Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

NATALE...nel mondo...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Natale In Africa

    presepe1

    Il Natale in Africa offre un vasto panorama di contaminazioni tra le tradizioni europee e quelle del Continente Nero.

    In Nigeria, per esempio, le religioni diffuse sono tante e solo la parte cristiana della popolazione festeggia la Natività; dato il clima, alberi e focolari non sono una caratteristica del Natale nigeriano, ma esiste la tradizione di far vista ai parenti e il cenone della Vigilia.

    In Kenya il Natale ha due elementi predominanti: il nyama choma, un arrosto di capra molto in voga per le feste, e i tantissimi fiori con cui vengono addobbate le case le strade e gli alberi di Natale.
    In occasione della natività i bambini Kenyoti girano per le case come per Halloween alla ricerca di doni.

    L'Egitto è un paese mussulmano, ma a partire da un periodo recente sono comparsi i primi alberi di Natale.
    I festeggiamenti iniziano il 25 di Novembre ma sono molto diversi dai nostri; infatti si digiuna per 40 giorni fino al 6 di Gennaio in cui per festeggiare si fanno grandi mangiate di fatta, un piatto a base di carne e di riso.

    In Ghana, seppur non predominante, la tradizione cristiana è più diffusa e il Natale viene festeggiato con processioni religiose e tanta musica.
    Esiste anche la tradizione dell'albero ma naturalmente vengono utilizzate piante autoctone come, per esempio, il mango.
    Per quanto riguarda i piatti tradizionale delle feste questi sono generalmente a base di riso, pollo, agnello e frutta.

    In Sudafrica fa troppo caldo per sentire una vera atmosfera natalizia, quindi magari si approfitta delle feste per andare al mare.

    Nello Zimbabwe è invece più sentito, il Natale viene chiamato Kisimusi e conserva la tradizione dei regali ai più piccoli e dei cenoni a base di carne, verdure e dolci attorno ai quali si riuniscono le famiglie.





    natale in asia


    INDONESIA_-_1227_-_Natale

    hongkonglights


    Ad Hong Kong il Natale fa rima con WinterFest, un mese intero di bulimia festaiola (dal 30 novembre al 1 gennaio) che trasforma la capitale orientale in una sorta di città-presepe dove le vere protagoniste sono le luci. Il fitto calendario di appuntamenti della kermesse coinvolge i distretti centrali della città (Central, Causeway e Tsim Sha Tsui), tra abeti alti oltre 35 metri, corsi ornati con vischio, performance di strada, grattacieli decorati con figure natalizie.



    SantaChristmasAngelofPeace1999_jpg

    Tutte le civiltà celebrano il Natale delle proprie divinità ed il ciclico rinnovarsi del tempo; molto spesso queste ricorrenze prevedono momenti di riunione familiare e d'integrazione dell'intero gruppo sociale, coesione che il più delle volte si realizza in sontuosi pasti collettivi, alla preparazione dei quali concorrono le donne di tutto il vicinato. La festa più importante del lunario cinese è il Capodanno, che cade intorno al 28 gennaio del calendario solare. I festeggiamenti durano una settimana, e comportano vari fuochi, scambi di doni e riti propiziatori che coinvolgono soprattutto i bambini, i quali affidano al nuovo anno i migliori propositi mettendo sotto il cuscino un sacchettino rosso. È di antica memoria l'idea che vuole che ogni cosa, animata o inanimata, sia provvista di uno spirito proprio; nelle famiglie tradizionali, dunque, particolare riguardo sarà rivolto alle innumerevoli divinità che governano la vita quotidiana, dal dio delle pignatte e delle padelle a quello dei coltelli, geni che garantiscono il funzionamento e facilitano l'uso dei vari oggetti.


    La gerarchia implicita in questo complesso mitologico dà al dio della cucina e del focolare un posto di assoluta preminenza e non vi è casa in cui, rintanata in una nicchia scavata sopra il camino, non vi sia una sua immagine. Alla fine dell' anno, la sacra effige, ormai annerita dal fumo degli incensi, viene bruciata; con questo atto, si segna il momento in cui il dio sale in cielo, al cospetto della divinità suprema, per fare il resoconto circa vizi e virtù di tutti i membri della famiglia. Allo scopo di conquistarne l'indulgenza, gli si rivolgono offerte alimentari e si allestiscono pasti nel segno dell' abbondanza. Affinché nel suo rapporto annuale sia dolce nei confronti dei familiari di cui conosce ogni recondito aspetto dell' animo - dall'alto del suo canto, sul camino, veglia notte e giorno sulla casa ed i suoi abitanti - , gli si offrono dolci mielati, ma, se si teme che possa parlare a sproposito, magari rivelando qualche peccato che il dio sommo non gradirebbe, sarà bene rimpinzarlo di dolci collosi e compatti, che gli impediscano di aprir bocca. In tal caso, potrà soltanto annuire col capo alle domande rivoltegli e dare così l'impressione che tutti si siano comportati per il meglio. Tra i tanti piatti che colorano la mensa d'inizio anno (come i nidi di rondine o i bachi da seta fritti) si nota la testa di maiale intera semplicemente bollita, accompagnata da salse speziate e agrodolci. L'eccezionalità della preparazione è sottolineata dal fatto che solitamente carni e verdure si presentano in tavola tagliate a pezzi e mai interi. In questo caso, è l'interezza della vivanda a marcare la differenza tra tempo ordinario e quello festivo, separazione ugualmente suggerita dalla presenza dei pani ricchi. I nomadi tibetani preparano per la stessa ricorrenza un pane intrecciato composto di quattro rotoli di pasta fritti nell' olio che, con il suo colore dorato, è considerato un alimento di lusso, simbolo di prosperità: esso ha il potere di allungare la vita a chi lo assaggi. Anche in Giappone si attende il Capodanno per stare insieme. Al contrario di quanto accade in Occidente, gli ultimi giorni dell' anno si dedicano alla famiglia. Infatti, se ormai tutti i giovani, specie nelle città, festeggiano il Natale secondo l'uso statunitense (anche qui non manca la corsa agli acquisti, la calza di Santa Klaus e gli alberi dalle luci colorate), il Capodanno è festa sia civile che religiosa. Qui la ricorrenza è anticipata di circa un mese (rispetto alla Cina), così da farla coincidere con la fine dell'anno solare. L'ultima notte di dicembre è d'uso recarsi al tempio (la tradizione riguarda sia la religione buddista che quella scintoista), dove, a turno, si batte una grossa barra metallica posta in una struttura all'interno del giardino sacro. La casa viene addobbata con festoni e decorazioni di bambù e rami di pino che servono a tenere lontani gli spiriti maligni; esse vengono disposte davanti alla porta d'ingresso, sui due lati.

    Al mattino del primo dell'anno si indossa il kimono più bello per recarsi di nuovo al tempio, dove si lanciano dei soldi in un' arca di legno e si prega dio perché conceda un nuovo anno ricco di felicità. In casa, più tardi, ci si riunisce per partecipare al pranzo "più rumoroso": la pietanza servita in quella ricorrenza consiste infatti in tagliolini che vanno tradizionalmente trangugiati con grande rumore per dimostrare quanto siano apprezzati. Questo piatto, conosciuto come soba, è tipico del Capodanno, tanto che, secondo un detto popolare, mangiare la soba equivale ad entrare nel nuovo anno. Il dessert è una sorta di budino preparato con degli azuki (fagioli di soia) bolliti a lungo e zuccherati, nel quale si intingono i caratteristici mochi, palline di riso bianco presenti sempre sulla mensa festiva. Per il divertimento dei bambini, si modellano i mochi a forma di omini di neve, e li si dota di una testa fatta con un' arancia. Il periodo di vacanza termina il 7 gennaio (come in Europa). In quel giorno, ci si prepara a riprendere il ritmo di sempre con un pasto estremamente sobrio: il riso delle sette erbe. Si tratta di un riso bianco bollito con sette erbe selvatiche, tra cui primeggia il daikon. Questo piatto offre l'occasione per trascorrere una giornata in campagna, alla ricerca degli ingredienti per prepararlo, ma sono sempre più numerosi quanti preferiscono sostituire le erbette e le radici della tradizione con sette diverse verdure da acquistare più comodamente in città.



    Edited by Lussy60 - 11/10/2011, 14:23
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    natale in spagna

    spa005

    Dice un proverbio spagnolo: "Presepe fai, pane mangerai". Infatti anche in Spagna il rito del presepe é sentito profondamente. A dare impulso alla tradizione del presepe in Spagna furono gli italiani, ma anche gli spagnoli divennero veri e propri artisti in questo campo. E' famoso il presepe " Salzillo" che si può ammirare nel museo di Murcia, ed é composto da ben 556 statuine.


    spa002

    Nei villaggi andalusi si fanno dei presepi viventi per aiutare le famiglie povere; chi si reca a visitare il presepe lascia qualcosa, pollame,coperte e varie altre cose per permettere alla povera famiglia di trascorrere un Natale tranquillo. Un'altra bella usanza spagnola é quella di accogliere alla propria casa, la notte di Natale, un neonato povero al quale la famiglia avrà comperato o fatto con le proprie mani un corredino nuovo. I canti spagnoli sono diversi da regione a regione, si chiamano villancicos ed il ritmo dominante é il flamenco. I bambini aspettano doni dai Re Magi. I bambini delle campagne lasciano dietro la porta di casa le pantofole riempite di biada per i cammelli dei Magi che lasceranno i doni. Un'altra tradizione spagnola é quella di vestire da vescovo un ragazzo al quale vengono affidati pieni poteri dal 6 al 28 dicembre. In questo periodo il piccolo vescovo avrà onori e acclamazioni. I dolci natalizi spagnoli tipici sono il marzapane, una specie di pasta mandorlata, ed il torrone.


    spa001

    Una volta, nei Pirenei le massaie preparavano dei panini speciali a forma di sassi, li coronavano di alloro e li facevano benedire il 25 dicembre in memoria della lapidazione di S. Stefano. In Portogallo tutti assistono alla Messa di Mezzanotte e, all'uscita, i datori di lavoro offrono ai loro dipendenti marroni arrostiti ed innaffiati di vino. I ragazzi preparano delle fiaccole di faggio, tasso e ginepro con le quali si recano alla Messa in processione e le spengono solo all'arrivo in chiesa. Nelle prime ore del giorno di Natale, le famiglie portoghesi consumano la consoada. Il ceppo arde nei camini ed anche nei cimiteri, perché le credenze dicono che le anime dei defunti girovagano la notte di Natale. La tavola infatti resta apparecchiata per i defunti.

    spa006

    I bambini ricevono i regali quando ormai le festività natalizie sono terminate ed esattamente il 6 gennaio, la festa che noi chiamiamo Epifania in cui si festeggiano los Rejes Magas, ovvero i Re Magi.



    Edited by Lussy60 - 11/10/2011, 15:02
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Administrator
    Posts
    653

    Status
    Offline

    Natale In Svezia

    sve005

    Il 13 dicembre in Svezia, non é un giorno come tutti gli altri: é santa Lucia, grande festa in tutto il paese.

    sve006

    La storia di questa santa ravviva le lunghe serate invernali. Lucia fu una delle prime cristiane, in un periodo in cui i discepoli di Gesù erano ferocemente perseguitati ed erano costretti a nascondersi per pregare. Si ritrovarono perciò nelle catacombe e, di notte, Lucia portava loro di nascosto qualcosa da mangiare. Per vedere meglio la strada al buio e, allo stesso tempo avere le mani libere per trasportare cibi e bevande, Lucia si metteva in testa una corona di candele accese. Un giorno i soldati dell'imperatore di Roma la catturarono e la uccisero, ma le sue buone azioni non furono dimenticate; la Chiesa la proclamò Santa. Spesso i giovani svedesi cominciano a preparare la festa di Santa Lucia il 12 dicembre, cucinando panini e biscotti di zenzero.

    sve001

    Il giorno dopo si alzano molto presto; le sorelle più piccole si vestono da Santa Lucia, con un lungo vestito bianco e una cintura rossa, mentre i fratelli in camicia bianca, raffigurano le stelle. Le bambine si mettono in testa una corona di foglie verdi con tante candeline accese per vederci bene al buio, proprio come faceva la coraggiosa Santa. Poi, così vestite, portano su un vassoio, caffé caldo e panini al resto della famiglia ancora a letto. Spesso i bambini mettono un piccolo caprone fatto di paglia vicino al loro albero di Natale per proteggerlo contro i diavoli che potrebbero gironzolare nei dintorni e rovinare la festa. Gli svedesi appendono al loro abete una gran quantità di oggetti di paglia.

    sve002

    Spesso i bambini se li costruiscono da soli: fanno stelle, cestelli a forma di cuore e il famoso " Julbock" il caprone di Natale, sempre legato con fili rossi. La vigilia di Natale i contadini ripongono i loro attrezzi ed ogni componente della famiglia ha una piramide di pane, biscotti, e frutta e si intinge il pane d'orzo nel liquido bollente di cottura del prosciutto natalizio. Quasi dappertutto in Scandinavia si apparecchia la tavola con un posto in più per il primo che capiti davanti alla porta che, per l'occasione, resta aperta. Il banchetto della vigilia é composto da piatti di pesce secco, prosciutto, riso al latte, vino caldo o birra zuccherata. Per ricordare che i primi ad accogliere il messaggio degli angeli furono i pastori, gruppi di ragazzi usano vestirsi da pastori e vanno di casa in casa augurando God Jul!



    Edited by Lussy60 - 11/10/2011, 15:03
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Natale In Russia

    Ora vi racconto un'antica leggenda russa che spiega perché i bambini, il giorno di Natale, una volta trovassero nella calza un pezzo di pane nero e ancor oggi nelle lunghe sere invernali, i papà della Russia raccontano ai loro bambini questa storia.

    russia002

    Tanto tempo fa, viveva una vecchia signora, Babuchka, che accoglieva sempre i viaggiatori che passavano davanti a casa sua. Una fredda mattina invernale, bussarono alla sua porta tre signori riccamente vestiti che la pregarono di ospitarli. Babuchka offrì loro un po' di pane nero e una tazza di té e li fece persino dormire nel suo letto. Il giorno dopo, quando si svegliarono, la donna chiese loro come mai fossero in viaggio, e gli stranieri le risposero: " Siamo tre re e veniamo da Oriente; stiamo seguendo una stella che ci guida verso Gesù Bambino". " Come mi piacerebbe venire con voi!" esclamò la vecchia.
    russia001

    Babuchka si mise in cammino un po' più tardi degli altri viaggiatori e come dono a Gesù portava un pezzo di pane nero, sua unica ricchezza. Andava a cercare il Bambin Gesù senza nemmeno sapere in quale direzione andare. Si dice che questa vecchietta sia ancora in viaggio, nonostante siano passati tanti anni a cercare notte e giorno in ogni angolo della terra Gesù Bambino. In Russia i doni li porta comunque Babbo Natale che qui viene chiamato Nonno Gelo. Si racconta infatti che sia esistito da sempre e che sia il padrone del gelo, della neve, della grandine, della pioggia e di qualunque maltempo porti con sé l'inverno. Nella Russia sovietica il giorno di Natale é un giorno come gli altri. Ma per coloro che hanno fede é un giorno profondamente diverso. Accanto al presepe ( verteb), simile allo szopka polacco,la famiglia canta e prega. In alcuni villaggi si usa decorare all'aperto l'abete più grande. Anche gli animali domestici hanno il loro dono; un pane d'avena per i cavalli, un cosciotto d'agnello per il cane, un piatto di pescetti per il gatto. In Russia un tempo le ragazze a Natale, salivano le scale piolo per piolo dicendo: si o no, per scoprire se fosse imminente un fidanzamento.

    russia003

    Per S. Stefano vigeva l'usanza del fidanzamento davanti a tutti gli abitanti del villaggio con lancio di fiori e frutta. Oggi molte di queste tradizioni sono scomparse e fra queste ce n'era una molto graziosa che consisteva nel nascondere nell' abete una gabbietta con due colombe che venivano liberate la notte di Natale in segno di buon augurio. Ci sono anche pranzi speciali anche se non vi sono piatti caratteristici legati al Natale. Alcune tradizioni resistono in Ucraina, dove era abituale rispettare il digiuno per 39 giorni precedenti al Natale. Alla comparsa della prima stella, la famiglia si sedeva a cena dove consumava dodici portate, in onore dei dodici apostoli. Speciale leccornia della vigilia di Natale erano i semi di grano integrale, tenuti per ore a macerare e aromatizzati con semi di papavero schiacciati e mescolati nel miele.



    Edited by Lussy60 - 11/10/2011, 15:03
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Administrator
    Posts
    653

    Status
    Offline

    Natale In Polonia

    polo006

    In Polonia le feste natalizie iniziano con l'apparizione della prima stella, la sera della vigilia. I bambini spiano ansiosamente il cielo e, appena appare il primo brillio tutti si mettono a tavola. Prima di cominciare a mangiare si fa circolare una sottile fetta di pane azzimo, chiamato "opplatek", raffigurante le immagini di Maria,Giuseppe e di Gesù Bambino.

    polo002

    Ognuno prende un pezzetto di opplatek. Un tempo in campagna, c'era l'abitudine di darne un po' anche agli animali della fattoria; oggi invece se ne dà solo agli animali domestici che vivono in casa. La tavola é sempre festosamente apparecchiata; sotto la tovaglia, però, c'é sempre un sottile strato di paglia, per ricordare a tutti, che Gesù é nato in una stalla e si usa fra i bambini tirare le pagliuzze e, quella presa che sarà la più lunga indicherà longevità. Un tempo le ragazze usavano mettere il pettine sotto al cuscino la notte di Natale e, colui che in sogno le avrebbe pettinate, sarebbe diventato il futuro sposo.

    polo001

    A tavola poi, restano sempre posti liberi, pronti per accogliere Maria e Gesù Bambino se per caso arrivassero all'ultimo momento. La rappresentazione della natività é allestita su due piani, una specie di scenario portatile chiamato " szopka". Nel primo é rappresentata la Natività, in quello inferiore le scene degli eroi nazionali. Sono celebri i presepi di Cracovia, esposti anche a Roma; sono altissimi, ornatissimi e simili a cattedrali. La cosa più bella del Natale polacco sono i canti; soprattutto i Kolenda, la maggior parte dei quali risalgono al periodo barocco. Il giorno di S. Stefano, protettore della Polonia, i contadini portano in chiesa l'avena per la benedizione e per lanciarla contro il parroco come si faceva in tempi lontani. Anche in Cecoslovacchia i bambini scrutano l'apparizione della prima stella, ma la sera del 6 dicembre; aspettano infatti l'arrivo di San Nicola che scende dal cielo insieme ad un angelo carico di regali e ad un diavolo munito di bastone...

    Europa Orientale

    Elemento comune a tutti i Paesi dell'Europa orientale sono le calende, rito di allontanamento dell'inverno e delle ambigue presenze degli spiriti. In Romania, nazione sulla strutturazione del cui folklore hanno inciso da una parte la civiltà romana, dall' altra, in tempi successivi, la complessa cultura slava, i questuanti girano per le strade cantando la calinda, composizione lirica comprendente, oltre agli auguri, aneddoti e riferimenti epici ricavati dalla letteratura popolare religiosa apocrifa. Protagonisti delle calinde sono i ragazzi, che nel periodo tra Natale e l'Epifania letteralmente invadono le strade, bussando ad ogni porta lungo il cammino e propinando a quanti capitano sotto mano ogni sorta di scherzi. Un tempo associato alla questua, si svolgeva anche un caratteristico ballo. Altrove, le processioni di questuanti portano delle alte lanterne di legno e carta colorata.

    WREATH10

    Oltre alle calende sono tante le espressioni della preoccupazione popolare di purificare annualmente la comunità, affinché il ciclo della vita riprenda. Una curiosa usanza è quella diffusa in Ungheria che riguarda la cosiddetta sedia di Lucrezia. Si tratta appunto di un sedile, che viene costruito nei mesi precedenti con grande attenzione e dovizia di particolari (per la sua fabbricazione sono necessarie tredici qualità di legno ed a volte riporta anche qualche decoro ed iscrizione). Esso viene arso, nei giorni che seguono il Natale, per preservare da pericoli e malanni. Sempre legato al fuoco, è un altro rito natalizio ungherese: il rogo di Cibele, grande falò alimentato, una volta acceso, dal lancio di ruote di un carro sopra di cui sono poste delle candele accese ad onorare la dea pagana della fertilità. Dalle intenzioni chiaramente propiziatorie è invece la festa rumena dell' aratro, durante la quale si assiste allo svolgimento di una ricca coreografia che simula scene di vita agreste, con un accompagnamento musicale affidato a strumenti tradizionali. Molte sono anche le pratiche di divinazione. Ad esempio, nella civiltà contadina si affidavano le sorti del nuovo anno mettendo vicino al camino dodici chicchi di grano (rappresentanti i dodici mesi). All' occhio attento degli anziani non sfuggivano suggerimenti ed indizi sull' andamento della vita agricola. Osservando gli scoppiettii dei semi, la direzione che prendevano saltando e il colore che assumevano bruciando, si era in grado di trarre auspici. Una credenza, popolare in Bulgaria, vuole che per i tre giorni che precedono il Natale ci si astenga dal far bucato; occorre infatti fare attenzione a non inquinare le acque dei fiumi in cui Maria lava il corredo del suo Bambino.

    PA200944


    A Capodanno, in ambienti tradizionali, la più giovane delle fanciulle deve setacciare per tre volte la farina che viene poi impastata dalla madre o dalla nonna con acqua silenziosa (perché attinta alla fonte senza proferir parola ed è proibito berne anche un solo goccio) e fiorita (perché aggiunta di intrugli di erbe magiche, raccolte durante il plenilunio). Con quella stessa acqua e quella stessa farina, ormai caricate di poteri magici, si prepara inoltre del lievito da conservare tutto l'anno, come avviene pure per l'acqua raccolta nel giorno precedente l'Epifania, considerata un potente mezzo difensivo. Il nucleo delle attuali tradizioni cristiane risiede spesso in antiche cerimonie offertorie: un esempio è l'offerta per gli orsi e per i lupi, presente da sempre nelle campagne bulgare, che ora, cristianizzata, cade il primo gennaio e viene così a coincidere con l'inizio dell' anno civile. Diverso rispetto agli altri costumi natalizi è il presepe, conosciuto in molte regioni orientali, ma che ha una sua specifica storia nella cattolicissima Polonia. Era il XVIII secolo quando, a Cracovia, cominciò a diffondersi presso i muratori e gli artigiani della città l'abitudine di costruire, per arrotondare le entrate nel tempo rimasto libero dal lavoro, piccole capanne con la Sacra Famiglia da mettere sotto l'albero. Col tempo, crebbe intorno a loro l'interesse e si specializzarono fino a creare miniature via via sempre più elaborate. I materiali utilizzati erano - e sono tutt' oggi - molto poveri, ma l'abilità dei presepisti li trasforma in vere opere d'arte. Listelli di legno, cartone, cartapesta, stagnola, e soprattutto gli incarti colorati di cioccolatini e caramelle: questi gli elementi a disposizione per creare ricche ed ornate dimore, e mille soggetti. Fino al primo conflitto mondiale, nella piazza centrale di Cracovia, gruppi di artisti esponevano le proprie opere e le conducevano in giro per la città, bussando agli usci delle case, cantando ed improvvisando degli spettacoli con i vari personaggi manovrati come burattini, all'interno della struttura presepistica pensata come una sorta di teatrino.
    IMG48


    La brigata era accompagnata dalla musica e non mancavano mai un contrabbasso, un violino ed una fisarmonica a ravvivare l'esibizione. Questa consuetudine, bruscamente interrotta con la Grande Guerra, ha conosciuto poi un nuovo impulso ed un insospettato successo con un concorso che dal 1937 vede impegnati i presepisti (szopkarze) nell'intento di dosare in giusta misura creatività innovativa e rispetto per una tradizione ormai talmente radicata da aver formulato precisi modelli estetici. Il concorso, in questo caso assolutamente laicizzato, porta in sé gli indizi delle gare rituali che spesso vedono la comunità dividersi e lottare assai duramente in occasione delle feste periodiche. Il momento più importante e più atteso delle feste dicembrine è la sera della Vigilia del 25, chiamata familiarmente "la stella": i bambini spiano dalle finestre il sorgere della prima stella del!a notte, e corrono a tavola. In Polonia la cena, rigorosamente "di magro", ha inizio con un rito diffuso anche nelle famiglie meno osservanti: prima di sedersi, in piedi intorno alla tavola imbandita a festa, si spezza e ci si scambia tra i commensali l'0platek, un' ostia rettangolare benedetta, che reca stampate immagini sacre. La tavola è coperta da una tovaglia bianca sotto la quale viene sparsa della paglia in ricordo del Bambin Gesù ed è decorata con frutta, rami di abete e candele augurali. Sotto la tavola natalizia ungherese, una cesta contiene dei semi nascosti nel fieno che attendono la benedizione del Bambino. Di quelle sementi, una manciata se ne brucia; ciò che rimane si sparge invece sui campi ad auspicare un buon raccolto. La cena è ovunque molto abbondante: la carpa, pesce tipico del Natale dell' area orientale, viene servita come antipasto, in gelatina, decorata con verdure e uova sode, oppure durante e a fine pasto, farcita o fritta in pastella. Altra pietanza tradizionale e comune a tutti questi Paesi sono le aringhe affumicate o in salamoia, conservate in piccole botti in legno, poi tenute in ammollo e servite con tanta cipolla tagliata sottilmente, pezzetti di mela e panna acida.

    holly-bell


    Tra i primi piatti, se il menu ungherese propone una zuppa con verdure e spezzatino di montone, crauti ed un formaggio fresco, equivalente della ricotta, condito con capperi, cipolle ed abbondante paprika, in Polonia si consuma il barszcz, dal caratteristico colore rossastro, brodo caldo preparato in vigilia con sole verdure, ma che generalmente prevede anche carne di manzo e di maiale. Tra i dolci, spiritosa è la torta bulgara dentro la quale è nascosto un bigliettino scherzoso. Molto famosa, invece, la specialità ungherese dobos, laboriosissima, come pure il rétés, la pasta per fare lo strudel (di cui, oltretutto, gli Ungheresi rivendicano la paternità) qui acconciata a mo' di tortelli e farcita con marmellate e frutta. Sembra che, per capire la qualità del rétés, la cui lavorazione richiede tempi lunghi e tanta pazienza, si debbono poter leggere, attraverso la pasta, le parole ingiallite di una vecchia lettera d'amore. I ditini al papavero si ritrovano in molte regioni danubiane, seppure in diverse varianti e con denominazioni differenti. L'impiego della pasta accompagnata da un condimento dolce ricorre in più luoghi, a Natale come ai Santi, sempre, però in giorni di vigilia.



    Edited by Lussy60 - 11/10/2011, 15:03
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Natale In Nord America


    XMAS_MerryXmas

    L'antico bisogno di propiziarsi un anno fertile ostentando abbondanza nei giorni di festa, manifestato nelle culture tradizionali da pani e dolci arricchiti con spezie e frutta secca, si ritrova oggi nello shopping sfrenato che caratterizza ormai tutta la cultura occidentale e che raggiunge punte massime negli Stati Uniti d'America. Qui il Natale assume tratti particolari, costituendo uno dei momenti privilegiati in cui vengono alla luce le diverse radici culturali; il modo di festeggiarlo varia infatti in funzione delle origini familiari. Ad esempio, gli italoamericani (numerosi anche in Canada) osservano la Vigilia di magro ed attendono la mezzanotte per consumare un sontuoso pranzo a base di pesce, mentre i cino-americani non rinunciano alle loro tradizioni, per quanto trasformate e riproposte come nuove: per il Capodanno, rinnovano il tipico scambio di visite e di doni alimentari offrendo agli amici dei cookies a forma di Buddha o di pesce, simbolo di vita e fecondità.


    three_birds_xmas

    I neri d'America salutano il nuovo anno con il kwanjaa, una grande festa con cui rivendicano la doppia appartenenza culturale, mescolando musiche africane a costumi alimentari acquisiti nel Nuovo Mondo. Malgrado la varietà di abitudini culturali, si sono imposte con gli anni consuetudini che accomunano un po' tutti, come l'attesa dei regali portati dal moderno Santa Klaus, l'albero addobbato o i Christmas-crackers. Sono questi pacchettini di carta gonfiata a forma di grosse caramelle, contenenti cappellini di carta colorata o piccoli regali; si mettono sia sull' albero che in tavola, come segnaposto, e si aprono immediatamente prima del pranzo. La festa ha un suo momento importante in cucina, dove è il tacchino ripieno di castagne a rappresentare la tradizione americana, adottato da tutti gli immigrati e presente anche accanto alle preparazioni esotiche. Il pranw si conclude con il Christmas pudding e la Christmas cake, entrambi da preparare con largo anticipo (circa un mese) perché insaporiscano a dovere. La Christmas cake si offre agli amici che fanno visita durante le feste ed è anche la tipica torta nuziale inglese, generalmente inviata a coloro che non hanno potuto intervenire alla festa di matrimonio. La medesima torta viene distribuita nelle parrocchie di varie regioni canadesi dopo la messa pomeridiana (dedicata ai bambini) della vigilia di Natale.

    Bpu50016


    Qualche ora più tardi, dopo la funzione notturna, in chiesa si festeggia la nascita di Cristo brindando e sgranocchiando biscottini e formaggio. Accanto alla calza appesa per i doni, i bimbi apparecchiano un frugale pasto per Babbo Natale e le sue renne: un bicchiere di cognac, una carota e un mince-pie caldo. Questi pasticcini, che originariamente avevano la forma di una mangiatoia, furono a suo tempo banditi dai Riformatori puritani inglesi per il costume, in uso fino al Cinquecento, di disporvi al centro una statuina rappresentante Bambin Gesù. Secondo gli ideali della Riforma, era compito del buon cristiano combattere i residui di paganesimo ancora presenti nella religiosità popolare. Cibarsi di pani o dolci dalle forme umane è un elemento ricorrente in varie culture tradizionali, specie nei periodi solstiziali, e le varie chiese hanno spesso osteggiato simili pratiche. I mince-pies, rinnovati nella forma, si offrono oggi nei giorni di Natale al postino ed ai numerosi studenti che in quel periodo lavorano alla consegna delle cartoline di auguri che inondano le poste locali. In tutto il mondo anglosassone, infatti, in prossimità delle feste si appronta una lunga lista degli amici a cui spedire la tradizionale Christmas card; i bambini spesso le preparano da sé, ma interi reparti dei centri commerciali - importanti luoghi di aggregazione in USA come in Canada - sono dedicati a questo rituale.

    XMAS_MerryXmas



    Edited by Lussy60 - 11/10/2011, 15:04
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Natale In Messico

    messi004

    Ai bambini di tutto il mondo piace rappresentare la storia della natività; in Messico recitano l'episodio di Maria e Giuseppe in cerca di un riparo per la notte. La sera del 16 dicembre si comincia ad addobbare le case con piante verdi, muschio e lanterne di carta colorata. Poi i bambini formano una processione chiamata "posada": i primi quattro portano sulle spalle una tavoletta con le statue di Maria a cavallo dell'asino e di Giuseppe, dietro a loro camminano tutti gli altri bambini con una candela accesa in mano.

    messi001


    La "posada" passa davanti alle case di vicini e amici, mentre i bambini cantano in coro chiedendo ospitalità per Maria e Giuseppe. Tutti però li cacciano via, dicendo che non hanno posto e minacciando di picchiarli... La processione continua di casa in casa, finché qualcuno, finalmente li invita ad entrare. Un'antica leggenda natalizia racconta la meravigliosa storia di una bimba messicana che non aveva niente da offrire a Gesù. La vigilia di Natale la piccola se ne stava tutta triste davanti alla porta della chiesa, osservando i fedeli che entravano con le loro offerte. Vicino a lei, mezza nascosta dalla vegetazione, c'era la statua di un angelo. La bambina allora, cominciò a strappare le foglie cercando di liberare la statua... all'improvviso udì una voce che le diceva: "Porta questa pianta in chiesa, Gesù vi benedirà entrambe". Obbedendo alla voce, la bambina fece un mazzo con i rami della pianta ed entrò in chiesa. Mentre avanzava verso il presepe, le foglie in cima ad ogni ramo diventarono rosso fuoco, come se stessero bruciando.. Quella bellissima pianta era la poinsezia che, da allora, si vende proprio nel periodo di Natale. Molti la chiamano Stella di Natale, in ricordo del miracolo che Gesù fece per quella bimba che lo amava tanto. I bambini messicani ricevono i regali il 6 gennaio per l'Epifania.

    messi007

    A Natale, invece, si organizza per loro un bellissimo gioco, "la pinata". E' un gioco tutto particolare che ai bambini piace moltissimo. Le pinatas sono delle brocche di terracotta decorate con arte, piene di caramelle e regalini. Hanno le forme più incredibili e fantasiose di animali, uccelli, pupazzi o palle. Il gioco si svolge di sera, dopo le preghiere della posada. Si appendono le pinatas in alto, ad un ramo o ad un palo e le si fanno dondolare. A questo punto i bambini, con gli occhi bendati, cercano di romperle con un bastone.

    messi006
    A forza di picchiare, qualcuno ci riesce e allora tutti si precipitano a raccogliere giochi, frutta e caramelle sparpagliate in terra.



    Edited by Lussy60 - 11/10/2011, 15:04
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Natale In Olanda


    image


    Si deve alla fantasia di un grafico pubblicitario della Coca Cola Company, Huddon H. Sundbolm, l'immagine universalmente nota di un Babbo Natale dall' aspetto bonario, barbuto e rubicondo, che viaggia su una slitta scampanellante per i cieli di mezzo mondo. Ma, se ci interroghiamo sulle origini di tale personaggio e se seguiamo l'intricato filo della leggenda, è necessario abbandonare le patinate insegne pubblicitarie made in Usa per spostarsi nell'Europa continentale e particolarmente in Olanda, dove il culto medievale di San Nicola di Mira, vescovo turco del IV secolo molto amato nell'Occidente cristiano, ha subito le prime trasformazioni che hanno prodotto in seguito la raffigurazione attuale di Babbo Natale. È infatti proprio ad opera degli Olandesi che San Nicola, in patria prima e nei dominions d'Oltreoceano poi, ha lasciato l'austero abbigliamento da prelato per indossare l'abito scarlatto dai risvolti di pelo bianco che oggi ovunque lo caratterizza. Se nella maggioranza dei Paesi Babbo Natale è associato unicamente al 25 dicembre, in altri le celebrazioni a lui dedicate coincidono con la festa di San Nicola. È il 6 dicembre, infatti, il giorno più atteso dai bambini d'Olanda, Belgio e Lussemburgo; in quell' occasione, viene eletto un piccolo vescovo che godrà, per l'intera giornata, di pieni poteri. Secondo la tradizione, Sinter Klaes (nome olandese di San Nicola, contratto nella forma germanica Santa Klaus) trascorre buona parte dell' anno in Spagna, dove annota su un grande libro rosso tutto ciò che riguarda il comportamento dei bambini. A metà novembre, il vegliardo, accompagnato da un fedele servo Zwarte Piet carico di doni, parte alla volta dei Paesi Bassi. Ad attenderli, al porto di Amsterdam, ogni anno si radunano in tanti, pronti a festeggiarli. La notte del 5 dicembre i due cavalcano sopra i tetti ed entrano nelle case dove trovano, accanto al camino, degli zoccoletti di legno contenenti della paglia e qualche carota che possano sfamare il cavallo; qua e là, sparse sul pavimento, manciate di dolcetti come buonaugurio e benvenuto agli ospiti notturni. Pietro lo Scuro sostituisce il cibo con i regali che pesca nel suo pesante sacco. Nonostante questa sua funzione benefica, Piet o Nicodemo, conosciuto in altre regioni europee come Krampus, Père Fouettard, Schmutzil o Hans Krapp, ha anche un aspetto spaventoso: il suo sacco, che contiene, oltre ai doni, piccole fruste con cui punire i cattivi, è grande abbastanza per portare via i bimbi più disobbedienti. Nell'Ottocento, la rappresentazione di Sinter Klaes era affidata ai Bilderbogen, delle stampe stereotipe che ritraevano Nicola barbuto e calvo, in abito vescovile ma senza la mitra, con in mano una frusta e, vicini, un alveare e un cane, simboli teologici dell' eloquenza e della disciplina. Col trascorrere del tempo, l'iconografia di san Nicola si è andata via via liberando degli attributi vescovili e si è venuta unificando con quella di Piet, il processo di secolarizzazione si è portato a termine con il trapianto della leggenda olandese negli Stati Uniti. Gli Europei, nel colonizzare il nuovo continente, portarono con sé anche il bagaglio di riti e credenze legato ai vari santi già venerati nei Paesi d'origine e gli Olandesi non furono da meno, trasferendo il patronato di san Nicola (già protettore della loro capitale) a Nuova Amsterdam, più tardi rinominata New York. Il cibo è fondamentale nei festeggiamenti di Santa Klaus. In Belgio i dolci del 5 dicembre avevano originariamente forma umana e rappresentavano san Nicola. Questi biscotti dal colore bruno, che ora vengono modellati non solo secondo la figura del Santo ma anche con varie forme animali, si accompagnano ad un bicchierino di cherry o di brandy ai lamponi. Ma anche in questi Paesi il Natale rimane la festa religiosa e familiare più importante. Nell'Hainaut, in Belgio, si accendono fuochi davanti alle case delle persone più in vista; ed è comunque diffusa in tutto il Paese l'accensione di falò e fuochi vari nelle feste di Natale. In attesa della messa di mezzanotte, la famiglia si riunisce attorno ad una tavola preparata ponendo lettere iniziali di cioccolata come segnaposto. La cena è a base di salmone, caviale, e soprattutto ostriche. Il pranzo del 25 prevede invece un consommé con foglioline di prezzemolo, roastbeef o tacchino arrosto farcito di carne macinata, tartufi e bagnato di cognac. Come contorno, cavolini di Bruxelles e albicocche sciroppate passate in padella col fondo di cottura del tacchino. Il dolce riprende il tronco di Natale francese, a cui è però qui aggiunto un piccolo Gesù Bambino di zucchero.

    image


    In Olanda, l'atmosfera natalizia, comincia prestissimo, il 6 dicembre quando si festeggia l'arrivo di Sinter Klaas. Giunge dalla Spagna via mare, in barca a vela, accompagnato da un curioso servitore, Piero il Nero, che purtroppo non é sempre indulgente ed accomodante con i bambini cattivi... Subito, appena Sinter Klaas mette piede a terra, tutte le campane si mettono a suonare. Anche lui, come Babbo Natale, ha un lungo vestito rosso, appare maestoso, vestito nei ricchi parametri di vescovo, su un magnifico cavallo bianco e, guidando un lungo corteo, si dirige verso il centro della città per incontrare la regina. Piero il Nero tiene il cavallo per le redini. I bambini sanno che il servitore di Sinter Klaas porta un piccolo registro con descritte tutte le loro azioni; per tutti i bambini buoni ci saranno tanti regali, ma per quelli cattivi saranno allontanati col bastone. Sinter Klaas e Piero il Nero si intrufolano attraverso porte e finestre, sorvolano i tetti aguzzi e...giù per i camini a distribuire regali a tutti. I bambini olandesi mettono davanti al camino i loro zoccoli o le scarpe, pieni di fieno e di carote per il cavallo del santo; sperando così di ricevere in cambio da lui dolciumi e regali. Spesso si festeggia Sinter Klaas la vigilia di Natale, invece che il 6 dicembre. In questo giorno si possono anche scrivere poesie per prendere affettuosamente in giro i componenti della famiglia; le poesie sono firmate da Sinter Klaas e il loro vero autore resta anonimo. In alcune famiglie si organizza una vera e propria caccia ai regali portati da Sinter Klaas. Si compongono delle poesie-indovinello che guideranno i cercatori sulle tracce dei pacchetti nascosti.

    image

    La sera si mangia tutti insieme un dolce speciale chiamato "letterbanket", cioé dolce lettera, fatto di marzapane e biscotto. Ogni famiglia gli dà la forma della lettera iniziale del proprio nome; altri invece fanno tanti piccoli dolci, uno per ogni componente della famiglia, con la forma della sua iniziale. Anche in Olanda si fanno grandi luminarie e, l'augurio GELUKKIG KERSTMIS ( Felice Natale) echeggia dappertutto. Il giorno di Natale a mezzogiorno in punto, tutti restano in piedi in silenzio per tre minuti davanti al tacchino o l'oca ripiena di prugne. Ci sono sulla tavola anche dolci quasi tutti a base di melassa e mandorle. Tradizionalissime sono le speculaas; focacce a forma di persona o animale. In Danimarca i bambini hanno il compito di decorare la tavola con fiori e oggetti preparati da loro. A Copenaghen c'é l'uso di accendere un mese prima l'albero in una grande piazza della città. I danesi coltivano in vasetti un giacinto; se fiorisce il giorno di Natale la tradizione sostiene che la casa sarà protetta dalle malattie. Il pranzo di Natale é piuttosto elaborato; il riso al latte nasconde in fondo una mandorla, chi la trova ha diritto ad un regalo più grande e più bello e, dopo il pranzo iniziano le danze intorno all'abete.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Administrator
    Posts
    653

    Status
    Offline
    Natale In G.Bretagna


    image

    Il Natale come festa religiosa è stato introdotto in Gran Bretagna nel 596 dai monaci agostiniani. Prima di quella data, però, analoghi festeggiamenti acclamavano il ricambio stagionale che avveniva col solstizio d'inverno. Già i druidi, i sacerdoti degli antichi popoli celtici, avevano attribuito ad arbusti come il vischio o l'agrifoglio le caratteristiche di perennità che ancora oggi molti popoli accordano loro. I riti druidi rivivono nell'uso che di quelle piante si fa, durante il periodo natalizio, in tutti i paesi anglosassoni, dove corre l'abitudine di incontrarsi con gli amici per cantare di porta in porta canzoni auguraI i (le Christmas carols) e scambiarsi ramoscelli sempreverdi. I gruppi, formati ora indifferentemente da donne e uomini, vedevano un tempo protagonisti solo questi ultimi, come del resto avveniva quasi sistematicamente in tutta Europa. Per trovare delle donne tra i questuanti che usano girare un po' ovunque per le case da Natale all'Epifania, bisogna risalire all'Inghilterra di fine Settecento, dove esse, la vigilia di Natale, andavano a gooding, cioè bussavano alle porte offrendo dei rami verdi, in cambio di qualche soldo o cibo. In tempi più recenti, le donne sono state sostituite dai bambini, a volte mascherati con abiti femminili (come nel caso della Befana italiana). Le donne e i bambini rappresentano due categorie ugualmente separate dagli uomini. Essi non sono "iniziati" ai segreti del mondo adulto maschile, e sono perciò

    image


    più vicini all'aldilà da cui provengono personaggi come San Nicola, Babbo Natale, Gesù Bambino, la Befana. Che i bambini e le donne abbiano un legame speciale con gli spiriti particolarmente attivi in corrispondenza delle feste del ciclo autunnale, è testimoniato da una tradizione ancora viva in Scozia, il first footing del 31 dicembre, rito che vede dei fanciulli col volto dipinto di nero entrare prima della mezzanotte nelle case per portare via l'anno vecchio senza parlare o cantare, semplicemente emettendo un mugolio a bocca chiusa, per cui vengono chiamati mummiers. Al medesimo rito è collegata la credenza secondo cui, se il primo passo viene compiuto da una donna o da un uomo biondo, la sventura si abbatterà sulla casa. L'antipatia manifestata nei confronti dei biondi è forse un' eco dello storico rancore per l'invasione della Scozia compiuta dagli anglosassoni, notoriamente biondi, ma probabilmente anche la loro maggiore similarità con le donne ha favorito lo svilupparsi di questo modo di pensare. Perché invece il nuovo anno porti del bene, usa che il capofamiglia faccia il suo ingresso in casa a mezzanotte in punto, recando con sé un cestino contenente del pane, del carbone, un soldino e qualcosa da bere; ci si dispone poi in cerchio e si improvvisa una sorta di danza di origine scozzese, l'auld ling syne, che tiene insieme la famiglia in un giro tondo benaugurante. Uno dei riti più attesi delle feste dicembrine riguarda lo scambio di regali; anche in Gran Bretagna è in uso questa prassi. I doni, pur se piccoli e simbolici, mantengono vivi legami parentali ed amicali e rinforzano i sentimenti di appartenenza ad una comunità. La proverbiale fedeltà dei sudditi inglesi alla corona, si fa palese nelle manifestazioni d'affetto che, da sempre, rendono ai propri governanti: sotto il regno di Carlo I, i contadini di Glastonsbury, nel Somerset, facevano dono ai reali di rametti di biancospino perché potessero decorarvi la tavola natalizia. Il giudizio popolare riteneva che i rovi di quella città germogliassero il giorno di Natale e compissero la fioritura la domenica di Pasqua. La fede nella puntualità e infallibilità del biancospino era tanto forte che un anno, in una cittadina del Buckinghamshire, rinviarono le celebrazioni natalizie al 5 gennaio, giorno in cui, con sollievo generale, il biancospino incriminato tornò a gemmare. È invece usanza recente, e forse ancora attiva, benché non plateale come un tempo - che i commercianti di tutto il paese inviino per Natale a Buckingam Palace campioni delle loro merci. Gli oggetti di maggior valore vengono restituiti, mentre gli altri, che in passato raggiungevano il numero di diverse centinaia, sono distribuiti al personale di corte. Per quanto riguarda il Natale irlandese, la leggenda vuole che Maria, Giuseppe ed il Bambin Gesù vaghino per le strade dell'isola durante tutto il periodo natalizio; è allo scopo di rischiarare il loro cammino che i bambini mettono sul davanzale un lumicino, spesso inserito in una rapa o in una zucchetta scavata e decorato con rametti verdi. Il compito di accendere le luci è riservato esclusivamente ai più giovani; la loro innocenza li fa più vicini al bimbo sacro, particolarmente venerato dai cattolici dell'isola. Già nell'XI secolo, infatti (il cristianesimo aveva raggiunto le coste irlandesi nel 432 con l'evangelizzazione di San Patrizio), il culto di Gesù Bambino era seguitissimo, fomentato dalle prediche del vescovo Fredrick, che invitava alla conversione nel rispetto del mistero della nascita di Cristo. Furono in molti a seguire i suoi precetti, tanto che si dice che il 25 dicembre dell'anno 1000 diversi sovrani europei abbiano abbracciato il cristianesimo, ispirati dal suo esempio. Una volta, nell' entro terra irlandese del Tipperay, alla vigilia di Natale si lasciava aperto l'uscio di casa per accogliere quanti fossero in cerca di un ricovero, e ancora oggi, viaggiando in quella notte magica, in cui chi nasce è segnato da un destino particolare e chi muore si assicura un posto in paradiso, si troverà facilmente una porta a cui bussare. Si avrà così l'opportunità di partecipare alle tipiche veglie natalizie che precedono la messa notturna e che, a volte, possono protrarsi fino al pranzo. Nell'attesa del momento di lasciare le case per recarsi in chiesa, s'inganna il tempo con giochi tradizionali che coinvolgono tutti, come lo snapdragon, gara frequente anche in Inghilterra, in cui vince chi per primo riesce ad afferrare delle mele galleggianti in un recipiente pieno di alcool o rhum infiammati. Una consuetudine irlandese è la cosiddetta "caccia allo scricciolo". Nel giorno di Natale o di Santo Stefano i ragazzi catturano ed uccidono uno scricciolo e, avvoltolo in un groviglio d'agrifoglio e d'edera, lo legano ad un alto bastone e lo portano in giro per la questua. La crudele tradizione, comune in passato anche in Inghilterra ed in Francia, ha tutte le caratteristiche del sacrificio di un animale alla divinità. Un tempo, il menù tradizionale del Natale inglese prevedeva arrosti di cigni e pavoni, ai quali, dopo la cottura e prima di essere portati in tavola venivano rimesse tutte le penne. Alla corte dei Tudor, invece, il piatto forte era la testa di cinghiale arrostita, condita con alloro e rosmarino. Tale usanza si conserva ancora al New College di Oxford, dove la testa di cinghiale viene addirittura portata in processione.

    image

    Al suo seguito, un corteo di studenti preceduti da un cantore la reca in trionfo fino a porgerla al rettore. Questi, mettendo la mano tra le fauci del cinghiale, ne trae un limone di cui fa dono al cantore, e distribuisce agli altri presenti, con un gesto augurale, l' alloro che corona il piatto. Dal XVI secolo in poi, però, con l'introduzione in Europa del tacchino da parte dei conquistadores, sempre maggiore fu la sua diffusione sulle tavole inglesi. Anche se ancora oggi c'è chi gli preferisce l'oca, il tacchino ripieno è diventato il simbolo stesso del convivio natalizio inglese. Esportato nelle colonie, non ha conosciuto momenti di abbandono, pur radicandosi nelle nuove terre con originali ed inedite varianti, come è avvenuto per il tacchino ripieno di castagne statunitense. Secondo la tradizione irlandese, estremamente rispettosa dei precetti religiosi, ci si sedeva a tavola soltanto dopo la mezzanotte, una volta trascorso il giorno di vigilia. La cena prevedeva piatti a base di oca, pollo o manzo, seguiti in ordine di preferenza dal maiale, mentre il tacchino, oggi molto consumato, compariva un tempo solo in casa di benestanti. Ancora adesso, l'indomani ci si riunisce per gustare lo speed beef, un rotolo di bue alle spezie che esige tempi lunghi di preparazione. Sono previste infatti due fasi distanziate di una settimana, tempo necessario perché il trito di erbe e spezie (alloro fresco, semi di finocchio, anice, aglio, chiodi di garofano, pepe e cannella) trasferisca l'aroma alla pietanza che cuocerà poi sui fornelli per quattro ore. Anche il dolce irlandese di Natale, impreziosito dal whiskey o dalla birra, orgoglio nazionale, va preparato con circa un mese di anticipo e glassato solo all'ultimo minuto.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Natale In Germania


    image

    Fin dall'inizio di dicembre tutti i bambini del mondo cominciano a preparare il Natale. In Germania la preparazione dura i 24 giorni che precedono il Natale: é l'Avvento. Avvento significa "venuta", la venuta in terra di Gesù. E' divertente contare i giorni che mancano al Natale; i bambini ricevono il calendari dell'Avvento, con 24 finestrelle: ne aprono una ogni sera, scoprendo le figure nascoste. La vigilia di Natale si apre l'ultima finestrella. Un altro tipo di calendario é formato da una ghirlanda di rami di abete con 24 scatolette appese.


    image

    Sono tutte avvolte in allegra carta colorata e, in ognuna di esse é nascosta una piccola sorpresa. I bambini ne aprono una ogni giorno, seguendo le date scritte sopra. In alcune famiglie si costruisce una grande corona di rami di abete intrecciati, che regge quattro candele gialle o rosse, infilate in una ciotolina di rame. Ogni domenica di Avvento, cominciando dalla prima, se ne accende una per indicare la Luce crescente, finché il giorno della nascita di Gesù, che é Luce e Vita, le quattro candele brilleranno tutte insieme.

    image

    I bambini tedeschi scrivono spesso a Gesù Bambino per chiedergli dei regali. e sapete cosa fanno per fargli notare le loro letterine? Le cospargono con un sottile strato di colla e poi ci rovesciano sopra un po' di zucchero... così le letterine brilleranno alla luce. Infine, la vigilia di Natale ognuno mette la propria letterina in una busta ben chiusa sopra il davanzale della finestra e aspetta con ansia il giorno dopo. In Germania l'albero riveste grandissima importanza e si pone, oltre che in tutte le case, in ogni chiesa e sulle tombe. C'é un tale rispetto per l'abete che in alcune regioni é proibito appendere all'albero qualsiasi cosa; i doni devono essere deposti ai suoi piedi. Talvolta nelle case la distribuzione dei regali avviene nel più profondo mistero: la famiglia riunita in salotto aspetta, guardando con impazienza la porta d'ingresso.. All'improvviso appare una mano misteriosa che lancia una gran quantità di pacchettini attraverso la porta socchiusa.

    image

    E' il momento tanto atteso; ognuno afferra un pacchetto leggendo il nome scritto sopra e, se non é il suo, corre a scambiarlo con gli altri... La confusione e l'entusiasmo sono al massimo, ma alla fine tutti trovano il proprio regalo. I bambini, intanto hanno subito spalancato la porta per cercare di vedere chi ha gettato in casa tutti quei pacchetti... ma fuori non c'é più nessuno. Pensate che in Baviera ogni bambino trova un giocattolo in più per un bambino povero. Il pranzo di Natale è costituito da oca ripiena, carpa, salsicce e birra spumeggiante. Altro simbolo del Natale in Germania è il grano, specialmente nel sud; lo si sparge sui tetti perché anche gli uccellini prendano parte alla festa. Nella Slesia i contadini a volte portano in chiesa del grano e poi lo danno alle galline come salvaguardia contro le malattie e per incrementare la crescita degli animali.
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Natale In Francia

    image

    I bambini francesi mettono sul focolare scarpe o zoccoli perché Gesù Bambino vi deponga i doni. Gli adulti si scambiano i doni a Capodanno. Terminato il cenone della vigilia, la tavola si lascia apparecchiata in previsione che passi di lì la Vergine Maria. Il pranzo di Natale è costituito da pollo arrosto, prosciutto al forno, insalate varie, dolce, frutta e vino. In Alsazia il posto d'onore é per l'oca. A Parigi invece si mangiano le ostriche ed una torta a forma di ceppo. Anche i francesi amano i presepi; ad Augagne si trovano figure di creta che chiamano "santons".

    image

    In Provenza, la culla dei trovatori, sono nati i famosi Noels dai quali derivano le varie pastorali. Famosa la delicata melodia che tutti conosciamo, del secolo XVIII, "Il est né le divin Enfant".In alcune città della Provenza, il maggiore dei figli correva nel campo e cominciava a dar colpi d'accetta all'albero più vecchio finché non cadeva; poi lo trascinava in cucina e lo consegnava al nonno, il quale lo bagnava con tre bicchieri di vino cotto e lo collocava accanto al focolare. Poi i nipotini si affacciavano alle finestre e gettavano monetine ai poveri; questi accendevano tanti lumicini per cercare le monete e per ringraziare "con una fiammella di luce". Altre usanze intramontabili nelle campagne francesi, sono il ceppo ed il falò. Il ceppo si accende per riscaldare Gesù Bambino e poiché ha questo compito importante, viene inghirlandato. In Borgogna si cantano inni di Natale persino nelle osterie, senza essere sguaiati; una di queste canzoni dice: "Bambini, venite. E' amabile Gesù. Egli vi sorride e dice: Giocate con me." In Bretagna il pasto della notte, in passato era frugalissimo, fatto di un panino e un bicchiere di acqua per essere più simili alla povera famiglia di Betlemme. In Alvernia, c'é il rito della chandelle, una grossa candela colorata che viene tirata fuori durante il cenone. Il più anziano segna la candela con una croce e la spegne, poi la passa a colui che gli sta accanto e così via. Una volta in un piccolo centro della Normandia, i pastori si sparpagliavano davanti alla chiesa; da un tetto illuminato spuntava una grossa stella fra fuochi e scoppi di bengala. Allora i pastori entravano in chiesa per adorare il Bambin Gesù. Nella regione di Carpentras, alla fine della cena natalizia, si trapianta in vaso una rosa di Gerico, perché su questa pianta la Madonna stendeva ad asciugare la biancheria di Gesù Bambino.

    image

    A Parigi si preparano, accanto all'albero, i presepi; il personaggio che piace di più ai bambini francesi é il ravi, simpatico che ride portando la lanterna che gli serve per schiarire il sentiero che porta al presepe.
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    natale077fs3
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Mercatini di Natale 2011: scopriamo quelli di Bolzano e di Ferrara

    Mercatini-di-Natale-di-Bolzano-300x207
    Mercatini di Natale di Bolzano


    Mercatini di Natale: i più belli d’Italia

    Torniamo a parlare del mondo dei mercatini di Natale, una delle attrazioni più belle del periodo autunnale/invernale. Dopo il nostro articolo sui mercatini di Natale a Stoccolma, vogliamo darvi qualche altra dritta, suggerendovi anche alcuni interessanti itinerari tra i mercatini di Natale più belli d’Italia.
    I mercatini di Natale più famosi del nostro paese sono certamente quelli di Bolzano, al punto che si tratta di un vero e proprio evento per il capoluogo trentino.
    Dal 25 novembre sino al 23 dicembre la magia dei mercatini di Natale avvolge piazza Walther, la più importante piazza di Bolzano, grazie alle antiche tradizioni e ai prodotti tipici del luogo che sono il retaggio di una antica tradizione mitteleuropea che ebbe origine in Germania nel XIV secolo.
    Se avrete la fortuna di visitare i mercatini di Natale di Bolzano non avrete che da scegliere tra le tante idee regalo proposte: oggetti in vetro, in ceramica e in legno, realizzate seguendo antiche tradizioni e sulla base dei dettami dei mestieri più antichi. Ovviamente non dovete dimenticare di assaggiare i prodotti tipici della gastronomia locale come il celebre Zelten e l’ancor più famoso strudel.
    Tra le iniziative previste quest’anno nell’ambito dei mercatini di Natale di Bolzano, oltre all’ormai fisso “Bosco Incantato”, vale la pena segnalare il mini mercato appositamente allestito per i bambini in Piazza della Mostra, dove ai più piccoli sarà offerta l’occasione di cimentarsi nella preparazione di dolci e, chiaramente, nell’allestimento di un albero di Natale.

    Mercatini di Natale: la proposta di Ferrara
    I-simboli-del-Natale-300x225

    Atro appuntamento importante è certamente quello con i mercatini di Natale di Ferrara!
    Per la prima volta, infatti, la città dell’Emilia Romagna è stata scelta dal team dei mercatini di Natale di Bolzano per ospitare una sorta di anteprima non solo per promuovere l’appuntamento di Bolzano, ma anche per diffondere la cultura dei mercatini anche in altre regioni italiane.
    Ferrara ospiterà quindi quest’anno il Christkindlmarket presso Piazza Municipale dal 20 al 23 ottobre, offrendo ai propri abitanti e turisti una bella anticipazione del Natale. Presenti ai mercatini di Natale di Ferrara ci saranno anche alcuni tradizionali espositori di Bolzano che porteranno oggettistica, decorazioni, golosità e dolci tipici. Un connubio eccezionale, quindi, tra la tradizione di Ferrara e quella di Bolzano che di certo reagalerà delle giornate indimenticabili!
    Da segnalare, oltre ai nutriti stand gastronomici, un’altra bella iniziativa per chi ama la buona cucina: dal 19 al 23 ottobre lo chef di Bolzano Willi Winkler proporrà piatti tipici altoatesini nel ristorante “Cusina e Butega” di Ferrara, in virtù dell’evento correlato ai mercatini, denominato “Bolzano à la carte”.

     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    450px-Genova-Santuario_della_Madonnetta



    Il presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù, derivata da tradizioni medievali.
    Il termine deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, composto da prae = innanzi e saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto.




    Il presepe moderno indica una ricostruzione tradizionale della natività di Gesù Cristo durante il periodo natalizio: si riproducono quindi tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal bue e l'asinello agli agnelli, e così via. La rappresentazione può essere sia vivente che iconografica.
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    ciara001

    LE CIARAMELLE


    di Giovanni Pascoli


    Udii tra il sonno le ciaramelle,
    ho udito un suono di ninne nanne.
    Ci sono in cielo tutte le stelle,
    ci sono i lumi nelle capanne.

    Sono venute dai monti oscuri
    le ciaramelle senza dir niente;
    hanno destata ne’ suoi tuguri
    tutta la buona povera gente.

    Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
    accende il lume sotto la trave;
    sanno quei lumi d’ombra e sbadiglio,
    di cauti passi, di voce grave.

    Le pie lucerne brillano intorno,
    là nella casa, qua su la siepe:
    sembra la terra, prima di giorno,
    un piccoletto grande presepe.

    Nel cielo azzurro tutte le stelle
    paion restare come in attesa;
    ed ecco alzare le ciaramelle
    il loro dolce suono di chiesa;

    suono di chiesa, suono di chiostro,
    suono di casa, suono di culla,
    suono di mamma, suono del nostro
    dolce e passato pianger di nulla.

    O ciaramelle degli anni primi,
    d’avanti il giorno, d’avanti il vero,
    or che le stelle son là sublimi,
    conscie del nostro breve mistero;

    che non ancora si pensa al pane,
    che non ancora s’accende il fuoco;
    prima del grido delle campane
    fateci dunque piangere un poco.

    Non più di nulla, sì di qualcosa,
    di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
    quel pianto grande che poi riposa,
    quel gran dolore che poi non duole;

    sopra le nuove pene sue vere
    vuol quei singulti senza ragione:
    sul suo martòro, sul suo piacere,
    vuol quelle antiche lagrime buone!

     
    Top
    .
36 replies since 10/12/2010, 18:32   5408 views
  Share  
.