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IL Mondo degli Egizi......storie e leggende

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  1. Lussy60
     
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    LA SCRITTURA




    I geroglifici erano intenzionalmente complicati: così era necessario molto tempo per imparare a leggerli e a scriverli.

    Per questo chi conosceva la scrittura (lo scriba) assumeva una grandissima importanza e poteva diventare funzionario pubblico, medico o sacerdote.

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    Gli Egizi scrivevano usando dei segni chiamati geroglifici, i quali potevano indicare una lettera (così come avviene nel nostro alfabeto) o un'intera parola.


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    L'inchiostro usato era simile al nostro colore a tempera. Veniva confezionato in blocchetti solidi mediante una colla perché liquido si sarebbe seccato rapidamente nel clima egiziano.
    I colori più comuni erano il rosso e il nero.
    La penna assomigliava a un pennello sottile. Per ottenerlo si masticava l'estremità di un rametto di una canna finché le fibre diventavano come setole di un pennello. La penna, era prima intinta nell'acqua e poi strofinata sull'inchiostro solido

    La carta si preparava con la pianta del papiro
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    [IMG]http://www.scuoleelementaridesimone.it/papiro.gif[/IMG

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    Si estraeva la parte interna delle canne, la più morbida, si stendevano le fibre che poi venivano intrecciate. Una volta modellato, il foglio era steso al sole a essiccare. Il papiro più lungo che si conosca raggiunge 125 metri.

    Gli egizi elaborarono una propria forma di scrittura, in seguito chiamata geroglifica.

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    La parola "geroglifico" deriva dal greco e significa "sacra incisione": i geroglifici erano infatti incisi o dipinti soprattutto sulle pareti dei templi e delle tombe.

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    Col passare del tempo i geroglifici assunsero il carattere di ideogrammi, ossia di disegni che rappresentavano non più soltanto un oggetto, ma l’idea che quell'oggetto faceva venire in mente.

    Sia la scrittura pittografica, sia quella ideografica avevano però dei grossi limiti. Un grosso passo avanti si ebbe quando gli scribi sumeri ed egizi incominciarono a considerare i disegni delle loro scritture non per le cose che rappresentavano, ma per i suoni dei nomi di queste cose.

    La scrittura divenne qualcosa di simile ai rebus che noi risolviamo per passatempo.
    Per esprimere la parola amore, potremmo per esempio disegnare un amo e un re.

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    Questa scrittura sillabica, in cui ogni disegno indica il suono di una sillaba, fu la prima forma di scrittura fonetica. Era ancora una forma complicata di scrittura , riservata ai sacerdoti e agli scribi. Ma già si avvicinava all’idea di unalfabeto , per la cui invenzioni però sarebbero dovuti passare altri tremila anni.

    Gli obelischi



    Gli Egizi furono maestri nell’erigere obelischi (alte colonne ben squadrate e incise, spesso ricavate da un solo masso di pietra) e nello scolpire statue di pietra, talvolta di notevoli dimensioni. I risultati che raggiunsero in questa arte sono sorprendenti, se si considera che per scolpire i duri massi di granito, gli Egizi avevano a disposizione unicamente strumenti di pietra (di poco aiuto erano infatti quelli di bronzo). Alcuni artigiani davano forma al masso colpendolo con una boccia di pietra più dura (dolerite), tenuta con ambo le mani; altri la scolpivano più minutamente usando con molta abilità di diverse fogge di martelli di pietra.


    Obelisco di Tuthmosi I (Karnak)



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    Monumento monolitico caratteristico degli Egizi, formato da un monolite per lo più quadrangolare, allungato e terminante con un elemento piramidale, posto su un basamento con incisa una dedica. Le pareti recano spesso delle incisioni di geroglifici. Gli obelischi furono innalzati soprattutto durante il Nuovo Regno (XVI-XIII secoli a. C.); la loro costruzione era particolarmente difficoltosa: venivano tagliati ed estratti nelle cave già delle dimensioni stabilite. Nella cava di Assuan si trova un obelisco incompiuto di circa 32 metri. Numerosi obelischi furono trasportati in Europa e negli Stati Uniti in diverse epoche. A Roma se ne contano almeno 13. In Egitto ne sono rimasti attualmente pochi: due a Karnak, uno a Eliopoli, uno a Luxor e uno al Cairo.
     
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