Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

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    LA LEGGENDA DELLA MIMOSA






    In un paese lontano, all'altro capo del mondo, nell'isola di Tasmania, ed in un tempo altrettanto lontano, nacque il fiore della mimosa. Gli abitanti dell'isola ne raccontano la leggenda.
    In quel tempo, l'isola era dominata da un re guerriero, molto coraggioso e bello, alto ed agile, di pelle scura e coi capelli neri e lucenti come l'ala dei corvi, ma col cuore indurito dalle numerose battaglie.
    Così era tutta la sua gente: alta, scura di pelle e brusca di modi, con lunghi, lisci capelli a incorniciare il viso severo. Essi amavano i combattimenti contro le numerose tribù nemiche, e le cacce pericolose alle belve che infestavano l'isola.
    Un giorno, durante l'ennesimo combattimento, il re venne gravemente ferito. La madre e la sorella del re amavamo molto il loro caro, ma non amavano affatto la sua bella e giovane moglie, che non giungeva gradita al loro cuore, duro quanto quello di lui.
    La giovane regina era una creatura del tutto diversa, piccola di statura, timida e gentile, con i capelli arruffati in corti riccioli, biondi come batuffoli d'oro, la pelle dorata come miele puro e una bassa voce soave che sembrava una musica. Pareva giunta lì da un altro mondo, la piccola regina, da un mondo di fiori, di sorrisi e di pace.
    Le due donne, scarne, scure e crudeli come il loro congiunto regale, erano inevitabilmente gelose della dolce, tenera bellezza di lei.
    Approfittando della timidezza della piccola sposa, le due donne si precipitarono a curare il loro congiunto, trattenendo con vari pretesti la moglie lontana dalla tenda dove giaceva il ferito. Lei si disperava, perché era molto innamorata di quel suo marito rude e forte, ma non osava far valere i propri diritti di moglie, dimentica, nel suo sgomento, che erano anche doveri, temendo di far cosa sgradita alla suocera ed alla cognata, e quindi di turbare la convalescenza dell'uomo che amava.
    La piccola regina era sola, nessuno la consigliava, perché i cortigiani, con la viltà dei deboli, si erano schierati dalla parte che intuivano più forte, e crudele, in quella lotta silenziosa per impadronirsi del cuore del Re.
    Passarono i giorni, che divennero settimane, e poi mesi. Quando infine il Re fu guarito, era ormai solo desideroso di punire la piccola regina le cui visite aveva tanto aspettato, senza che il suo orgoglio di re gli avesse permesso di ordinare la presenza della donna che nel suo cuore invocava.
    E dunque il Re bandì dal suo cospetto, senza esitazione, la giovane moglie innocente, senza nemmeno volerne ascoltare le ragioni, tanto il solo vederla, ormai, gli riusciva sgradito. Giunse infine il fratello a riprendersela, il fratello, della stessa impietosa razza del Re. Venne per riportarla a casa, ripudiata, libera, lei che era cinque volte madre, di darsi ad un altro uomo. Ed in soli sette giorni il fratello la rimaritò ad un Principe di luoghi lontani, distanti dal regno dal quale la piccola regina era stata senza colpa bandita.
    Pura, timida e dolce com'era, la piccola, infelice Azar, ormai senza più lacrime né desideri, non si ribellò al suo destino. Chiese soltanto, come dono di nozze, un velo che le consentisse, nel lungo viaggio per raggiungere la sua nuova dimora, di coprirsi il volto ed il corpo, per non essere riconosciuta quando fosse passata dalle terre di Asan, padre dei suoi figli e crudele signore, poiché l'incontro coi suoi piccoli le avrebbe senza alcun dubbio spezzato il cuore.
    Il Principe suo nuovo sposo era meno duro di cuore di Asan, e in qualche modo la disarmata dolcezza della piccola regina scacciata dal suo regno ebbe a parlare al suo cuore. La giovane ebbe dunque il suo velo, col quale si ricoprì interamente.
    Ma quando passò davanti alla reggia che era stata sua, i figli di lei, che ogni giorno spiavano dall'alto delle torri il ritorno della madre, la riconobbero nonostante il lungo velo ed accorsero piangendo e invocando a gran voce il suo ritorno. Ancora una volta, Azar fece appello alla pietà del suo nuovo Signore, chiedendo che le fosse consentito fermarsi un momento, e lasciare un dono a ciascuno dei figli.
    Ed il Principe ebbe ancora una volta pietà della piccola sposa disperata, e acconsentì alla richiesta.
    Così, Azar poté regalare ai suoi bambini stivali trapunti d'oro, e lunghe, ricche vesti alle fanciulle, e lasciò un abitino per il più piccolo, che dormiva ignaro nella culla.Il padre però, da lontano, vide tutto questo, e richiamò a sé i figlioli, che dimenticassero in fretta la madre indegna di loro. Azar sentì quella voce dura dettare ancora una volta il suo destino, e ancora non seppe trovare parole a difesa della sua inutile innocenza. Si accasciò allora, ormai sfinita dall'ingiustizia e dal dolore, e sopra di lei il lungo velo di nuova sposa si posò pietoso a coprirla da tutti gli sguardi. Andò più tardi il suo nuovo Signore a riprendersi l'infelice creatura, deciso a regalarle una vita intera di felicità. Ma ormai il destino di Azar era giunto a compimento.
    E fu così che il Principe pietoso, sotto il lungo velo che era stato il suo dono di nozze, non trovò che un fragile arbusto fiorito di mimosa, ben abbarbicato con le sue radici alla terra, deciso a non lasciarsi strappare dal luogo dove era tutto il suo cuore; i piccoli fiori odorosi a ricordare ai figli di Azar i batuffoli biondi che ricoprivano il capo della loro madre, al tempo in cui era stata felice. Ad Azar, così dolce, remissiva, obbediente e infelice, il tempo renderà poi giustizia alla sua bizzarra maniera: perché il fiore nato da lei verrà riconosciuto da tutte le donne come il simbolo della propria presa di coscienza, e della capacità di decidere esse stesse il proprio destino. Apparentemente delicato, in realtà forte e resistente, impossibile da sradicare, contro il suo volere.

    (dal web)



    Edited by Lussy60 - 29/2/2020, 17:42
     
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    MIMOSA PUDICA


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    Generalità: arbusto sempreverde di piccole dimensioni, in genere ricadente o eretto, originario dell’America meridionale.


    Ha sottili fusti di colore marrone rossastro, scarsamente ramificati, che portano lunghe foglie pennate, costituite da piccole foglioline ovali-ellittiche, appiattite; <!--coloro:green--><!--/coloro-->la particolarità della mimosa pudica è che durante le ore notturne, o in caso di contatto, il fogliame si ripiega su se stesso, da questa caratteristica deriva il nome latino ed i nomi comuni nelle varie lingue del mondo.<!--colorc--><!--/colorc--> Le foglie sono di aspetto delicato, ricordano le felci, di colore verde chiaro, leggermente pruinose; sui fusti sono presenti alcune spine e piccoli peli sottili. Tutte le parti della pianta sono tossiche se ingerite.
    In primavera inoltrata produce piccoli fiori tondeggianti, simili a piccoli pompon, di colore rosa lilla; ai fiori seguono piccoli baccelli tondeggianti, riuniti in grappoli, di colore marrone chiaro.
    Queste piante sono diffuse in gran parte del globo, nelle aree con clima tropicale possono diventare piante infestanti.


    Esposizione: si pongono a dimora in luogo soleggiato o semiombreggiato; non temono il gelo, se di lieve entità e di breve durata, nei luoghi con inverni rigidi viene coltivata in vaso, in modo da poterla riporre al riparo dal freddo durante i mesi freddi; spesso viene invece coltivata come annuale, vista la rapidità con cui si sviluppa ed il fatto che con il passare degli anni tende a debilitarsi.


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    Annaffiature: da marzo a ottobre annaffiare regolarmente, mantenendo il terreno leggermente umido, ma evitando gli eccessi; durante i mesi freddi diradiamo le annaffiature; se le piante sono coltivate all’aperto possiamo evitare di fornire acqua. Durante il periodo vegetativo fornire del concime per piante da fiore, ogni 15-20 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature.


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    Terreno: rpediligono terreni soffici e sciolti, non troppo fertili, ben drenati; in genere tendono ad adattarsi anche in terreni poveri o sassosi. Si utilizza in genere un miscuglio costituito da due parti di torba, due parti di terriccio universale ed una parte di sabbia per aumentare il drenaggio.


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    Moltiplicazione: avviene per seme, in primavera; le giovani piante vanno maneggiate con cautela, perché le radici sono abbastanza delicate; si sviluppano abbastanza rapidamente e fioriscono già dal primo anno. In estate è possibile praticare talee semilegnose.

    Parassiti e malattie: temono il marciume radicale; inverni particolarmente rigidi possono causare l'ingiallimento delle foglie, ed anche la morte dell’intera pianta.


     
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    8 marzo: un menu tutto alla mimosa


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    Ormai siamo abituati ad associare la mimosa, gialla e profumata, all’8 marzo e alla Festa della Donna e la leggenda racconta che davanti alla fabbrica bruciata a New York, con le operaie intrappolate all’interno, ci fosse un albero di mimosa ma, in realtà, questo fiore fu scelto in modo casuale nel 1946 quando l’U.D.I. (Unione donne italiane) stava preparando il primo “8 marzo” del dopoguerra, si cercava un fiore che potesse simboleggiare la giornata.


    Furono le donne italiane a trovare nelle palline morbide e accese che costituiscono la profumata mimosa il simbolo della festa delle donne, in più questi fiori avevano il gran vantaggio di fiorire proprio nel periodo della festa e di non essere troppo costosi.


    Pollo Mimosa
    Ingredienti: 4 cosce e fusi di pollo – 1 cipolla – mezzo bicchiere di latte – aceto balsamico – burro – curry – sale – pepe
    Preparazione: Fai sciogliere una noce di burro in una padella antiaderente, fai rosolare la cipolla tritata finemente e dopo un paio di minuti aggiungi il latte e poco dopo un cucchiaio di aceto balsamico. Dopo un altro paio di minuti aggiungi il pollo salato e pepato su entrambi i lati, giralo spesso e coprilo con le cipolle stufate e, se necessario, bagna con un po’ di acqua. Aggiungi un bel pizzico di curry ed ultima la cottura.
    Insalata Mimosa

    Ingredienti: 250 gr Mais In Scatola – 200 gr Germogli Di Soia – 100 gr. di fagiolini lessati – 50 gr Formaggio Pecorino – 1/2 Mela verde – 1 Limone – 2 Cucchiai Olio D’oliva – 1 Pizzico Sale – 1 Macinata Pepe Bianco
    Preparazione: Sbuccia la mela, tagliala a cubetti e irrora con il succo di limone filtrato al colino e raccoglili in un’insalatiera, aggiungi il pecorino tagliato a dadini, i fagiolini tagliati a tocchetti, il mais sgocciolato, i germogli di soia lavati e asciugati. In una ciotola prepara una salsa emulsionando circa due cucchiai d’olio con qualche goccia di limone, un pizzico di sale e una macinata di pepe bianco. Versa il condimento sull’insalata, mescola molto delicatamente, lascia riposare circa mezz’ora in luogo fresco e servi.


    Come dolce non posso farmi mancare la Torta Mimosa!


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    Nel 1946 l’ Unione Nazionale Donne scelse come fiore simbolo la mimosa; i motivi furono diversi: per il suo colore giallo brillante, per il suo profumo delicato e nello stesso tempo intenso, per la rapida fioritura nel mese di marzo. Da qui l’ usanza da parte degli uomini di regalare alle donne mazzetti di mimosa e parte sempre da qui la realizzazione del dolce tipico della festa delle donne, la torta mimosa appunto. Stiamo ben attenti però: la mimosa è un fiore molto velenoso e la dizione mimosa proviene dal pan di spagna sbriciolato e posto a mo di fiori di mimosa. Molte le ricette per questo dolce ma Ginger vi consiglia la versione più classica e senza varianti.
    Torta mimosa (ingredienti per 6/8 persone)
    Per il pan di spagna
    6 uova
    180gr di zucchero
    75gr di farina
    75gr di fecola
    un pizzico di sale
    Per la crema pasticcera
    500gr di latte
    4 tuorli
    100gr di zucchero
    25gr di farina 00
    scorza di limone
    cannella, vaniglia (facoltativi)
    Per la panna montata
    200gr di panna da montare
    50gr di zucchero a velo
    Rhum o succo di arancia per bagnare il pan di Spagna

    Preparazione
    :
    Sgusciare in una ciotola le uova intere. Frullare a lungo (almeno 15 minuti)con uno sbattitore a frusta le uova e lo zucchero (a mano servono almeno 30 minuti), finché diventano una massa gonfia, ben spumosa e di colore giallo chiaro. Sollevare le fruste e lasciare cadere un po’ di composto sull’impasto montato: è montato a sufficienza se il filo di pasta “scrive“.
    Aggiungere la farina e la fecola mescolate insieme, versandole a pioggia da un setaccio, e mescolarle delicatamente con un cucchiaio di legno, in modo che si incorpori al composto senza smontarlo. Versare l’impasto al centro dello stampo bene imburrato e infarinato, livellarlo bene dando un paio di colpi sul tavolo con la teglia piena, e infornare a 150° – in forno già caldo – per circa 40 minuti.
     
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    La Mimosa




    La Mimosa, Acacia Dealbata, è un albero di origini Australiane che da quasi duecento anni si è adattato bene in Europa nelle regioni dal clima temperato. Nelle sue terre di origine arriva a svilupparsi fino a 30 m di altezza mentre da noi non supera i 12 m.
    La mimosa è un albero ornamentale che a miti temperature si sviluppa molto velocemente, le foglie sono bipennate di colore verde opaco, i fiori giallo intenso sono raggruppati a grappoli ed emanano un profumo inconfondibile.
    Proprio al fiore è dovuta la notorietà della mimosa, da mezzo secolo è il simbolo della Festa delle donne dell’8 marzo.

    Cure e manutenzione
    La mimosa si adatta ad ogni tipo di terreno anche se preferisce quelli più acidi, va piantata al riparo dai venti e soprattutto dal gelo, un inverno troppo rigido e le gelate far morire la pianta. Per i primi anni la mimosa va potata accorciano abbastanza corti i rami, successivamente può anche non essere potata o solo dopo la fioritura per stimolare nuovi getti.

    Riproduzione
    La mimosa può essere riprodotta a primavera per semina, i semi sono contenuti a gruppi in baccelli di 10 cm prodotti dalla pianta, mettere i semi della mimosa in acqua calda per un paio di giorni e successivamente interrarli in un composto di sabbia e terra, la germogliazione avverrà entro un mese.
    La riproduzione avviene anche per talea da praticare sempre nei mesi primaverili interrando dei rametti in vasi con terra e sabbia e mantenendo umido.










    Come far durare a lungo il rametto di mimosa che vi verrà regalato il prossimo 8 marzo?


    Con un coltellino affilato, bisogna eliminare le foglie rovinate e quelle che si trovano più in basso, che solitamente marciscono perchè sono a contatto con l’acqua del vaso.
    L’acqua non va fredda, ma appena tiepida per favorire una perfetta fioritura; inoltre, è importante tenere la mimosa lontana da fonti di calore. Evitate anche gli ambienti troppo secchi.

    Potete anche seccare e conservare il rametto di mimosa: basterà tenerla a testa in giù in un ambiente buio (ad esempio all’interno di un armadio) per qualche giorno, dopo aver eliminato tutte le foglie. Poi, spruzzare un pò di lacca per i capelli per conservare al meglio i fiori.

    Edited by Lussy60 - 29/2/2020, 17:44
     
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    oggi vi racconto le origini della mimosa e a chi offrirla....




    Il fiore simbolo dell'8 marzo è stato inventato in Italia, esattamente nel 1946.
    L'Udi (Unione Donne Italiane) stava preparando il primo "8 marzo" del Dopoguerra, e si pose il problema di trovare un fiore che potesse caratterizzare visibilmente la Giornata. C'era il precedente del garofano rosso per la festa dei lavoratori il Primo maggio, che come simbolo aveva sempre funzionato bene, soprattutto negli anni del fascismo, durante i quali metterselo all'occhiello era un segnale inequivocabile, e non privo di rischi.

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    Alle giovani donne romane piacquero quei fiori gialli profumatissimi, che avevano anche il vantaggio di fiorire proprio nel periodo giusto e non costavano tantissimo.
    Quindi la scelta della mimosa non ha un significato recondito, ideologico o quant'altro. Fu una scelta semplice e casuale, ma indovinata, un'idea di grande successo, visto che è rimasta stabile fino ai nostri giorni.


    A chi si offre la mimosa?


    Si offre alle ragazze, alle mogli e alle amiche, alle impiegate nei luoghi di lavoro e alle mamme.
    E' un dono che viene fatto non solo dagli uomini, ma si usa regalarsela anche fra donne. E oltre ad essere un fiore profumatissimo e durevole, lo si trova l'8 marzo come "logo" di tanti manifesti, cartoline e copertine di giornali.

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    Come coltivare un albero di mimosa in giardino o in vaso



    Questa foto di Le Mimose di Falanga e Santamaria è offerta da Tripadvisor.


    scritto da Coltivazione Biologica 8 Settembre 2018
    L’albero di mimosa, coltivato a fini ornamentali, ha proprio nel mese di marzo il periodo di massimo splendore. Con la sua colorata fioritura dipinge di giallo i nostri paesaggi, da nord a sud. Simbolicamente viene associato alla festa della donna che, com’è noto, si celebra l’8 marzo. Non è raro, infatti, che questo fiore venga regalato proprio nel corso di questa ricorrenza internazionale. Il senso di questa giornata è quello di ricordare le molte conquiste sociali e politiche ottenute dalle donne nel corso del tempo, senza però dimenticare le discriminazioni e le violenze a cui, molte di loro, ancora oggi sono soggette.

    Ma ritornando al nostro fiore: avete mai pensato di regalare un intero albero di mimosa anziché un semplice bouquet?
    In questo articolo vi sveliamo tutto quello che c’è da sapere sulla coltivazione, in giardino o in vaso, di una pianta di mimosa. Ottenere fiori belli e rigogliosi, senza l’utilizzo dei fitofarmaci non è affatto difficile, basta seguire i giusti accorgimenti.
    Come sempre, però, partiamo prima di tutto dalle caratteristiche della pianta. Vediamo quindi i consigli sulla messa a dimora, sul terreno ideale per la crescita e la cura dell’albero, e scopriamo quali sono le operazioni periodiche di potatura.

    ’albero di mimosa

    Con il termine mimosa si identifica un genere di piante, erbacee o arbustive, appartenenti alla famiglia botanica delle Fabaceae. Sono oltre 700 le specie che rientrano in questo genere. Quelle di nostro interesse, la cui coltivazione è molto diffusa in Italia, sono:

    La pianta, come specie, è originaria del continente oceanico, in particolare dell’Australia e della Tazmania. In questi territori l’arbusto cresce spontaneo e può arrivare fino a 30 metri di altezza. La pianta arriva in Europa agli inizi dell’ottocento, insieme ad un’altra molto conosciuta, l’eucalipto.

    Per le sue caratteristiche, l’albero di mimosa si è adattato molto bene al clima italiano, specie quello delle zone più miti. In alcune parti della penisola gli arbusti possono arrivare fino a 15 metri, mentre nelle aree più fredde vengono solitamente coltivati in vaso, con dimensioni più ridotte.
    In alcuni luoghi, poi, la pianta si è acclimatata talmente bene da formare dei piccoli boschetti spontanei. Fantastico è il colpo d’occhio di colore giallo che si può incontrare nei periodi di fioritura.

    Le caratteristiche della pianta di mimosa

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    Scarpata protetta da alberi di mimosaIn assoluto è l’Acacia Deabalta, o mimosa argentea, la specie più coltivata nel nostro Paese.
    L’albero di mimosa è un sempreverde con un apparato radicale superficiale, ma ben sviluppato. E’ per questo motivo che viene spesso utilizzato per trattenere il terreno nelle scarpate.

    I rami, di colore verde, hanno la superficie finemente vellutata. La chioma è composta da numerose foglioline, di tipo pennato, accoppiate in 30-40 paia. Queste hanno la caratteristica di essere aperte e piene durante il giorno, per poi chiudersi e ripiegarsi nelle ore notturne.

    Fiori di mimosaI fiori di mimosa, dal tipico colore giallo, sono invece raggruppati in infiorescenze a capolini sferici. Sono riuniti in mazzetti o grappoli terminali.
    Questi fiori delicati ricordano dei piccoli batuffoli e hanno vistosi stami gialli, molto luminosi e piumosi. Quando vengono recisi, però, hanno la caratteristica di appassire rapidamente.
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    La Mimosa retinoides, ovvero la mimosa delle quattro stagioni, ha la caratteristica di fiorire durante tutto l’anno. La maggiore intensità del suo sviluppo floreale avviene nel periodo compreso tra maggio e settembre. Si tratta di una specie più rustica, che si adatta bene ad ogni tipo di terreno. Proprio per questo motivo questa tipologia di albero di mimosa viene spesso usata come portainnesti.


    Come coltivare un albero di mimosa
    Il clima


    Come accennato, l’albero di mimosa predilige un clima mite. Ciò che non tollera, invece, è il gelo prolungato durante il periodo invernale. Con temperature al di sotto dei -5° C l’albero soffre molto. Se le temperature scendono al di sotto dei -10° C è possibile che ne venga compromessa la sopravvivenza. Per questo motivo, nelle zone fredde la mimosa viene coltivata in vaso. In questo modo si ha la possibilità di riparare la pianta dal freddo intenso, spostandola al bisogno in una zona protetta, ad esempio sotto una veranda.
    Teniamo comunque presente che le mimose non sono piante da interno. Se poste perennemente in casa soffrirebbero il calore innaturale dell’impianto di riscaldamento.

    Altra caratteristica della pianta di mimosa sono i suoi rami delicati, che si spezzano facilmente sotto l’azione del vento. Si consiglia, pertanto, di posizionare l’albero in una zona del giardino soleggiata e riparata.
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    Il terreno
    Quando decidiamo di piantare un albero di mimosa, molta attenzione va posta alla valutazione del terreno. L’Acacia Deabalta rifugge dai terreni calcarei e predilige quelli leggermente acidi, con un ph compreso tra 5,5 e 6,5. Visto che molto spesso i terreni sono calcarei, si può correggere questa caratteristica aggiungendo alla terra, al momento dell’impianto o nel vaso stesso, della torba acida,



    Altra possibile soluzione può essere la scelta di un portainnesto come la Mimosa retinoides, più adatta ai terreni calcarei.

    La riproduzione
    L’albero di mimosa, soprattutto dai giardinieri meno esperti, solitamente viene acquistato in un piccolo vaso. In questo modo può essere trapiantato nel periodo che va da marzo a maggio.
    In vivaio le tecniche di riproduzione principali sono la moltiplicazione per innesto e la margotta.

    La messa a dimora in giardino
    Vediamo adesso come procedere correttamente per la messa a dimora in giardino di una pianta di mimosa:

    Innanzitutto, bisogna tener presente che l’albero di mimosa è molto longevo e vive per almeno 20 anni.
    Quindi bisogna effettuare una lavorazione profonda con uno scasso del terreno almeno fino a 80 cm. La larghezza della buca dovrà essere di 50/60 cm.
    Sul fondo della buca bisogna sistemare del letame maturo, che rappresenta la concimazione di fondo.
    Poi viene aggiunta la terra di riporto scavata per fare la buca. Se il terreno è calcareo, ricordatevi che deve essere mescolata con la torba acida. La proporzione tra terra e torba e di 3 a 1.
    A questo punto si copre il letame con uno strato di terra sul quale può essere messa dell’argilla espansa (questa ci aiuterà a migliorare il drenaggio del terreno).
    Dopo l’argilla, saliamo di livello con un altro strato di terra.
    Fatto questo, sistemiamo un tutore (ad esempio un bel palo di legno). La pianta ne avrà bisogno per i primi anni, fino a quando le radici non scenderanno più in profondità
    Ora siamo pronti per mettere a dimora il nostro piccolo albero di mimosa. Togliamo quindi dal vaso e lo immergiamolo per qualche secondo nell’acqua. Questo serve a idratare bene la zolla di terra.
    Adagiamo la pianta e colmiamo la buca con il terriccio, senza coprire il punto d’innesto.
    Annaffiamo abbondantemente e leghiamo al tutore.


    La coltivazione della mimosa in vaso



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    Per la coltivazione di una pianta di mimosa in vaso, massima attenzione al mix del terriccio. Sul fondo sistemiamo dell’argilla espansa (che potete trovare quiArgilla), dopodiché prepariamo un mix composto per 1/3 da torba acida e per 2/3 da normale terriccio da giardino.
    Si dovrà scegliere un vaso, possibilmente in terracotta, con dimensioni pari a 60 cm di altezza e, almeno, 50 di larghezza. In questo modo avremo garantita una crescita veloce e abbondanti fioriture.
    Il trapianto ad un vaso più grande deve essere fatto ogni due anni, aumentando di poco il diametro del vaso stesso. Così facendo manterremo una buona proporzione tra l’apparato radicale e la chioma.

    L’irrigazione
    L’albero di mimosa, soprattutto nel continente d’origine, cresce in maniera spontanea e si adatta molto bene alle condizioni di siccità. Non ha bisogno d’irrigazione di sostegno, ad eccezione del periodo estivo, nei primissimi anni di vita. Questo è utile per dare il tempo all’apparato radicale di diffondersi adeguatamente.
    Per la coltivazione in vaso il discorso è diverso. In questo caso c’è un maggiore bisogno d’acqua. Questo, c’è da dire, vale un po’ per tutte le colture arboree forzate in vaso.
    Ad ogni modo, attenzione a non creare ristagni idrici, molto pericolosi per la pianta.
    Per migliorare l’umidità del terreno e risparmiare il lavoro di pulizia dalle erbe infestanti, consigliamo di utilizzare una pacciamatura naturale. Questa è da posizionare al piede della pianta.

    Potatura della mimosa
    Per la potatura dell’albero di mimosa bisogna innanzitutto distinguere tra la potatura di formazione e quella di mantenimento:

    La potatura di formazione della mimosa (o potatura di allevamento) si fa il primo anno. E’ qui che si sceglie tra la forma a cespuglio, che si ottiene dando più spazio alle ramificazioni centrali, e quella a piramide, ovvero dando alla pianta la forma di un cono, lasciando i rami molto lunghi già nella parte bassa.
    La potatura di mantenimento si fa annualmente, o al limite ogni due anni. Si opera nel periodo immediatamente successivo alla fioritura, per l’Acacia Debealta; in primavera inoltrata per la Mimosa delle 4 stagioni. Questo tipo di lavoro serve per mantenere la pianta armoniosa. Si effettua accorciando i rami più lunghi e asportando i rami secchi, danneggiati dall’inverno o malformati.
    Raccolta ed utilizzi
    Come tutti sappiamo la mimosa è simbolicamente legata alla Giornata internazionale della donna. Regalare dei mazzetti di mimosa è una pratica comune è molto apprezzata, visto anche il profumo intenso dei fiori. Attenzione però a quando si recidono le infiorescenze: andateci piano e usate delle forbici ben affilate (delle forbici adatte potete trovarle quiForbici per potare). Delle buone forbici sono importanti per non creare strappi e, dunque, rovinare i rami.

    Comunque sia, visto che il prezzo di un albero di mimosa è piuttosto contenuto, il nostro consiglio, forse un po’ originale, è quello di regalare una pianta intera anziché un semplice mazzetto di fiori. L’omaggio, in questo modo, non durerà un solo giorno, ma durerà nel tempo e sarà permanente. Proprio come il rispetto che si deve alle donne.

    www.coltivazionebiologica.it/

     
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