Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

IO..E IL MIO PAPA'...(un amore spontaneo)

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    Voglio dedicare ai papà e futuri papà questa poesia di Alberto Pellai (un medico che ha scritto alcuni libri tra cui "NELLA PANCIA DEL PAPA' (Padre e figlio: una relazione emotiva)


    Coccolami ancora un po'
    Tienimi accanto, non dirmi di no.
    Con le tue braccia fammi volare
    Attento alla barba, mi fa grattare.
    Se sul tappeto mi tieni incollato
    Mentre giochiamo al pugilato
    "Aiuto" grido alla mamma per finta
    Poi tu ti giri e io ti do una spinta.
    Tienimi forte sul cuore papà
    Almeno adesso che la mia età
    Consente ad entrambi in casa e in terrazzo
    Di farci coccole senza imbarazzo
    Tra qualche anno, la legge dei duri
    Ci troverà più grandi e maturi
    A fare finta che gli uomini veri
    Son tutti d'un pezzo e molto seri.
    Stasera quel tempo è ancora lontano
    Tu coccola e gioca con me sul divano.







    Il papà moderno


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    Secondo gli studi condotti da Margaret Mahler, i bambini piccoli, nei primissimi mesi di vita, affrontano una fase detta ‘simbiotica’ durante la quale credono di essere un tutt’uno con il corpo della madre e dipendendo totalmente da essa. Questo rapporto assolutamente normale e funzionale al corretto sviluppo fisico del bambino va oltre alla semplice funzione di assolvere alle necessità biologiche legate alla sopravvivenza. Gli studi dei coniugi Harlow condotti sui piccoli di scimmia dimostrano che ciò di cui il bambino ha più bisogno per un corretto sviluppo psicologico è il soddisfacimento ‘fisico’ del bisogno di affetto, tenerezza, amore ottenuto attraverso il contatto e l’interazione con la madre. La mamma è indiscutibilmente la “fonte” del sostentamento fisico e psicologico del bambino e nessuna scienza potrà mai spiegare la magica empatia che lega una madre al suo piccolo.

    Ma in questo blindatissimo rapporto simbiotico tra madre e figlio, che ruolo ha il padre? Il suo compito si ferma al semplice, se pur insostituibile, apporto del concepimento?

    Psicologi e pediatri hanno dimostrato come già dalla terza settimana di vita i bambini abbiano reazioni diverse a seconda che si trovino in presenza della madre o del padre. Questo avviene perché entrambi i genitori si avvicinano al bambino con intenzioni diverse, la madre per curare e calmare, il padre per giocare e stimolare. Alla madre spetta, attraverso la soddisfazione del bisogno biologico della nutrizione, trasmettere il messaggio dell’essere amati, di essere appunto “nutriti di amore”, di essere desiderati, voluti, accettati per quello che si è. Ma è la presenza del padre a dare l’imprinting ai futuri rapporti sociali del bambino con il resto del mondo. Sul rapporto col padre si basa buona parte dell’autostima che il bambino avrà verso se stesso nell’arco della sua vita. Questa funzione si amplifica se si parla di bambine. Infatti, il padre è il primo uomo con cui una bambina interagisce, e sarà proprio questa figura ad influenzare, nel bene e nel male, i rapporti futuri con qualsiasi altra figura maschile con cui si relazionerà.

    Storicamente, la cura della prole è sempre stata tacitamente relegata alle donne: la donna angelo del focolare, moglie e madre; l’uomo figura di puro sostentamento economico della famiglia. Due binari che viaggiando paralleli percorrono la stessa strada e che quindi difficilmente riuscivano ad incontrarsi. Ebbene, sembra che un lento ma costante mutamento all’interno dei costumi sociali abbia risvegliato nel maschio dell’homo sapiens un insospettabile istinto paterno latente.

    Le mamme, sempre più donne in carriera, hanno innescato una reazione a catena negli uomini che, per scelta o per necessità, si sono accorti di essere molto di più di una mera fonte di sostentamento economico o peggio ancora, semplici donatori del seme.

    Nel 1987 una ricerca condotta dalla rivista Fortune riportava che, all’epoca, il 30% dei padri intervistati percepiva come molto limitato il tempo dedicato alla propria famiglia; mentre solo il 48% degli uomini metteva i bambini tra le proprie aspettative primarie. Ma già nel 1991 uno studio similare ci conferma che la figura paterna stava maturando le modifiche necessarie a gestire la famiglia contemporanea nel nuovo contesto sociale. Infatti, ben il 75% dei padri intervistati si dichiarava disposto a sacrificare la carriera per poter stare più tempo insieme alla famiglia. Andando ancora avanti, un’indagine del 1993 mostrava una percentuale di uomini pronti a mettere i figli in cima alla lista delle priorità per costruire una famiglia pari all’80%. Più di recente, i dati Istat del 2001 riportano che il 78% dei papà si occupa almeno settimanalmente del bagnetto del proprio bebè, il 45% si occupa regolarmente di portarlo a letto la sera e il 43% gioca con il proprio figlio ogni volta che può.

    È scientificamente provato: l’uomo contemporaneo, dopo secoli di (auto) esclusione dall’educazione e crescita della prole, è giunto alla consapevolezza che partecipare attivamente alla crescita e all’educazione dei propri figli non rappresenta solo un bene per il bambino ma soprattutto si rivela fonte di soddisfazioni il padre stesso. Inoltre, la maggiore collaborazione e interazione nella crescita e nell’educazione dei figli tra i due genitori ha fatto aumentare il livello di soddisfazione interno della coppia che ora divide più equamente i compiti legati alla gestione della casa e restituisce maggiore serenità all’intera famiglia.

    Insomma, padri più teneri, più felici, più affettuosi, più sensibili, capaci di ascoltare e di consolare. Capaci anche di sostituire la mamma? Attenzione, come anche Giancarlo Strocchia del Centro Studi sulla famiglia dell’Università Cattolica di Milano sottolinea in alcuni suoi articoli, studiosi e psicologi mettono in guardia sul confondersi dei ruoli. Non bisogna dimenticare che il padre è la figura che funge da guida, è il tutore delle norme, delle regole sociali da rispettare, dei diritti e dei doveri; è il responsabile del necessario distacco tra il bambino e la madre, fondamentale affinché il bambino possa fare il suo ingresso nel mondo esterno. Quindi, rinunciare allo storico ruolo autoritario della figura paterna non vuol dire perdere la componente di autorevolezza, di decisionalità che aiuta il bambino a crescere emotivamente equipaggiato per affrontare con sicurezza e serenità il mondo esterno.

    Cosa vuol dire allora essere un padre moderno? Tra la figura storica del padre “assente ma autoritario” e quella fuorviante del “padre-mammo”che si sostituisce alla madre, sta (fortunatamente) prendendo posizione quella del “padre come completamento” della madre. Un padre a 360 gradi, ovvero padre, marito e uomo, che ha un suo ruolo ben definito accanto alla madre, con la quale crea un rapporto di cooperazione volto a coprire i ruoli di ognuno secondo la propria sfera d’azione all’interno di un unico contesto quale è la famiglia, rendendosi l’uno insostituibile all’altro.



    Edited by Lussy60 - 12/5/2012, 16:20
     
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    Bambini: perché preferiscono il papà


    padre-e-figlio


    Capita spesso che i bambini preferiscano il papà alla mamma. Ma come mai accade?Non si dice sempre che mamma e bambino siano un’unica cosa? E le mamme come la vivono? Potremmo rispondere che anche se il papà passa meno tempo con il bambino, dopotutto quegli attimi sono decisamente i più divertenti visto che rappresentano momenti di gioco. Sicuramente non è facile per la mamma sentirsi del tutto accessoria viste le tante energie che ogni giorno ripone nelle crescita del suo bambino.

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    Eppure a partire dal secondo anno di vita circa, secondo la psicologia dello sviluppo, il papà diventa molto allettante per il piccolo poiché il poco tempo che trascorrono insieme diventa estremamente prezioso, quasi investito di magia. Se però si sentono in pericolo e hanno bisogno di protezione ecco tornare la mamma in primo piano. Infatti possiamo constatare che la preferenza del bambino non è mai assoluta ma deve essere necessariamente contestualizzata. Va precisato che esistono dei cosiddetti figli di papà, se ne fa portavoce la psicologa evolutiva Inge Seiffge-Krenke, secondo cui la dotazione genetica gioca un ruolo importante sin dal concepimento, anche se non ci sono ricerche sul perché un bambino così piccolo abbia un legame così simbiotico con il papà, quasi a beffeggiare la natura.

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    La stessa dottoressa sostiene che i papà giocano con più emozione riescono a tornare bambini e mettersi alla pari del proprio figlio, gli uomini infatti stimolerebbero i figli da un punto di vista acustico e visivo enfatizzando il movimento. È una scena comune vedere papà e bambino che si azzuffano rotolano insieme sul pavimento, strillano e ridono. Decisamente raro che sia una mamma a giocare così con il proprio bambino. Inoltre sempre secondo la psicologa gli uomini credono di più nelle capacità del figlio, lasciano che sia il bambino a provare nuovi giochi, si limitano a spiegarlo e viverlo con loro, la mamma ne mostrerebbe subito il senso lasciando replicare al bambino una volta appresa la sequenza funzionante.



    Edited by Lussy60 - 12/5/2012, 16:21
     
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    ..sei forte papa'...


     
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    Come nasce un papà


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    Quando nasce un figlio, nasce anche suo padre. Un’esperienza che suscita emozioni molto intense, di cui spesso un uomo diventa consapevole quando stringe a sé per la prima volta il suo bambino.



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    I suoi TIMORI

    La paternità non è vissuta da tutti in modo semplice e lineare, perché a volte genera paure inaspettate. Ma un uomo deve imparare a riconoscerle per poterle superare con efficacia.


    Esclusione

    1. SENTIRSI ESCLUSO

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    Per alcuni neopadri, il rapporto “esclusivo” tra madre e neonato può -a trattiprovocare una sensazione dolorosa di esclusione da un’intesa molto importante, di cui il padre dovrebbe, invece, essere partecipe a pieno titolo.

    _ In tal caso, è bene prendere atto di queste emozioni e parlarne con la propria compagna. Solo il dialogo, infatti, aiuta a superare il disagio iniziale.

    _ Quando un uomo arriva a comprendere che, nelle prime fasi di vita, è naturale per un neonato essere tanto “attaccato” (anche fisicamente, ma non solo) alla sua mamma che gli riserva cure esclusive, può sentirsi più libero e disegnarsi un nuovo ruolo all’interno del triangolo relazionale che si è appena costruito.


    In prova

    2. NON ESSERE ALL’ALTEZZA


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    Quando nasce un figlio, un padre deve sempre mettersi alla prova in una serie di compiti nuovi, per i quali non esiste manuale o scuola che fornisca gli apprendimenti necessari. Non basta leggere su un libro di puericultura come si fa il bagnetto oppure come si cambia il pannolino, perché il salto dalla teoria alla pratica non è mai facile…

    _ Il fatto è che avere il proprio figlio tra le mani, così piccolo, indifeso e fragile, suscita in molti uomini (e non solo) la paura di fargli male, anche solo sfiorandolo. Parlando con i papà, si resta spesso colpiti dalla sensazione di inadeguatezza che sperimentano quando devono concretamente accudire il loro bambino.


    Ostacoli

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    Tra l’altro, il pianto frequente del neonato manda in crisi molti, che in quel comportamento vedono la conferma della loro presunta incompetenza. In questi casi, alcuni padri preferiscono passare il testimone alla mamma o alla suocera (“loro sono bravissime, sanno sempre come si fa”). Ma va detto che anche la neomamma è forse alla prima esperienza ed è altrettanto timorosa di sbagliare.

    _ Altri papà, particolarmente spaventati dall’idea di non farcela preferiscono “rifugiarsi” nel lavoro, che li sottrae alle nuove ansie e responsabilità domestiche. Ma “spostano” solo il problema.

    _ Per superare questo scoglio, il neo-papà deve sentirsi protagonista di un ruolo e di funzioni molto specifiche, diverse e complementari rispetto a quelle materne ma comunque indispensabili per un figlio.



    Compiti


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    I suoi COMPITI

    Oltre a supportare amorevolmente la partner, il neopapà dovrebbe svolgere alcune funzioni specifiche in tutto il primo anno di vita di suo figlio.

    UNO “STABILIZZATORE EMOTIVO”

    Molte donne raccontano che nei giorni seguenti al parto sono turbate da una strana tristezza, accompagnata dal bisogno di piangere. Questo periodo di disagio ha breve durata e si risolve spontaneamente se la neomamma ha la fortuna di avere vicino a sé persone che sanno sostenerla adeguatamente.

    _ Il papà, in questa situazione, serve a rassicurare, sostenere e proteggere. Riprendere subito il lavoro, lasciando a casa la compagna con il piccolo, rischia di rivelarsi un clamoroso autogol…

    COSA PUO' FARE SUBITO
    Dopo la dimissione dall’ospedale, il papà può rimanere in casa con la neomamma e il neonato per qualche giorno. Con questa scelta, dimostra di voler partecipare a pieno titolo alla nuova vita familiare che si inaugura con l’arrivo di un figlio.


    Distacco

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    UN “FACILITATORE DELL’ESPLORAZIONE”

    Le cure materne aiutano il neonato a costruirsi una base sicura: gli danno, cioè, la saldezza interiore per andare alla scoperta del mondo. Per molte mamme, tuttavia, è molto faticoso imparare a separarsi dal proprio bambino tenendo a bada le forti emozioni che si provano in occasione dei primi naturali, fondamentali distacchi.

    _ Nei processi di separazione il papà può giocare un ruolo chiave, fornendo la giusta sicurezza alla mamma e la necessaria tranquillità al bambino, permettendogli così di aprirsi sereno al mondo esterno.

    _ Per esempio, molti padri sono particolarmente efficaci nel far addormentare i propri bambini, che invece rimangono svegli e vivaci quando sono tenuti in braccio dalla mamma.


    Gioco

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    UNO SPECIALE COMPAGNO DI GIOCO

    Da sempre, l’attività ludica e il gioco corporeo vedono i padri in prima linea. Lo sanno bene i figli maschi, che almeno per i primi 5 anni di vita cercheranno di misurare la crescita della loro forza attraverso frequenti lotte “corpo a corpo” col padre, che quasi sempre terminano con coccole e grandi risate.

    _ Il papà insomma, ha quel fondamentale e prezioso ruolo di preparare il figlio all’incontro col mondo che lo aspetta fuori dalle pareti domestiche.

    i.



    Edited by Lussy60 - 12/5/2012, 16:21
     
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    Libro: C’è anche il papà


    anche-papa(1)

    Che bello questo libro di Ivano Baldassarre. Finalmente un testo non pesante come invece sono spesso quelli dedicati all’infanzia/puericoltura.
    "C’è anche il papà" parla ai papà e lo fa in modo semplice e diretto con esempi concreti.
    Il libro si divide in tre parti:
    - nella prima parte si affronta la nuova figura di padre che sta emergendo in questi ultimi anni, cercando di evidenziarne il ruolo e le funzioni alla luce della contemporaneità, in un inevitabile confronto tra la vecchia e la nuova generazione dei papà;
    - nella seconda invece, vengono presi in esame i temi più rilevanti che riguardano il rapporto padre-figli nel periodo dell’infanzia: la questione dei limiti, delle regole, del contesto affettivo, la sessualità, il ruolo delle fiabe, il rapporto con la religione e con la scuola, il tempo libero, ecc.
    - nella terza e ultima parte viene analizzato il periodo dell’adolescenza, che per le sue caratteristiche è un duro campo di prova per tutti i genitori.
    Ivano Baldassarre è uno psicologo/psicoterapeuta e nel libro mixa sapientementi le sue esperienze professionali e private.
    Lo consiglierei? Assolutamente sì. A tutti i papà (ma lo possono chiaramente leggere anche tranquillamente le mamme!).
    "Il mestiere del genitore è un mestiere difficile, ma credo sia possibile svolgerlo sufficientemente bene e con una buona soddisfazione nel momento in cui ci rapportiamo con i nostri figli in modo equilibrato e con il desiderio di scoprire un po’ più di noi stessi attraverso la relazione con loro. Si impara a fare i papà come si impara a essere uomini; è anche per questo un processo e bisogna avere pazienza e curiosità di apprendere; non siate troppo esigenti con voi stessi e sappiate perdonarvi se commettete un errore, poichè tutti noi sbagliamo.



    Edited by Lussy60 - 12/5/2012, 16:22
     
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    festa del papa'......
    creiamo una sorpresa per loro


    Come regalo per il papà ho pensato che un piccolo libro fatto dai più piccoli sarebbe semplice e carino da realizzare.
    Potete usare delle foto per personalizzarlo oppure lasciare che siano i bimbi a decorarlo con pennarelli e collage.
    Cosa vi servirà:
    2 fogli A4 bianchi
    1 cartoncino colorato A4
    fogli colorati pregommati per fare dei disegni collage
    foto o immagini da incollare
    pennarelli
    foratrice
    forbici
    colla
    un nastrino
    matita per disegnare


    materiale

    Procedimento:
    Piegate a metà i fogli e il cartoncino


    piegatura_fogli_e_copertina


    Inserite i fogli bianchi nella copertina (cartoncino colorato)


    inserimento_fogli_nella_copertina


    Forate i fogli e il cartoncino tutti insieme

    foratura_fogli

    Inserite il nastrino nei fori dei fogli

    inserimento_nastrino_parte_centrale

    Ritagliate dai fogli pregommati dei cuori e incollateli sulla copertina del libro


    incollare_cuoricini

    Personalizzate il vostro libro, io ho incollato delle figure che ho trovato nei giornali e ho aggiunto delle frasi:

    copertina


    pagina_1


    pagina_2


    pagina_3



    Edited by Lussy60 - 12/5/2012, 16:22
     
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    Papà in dolce attesa. Il pancione cresce

    A domanda... risposta

    Quali sono, in generale, le emozioni che vive un futuro papà?
    L'uomo che sta per diventare padre vive una serie di emozioni soggettive. Generalizzando possiamo dire che prova attrazione nei confronti del pancione della donna in gravidanza. Attrazione sia sul piano fisico (le rotondità del corpo femminile aumentano il desiderio erotico), sia su quello spirituale (la donna, procreando, si avvicina al divino).

    Sono solo positivi i sentimenti che prova?

    No, certo, l'uomo vive anche paure e ansie per il futuro: il timore che, durante il parto, possa accadere un evento negativo, che il bambino abbia malformazioni, che la presenza del bambino cambi il rapporto di coppia.
     
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    Il pianto dei bambini? Per i papà è una specie di ninna nanna


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    A quanto pare il pianto dei bambini per gli uomini sarebbe una specie di ninna nanna e questo ora ha anche una vera e propria base scientifica; ecco perchè d’ora in avanti nel caso in cui doveste avvertire le urla di vostro figlio non dovrete più stupirvi se accanto a lui il papà invece dorme beatamente. Proprio così: secondo i risultati di uno studio inglese mentre le donne appena sentono il pianto di un bambino piccolo si svegliano i papà sembrano estranei a questo fatto. Almeno questo è quello che sostiene Stefan Gaa, direttore responsabile della Lemsip, l’azienda inglese finanziatrice dello studio e specializzata in rimedi contro i sintomi influenzali.
     
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    I PAPA’, I BAMBINI E LO SPORT

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    Come mai molti bambini abbandonano presto l´attività fisica o non riescono ad appassionarsi a nessuno sport in particolare? Spesso la colpa è dei genitori e delle loro pretese esagerate nei confronti dei propri figli.
    Sono soprattutto i papà, ma a volte anche le mamme, che esercitano troppa pressione sulle loro “prestazioni”.
    C’è la mamma che avrebbe voluto fare danza, ma non ha potuto ed ora obbliga la figlia a danzare, nonostante lei sia più portata per la pallacanestro; oppure il papà che non vede l’ora che una società calcistica noti l’abilità del figlio appena entrato a far parte della squadra locale dei pulcini.
    La sensazione è la stessa di quando cerchi di fare pratica alla guida di un auto con tuo padre o tua madre vicino: un disastro! Esci da quell’auto che ti senti davvero negato ed andresti di corsa a comprarti una bicicletta!
    Bisognerebbe evitare di rimproverare i nostri bambini per lo scarso impegno o per i mancati risultati, in quanto la loro è l´età dell´apprendimento e non dell´agonismo, evitando che si sentano a disagio o inadeguati.
    I papà che accompagnano i piccoli agli eventi sportivi che li vede protagonisti dovrebbero trattenersi dall’insultare o dal criticare l´allenatore, l´arbitro o l´avversario.
    Gli allenatori, a loro volta, dovrebbero insegnare che lo sport è un modo per sviluppare in armonia mente e fisico, nonché per socializzare con gli altri. Dovrebbero avere un´adeguata preparazione tecnica ed una buona capacità di dialogare e di stimolare in modo positivo i propri allievi.
    Non devono arrabbiarsi ed urlare, ma dare importanza al divertimento e non solo al risultato o alla vittoria, anzi, incoraggiare e sostenere i piccoli atleti sopratutto in caso di errore, spiegando che la sconfitta nella competizione non è un fallimento personale.
    Non ha avuto problemi di questo tipo Jacopo Morini, figlio di Francesco Morini, ex calciatore della Juventus. Ero rimasta colpita tempo fa dalla foto (trovata su Facebook) dove il papà, durante una partita o un allenamento, gli dava il biberon ed ho approfittato per fargli qualche domanda su come si è comportato con lui:
    Cosa si prova ad avere un papà-calciatore?
    “Sono nato nel 1977 e mio padre ha finito di giocare nell’81, quindi i ricordi di mio padre -giocatore si limitano ai primissimi anni di età. L’unica partita a cui ho assistito è stata in Canada. Papà aveva scelto di giocare l’ultimo anno della sua carriera nel Toronto Blizzard e io ho messo a soqquadro la tribuna sfuggendo a mia mamma. Ho seminato il panico tra la gente rincorrendo ovunque la Mascotte della squadra, lasciando una scia di pop corn (avevo la confezione big-size) tra quei poveretti che volevano godersi la partita. Da quel momento mia madre ha deciso di non portarmi più ad una partita di calcio e in generale in nessun luogo pubblico. Nonostante questo episodio, mio padre ha continuato a volermi bene e crescendo mi ha sempre appoggiato in qualsiasi scelta.”
    Ma non ha mai spinto affinché tu seguissi le sue orme?
    “Non mi ha mai fatto pressioni di questo tipo, anche perché è stato chiaro fin dai primi calci al pallone che avevo ereditato i piedi da mia madre…quindi sarebbe stato tutto inutile. Il fatto di avere un papà “famoso” non mi ha mai condizionato più di tanto, perchè non si è mai comportato diversamente da una persona “normale”, anzi è un compagnone che parla e scherza volentieri con chiunque.”
    Hai quindi trovato la tua strada in un settore completamente diverso.
    “Io ho ereditato un pò del suo humor toscano e con i miei amici Niccolò Bello, Francesco Granieri e Tiziano Lamberti abbiamo creato Bugstv, un progetto che ci ha portato dal web a Italia 1 nel team delle Iene e una trasmissione tutta nostra su GXT (canale 146 sky).”
    Ce ne fossero tanti di papà così…
    In conclusione, ricordiamoci che le principali motivazioni che spingono i bambini a praticare uno sport sono: divertirsi, stare con gli amici e migliorare le proprie abilità.
    E, anche se non diventeranno i capitani della loro squadra o delle prime ballerine, per noi restano sempre i migliori!!!
     
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    Poesia per il papa'


    La forza delle idee
    Rieccomi papà
    dopo un anno sono qua,
    per scrivere di getto
    quasi senza prender fiato,
    la mia lettera d'auguri
    fatta sol dei miei pensieri.

    GRAZIE per il tuo sostegno,
    per le idee ed il tuo impegno.
    E crescendoti vicino
    vedo in me che sono bambino,
    quella forza del pensiero
    che ogni uomo fa più vero.
    (Rosalba)


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    Festa del Papà: filastrocche e poesie per bambini



    poesie-filastrocche-festa-del-pap%C3%A0

    Venerdì 19 marzo si festeggia la Festa del Papà e per tradizione i bambini fanno gli auguri al loro papà con una cartolina in cui c’è scritta una filastrocca o una poesia che possono anche recitare.

    Ecco alcuni componimenti dedicati alla figura del padre; sotto ci sono anche dei lavoretti che i bambini possono fare per ottenere dei regalini per il loro babbo.



    Filastrocche per la Festa del Papà

    Verrà il papà

    Verrà il papà,
    porterà a casa il baccalà.
    Fai la nanna bel bambino,
    fai la nanna ancora un poco.
    L’altro giorno sono andata al mercato
    ed i dolci ho comprato;
    ho comprato un tamburone
    per far passare il magone.
    Fai la nanna bel bambino,
    fai la nanna ancora un poco.

    Festa del Papà

    Oggi ho letto sul giornale
    con parole grandi grandi:
    “E’ la festa del papà!”
    Tanti auguri in quantità!

    Padre e figlio

    Son padre di un figlio
    ch’è privo di padre,
    perché non ha figli
    colui che lo fè …

    Poesie per la Festa del Papà

    Poesia Al babbo lontano di A. Cuman Pertile:

    Caro uccellino che volando vai,
    il babbo mio di certo tu vedrai:
    digli che è tanto buono il suo bambino,
    e che spesso gli manda un bel bacino,
    digli che gli vuol bene e che lo aspetta:
    vola, uccellino, vola vola in fretta!

    Poesia di Camillo Sbarbaro tratta dalla raccolta Pianissimo
    :

    Padre, se anche tu non fossi il mio
    padre, se anche fossi a me un estraneo,
    per te stesso, egualmente t’amerei.
    Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
    che la prima viola sull’opposto
    muro scopristi dalla tua finestra
    e ce ne desti la novella allegro.
    Poi la scala di legno tolta in spalla
    di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
    Noi piccoli stavamo alla finestra.

    E di quell’ altra volta mi ricordo
    che la sorella, mia piccola ancora,
    per la casa inseguivi minacciando.
    (la caparbia avea fatto non so che)
    Ma raggiuntala che strillava forte
    dalla paura, ti mancava il cuore:
    che avevi visto te inseguir la tua
    piccola figlia e, tutta spaventata,
    tu vacillante l’attiravi al petto
    e con carezze dentro le tue braccia
    avviluppavi come per difenderla
    da quel cattivo ch’era il tu di prima.

    Padre, se anche tu non fossi il mio
    padre, se anche fossi a me un estraneo,
    fra tutti quanti gli uomini già tanto
    pel tuo cuore fanciullo t’amerei.

    Poesia Il Principe di Marco Moschini

    Arriva un Principe
    con un cavallo bianco:
    viene da lontano
    e sembra molto stanco.
    Al posto della spada
    c’è l’ombrello
    e c’è il cappotto
    al posto del mantello;
    però a guardarci bene
    il cavallo non ce l’ha,
    io gli corro incontro
    e gli dico: “Ciao papà!”

    Babbo di Lilla Lipparini:

    Babbo, quando eravamo piccini
    tu ci tenevi sui tuoi ginocchi,
    non avevamo balocchi
    perchè eravam poverini;
    ma nella stanza oscura,
    quando calava la sera
    anche se la stagione era dura
    facevi nascere la primavera.
    Illuminavi la stanza di stelle,
    di lucciole, di fiammelle,
    la riempivi di fiori,
    di trilli, di canti, di odori:
    Gli angeli venivano a cento
    avvolti nel velo del vento
    e con i gigli fatati
    sfioravano i nostri occhi,
    ci davano sogni incantati,
    facevan di noi lievi fiocchi,
    fiocchi leggeri in cammino
    per un viottolino di stelle……..
    Babbo, che nostalgia
    di sedere sui tuoi ginocchi,
    di sentire nel sonno
    i tuoi occhi vegliarmi.
    E addormentare il mio dolore,
    e addormentare il mio tormento,
    essere un fiocco nel vento
    e un canto per il tuo cuore.
    Ma se ti vengo accanto
    nella casina di terra,
    quella che ti rinserra
    e dove sei tutto solo,
    non c’è per te che il mio pianto,
    non c’è per me che il tuo canto,
    nel canto dell’usignolo.

    Al Mio Papà di Marco Spyry

    Mi sei mancato quando ancora ero piccino
    qualcuno ti ha portato via senza un perchè
    forse scordandosi di me… che c’ero!
    ti ho cercato tra nubi sparse nel cielo
    per poterti dire che eri speciale
    come per tutti i bambini poterti abbracciare
    mentre ti auguravo: “Buona Festa Papà”
    nel tempo… ti ho trovato nel cuore
    ho cercato la sedia in cui sedevi
    per leggere il giornale nel cortile assolato
    ho trovato il mio scoglio ad ascoltarmi
    ho cercato i tuoi occhiali
    per vedere che fai di bello nel cielo
    ho trovato la tua luce che è in me
    mentre mi accompagnavi negli anni
    nel percorso dei tanti perchè
    cercavo nel mio viso le tue carezze mancate
    ho trovato nei racconti della gente…
    nel mio chiedermi interiormente
    nel cercare tra le immagini dei miei ricordi
    ho trovato ch’è in me… che è restato tutto di te.

    Grazie… Auguri Papà.

    Una poesia di William Blake, s’intitola Il bambino perduto

    Babbo, babbo, dove vai?
    Oh, non camminare così veloce.
    Parla, babbo, parla al tuo bambino,
    O io mi perderò.
    La notte era scura, nessun padre c’era;
    Il bimbo era bagnato di rugiada;
    il fango era profondo,
    e il bimbo pianse,
    e la nebbia svanì fugace.



    Edited by Lussy60 - 12/5/2012, 16:23
     
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    Il papà in gravidanza: i rischi della sua assenza


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    Quando un papà è assente durante la gravidanza, i bimbi che nascono hanno maggiori problemi di salute ed un rischio maggiore di vita. E’ la conclusione, pubblicata sul “Jorournal of Community Health”, a cui sono arrivati i ricercatori della University of South Florida, dopo un lungo e duro lavoro. Forse l’unico del genere: hanno analizzato i dati riguardanti ben 1.390.000 bambini nati in Florida (Usa) dal 1998 al 2005! La non-presenza del padre è stata desunta dalla mancanza del cognome sui documenti della nascita. Una scelta (limitata e consapevole da parte degli studiosi) che si presta ad errori e generalizzazioni non proprio scientifiche.



    Edited by Lussy60 - 12/5/2012, 16:23
     
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    Ai bambini fa bene il massaggio di mamma e papà


    Il massaggio del bambino è un'antica tradizione presente nella cultura di molti paesi, recentemente è stata riscoperta e si sta diffondendo anche nel mondo occidentale. L'evidenza clinica ha confermato l'effetto positivo sullo sviluppo e sulla maturazione del bambino a diversi livelli (utilissimo il suo impiego per evitare le fastidiose coliche nel neonato).
    Il massaggio del bambino è semplice e ogni genitore può apprenderlo facilmente, adattandolo alle esigenze delle diverse fasi della crescita.
     
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56 replies since 25/2/2011, 11:05   11588 views
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