborus viridis Pianta velenosa
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    noto anche con il nome di Elleboro verde o Elleboro falso, velenosa, emana un odore fetido, spontanea dei luoghi cespugliosi ed erbosi dalle zone collinari fino a quella alpina al martgine dei boschi, pianta erbacea perenne rizomatosa alta 20-50 cm, ha grandi foglie basali, presenti fino alla cima degli scapi florali come brattee, pedate divise cioè in 3 segmenti principali, di cui il mediano libero e intero mentre i 2 laterali sono al loro volta divisi in segmenti lanceolati, i fiori odorosi, sono grandi di colore verde o rossiccio, con sepali patenticon fioritura invernale-primaverile i frutti sono follicoli oblunghi, uniti alla base in gruppi di 3-8 e muniti di rostri, contengono numerosi semi di forma allungata. Il suo decotto è un potente veleno.




    Solanum dulcamara
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    Dulcamara (Solanum dulcamara) - Famiglia Solanacee
    Appartenente alla numerosa famiglia delle Solanacee, la dulcamara è una pianta erbacea perenne che cresce nei boschi umidi, lungo corsi d’acqua, nelle siepi, vicino alle abitazioni umane e ai ruderi. È una pianta alta fino a 2 m , dotata di un fusto legnoso nella parte basale, che si avvolge a qualunque tutore. Fiorisce da giungo a settembre con fiori di color violaceo, riuniti in pannocchie laterali, generalmente pendenti e con gli stami di colore giallo. Le bacche mature sono di colore rosso e di forma ovale. Se ingerite hanno dapprima un sapore dolce e poi amaro (da cui il nome dulcamara); le bacche immature, di colore verde, sono più tossiche di quelle mature. Come per le altre specie appartenenti alla famiglia delle Solanacee, il quadro clinico tossicologico è determinato dal contenuto in solanina




    Aconito
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    (Aconitum napellus) - Famiglia Ranuncolacee
    È una pianta spontanea perenne, alta fino ad un metro e mezzo. Diffusa nelle regioni montagnose, cresce bene sia sui terreni umidi dei boschi di collina, sia sui terreni concimati nei dintorni di stalle o letamai dei pascoli montani.
    È una pianta molto bella la cui fioritura si verifica fra luglio e settembre con fiori a forma di elmo, generalmente di colore blu scuro. Numerose sfumature dei colori che variano dal blu al giallo sono possibili, risultato delle varietà ottenute dai vivaisti. Attenzione particolare deve essere fatta alle radici tuberose e profondamente sotterranee, occasionalmente confuse con quelle delle rape o di altre commestibili.
    Tutte le parti della pianta e in particolare le radici sono tossiche per il contenuto in alcaloidi, il principale dei quali è l’aconitina.
    Se parti della pianta vengono ingerite, immediata è la comparsa del prurito che dalla bocca si estende a tutto il volto, seguito da sensazione di freddo, sudorazione, dilatazione delle pupille, vomito, diarrea sanguinolenta e grave affaticamento. A volte si sono avuti intossicazioni e fenomeni irritativi locali solo tenendo un mazzo di questa pianta nelle mani, perchè i principi attivi vengono assorbiti anche attraverso la pelle.
    Casi di avvelenamenti del bestiame sono stati riportati anche dalla medicina veterinaria.
    A dimostrazione della pericolosità del veleno contenuto nella pianta, si ricorda che anticamente in India le punte delle frecce venivano intinte con il succo delle radici.









    Adonis Annua

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    Curiosità: Il suo nome comune è anche “Fior d’Adone” e deriva da una triste leggenda: Afrodite, innamorata di Adone, lascia Ares: questi, per vendetta, lo fa sbranare da un cinghiale. Dal sangue sgorgato dalle ferite sarebbe nato il fiore. Il Negri, nel suo "Erbario figurato", riporta che i fiori contengono alcaloidi e glucosidi ad azione cardiotonica e diuretica. Sono i medesimi presenti nella specie Adonis vernalis a fiori gialli fortemente tossica, ma il loro effetto è da 150 a 200 volte meno intenso.

    Habitat: Cresce nei campi di cereali di tutta Italia, dalla pianura fino ai 1300 metri di quota: in agricoltura è considerata infestante. Predilige terreni sciolti o smossi dalle lavorazioni agricole, leggermente calcarei e assolati.

    Descrizione: E’ una pianta erbacea annuale, alta fino a una quarantina di centimetri, con il fusto erbaceo ramificato; le foglie sono di aspetto piumoso, finemente incise in lobi stretti, di colore verde brillante. I fiori, dai petali ovali rosso scarlatto lucente con una macchia nera alla base, che si spalancano al sole all'apice degli steli, sono inconfondibili. Frutti sono capolini cilindrici compatti, formati da piccoli semi lucenti a forma di piccolo uncino con la base ingrossata. Proprio la forma dei semi è il carattere che distingue questa specie dall’altra assai simile che è Adonis aestivalis.






    Atropa Belladonna

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    Descrizione: erbacea cespugliosa, con fusti eretti alti fino a 180 cm, le foglie sono alterne acuminate all'apice.i fiori penduli, tubuloso- campanulati, violacei o brunastri soffusi di giallo all'interno. La bacca è nera e lucente a maturità


    Dove si trova: è in tutto il territorio e la si può trovare anche nei vasi visto che fa una notevole quantità di fiori

    Fioritura: da giugno a settembre
    Parti che si possono utilizzare: foglie, radici

    Proprietà:sedative del sistema neuro-muscolare, sedative


    Curiosità: l'uso farmaceutico è destinato solo ai medici visto che è una pianta assolutamente velenosa.
     
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    Tromboni d’angelo, tra i fiori più velenosi

    tromboni-dangelo

    I tromboni d’angelo rientrano di diritto nella lista dei fiori più velenosi con i quali possiamo arredare naturalmente il nostro giardino. La loro bellezza è però così intensa che rinunciare a loro per tal motivo sarebbe uno spreco.

    Conosciuti anche sotto il nome di brugmansia e per essere una particolare “qualità” di datura, questi fiori sono caratterizzati da un fusto legnoso alt alcuni metri e da colori davvero spettacolari. Già solo partendo dalla fioritura abbiamo a che fare con fiori grandi e penduli, i cui colori variano dal giallo al crema fino ad arrivare al rosa ed al rosso. Se poi aggiungiamo al quadro generale le capsule lisce dei frutti e le foglie comunemente grigioverdi, otteniamo un risultato incredibilmente affascinante. E che dire del profumo di vaniglia che emanano?



    A tutta questa bellezza corrisponde però un difetto: i tromboni d’angelo sono dei fiori velenosi il cui utilizzo, se si hanno animali domestici che potrebbero esserne attratti o dei bambini, deve essere ben pensato. Ad un impatto scenografico molto intenso si accompagna infatti una certa pericolosità e nel caso di questa pianta sono i semi a rappresentare il vero pericolo. Ci chiediamo perchè al pari della datura non vengano considerati popolarmente “erba del diavolo”. Ad ogni modo i fiori di brugmansia sono perfetti per arredare il giardino, soprattutto se puntate su qualcosa che sia appariscente ma al contempo delicato, da osservare con attenzione e cautela.

    I tromboni d’angelo venivano utilizzati come allucinogeni ai tempi dei maya ed ora sfruttati nella medicina ma in dosi infinitesimali contro l’asma e le malattie respiratorie. Non è la prima volta che un fiore velenoso trova applicazione terapeutica. Ma un conto è lavorare su infinitesime parti d’estratto ed un conto è ingerire qualcosa di appartenente ad una pianta velenosa. Non stupitevi quindi che il siano conosciuti in alcuni luoghi come le “trombe della morte”.

    fonte:http://www.pollicegreen.com/

     
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1 replies since 22/9/2010, 13:32   837 views
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