Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

House

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    House


    « Not everyone can understand house music: it's a spiritual thing, a body thing, a soul thing »
    (Eddie Amador)


    La House music è un genere di musica dance nato nelle discoteche di Chicago e New York nella prima metà degli anni ottanta e fortemente influenzata dalla disco music e da elementi del soul e funk dei tardi anni settanta.


    Il nome house music deriva dal locale di Chicago Warehouse club, in cui il resident dj Frankie Knuckles suonò per la prima volta dischi house a inizio degli anni ottanta. È diffusa anche una seconda teoria, priva però di fondamento, secondo la quale il termine "house" è nato per indicare che quel tipo di musica può essere registrata e prodotta "in casa".



    Caratteristiche strutturali del genere
    Il genere è caratterizzato da una metrica tendenzialmente in 4/4 con cassa in battere su ogni quarto, arricchita talvolta da figurazioni ritmiche più elaborate. Una presenza fissa è lo "snare" (rullante) sui battiti pari e un "hat" (piatto) in controtempo, per accompagnare giri di basso in una o due battute. Il basso può essere acustico, elettrico o anche sintetico. Questa sezione ritmica fa da base per la parte melodica che è composta diversamente a seconda dei generi ma che ha elementi comuni come la presenza di semplici fraseggi melodici di pianoforte, chitarra acustiche o elettriche funky o jazz, complessi assoli di fiati e cordofoni e linee vocali con influenze funk e soul. La frequenza metronomica è tipicamente di 105/110 bpm con punte di 130/132. In media le canzoni house sono suonate intorno ai 125 bpm.


    La stesura di un pezzo house inizia quasi sempre con un "introduzione" composta dai soli suoni di batteria, che culmina in una pausa fatta di soli "pad" (in italiano detti "tappeti armonici": suoni elettronici di accompagnamento), fino a giungere al tema principale, con le sue variazioni. Segue poi pausa di lunghezza maggiore respiro ed infine un nuovo tema centrale (magari ripetendo piu volte il ritornello) e una coda per chiudere il pezzo. L'introduzione e la coda sono parti fondamentali perché permettono ai Dj di mettere due pezzi in sequenza senza che il pubblico possa avvertire il cambiamento.



    Le origini
    L'house music nacque come sviluppo naturale della disco music. I pionieri del nuovo genere musicale furono i dj Frankie Knuckles, Larry Levan e Nicky Siano, che agli inizi degli anni settanta dalla console del Gallery di New York furono i primi a sperimentare nuove strade musicali come il "beat matching", che consiste nel portare allo stesso "tempo" due dischi suonati consecutivamente, per poi passare dall'uno all'altro facendo proseguire la musica senza soluzione di continuità.


    Un'altra importante innovazione del Gallery fu quella di utilizzare una console munita di tre piatti: i primi due utilizzati per i dischi mentre il terzo permetteva di inserire nelle canzoni effetti e suoni scelti dal dj.


    Nel 1976 Levan decise di acquistare un garage al N°84 di King Street, e di iniziare ad organizzare al suo interno serate danzanti animate dalla sua musica e da quella di Knucles. Il garage venne chiamato paradise garage e diventò uno dei più importanti locali di New York. Al suo interno Levan e Knuckles misero ulteriormente a punto le loro capacità di dj, suonando set di musica disco caratterizzati da una forte componente sessuale e trasgressiva.


    Nel 1977 Knuckles si trasferì a Chicago, diventando dj del Warehouse. Negli anni successivi il suo modo di mixare i dischi con pattern di drum machine, e vocalizzi soul ottenne sempre maggior successo e iniziò ad essere imitato. La nascita ufficiale del genere si può convenzionalmente far risalire al 1984, quando la casa discografica Imports Etc di Chicago iniziò a vendere dischi con la denominazione di "musica house". Fra i primi dischi pubblicati dal'etichetta, oltre a Your Love del già citato Knuckles, vanno citati anche "On and On" di Jesse Saunders (il primo disco house ufficiale della storia[5]) e "Set It Off" di Walter Gibbons.


    Nel 1986 Larry Heard lanciò "Can you feel it" (pubblicata poi nel 1988), che aprì il filone deep house della quale Chicago si stava facendo portavoce. Un altro dei nomi storici della house di quel periodo fu Lil Louis, che nel 1987 pubblicò French kiss, uno dei più grandi successi della storia della musica house[6] che gli valse un contratto discografico con la Epic. Altri grandi successi di quegli anni furono “Music is the key” di Steve Hurley, “Move your body” di Marshall Jefferson e “Jack the bass” di Farley Jackmaster Funk.


    Il sintetizzatore Roland TB-303Sempre nel 1986, un altro disc-jockey di Chicago, DJ Pierre, inventò l'"acid house", un tipo di house costruita attorno alle ritmiche del sintetizzatore Roland TB-303. Il primo singolo del nuovo genere fu nel 1987 Acid Tracks dei Phuture (di cui DJ Pierre era membro), a cui seguì nel 1988 Dream Girl di DJ Pierre che sarà il singolo di maggior successo dell'acid.



    Il successo in Europa e l'evoluzione del genere
    In Europa la musica house iniziò a diffondersi già dal 1986 in Inghilterra rimanendo però confinata alla scena underground. Nel frattempo anche a Ibiza, già nota da fine anni settanta per la sua vita notturna, il nuovo suono di Chicago si era diffuso in numerose discoteche come l'Amnesia, dove veniva suonato in party all'aria aperta e accompagnato dall'assunzione di Ecstasy, droga che divenne simbolo delle discoteche.


    L'anno chiave per l'esplosione dell'house in Inghilterra fu il 1987 quando dj come Paul Oakenfold e Danny Rampling importarono il suono di Ibiza nelle discoteche britanniche, in particolar modo a Londra (Shoom) a Birmingham (Heaven il Future, Spectrum e il Purple Raines) e Manchester (Hacienda). L'anno seguente la moda dell'acid house, e con essa il consumo di ecstasy, si diffuse a macchia d'olio in tutto il paese diventando un vero e proprio fenomeno culturale giovanile. Uno dei tratti caratteristici di questa "Second summer of love" (come fu definita dai mass media) furono i rave party, manifestazioni musicali molto spesso illegali organizzate all'interno di aree industriali abbandonate o in spazi aperti, che divennero in breve tempo un problema di ordine pubblico nella rigida Inghilterra dell'epoca Thatcher. Nonostante l'origine dei rave party illegali sia avvenuta all'interno della scena house, negli anni successivi la musica ascoltata all'interno di essi è diventata la techno con i suoi sottogeneri, mentre la house ne è stata esclusa.


    In Italia la musica house arrivò ufficialmente nell'autunno del 1988, con pezzi come Jack to the sound of the underground degli Hit House o Get real di Paul Rutherford che si inserirono ai vertici delle dance charts. L'anno seguente poi nacque una vera e propria scena house italiana (definita "spaghetti house") da cui arrivarono numerosi successi internazionali come Ride On Time di Black Box, Numero Uno di Starlight Sensation e Touch Me di 49ers, 1989).


    Nei primi anni novanta la house si diffuse in tutta Europa, dando vita a una serie di sottogeneri fra cui l'eurodance che in breve tempo supererà come successo commerciale e di pubblico la house "classica". Brani come Rhythm is a Dancer degli Snap!, "Please Don't Go" di Double U e "What is Love" di Haddaway segnarono l'ascesa nelle classifiche del nuovo genere. La house "classica" continuò ad essere proposta in alcune discoteche guadagnandosi un numeroso gruppo di proseliti. In questo periodo infatti le discoteche iniziarono a "specializzarsi" in un certo tipo di musica dance (commerciale, techno, house), attirando al loro interno una determinata fascia di pubblico appassionato del genere.


    Altri importanti sottogeneri nati in questo decennio sono la Garage house, diffusa soprattutto negli USA e caratterizzata da un minore uso di suoni elettronici e da una maggiore melodicità, la Latin house, nata dall'unione tra house music e sonorità latino americane, il Revival cioè la rivisitazione di vecchi pezzi Disco, ma anche di altri generi, in chiave House, l'Electro house caratterizzata da un maggior uso del sintetizzatore e di suoni elettronici, e la French house, che unisce influenze funky e suoni elettronici, portata al successo da Daft Punk, Stardust (Music sounds better with you), Cassius, Bob Sinclar e Modjo (Lady).


    Nei primi anni 2000 l'house assurge a vera e propria musica da tormentone prendendo il ruolo avuto fino ad allora dall'eurodance che iniziava a perdere colpi[citazione necessaria]. Si comincia con "Crying at the discoteque" degli Alcazar, e seguono pezzi come "Gimme fantasy" di Gianni Coletti, "The weekend" di Michael Gray, fino alla recente "World hold on" di Bob Sinclar.
     
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