Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

I Giochi della nostra infanzia anni 60-70-80

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  1. Lussy60
     
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    ALCUNI GIOCHI TRADIZIONALI
    ATTRAVERSO I RICORDI DEI NONNI


    I giochi che descriverò mi sono stati raccontati dalla mia nonna paterna e da mio zio, che hanno vissuto per ottanta e sessantacinque anni, rispettivamente, a Ronchis, un paese della Bassa friulana sul Tagliamento. La vocazione soprattutto agricola del paese e del territorio circostante e la presenza del maggiore fiume della regione hanno condizionato e continuano a condizionare i vari aspetti della società. Naturalmente anche i giochi tipici della zona si sono sviluppati in base alle risorse e alle caratteristiche del territorio.



    tirolo

    IL TIROLO O LIPE



    Questo gioco veniva fatto con un legno di circa tre cm di diametro e 10-15 cm di lunghezza, appuntito da entrambe le estremità, che veniva chiamato, appunto "tìrolo" (da qui deriva il nome del gioco). Il bastone veniva appoggiato per terra o su un sasso; con un altro bastone, di caratteristiche indifferenti, si dava un colpo a una delle estremità del "tìrolo", in modo che si sollevasse da terra o dal sasso. Con un altro colpo di bastone lo si lanciava nella direzione voluta. Il gioco di volta in volta prevedeva che il bastone appuntito fosse lanciato il più lontano possibile o, in alternativa, il più vicino possibile ad un punto prestabilito. Questo gioco era praticato anche a Rigolato, un paese della Carnia, come mi ha confermato la mia nonna materna.



    asina

    L’ASINA



    A questo gioco potevano prendere parte due o più giocatori. Chi iniziava doveva appoggiarsi e tenersi a un palo o a un albero, mentre l’altro doveva saltargli sulla schiena. Quest’ultimo mostrava da una a cinque dita, dicendo più volte: "Quanti becchi?". Naturalmente chi faceva da "asina" rispondeva: se indovinava era l’altro a dover fare da "asina", altrimenti ognuno rimaneva dove si trovava finché chi faceva l’"asina" si stancava. Se i partecipanti al gioco erano più di due, si dovevano dividere in uguale numero tra chi formava l’"asina" e chi saliva sulla loro schiena. In questo caso si chiedeva "Quanti becchi?" solo quando tutti erano saliti sull’"asina", ma se qualcuno tra quelli sopra perdeva l’equilibrio e cadeva, i ruoli venivano invertiti.


    asini

    SALTARE L’"ASINA"




    Questo gioco, come quello precedente, prevedeva la partecipazione di due o più ragazzi. Di questi, il primo si piegava, con le mani sulle ginocchia per mantenere l’equilibrio e rimanere fermo. Un secondo giocatore saltava il primo, appoggiandosi con le mani sulla sua schiena come su una cavallina e dopo due o tre passi si piegava a sua volta come il precedente. Queste operazioni venivano ripetute a turno da tutti gli altri eventuali partecipanti. Quando tutti avevano saltato, il gioco ricominciava.

    biglie

    LE BIGLIE



    Per terra venivano praticati dei buchi in fila, solitamente tre o quattro, a una distanza che variava a seconda di ciò che i giocatori volevano. Con delle biglie si cercava di centrare i buchi fatti. I giocatori si accordavano sulla distanza da cui le biglie andavano tirate, il valore di ogni buca che veniva centrata e il modo di lanciare le palline (ad esempio con il pollice e l’indice, facendole rotolare sul terreno o tirandola in aria). In base alle regole, vinceva chi riusciva a centrare più volte una certa buca o a fare più punti centrando le buche più lontane.


    bruegel2

    IL TUS


    Il gioco consisteva nell’appoggiare su un mattone, su un pezzo di legno posto in piedi o su un birillo una moneta (in passato erano particolarmente ricercate quelle da dieci centesimi di lira), un bottone o altri oggetti circolari. Da una distanza di due o tre metri circa i giocatori dovevano tirare un sasso piatto chiamato slavare (questo tipo di sassi, levigati e modellati dall’acqua, erano facilmente trovabili sulle rive del Tagliamento e venivano usati anche per farli rimbalzare più volte possibili sull’acqua del fiume). Se si colpiva il mattone (o pezzo di legno, o birillo) si vinceva la moneta (o il bottone) in palio o più semplicemente la partita.


    TROVARE IL MATTONE
    bottoni


    Questo gioco veniva fatto nel Tagliamento, in particolare dove l’acqua era più profonda. Vi prendevano parte, però, solo coloro che sapevano nuotare bene e soprattutto erano capaci di immergersi sott’acqua per periodi abbastanza lunghi. Infatti, veniva lanciato un mattone nel fiume e i giocatori dovevano trovarlo e riportarlo in superficie. Chi lo faceva per primo vinceva.


    I VIVI E I MORTI



    Si ponevano per terra e in piedi tanti mattoni quanti erano i giocatori e, da una distanza di circa cinque-sei metri si tentava di far cadere i mattoni degli avversari tirando dei sassi. Vinceva chi conservava, alla fine del gioco o più a lungo degli altri, il proprio mattone. Il nome del gioco è dovuto al fatto che i mattoni che cadevano erano detti morti (muars), quelli che restavano in piedi vivi (vis).


    I BOTTONI (VUESSIS)




    Questo gioco era molto semplice e veniva praticato con i vuessis, dei bottoni d’osso, o altri bottoni. Venivano fatti rimbalzare su un muro: vinceva chi aveva il bottone più vicino a una data linea prestabilita.

    LA POLENTA


    Due o più giocatori formavano una piccola montagna di sabbia, mettendo sulla sommità una bandierina o uno stecchetto. Ognuno con la mano prendeva un po’ di sabbia e perdeva chi faceva cadere la bandierina o lo stecchetto. Questo gioco deve alla polenta il suo nome, perché tutti ne prendono una fetta ma all’ultimo rimane solo il tagliere vuoto.

    I QUATTRO CANTONI

    cantoni



    Per terra veniva disegnato un quadrato e quattro giocatori dovevano occuparne gli angoli, mentre un quinto stava al centro. Quest’ultimo doveva cercare di occupare uno dei quattro angoli mentre gli altri si scambiavano il posto: se riusciva chi aveva perso il posto doveva andare al centro del quadrato e il gioco ricominciava. A Ronchis si è giocato a questo gioco per molto tempo in uno spazio di fronte alla chiesa, prima e dopo le lezioni di catechismo.

    SUPERA LA PORTA



    I giocatori erano almeno tre. Due si mettevano l’uno di fronte all’altro con le braccia allungate, prendendosi le mani. I due giocatori alzavano e abbassavano ritmicamente le braccia, mentre l’altro o gli altri partecipanti dovevano passare senza rimanere bloccati.

    sassi



    I SASSI




    A questo gioco partecipavano due giocatori (era particolarmente diffuso tra le ragazze e le bambine). Si cominciava spargendo per terra cinque biglie o altrettanti sassi tondi. Si lanciava quindi in aria un sasso e si doveva riprenderlo. Prima di far questo, però, con la stessa mano si doveva prendere un secondo sasso e tenerlo. Dopo aver preso l’altro, il secondo sasso andava lanciato in aria, ma prima di riprenderlo si doveva raccogliere un terzo sasso. Si proseguiva in questo modo fino al quinto sasso. Dopo aver preso tutti i sassi, si dovevano porre sul dorso della mano per poi riprenderli con il palmo. Per vincere non si doveva commettere alcun errore.


    IL CERCHIO



    Si faceva rotolare sul terreno un cerchio formato con una bacchetta di gelso (più recentemente si sono utilizzati cerchioni di bicicletta privati dei raggi). Essa veniva tenuta in equilibrio da un bastone o da un pezzo di ferro. Si poteva giocare da soli o facendo gare di velocità con altri.

     
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62 replies since 18/1/2011, 14:31   44530 views
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